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Primo giorno d’estate, esame scritto di maturità, che grande sciocchezza, che tragico inganno alle coscienze giovanili


21 Jun
Pictured: Captain Jack Aubrey (RUSSELL CROWE).

Pictured: Captain Jack Aubrey (RUSSELL CROWE

Sì, non si può dire che io sia un ritardato. Nei giorni tranquilli di mia euforica baldanza, la mia mente, saggia e articolata come un leone nella savana, reattivissima agli stimoli, intelligente più di un pappagallo non drogato, ragiona di grandi e profondi pensieri e s’inerpica nelle vie, vivaddio, deliranti della prosa poetica, arrampicata com’è alla selvaticheria savia del mio an(s)imo vitale. E il mio corpo non è quello di un vecchio, di cui però comprendo le amarezze, né mi si può annettere ai “giovani”, perché essi mi paiono tanto incoscienti quanto così volgari, presuntuosi, “untori” e violenti nelle loro ideologie “scostumate”. Ma i miei ormoni, ancor pulsanti, non riescono a sganciarsi da pene…

Vedo giovani vecchi parlar di Cinema in modo pretestuoso, malamente ambizioso, e sfogliano soltanto enciclopedie di un sapere nozionistico che poco s’addice alla mia indole curiosa eppur sempre suscettibile di dubbi. Nelle perpetue incognite mi riverbero e ogni giorno mi “paio” ignorante, perché l’apprendere non ha mai fine e in questo salir-scendere non mi appendo alla ricerca di stabilità sia emotive sia cerebrali.

Ma, tornando alla maturità, cari Caproni, che significato hanno o possono avere gli “elaborati” sul lavoro nella società contemporanea e sulla robotica, se i giovani ancor non lavorano e credo non abbiano mai letto Asimov? Tutta una tremenda sconcezza, in cui i giovani pensano che, oggi “penando”, avranno un domani migliore. E zotici, insipienti questi insegnanti piccolo-borghesi che già li reprimono in burocratiche “adultità” dello scibile. Sì, che brutta stirpe, il cosiddetto “insegnante”. Che poi non si sa bene cosa insegni, cosa redarguisca, cosa premi, se non il perbenismo plebeo, la già rigida compostezza oserei dire “carabinieristica”, “pulizie” della mente al servigio dello Stato. Crescono e poi vanno in pensione, dopo una vita passata sui b(r)anchi, e si riciclano semmai attori di “teatro”, per patetiche, parrocchiali recite dei loro furono Mattia Pascal.

Allorché, prendo in mano la carta igienica e li pulisco da tanto cagare. Che stronz(at)e.

 

di Stefano Falotico

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