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VENEZIA 76: diramata la lista ufficiale della Giuria e, fra gli accreditati stampa di quest’anno, compare il JOKER MARINO, ovvero AL PACINO, vedere per credere


24 Aug

giuria venezia 76

pacino americaniVoi avete un brutto difetto. Non credete mai a quello che vi dico. Siete come San Tommaso. Colui che, se non ficcava il naso nei cazzi altrui, non era mai soddisfatto.

Io so soltanto, come sostiene Al Pacino di Scent of a Woman, che col naso bisogna odorare l’hostess in aereo che ti fa volare alto…

Sì, ve lo confesso. Sono molto emozionato. È la prima volta in assoluto che mi presenterò al Lido in veste di critico ufficiale e inviato di Daruma View Cinema, la rivista online per cui sempre più proficuamente scrivo.

Io e il mio amico Raffaele, del quale qui non posso svelarvi il cognome, sebbene possa dirvi che è un collega, vedremo probabilmente anche molti film assieme.

Io starò soltanto cinque giorni alla Mostra. La mia economia non mi permette di alloggiare in albergo per tutto il periodo festivaliero. Si fa quel che si può coi soldi che si hanno in tasca.

Ma, dopo cinquemila libri pubblicati, molti dei quali a tematica cinematografica, dopo il mio lodato e apprezzatissimo saggio monografico su John Carpenter, significa che qualcosa mi sono meritato.

O no? Sì, io non amo far sfoggio di me, sono una persona piuttosto umile poiché conosco assai bene la realtà.

Oggi avviene un successo, domani non si fa sesso e una nuova delusione è dietro l’angolo. Cosicché, si finisce nella merda e si diventa dei cessi.

Sì, non bisogna giammai vantarsi di niente. Mai! Ricordate quello che dice sempre il grande Al ne L’avvocato del diavolo a Keanu Reeves:

Milton: – Un po’ meno spocchia, figliolo, anche se sei bravo, non se ne devono accorgere che arrivi, sarebbe una gaffe, amico mio. Devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… Guarda me: sottovalutato dal giorno della nascita. Tu non mi crederesti mai un padrone dell’universo, non è vero? Tu hai un’unica debolezza a quanto posso vedere. 

Kevin: – E cioè?

Milton: – L’aspetto. La tua aria da stallone della Florida. “Pardon madame, ho dimenticato gli stivali sotto al suo letto”.

Mai avuto una giuria senza donne!

Ah ah!

Sì, nella giuria di quest’anno compare anche Rodrigo Pietro, il direttore della fotografia di The IrishmanChe te lo dico a fare?

Ovviamente, non sto scherzando. La Biennale di Venezia mi bombarda di mail, aggiornandomi su tutti gli sviluppi del programma ufficiale.

Dunque, come tutti gli accreditati stampa, ho ricevuto nel primo pomeriggio la notifica esclusiva della lista completa della giuria.

Sì, grande giuria. Lo sa il mitico John Cusack di The Runaway Jury. Ah ah.

John e Al recitarono assieme in City Hall. Ho detto tutto. Ah ah.

Sì, vivo ancora spesso pomeriggi da giorni da cani e son vivo per miracolo.

Io e Al Pacino de Lo spaventapasseri del finale, eh sì, abbiamo ricevuto la stessa diagnosi.

Però io non sono un personaggio da film tragici.

La vita va avanti…

E lasciate stare quella cantante del cazzo, Madame.

Qui si fa tutto un altro gioco come nel film Americani.

E, come dice Al Pacino di Heatè gente cazzuta, questa.

Sì, molti di voi, qui in Italia, pensano che arrivare a Hollywood sia un gioco da ragazzi.

Stare a Hollywood non è solamente questione di talento, culo, bellezza, fascino, presenza scenica e bravura.

A Hollywood bisogna avere il pelo sullo stomaco per resistervi.

È un posto di corrotti, di produttori truffaldini e furbissimi, di troiette che venderebbero la loro madre pur di recitare due secondi con Al Pacino, è un posto iper-competitivo e violento, soprattutto psicologicamente, ove Arthur Fleck/Joker finirebbe strapazzato in 30 secondi netti.

Dunque, non montatevi la testa.

Guardate come hanno combinato per le feste il povero Kevin Spacey, uno dei più grandi talenti di Hollywood degli ultimi trent’anni, emarginato, distrutto, incriminato, colpevolizzato da un’America falsa e puritana solo perché nudamente ha avuto il coraggio di non rinnegare d’aver sbagliato.

Il mondo reale, fratelli della congrega, è come l’ufficio di Americani.

E, a proposito di Kevin Spacey che, in questo film, fa il bambino, combinando scherzetti cretini, è ora di smetterla con le prese per il culo e gli sfottò infantili.

Altrimenti, accadono le tragedie e, per venirne fuori, bisogna farsi un culo come una casa.

 

di Stefano Falotico

Attori bolliti: John Cusack


02 May

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Ebbene, oggi voglio parlarvi del “lessato” per eccellenza, John Cusack.

Attore classe ’66, che negli anni ottanta fa sfracelli in commediole godibilissime per teenager, come Sacco a pelo a tre piazze o Sapore di hamburger, tanto che Hollywood si accorge subito di lui perché incarna la faccia tipica del bravo ragazzo da “colazione dei campioni”, sano e simpatico, un po’ sfigato ma di buon cuore. E fioccano le collaborazioni importanti e Cusack, da par suo, si mostra immediatamente molto versatile, passando da Rischiose abitudini di Stephen Frears a Ombre e nebbia di Woody Allen (col quale lavorerà egregiamente anche in Pallottole su Broadway), da I protagonisti dell’immenso Robert Altman a Mezzanotte nel giardino del bene e del male di Clint Eastwood. E sul finire degli anni novanta è dappertutto, facendosi notare in film non eccelsi, forse, ma di gran successo, come Con Air con Nicolas Cage, Falso tracciato di Mike Newell, City Hall con Al Pacino, Alta fedeltà sin al suo bellissimo ruolo in Essere John Malkovich di Spike Jonze, solo per citare a caso qualche titolo di punta.

Poi, tutta una serie ancora di film estremamente decorosi, non certo capolavori, ma che personalmente ricordo con piacere, e penso dunque alle sue prove in pellicole come Identità di James Mangold o nel sottovalutato The Ice Harvest di Harold Ramis. Al che comincia ad arrancare, come si suol dire, di brutto. Non mancano picchi prestigiosi come Maps to the Stars di Cronenberg, sebbene in molti considerino tale film come l’opera minore per antonomasia del maestro canadese, ma Cusack ci presenta robaccia ignominiosa come Dragon Blade o il devastante Arsenal di Steven C. Miller. E non oso pensare cosa potrà essere il prossimo Distorted di Rob W. King, un film che, già dalla faccia dello stesso Cusack nella locandina, ci fa capire subito di quanto John sia davvero poco convinto di avervi partecipato. Una faccia che è tutto un programma…

Ma pare comunque fregarsene il nostro “buon” John e, a quanto pare, ha sempre più successo come influencer attraverso il suo profilo ufficiale Twitter, ove bellamente parla da tuttologo di politica e società americana, tirandosela da enorme sapientone.

Contento lui…

 

di Stefano Falotico

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25 Aprile! Liberazione o compleanno di Al Pacino?


26 Apr

Il 25 Aprile siamo stati liberati dai fascisti? Sì, ma io festeggiai Pacino, nato in codesto dì, e non ho tempo da perdere con reminiscenze di cazzoni Mussolini bendati e incazzati mastini fasciati!

Evviva Alfredo che ti “fredda!” con un “Addio, nazista sei infornato da me in tue palle inforcate di bulbo in pallottole su mie sparate!” 

Ogni anno m’è consuetudine celebrare il compleanno di Al!

Che analizzerò in mio tutto bardarlo a differenza di molti di voi, la maggioranza sciovinista già “bruciata” credendo d’esser crudeli m’ardendo il cero di chi non è d’accordo e “cremandolo” come lo Strudel!

Gli ebrei furon arsi vivi, i russi soffrono di fobia sociale da cui le foibe del comunismo nella oggi massa capitalista a decapitazioni d’andar contro un “Capitano, abbiamo solo un capitano!” per finire accapigliati nello sperpero anche dell’ultimo numero di “Paperino”, scovato nei pressi di una disneyana bettola in quel di Mosca a issarsi in calice, pru(gn)a e complimenti di fantasie e utopia con delle topoline eppur grandi top(p)e di “pugnette”.

E Al Capone fu “solo” accusato di reati fiscali quando ammazzava di sicari, fumando un sigaro e fregandosi le mani “pulite” in teatro assieme a una matrona di “besciamella” sua impazzita, causa nascita anomala e indirizzata al Male dello scoreggione suo “pancino”.

Al Pacino ha compiuto 73 anni, sì, le primavere, mese inoltrato d’Aprile e non da scherzi nello schernirlo, voi che immolate Siffredi Rocco nella Lucarelli Selvaggia “arroccata” sul suo “coccolarla” in combutta d’un altro puttaniere formato “cioccolatone”.

Rocco, il volto “vero” del porco, Selvaggia, il volto “gossip” della porchetta allo spiedo nella moda del cool inculato non da sola ma in “saletta” col salame…

Alfredo navigò sempre per i fatti suoi e non darà mai credito a questi che si svestono e alle selvagge che si svendono per avventarsi sullo spettatore “violento” eppur “cortese” di “baciamano” nei catodici sogni proibiti di linguette, compresi gli spaghetti alle vongole con la cozza della moglie marinara dall’insoddisfacente-affacendato uncinetto e figli inetti con nettare e miele, sudori e “a malincuore” di bava alla boccuccia (in)castrata dal raggio “gomma” del televisore d’un volersi commutar in “proiettor” del suo ergerlo ad “alta” definizione, cambiando canale nei virtuali amplessi senza correr il rischio dello scolo, dato che Selvaggia è scotta e non ci saran cotture della “frittura” di mare, solo un amaro e un mirarla da lontano, come gli scogli “prelibati” di chi osserva l’orizzonte nel “verticale” in culo a sé perpendicolare di coglione annegato! Meglio comunque della zoccola con le zoccolette e le tette fra le tagliatelle del “cuoco”, “gran” al dente di lei “ardente”.

Alfredo nato a New York, innato di talento e non come te, minatore neanche tanto di trattorie saporite e mungitore di vacche insipide. Dai, piscia e stai zitto.

Non ha bisogno di presentazioni né di “presentini”, non addobba il presepino ma non ha neppure un pisellino per ilpurè!

Egli non ti fotte nell’esibizione del suo calore ma accalora la platea con interpretazioni scroscianti nella prima fila ove ci son fighe scoscianti e davvero di bocche buone. Non bonazze da linguacce. Non scemotti da salsicciotti!

Sette film che non son nani ma le prove d’un gigante.

Invero son tre, perché così mi tira e cambiamo registro!

Tu sei solo un aitante, il tuo alito non è un monologo fenomenale ma un affaticato monocolo, mio mongolo. Vaffanculo!

Donnie Brasco

Amicizia tradita, mai stata, forse tutto un incubo. Falliti entrambi, spediti in questa cazzo di vita per due missioni che non interessano a nessuno. Il primo fa il criminalotto, l’altro è un mafiosetto solo di baffi che rideranno del rimpianto.

Insomnia

Capolavoro di Nolan, apice dell’ermetismo fra i monti dell’Alaska nell’insonne, appunto, giornata “assolata” di Notte fuso orario e Al fusissimo che coglierà in flagrante il criminal’ andante-suonato prima di perder la bussola nella sua gravità da avo d’una nave antica, i valori suoi legati all’onore della giustizia.

I crimini efferati van puniti d’Alfredo nel freddo e nel gelo ma che si scalderà sotto “zero” in recitazione da vette Everest. Finale cristiano con la Swank a sorreggerlo dalla via crucis di due ore d’occhi sbarrati. Comunque, non annoia, è Cinema d’aperture mentali e anche boccata d’aria…

Gigione e alla “diaccio” degli eccessi smisurati nel sublimissimo sublimar le battute al minimo su classe al massimo.

L’avvocato del diavolo… e della “minchia”

Quando mai un Keanu Reeves, stronzetto “impuro” e indeciso fra una Theron e una Nielsen (capirai che sfiga), può fregare il Satana fighissimo di parrucchino alla Conte Antonio?

Mai, perché il Devil è Pacino che ti piazza dei “bacini” a vanità per il tuo popò rosso rosso.

Non invidiare il Diavolo, Egli sa perché l’umanità è andata a puttane.

Il primo responsabile è il Creatore che pare esser stato avvistato con Berlusconi ad Arcore, fra una mignotta e l’altra sotto la “Madonnina”.

Con Pozzetto versione “vergine” senza Edwige Fenech a urlare sconvolto “Eh, la Madonna!”, appunto, e Pasolini con Scorsese a braccetto per le vie del centro in questo Montenapoleone “caporale” che non lascia stare i santi e cavalca Troia di (furf)fanti.

Alfredo si salva, salpiamo!

Il resto vada in malora! Che ore sono? Non lo so, tanto non ho mai sonno!


Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

  1. Serpico (1973)
  2. Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975)
  3. Stand Up Guys (2012)
  4. Il padrino (1972)
  5. Scarface (1983)
  6. Heat La sfida (1995)
  7. City Hall (1996)

Genius-Pop

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