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Secondo voi, Woody Allen altri non è che JOKER a Manhattan anziché a Gotham City?


26 Jan

irrational man allen phoenix

IRRATIONAL MAN: tutto quello che avreste voluto sapere sulla mia coscienza da Sartre ma avete sempre osato con supponenza e crudeltà chiedere, eccome, poiché vi dispiaceva che non mi piacessero le sarte e le finte san(t)e

 

Sì, Irrational Man è un film bellissimo. Che profuma di leggiadra levità, un film però cupissimo, pessimistico ma al contempo ottimista, aperto a squarci di aperta euforia e contagiosa ilarità dopo tanta, apparentemente imperitura, troppo dura, insalvabile, orrenda infelicità e melanconica oscurità senza speranza e possibilità di cura.

Un film scuro.

Al min. 51, vi è però una scena stupenda e radiosa. Emma Stone e Joaquin Phoenix, recitando forse perfino meglio di Helen Hunt e di Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato nel pezzo del complimento migliore, sono seduti, tête-à-tête, a lume di candela in un caldo ristorante accogliente…

– Mi piace che ordini per me – dice lei, sorpresa e piacevolmente imbarazzata.

– Salute.

– Salute.

– Mi sento in forma stasera. Rilassato, felice.

– Dopo tutto, stiamo festeggiando, no? Anche se è un po’ macabro festeggiare la morte di qualcuno.

– Certo che la vita è ironica, no? Cioè, un giorno, una persona è impantanata in complicati, irrisolvibili problemi. Il mondo sembra buio, i problemi preponderanti e poi, in un batter d’occhio, le nuvole nere si aprono e torni a godere una vita normale. È stupefacente. A volte basta una piccola cosa.

– Tipo un attacco di cuore, eh eh.

– Oppure, non so, vincere alla lotteria.

– Già, uhm. Io sto festeggiando per la seconda volta in tre giorni.

 

In questo meraviglioso film, come detto, assai leggero e non pedantemente troppo lezioso e serioso, drammaticamente o esageratamente derivativo di Bergman, Woody Allen, malgrado nello scrivere qualche dialogo possa esservi apparso banale o addirittura facilone ed edulcorato, ha saputo dimostrare una sapienza e una capacità di sdrammatizzare perfino sé stesso che da lui, uomo autoreferenziale e palloso, non mi sarei mai aspettato. Insomma, m’ha stupito e lasciato allibito. Come si suol dire, senza parole. Per la sua magistrale, delicatissima mescolanza di tetraggine e al contempo di giocosa, innocua fanfaronaggine, per la lodevolissima capacità di essere riuscito a coniugare una vita malinconicamente tristissima come quella di Abe Lucas/Joaquin Phoenix, come sempre sostanzialmente il suo alter ego riflesso sullo schermo, a una vicenda lugubre quasi da Misterioso omicidio a Manhattan. Senza però ammorbarci con discorsi eccessivamente filosofici sul senso (in)significante della vita nonostante il protagonista di questa pellicola sia, paradossalmente, neanche a farlo apposta, un filosofo esistenzialista.

Abe Lucas, non riuscendo a uscire dal suo stato d’impasse, anziché ascoltare Lucio Battisti ed emozionarsi pateticamente con la ruffiana La Canzone del sole, per sentirsi vivo, pensate un po’, commette un perfido omicidio al fine, non machiavellico, di riappropriarsi, attraverso un gesto emozionalmente immorale, della sua perduta umanità. Da tempo immemorabile, insoluta come un assassinio irrisolto.

In poche parole, sopprime una vita umana per ritrovare l’essenza del suo io senziente. Poiché era lui quello morto dentro.

Assurdo, no? Stanco e stracolmo, oh, è il colmo, di nausea, memore della lezione sull’inferno degli altri dello stesso Jean-Paul Sartre, radicalmente, in linea con la rigorosità del suo nichilismo romantico, dunque superomistico, nietzschiano e kantiano, compie un Delitto perfetto alla Alfred Hitchcock.

Cioè, dopo essersi smarrito nelle tenebre, ecco che vuole essere pure la versione maschile di Kim Novak de La donna che visse due volte.

Forse, come Arthur Fleck/Joker, desidera utopisticamente rinascere in modo folle da vera araba fenice o probabilmente da Cervo a primavera alla Riccardo Cocciante.

Cantando alla sua bella… se stiamo insieme ci sarà un perché e vorrei riscoprirlo stasera.

Nello stesso anno in cui Cocciante, per l’appunto, con Se stiamo insieme vinse il Festival di Sanremo, Renato Zero arrivò secondo con Spalle al muro.

Vecchio, sì…

L’anno dopo, Luca Barbarossa invece trionfò con Portami a ballare.

Credo che sia così. Forse, dovrei controllare le esatte annate su Wikipedia ma stasera non ho voglia.

Quindi, donna, lasciami votare e pensare alle elezioni. Domani, penseremo all’erezione.

Ma questa canzone non era dedicata alla sua donna o alla sua compagna, bensì a sua madre. Nessun complesso di Edipo da Woody Allen. Eh no.

Una canzone dolce, melodiosa, commovente.

In cui il figlio chiede a sua madre chi era. E, come Valerio Mastandrea de La prima cosa bella, balla con Stefania Sandrelli che, da giovane, era un po’ zoccola alla Micaela Ramazzotti. O forse ascoltava solo Eros… con Terra promessa. Un’imitazione nostrana della filosofia Promised Land di Bruce Springsteen?

No, non fatemi la morale. Fui irrazionale ma non si può dire che non sia ancora geniale.

Per tantissimi anni, fui tormentato dalla solita estenuante, oppressiva domanda asfissiante. Ovvero:

ma perché se sei tanto in gamba, non hai amici tuoi? Perché rompi le scatole?

Curati dalla fobia sociale. Affronta la realtà. Idiota!

 

Rimasi scioccato da quello che sentii sul mio conto. Dico, scherziamo? No, dai, devo aver sognato. Avevano confuso un esistenzialista lontano dalle frivolezze di adolescenti stolti e storpi per un malato di mente.

Incredibile!

La gente è brava a spettegolare e a giudicare i giovani ancora prima che possano evolversi e compiere in forma autonoma. Prima, vale a dire, che possano autodeterminarsi. In maniera spregiudicatamente, scandalosamente arbitraria, la gente decide a priori di diagnosticarti e inquadrarti, forse anche internarti.

Come se ci trovassimo in Minority Report. Cioè, se avverte che qualche cosa di te non sia allineata ai principi vetusti d’una falsa giustezza biecamente istituzionale, per meglio dire precostituita, si comporta come il figlio di puttana di Delitto e castigo. Citato, fra l’altro, in Irrational Man.

Le offese che vi vomiteranno addosso in modo morboso, inquisitorio, capzioso e ipocrita saranno le stesse:

– Non hai in un briciolo di dignità per te stesso, sfigato? Pagliaccio! Salutami il tuo amico, il ragioniere Filini. La sera, vai a mangiare da Gigi il troione? Ah ah ah.

 

Sì, l’Italia è un Paese che parla di valori e che giudica le persone sul reddito pro capite e sulla base d’una poco iniqua visione di cittadinanza completamente regolata dagli abusivi appalti edili di un’ingegneria poco costruttiva che non sta eticamente in piedi.

Meglio allora l’isolazionismo pop e il costruttivismo russo. Voi, eh sì, russate, datevi alle risse, eccitatevi per una rossa e andate a scolarvi un’altra bionda.

Come nel magnifico L’ufficiale e la spia, a qualcuno non tornarono i conti…

E mi pare sacrosanto che costui volle approfonditamente indagare.

Chiedetemi quello che volete. Io non mentii mai, furono gli altri ad allestire un delirio per mascherare il loro mostruoso crimine.

Cioè non vollero che una persona vivesse una vita normale, anzi, superiore alla media e ai dettami delle squallide scuole superiori, perché la mia libertà assoluta arrecava fastidio. Sì, su questo punto di rottura, soprattutto dei vostri coglioni, sono intransigente e assolutista. No, ma quale assoluzione!

Un’oscenità mai vista.

Come infatti sostiene Abe Lucas/Joaquin Phoenix, che ve ne fate di tutte le parole forbite da letterati imbattibili se non sapete, a mio avviso, non solo capire Woody Allen, poiché lo adattate solo alle vostre frustrazioni quotidiane, ma soprattutto siete indifferenti e non entrate in empatia col prossimo vostro?

Sì, tu donna, vai a messa e, mi raccomando, il giorno dopo rifallo.

Inoltre, non abbisogno di lauree e cattedre per essere uno degli scrittori più esaltanti di sempre.

Esaltati/o? Macché, l’unica in padella saltata, anche per du’ mosce palle, è tua sorella appena conosce il primo guercio che, se gli passa venti Euro su PayPal, gliela dà pure senza ricevuta. Insomma, offerta e grattata quasi gratis senza lo scontrino. Eppur timbrata e bollata come sgualdrina da tutto il quartiere dei cazzoni.

Poveri bimbi!

Siamo stufi, nauseati dalla retorica e dai tanti discorsi (s)fatti di buonismo insincero.

La vita non è un trattato di Kierkeegard.

Be’, l’italia è un po’ così. Non lo sapevate che sono tutti poeti, santi e navigatori? Moralmente impeccabili e nobilissimi?

Ma se non ti uniformi al loro pensiero fascista, faranno di tutto per sbattervi in manicomio?

Oh, se non lo sapevate, ve lo dico io.

E posso darvi la lezione, non universitaria, bensì veritiera più indistruttibile di tutti i tempi.

Sì, la mia vita ora assomiglia al finale di Rocky II.

Apollo Creed non sopporta quel babbeo di Rocky Balboa. E lo sfida.

Rimediando la figura del pollo.

Perché Rocky è sempre stato più forte.

È anche molto più bravo e, non per essere razzista come Salvini, non è per niente un emarginato senza palle e coglioncello, è oggettivamente assai bello che lega molto con le persone adatte.

Insomma, spinge di più.

Se poi volete continuare a spacciarlo per pazzo, fate pure.

Non è che però mi farete la fine di Tommy Gunn?

Sì, mi pare giunta l’ora che qualcuno confessi la verità e sputi il rospo, rivelandosi per il verme che fu ed è:

– Sì, ero invidioso a morte e desiderai che venisse punito per essere migliore di me.

 

Bravo…

Ecco, finisco così…

In Italia, come se non bastasse questo troiaio dittatoriale, questo stato delle cos(c)e da pollaio, tutti vogliono essere intellettuali.

Se uno si azzarda a dire che C’era una volta a… Hollywood è un film per rincoglioniti, ti urlano che devi mangiarti due salsicce e non perdere tempo col Cinema. Dedicandoti semmai alla De Filippi.

Chiariamoci. Questi sono dei salami. Innanzitutto, la salsiccia piace a tutti, soprattutto alle donne.

E poi che c’entra avere un’opinione diversa in merito a un film con l’edonismo carnale?

No, fatemi capire perché, ribadisco, questa forma mentis è preoccupante, è anzi all’origine di ogni divisione fra classi.

Il film di Tarantino (e dire che io vado matto per Tarantino, cazzo, ho detto che botta, cazzo, quando vidi per la prima volta Pulp Fiction) è merda.

Steve McQueen, sì, era una donnaiolo. Ma anche un attore straordinario.

Tarantino lo usa a mo’ di macchietta. Sembra soltanto un bavoso che vuole stuprare Sharon Tate/Margot Robbie. Bruce Lee è ridotto a demente e il tutto puzza, appunto, di nostalgico passatismo per gente che, oramai, ama le elegie malinconiche poiché non ha una vita per cui combattere.

Hanno il lavoretto, lo stipendio a fine mese, una moglie rompiballe che qualche volta accontentano, non so però se soddisfino, quindi possono cazzeggiare a magnificare le (non) tragedie altrui.

Semmai, votano pure Salvini perché non vogliono confrontarsi con culture diverse. Bensì, ostinatamente ottusi, adorano fermarsi nelle loro certezze da psicopatici.

Lasciamoli affogare nel fango e nel liquame.

Non vorrei però che, presto, Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti bussi alla loro porta.

Chiedendo loro, i Buffalo Bill di turno, come mai se sono così appagati, cazzo, amano però tormentare di cyberbullismo e incitazioni al suicidio le vite degli altri?

No, in effetti i conti non tornano. Che dite?

Sono personaggi indisponenti, dispotici, autoritari e verbalmente violenti. E, più che a Buffalo Bill, il quale era sinceramente solo un povero disgraziato che non sapeva che stesse facendo, nemmeno il suo, ah ah, assomigliano a Russ Bufalino/Pesci di The Irishman. Pesci dice… è quello che è e il pirla Frank Sheeran/De Niro obbedisce e ammazza il suo miglior amico.

Sì, certe persone sono così. Capito? Loro vogliono decidere il destino dell’altro. Invece, mi sa proprio che con me i giochetti se li possono ficcare in quel posto.

Se hanno qualcosa da obiettare e in contrario, li facciamo crescere, finalmente.

Ecco, a differenza di Abe Lucas, no, non posseggo la facoltà e la volontà immorale di ammazzare qualcuno. Malgrado anche io abbia letto, appunto, quasi tutto sulle teorie sul super uomo e altre cazzate varie.
Abe è un matto. Quando la sua donna scopre che è stato lui ad assassinare quel tizio, lui cerca di strangolarla.
Cadendo dalla rampa dell’ascensore del suo inferno.

Molta gente, invece, quando viene scoperta, scappa e semmai ti grida pure che sei come Abe Lucas e non sai scopare.

Una visione davvero comoda e sbrigativa, oserei dire squallida e terrificante.

Veramente agghiacciante. Sarebbe così semplice ammettere le proprie mostruosità.

Guardarsi allo specchio e, senza paura di essere incriminati, riconoscere di essere in effetti dei criminali.

Altro che fighi e uomini superiori.

Sembrano pure Elia Kazan. Certo, regista immenso, regista di Fronte del porto e de La valle dell’Eden.

Peccato che forse aveva ragione Nick Nolte a non applaudirlo all’Oscar alla carriera.

Sì, Elia, sarai stato anche un artista elevato ma avevi messo in lista nera tanta gente che non ti aveva fatto niente.

Sì, Elia Kazan non merita, nemmeno da morto, il mio rispetto.

No, assolutamente. I suoi titoli se li può mettere a brodo.

E questo è quanto.

Insomma, sono veramente fuori di testa come Leo DiCaprio di The Wolf of Wall Street? No, non credo. Tornando a Margot Robbie. Continuo a credere che sia soltanto una fighetta viziata e capricciosa per masturbazioni in diretta alla Jonah Hill.

Jordan Belfort dice non me ne vado.

Io dico, no, non mollo. Andiamo avanti. E, soprattutto, curatevi!

Sì. Sono abbastanza radicale e impietoso. Essere uomini non significa coprirsi dietro una maschera sociale ed esibire le proprie troie a mo’ di trofeo. Non significa prostituirsi ai dettami della società di massa, mercificare la propria anima per avere attorno a sé dei babbei che ti lecchino. E non significa recitare la parte dei buoni per ricevere l’applauso. Questo significa essere idioti. E l’impiegato frustrato lo va a fare la loro sorella. A costo di morire di fame, io sono uno scrittore. Ah, a ogni idiota chiedo anche di non mandarmi su WhatsApp le foto dei maiali. Perché l’unico maiale è lui.

Se si azzardasse un’altra volta a proibirmi di guardare una Emma Stone o anche la Sharon Stone dei bei tempi, gli prendo le palle e gliele strappo. Pervertito che non è altro.

Se non gli piace, gli diamo le medicine e lo castriamo.

Ora, essendo scrittore, si presuppone che qualche libro, oltre ai miei, io abbia letto. No?

Mica son stato sempre, in stato comatoso e vegetativo, a letto, scusate…

Ora, io ho letto, ah, che diletto, altro che Leotta Diletta, altra Margot Robbie del cazzo, molte biografie su Woody Allen.

Non è laureato. Trascorse quasi tutta l’adolescenza rinnegato dagli altri. Preso di mira per via del suo carattere schivo e della sua fisicità un po’ sgraziata.

Al che, Allen pensò questo…

Cazzo, non gliela posso fare a tirarmela… L’ho detto io? Ah, ma certo: non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente!

Qui, si aprono poche porte e soprattutto poche gambe. Devo fare dunque quella, no, quello in gamba.

Non debbo dare in escandescenza come Arthur Fleck, bensì adottare una strategia superomistica, buttandola sul demenziale con picchi profondi di sdrammatizzazione quasi da Teatro greco d’una mia tragedia non velabile.

Bene, Hegel e Nietzsche mi terranno compagnia. Ma non ho intenzione di essere Adolf Hitler.

Visto che la normalità è oramai inattingibile, eh sì, che faccio, il ritorno di minestra riscaldata ai tempi del liceo, sposterò il punto di vista nei riguardi della realtà.

Sì, sì, sì. Quel discotecaro lì, eh no, non è per niente meglio di me. Mi pare invece un burino.

Ma quali amori al burro. Ah, si spaccia pure per Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi. Sì, vuole darla a bere a me? Lo dia a bere a lei che crede che lui sia davvero un poeta maledetto amante del grunge.

Quella lì invece, la quale muove tutto il suo rassodato culino per amori al budino, da me non avrà nessun caffettino.

No, che me ne faccio di fotterla? Capace poi che prima vorrà che glielo ficchi e poi desidererà confiscare la villa che guadagnerò a Manhattan con le mie sottili prese pel cul’.

Questa va solo sfanculata e sfottuta.

Sì, adesso mi metto a scrivere e dirigere storie ove prendo in giro me stesso ma anche il mondo intero.

Eh sì, da giovane volevo essere uno standup comedian.

Ma ai provini mi rifiutavano, malgrado le mie battute fossero migliori di quelle di Rupert Pupkin di Re per una notte, poiché non bucavo lo schermo e non avevo la faccia di uno che tante ne buca.

Sì, la gente ama i tipi cazzuti.

 

Ecco, c’è una piccolissima differenza fra Woody Allen e il sottoscritto. Lui era ed è oggettivamente un brutto uomo.

Io no… e qui sono cazzi veramente, ah ah.

Bravo…

 

di Stefano Falotico

Mister Freddezza: battute erotiche, oserei dire eroiche, di un uomo spesso bucolico, alcolico, più che altro daltonico


04 Feb
Emmanuelle Seigner

Emmanuelle Seigner

THE ICEMAN - DAY 6 - RAW (202).NEF

THE ICEMAN – DAY 6 – RAW (202).NEF

 

Sì, non so se avete visto il film The Iceman, la vera storia di Richard Kuklinski. Uno che non ha mai saputo chi fosse Chaikovski ma è stato incarnato da Michael Shannon su fotografia di Bobby Bukowski, che non è il famoso Charles ma ha diretto le luci e le inquadrature di questa storia incentrata su un uomo alquanto losco.

Kuklinski è stato uno dei serial killer più spietati della Storia. E, per molto tempo, ha sognato d’interpretarlo anche Mickey Rourke. Uomo però troppo “caldo” che va sempre a mignotte e dunque non ha mai potuto dedicarsi seriamente alla freddezza del personaggio.

Sì, m’immagino. Lui sul set, rifanno la scena perché il nostro Mickey, sbagliando tutto, dopo aver trucidato vittime inermi, involontariamente si è toccato le palle.

E il regista: – Ma no! Ma che cazzo! Hai rovinato tutta l’atmosfera!

The Iceman…  lo vidi al Festival di Venezia. Sì, è la vicenda di un povero cristo, buono come il pane che, pur di poter dar alla moglie Winona Ryder e ai figli la pagnotta quotidiana, si dà al crimine più efferato.

Insomma, una sorta di Delitto e castigo spietato.

Mi ha fatto pena e piangere questo film. Ma non è male. Anche se il suo regista, questo Ariel Vromen, dopo quella puttanata con Costner, è meglio che si dia ora al poker.

Detto questo, dopo averlo rivisto, ho pensato che anch’io sono un uomo freddo.

Sì, non esistono uomini più freddi me sulla faccia della Terra. Fidatevi.

L’altra sera, ad esempio, ero al bar e una passerona di un metro e novanta mi ha ammiccato con far abbastanza inequivocabile, al che ho chiesto alla cameriera se poteva raffreddarmi il cappuccino con qualcosa di fresco. Quindi, ho bevuto la schiuma e, su labbra sporche lattiginose, ho mirato la donna suddetta e le ho fatto capire che sono ancora un lattante e non abbisogno dei suoi capezzoli lattei da materna milf.

Sì, costei non era affascinante come Emmanuelle Seigner di Luna di fiele.

Sì, sono sfacciato.

Ad esempio, pochi minuti fa, su Instagram una ha inserito una foto di lei mezza discinta ai limiti del proibito.

Le ho scritto… ottimo, sguardo al limite del consentito, nudo legale che eppur attenta alle maschili incolumità innocenti e pudiche grazie a un’attenta tua immagine studiatamente piccante eppur non così volgarmente strafottente.

Sei una donna di gran classe. Pulitissima. Infatti, a forza di pulire le scale della cantina, ti sei data a un sorriso adesso smerigliato, lucidamente provocante, forse soltanto da zoccola aitante che se la tira da signora elegante. Torna a scopare ora il pavimento, forza.

Dunque, dopo questa mia sortita senza peli sulla lingua, lei mi ha scritto privatamente:

– Ehi, testa di cazzo. Come ti sei permesso? Ora ti faccio il culo!

– Sì, prima però vai a tirare lo sciacquone. Il bagno è ancora sporco. Forza.

Che volete farci?

Mi girano spesso i coglioni. Che sono tutti, tranne ovviamente me.

Io posso permettermi di bere infatti il caffè senza chiedere lo zucchero di troppo.

Non vi è una spiegazione logica a questo mio comportamento senza perché.

Fatto sta che così è.

Sono un uomo senza macchia, bianco come il latte, appunto, oggi Vergine in Capricorno, domani mucca in Toro, fra tre anni forse Sagittario in Saturno.

E statemi bene.

Capisco perché il mondo sia andato a puttane. Credete ancora agli oroscopi e le vedete col telescopio.

Di mio, uso spesso il microscopio. Sì, per osservare i vostri girini da uomo molto avanti che osserva a vita da un’altra Ottica. Infatti, l’Ottica Avanzi fa schifo.

Devo cambiare gli occhiali.

E su questa stronzata vi lascio.

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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