Posts Tagged ‘Giuseppe Tornatore’

Ecco perché Clint Eastwood è mille volte superiore a Quentin Tarantino. Ecco perché C’era una truffa a Hollywood forse è un film bruttissimo ma certamente più coraggioso di Once Upon a Time… in Hollywood


05 Feb

clint eastwoodOk, cari gringo, chiariamoci assai bene. Tarantino realizzò tre capolavori, cioè i suoi primi tre film. Le altre sue pellicole sono belle ma, al finale di Kill Bill vol. 1, preferirò sempre quello di Per qualche dollaro in più. Che è di Sergio Leone e non di Eastwood.

Comunque, il finale de Gli spietati è superiore a quello di C’era una volta il West.

Secondo voi, Django Unchained è un grande film? Forse, non lo so. Di certo, Franco Nero è più figo di Jamie Foxx, un nerone. E non sono, capite, miei capitalisti che vorreste decapitarmi, un uomo razzista o schiavista. Pensate, sono amante di Amistad, sognai per anni delle amanti come Naomi Campbell e riuscii ad amare De Niro alla follia, protagonista di C’era una volta in America ed ex della Venere Nera, sì, la venerò ma nessuna malattia venerea pigliò, amando al contempo altre negre come Charmaine Sinclair e Grace Hightower. Io amo anche Black Dahlia di Brian De Palma, regista de Gli intoccabili, un immenso western… metropolitano.

Quindi, sono intoccabile. Capito, donne? Toccatemi e non vi denuncerò. Vi amerò.

A dire il vero, quando fui adolescente, volli amare anche la Venere Bianca, all’ana… e, sì, all’anagrafe Manuela Falorni. Pare, fra l’altro, che De Niro amò Moana Pozzi mentre David Bowie, presente anche ne Il mio West, fu sposato con Iman. Sì, il Duca Bianco fu amatore di Iman, donna che amò il suo superuomo da He-Man, forse bravo a solleticarle l’imene.

A proposito, chi sarebbe China Girl? Una delle amanti bisex di David, cioè Mick Jagger?

Ora, secondo il signor Pellegrini di The Fan, Mick Jagger è gay. Eufemismo di frocio, chiaro, finocchi? Io non sono Pinocchio né omofobo e quindi riesco ad amare sia i Beatles che i Rolling Stones. Ai Led Zeppelin, ho sempre preferito la zeppa sullo zoccolo di Jennifer Lopez, sì, ho detto zoccolo…  Alla zuppa inglese, invece, preferisco la maionese. E alla maionese lo zabaione.

Al mascarpone, preferisco i mie scarponi. Non indosso gli stivaloni da cowboy ma adoro il cowgirl. Allo stivalone italiano, preferisco i tacchi a spillo.

Ecco, a mio avviso, chi considera The Hateful Eight un capolavoro è meglio che riguardi The Killing di Stanley Kubrick. E, per l’appunto, Le iene – Cani da rapina di Tarantino. Chi ama Ennio Morricone, si riascolti le sue colonne sonore per Leone e lasci stare la sua soundtrack per il film succitato di Quentin.

È la stessa cosa de La cosa con tre semi-riff in più da Keith Richards attuale. Cioè un rincoglionito come Johnny Depp de La maledizione della prima luna. Ma quali Pirati dei Caraibi, meglio The Curse of Monkey Island.

Sì, Morricone fu un genio come Mozart, lo affermò e sottoscrisse Tarantino. Ma, negli ultimi suoi anni di vita, realizzò soltanto cover più brutte delle sue colonne sonore per Giuseppe Tornatore.

Tim Roth lavorò sia con Tornatore che con Tarantino. De Niro lavorò sia con Leone che con Tarantino.

Sì, è tutto un balletto la vita, insomma una tarantella.

Vi ricordate The Blues Brothers?

– La signora Tarantella?

– No, Tarantino.

 

Kurt Russell lavorò con De Niro in Fuoco assassino, con Tarantino molte volte e con John Carpenter girò tanta roba. Roba che Tarantino riciclò in modo grossolano, cazzeggiando a tutto spiano. Secondo me, Mystic River non è un capolavoro. In quanto troppo retorico e cucinato per gli Oscar. Gran Torino e The Mule, invece, sono davvero dei capolavori. Su Facebook, qualcuno scrisse che Il cacciatore è il capolavoro di Michael Cimino. A parte Il siciliano e forse Ore disperate, tutti i film di Cimino sono dei masterpieces.

Il primo film di Cimino ebbe come attore Clint Eastwood. Il quale si fidò ciecamente di Michael. Michael, chi? De Niro di The Deer Hunter?

Insomma, Eastwood, signore come Sondra Locke e Frances Fisher, cari signori come Walt Kowalski.

Io amo anche Walt Disney, peraltro. Non solo Tom Hanks di Saving Private Ryan e di Saving Mr. Banks.

Sì, è pieno di farabutti in giro. Hanno assalito la banca di Santa Cruz o le banks, per l’appunto? Non datevi al branco ma al banco…

Tu ami Sully?

Bravo, io amo gli spaghetti alle vongole e anche quelli con Giuliano Gemma.

Comunque, ad Anche gli angeli mangiano fagioli, preferisco Un dollaro bucato e la figlia del compianto Giuliano, Vera, è vero che è rifatta ma me la farei.

Con tanto di “remake”.

Se non vi sta bene, porci, sfregiatemi come la puttana di Unforgiven.

D’altronde, sono come Richard Harris, Un uomo chiamato cavallo. Adoro anche l’attrice Valeria Cavalli. Specialmente, quando le gambe accavalla e le vorrei montare in sella. In sala? Dopo averle offerto da bere del whisky, nel saloon o forse solo nel salotto, lei berrà la mia birra…

Sì, molti uomini si montano la testa. Secondo me dovrebbero montarsi la propria donna.

In città, troppi sceriffi dettano legge.

Sono dei panzoni come Gene Hackman.

Eastwood è un genio, Tarantino mi fa un baffo.

Le sue sceneggiature non valgono un cazzo. Infatti, Uma Thurman lo mandò a farsi fottere.

 

 

di Stefano Falotico

 

A Salvatores e Tornatore, ho sempre preferito il mio aviatore


26 Nov

faloticus

Ora, ieri chissà perché la mia mente pindarica è andata a parare su Gabriele Salvatores, colui che fu insignito dell’Oscar per Mediterraneo, premiato da Sylvester Stallone che all’epoca soffriva davvero di pessima pronuncia e aveva il labbro più storto delle storture che girava. Film che torturavano la nostra pazienza grazie alla sua adrenalinica possanza tamarra. Sì, a quei tempi lo Stallone era reduce da troppe scopate con Brigitte Nielsen, detta la stallona. E la sua carriera era nella stalla. Eppur, in questa notte delle stelle, premiò il nostro filmetto. Sì, perché tale è. Un ritratto alquanto patetico e miserello di vitelloni “agguerriti” a farsi la bella del villaggio, persi fra Vanna Barba e il barbone di Abatantuono. Come ha fatto questo film a vincere? Caciarone, simpatico e “sensibile” ma abbastanza stereotipato, ma si sa lo stereotipo dell’italiano sfaticato, attratto solo da “quella”, che suona il mandolino e gioca a carte ha sempre affascinato gli americani, che vivono appunto di stereotipie ai nostri danni. E ci prendono per un popolo d’ingenui sognatori, dunque premiarono anche Nuovo Cinema Paradiso, firmato da quello che si è sempre creduto un erede di Sergio Leone per le sue elegie iper-romantiche e poi ha girato un Amarcord dei poveri con quella cagata di Baarìa. E dire che aveva ereditato anche il progetto mai realizzato proprio di Leone, quel Leningrad che fortunatamente è saltato, parlo della versione di Giuseppe.

Sì, il nostro Cinema profetizzava la piccolezza che oggi possiamo “ammirare” in otium contemplativo su Facebook, ove epicurei uomini scalcagnati espongono la loro medietà, scrivendo però che sono laureati alla Bocconi, e in cui le donne si appellano agli sguardi voraci dei voyeur di turno, “attizzandoli” con foto scosciate in cui (t)ergono il vinello su tacchi a spillo dell’ammiccare, anche falsamente amicare, di spallucce. Un’esibizione del narcisismo di massa, un vomito escrementizio di frustrazioni “abbellite” da post buonisti che predicano il volemose bene, mentre la barca va e si lasciano andare. E la nave va.

In quest’otto e mezzo di falsi ricordi, di foto dell’infanzia, di sogni fustigati, di donne procaci e voluttuose, di uomini che si credono grandi artisti, di velleità di una dolce vita invero amarissima, emerge il sottoscritto, un Falotico raro a trovarsi, infatti è una rarità persino per sé stesso. Egli vive sott’acqua, nutrendosi di fauna… intestinale nei silenzi abissali della sua oceanica fantasia, ove volteggia come un gabbiano che nessun ingabbia e che mai verrà gabbato. Ah, c’è anche chi mette le canzoni di quell’altro idiota del Gabbani. E chi mostra i suoi vestiti di Dolce e Gabbana.

 

Sono un grande bugiardo ma la gente (non) mi ama per questo.

La grande bellezza!

 

Vorrei concludere con questa stronzata, forse non ho neppure visto il film di Fellini ma di sicuro non ho mai guardato il programma con Lilli Gruber…

Comunque sia, uomini che sapete come va il mondo, datemi retta, mangiatevi un bel piatto di tortellini alla panna e sappiate che le crescentine abbisognano del prosciutto. Nudo e crudo.

Ah ah.

 

Domani è lunedì. Cioè il giorno della Luna.

Di mio, preferisco il giorno della lupa, mie volpi. Sinceramente, domani è sempre domani.

Ah ah.

Non lo dite in giro, Tornatore secondo me ha una gran faccia da culo.

 

di Stefano Falotico

corr06

 

“La leggenda del pianista sull’oceano” – Recensione


14 Oct

 

“Inabissato”, da bis abissale!

Tornatore fa rima con le rime poetiche e coi “trovatelli”, grandi storie ad alto “tasso acquatico” di melanconia “ispida” che gratta sotto le coltri velate di questo veliero transatlantico, Virginia, verginità novecentesca.

In una cassetta, si “rinviene” un orfano, anzi a trovarlo è il gigante Max, il Pruitt Taylor Vince più “oculato” di celeberrima “iridescenza (ina)mo(vi)bile.

Un genio “sepolto vivo”, nelle macerie del Tempo e del suo talento (ri)scoperto dai battiti arcani del ricordo.
Un pianista isolato dal Mondo e dalle sue falsità, che si “sanfranceschizza” affrescando la musica della Bellezza, “scolpendola” nelle “tastiere” del suo planare alto, sopra tutti, di sorvolarvi con “taste” delicato, romanticissimo, “inquietato” negli occhi “daltonici”, nervosi, irrequieti e poi morbidissimi d’un impressionante Tim Roth “italiano”.

Titanic-o “delirio” metafisico che viene sfidato dalla presunzione, un Django Reinhardt memore solo dei suoi “accordi e disaccordi” contro chi gli vorrebbe “strimpellare” di essere con le “stampelle”.

Questo poeta della “lirica”, immaginifico e oltre le barriere, le convenzioni, le “sociali” (ir)regolarità, distrugge, annienta solo “sorridendo” di dita che carezzan l’umanità già (scon)fitta.
Eleva un grido “pazzo” di potenza da lasciar attoniti, increduli, adoranti, a “piagnucolare” le “lagrime di coccodrillo” dell’errore nella loro errabonda “ribalderia” frivola.

Una piuma che s’innamora di un angelo biondo, che stende (im)pietosamente chi ha l’ardire di volerlo vedere “naufragare in questo mare“. Infinito leopardiano di pessimismo cosmico alle immonde dicerie di chi chiacchiera e non ha il suo “tocco”.

Guerre mondiali, tutta la (prei)storia, i dolori, i rimpianti e lui che batte nella sua battaglia senza senso.

Grandezza ai massimi livelli che azzera tutti, leggendario.

Dolly, “pomposi” carrelli, feste, bicchierini, donnacce “di bordo”, camerieri “tumefatti”, Sergio Leone che non c’entra con questo nuovo Cinema Paradiso.

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)