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Anno di grazia 2014


20 Jun

Ringrazio iddio di esser sempre viv(id)o e qui a voi i ringraziamenti, anche se non è il giorno del Ringraziamento, io sono l’estate sempre estatica, al sapor del fresco tè, rigenerato di marina danza da amante della vita tutta!

Ebbene, l’estate è cominciata (?). Si fa abissale, in riva al mare, la voglia di pomiciare. Già scorgo da squalo, dall’oblò della mia finestra sul cortile, queste donne irrequiete che, dopo le depressioni invernali che le fecero cader nel buio, (non) sentimentale oblio, comincian ora, dai raggi dorate, a spogliarsi squamate, sognando, nel girarrosto, degli amplessi “schizzanti” fra scogli sguazzandoseli e spaghetti con le vongole nella trattoria ove pagheranno l’oste affinché non spifferi, sbandierandoci come nel coperto scoprì queste finte “posate” per sputtanarle, che da buona forchetta fornicò le “formiche” di suo “alzabandiera” ai for(n)i da “bagnino” parttime che servì a codeste, ridestatesi e svestite nello “spogliatoio” della cucina “dolce”, la sua “crema” asciugante, detergente-ergendolo, e ci riferì, in confidenza, senza scont(r)ini, quanto sono, avendole indubbiamente assaggiate di “retrobottega” affumicante, giustamente troie da pizze in faccia più aggiunta di olive e olio piccante. Salì fra insalate e salsedine di sua “salsa”. Ballando fra rotonde e il suo “magro”. L’oste tutte fece impazzire, strapazzandole con tocchi di maionese. La finissero di raccontar balle, queste professoresse galline che, per tutto l’an(n)o, si professan donne con le palle e poi mentono, andando invece a messa quando invero desiderano soltanto e sempre “quello”. Che lo dicano, che lo vogliano e nessuna vergogna. Se lo (o)mettano, la devon smettere! Via le gonne, evviva dunque le gondole del sesso sano e solare che, fra le onde, fa gustoso “tiramisù” d’affogati maschi a “pen” bagnato, schiumano in “apnea” di docce (non) tanto fredde. Col gelato sciolto in bocca gocciolante in modo che il limone di tali donne, prima “al ghiacciolo” dei mesi freddi e di depressione (bi)polare, (s)venga alla mela “cotogna” calda fra cene al melone e i salmoni virili dal pesce inzuppato in spagnole allo zabaione, di condimenti ambigui dei finocchi, dei “cocchi”, dei negri e dai pompelmi succhiati sin al midollo delle spremute sessuali, fra tardone col fisico a pera e pesche giganti del “frappè” di granite su sguardi a lor tette sgrananti.

Si sbriciolino, si spiccino, ancor “spaccano” ma, se non scopano d’estate, avran solo le briciole degli “uccelli” crepuscolari d’autunno nelle “foglie morte” e il tramonto non sarà rosso di via col vento ma una delusione al “crostaceo”. Prenderan solo un granchio, allora che le gambe sgranchiscano. Che “acquazzone” piove dai bikini di tali amazzoni! Ammazza! Queste fanno quelle da mazzolin di rose e invece scop(r)iamo che voglion le mazz(at)e.

Oh, tutta Rossella che, abbronzata, guarda un bronzo di Riace e lo vuole di marmo rosso come il colosso grossissimo di Rodi. Qualcuna mangerà il “grissino?”.

Dopo questa mia dal liberarvi dalle pudiche “ibernazioni”, io, la libellula, da Johnny il bello, ritornato in bellissima vita, voglio ringraziare alcuni miei amici.

Cioè tutti, ah ah!

 

Su Facebook, impazzano i test “simbiotici”, per capire a chi somigli. Di mio, preferisco somigliare ai “film” che mi faccio, lo dico sfacciatamente

Ieri sera, un mio amico mi manda il test sui migliori comici degli anni 80. Migliori per modo di dire, un “bel” campionario di idioti da cinepanettoni. Compilo il quesito e mi paragonano a Lino Banfi. Piacerei insomma alle donne per la “simpatia” ma non ne coglierei una, bestemmiando, in vasca da bagno con la paperella, un “Madonna dell’Incoroneta!”. Ma mi facciano il piacere, preferisco Totò. Io mai lo prendo nel popò ma amo più il mio bebè ai “papà” troppo “sviluppati, sanno di (s)porco senza bidet che tengano, io invece mi tengo infantilmente la mia faccia da b(id)ello pulito che non ha nulla… da nascondere e cammina a testa alta, ammosciato di brutto, “tirandomele” qualche volta in caso di mal “mantenuto” non in lei ma in mano a(r)mata.

Sì, comunque sia, non sarà un “cazzo”, fidatevi, faccio la bella figa, sculettando a mo’ inchiappettante tal società che pensa solo alle cazzate. E, nel movimento lento ammiccante, sto pure alla larga da quelli che vorrebbero ficcarmelo ove sapete, miei “pisellini”. State freschi, miei fringuelli. Se vi ribellate, al fresco.

Sì, in effetti (non) sono quello. Un cazzone a spron senza la sbattuta. Ma me “le” sbatto.

Anche quando sto abbottonato.

Il fisico regge più di Lino e a capelli sto messo meglio, nonostante “stempi” e recuperi dei capelli in extremis di ricrescita anomala dovuta ai cambiamenti “atmosferici” degli o(r)moni. Sì, più gli altri van con le donne e più m’incazzo, sviluppando un’alopecia “androgina” al contrario da androgenetico misantropo che, fingendosi giocoforza misogino, si rilassa e, in tal rilassatezza, a cui servon però i lassativi per digerir la “botta” del non (s)tirarmelo, trovo una serenità “propedeutica” per la iniezione (de)crescente senza lozioni di queste donne da ustioni e da mettersi le mani nei “capelli”. Son lupo che perde il pelo ma non il “vizietto”, eppur non sono omosessuale, preferisco il masturbatorio ai tromboni che si fan le loro infermiere negli ambulatori. Ah, quelli non stan mai (in)fermi, da cui la bomba atomica di Enrico, sexy quanto quest’umanità “denuclearizzata” d’ogni valore.

Io invece enucleo il mio so(li)do pararmi il culo da sex bomb per i cazzi suoi. E ho la testa al solito posto, cioè sul collo, rimanendo in tema di popò e Totò. Tiè! Ma i miei testicoli stan andando a puttane, da molto infatti son (s)carichi senza p(r)ugnette che tirino.

Ah, sono un vero ferro del mestiere, da stiro, che “toro”.

Donne che ti lascian con degli scompensi acuti nei borbottii di pancia sfinterici, donne isteriche ma indubbiamente da batteri(e), petulanti da pentole, meglio farle penzolare da lavata mia patta, andassero a sciacquar i piatti, donne piatt(ol)e da casse di risonanze orgasmiche con uomini al p(l)ett(r)o che le san pompare a più volume, essendo lor muscolosi e io un finto-(ro)busto. E la carrozzina va di forza e coraggio, ma chi mi dà i soldi per la corazza contro questi cazzari che me le fanno girar di rotelle?

Donne di cui me ne faccio proprio un c… o.

E, su dubbio se sia cazzo o culo, ti (s)fotto.

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