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TITANIC è un capolavoro, voi no!


15 Jun

Titanic Winslet DiCapro


Bisogna abbattere la Critica cinematografica assai vetusta, dunque parziale, superata e logora, bisogna scardinare i luoghi comuni, non solo sulla Settima Arte più raffinata, anche di noi stessi…

Ancorati a una visione vecchia, dobbiamo svecchiarci e ringiovanire tutti assieme appassionatamente.

Evviva la retorica? No, la veritas.

Ebbene, con lo spopolare del web, tutti si stanno dilettando a far i tuttologi, anzi i dietrologi.

No, gli psicologi, i cardiologi, pure i virologi. E questo morbo è più virale del fantomatico Covid-19.

Su cui avrei da dirvene, anzi, già ne sparai parecchie nel mio libro Bologna HARD BOILED… in vendita sulle maggiori catene librarie online (questa dicasi, ah ah, pubblicità occultissima).

Sì, i potenti stanno occultando la verità, seppellendola in un mare d’inganni. Noi, circuiti, traviati, adesso tutti vaccinati.

Ci allarmarono e terrorizzarono, incatenandoci in quarantene figlie dell’oscurantismo più medioevalistico.

Così è, non voglio sentire ragioni. Da un po’ ci si può spostare, fra l’altro, tra regioni. Anche erogene? Oh, finalmente si può fare all’amore senza la profilassi delle precauzioni?

Ciak, azione. Cos’è un film con Siffredi Rocco? Macché. Oramai, Rocco è andato… e non solo con quelle… da tempo immemorabile. Rocco è fottuto, moscissimo. Bisogna pensare al nuovo. Ci siamo induriti e rotti le palle a causa dei lockdown esagerati.

Uomini e donne, eh eh, siate accalorati. Negazionisti, non negateci però il piacere dell’amoroso contagio più letizioso, oserei dire sfizioso, per la donna cremoso e per il maschio voglioso.

Basta, adesso. Non facciamo all’amore, facciamo i seri. Sì, le persone troppo serie non sanno amare neppure il Cinema con gusto e quella sana impudicizia che fa rima con godibilità malata soltanto di fottuta, superba malizia.

Che voglio dire con questo? Sono affetto da anti-moralismo, da ermetismo, oppure da poetico decadentismo? Non lo so.

Voglio dire che i veri amanti del Cinema e non solo di questo, eh sì, non hanno alcun pregiudizio.

Sono capaci di amare un film abbastanza mieloso e sdolcinato come Paura d’amare con Al Pacino e Michelle Pfeiffer, in quanto romantici come quel frustrato di Giacomo Leopardi, e allo stesso tempo sanno adorare anche Julia Roberts di Pretty Woman.

Ecco, se sei Richard Gere del succitato film di Garry Marshall (anche quello con Al, eh eh, lo è), vieni reputato figo. Se sei un cassaintegrato, vieni considerato un miserabile che deve pagarla, sennò non arriva/i a niente! Ah ah.

Di mio, sono Al Pacino di Serpico. Non mi vendo. Amo le donne ma posso giurarvi che non ne pagai mai una alla pari del grande Charles Bukowski. Allora, non capisco perché i perbenisti vogliano farmela pagare. Che ho fatto di male? Ah, ma allora sono dei moralisti falsi. Sono dei maniaci. Ah ah.

Comunque, io non sono un monaco. Detto questo, Capodanno a New York, sempre del Marshall, non è affatto male. A parte il fatto che abbiamo un Jon Bon Jovi nelle sue ultime, musicali performance decenti. Poi, abbiamo un parterre di donne capaci di risvegliare un morto qual è De Niro alla fine del film (spoiler!) Dunque, il film è vedibile, eccome. Ah no? Halle Berry, Lea Michele, ancora Pfeiffer Michelle, Sofia Vergara (cioè la controfigura e la “brutta” copia dell’ex pornoattrice Esperanza Gomez), Jessica Biel, Katherine Heigl e Sarah Jessica Parker? No, quest’ultima è racchia. Ex del Cage? Mah, contento lui…

È sempre assomigliata, molto vagamente, a Barbra Streisand. Con l’unica differenza che Barbra è una cantante che, pur esteticamente impresentabile, grazie alla sua voce melodiosa, riusciva a essere la Maga Circe. Insomma, non certo fisicamente una sirena. Ah ah.

Ah, mi son dimenticato di Hilary Swank. Ora, ha delle gambe magnifiche ma ci sarà un motivo se interpretò Boys Don’t Cry? E ho detto tutto.

Arriviamo a noi. Tanto, con queste qua, pezzi da novanta…, non potremo arrivare a una beneamata minchia. Ah ah. Sono inarrivabili. Vi arriverete soltanto se siete ricchi come Richard Gere. Ah ah.

Oppure se le vedrete nelle loro scene di sesso. No, non sex tape, cavolo! Pensate sempre a quello? Mi riferivo ad Halle Berry di Monster’s Ball unrated. Ah ah.

Sì, siamo uomini e donne angariati da una vita ladra e puttana. Al che, per compensare le mancanze e il vuoto interiore, non riuscendo a riempire e tappare i buchi…, ci diamo al Cinema, dando ancora più soldi a Richard Gere. Ah ah.

Be’, col tempo, compresi di essere demenziale come Mel Brooks. Cioè, in una società di matti e dementi, sono stato l’unica persona al mondo capace di distruggere un intero ordine psichiatrico, emulando, contro ogni strizzacervelli, il Mel di Alta tensione.

È vero, non sto mentendo. Mi credete? Miscredenti, atei, creduloni? Sì, un plurilaureato in Freud, ah ah, pensò che fossi da manicomio. Al che gli chiesi con estrema nonchalance:

– Mi tolga una curiosità, primario e luminare. Qual è la percentuale di guarigione dei pazienti in quest’istituto ove sono internati i suoi curati…?

– Una ogni morte di papa.

Uhm… sarebbe la morte cerebrale di Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo?

 

Dopo questa risposta, fui dimesso e tutti gli psichiatri furono radiati dall’albo.

Ora, prendiamo un regista che è sempre stato fissato coi manicomi. Ovvero John Carpenter.

Io sono l’unica persona al mondo capace di guarire Amber Heard di The Ward e Sutter Cane de Il seme della follia (eh già, il matto è lui, non Sam Neill), in virtù del fatto che sono il bambino sano di Village of the Damned. Comunque, non sono albino, non sono neanche un alpino. Però sono una cima. Ah ah.

E dire che fui scambiato per Fantozzi/Paolo Villaggio. Be’, in effetti, se mi fossi attenuto ai metodi psichiatrici, sarei divenuto Christopher Reeve dopo la sua caduta da cavallo.

Sono rimasto lo stesso… Superman. Ovviamente.

Comunque, complimenti di nuovo ai medici. Mi scambiarono per Fracchia la belva umana e invece non riuscirono a capire che fui e sono Clark Kent. Ah ah.

Voi credete nell’imponderabile? Non tutto ha una spiegazione scientifica nella vita.

Sì, credo in tutta sincerità di possedere poteri paranormali.  A mo’ di Chris Walken de La zona morta e di Jude Law di The Young Pope. Più che altro, quando sono in vena, riesco a entrare in telepatia, no, in empatia-sintonia col prossimo. A meno che lui non soffra, nei miei riguardi, di preconcetti e consequenziali antipatie. Ah ah. E vi garantisco che non c’è bisogno di essere laureati in psichiatria per capire che, se una persona si vuole suicidare, è perché è caduta in un profondo stato di apatia o melanconia. Oppure, non più gli tira a causa dei farmaci assunti. Oppur ancora vuole andarsene via in mezzo a tanta pazzia.

Io sono cinico? No, realista.

Un mio ex amico mi domandò:

– Stefano, secondo te, se la tua ragazza (la sua, oh, non la mia, suvvia) ti lascia, non bisogna farsene un cruccio? Anzi! Forse non era quella giusta! Sì sì, è così.

– Come no… Forse invece era quella giusta. Ma tu non eri quello per lei, giusto? Sbaglio? Per lei eri per di più sbagliato.

– Quindi, mi devo suicidare?

– No, ti dico la verità. Se vuoi consolarti, leggi le frasi dei baci Perugina.

– Sei troppo pessimista.

– Invece tu sei troppo ottimista.

– No, dico solo che non bisogna farne una tragedia. Me ne troverò una migliore. Sì, la troverò. Però, che (s)figa!

–  Vuoi che ti sia sincero?

– Certo.

– Non la troverai.

– Perché mai?

– Hai la stessa età di Richard Gere ma, a differenza di Richard, non hai i suoi soldi.

– E che significa?

– Significa che, al massimo, troverai una vecchia di settant’anni!

 

Perché sopra scrissi… ex amico? Perché si ammazzò. Lo uccisi io? No.

Ecco, che c’entra tutto questo con la cinefilia e i luoghi comuni attorno al Cinema? C’entra, eccome se c’entra. Se invece non entra, significa che non te l’ha data. Ah ah. Solitamente, tutti quelli che dicono che Nicolas Cage sia/è inespressivo (si fottano i congiuntivi del cazzo, ah ah), non hanno mai recitato neppure nel suo film peggiore come interprete, ovvero Zandalee. Però, vi avrei messo la firma per essere al posto suo. Il suddetto, molto sudaticcio film, eh già, fa schifo per l’appunto al cazzo ma Nicolas Cage, in tale pellicola, ha un paio di scene da Siffredi. Capisc’ a me!

Nel Cinema e nella vita vera, senza falsità o consolazioni, si fa tutto un altro campionato. E io sono stanco di passare il tempo a fare le classifiche. Continuate, pure, a farvi le seghe. A fare le distinzioni. Volete essere uomini distinti. Fidatevi, è meglio Basic Instinct. Non desidero per nulla fottermi nel discutere col prossimo se sia più bello Taxi Driver o Al di là della vita. Film metafisici par excellence. Nel primo vi fu Cybill Shepherd, nel secondo, Patricia Arquette ma, rispettivamente, entrambi i protagonisti non è che se le scopino molto. Diciamocela! In Taxi Driver, De Niro salvò una prostituta minorenne. La gente lo elevò ad eroe. Dopo aver portato la Shepherd a vedere un porno, lei lo scambiò per un pervertito e lo mandò a farsi fottere. Alla fine, gliel’avrebbe data tutta ma lui la mandò a fanculo. Ah, bella roba, ah ah. Nella vita reale, comunque, Cage la sbatté in quel posto a Patricia molte volte. Nel frattempo, girò pure City of Angels.  La verità è una sola (l’accento ficcatelo voi, a piacimento!). Nicolas Cage è un grande, Richard Gere è un grande (guardatelo ne Gli invisibili, eh eh, incapaci).

E, secondo me, chi parla ma non fa mai nulla, se la fa solo sotto. Per esempio, da un punto di vista prettamente cinematografico, Over the Top con Stallone è un film puerile. Cioè, avreste preferito che avesse vinto o vincesse Bull Harley? Ah ah.

Col passare del tempo, ho capito che Titanic di James Cameron è un capolavoro. Sì, lo è. In poche parole, Cameron voleva arrivare allo spettacolare e devastante climax dello scontro con l’iceberg del transatlantico ma, per tre ore abbondanti, non ci raccontò questo.

Cioè, noi sapevamo già come sarebbe andata a finire ma volevamo vedere come sarebbe finita, cosa fu quella storia. Questo si chiama genio.

Cameron ribaltò il concetto secondo cui la trama sarebbe importante. No, la vicenda narrataci può essere anche apparentemente banale e sdolcinata. Niente è banale e dolciastro se chi dirige la storia sa come emozionarci, sa come viverla… sa come tenerci col fiato sospeso.  Soprattutto perché volevamo vedere integralmente le tette di Kate Winslet ma Cameron ci fotté.

Dunque, sapete chi dice roba del tipo… oramai è stato già detto e inventato tutto? I falliti. Quelli che parlano e criticano. E basta. Oppure, peggio, esaltano e magnificano i “maestri” perché loro non lo sono. Ma, idolatrando i maestri, si sentono meno stupidi e meno inetti.

In giro, sento un sacco di cazzate. Sento che il mondo è peggiorato, che la società fa schifo. Che gli uomini e le donne sono imbarbariti. Mi spiace deludere questi tristissimi luoghi comuni.

Sembrano Harvey Keitel sia di Taxi Driver che di Holy Smoke.

Sono peggiorati quelli, coloro che fanno certi discorsi. Perché non sanno fare altro. Solo chi fa, sbaglia. Rimedia figure di merda e non. Altrimenti, siamo soltanto zombi. E molti di voi lo sono ma non lo sanno.

Di mio, posso dire che ho una certa faccia da culo.

Infatti, le donne mi guardano e pensano: quel ragazzo va fottuto a sangue.

Sì, molte donne vogliono, in tempi di pari diritti, farselo come un uomo.

Un tempo, solo gli uomini lavoravano.

Oggi come oggi, il culo se lo fanno anche quelli che non sono omosessuali attivi.

Insomma, come dice Peter Boyle, chi più chi meno, siamo tutti fregati.

Dunque, fottetevi, ah ah.

Su questa cazzata, vi lascio alle vostre porcate.

Domani, devo farmelo ancora.

Invece per voi saranno cazzi amari.

 

di Stefano Falotico

Post giustamente presuntuoso: divinizzate e idealizzare gli attori e i registi perché avete preso un abbaglio esistenziale, amate invece la vita come se fosse Patricia Arquette di True Romance


14 Apr

arquette vita al massimo

Sì, non vorrei apparire un esaltato. Di solito, son solo in padella saltato. Uomo salato in quanto le carinerie stupide e ruffiane mal digerisco. Non sopporto neppure la gente che al cinema mangia i popcorn.

Quando mi reco in sala, di solito prima ero in cucina, anzi, nel corridoio.

Ora, conosco la vostra platea. Una galleria da mostra, anzi, da mostri di cera. Sì, una volta c’eravate. Ora, pulite solo il pavimento di cere. Mica una ceretta, tante cere. Sì, accendiamo un cero. Suvvia.

Sì, i nostri padri hanno fatto bene a ribellarsi, a fare la rivoluzione sessuale. Poi però, una volta raggiunti quei privilegi esistenziali, oserei dire corporei, fisiologici di cui abbisogna ogni uomo e anche ogni donna, sennò poi voi femministe dite che siamo maschilisti, ah ah, la generazione che c’ha partorito s’è seduta, come si suol dire, sugli allori.

Ha fatto tanto per combattere le false castità bigotte e poi ha creato una società paradossalmente ancora più ipocrita.

Oggi impazza il buonismo più becero e mentecatto, l’acidità stopposa spopola, il popolo a parole si ribella e nei falli, no, fatti è invece più conformista d’un impiegato del catasto.

Insomma, padri e nonni, sì, avete accatastato tutti i buoni propositi a favore di questo bieco ecumenismo solidale e combattivo nelle chiacchiere della retorica, invero così esecrabile. Menefreghista e asociale.

Vanno di moda infatti, oggigiorno, gli influencer. Quegli strani, equivoci personaggi da quattro soldi che comprano i followers e si professano tutor della vita tua, anche tutta. Meglio una tuta.

Siamo arrivati a livelli di follia assurda. Chiunque vuol far parte di questa folla perché non desidera di finire disintegrato, emarginato, semmai cassaintegrato.

Il pazzo, su disperate urla maniacali della sua religione distorta, radicalizzata e issata in gloria d’un pietistico, penoso elemosinare compassione, chiede a gran voce il reddito di dignità. Quindi, in maniera poco decorosa, vuole pure essere fuori dal coro, un’iconoclasta e, se un amico gli chiede soccorso, gli risponde che ha il braccino corto.

L’egoismo impera.

Eppure Once Were Warriors. Il più grande film di Lee Tamahori, poi rincoglionitosi con Next col Nicolas Cage.

Ecco, in quanto a pettorali, Nicolino è stato sempre un campioncino. Guardatelo in Con Air. Visto che bicipiti, che canottiera sudata? Roba che Bruce Willis di Trappola di cristallo è un lottatore di sumo.

Sì, miei somari. Fisicamente Nic Cage ha avuto sempre il suo perché.

Sì, in Nato per vincere, nella parte dell’emulo dei fratelli Abbagnale, non ha neppure la canottiera questo canottiere. Guardate che tartaruga. Che culturista questo Nic. Nicolas ha pure la sua bella cultura, sì, sì.

Nelle interviste non sta mai zitto. È logorroico, ci vuole una canottiera, no, una cannonata per placare la sua parlantina coltissima che salta di pelo, di palo in frasca.

L’espressione da pirla però è indubbiamente rimasta quella di Cammareri. Un vero panettiere, più che altro un “infornatore” di Cher.

Di puro lievito di birra…lui è rozzissimo. Non la corteggia, porgendole una Ferrari o un Mon Chéri della Ferrero, bensì della sua virilità da petto villoso va orgogliosamente fiero e, schietto, la prende per il verso giusto. Cioè, all’improvviso, cafonissimo, la cura da ogni ansia.

E sarà un amore da settimo cielo. Come farsi un viaggio in mongolfiera.

Sì, Nic. Un genio. Un viso da mongolo. No, non sto offendendo la virtuosa etnia della Mongolia, gente straordinaria. Mongolo sta ovviamente per pesce lesso. Nel senso di (s)figurato, da figura di merda.

Se mi trovate un altro attore con una faccia così che ha avuto il coraggio di regalare…

Ah, non la sapete?

Sì, Nicolas, dopo aver visto Patricia, perse la testa. In realtà, beccatemi un uomo che, dopo averla vista in True Romance, non vorrebbe avere con lei una vita al massimo.

Dite che esiste un uomo che, dopo averla vista in questo film, si farebbe monaco?

Certo, esiste. Infatti, più che in convento, sta in manicomio… ah ah.

Ecco, dicevo. Nic la volle, fortissimamente la volle. Un fierissimo, come detto, uomo alfiere e Alfieri. Miei pappemolli.

Patricia non era molto convinta. E allora disse:

– Va bene, ti sposo. A una condizione.

– Quale? Se poi litighiamo e divorziamo, ti devo pagare gli alimenti? Sì, ci sto. Tanto i soldi mi escono dal b… o del c… o.

– No, non è questa. Devi trovarmi l’autografo di Salinger e un’orchidea nera.

 

Insomma, qualcosa d’impossibile.

Bella cogliona l’Arquette. Va a chiedere questo al nipote del Coppolone? È uno con le mani in pasta dappertutto. Conosce tutti.

Figurarsi se non sapeva dove abitava lo scrittore de Il giovane Holden.

E per l’orchidea nera, invece, come felce, no, fece?

Facilissimo. Trovò un’orchidea selvaggia, che non è il film con Mickey Rourke e quell’altra Ubalda tutta nuda e calda di Carré Otis, prese il pennarello nero e la colorò.

Ah ah.

Il matrimonio comunque non molto durò. Entrambi girarono assieme Al di là della vita.

Con tanto di finale in cui Cage proprio non gliela fa a santificarsi e crolla di nuovo fra le braccia della sua Arquette. Ah ah.

Sì, erano guerrieri, ora non siete e siamo più niente. Al massimo, possiamo acclamare I guerrieri della notte di Walter Hill a celebrazione delle nostre adolescenziali notti affamate di amore e libertà.

Come dice Nanni Moretti, voi piuttosto siete così.

Sì, John Carpenter ha girato pure le sue stronzate oltre ai suoi capolavori immani.

Carpenter è umano. Errare è umano, perseverare è diabolico. E John infatti è diabolico, ah ah.

Mentre voi, sempre meno umani, vi siete ridotti a parlare solo di Cinema e Letteratura, di Musica e Pittura dalla mattina alla sera per darvi un tono. Mangiatevi un tonno.

Ma, secondo me, non sapete nulla né di Cinema né di vita.

Aveva ragione John Lennon. Prima dovete vivere a fondo per essere profondi. Solo dopo aver vissuto, anche di gola profonda, saprete giudicare meglio. Non solo il Cinema e la Musica.

Soprattutto il vostro amore.

E non sprofonderete. Neppure sproloquierete.

Non è che mi fate la fine invece del cammeo di Martin Scorsese di Taxi Driver, vero?

Sì, vi vedo abbastanza fuori controllo.

Voi uomini farneticate, vi spacciate per santi, poeti e navigatori. Per finissimi amatori. Invero so benissimo che avete visto tutti i film con Brandi Love. Quello è il brand. Solo quelli però. Non è che dal vivo, diciamo, ne vediate tante. O no?

Voi donne, ah ah, siete feromoni, no, fenomenali uguali.

Vi racconto questa.

Da qualche mese, c’è una tipa che indubbiamente mi attizza, poniamola così…

Lei faceva un po’ la difficile.

Al che, ho usato la classica tattica falotica:

– Ciao, bella. Come va?

– Ciao. Si tira a campare. Tu come stai?

– Sto bene. Ieri son stato con quella di cui ti avevo parlato.

– Che cosa? Sei allora proprio una merda. Cos’ha quella più di me? Io sono intelligentissima, coltissima, buonissima.

Perché? Dico… perché?!!!

– Vuoi la verità?

– Sì, certo. Forza, dammelo, no, dimmela subito.

– A forza di aspettare, mi son rotto le palle.

– Bravo, almeno sei stato sincero.

– Lo sono sempre. Addio, allora.

– Ehi, che fai? Dove vai?

– Che vuoi fare?

– Vedi, ho finito di lavorare. Piove, fa freddo. Peraltro, mi si è rotta la tv. Tu verresti ad aggiustarmela?

– Certo. Mettiamo a posto anche il canale a luci rosse. Ci stai?

– Ti amo.

 

Sì, fino a dieci anni fa la mia vita era così.

FortWashington

Ora è così.

cage cammareri

 

 

Com’è stato possibile tutto ciò?

Felicissimo? No, soltanto facilissimo.

Ho scoperto di aver un buon cervello.

E, dopo la prima volta, compresi che, a proposito di “quello”, Mark Wahlberg di Boogie Nights mi faceva un baffo.

Un gioco da ragazzi, non credete?

In questa vita, comunque, ce n’è sempre una. Non si può mai stare tranquilli.

Che palle. E che cazzo… Proprio un cazzone.

Ah ah.

 

di Stefano Faloticonato per vincere

mark-wahlberg-boogie-nights

cage cammareri

Siamo invasi da idioti moralisti, da donnette frigide, da uomini senza cervello e da bambini che si credono uomini


28 Jul

City of Angels

Oh, agonizzo. Sì, stamattina me la son tirata. Sì, liscia come l’olio, tiepidamente spermatica, “ipotermale”, rilassata e roventissima su una donna la cui foto mi ha tanto attizzato. Ci son molte dicerie sulla masturbazione. Tutte ignobili, che servivano un tempo per impedire ai giovani di esplorar con ardore tutto il loro sentito sudore. I preti, una volta, dicevano che se te lo menavi… diventavi cieco. E in quello, sebbene poco lo stimi, Checco Zalone, nella parodia di quel lamentoso demente del Cristicchi, aveva ragione. IO CI VEDO PERFETTAMENTE!

Anzi, mi tira ancora di più.

Ma siamo in Italia, paese ove la Chiesa tiene ancora in scacco molta gente con reprimende dogmatiche, gli uomini si sposano, tradiscono continuamente le moglie con qualche balorda raccattata sui viali, e ove le loro consorti, ben consapevoli di venir… così cornificate, vanno dalla parrucchiera a rifarsi gli occhi con lo sciampista. Ché, quando morbidamente massaggia il loro bulbo, non credono più alle prediche di nessun pulpito ma sognano con codesto “massaggiatore” una “schiuma” profumata al Pino Silvestre.

Continuando a cantare, fra una stoviglia e l’altra, con Pino Daniele.

Sì, molte donne sono imbecilli. Guardano un film di Wim Wenders e poi cantano Gli Angeli di Vasco Rossi, vanno matte per i bambini, visto che gli adulti maschi non le fanno godere, sono anchilosate in un lavoro frustrante al massimo, e adorano City of Angels con Nicolas Cage che si chiama Pentola.

Ecco, estrapoliamo un dialogo davvero “shakespeariano”.

Meg Ryan, che Dennis Quaid aveva appena mandato a fanculo, si trova con Nicolas Cage in biblioteca. Un Cage con due labbra carnose che nemmeno Alba Parietti la gommosa.

Un dialogo di una “profondità” ancestrale…

– Vieni qui, spesso?

– Io vivo qui.

– E cosa fai?

– Leggo.

– No, intendevo che lavoro fai?

– Sono un messaggero.

– Ahhh (ah, pronunciato da Meg Ryan sia come se stesse pensando… ma questo di fronte è un malato di mente, sia aspirato come l’avesse preso da un negro).

Be’, e che tipo di messaggero? Una specie di pony?

– No, sono un messaggero di Dio.

– Hai un messaggio per me?

 

A questo punto, Nicolas Cage urla: – Sì, c’è Maria De Filippi che ti aspetta con Tom Hanks a C’è posta per te, perché in Italia prendiamo i titoli dei programmi per deficienti dagli americani, che sono per la maggioranza formati da troioni da Miami Beach.

 

Ecco, dopo questo mio “simpatico” giocar col mio pisellino, mando il link di un mio libro a una certa Scansani.

Costei, desiderosa di “entrare in contatto” col mio “angelo carnale”, mi ha fatto leggere tutte le mega-stronzate del suo blog, post davvero “elevati”. Alla fine di ogni scritto, tu pensi… sì, uno scritto un po’ contorto ma ho capito, sono entrato in empatia. Adesso, posso entrarle in qualcos’altro. Più che con uno scritto, con qualcosa di ritto penetrante, da colpirla al cuore…

Tale Scansani, donna che andava assai prima scansata, mi blocca, dicendo che faccio spam e, nonostante mi abbia obbligato a leggere ogni suo lamento patetico, non avverte in me il desiderio di trombarla in modo “ermeneutico”. Più che una donna ermetica, una scema moralista e zotica.

Che pensa davvero di conquistare gli uomini, dichiarando le sue fragilità interiori. Dichiarasse qualcosa di più esteriore.

Dice anche che sono freddo.

– Sai qual è la verità? Sei una merda. I tuoi libri non valgono un cazzo. Fottiti! Sparati! Ma che vivi a fare! Nooo!

 

Questa è l’umanità, il resto sono le metafisiche prese pel cul’ di film come Così lontano così vicino.

Adesso, vado a ordinare un piatto di vongole, miei mongoli.

Oggi pomeriggio, prevedo altre mie prese in giro.

Ora, come mai Nicolas Cage e Meg Ryan sono miliardari e voi invece votate Cinque Stelle?

Perché Nic e Meg hanno capito che, girando minchiate, vengono ben pagati.

Mentre voi, con le vostre “altezze nobili”, vi siete ridotti a contattare le troie su Facebook!

 

Sì, sveglia! Continuate a farvi fregare e a pregare iddio dei vostri solipsismi. Dico, continuiamo così.

 

Al che mi contatta un amico.

– Sai, secondo me tu hai dei porno in casa.

– Sì, perché?

– Da te non me l’aspettavo. Uno così colto, che ha dei porno.

– E che dovevo avere? Quella cretina di tua moglie?

– Senti. Tu credi all’amore?

– Sì, credo all’uccello. Quando l’uccello viene preso da una, l’uomo che lo possiede, per coprirsi di dignità, dice che è innamorato.

– Sei un porco!

. Sì, vedi di non finirmi con la faccia del Cage.

 

 

Ah ah.

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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