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NOVELLA 2021: Gucci, il nuovo film di Ridley Scott senza De Niro ma con Irons, Matt Dillon con la Mastromichele, Dafoe con la Colagrande, io sto con dio, voi state con chi volete o in pace di Cristo


12 Dec

exodus

brinnerSì, nel nuovo film di Ridley Scott, De Niro è stato rimpiazzato da Jeremy Irons.

Qui, ho espresso tutto. http://www.mulhollandlynch.com/?p=10865

Ho volutamente confuso il nome di Rodolfo Gucci con quello di Roberto…

Ce la vogliamo dire tutta? Gucci sarà un film piatto più del seno di Julianne Moore. Bellissima donna, “la” Julianne, per carità. Ma, a dircela tutta, io adoro Anne Parillaud. Sì, in Nikita, il suo seno non c’è. Ma ha le palle.

Piaciuta le freddura?

Gucci, un film platinato. Prevedo uno Scott più scotto di una pasta non al dente assaggiata da Checco Zalone

– Com’è la pasta?

– Uhm, è cotta.

 
Di mio, Cado dalle nubi e non amo la burrata con Dino Abbrescia.

Ora, non so che clima faccia a Brescia ma dalle mie parti fa caldo.

Quando mia madre assaggia il riso Scotti, guarda alla tv Gerry dal cognome identico. E soffre di celiachia.

Dunque, non può mangiare la pasta normale contenente glutine. Molte donne normali invece amano tutti i tipi di pasta. Soprattutto pasta condita con tale pianta. Vale a dire il pisum sativum…

E ho detto tutto.

Insomma, sarà uno Scott al minimo storico. Mentre Russell Crowe ne Il gladiatore fu al massimo, sì, al massimo fu Meridio. Al minimo fu nel film Tenderness nella parte di Cristofuoro.

Adesso, Russell ha più panza di Gérard Depardieu. L’interprete di Colombo Cristoforo in 1492 – La conquista del paradiso.

Depardieu, interprete anche della famosa pubblicità Passata Rustica CIRIO…

Il figlio di Sandra Milo si chiama Ciro, peraltro.

Di mio, ho origini meridionali e credo nel meridiano di Greenwich. Credo anche nel Grinch.

Per molto tempo, vissi da “matto” come Dillon Matt ne La casa di Jack. Con l’unica differenza che assassinai solo me stesso, praticandomi masochismo a mo’ dell’attore protagonista de Le onde del destino.

Sì, ora sto vivendo un Ritorno al futuro e vedrò che cosa mi riserverà il delfino…

Continuo spesso a navigare sott’acqua in mezzo agli umani squali, soprattutto squallidi. Mi metteranno forse in un delfinario. O più genericamente in un acquario. Non so se a Genova. Comunque, i testimoni di Geova non mi affogassero di angosce. Sotto Natale e Pasqua, stressano da matti… sembrano per l’appunto Dillon nel film succitato, con lui protagonista, di von Trier.

Sì, boccheggiai con le mie branchie, comunque. Non mi asservii mai alla legge del branco che desiderò la mia estinzione.

Non chiamai il Telefono Azzurro. Nemmeno il Numero Verde per denunciare i bullismi ma preferii optare per il WWF.

Sì, internarono tutti gli animali che tentarono di depredare la mia anima, soggiogandola alle loro porcate.

Sì, stettero per divorarmi vivo alla maniera di Sean Astin nella seconda stagione di Stranger Things.

Quando provarono a sbranarmi davvero, esattamente nell’attimo in cui attentarono alla mia purezza, esibii loro un sorriso da hobbit? No, da Sean Connery, ovvero James Bond.

Nel Cinema, ciò si definisce as colpo di cena. No, di scena.

Comunque, pare che John Cena sia stato con la mia pornoattrice preferita.

Insomma, per farla breve, rischiai di essere messo al tappeto come Rocky Balboa prima di scoprire il suo gancio sinistro. E i cattivi fecero la fine dei poliziotti contro John Rambo.

Ora, io non capisco tutta questa mitizzazione degli attori di Hollywood.

Sono persone normalissime.

Per esempio, uno dei più grandi attori viventi, ovvero Willem Dafoe… ecco, non sta con una modella di Instagram. Bensì con Giada Colagrande. Molte persone pensano che codesta sia sexy come Charlotte Gainsbourg di Antichrist.

Sono luoghi comuni. Molta gente, sedicente esperta di Cinema, crede che von Trier sia un genio.

Se citassi loro un film da me visto a Venezia, magnifico, ovvero Persécution del compianto (certamente non da molti) Patrice Chéreau, crederebbero che si tratti di una di quelle fiction RAI, a matrice “biblico-cattolica”, francesizzata per il mercato della massa nazional-popolare che adora fare l’esterofila elegante come Catherine Deneuve.

Ora, se vogliamo dircela tutta, ha ragione Paolo Mereghetti. Il quale assegnò una stelletta a Exodus.

Preferirò sempre Charlton Heston de I dieci comandamenti a un Christian Bale povero cristiano in tale film di Scott, brutto in modo diabolico.

Comunque, l’interprete di Rusty il selvaggio sta con una mezza scugnizza da Ragazze della 56.a strada.

Sì, l’avrà raccattata in Via Molino di Pescarola, vicino casa mia.

Ma chi sarebbe tale Roberta Mastromichele?

E ne vogliamo parlare di Silvia Notargiacomo? Pare che la sua data di nascita sia imprecisata. È almeno a. c. o dovremmo adottarle una “locuzione” latina da Ponzio Pilato? Sì, è una Maddalena, mettetela in croce.

Insomma, reciterei meglio di un attore hollywoodiano la pubblicità dei pelati… Yul Brinner docet.

Ma come mai tale Silvia, non quella di Leopardi, lavora a R 101? Forse perché non aveva bisogno di rinnovare la patente. Le bastò andare con Ermal Meta.

Io invece mi recai all’ACI. Sono rimasto acido.

Che poi… anche questa Storia romana, no, greca, no, poetica secondo cui il Leopardi amò platonicamente Silvia, non è vera. Diciamo che Leopardi amò solo Ranieri. Mentre Luca Zingaretti ha poco da poetizzare con Luisa Ranieri.

Chi sono io, invece?

Non lo so.

Vi voglio, prima di congedarmi, raccontare una novella:

– Sai, amico, debbo confidarmi. In passato, meditai spesso al suicidio.

– All’omicidio, no?

– No, mi avrebbero condannato alla sedia elettrica.

– Lei ha ancora questi brutti pensieri?

– No. Sa perché?

– No, non lo so. Mi spieghi, se vuole.

– Sì, le spiego. Sono in Paradiso.

– Cioè? Non capisco. Sia meno ermetico e non faccia le battute.

– Non è vero che se una persona si uccide, ecco, non otterrà la salvazione.

– Continuo a non capire.

– Bene, le sarò lapidario. No, esaustivo. Se avessi continuato a vivere come una persona mortale, sarei morto. Dunque, ammazzai me stesso per ascendere.

– Uh, è la stessa cosa che ha fatto Dante Alighieri. Ha elevato la coscienza.

– Esatto.

– Ha ragione. Lei, signore, eleva solo quella?

– Sì, ma non con lei.

– Che vuole dire?

– Ho gusti sessuali diversi. Inoltre, lei assomiglia all’angelo più bello del Paradiso suo che fu.

– Che vorrebbe dire?

– Quest’angelo, sa, è cornuto. Conosce il suo nome?

– Chi è? Chi sarebbe mai? De Niro di Angel Heart?

– Bravo. Ma io non sono Mickey Rourke. Nemmeno di Rumble Fish.

 

Piaciuta, amici, la novella?

Chi ha orecchie per intendere, intenda. Chi non ha orecchie per intendere, non ha occhi nemmeno per guardarla senza ipocrisie.

Ebbene, questo Covid-19 ha insegnato a noi umani che, per risorgere, dobbiamo soffrire, in quarantena, come Willem Dafoe ne L’ultima tentazione di Cristo?

No, ci ha insegnato che chi comanda e ha potere è dio, noi al massimo siamo Mosè.

Non credete che sia ora di nuove leggi?

Sì, spesso credo di essere dio. Cioè Nicolas Cage di Con Air.

A dircela tutta, Con Air è un film blockbuster piuttosto stupido. Ma la canzone è bella. Non solo quella…

 

di Stefano Falotico

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I miei auguri pasquali


11 Apr

Introduzione a mo’ di riflessione, un po’ goliardica, un po’ scacciapensieri, un po’ piccante, spero molto brillante

Chi è senza peccato, scagli la prima pietra!

Chi fu peccatore, invece, con quella donna di nome Petra, continui pure. Perché Petra non crede a San Pietro ma ama essere amata da colui che con lei peccò, pecca e ancora peccherà.

Ebbene, appuntamento pasquale, miei uomini forse natalizi. Dunque con l’inclinazione a donare al prossimo liete felicitazioni speciali.

La colomba volò alta in cielo nel pre-finale di Blade Runner quando, il grande e compianto Rutger Hauer, l’olandese per l’appunto volante, considerato da molti sondaggi, oserei dire eletto il miglior attore natio dei Paesi Bassi di tutti i tempi, si congedò dall’umanità, recitando dinanzi al basito Harrison Ford un monologo fenomenale. Diciamocela, memorabile.

Un uomo, Roy Batty, imbattibile Ovvero il personaggio (dis)incarnato da Rutger, disumano, oserei dire superomistico, androide cibernetico in un mondo spento e ingrigito da un’impiegatizia, burocratica, fasulla e meschina normalità borghese. Incupitasi in notti senza dio, sommersa dalla pioggia, forse anche biblica, del proprio progresso paradossalmente regressivo. Ove fu dato ampio spazio alla tecnologia e si costruirono uomini bionici e robot come in Terminator ma si persero di vista le “macchine ribelli”. Le creature più nitrenti, nella propria intima, sacrosanta selvaticheria, la vividezza adamantina della propria suadente emozionalità brillante. Non reprimeteli, amateli. Coccolateli.

Uomini-non uomini dagli occhi vitrei! Occhi magnifici e iridescenti, cuori battenti e riflessi nello spazio d’una immensità traslucida come la venustà immortalata di una donna assai amata, forse davvero mai avuta, soltanto immaginata oppure sia fantasticata che, sinceramente, piacevolmente fottuta. Attimi godibili e consenzienti di pace dei sensi scalmanatasi poi, vigorosamente e carnalmente, nell’ardimento di piaceri brucianti che si perderanno nell’infinitezza di un languido bacio indistintamente inafferrabile come la fuggevole beltà onirica delle nostre anime dannate, ancora d’annata, fulgide e pregiate, potenti. Malgrado il Covid-19 stia mettendo a dura prova i nostri terminali vivi più resilienti.

Tu chiamale se vuoi… emozioni cantò Battisti. Vo foste battezzati? Credete nell’Altissimo che risorse al/il terzo giorno così come dicono le Sacre Scritture o, ammalativi di nichilismo animale, essiccaste la vostra incontaminata, candida bellezza spirituale a favore forse d’un buddismo utopico oppure di un budino ipercalorico assai stomachevole?

Eh sì, non più v’accalorate come un tempo per quei sentimenti lindi e liquidi che, compenetranti, fecero sì che all’amore consacraste la vostra vita, sposando non solo una donna, bensì abbracciando anche la morbidezza del Creato e del mare, dunque ripudiando ogni ingannevole male e il diavolo tentatore.

Sono qui, amici e nemici, fratelli della congrega ma soprattutto sorelle a me così inchinate in segno d’affetto empaticamente letizioso seppure non malizioso, bensì ecumenico, goloso e glorioso, per augurare a tutti voi una serena giornata benevolente e giocosa.

Poiché chi vuole davvero sa amare con furore e non più si duole nei falsi fervori.

Basta, adesso, però. Plachiamo subito gli entusiasmi e non c’infervoriamo più del dovuto poiché, sì, è Pasqua. Mica però Natale, ah ah. Quindi il giorno in cui si festeggia il Cristo risorto e non si prepara a pranzo solo un risotto, bensì anche una faraona, forse ex moglie di Ramesse. Ovvero Yul Brinner de I dieci comandamenti.

Sì, attenetevi alle disposizioni intraprese con creanza, senza dar di panza come qualcuno dell’opposizione, non fuorviando al di là delle restrizioni.

Sebbene i dieci comandamenti, a cui s’aggiunsero altri tabù e decreti di natura mondiale, dovrebbero essere nove.

In verità vi dico che bisogna, eccome, desiderare la donna d’altri. Bisogna essere protestanti riguardo questa legge più disumana di Roy Batty.

Voi siete cattolici o adepti del culto di Martin Lutero? Sì, In Utero nasce la vita, sebbene Kurt Cobain cercasse il Nirvana ma si suicidò sei anni prima di compierne trentatré.

Invece, molte persone credono che non ci si possa arrendere bensì combattere per le proprie libertà.

Trentatré trentini andarono a Trento, trotterellando.

Altri girano il mondo, semplicemente trollando.

Quest’anno sarei dovuto andare al Festival di Cannes come accreditato stampa. Ma la quarantena costrinse la kermesse a chiudere i battenti e io ora mi mordo le mani. Sbattendo ogni dente.

Sì, da un anno e mezzo a questa parte, rividi con più gioia la luce del giorno. Sebbene abbia trascorso molti miei recenti sabati sera in locali dell’entroterra imolese ove, se non fosse stato per la mia incrollabile fede all’amore puro, onestamente avrei voluto sconsacrarmi con ragazze anche giunte dal modenese per giochi onestamente un po’ sanamente luridi.

Sto dimagrendo quotidianamente e presto sarò un grissino torinese. Nonostante tutto, mangio ottime cotolette alla milanese.

Bene, ora parliamo di Cinema.

Scorsese girerà Killers of the Flower Moon. Le cui riprese furono rimandate per ovvie ragioni da noi tutti conosciute.

Un tempo, pensai di essere più bravo di Robert De Niro. Mi spiace ammetterlo. Col tempo si matura e si cresce. Quindi, mi scoccia disilludervi. Oggi come oggi, sono più bravo di lui. Ah ah.

Inizialmente, Scorsese propose a De Niro la parte di Gesù ne L’ultima tentazione di Cristo. Poi andata a Willem Dafoe. Un anno prima, De Niro interpretò Mission. Ora, molte persone schizofreniche, le quali s’identificano col Messia, adorano The Passion di Mel Gibson. Non so se siano di Chiesa ma abboccano a chicchessia. Ma per cortesia! Gibson non è James Cameron, che è comunque un megalomane. Gibson è solo un mitomane. Oserei dire, forse, un sobillatore. Ma quale Apocalypto! È meglio una caramellina all’eucalipto. Domani forse, nonostante siamo nel 2020, riprogrammeranno alla tv BenHur. Il film più oscarizzato della Storia assieme a Titanic. Ecco, quando nella vita, persone che consideraste fratelli di sangue dovessero tradirvi, non affondate come un transatlantico dinanzi alla loro freddezza da iceberg. Ribellatevi e non siatene più schiavi. Al che, Messala non crederà ai suoi occhi. Prima diede dello schiavo a tutti, trattando ogni persona come una messalina, gridando strafottentemente al prossimo… ma come sei messo?

Agnelli o leoni che siate, qui si celebra Messa. Parola di Dio.

Rendiamo grazie.

In verità vi dico che mi accontento di una donna soltanto, non voglio molte grazie o graziose. Basta che di domenica possa fare un giro con La Grazziella. Graziano fu graziato? Marzia invece ama vivere sulla Terra come se stesse su Marte?

Questo è quanto. Finito il lockdown, comunque, ci sarà da farsi il culo.

Mi pare cosa buona e giusta.

Le migliori scene di una stagione cinematograficamente finita troppo presto

Ebbene, per via del Coronavirus, da tempo i cinema sono chiusi. Inseriscono film solo su Netflix.

Ma, ufficialmente, la stagione è terminata.

Ora, non amai molto, anzi quasi per nulla C’era una volta a… Hollywood. E alla fine non mi commossi.

Credo, infatti, che i capolavori di Quentin Tarantino siano altri.

Continuo invece a pensare, malgrado molti miei ripensamenti, che The Irishman sia un capolavoro.

Lo sto riguardando minuziosamente in queste settimane. È finita la quaresima?

Padre, è Natale?

 

Che dispiacere immane non vedere Bob De Niro fra i candidati come miglior attore protagonista agli Oscar.

Non credo che avrà un’altra possibilità. Comincia ad avere una certa età anche lui.

Frank Sheeran, un miserabile. Si fida dell’amico sbagliato e ammazza l’amico giusto.

Una tragedia.

Pari quasi quanto quella di Richard Jewell e di Joker.

La scena però sorprendentemente migliore dell’anno appartiene a I due papi.

Grande film.

Se devono esserci lacrime, facciamo che siano lacrime di gioia.

Tanta gente, non so se illusa, crede in Dio.

E forse è giusto che ci sia qualcuno che, a prescindere dai possibili insabbiamenti di Ratzinger, sia il portavoce della fede cristiana.

La vita è un’illusione.

La morte anche.

Forse nessuno di noi mai esistette.

O forse risorgerà.

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di Stefano Falotico

 

pazza storia del mondo mel brooks ultima cena

Il Falò – Origins: cronistoria di un supereroe, anzi antieroe alla Adrian o forse à la Joker innestato su malinconia, per fortuna, giustamente non arrestata


20 Jan

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Sì, in questo post elucubrante in merito alle memorie di un uomo che soffrì d’amnesia, sviscereremo in profondità le radici dell’albero genealogico che generò un personaggio erroneamente giudicato degenerato per colpa di pregiudizi da debosciati, il quale, rinato come l’araba fenice, mangia pure la faraona e non vuole arrendersi dinanzi a Yul Brinner de I dieci comandamenti.

Un uomo dalla morale più forte di Charlton Heston del capolavoro biblico appena menzionatovi, firmato da Cecil B. DeMille, divenuto oggi millenaristico grazie, si fa per dire, a idioti che lo trattarono da Cecil B. Demented.

Nomen omen, un omonimo cioè di Stephen Dorff. Interprete del film di John Waters sopraccitato, il quale anni fa s’eccitò con Pamela Anderson mentre il Falò andò matto pure per Marliece Andrada di Baywatch. Eppur venne considerato Keith Gordon di Christine.

No, a proposito di femminili acque, a me giammai piacque Alexandra Paul. Se proprio, in qualche puntata, non v’era l’Andrada, poteva starci anche con Carmen Electra.

Come dice il detto, non c’è due senza tre. Lo sapeva il ribelle Renato Zero col suo Triangolo ma io sarei affogato pure con le mie bermuda/e in Nicole Eggert tutta nuda.

Fu un mio ex amico a farmela scoprire al di là della sega, no, della serie di Baywatch. Mi chiese:

– Hai mai visto il film Blown Away? Be’, Stefano, diciamo che c’è una scema, no, una scena che vale tutto il pezzo, no, il prezzo del noleggio… una scena di scarso minutaggio e pessimo montaggio dove però v’è Nicole ottimamente montata, no, immortalata da un ragazzo con pelle di mortadella.

 

Invero, ne fui già aggiornato nelle mie notti più belle dei vostri giorni. Già vi dissi che, in tempi non sospetti, comprai tutti i film con Shannon Tweed. Una messa spesso a novanta, no, superbamente dotata di gambe scoscianti e rifatto petto, donna piccante per l’attuale Gene Simmons dei Kiss un po’ adesso arrugginitosi in modo poco spingente. Un uomo che un tempo amò Shannon con tanto di assorbenti e invece dovrebbe ora gettare la (s)pugnetta.

Sì, la mia tragedia partì molti ani, no, anni fa.

Quando, dopo essere stato il miglior studente delle scuole medie, m’innamorai di Bob De Niro di Taxi Driver. In questo capolavoro, Bob perde la testa per la stagista bionda. Se n’invaghisce e la idealizza.

Poi scopre, pur non scopandosi nessuna, che Jodie Foster è costretta a venderla per colpa d’un pappone mentre la Shepherd, pur di mangiare la pappetta, si scandalizza di fronte a un porno ma forse è più troia di Margot Robbie di The Wolf of Wall Street.

Sì, Vasco Rossì cantò… ehi, tu, delusa, attenta a chi troppo abusa.

Eh già, mie care e nuove ragazze da ex programma Non è la Rai, infatti, non penso che incontrerete uno bello e ricco come Leonardo DiCaprio.

Come Ambra Angiolini, non dovrete darla soltanto a Gianni Boncompagni, bensì anche ad Harvey Weinstein. Ambra sta con Allegri, che allegria!

Ad Ambra, infatti, io preferii Cristina Quaranta. Ancora la adoro. Le scrivo spesso su Instagram.

 

Ma che cazzo successe? Ecco, che cazzo!

Diciamo che m’accodai a dei nerd liceali che giocavano a Theme Hospital. Vale a dire dei Worms.

Avrei dovuto asfaltarli come in Carmageddon ma io sono un tipo romantico che perdona.

Loro si strussero per Liv Tyler e mi sfotterono, spacciandomi per la Liv di Io ballo da sola. Insomma, desiderarono distruggermi ma io sono Bruce Willis.

Mi dissero che ero fottuto nel mio castello dorato e di valore, insomma, Trappola di cristallo.

Fra l’altro, tornando a Shannon Tweed, avete mai visto il film Trappola d’acciaio?

Sì, possiamo dire che fui precocemente belloccio come Michael Paré ma, essendo troppo oltre le frivolezze adolescenziali, pensarono che fossi io invece Willem Dafoe di Strade di fuoco.

È meglio I guerrieri della notte.

In parole povere, tutti credettero che fossi schizofrenico.

Non capirono una minchia.

Quando, peraltro, mi rivelai, mi dissero che mi stessi inventando tutto.

Mi spiace deluderli e mi spiace anche dire la verità.

Malgrado abbia passato un incubo come Riz Ahmed di The Night Of, grazie al mio genio da Rust Cohle di True Detective, tutti furono smentiti.

Sì, ci sono i terroristi che vorrebbero murarti vivo come Caesar Vargas di Showtime.

Allora, ti bombardano di offese per suggestionarti e intimidirti.

Dunque, da solo non puoi farcela.

Io ho sempre amato i buddy cop movie, pure The Blues Brothers.

E mi spiace ancora una volta deludere…

Non sono Ray Charles ma non sono neanche John Belushi.

Non sono neppure Dan Aykroyd di Una poltrona per due.

Semmai tu, sì, sei una testa di cazzo che vive un’esistenza senescente, ascoltando La Mer e i cantanti degli anni cinquanta.

Mi pare sacrosanto che mi guardiate bene.

Ecco, diciamo che giocai a Calcio sino all’età di diciotto anni. Ora, la vedi bene questa pancia, no, panca di addominali? Incomincia a fare delle flessioni!

Uh, sei già stanco?

State già festeggiando l’anniversario di quel vitellone riminese del Fellini?

Mi date dello scemino perché non mi piace C’era una volta a… Hollywood?

Semplicemente perché siete vecchi e guardate solo indietro o magnificate una vita vostra passatista e nostalgica. M’illusi che foste più bravi. La verità è che siete tonti. E non vi è cura per la demenza.

E ricordate: il Falò. E ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

Se tanto mi dà tanto, JOKER sarà il film di apertura del Festival di Venezia


14 Jul

joker phoenix

Permettetemi quest’introduzione goliardica per poi passare a una disamina sociale triste, sì, perché questo mondo è triste e si sta/mi sta intristendo sempre di più

Eh sì, Annibale fu denominato il Temporeggiatore. No, scusate, il Temporeggiatore fu l’altro, il suo rivale, ovvero Fabio Massimo. Attenzione, non confondetelo con Massimo Decimo Meridio, vale a dire Russell Crowe de Il gladiatore.

Eh sì, sono un personaggio gladiatorio fuori da ogni tempo, da ogni tempio, talvolta mi scoppiano le tempie perché il mio carattere irascibile, dunque umorale, va in surriscaldamento. In alcune circostanze sono anche amorale ma non vi preoccupate, eh già, so amare ogni donna anche sul Monte Sinai e non soltanto in spiaggia, sulla riva del mare.

Ah, voleste farmi (de)cadere, miei matti come Joaquin Phoenix. Dandomi del puttaniere e dell’asino.

Ma son rimontato in sella come Robin Hood, ovvero Russell Crowe in uno dei film più brutti sempre di Ridley Scott. Film che vale solo per la scena in cui, questo Robin Hood con la panza, un uomo in calzamaglia, grida tonante il suo amore a Cate Blanchett perché è stanco delle notti in bianco e vuole a lei donare il suo bianchetto…

Ah, son uomo con molte frecce al suo arco. Più che altro, sono talmente sbadato che, sebbene abbia svoltato, cambiando la mia vita, mi dimenticai di accendere la freccia della macchina.

Persi molti treni nella mia vita ma preferirò tutta la vita, appunto, Italo a Frecciarossa Trenitalia. Si risparmia.

E mi viene voglia di vendicarmi di tutti i soprusi subiti, alzando la voce per farmi finalmente valere.

No, non sono imperatore di niente, nemmeno di Capri. E non sarò mai Leonardo DiCaprio.

Ma ho una voce imperiosa come Luca Ward. Sono un cantante melodico come Peppino di Capri. E ballo il twist…

Al massimo, tra qualche faraglione e un’ottima faraona, condita e ben rosolata lontano da Ramses II, amata a tradimento come dio (non) comanda, da cui il famoso “editto”… non desiderare la donna d’altri, nemmeno di Daltri, un mio amico dell’infanzia, adesso felicemente sposato e ammogliato, me la tirerò… da ribelle come Mosè. Sì, Mosè ricevette da Dio in persona I dieci comandamenti. Dio li editò per lui, puntandogli pure il dito.

Io ho sia il carisma di Charlton Heston che la follia demenziale del mitico Mel Brooks de La pazza storia del mondo.

Sì, sono un matto mai visto, infatti il mio editore, sempre Charlton Heston, però de Il seme della follia, ha appena contattato Sam Neill perché crede che io sia Sutter Cane.

Di mio, vorrei solo un po’ di pace e serenità. Non è mia intenzione fare il demiurgo lovecraftiano. Comunque, se voleste comprare qualche mio libro, sbarcherò meglio il lunatico, no, il mio lunario da essere falotico.

Detto ciò, dopo tutto questo preambolo epico-biblico, quasi da peplum, miei patrizi e miei plebei, quale sarà il film di apertura della prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia?

In queste ore sarà annunciato da Alberto Barbera. Il quale, dopo l’annuncio, guarderà pure un cartone animato di Hanna-Barbera. Di mio, bevo inconsolabilmente come La Sconsolata, ovvero appunto Anna Maria Barbera, il vino La Barbera.

Mah, di mio oggi andrò dal barbiere. Mi taglierò i capelli e la barbetta per avere un look più appetibile per tutte le Barbie.

Sono un uomo come Diego Abatantuono di Mediterraneo. Che distrugge ogni isolana come Vana Barba.

Detta anche Vanna. Una che, col fisico che ancora ha, cioè da bonazza, non avrà mai bisogno di venir imbonita da Wanna Marchi. No, Vana Barba non necessita delle creme di bellezza di Wanna.

Per la Madonna! Cioè la Ciccone che canta per me La isla bonita.

E io, sul divano, massaggio la sbarbina in quanto uomo vanitoso che sta sul vago e sul vanissimo. Forse solo sotto di lei.

Solitamente, il 15 Luglio viene comunicato il film di apertura del Festival.

Sarà il JOKER.

Se ve lo dico io…

Siamo una famiglia, una collettività senza più albero genealogico, consanguinei della nostra irreparabile perdizione non (salvi)fica

Sapete che mi dicono quando mi fermo, ponderoso e poderoso, a riflettere sul mondo?

Mi dicono che sono/sia un coglione storico, eppure stoico.

Ora, la prenderò larga. La terza stagione di Stranger Things 3 m’è piaciuta ma decisamente meno rispetto alle altre. L’ho anche scritto nella mia recensione. Nella quale, forse avrei dovuto aggiungere che quest’intera Season 3 fonda molte delle sue intuizioni su La cosa di John Carpenter.

Ma non volevo spoilerare. Qui, sì.

Dopo aver terminato di vedere il settimo episodio, pensai che i fratelli Duffer stessero scherzando riguardo al fatto, fatto loro pronunciare da Caleb McLaughlin/Lucas Sinclair, che il remake de La cosa sia più dolce e più fresco dell’originale.

Caleb fa riferimento al rifacimento del 2011 firmato, si fa per dire, da un regista dal nome e cognome talmente impronunciabili che da allora non ha più diretto un lungometraggio. Soltanto corti. Un regista dal respiro cortissimo.

Vale a dire Matthijs van Heijningen Jr.

Mi ricordo piuttosto bene, comunque, di questa pellicola. Da noi fu distribuita in sala nell’estate del 2012. Andai a vederla con un mio amico, considerato non tanto a posto, diciamo.

A entrambi non piacque molto. Se penso che nel 2012 ero ancora abbastanza allegro come essere umano, così come lo era questo mio amico, ora macellato dalla società e a pezzi mentalmente, tant’è che vive pressoché isolato e sperduto in una zona di confino dell’estrema provincia bolognese, mi viene da piangere.

Paiono infatti trascorsi mille anni e invece ne sono passati soltanto sette.

In questi anni sono cresciuto molto. Prima ero Brontolo, quello dei Sette Nani, appunto. Malgrado a Biancaneve volessi ficcarglielo con sette anali.

Forse però sono regredito del tutto. Strani e bislacchi eventi son infatti occorsi nella mia vita. Son stato anche un paio di volte in ambulanza e sono finito al pronto soccorso.

Anzi, sul finire del 2014, sfiorai davvero la morte. Che mi crediate o no. In privato, se mi contatterete, visto che io non ho nulla da nascondere, ve ne rivelerò le motivazioni.

Ammesso che v’interessi. Sennò, vi lascio alla vostra cena. Mi raccomando, spolpate bene le costolette di maiale e succhiatemi tutto il midollo spinale.

Qui, mi sono un po’ perso. Ma io mi perdo sempre. Sono un licantropo che vaga nella brughiera e mangia anche, come un topo, il gruviera.

Alcuni, anzi molti, mi considerano un personaggio talmente oltre da meritare probabilmente perfino la galera. Ah ah.

Sì, io non la mando a dire. Eh già, perché mai dovrei affidare le mie parole da scritti corsari a un’ambasciatrice che non porta pena quando invece, di pene, devo essere io colui che le prende?

Dico? Io mi assumo ogni responsabilità. In nessun posto di lavoro mi assumono ma piaccio alle donne segretarie. Mah. Vogliono da me amplessi in formato fotocopia.

Adesso, veniamo al dunque, siamo seri. Per l’amor di dio! Non lasciamoci prendere la mano!

Dov’eravamo rimasti? Ah sì, a Stranger Things 3. L’episodio sette è, nonostante questa cazzata cosmica detta da Caleb, quello migliore della stagione.

Quello finale, della durata di circa un’ora e venti insopportabili, è il peggiore. Mah, solitamente, essendo il finale, dovrebbe essere il migliore. Invece così non è, manco per il cazzo.

Innanzitutto, il personaggio di Dacre Montgomery muore. E dire che non vedevo l’ora che si trombasse quella bona di Cara Buono. Ma Netflix deve aver pensato che, sì, è un servizio streaming ma non è un VOD, ovvero un Video on Demand da siti per adulti per il download di pellicole con super tope del tipo Milf love teens e altre puttanate di sorca, no, di sorta.

Non so perché, guardando Dacre, m’è tornato alla mente un mio amico delle scuole medie, Fabio Betti.

La faccia è uguale. Spero che Fabio, ragazzo che sognava di giocare nel Bologna, infatti militò nelle sue giovanili fin circa la maggiore età, stia bene.

Dacre schiatta invece, ucciso e trafitto nel cuore dal mostro del Mind Flayer.

Così come crepa anche David Harbour/Jim Hopper.

E ora? Come potranno realizzare la quarta stagione, già annunciata, senza il mitico David?

Certo che Winona Ryder in questa serie è davvero una sfigata mai vista.

Poi, ha avuto un cambiamento, una metamorfosi kafkiana da far paura anche a Dracula di Bram Stoker.

Che io mi ricordi, era una figona. Adesso, sembra la sorella gemella di Arisa.

Arisa, sì, la cantante di Mi sento bene. Mah, Winona non è che io la veda benissimo, ora come ora. Anzi, a ogni minuto che passa, diventa sempre più racchia e minuta.

E ora, appunto, pubblico, voglio il riso. No, non le risate, bensì un risotto di patate… che si sciolgano in bocca. Ah ah.

Tornando a Winona, nella stagione 1, le sparisce il figlio Will, nella seconda il figlio, in seguito al trauma, è rimasto scioccato. L’uomo con cui sta, inoltre, Sean Astin, viene divorato sotto i suoi occhi da un demogorgone.

E, nella terza stagione, finalmente rivela il suo amore inconfessato a Jim, sebbene non glielo dichiari platealmente. Peraltro, dopo l’irruzione nel covo dei gerarchi russi, sperava che lui se la inchiappettasse e invece lo prende in culo un’altra volta. Lui le si spegne davanti agli occhi. Praticamente è lei che lo ammazza, premendo sul rosso…

Insomma, questa è una vedova inconsolabile con un figlio traumatizzato che si è salvato dal Sottosopra ma, a differenza dei suoi coetanei, i quali cominciano a “darci dentro”, desidera rimanere nel seminterrato.

Ed è pure un’omicida di quello che poteva essere il suo amante coi contro-cazzi.

Il contrario, cioè, di suo figlio Will, un fanatico di Dungeons & Dragons ma per cui prevedo un futuro poco da drago…

Winona, una donna distrutta. Per di più, il figlio con ambizioni artistiche, da fotografo alla Robert Capa, consolida la sua love story con Nancy, interpretata da Natalia Dyer. Natalia di faccia è piuttosto carina ma in quanto a seno non è che sia molto dotata. Insomma, questo Charlie Heaton/Jonathan Byers, secondo me, doveva fare solo Helmut Newton, immortalando l’immane davanzale di Roberta Capua.

Invece, m’è diventato uno da libri di Moccia.

Ah, Roberta Capua. Stava con Massimiliano Rosolino. Nuotatore fenomenale, campione dello stile rana.

Massimiliano aveva e ha ancora un gran fisico. Era insomma belloccio. Non era un rospo e, diciamoci la verità, chi non avrebbe voluto essere il principe azzurro di Roberta?

Non c’è bisogno di essere stati un campione della Nazionale Azzurra per sognare un amore acquatico e un’immersione con orgasmi in apnea, non solo al mare e in piscina, con Capua Roberta.

Chiunque vorrebbe incarnarsi nel suo Rosolino e rosolarglielo, di bagnasciuga, perbenino.

M’immagino quando Massimiliano e Roberta stavano assieme. Lui era bello, lei di più

Devono essere partite scene di gelosia da manicomio. Sì, ecco la situazione… Massimiliano e Roberta si trovavano al ristorante Guarda Omar quant’è bello, (i)spira tanto sentimento, sì, celebre battuta di Totò in Totò sceicco (Massimiliano la conosce benissimo, essendo come il Principe della risata, eh già di Napoli, così come Roberta), al che entra un concittadino partenopeo verace, appunto, che fissa insistentemente il seno della Capua, come detto assai procace. A Massimiliano va il sangue al cervello, al partenopeo nei vasi dilatatori. Deve intervenire allora il buttafuori in seguito a questo diverbio prima della sedata, possibile rissa:

– Ehi, strunz’, che cazzo guardi?

– Guardo la tua donna. Embè!? È proibito?

– Ora io ti spacco la tua Capua de cazz’, no, scusa, volevo dire la tua capa di minchia.

Ecco, Carpenter non avrebbe mai filmato un finale triste, sì, ma conciliatorio e buonista come quello di Stranger Things 3. Prendiamo per esempio La cosa. La creatura mostruosa viene ammazzata, sopravvivono il bianco e il nero. Che rimangono al freddo e al gelo, fissandosi negli occhi, come per chiedersi vicendevolmente: non è che sei tu la cosa?

Sì, è una società d’idioti. Oggigiorno, Pier Paolo Pasolini sarebbe preso per un malato di mente e finirebbe in cura come Joaquin Phoenix del Joker.

Perché?

Perché Pasolini era e sarebbe ancora un genio.

Il mondo invece è andato a troie e non avrebbe capito nulla di lui.

L’avrebbe macellato.

Avete visto la foto rilasciata da Empire di Robert De Niro nella prima immagine ufficiale di Joker?

A me è parsa davvero inquietante.

De Niro ha un’espressione inorridita e Joaquin Phoenix gli è di spalle ma non lo vediamo in volto.

Fa spavento questa foto. È terrificante.

Avevo creato una miniatura, per un mio video su YouTube, a tal proposito. Che ripropongo.

Insomma, la storia è questa.

Joaquin/Arthur Fleck è un uomo buono, forse anche un po’ tonto nel senso positivo del termine.

Capisce però che, se non si omologa ai gusti della massa, verrà presto tagliato fuori.

Al che, decide di dare spettacolo.

De Niro/Murray Franklin lo deride impietosamente davanti a tutti.

Forse, scherzando un po’ troppo sulle debolezze psicologiche di Arthur. Insistendo, come si suol dire, come un maiale.

A questo punto, Arthur diventa il più cattivo.

Stando ai rumors, Joker finirà internato.

Ma in fondo, come ho scritto nel mio libro John Carpenter – Prince of Darkness, in merito a The Ward, siamo tutti dentro un enorme manicomio figlio della nostra cultura folle.

 

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di Stefano Falotico

The New 90-Second TV Spot for Exodus: Gods and Kings


28 Nov

Exodus, Trailer, considerazioni a freddo, il mio giudizio è freddissimo


10 Jul

di Stefano Falotico

 

Il trailer del nuovo film di Ridley Scott, Exodus, con Christian Bale nei panni di Mosè, fa schifo, è una sagra pacchiana del kitsch e della solita abusata computer graphic, presenta un Bale impresentabile mai così fuori parte, almeno a giudicare dal ghigno inespressivo che tira fuori in queste prime immagini in movimento. Come dico io, è blasfemia voler rifare I dieci comandamenti. De Mille sapeva eccome girare un film biblico come Dio comanda(va). Questo Exodus, invece, è già uno scult esagerato. Più che appunto da(lla) Bibbia, mi par un film in bilico e da babbioni. Il mio lunghissimo, undicesimo comand(ament)o è: mai credere che Ridley Scott sia un grande, mio uomo, sì, avrai un solo film di Ridley che mai puoi né potrai contestargli, Blade Runner. Gli altri film di Ridley tu puoi invece discutere, eccome. Santifica I duellanti Alien ma sul resto puoi anche stroncare a tambur battente. Non ti giudicherò!

Asfaltate Ridley Scott. La deve finire di girare questi semi-peplum di sandali e bighe. Si tenesse la sua Gian(n)ina Facio, che è ancora una gran figa e lasciasse stare i santi(ni).
Stendiamo un velo pietoso, infine, oltre a inondarlo di Mar Rosso, su Joel Edgerton che fa la parte che fu del grandissimo Yul Brinner.
Non basta pelarsi il capo per esser bravo, caro Joel. Saresti stato più credibile nei panni del profeta Gioele.

Invece, come faraone, da me lei beccherà solo una faraona mangiata alla faccia sua! Ah ah! Sì, uccido questi filmoni pomposi da becchino! Da me, solo pal(at)e!

Anche i geni sbagliano, il perfetto” d’altronde è un difetto dei robot. Già, tutti voglion sistemarsi da prefetti, invece io pappo la mia fetta, che “filettona”, e non m’inf(l)etterete più


27 Aug

The Master

Se aveste letto in vita vostra Isaac Asimov, vi sareste accorti di come, la razza umana, sempre fin dai primordi alla ricerca d’un significato al mistero insondabile della vita, sia sempre stata ossessionata dalla “perfezione”, che ha idealizzato in Dio e poi in tante “icone” greche, le quali vengon studiate alle scuole “alimentari” affinché il grezzo si “plagi” nel plasmarci, Plasmon, alla società. Per una rigidezza mentale che spesso ottunde le libere scelte e anche quelle “discole” non da discoteca, ove spesso i nostri “parenti” di Neanderthal “gozzoviglian” di “carne in scatola”, graffiando di “graffiti” il murales “affrescante” della “gazzella” in cui “sguazzarlo”, “pennellando” su musica aizzante.

Sì, stavo risfogliando il mio “Dizionario dei film 2011” e il mio proverbiale, maniacale perfezionismo è stato turbato da un clamoroso “Porco Dio, che refuso pazzesco. Non me n’ero accorto, come cazzo ha fatto a sfuggirmi?”.

E dire che circa 400 pagine, sebbene ost(r)iche a rileggerle innumerevoli volte, eran già impresa leggendaria pubblicarle, considerando che, per tale progetto, ho dovuto “sbattermelo” da solo, assieme a Valerio.
Qualche “virgoletta” che (s)balla, qualche imprecisione lessicale e “combricola” con una “c”, anche se poi scopro che, addirittura, c’è tanto d’un sito “ufficiale” e pagine Facebook che riportan tale erronea dicitura.

Che dite? Lo debbo scrivere nuovamente?
No, pigliatelo così ché già mi son fatto il mazzo(lin) di “rosso”, perché tanto faticai che nessuna Donna poi, alla fin fine, mi “sculacciò” a dovere. E fui diligente, vacca boia.
Basta, che voglion queste vacche? Voglion “sgozzarmelo?”. Che s’ingozzin con Alessandro Magno, ché a paragon di Lorenzo il Magnifico, qual io sono reincarnato, non ha conquistato neanche un grammo dei suoi, dunque miei, neuroni.

Allora, siete pronti per quello del 2012?
Se sì, vedete di non fare i precisini, ché qui si “pompa” e talvolta, sbronzi, si sfasa un po’ di cervello, e gustatevi già i primi post del prossimo.
Che potrete trovare sul nostro “benianim” e, di legenda “posterizzato“, “Cinerepublic”.

E ricordate: se Fox era “malato”, la ragione era riconducibile solo al “fallo” che “nessuna” gli concesse, sì, eran solo dei cessi, il pompino perfetto non esiste, soprattutto se scopri che in mezzo alle gambe vale molto di più di questa “stramba” umanità nel “transessuale”. E Gabriele D’Annunzio “lo” sapeva…

Sì, i poeti spesso si “sollazzano” ma, a differenza del nostro “Lele”, farò la fine dell’Arcangelo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. New Rose Hotel (1998)
    A dar retta al mio “amico” Dafoe, che intanto si scopava le “Asie”, sarei finito suicida senza “aiuole”.
    Che bel piano per salvare la mia vita. Lui, intanto, “appianava” e mi avrebbe ridotto a planare giù dal balcone.
  2. Ronin (1998)
    Hai mai ucciso qualcuno? No, l’ho “solo” offeso.

    Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?
    Sono andato a letto tardi, perché rimanessi sveglio non è un “cazzo” tuo.

  3. Insomnia (2001)
    Qui, lo scrittore di gialli sono io, caro Robin Williams veda di nevrotizzare la sua follia in barca.
    Sì, lei è imbarcato da un pezzo di merda.
  4. I dieci comandamenti (1956)
    Non desiderare la donna d’altri.
    E se, di cognome, faccio “Altro?”.

Genius-Pop

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