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ll comeback del più grande attore di Cinema del mondo, Brendan Fraser (non esageriamo e non è lui, ah ah), ed evviva i festival di Cinema da amare con brillantezza abissale


10 Aug

accreditato veneziaSì, periodo lieto, il mio. Tendente al falotico con tocchi di morbidezza sobria e amorosa, da gustare personalmente come un gelato prelibato molto zuccherato. Oserei dire da leccarsi i baffi in modo delicato.

A quanto pare, Brendan Fraser, per molti recenti anni osteggiato, boicottato, diffamato e ridicolizzato, in forma è tornato. Era a dismisura ingrassato, adesso è dimagrito e forse non è più drogato e alienato. Discriminato e dalla Hollywood che conta, eh già, in malo modo fu scriteriatamente allontanato.

Adesso, è di nuovo un toro scatenato…

Lo vedremo nel nuovo film di Scorsese con De Niro e il bel (mai quanto me, eh eh) Leo DiCaprio.
Nel frattempo, gli haters impazzano e dinanzi a me impazziscono, si perdono soldi e il portafoglio, quelli del partito dei Verdi vogliono un Green Pass più verde rispetto a quello elargito consuetamente, la gente va al mare a mostrare le chiappe chiare oppure in montagna e sulle valli verdi, da non confondere con le scarpe Valleverde che furono pubblicizzate da mr. Balla coi lupi, alias Kevin Costner, a me viene concesso il pass (una passera, no?) per la prossima Mostra del Cinema di Venezia in quanto oramai è assodato, sono diventato critico rinomato e assai ricercato, oltremodo forbito, non so se furbo o ancora leggermente spostato. Oramai il mio posto in sala, a Venezia, è prenotato, non spostatemelo, miei spostati.

Di certo son amante raffinato di quel capolavoro sconfinato, ahimè ancora enormemente sottovalutato, che è Open Range.

A proposito, inoltre, di alienazioni mentali e vite reclusesi, Brenda Fraser interpreterà praticamente sé stesso nella nuova opus di Aronofsky. Regista da non confondere con Bukowski e coi cristalli di Svarovski.  A proposito di western, Fraser sarà anche presente in Killers of the Flower Moon.

Mentre il qui presente-assente in passato ingiustificato, perfino stigmatizzato e ingiustamente attaccato, ovvero il sig. Falotico non so se azzimato, ovviamente acculturato, si presenterà al Festival di Venezia, affrontando come Sylvester Stallone di Over the Top tutti i più bravi critici del mondo. In effetti, Lincoln Hawk mi assomiglia parecchio. Quando le persone mi screditano e mi fanno davvero arrabbiare, cambio marcia, cambio anche faccia, come il miglior De Niro, non del Grande Match, eh eh, assestando di stilografica feroce e tagliente dei pugni potentissimi e ottimamente ficca(n)ti.

Per finire, a proposito di Stallone, vi piacque in Cop Land? E in Cliffhanger?

John Lithgow! Anche John sarà presente nel film di Scorsese con DiCaprio & De Niro. Vi ricordate la sua celeberrima freddura nel film di Renny Harlin appena citatovi?

Parafrasandolo: – Stefano, in tanti vogliono conoscere il suo segreto. Qual è?

– Fai la fila, prima ci sono io. Tu non solo ti fai i film, li vedi anche nei posti peggiori. Nella prossima vita, dovrai essere più bravo. Adesso, stai calmo e fai il bravo.

 

Ebbene, non credo sinceramente che i critici di Cinema siano affascinanti come De Niro. Non sono neppure versatili.

 

di Stefano Falotico

accreditato venezia

Spiragli di luce in mezzo alla foschia dopo le tenebrose quarantene a fosche tinte, il “grande” Cinema caloroso, da riscoprire, di Sergio Martino e non sole, no, non solo… il Mereghetti 2021


27 Nov

mereghetti 2021

martinofaloIn questo strano, strambo, variopinto mondo spesso ottenebrato, anzi, ingrigito dalla schietta e volgare arroganza degli uomini di panza, rimango sempre rimasto atterrito dinanzi all’ignoranza.

Ecco, dopo questo lungo aforisma di mia buona creanza, passiamo alla questione che attualmente ci preme con maggiore attualità, cioè alle nuove (in)disposizioni legislative, decisive affinché, con nuove istanze, possiamo tutti uscire nuovamente di casa, allegri e festanti vita-natural-durante in maniera non più deprimente, bensì ilare e brillante. Cioè stiamo onestamente aspettando con asma, no, con ansia, le news non solo dell’ANSA che verranno ufficialmente emesse nelle prossime ore fatali che c’auguriamo possano essere risolutive, in buona sostanza, riguardo i vari lockdownlight” messi in atto dal Governo al fine che non staremo più tutti segregati fra quattro mura. Anzi peggio, in un’asfittica stanza.

La vita è fatta d’imponderabili circostanze ed è fatuo credere e attenersi a un indecifrabile, scherzoso, meschino oppure generoso fato che, in passato, ci fu spesso sinceramente infausto.

Molti uomini, delusi dalla vita, non solo da questa…, vendettero l’anima al diavolo come il Faust di Goethe.

Mentre il disperato eppur dispettoso Checco Zalone di Sole a catinelle confuse volutamente Hegel con Eva Henger per far ridere la “bella” gente.

No, non ce la siamo spassata e passata, in questi mesi, tanto bene. Sebbene debba io ammettere, di tutto cuore, dal più profondo della mia anima accalorata, in passato invero assai (raf)freddata, che incontrai di nuovo l’amore…

E, dopo tanto Mare d’inverno, non so se della Berté o di Enrico Ruggeri, la mia esistenza è oggi di nuovo splendente come il Sol levante che ad oriente sorge a sua volta come un mattino che, asciugatosi da ogni rugiada intorpidente i nostri cuori appannatisi, di raggiante baldanza, festeggia illuminandoci nottetempo.

No, non sono un illuminato, non sono della scienza un luminare ma forse sono solo… innamorato splendidamente d’una mia lei più focosa di un’estate non più offuscata da decreti detergenti le nostre capricciose voglie sanamente, umanamente travolgenti ed appassionanti.

Sono estaticamente cotto o forse, dopo molte delusioni cocenti, sto rivivendo in modo rifulgente. Assai amante della mia lei eccitante… Stemmo per stingerci nel buio più scolorito di un albino non tinto, stemmo per rammaricarci per sempre nella fosca tenebra d’una eterna vita senza più luce, sì, incolore di Forza Oscura e non più fulgida. Non in volto scuriamoci, non ci oscureranno mai più. Giammai! Ne sono scuro, no, sicuro. Ah ah. Abbronziamoci.

La mia lei ha la chioma bionda o fulva, è una donna furba oppure io sono completamente fuso?

Non lo so. So che s’è fuso il mio lettore Blu-ray. Ma io non mi fido di nessun tecnico del computer e provvederò da me anche a riparare la scheda madre della mia natura informatica? No, informata di e da me stesso riformato? No, in smagliante forma lontana da ogni stolta retorica, remota da ogni demagogia bigotta.

È uscito il nuovo Mereghetti. Voglio comprarlo per arricchire nuovamente quest’uomo che ha l’ardire di assegnare pochissime stellette agli ultimi film di Tarantino. Molti cinefili vorrebbero che Paolo all’inferno, infinitamente, possa ardere infelice, imperituramente.

Io gli sono invece clemente poiché Paolo reputa The Irishman un film paradisiaco.

Anche se, soventemente, nel suo vademecum non si adatta tutt’ora al linguaggio giovanile corrente e, nei riguardi di film, da lui reputati indegni ingiustamente, non apporta alcun aggiornamento.

Lasciandosi ancora andare senilmente a commenti piuttosto ipocriti e fetenti nei riguardi di ex belle donne arrapanti.

Per esempio, nei confronti di un film imprescindibile nella formazione “culturale” di ogni bolognese d’origine controllata, ovvero l’impareggiabile, come no, Acapulco… prima spiaggia a sinistra, Mereghetti scrive testualmente… qualche fremito per le forme prosperose di Serena Grandi…

A parte il fatto che della Grandi non si vede niente, semmai la s’intravede… soltanto di cammeo molto velato…

Perdoniamo quest’uomo che, spesso e volentieri, molti falli commette, altresì chiamati refusi. Quest’uomo che continua a stroncare a tamburo battente Sergio Leone e lascia intendere che forse fu lui lo spettatore bonariamente dileggiato da Andrea Roncato nel cinemino… ci diamo nel martellino?

Che gl… de, no, che grande Sergio Martino.

Un uomo, potrei dire, transgender del Cinema di genere. Sì, un regista mutevole che sperimentò tutti i generi, girando film epocali per una generazione degenerata, film coraggiosi e avanguardistici come Giovannona Coscialunga disonorata con onore. Reinventando anche il poliziesco, anzi, il “poliziottesco” con Luc Merenda.

Consegnando a Lino Banfi ruoli più consoni alla sua “alta statura”… che attore, Lino, di levatura. Basso di altezza ma di godibile grandezza.

Sì, emancipatosi dalle commedie sexy all’italiana, scollacciate e boccaccesche, sboccate con Alvaro Vitali, glorificato da Martino in film nobilmente divertenti e non troppo sporcaccioni come Cornetti alla crema. Eh sì, miei cornuti, altro che Stanley Kubrick. Quest’ultimo, un cineasta che girava solo attorno ai soliti, pedanti temi. Un misantropo incurabile e un fanatico della forma insopportabile, forse solo delle forme di Nicole Kidman.

Sì, Stanley era solamente un esaltato, un frustrato, uno sfigato, un misogino arrapato. Dobbiamo rivitalizzare il Cinema verace anche di Ciro Ippolito, sì, evviva Arrapaho.

Mamma mia e Maremma maiala, quanto sono provocante. No, provocatorio. Forse, non mi eleggeranno a Palazzo Montecitorio. Sì, perché sono più “pazzo” di Klaus Kinski, ex storico di Debora Caprioglio. Una che, per dirla alla Roncato, secondo me va cotta non solo con del piccante olio poiché è ancora più burina, no, burrosa di Maria Schneider di Ultimo tanga, no, di Ultimo tango…

Siamo sinceri, siamo James Franco, no, franchi, sì, Franco Franchi di… a Zagarol. Sì, per molto tempo fui sottovalutato e considerato meno dotato… alla pari di Martino, cioè fui giudicato un cretino, un povero bambino. Io so solo che Spiando Marina non è del tutto da buttare nel cestino.

Sì, aspettiamo il 4 Dicembre, quattro giorni prima dell’Immacolata, per volare ancora alti, per rielevarci alla Grandi, no, alla grande. Poiché, come insegnò il Pasolini, siamo uomini liberi, dunque evviva Uccellacci e uccellini.

Se non capite la mia ironia, sfigurerete, rimedierete ignobili figuracce ed è dunque meglio che torniate a scuola come Pierino. Dinanzi a me, detta come va detta, fate tutti la figura dei disgraziati “fighettini”.

Così come dicono a Bologna, patria delle lasagne e dei tortellini, ah sì, miei uomini Fini… e amanti di donne che non sanno nuotare neppure a Rana… siete proprio una brodaglia infima e meschina. Non voglio appartenere alla vostra farisea risma, voglio conservare naturale il mio “pregiato” istinto, il mio devastante carisma. Non so se sono/sia carino, so solo che gatto Silvestro voleva papparsi Titti il canarino…

E che Lupo Ezechiele non fu in verità odiato dai tre porcellini, bensì amato alla follia in quanto uomo vero più di Wolfman.

Sì, non dovete giudicare da pervertiti, basandovi su imposizioni e retrograde supposizioni del tutto passatiste da fascistoni col piccolissimo cervellino da cog… ni.

Ci vuole un uomo, in questa società, dai grandi “marroni” come il mitico Margheritoni…

Non comprendo perché Mereghetti nutra da qualche tempo una stupida idiosincrasia per Quentin Tarantino.

Il grande Cinema non è solo The Irishman con Pacino.

Forse, va detto il vero. Bisogna essere obiettivi. Non sono e non siete Brad Pitt ma Leonardo DiCaprio non è un granché.
Gli preferisco ancora De Niro.
E, su questa battuta cinica alla Roman Polanski di annata, vi auguro che possiate incontrare, lungo la strada, la vostra Sharon Tate.
Dobbiamo tutti vivere ancora nuove estati.

Sì, sono demente come Mark Hamill, non lo sapevate?

Ne siete disgustati? Ah sì, allora andate a coltivare le cicorie e le patate.
Da me, alla prossima porcata, riceverete solo palate. Sono stanco delle ragazzine come Margaret Qualley e delle bambinate.

Sono Cliff Booth? No, Sylvester Stallone.
E, su questo cliffhanger, vi lascio alla prossima.
Godetevi la suspense, per ora ci fermiamo qui.
Sì, non dovete tenermi (in)fermo.

Sono più calmo di voi. Sono anche più caldo. Ah ah.acapulco roncato

 

di Stefano Falotico

La società è cambiata, l’eugenetica purtroppo ha vinto ma io sono un JOKER e canto le nostalgie di THE IRISHMAN


10 Dec

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Avevo ragione io, ah ah.

I film più belli dell’anno sono JokerThe Irishman e Richard Jewell.

Quest’ultimo non è ancora uscito qui da noi ma io adoro Clint Eastwood.

Anzi, lo ritengo purtroppo il più grande regista vivente, perfino superiore a Scorsese. Dico purtroppo perché non so quanti film potrà ancora girare.

Intanto, Kirk Douglas compié 103 anni. Alla faccia del cazzo. Compì, compié, compiette, vanno tutti e tre bene, miei analfabeti. Invece, non vedo bene quella coppietta lì. Lui è un cesso, lei è una merda. Forse però, a ben pensarci, sono una bella cagata sciolta. Ah ah.

De Niro è stato escluso dai Golden Globe ma saranno annunciate, nelle prossime ore, le nomination agli Screen Actors Guild. Credo che, se entrerà in queste candidature, sarà quasi certamente nella cinquina per gli Academy Awards.

Adesso, gli allibratori danno pure Adam Driver per favorito. Per favore! Date l’Oscar a Gioacchino e levatemi questo Dumbo davanti.

Sì, Adam Driver è un bravo attore. Talmente bravo che non mi dice nulla. Sembra la brutta copia di Dustin Hoffman. Poi, non so perché, mi pare uno di quei tizi che si sposano e mangiano lo yogurt. Non li sopporto.

Oggi, ho dato il visto si stampi alla mia ristampa del libro Dopo la morte. Sì, alcune righe non erano giustificate ma io, essendo certosino, più perfezionista di Stanley Kubrick, ho preteso la riedizione corretta.

Nel frattempo, col mio correttore di bozze, sto terminando l’editing del prossimo romanzo.

Oggi, per Daruma View Cinema, ho scritto la recensione di Cliffhanger. Presto sarà online.

Ballonzolo in questa mia vita tanto strana.

Correggo i testi dei miei amici ma non sono laureato. Né voglio esserlo.

Pensate a Leonardo Pieraccioni, appunto, de I laureati. Pigliatevi la Cucinotta e la cucina più amata dagli italiani, la Scavolini. Con Lorella Cuccarini e le vostre battute su Fantozzi.

L’università, cazzo, mi dà il voltastomaco quel posto di professorini barbosi. Un bel personaggio, eh sì, sono. Avrei voluto essere altro ma le cose andarono così. Mi arrangio e vi garantisco che non è il massimo. Anzi lo è. Poiché vivo come voglio, alla faccia degli invidiosi.

Sì, possono offendermi a raffica. Sono Keanu Reeves di Matrix. Anche Bud Spencer. Uno offende e si prende tre pugni. Mi urla che sono una pugnetta e poi getta la spugnetta.

Ma posso spingere ancora di più.

Oh, non so voi, sì, è un film infantile ma io, alla fine di Over the Top, piango sempre.

Sì, sono meno dotato. Infatti, purtroppo, sono un genio.

La psichiatria degli “idioti”, dei nani piccolo-borghesi non mi aveva dato una sola possibilità di vincere.

Questi cattolici falsi e dunque moralisti, ipocriti e farabutti, burini infami, parlano di redenzione. Quale?

Della madre? Sì, andasse al teatrino, suvvia, donnetta da parrocchia. Pure parruccona.

Sognava di essere la diva di Hollywood sulla collinetta famosa di Los Angeles quando non vide col binocolo neanche il suo seno piattissimo più della Terra prima dell’avvento di Cristoforo Colombo. Che poi… pure questa su Colombo è una bufala.

Colombo, pur di scoparsi Sigourney Weaver di 1492 – La conquista del paradiso, dovette attraverso l’oceano con le caravelle. Bastava che le offrisse due caramelle. Quella Weaver è una donna da Gorilla nella nebbia, una donna che non s’è mai più ripresa da Alien.

Infatti, Ridley Scott, consapevole di averle rovinato la psiche con l’invenzione del suo mostriciattolo, la ficcò in altri film.

Il ruolo cult par excellence di Sigourney è in Red Lights. In questo film, vuole smascherare il finto “invalido” Bob De Niro. È più “cieca” di lui, visto che… non è De Niro il sensitivo, bensì Cillian Murphy, quello che doveva essere il suo apprendista. So io cosa doveva prendere la nostra Weaver. Eh già.

Dove si laureò questa qui? Sì, classica donna che sosteneva di “vedere oltre”. Talmente oltre che poteva scoparsi sia Cillian Murphy, per riprovare sensazioni giovanili, che Bob De Niro per imparare a recitare ma il suo sesso fu “Ghostbuster”.

Luci rosse… ma de che?

Ha spezzato il braccio a tutti, confutando tutte le teorie di Freud e Jung. Ho pure spezzato il pane, dandolo ai miei discepoli. Ruppi pure il mio pene, dandolo a una che voleva invece solo un uomo che le portasse a casa il pane. Dovetti pagarle pure il vino.

Un campione vero. Sì, sono sempre stato molto amato, sono stato io a mandare a fanculo tutti. Dopo tre minuti, mi viene il latte alle ginocchia. Le donne, guardandomi, si bagnano e allora offro loro dei fazzoletti, porgendo a esse questa frase poco gentile ma veritiera:

– Succede di prenderlo in culo. Non ne fate una tragedia. Troverete uno che vi sposerà perché si sente in colpa a stare da solo. Sì, un uomo-donna.

 

Le donne, se non hanno figli dopo i trentacinque anni, pensano di essere malate non solo lì. Anche nel cervello. Allora, o vanno dallo psichiatra oppure fanno loro stesse le psicologhe. Cioè, dicono ai pazienti di amare la vita quando nessuno invece le ha amate come dio comanda. Sì, Dio è un porco, si sa.

Allora trovano un uomo che le porti ai concerti di Claudio Baglioni. E, fra una canzonetta melensa e un po’ di marmellata, ecco che nasce la frittata.

Cioè il figlio. Un disgraziato. Con una madre amante di Baglioni e un padre rincoglionito da una che lo fotté così, la vedo molto dura per questo futuro drogato.

Insomma, più che Joaquin Phoenix di Joker, sono The Master.

Ah ah. Lo so, sono antipatico. Non pretendo che possa io abbassarmi a voi.

Poveretti. Vediamo un po’, invece, che film possiamo scaricarci, stanotte, con una bella pornoattrice.

Ah, capisco, non c’è una grande disponibilità. Vogliono tutte, oggigiorno, andare in parlamento. Ah ah.master phoenix

 

di Stefano Falotico

TOP TEN Sylvester Stallone


28 Nov

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Ebbene, non so se avete visto il filmato nuovo di zecca inserito da Stallone su Instagram. Ove, accanto a un falò, annuncia malinconicamente e allo stesso tempo grandiosamente di aver abbandonato per sempre i panni di quel personaggio iconico oramai entrato, volenti o nolenti, nell’immaginario collettivo, il Balboa, Rocky Balboa. Il pugile fallito di Philadelphia, un underground mai visto, uno che non sa che farsene delle lauree alla Bocconi e ha scelto la strada della strada, eh sì, forse giocoforza, perché le esigenze della vita l’hanno costretto a un certo tipo di percorso più duro ma più umanamente vero.

Uno a cui piove un miracolo dal cielo e viene scelto, pescato, come sfidante del campione in carica dei pesi massimi, Apollo Creed. Contro ogni sfavorevole e forse realistico, pronostico, lui non vince l’incontro, lo perde ai punti ma resiste e non va al tappeto, arrivando alla fine dell’ultima ripresa.

Insomma, un uomo vinto dalla vita ancora una volta sconfitto ma che, a suo modo, è anche un grande vincente. Perché ha resistito con enorme coraggio, non si è mai arreso, non ha gettato la spugna, è il caso di dirlo, e alla fine ha trovato anche il suo immenso amore, Adriana.

Rocky vinse l’Oscar come Miglior Film, un po’ immeritatamente perché Taxi Driver, anch’esso in gara quell’anno, era il film che doveva oggettivamente vincere. Ma il suo successo fu talmente clamoroso che perfino l’Academy, quasi sempre molto “borghese” e sussiegosa, ne rimase contagiata e decise, appunto, di decretarlo vincitore assoluto.

E anche Sly andò vicinissimo alla statuetta. Ma perse. L’Oscar come Miglior Attore andò a Peter Finch di Quinto potere, Oscar assegnatogli postumo. Anche in questo caso si trattò di una svista. L’Oscar a Finch fu dato proprio per omaggiare la sua morte. L’avrebbe dovuto vincere Bob De Niro.

Come tutti sanno, Rocky generò tutta una serie di seguiti, più o meno riusciti, e tutti i sequel ottennero lo stesso immane apprezzamento da parte del pubblico.

Quindi, è venuto lo spinoff Creed e consequenzialmente, a sua volta, il seguito. Mah.

Ecco, se vediamo Stallone in questo succitato video su Instagram e non sapessimo che fosse Stallone, penseremmo: ma chi è questo contadino-mugnaio che si muove come un agricoltore diretto, sbraccia e veste come un barbone?

Eh no, Sly è un miliardario, i soldi gli escono perfino dalle orecchie perché, nonostante per sua stessa ammissione (e tanto di cappello per l’umiltà), sappia benissimo che non sa recitare Shakespeare e non possa rivaleggiare affatto con attori espressivamente più dotati, Stallone è rimasto sempre testardamente, ai limiti dell’idiozia geniale, sé stesso.

Dunque, quali sono le sue dieci migliori performance in assoluto?

Ora, è luogo comune dire che Stallone sia l’antitesi-nemesi di Woody Allen. Tanto lui è muscoloso, rozzo, spontaneo, ruspante, uno che non va tanto per il sottile, tanto Allen è il campione psicanalitico dei dubbi della coscienza, uno che perennemente, anche ora che ha più di ottant’anni, s’interroga intellettualmente sull’uomo in quanto uomo. Con tutte le sue debolezze, paure, ritrosie, con le sue amabili follie.

Stallone è decisamente più cazzone, diciamolo. Ma il fatto curioso è che ha esordito al Cinema proprio in un film di Woody Allen. Incredibile, vero? Il dittatore dello stato libero di Bananas.

Ecco, torniamo alle sue dieci prove migliori.

Assodato che Rocky sia imprescindibile, vediamo quali sono le altre nove.

Direi di piazzare ovviamente Rambo, altro suo personaggio indimenticabile. Con tanto di sequel.

Dopo di che, I falchi della notte e Fuga per la vittoria. Cosa? Stallone in un film di John Huston? Sì, fa il portiere di calcio, non è che gli fosse stato richiesto di essere Jack Nicholson de L’onore dei Prizzi.

Anche se poi fu Oscar, il fidanzato per due figlie con Ornella Muti (!). Ma questo non lo inseriamo.

Perciò, Cop Land. Rocky Balboa, non il primo, l’ultimo. Ci piazzerei anche Cliffhanger. No no, non recita male, per niente. Sorvegliato speciale e Over the Top.

E per finire Jimmy Bobo.


MV5BMzM4Mzk4OTAyM15BMl5BanBnXkFtZTgwODI3NzY3NjM@._V1_SX1500_CR0,0,1500,999_AL_ di Stefano Falotico  

Batman nella “polvere”, sì, di chi l’incenerirà “vivi” nell'”accendin-fuochino”


22 Jul

 

Un brucior di stomaco da curar nelle “collegiali” oscenità di ragazzetti “opachi” accalderà la Notte, in risorgenza di “orzate” alla loro pelle e di sorsate rinfrescanti a “disossarli” bruciandoli

Sì, con scrupolosità studiata nei minimi dettagli, da anni sto prendendo d’assedio una famiglia di sciocchini, soprattutto sciroccati, la cui “carne” pregiata si “fregia” di sfregi al prossimo.

Sì, eleveremo un monumeto in loro “onore” con un “memoriale” ai poster(i):”In tal cimitero, ove le cornacchie patiscon da morte di fame, giace l’ambizion sedata d’un nucleo atomicamente sputato in faccia alle loro idiozie. Conservatrici di ligi disvalori che perseverarono delegittimando le proprietà private delle anime altrui, fluiranno in ascensioni infernali ove il Diavolo, quasi quanto me, saccheggerà le loro frivolezze infornandoli come le frittelle che deglutivan di crema pasticciera. Ancor, sentitissime condoglianze dall’umanità intera che, grazie alla mia sfera di cristallo e al veggente dono mio innato, ne espugnò, di sacra vendetta, ogni demenza al fin d’indirizzarli nel posto consono ai loro suoni, i rumori scricchiolanti, piccantissimi delle fiamme eterne”.

Sì, li avvertii ma ancor “spronan”, troioni, alla ripicca, affiliandosi a una radio bolognese che ne “regge” i meschin giochetti, con segnalazioni alle “saluti mentali” perché si senton “minacciati” nelle incolumità.

Be’, han le idee confuse. Mesi fa, con “simpatico” sdegno ai loro ripugnanti attacchi “istituzionalizzati” e “protetti” da una legge filistea che s’appellò, “scappellandoselo” di bave e brodini corruschi quanto il “rusco” di tangenti e “toccatine e fighe”, a una “psichiatria” che appurasse i miei del tutto presunti, “pericolosi” squilibri neuronali, tali infanti, con protervia assassina, tentaron di perpetrar altra violenza gratuita alla mia libertà di Uomo nato da nostro Signor che, di tutta ri(s)ma, li ha già “pizzicati” di “capital peccatuccio” per schiaffarli nel manicomio dei folli dell’aldilà, cioè nel Giron dantesco dei tiranni, predoni e ladroni che se “lo” tiran da padroni di “patria potestà” per colpi alla mia testa che, come potete constatare, n’è illesa a disilluderli dai loro raggiri dalle loro suggestioni e dalle loro “ustioni” da testoni di “testicoli”.

Consigliamo a tal “radio libera” di continuar a praticar orge nei loro ufficcetti coi cappuccini e le “suorine”, altrimenti il “Gabinetto del mio governo”, li detronizzerà dal laro lavoretto, con una denunciona a lavorarli per le feste.

Con “distinti saluti”, consigliam a tal letame di raffinarsi un po’ e di comprare, prossimamentissimo, la mia imminente, nuova opera letteraria.
Lettura da pulizia etnica che li “disorienterà” dal porcile delle loro zoccole, compresa la bagascia dell’unica loro madre, “donna” che li ha partoriti tutti da s(c)emi diversi.

Ricordate: quando un idiota vi disturba, lo ammazzo io.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. Whore – Puttana (1991)
  3.  Heat La sfida (1995)
  4.  Rambo (1982)
  5.  I falchi della notte (1980)
  6. Cobra (1986)
  7.  Cliffhanger (1993)

Genius-Pop

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