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Il corteo funebre per Raffaella Carrà e i cortei festosi per la vittoria dell’Italia agli Europei – La grande bellezza e le domande non sono mai indiscrete di Per qualche dollaro in più


07 Jul

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Prefazione – Il grande Lebowski è Il lungo addio di Robert Altman rielaborato in forma delirante, soprattutto esilarante

Ultimamente, cioè negli scorsi giorni, ho ricevuto, no, ricevetti (sì, il passato remoto dà un tocco di memorabile epicità in più) una splendida recensione in merito al mio folle, visionario, goliardico e al contempo cupo libro intitolato Bologna HARD BOILED & l’amore ai tempi del Covid. Di cui presto sarà disponibile la versione audiobook su Audible. Circa sette ore di recitato del Falotico stesso. Sbizzarritosi in tutte le accentazioni e imitazioni possibili e immaginabili. Con tanto di emulazione di Lino Banfi!

Ah, il nostro immaginario. Siamo dei luminari o viviamo sotto la luce d’un vecchio lampadario?

Siamo allucinati, allampanati o soltanto pigri come dei dromedari? Non lo so. Ecco la mia risposta, à la grande Lebowski, a tutto.

Secondo le testuali parole del recensore:

Lo stile è tentacolare con episodi spesso sconnessi su Bologna, cinema, pandemia e vita in generale. Più che il flusso di coscienza descritto nella sinossi, sembra un cut up dadaista la cui fonte è probabilmente l’opera dell’autore stesso (in particolare la critica cinematografica, che ispira i momenti migliori). Evocativo quanto basta anche se non si lascia apprezzare per originalità. Solitamente però di questi deliri un po’ alla Burroughs non se ne vedono molti e ciò è a vantaggio dell’autore. Da leggere anche solo per la curiosità che esprime il titolo… che in verità nulla ha a che fare con lo stile Hard Boiled che conosciamo (da Chandler a Leonard), avendo quest’operazione un timbro lirico preponderante (e dunque troppo spesso si lascia trascinare dalla suggestività delle parole, nonché dei calembour), ma è proprio questo “raggiro” a fare lo stile.

 

Recensione alquanto erudita, leggermente editata, dunque corretta e adattata nel formato Garamond. Cioè quello che va per la maggiore nei libri di classe. Sapete cos’è il testo giustificato? Cosa? Avrei dovuto scrivere… che cosa sia? Basta coi congiuntivi e con le vite al condizionale.

In Bastardi senza gloria, a un certo punto, Brad Pitt/Aldo Raine dice: se vorrei…

Ahia! Fatto sta che, se non sapete nulla, sarete comunque giustificati. Anche cassaintegrati.

Ebbene, per molti anni fui un assente ingiustificato dal mondo e vissi un po’ alla Jeff Bridges/Lebowski.

Dormendomela non poco, leccando gelati a tutt’andare, scolando White Russian a non finire mentre i miei coetanei, dietro il paravento e la giustificazione, per l’appunto, della maschera socialmente utile, detta altresì e più volgarmente vita da paraculi finto studenti ipocriti e falsamente salutisti, invero marci drogati, dopo aver scaldato il banco, anche i bagni, nei licei classici… dicevo… mi sono perso un’altra volta.

Voi vi perdeste al cinema tutti i film dei fratelli Coen? Sì, sicuramente siete dei malati di mente. Andate precocemente pensionati, in quanto dalla nascita invalid(at)i. Ecco, una persona che non ama i fratelli Coen è pervertita come Jesus Quintana/John Turturro.

E, se verrete in contatto con me, dicendo perfino che Ladykillers è il film più brutto dei Coen, potrei anche darvi ragione ma, se aggiungerete che La ballata di Buster Scruggs è un’opera minore all’interno della filmografia dei fratelli genietti succitati, a mo’ di John Goodman, vi urlerò, parafrasandolo:

– State per entrare in una valle di lacrime, in una valle di lacrime.

 

Poi, vi interrogherò e sotto torchio duramente vi metterò:

– Parlatemi di Arizona Junior. State zitti? State facendo scena muta. Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry?

 

Capitolo 1 – Non ci sarà il capitolo 2, avete capito? Non avete capito? Volete che io ricapitoli? Oppure che di nuovo capitomboli nella tomba, sperando di salvarmi la vita con la Tombola?

Ebbene, Alberto Tomba stava/stette con Martina Colombari. La quale sta da anni con Costacurta.

La morale della fav(ol)a è questa: da quando Martina lasciò Alberto, Alberto non vinse più nulla, girò Alex l’ariete e rimase cornuto. Può succedere. Comunque, ebbe lo stesso un gran culo. Sono cinico? No, sono un grandioso romantico. Infatti, la mia lei vuole sempre appurare se, quando non possiamo vederci, io sto vedendo un film dei Coen oppure stia vedendo qualcos’altro… E ho detto tutto.

Raffaella Carrà nacque a Bologna. Il suo vero nome all’anagrafe fu Raffaella Maria Roberta Pelloni. Vollero che i giocatori sia dell’Italia che della Spagna, prima del fischio d’inizio della semifinale degli Europei di Calcio che vide tali due squadre rivaleggiare per la finale, esibissero il lutto al braccio. In quanto Raffaella ebbe molto successo non solo da noi ma anche nella penisola iberica. Non esageriamo, adesso. Già esagerarono coi funerali di Stato a Mike Bongiorno. Raffaella era molto brava, bella da giovane, divertente e autentica. Da qui a definirla, però, grandissima artista, ce ne passa. Comunque, ne La grande bellezza, che Raf! Chi? Il cantante?

A far l’amore comincia tu…

 

Capitolo 2 – Ho mentito, c’è, anche Dio, anche Jep

– Colonnello, ma tu… sei mai stato giovane?

– Sì, e anche incosciente come te… fino al giorno in cui mi accadde un fatto che mi rese la vita estremamente preziosa.

– Quale? Forse, è una domanda indiscreta?

– No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte.

(Clint Eastwood & Lee Van Cleef from Per qualche dollaro in più).

 

Comunque, non sono Jeff Bridges de Il grande Lebowski. Sono quello de Il grinta. Ah ah. Anche il cugino di mia madre si è ammalato, si ammalò gravemente di Cancro. Dopo essersi curato da quello alla gola, tardivamente i medici gli hanno diagnosticato/diagnosticarono un tumore incurabile al fegato. Amici, si può morire anche domani. In questi anni, ho visto andare via tanta gente. Appena arrivo io in un locale, la gente mi chiama Il Principe. E tutti: – Servigli da bere. Offro io.

Non penso che l’Italia meritasse di vincere e non credo di meritare tutto quest’affetto e questa stima esagerata e sproporzionata. Ma la gente mi dice, a mo’ di Van Cleef col Biondo: – Te lo sei meritato.

La stessa persona che mi ha scritto la recensione del libro, su YouTube, mi ha scritto che non sono uno scrittore e critico particolarmente originale ma sono un artista. Cioè, sono molto più grande di un semplice scrittore e critico come tutti. Che dicono e fanno, scrivono le stesse cose. È un complimento enorme. Ha capito che la mia “follia” è stupenda, unica, irripetibile. Magica e poetica. Ed è questa che mi permette di non essere uno qualsiasi. Sto piangendo.

 

di Stefano Falotico

lebowski bridgesbologna hard boiled falotico copertina

Nonostante abbia adorato MANK e IL PROCESSO AI CHICAGO 7, agli Oscar io tiferò per NOMADLAND, io sono il ghost di Bob De Niro di ELLIS!


15 Apr

bob wells nomadland

Devo paragonarti a una giornata d’estate?

Tu sei più leggiadra e mite. Impetuosi venti sferzano le soavi gemme di maggio e la durata dell’estate è fin troppo breve. Talvolta troppo ardente splende l’occhio del cielo e sovente il suo aureo sembiante è velato. E ogni bellezza col tempo perde il suo splendore, spoglia dal caso o dal corso mutevole della natura ma la tua eterna estate non potrà svanire né perdere possesso delle tue bellezze. Né… né… né la morte potrà vantarsi di averti nell’ombra sua poiché tu crescerai nel tempo e in versi eterni.

Finché uomini respireranno e occhi vedranno, vivranno questi miei versi e a te daranno vita.

(Chloé Zhao, Nomadland – poesia recitata dalla grande Frances McDormand)

Ora, scusate, vi sarà la mia introduzione al solito goliardica a salire vertiginosamente non nel cielo poiché a differenza del figlio di Bob Wells nel film della Zhao, non mi sono suicidato cinque anni fa ma voglio ancora toccare sponde felici di soavità e pace.

Osservare al crepuscolo la riproduzione esatta di un dinosauro, ascoltare il suono caldo di un pianoforte e respirare nel vento nella mia città metaforica accanto al mare della mia forza.
Ebbene, è uscito finalmente in streaming italiano il capolavoro assoluto di Chloé Zhao, ovvero l’irraggiungibile e incommensurabile Nomadland.

La dimostrazione evidente di come si possa realizzare un film straziante, commovente e magnifico di circa due ore con una trama praticamente inesistente e ridotta all’osso, come si suol dire. Senz’avvalersi d’intrecci arzigogolati e di trame contorte che di toccante non hanno un bel niente.

Be’, Nomadland rappresenta l’esatto contrario del sottoscritto, esemplifica straordinariamente l’anima filmica diametralmente opposta alla mia, totalmente. In quanto, a livello puramente letterario, sono barocco e sovraccarico la mia prosa, spero bella e poetica, di troppa ridondanza. Molti mi accusano perfino di essere tracotante. Evviva la protervia, ah ah. Al massimo, qua e là, i miei stilemi linguistici sono inappuntabilmente, puntualmente impeccabili ed eleganti. Stilisticamente sono perfetto, realmente a livello pratico sono deprimente, ah ah.

Sì, sono sempre stato una presenza ectoplasmatica, malinconica, oserei dire da nosocomio, da egregio encomio e un distinto uomo davvero d’istinto, quasi da manicomio, in mezzo a questa realtà per me perennemente perturbante, volgarmente carnale, strafottente in maniera smodata.

Una realtà ove tutti vogliono mostrarsi belli ma rimarranno invisibili e pure brutti, più che altro alla maggior parte della gente molto invisi. Ah, visi pallidi! Invidiosi!

Quando voglio e quando ho voglia di sensualità caliente, son un uomo (forse), oltre che galante, adoratore addirittura della modella paraguaiana Claudia Galanti. Ora, Galanti non mi sembra un cognome del Paraguay ma, se dovessi rintracciare il suo fidanzato su Instagram, e dirgli che a Claudia feci delle avance in privato, credo che passerei molti guai. Anche perché mentirei spudoratamente. Giammai infatti feci ciò, quindi peccherei di falsa testimonianza gravissima dinanzi alla mia Corte d’Appello.

Sì, sono il nuovo Michelangelo Buonarroti che affrescò la Cappella… Sistina? Sì, buonanotte…

Sono un uomo alla Roberto Benigni, mi piace provocare. Che cosa? Adesso pure il Leone d’oro alla carriera?

In passato, “corteggiai” la fidanzata di un attore, non so se argenteo, di nome Luca. Che mi crediate o meno, Luca mi contattò personalmente, dicendo di non provarci più con la sua lei. Dicendomi aggressivamente che lui è un attore famoso e poteva dunque farsi la sua donna formosa e farmi il culo in maniera potente… che uomo odioso! Anche permaloso!

Gli risposi che lui è un attore ridicolo se paragonato a Gary Oldman e che la sua lei non è come le ex di un gay, no, di Gary, cioè Uma Thurman e Isabella Rossellini, fra le altre…

Al che, m’apostrofò con far crescentemente veemente: – Lei non sa chi sono io!

Minacciandomi pesantemente…

Gli risposi, per l’appunto, con molta eleganza sanamente insolente: – Guardi, le ripeto. Lei non è Gary Oldman e non mi sta simpatico come Sacha Baron Cohen. Lei non ha senso come uomo e non ha nemmeno senso dell’umorismo. Mi fa senso, pensa di essere più sexy del mitico ex bomber della Virtus Basket, cioè Predrag Danilović. Per noi, virtuosi o semplicemente ex virtussini e non tifosi della Fortitudo, il leggendario Sasha.

Guardi, lasciamo perdere. Mi creda, lei non è un campione di niente, neanche di bellezza come il cantante quasi omonimo a Cohen, vale a dire Sasha dell’epocale If You Believe.

Scusi, ora la devo lasciare. Comunque, per la cronaca non sportiva, io invece sono Bruno e Borat. E la sua donna è molto bona. Diciamo che, rispetto alla moglie di Joel Coen, cioè Frances McDormand, è una spanna sopra in merito a beltà e la distacca con uno spacco, no, stacco paragonabile ai balzi impressionanti di Michael Jordan dei Chicago 7, no, dei Chicago Bulls dei tempi d’oro.

Se però vogliamo essere più obiettivi di un grandangolo della Nike, no, della Nikon, la sua lei sfigura parecchio dinanzi alla grande Frances. Diciamo che, a livello prettamente realistico e attoriale-cinematografico, è meglio che rimanga una donnetta nazional-popolare che, assieme a lei, di domenica guarderà le partite di Calcio e i film con lei come interprete.

Luca: – La smetta! Che ne sa, peraltro, lei di Calcio?

– Guardi, Luca. A Bologna, è nato Carboni Luca e dalla basilica di San Luca si può vedere lo stadio Renato Dall’Ara. Ho militato nella scuola Calcio Bologna Football Club 1909 quando fui pulcino.

Poi, quando “regredii” negli Juniores-Allievi alla polisportiva Lame Ancora, segnai un goal alla Danilovic, no, alla Renato Dall’Ara, da quest’ultimo messo a segno durante la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona di molti anni fa del Milan di Berlusconi!

Cioè questo:

Guardi, la sera prima, un ex centravanti quasi più forte di Marco Van Basten, vale a dire Hendrik Johannes Cruijff, più comunemente noto soltanto come Johan Cruyff, in conferenza stampa, sostenne che il suo Barcellona con Romario avrebbe distrutto il Milan dei miracoli e degli olandesi volanti.

Disse la stessa cosa pronunciata da Lino Banfi ne L’allenatore nel pallone. Il quale affermò che avrebbe sconfitto e stracciato Zico. Ma la sua Longobarda perse 4 o 5 (non ricordo bene, scusate) a zero con quaterna dell’uomo che pianse quando il suo Brasile fu massacrato da Paolo Rossi con una tripletta devastante.

Senta, Luca non faccia con me il crucco. Sennò, diverrò Alex Del Piero e lei piangerà come la bimbetta sugli spalti durante la semifinale dei Mondiali 2006.

Che cosa? Riaprono gli stadi e i cinema invece no? Generazione di fenomeni… cantò Gaetano Curreri.

Di mio, indosso jeans della Carrera, non voglio fare carriera e odio le corriere.

Luca, non mi provochi altrimenti potrei tornare a essere il più grande calciatore di tutti i tempi e dribblarla come Alfredo Di Stéfano.

Luca, mi tolga una curiosità. Lei preferisce Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro, Marco Di Vaio, il nudo di Madeline Zima di Twin Peaks: Il ritorno, Ronaldo Luís Nazário de Lima, Pelè che è lo pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento, Sylvester Stallone di Fuga per la vittoria o quello che, con buona pace all’anima sua di Diego Armando Maradona, è il più forte di tutti i tempi, cioè Lionel Andrés Messi?

Inoltre, prima di lasciarla, caro Luca da tre premi Oscar dei piccoli, vorrei chiederle questo: chi è il regista di Torna a casa, Lassie!?

Non lo sa, vero? Intanto, legga Hermann Hesse.

Sa, io lessi molto. Lei invece è lesso.

Sono l’incarnazione dell’Enigma di Kaspar Hauser di Werner Herzog. Film che conosco ma in verità vi dico che non ho mai visto interamente poiché basta che mi guardi allo specchio per giudicarlo e recensirlo, ah ah.

Vi fornisco un’anteprima esclusiva del mio prossimo libro. Forse sarà revisionato e corretto:

  1. Sono un nomade, un fantasma del mio tempo giammai dimenticato, oscurato e rinato

 

Navigando in tale vita tempestosa, mi fermo all’improvviso a riflettere pacatamente sull’oceanica vastità del mio immane, trascorso tempo su questa terra maledetta, ricolma di uomini e donne vanagloriosi. Mi siedo e accomodo mestamente su una panchina arrugginita d’un parco immerso nel verde d’un lussureggiante autunno ancora innevato da fiocchi nivei che lucidano di sobria bianchezza armoniosa le guglie delle chiese e delle cattedrali di tale città di fantasmi e morti viventi, di uomini e donne pestilenziali e perniciosi. In una parola, prematuramente nell’animo defunti e dunque osceni e odiosi. Li deploro con rabbia furiosa.

Innervato e appannato fui io, nella mente annebbiato, scomparso dal mondo e di neve, no, di nuovo riplasmatomi a mio insindacabile, entusiasmante e vitalissimo volere stupefacente.

In me non è avvenuto nessun cambiamento interiore. Né son stato miracolato da qualche misteriosa, oscura forza illuminante o prodigiosa.  Non ravviso niente di speciale, eclatante o clamoroso in tale mia rinascenza che ha del fenomenale a dir poco. Poiché, dopo sterminati, imperterriti e lacrimevoli strepitii del mio cuore iroso e non più vigoroso, affievolitosi in effetti nel vigliacco piagnisteo cardiaco di silenti battiti da viandante forse peccaminoso di tale nostra esistenza morbosa, ancora con energia e forza ardimentosa risento magicamente scoccare, echeggiante potentemente dal profondo mio inconscio opprimente e ai miei occhi stessi in passato apparsomi repellente, una raggiante, splendida luce dardeggiante che acceca di bagliori estasianti il mio umore, come dettovi, per tempo immemorabile poco bienaventurado, sì, non beato ma sprofondato nelle agoniche mie notti onestamente più beote,  scarsamente gloriose e di vita golose.

Avete per caso mai visto il cortometraggio di JR, intitolato Ellis ed interpretato da un lugubre ma sempre grande, laconico Bob De Niro fenomenale?

Scritto dal premio Oscar Eric Roth, è la breve ma commovente cronistoria, sostenuta dalla voce narrante cavernosa di un De Niro ectoplasmatico, d’un alive, di uno spettro senz’identità precisa e alcuna, ricomparso miracolosamente, un migrante sopravvissuto alla barbarie del tempo che scalfì e trafisse mortalmente i destini di tanti avi e innocenti giunti in America attraverso grandi navi.

De Niro, protagonista di Awakenings, che in questo short movie si risveglia dalla tetraggine lapidaria del suo passato emozionalmente cimiteriale. E cammina, con passo felpato e rattristato, struggentemente appassionante e toccante, lungo i corridoi scuri d’un casolare fatiscente e abbandonato dopo aver ormeggiato in un passato mortificante, dopo non aver amoreggiato, forse, per viltà o pavore, con la sua innata, pulita e pura sua intimità essenziale e umana più cristallina, non adulterata dalla sua originaria natura incontaminata.

De Niro che fu protagonista del meraviglioso e crepuscolare City by the Sea per la regia di Michael Caton-Jones. La storia di un coriaceo detective dal cuore d’oro, Vincent LaMarca, il cui padre assassino fu giustiziato e condannato alla sedia elettrica in carcere. Dunque, a sua volta assassinato senza pietà alcuna.

Vincent, il cui figlio, durante una nottata piovigginosa, involontariamente uccise un uomo per legittima difesa ben comprensibile.

La storia di un uomo, Vincent, costretto a confrontarsi giocoforza coi fantasmi del suo passato da lui sublimato e apparentemente rimosso. Un uomo amante della bellezza eburnea d’una donna semplice e dall’aspetto virginale e bella come la madonna, incarnata dalla strepitosa, dolcissima Frances McDormand.

Attrice protagonista del superbo e inarrivabile, malinconico Nomadland di Chloé Zhao. Capolavoro inaudito, illuminato dalla grazia d’una venustà recitativa senza pari della stessa McDormand allo zenit della sua immensa bravura encomiabile e portentosa.

La storia di una vedova donna sessantenne e inconsolabile, affranta e affaticata, che perde il suo lavoro su Amazon e decide di mettersi in viaggio, incontrando, durante il suo stralunato e allucinato, avventuroso peregrinaggio solitario, tante persone dalle vite rovinate o soltanto, paradossalmente, restaurate all’antico, primigenio lindore della loro primordiale, incorrotta limpidezza esistenziale.

Cosicché, a vivo e sentito contatto col dolore e con la sofferenza più sentita, finanche con la purezza delle scheggiate, ferite vite altrui e della sua stessa anima coartata da un incolmabile lutto coniugale non cicatrizzabile, infermabile continua a viaggiare sulla sua strada in modo instancabile, abbagliata nel suo animo da una tenerissima luce salvifica, letiziosa sebbene ancora insanabilmente, atrocemente dolorosa.

Offuscata e allo stesso tempo rischiarata dall’aver scoperto, sebbene malvolentieri, la durezza della vita più incantevole nella sua nuda stranezza ed essenza più nitida e imponderabilmente luminosa.

Lei vivrà, sino al giorno della sua morte, sorretta dalla delicatezza del suo essersi trasfusa nel concetto esemplare di assoluta, sfavillante trasparenza di donna inguaribilmente immalinconitasi a causa della tragica morte di suo marito, eppur al contempo speranzosamente combatterà volitiva, forse in silenzio, l’inarrendevole voler inseguire una flebile ma lucente fiammella chimerica o solo utopica.

Ove io vagherò, invece? Nel mio interiore infinito, infinitamente?

Tanto tempo assopitosi, amici e fratelli della notte, è riemerso nel ricordo e dai neri ricordi di me che fu obliato dal nero più insondabilmente asfittico della dimenticanza che occluse ogni metaforica mia freschezza respiratoria.

Adesso, in me, questo ritrovato tempo insperato sta risorgendo in fiera rimembranza acuta ancora squillante.

Tornerò vivamente alla ribalta?

O sono soltanto ritornato baldo e splendido come la più lieta e dolce alba?

Quindi…

Se qualcuno vorrà fare del male ai miei figli più cari, parafrasando e personalizzando Elias Koteas de La sottile linea rossa, ricordate che io vi attaccherò come John Rambo.

Mi metteranno dentro ma vi cancellerò dalla faccia della Terra.

Perché, alla pari Robert De Niro, così come fu definito detto durante uno spot di tanti anni fa passato su Radio Monte Carlo TV che gli aveva dedicato una monografia, io sono il più grande, il più grande di tutti.

Non provocatemi, sennò piangerete tanto. Interminabilmente.

Questa è la mia vita.

È un bene sacro.

Anche perché non possiamo perdere non il figlio di Bob Wells di Nomadland, bensì un genio mostruoso come Orson Welles.

Quando cambio prospettiva, per voi diventa impresa possibile tenermi fermo e battermi. Lo so, sono un megalomane. Meglio che essere un idiota come il novanta per cento delle persone.

Tornando a Bob De Niro, in Casinò il suo personaggio alla fine disse… E questo è quanto.

Provate a indurmi nuovamente al suicidio e, come disse John Goodman de Il grande Lebowski, finirete in una valle di lacrime, in una valle di lacrime, in una valle di lacrime.

Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry?

di Stefano Falotico

Il sequel di Suicide Squad di James Gunn è una figa(ta) come Margot Robbie. No, fa schifo. Ok, boomer? Avete capito bene, è brutto/a, uccidetemi!


27 Mar

suicide squad james gunnOk, Boomer: chi ha inventato questa sciocchezza come la scempiaggine secondo cui James Gunn sarebbe tremendamente geniale? E il Covid parafrasato da de Curtis: il “sano” è un paziente che non ha pazienza! Non ne facciamo una tragedia di questo mondo, lo è!

La dovremmo finire con questa storia dell’ok, boomer.

Partiamo col flusso di coscienza, miei uomini incoscienti e finto sapienti, miei saputelli saccenti. Vai con la “demenza”. Scusate, non vi sto dentro con la testa, non sono un genio come Nikola Tesla.

Come dicono a Bologna, lui sì… che aveva ‘na gran test’. Era bravissimo nei test(i). Elaborava teorie pazzesche anche mentre mangiava un toast. Un uomo tosto. Uno scienziato paragonabile a Eratostene. Socmel’, se l’era tost’ il Testa, no, il Tesla.

Tu invece finirai arrosto e non sarai mai un Ludovico Ariosto.  Adesso, dopo questa mia provocazione, sei Ludovico Furioso? Mangiamo gli arrosticini. La vita è un pasticcino, il Covid invece quer pasticciaccio brutto de via Merulana? Evviva Carlo Emilio Gadda. Il lago di Garda si trova in Emilia-Romagna o in Veneto? Il lago più grande d’Italia non è quello Maggiore.

Evviva Alberto Sordi di Totò e i re di Roma. Evviva Totò/Antonio che fa ad Alberto il paliatone. Sapete che significhi…?

Dica duca, duca dica, a prescindere, Gadda o adda venì? Cosa? Non ho capito. Alda Merini? Ma come parli/a!!! Palombella rossa, le parole sono importanti!

E Nanni Moretti è sempre stato un frustrato auto-rinnegato! Io sono un autarchico, lui è un falso. Da anni vuole solo Laura Morante! La ficcava dappertutto! Che vuole questo nano, no, Nanni? In Caos Calmo sodomizzò perfino Isabella Ferrari. Ah, è insaziabile. Oltre alla Ferrari, vuole pure la Porsche?

Sei Sam Neill de Il seme della follia? Dai, su, fai il carino bravo bambino, lo vuoi per Pasqua il regalino, ciccino? Ciccia, Ciccillo, ciccioni, cafoni! Guarda che, se non ti comporterai da bravo soldatino, ti sbatteremo in The Ward di John Carpenter. Lavora, suvvia, sbattiti! Duri fatica, ora? Hai capito come si sta al mondo? Ma di che ti lamenti!? Vuoi fare il fighetto? Ehi, stronzetto! Fatti il culetto, sennò finirai a battere! Le mani, i tasti da dattilografa o i viali?

Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry?

Evviva John Goodman de Il grande Lebowski!

Che cosa? Tu credi che il diavolo e dio siano la stessa persona? Stefano, non è che vai dietro alle teorie “complottistiche” di Mauro Biglino? Ah, ma allora sei Il signore del male. Vade retro, Satana.

Sei l’idolo delle folle, sei una barzelletta. Dio, me fai mori’…! Sei malato di disturbo delirante paranoide! Fatti curare da uno in gamba! Io non posso aiutarti, nemmeno lo voglio. Mi spiace, ora devo farmelo! Non vengo da una famiglia agiata, mio viziato del cazzo! Io mi faccio il culo! Della racchia con cui stai? O di quelle bagasce che paghi dopo una giornata di lavoro dignitoso?

Sei un mostro come Michael Myers di Halloween. Devi, devi morire… che tu sia maledetto. Che te possino ammazza’, ah, stronzo e figlio di puttana!

Evviva Un sacco bello e Mario Brega, prima ce sto io, poi ce sta De Niro…

Cosa? Non ti piace Compagni di scuola? Ignorante! È Il grande freddo all’italiana! Lawrence Kasdan! Ama Mario Monicelli! Tutti i dizionari dei film sostengono che Compagni di scuola sia un grande film. Acculturati! Vergognati! Che cosa? Ancora ti fidi di Paolo Mereghetti? Io credo che ognuno possa giudicare i film a modo suo. La Critica non serve a nulla! Serviva agli ignoranti, oggi siamo tutti istruiti. Possediamo cioè autonomamente la cultura per sapere la verità inconfutabile! Comunque, io sono democratico, sai? Cosa? Tu voti Salvini? Io ti ammazzo, non credo nel fascismo! Ah ah.

Io mi avvarrò, a mo’ di Abramo Lincoln, no, di Abraham Van Helsing, d’ogni forza di Cristo affinché tu non venga posseduto dal demone della schizofrenia! Sei un vampiro, un aborto staliniano, un russo comunista edonista nazista fancazzista e idiota fascista leninista! Evviva La visione del sabba di Marco Bellocchio e L’ora di religione! Po… o Dio, pu… na la Madonna Veronica Ciccone!

Secondo me, è più figa Maruschka Detmers di Diavolo in corpo! Tu le preferisci la scena (c)orale di Brown Bunny? Ehi, non fare il Gallo cedrone alla Verdone, povero co… ne, non sei Vincent di niente! Sei un perdent’ assolut’! Maledetto il giorno che t’ho incontrato! Non avrai altro dio al di fuori di William Friedkin de L’esorcista. Ah, ma allora ti piace pure quella donna terragna de L’esorciccio, povero coniglione! Mangia le carote, sei Bugs Bunny, io ti banno. Sì, ora ti comunico che ti scomunico. Sei bannato, sei bandito, mio bandito. Bambinone! Questo non è Cinema per vecchietti, neanche per bimbetti. Sei solo un’ochetta, povero somaron’ che non sei altro, ti sei ridotto come un tamarrone!

Sei noioso, mi hai fatto venir’ du marron’.

I boomer, ridicolizzati anche col termine bomber (famoso giubbotto di moda nei primi anni novanta fra zaini Invicta e Smemoranda diari, ah ah), se la prendono coi bombati-rimbambiti Bambi da Paese dei Balocchi alla Lucignolo, dicendo loro che, se vengono presi in giro in quanto giudicati rincoglioniti dai bambagioni ritardati e mai maturati, gli insulti torneranno indietro a questi ultimi, forse ai primi… della classe, a mo’ di boomerang. Stanno preparando una serie tv sull’ok boomer…

Gli spostamenti fra regioni, stando ai primi Dpcm del Presidente di che… da Jena Plissken di Escape from New York, dovevano regolarmente essere ripristinati alla normalità, eh sì, due mesi fa.

Ora dobbiamo aspettare il 30 Aprile. Le misure restrittive saranno ancora prorogate a data da destinarsi, procrastinando i nostri destini da scherzo legislativo del pesce apriliano? Ah, tu hai il naso aquilino? Oppure a patata? Hai visto quante belle patate al discopub? Non sei stronzo come Castor Troy/Nic Cage di Face/Off. Ti dà gusto mangiare la patata dell’hostess? Allora, non hai fatto i conti con l’oste. Osteria numero uno, ostregheta in venezian’, ostrica, Ustica, il litorale di ostia, sei una streghetta. Vuoi uno strudel? Sei crudel’. Diciamocela nuda e cruda al Proscutto di Parma. Sei flaccido e finito, ammuffito e bollito, schifoso e fallito come una mozzarella scaduta. Come mi sei (s)caduto in basso. Mi fai pena!

Dai, mangia un polpettone… come gli ultimi film di Ridley Scott e finiscila di polemizzare, sei un polentone o un po’ lentino? Ci arrivi o no? Sei scemo, Stefanino scemino o ci fai da furbino? Ti fa ridere Dumb and Dumber? Allora, non sei pazzo, sei un pagliaccio come Jim Carrey di Man on the Moon! Sei smemorato come Carrey di The Majestic.

Dai, dio bonin’, Stefano. Riprenditi ben’… prendi la vita con leggerezza, però attento a non essere troppo “light” come Forrest Gump, altrimenti sarai una piuma nel vento. Indossi scarpe ginnastica Puma? Hai mai visto Il bacio della pantera? Ne preferisci la versione originale di Jacques Tourneur oppure il remake di Paul Schrader

Ti commuovi con Dumbo? Vieni da L’Aquila o non sei un aquilone? Cioè, un uomo molto dotato intellettualmente dai riflessi pronti oppure sei pesante più dell’autore del libro The Kite Runner?

Come dice Jack Burton: basta, adesso!

Basta con questa merda nerd.

Voglio vedere quanto prima Cry Macho di Clint Eastwood e non vedo l’ora che Martin Scorsese inizi le riprese di Killers of the Flower Moon con De Niro & DiCaprio, caproni!

Sì, lo ammetto, sono vecchio, sono un boomer. Sono anche Frank Sheeran di The Irishman. Però, ho una bella voce come Frank Sinatra.

Sono sia Tim Robbins che Sean Penn di Mystic River.

Se non vi sta bene e vi venisse in mente di prendermi per il culo, divento anche Colin Farrell di Miami Vice e De Niro di Heat.

Look at me! Look at me!

Sì, grandioso De Niro quando ammazza, a mo’ di Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti, Ted Levine. Ah no, non è lui… il viscido… Come? Il viscido è Buffalo Bill? No, il detective Bosko. Tempo fa mi sbagliai. Mi corressi. Non vedrò questo film, non mi appartiene. Così come non mi è mai appartenuto giocare alla PlayStation. Faccio le cose che fanno gli altri perché sono depresso.

Dall’età di 14 anni, penso al suicidio. Ancora non sono morto. Per forza, in un mondo che crede che siano giuste le catene delle quarantene, è giusto che il Falotico vi svegli, deficienti!

Margot Robbie è la donna più bella del mondo, certo, come no. James Gunn è un cazzo di fottuto cazzo di genio fottuto, cazzo, che genio, cazzo. Dio, come godo. Che roba è questo trailer? Spettacolooooo. Vengoooo!

Scusate, il mio gelato al cioccolato è più buono di queste merdate.

Mi avete stancato. I miei genitori sono oramai anziani. Non so quanto ancora camperanno. Beati voi che avete tempo per farvi i pompini a vicenda.

Che tristezza! Sì, sono triste. Mi piace esserlo. Provo a essere un idiota come voi, non vi riesco, non gliela faccio proprio. Perdonatemi, sono malinconico e da manicomio. Vi chiedo pietà. Ammazzatemi con dolcezza. Attenti, però, tenerezze! Sono poco intelligente, vi avverto, ho distrutto semplicemente tutte le teorie di Freud e Hung. Me ne sono testimoni dieci psichiatri di Bologna. Stanno piangendo da circa tre anni ininterrottamente. Non è difficile uccidermi, non credete?

Avete ragione.

Come darvi torto… Scusatemi se ho dubitato anche solo per un attimo, James Gunn è certamente un genio indiscutibile.

Certo…

Devo rivedere il Dracula di Coppola. Coppolone, un genio vero. Altro che Gunn e cazzoni.

 

di Stefano Falotico.

Mi pare doveroso omaggiare ancora una volta uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Cioè me stesso? No, JEFF BRIDGES


11 Jul

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Io adoro quest’uomo anche se la mia lei adora me. La mia lei infatti mi considera più virile del King Kong con Jessica Lange. Ah ah.

Janet Maslin lo definì, a ragione, giustissimamente, insindacabilmente così: il più sottovalutato grande attore della sua generazione.

Ora, sempre a ragion veduta, oramai appurata, dunque anche sanamente impura e sessualmente nella mia lei “certificata” in maniera di forte goduria, non sono omosessuale e credo che Maria Sharapova sia a tutt’oggi la donna più bella della storia: https://www.geniuspop.com/blog/index.php/2020/07/come-bello-essere-the-punisher-e-joker-fuori-i-vecchi-i-figli-ballano-non-vi-lascero-come-elias-koteas-de-la-sottile-linea-rossa/

Le sue gambe sono muscolosamente, infatti, affusolate, tonicamente allineate a una simmetrica perfezione di atletiche rotondità asciugate in un corpo mozzafiato più esaltante di un suo colpo vincente che annichilì qualsiasi racchia sua sfidante grazie alla movenza basculante del suo bacino assai piccante associato a braccia possenti, autoreggenti, no, impugnanti una racchetta sfiancante.

Sì, qui faccio il Ballard della situazione. E allora?

Detto ciò, depositato agli atti “notarili” il mio amore per la mia lei con tanto di clausola secondo cui la Sharapova rimarrà la mia f… a “virtuale” par excellence, spostiamo ora la nostra eccitazione, no, attenzione su un tocco d’uomo intramontabile.

Sì, in Una calibro 20 per la specialista, sì, un po’ “tonto” lo è. E non fa una bella fine. Spompato dalla stanchezza sopravvenutagli dinanzi a una realtà indubbiamente tremenda e maialesca.

Lui, rinato come il sottoscritto in Starman. Capolavoro sottostimato di Carpenter che commuove più dell’amore purissimo e incondizionato fra Robin Williams ed Amanda Plummer ne La leggenda del re pescatore.

Ma che classe quest’uomo con la sordina. Che recitazione d’alto pregio attoriale nel finale del bellissimo Hell or High Water.

Un attore, come si suol dire, che vale il prezzo del biglietto.

Di mio, dirimpetto alla Sharapova, comunque mi svaccherei come Il grande Lebowski di fronte a Julianne Moore. Senza vergogne, no, vergogna alcuna. Con sfacciataggine (in)sicura.

Sono difatti un uomo senza paura, vero Fearless che colse il suo attimo fuggente da Cinema romantico di Peter Weir, ah, estasiante, pubblicando i suoi primi libri con Albatros(s) di Ridley Scott?

Sì, malgrado fossi già mezzo sciancato, affaticato, quasi del tutto distrutto come Il grinta, ritornai in sella e incontrai la mia lei che mi cavalcò come Rachel Ward di Due vite in gioco. Film che contiene una canzone stupenda di Phil Collins e soprattutto una scena cul(t) quasi più figa della Sharapova.

Comunque, l’appena menzionatovi film di Taylor Hackford non è un granché.

Mentre io e Jeff siamo più grandi di Al Pacino de L’avvocato del diavolo.

Sì, altro che L’ultimo spettacolo. Allora, se Peter Bogdanovich stette assieme a Cybill Shepherd, la biondona super bona di Taxi Driver, credo che tua sorella attualmente se la faccia con John Turturro, per l’appunto, di The Big Lebowski. Jesus di che? Ah ah. Quintana? Ma questo è un pervertito da San Quintino.

Mentre io sono Tucker, un uomo che credette e ancora crede nel suo sogno. Infatti, molti anni fa m’addormentai, psicologicamente parlando, risvegliandomi soltanto quando mi apparve la madonna, cioè Michelle Pfeiffer de I favolosi Baker.

Sì, con la mia lei divento Crazy Heart. E lei mi ha reso più dolce e sensuale di Colin Farrell.

Sì, vissi dentro un incubo da Arlington Road. Oh, a me piaceva Mark Pellington. Diresse pure dei videoclip per Springsteen.

Perché mai, se sono Falotico, i miei odiatori mi diedero invece la patente di uomo falena come in The Mothman Prophecies?

Voci nell’ombra? Ma di che? Mi asfissiarono, più che altro, nel mutismo. Da cui Il silenzio degli innocenti. Per ritrovare la mia farfallina, dovetti penetrare… in casa di Buffalo Bill e fargli il culo.

Incredibile. Comunque, l’italiano medio è fermo alle farfalline della BELENA.

Diciamo che vive solo di fantasie live action di totale computer graphics dei suoi neuroni fottutisi nell’adorare soltanto Jessica Rabbit. E ho detto tutto.

Veri conigli! Guardate Tron!

Sì, in Hell or High Water Jeff Bridges recita da dio, soltanto accavallando la gamba.

Come me. Un uomo che, anche quando non fa nulla da mattina a sera, emana un carisma puro, pure da Kevin Spacey di K-Pax.

Se non vi sta bene, non avete capito niente di me e della vita. Per non dire… anche di qualcos’altro.

Vi siete offesi? Ma tanto lo foste dalla nascita. Eh sì, miei storpi, la verità è questa. Fatevi benedire e andate a Lourdes.

Il mondo capovolto! Tideland? Il film più brutto di Terry Gilliam. Comunque, sempre meglio, ripeto, di tua sorella che sta con Turturro.

A questa non basta neppure Lourdes. Puoi depurarla con qualsiasi acqua benedetta ma preferirà sempre i luridi.

Di mio, sono solamente un maledetto.

Che vogliamo fare?

Dovrei tornare a catechismo?

Invece, ordinerò un altro White Russian. Con tanto di cubetti di ghiaccio…  Per un grandioso Brivido caldo.

– C’è Mickey Rourke di Orchidea selvaggia in questo film? – mi domanda un demente.

E io: – Scusa, se Rourke è in Orchidea selvaggia, come può stare in Brivido caldo?

– Scusa, Stefano. Ne I cancelli del cielo, ci sono sia Bridges che Rourke in un cammeo. Dunque, non era la mia una domanda idiota.

– Sì, ma a William Hurt tu non piaci.

– Stefano, hai mai visto Il bacio della dogna ragno?

– Certo. Allora, vuoi che ti combini per lo zio Fester, no, per le feste de La famiglia Addams?

 

Insomma, sono un cinefilo. Non fatemi incazzare, sennò potrei anche diventare poco cinofilo. Sì, miei cani, il lupo ulula e la mia lei sempre più m’allupa. Da cui la bionda che si fa col luppolo! Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Secondo me, Joker altri non è che Tom Cruise di EYES WIDE SHUT, eh sì, ah ah


18 Jan

tom cruise eyes wide shut

Parentesi: per realizzare l’audiolibro del mio nuovo, visionario romanzo, mi avvalsi dell’aiuto della mia grafica, gentilissima, ma prima scaricai dei programmi che intasarono il pc… Al che, m’entrarono vari malware fra cui il temibilissimo Goodgame Empire. Che si presenta come una sorta di gioco di ruolo e invece è un virus subdolo come quello che potreste prendere se faceste sesso con una donna poco protetta…

È vero, dopo non essere riuscito a debellarlo manualmente, il tecnico dei computer mi diede una mano e, scansionando il mio hard disk, rinvenne anche molti filmetti opportunamente da me salvati. Film che sono utili quando voglio essere smanettone… ah ah.

Come molti di voi sapranno, quando tanti anni or sono persi la calma e ribollii di furenti rabbie spasmodiche, fui sottoposto a una diagnosi psichiatrica. Essendo lo psichiatra forense un tizio meno bravo di Al Pacino di 88 Minutes, in maniera arbitrariamente sbrigativa e oscenamente erronea, mi valutò affetto da disturbo delirante paranoide. Una balla assoluta da me giustamente smentita grazie alla virtuosa abnegazione della mia purezza intonsa.

Dovetti spappolarmi il fegato, scorticarmi vivo ed espellere ogni grammo della mia anima, sviscerando tutte le mie interiora e le mie più arcane interiorità, denudando vergognosamente ogni mia linda emozionalità pudica pur di dimostrare che l’effettuata diagnosi fu scandalosamente capziosa, atta soltanto a calmare le acque. Calmando me anche troppo. Tant’è che, sino a qualche anno fa, se vedevo una foto di Nicole Kidman in bikini, ero talmente sedato da essere in zona Ore 10: calma piatta.

Invece, bisogna sempre stare a mezzogiorno… Sì, al sud il clima è arido, non piove mai. Impazza la disoccupazione. Al che i giovani stanno al bar e, fra una lettura del Corriere dello Sport e un flipper, fra un panzerotto e le urla dei vecchi che giocano a briscola, allestiscono fantasie sui fondoschiena delle cameriere. Non è che sia una vita propriamente esaltante. A dircela tutta, alcuni di questi qua faranno la fine di Alex di Arancia meccanica.

Ma torniamo a me, amante di Beethoven. Ah ah.

In quel periodo, indubbiamente fui funestato da forti, iraconde voglie vendicative al fine che la mia omeostasi emotiva, così vilmente lesa da sfrontati attacchi alla mia dignità virile, perpetratimi da persone che scelleratamente vollero togliermi il ciuccio, insomma dei ciucci, non rispettosi della mia stupenda castità virginale così fieramente, morbidamente per me godibile nel mio autoerotismo intellettuale alla William Burroughs, fosse fottuta.

Sì, sappiate questo. Ogni volta che m’accendo e vado in giro per strada, arrabbiato come Russell Crowe de Il gladiatore, è perché sono innamorato della mia Connie Nielsen. Sì, pure Keanu Reeves fu assai invaghito, infatuato oltre ogni limite della Nielsen ne L’avvocato del diavolo. Ma Keanu è uomo poco attendibile. Altro che Piccolo Buddha. È insaziabile. Nel film succitato, è sposato a Charlize Theron. Guadagna soldi a palate oltre a stare con un’enorme patata. Ma lui non s’accontenta e non vuole solo di lei godere. Questo Keanu andrebbe preso e spedito subito in cura. In una clinica ove placheranno prestissimo i suoi bollenti spiriti, come si suol dire.

Sì, nella saga di John Wick, mi pare che poi esageri oltre il limite della decenza e del pudore. Gli muore la moglie di Cancro e gli ammazzano il cane. Cosicché, scatena una guerra al cui confronto John Rambo è un dilettante quando, invero, poteva recarsi semplicemente al canile più vicino. Lì, sai quante cagne che poteva comprare per tenerle al guinzaglio?

Sì, le donne sono capaci di far impazzire un uomo.

Vidi uomini mansueti e più docili di un Carlino che, dopo aver fatto l’amore con una “San Bernarda”, latrarono come bovari del Bernese. Tutto a causa di un amplesso a garrese. Sarebbe stato meglio se, da soli, avessero usato quell’arnese…

Un discorso a parte meriterebbe Benicio Del Toro. Nel film Uova d’oro, interpretò un giardiniere alla Gianluca Grignani… ti raserò l’aiuola. Nonostante poi incarnò Che Guevara, i suoi capricci lupeschi da arrapato mai visto (Valeria Golino lo sa…) non furono curati. Infatti, di lì a breve fu Wolfman. E ho detto tutto… ah ah.

Ah, se non sapete mantenere una calma olimpica da filosofi zen come Keanu Reeves di Matrix, basta che una Carrie-Anne Moss, vestita di fetish attillatissimo, vi dica sottovoce che sogna un nero come Laurence Fishburne e succederà un’Apocalypse Now.

Sì, Fishburne ebbe ragione in Rusty il selvaggio. Ve lo ricordate? Ah no, fu Tom Waits a dispensare pillole di saggezza, mica quelle di Matrix, al povero Matt Dillon.

Matt, perso e preso totalmente da Diane Lane, amaramente stette seduto al bar. Credendo d’essere impazzito. E chiese dunque al barista Waits quando si può scoprire se una persona è matta. Tom gli rispose che non sempre si addiviene a questa diagnosi…

Cosicché, Matt diventò matto del tutto. Infatti, l’anno scorso fu il protagonista de La casa di Jack. E ho detto tutto. Sì, almeno, se uno è cosciente della sua malattia psichica, cazzo, se ne fa una ragione.

Sì, i matti sono persone fortunate, a mio avviso. Essendo matti, non soffrono. Delirano e basta. Sono le persone normali che impazziscono, ah ah.

Prendiamo Tom Cruise di Eyes Wide Shut. La Kidman gli confidò una fantasia erotica. Al che, Tom perse la testa. E s’inabissò in una notte di lolite, di orge, di maschere veneziane, insomma, il bravo medico mandò la sua integrità morale a puttane. Non del tutto, poiché alla fine si fece solo una sega mentale.

Da cui il richiamo al titolo della novella Doppio sogno da cui Stanley Kubrick trasse il suo trip.

Sì, ogni volta che sono incazzato e me la prendo con qualcuno, sì, lo confesso senz’alcun ritegno, è perché penso che lei mi stia cornificando con i nazisti nichilisti de Il grande Lebowski.

Al che, durante la fase rem, immagino i miei amici che m’inseguano per le vie della città con in mano delle forbici gigantesche per tagliarmelo. Sì, la vita delle comuni relazioni interpersonali, ce la vogliamo dire? Fa schifo al cazzo.

Sono un tipo troppo colto e sofisticato come Stanley Kubrick per rovinarmi con le piccinerie, i pettegolezzi e le gelosie della maggior parte delle persone, il cui unico interesse è sbatterlo in quel posto al prossimo.

Concluderei con una lezione mia di sesso che vorrei darvi.

Nel 2003, mi sverginai. Dopo che io e lei amoreggiamo corporeamente molte volte, una notte, lei mi chiese di farle la stessa cosa che fa un certo ragazzino a Maeve Quinlan di Ken Park. Eh già.

Dopo circa venti minuti di cunnilingus, mi voltai dall’altra parte e lasciai stare.

Lei, incredula ed esterrefatta oltre ogni dire, anzi, oramai totalmente calda nel suo ardere, mi urlò:

– Che cosa stai facendo? Stai scherzando, spero? Non puoi fare una cosa del genere a una donna. Chi ti dà quest’ardire?

 

Ecco, non fate mai una cosa del genere a una donna. È un affronto che potrebbe portare la vostra lei a rovinarvi la vita come fece Glenn Close di Attrazione fatale a Michael Douglas.

Sì, ci sono un paio di cosce, no, cose che le donne non sopportano. Le donne amano provocare i maschi e poi fingono… di prendersela se i maschi abboccano, troppo libidinosi, nei riguardi delle loro pose un po’ troppo spinte…

In verità, ne vanno matte. Le donne adorano eccitare e incagnire gli uomini anche se poi, sui loro profili Facebook, inseriscono solo post da animaliste vegetariane per farsi passare come buone amanti delle bestie…

Ma non fate mai come il mio cane di quella notte. Cazzo, ero stanchissimo, non mi andava proprio. Abbisognai solo di riposare.

Lei non me lo perdonò mai. Si alzò da letto e, in preda a spasmi di rabbia incontrollabile, mi gridò in maniera invereconda:

– Sei propria una merda! Non si fa così. Sai che significa per una donna? È orribile. Noi siamo diverse da voi. Non puoi stimolare tutti gli estrogeni e rompere la mia “diga”, dunque smettere, di punto in bianco.

Nooo!

 

Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry? 

Be’, per molto tempo, come sapete, m’identificai con Bob De Niro.

L’altra sera, un mio amico mi disse:

– Non hai mai pensato invece che sei uguale a Jeff Bridges?

Sì, riesco a essere Starman, cioè un diverso con una voce da Jack Lucas de La leggenda del re pescatore. E oramai, dopo una tragedia da Fearless, sfido chiunque a dirmi che io non sia il protagonista di Albatross.

Mi sa che siete poco aggiornati sui miei ultimi vent’anni di vita, uomini tanto bellini…

Meglio così. Qui tutti mi cercano, mi stanno accerchiando.

Di mio, era meglio se fossi rimasto un Drugo.

Comunque, prima di ridurmi come quel lagnoso di Tommaso Paradiso con la sua canzone immonda, I nostri anni, vi saranno ancora molte gatte da pelare.

Abbiate fede, figliuoli.

Voi fatevi i vostri deliri su di me.

Ma, come dice il detto, non dire gatto se non ce l’hai sacco.

E ricordate: il gatto è Tom, il topo è Jerry.

Mentre io riesco a essere, quando voglio, in ogni topa come Tom Cruise grazie ai miei tocchi geniali da Jerry Lewis. Cioè, faccio lo scemo apposta. E, come Jerry Lewis, vi sto prendendo tutti per il culo. Non l’avevate capito?

Eh no, eh? Infatti, siete più scemi di quello che sospettai. Ah ah.ken park

 

di Stefano Falotico

Hikikomori: la sana follia eccentrica del gioviale, felice, reiterato, cosciente isolamento lontano dalla prigionia sociale, lo sostiene anche il grande Alessandro Catto


25 Dec

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SCANNERS: questa volta il cattivo trovò uno troppo forte che lo distrusse, abbattendo tutta la sua stirpe e mangiando pure un tiramisù

Racconto aderente alla contemporaneità del mondo tristemente odierno ove imperversano, a briglia sciolta, gli haters

Sì, come Stephen Lack del capolavoro per antonomasia di Cronenberg, io sapevo, essendo sensitivo, che il cattivo mi sarebbe venuto a cercare di nuovo ma l’avrei fatto nuovo, come si suol dire, io. Vilmente m’apostrofò da coniglio, ancora una volta (s)mascherato dietro una tastiera e dando a me del gran pagliaccio iellato.

Peccato che non avesse previsto, come già gli dissi, che non ebbe di fronte chi pensò di trovarsi.

Dinanzi a lui, ecco l’unica persona al mondo dimessa da tempo dai centri ove volle, vorrebbe e vuole, eppur gli duole, la sua malignità deportarmi, semplicemente perché non corrispondo al piano regolatore della sua pazza, scriteriata eugenetica da suo sciagurato incurabilmente disagiato.

Ma, con suo enorme rammarico, qualsiasi psichiatra gli potrebbe spiegare che non sono, a differenza di quel che lui ostinatamente credette e ancora crede, né pazzo né diverso. Neppure meno intelligente.

Anzi, direi esattamente il contrario. Essendo io uno psichico, disprezzo invece lui, appartenente al mondo dei sottosviluppati giammai progrediti. Ovvero, gli ilici. Persone che rimarranno (in)ferme al loro mondo angusto di gelosie, di rivalità meschine e di squallidi pettegolezzi ilari e piccini.

Sì, per cercare di destabilizzarmi, inviò missive luciferine sotto falsi profili attraverso cui cercò di provocarmi scompensi emotivi tali da indurmi a gesti sciagurati e poco cauti e fini. Ah, che carino, ah ah!

Le sue offese furono però pedanti, prevedibili, anzi da me già profetizzate da veggente sopraffino. Puntuali come un orologio svizzero arrivarono i suoi insulti immorali e detonanti tutta la sua idiozia misera, offese che denotarono la sua mancanza di evoluzione allarmante, la testardaggine proterva d’un cervello amorfo ubicato nella scatola cranica di una persona che pensò di “vedere oltre”, tanto oltre che non poté prefigurarsi che, a proposito di Cronenberg, potrebbe fare presto invece, ahia, la fine di un altro cattivo di Cronenberg, lo psicopatico de La zona morta. Quindi, sebbene ancora non lo sappia, è più che altro già un pregiudicato.

Prossimamente, infatti, un giorno la polizia busserà a casa sua, qualcuno domanderà chi è e, quando da lontano, lui udirà il perché di tale visita a lui sgradita, comprenderà che la sua vita è finita. Così sarà, così è già. Eh già.

Dunque, per salvare l’onore, non avrà molte scelte, oh mio amore.

I suoi insulti furono raccapriccianti. Basati su arretratissime demagogie spicciole riguardanti la meritocrazia lavorativa e la presunta importanza del valore umano a sua volta edificato a ragione della sua visione del mondo e delle persone assai ristretta e bacata. In una parola, infima. Ove, secondo tale discutibile sguardo piattissimo, l’anima altrui non esiste e viene calcolata l’intera esistenza sulla base, appunto, di un reddito pro capite e dell’esibita, edonistica e più squallidamente vanagloriosa potenza sessuale morbosa. Sul concetto piccolo-borghese di amore soddisfacente soltanto le logiche, potrei dire, aziendali dello status quo socialmente convenzionale e più retrivo. Scandaloso!

Gli andrebbe chiarito che io già ebbi chi m’amò ma fui sempre io poi nuovamente e progressivamente a ritornare indietro con sanissima demenzialità terrificante. Ma quale caloroso!

Lei, o meglio le lei, cazzo, rimasero sconvolte e in pieno imbarazzo dirimpetto al loro prenderlo in quel posto. Di solito, infatti, una persona normale, per meglio dire minorata e scimmiesca, trae piacere dall’amore e dal sesso ludico e impudico. Tutte, anche tutti, si accorsero che a me accadde eccezionalmente il contrario.

Più vengo difatti avvicinato alla normalità più è direttamente proporzionale la mia ricerca di solitudine annale. Da vero uomo (ir)razionale e anale, nel senso che potete mandarmi a fare in culo ma me ne fotto in maniera re(g)ale.

Sempre più spettacolare. Sì, la dovete smettere di abbaiare, di calunniare, di abbaiare, di latrare e spettegolare. Le pecorine dovete soltanto pascolare.

Bevendovi tutto il latte, poppanti. Prendetevi le vostre gattine mezze cartucce e mezze carine, facendo loro piuttosto scolare la vostra sacca scrotale affinché, pallosi uomini di questo par de palle, codeste galline possano prosciugarvele, succhiando tutta la cannuccia. Quindi, ora io vado a pisciare.

Da tutti i test effettuami, non furono ravvisate delusioni né esclusioni dovute agli altri.

Emerse tuttavia una cronistoria emotiva e intellettuale da lasciare sbalorditi e senza fiato.

Poiché pare impressionante, eppure incontrovertibilmente inconfutabile, che avessi già compiuto una scelta così immutabile anni or sono quando, apparentemente, nessuno avrebbe mai immaginato che io potessi invece già immaginare chi sono oggi.

Un emarginato, un disadattato o forse in un altrove innatamente dannato e alato?

Poiché tale fuori di testa andrebbe aggiornato in merito allo sviluppo dei fatti incresciosi, a loro modo però arricchenti la mia mente e la mia anima in maniera stupefacente, che successero nel lungo intervallo di tempo nel quale lui s’illuse e ancora illude che io sia come prima. Ammesso che già prima io non fui chi pensò che io fossi. Ciò dovrebbe indurlo a riflettere.

– Dunque, vorresti dirmi che, anziché aprirti alla vita, furono proprio nuovamente i rapporti, sociali, amorosi/amorevoli, cosiddetti interpersonali, a radicare ancora di più in te l’idea di distaccarti dal comune convivere e condividere?

Purtroppo, sì.

 

In primissima adolescenza, anzi in zona esistenziale appena post-puberale, m’accorsi già del troiaio generale e del professorato al vertice dell’intellighenzia fallace, ipocrita e falsamente istituzionale d’una realtà sociale già pronta ad avviarsi al becero disfacimento odierno d’un mondo sprofondato oramai irreversibilmente nel più bieco, ingannevole porcile animale. (S)fatto di patti laidi, d’amicizie ludre, ruffiane e luride, di leccate di culo bestiali per non passare come sfigati da emarginare, vessare, ottusamente picchiare nell’animo a sangue. A cui inveire in maniera stuprante l’animo, vivaddio, delirante dell’essere permanentemente un eterno adolescente non indottrinato dalla cattiva, disumana scienza. Dunque non avvelenato, circuito, plagiato e corrotto dalla scemenza e dalla fraudolenta, collettiva semenza.

Al che, consapevolmente, assolutamente convinto della mia già irriducibile scelta perentoria e sacrosanta, con fierezza enorme dichiarai il mio precocissimo isolamento assai personale, giudicato erroneamente “pensionabile”, scagliatomi in viso da chi, forse addirittura invidioso, ritenendomi inviso per tale mia presa di posizione radicale e comunque da inferno, no, infernale, no, infermabile, ferale e irriguardosa nei riguardi dei sorrisi e degli sguardi falsi, degli apparati costituzionali d’una società da me reputata repulsiva rispetto alla mia trascendenza abissale, alla mia alterità emozionale e al mio introiettare la realtà secondo bellissimi, suadenti, oserei soavi e lucenti malinconie pindariche, dalla gente superficiale considerate anomale, ecco, senza sprezzo del pericolo, m’attirai giocoforza le antipatie un po’ di tutti, i quali subito mi schernirono e non poco velatamente mi derisero in quanto, immantinente ma ottimamente mantenuto anche se temuto, senza molte scolastiche mattinate ottuse, condussi una vita fisicamente ineccepibile e spiritualmente lodabile eppur già sganciata dalle tribali socialità falsamente amicali, cioè un’esistenza, una prematura resilienza ammirabile ma facilmente offendibile, una guerra di trincea appaiabile forse a quella di chi fu ed è tutt’ora un nerd per eccellenza imbattibile, ovvero Harry Knowles, geniale ideatore e gestore del sito Ain’t It Cool News, fucina di news impagabili, non solo di natura cinematografica e fumettistica, in cui Harry e i suoi collaboratori si dilettarono e ancora si divertono da matti a distillarci perfino perle fanzinare e gossipare, trivellando il dietro le quinte della Hollywood di cartapesta e dintorni con classe e provocazioni ineguagliabili.

Sì, un sito alla Maps to the Stars di Cronenberg in cui, come detto, in mezzo a tante notizie serie, fra esclusive degne del Pulitzer e post da premio Nobel, può apparire, fra le virgole o di punto in bianco, anche il resoconto, inventato e/o no, di Julianne Moore, la lentigginosa dal seno voluttuoso e dalle cosce sinuose, la quale tradì semmai il marito con un enfant prodige raccattato fra una cena con Paul Thomas Anderson e un bacio alla scaloppina con Matthew McConaughey. Detto il piacione un po’ ombroso e non sempre immediatamente (a)moroso. Un uomo certamente non schizzinoso, prodigo di amori calorosi (Sandra Bullock lo sa…), ma anche un bastardo malmostoso.

Col quale Julianne pare che ebbe una tresca sospetta, dolce e cremosa. Non so se dietro una frasca o dopo aver bevuto troppe fiaschette di vino rosso.

Sì, la mia scelta fu fraintesa. Fui scambiato per Liv Tyler di Io ballo da sola, fui poco giudiziosamente, sbrigativamente schedato come malato di fobia sociale, fui tacciato come alienato o, peggio, come un ragazzo sbagliato, antiquato, noioso o solo antipatico.

Mi dissero che fossi superbo e un cacasotto, un fantozziano, merdoso essere ignominioso, un appestato, sì, un patetico, odiabilissimo lebbroso. Un essere solo, senza Sole, anzi solissimo. Un uomo talmente lunatico da essere diventato quasi un licantropo. Un uomo assopitosi, ah ah, che idiozia detta da gente invero, questa sì, facinorosa, vecchia e noiosa.

Per molto tempo, devo esservi sincero, malgrado io fossi sicuro della mia scelta eppur anche così tanto giovane da non possedere consolidati, etico-estetici gusti e i giusti antibiotici per poter cementare il mio stile di vita falotico, essendo anch’io adolescente e non del tutto formato culturalmente, emotivamente e sessualmente, nonostante già opponessi, dinanzi ai suddetti, tormentosi ricatti più capziosamente adulti, il mio spirito battagliero, orgogliosamente, con sfacciata sicumera baldanzosa, scaraventato addosso da forte permaloso in faccia a questa gentaglia poco vera e invero abietta e schifosa, fui persuaso davvero di soffrire di qualche strana patologia pericolosa…

Dapprima, mi si disse banalmente che dovevo crescere, che fossi solo un coglione ipocondriaco o, peggio, un ritardato dormiglione da prendere a ceffoni. Sì, mi urlarono di essere un brutto ceffo, sì, così si permisero di dire questi fascisti sceriffi assai arditi ma falliti, ignorantissimi e scarsamente eruditi. Mi puntarono contro solo il dito!

Mi urlarono: – Ma chi pensi di essere? Il Califfo?

Famiglie della cosiddetta borghesia bene, si fa per dire, non comprendendo la mia taciturna vita ermetica, non capirono che fui già come Carmelo Bene.

Al che vollero spedirmi in cura, assillandomi ed estenuandomi con richieste pressanti, mortificanti, avvilenti e, queste sì, deprimenti.

Assaggiai ogni psicofarmaco possibile e immaginabile poiché incolpato di essere solamente un pazzo immaginario.

Questa è bella, è bellissima, ah ah. Sì, secondo la loro ottica distorta da persone indubbiamente disturbate da torte in faccia e colpevoli di esecrabili, mille torti, fui schizofrenico, ripugnante bergmaniano, amante del più inguardabile Woody Allen, scorsesiano traviato, cioè incarnazione della trilogia notturna di zio Marty, vale a dire Taxi Driver, Fuori orario e Al di là della vita, fanatico de I guerrieri della notte, ah ah, fui Farinelli il castrato, il film personificato Così ridevano di Gianni Amelio, l’unica prostituta vivente che al massimo poteva masturbarsi, ah ah, Don Chisciotte, Will Hunting – Genio ribelle, di conseguenza quasi tutta la filmografia incorporata di Gus Van Sant, fui il Cinema metafisico di Terrence Malick e poi, a seconda di come tirò il vento dei miei calunniatori e spregevoli diffamatori, Moana Pozzi ma pure Rocco Siffredi, insomma, oggi un santo, domani uno per niente sano, dopodomani un maiale, anzi il male.

Mi gridarono: – Redimiti!

E intanto fumarono le canne, marinando gli studi e fottendosene bellamente.

L’indifferenza e la cattiveria furono davvero tante. E ancora purtroppo continua indefessamente, impunito e non terminato, quest’assurdo gioco dei cretini. Cioè gente col cervello piccolo e molto limitato. Ma, così come sostiene Alessandro Catto, è stupendo vivere a modo proprio da grande Lebowski. Ti piace una e puoi scoparla. Semmai è proprio Julianne Moore, artista solo del cazzo. Non devi sposartela e fingere di esserne innamorato per festeggiare assieme a lei il Natale e ogni festa comandata pur di fare bella figura con gli amici, sposati con la super zoccola insegnante… Sì, della solita materia… grigia della sua mente demente ripetitiva e dunque nelle trite e ritrite certezze stagnanti.

Se non vi piaccio, i mondo è formato da miliardi di persone brillanti. Forse doppiogiochiste come voi, cari lestofanti e ignobili bugiardi.

Quindi, morale della fav(ol)a: non rompetemi i coglioni. Fatevi una sega o una mezzasega.

Sì, mentecatti sarete voi. Ha ragione il Catto. E attaccatevi al cazzo.

 

Quando cammino per strada, alcuni rabbrividiscono, altri piangono, fingendo di disconoscere la verità, altri ridono sotto i baffi, non sapendo che sono io, nel mio animo, a ridere di loro sguaiatamente.

Come nel finale di Scanners, il cattivò provò a massacrare il personaggio di Stephen Lang.

Quando Stephen sembrava morto, resuscitò e lo macellò.

O forse no.

Forse morirono entrambi di compenetrazione fra bene e male indissociabile.francesco bottone

di Stefano Falotico

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Jesus Rolls – Quintana è tornato! – Anche Falotico, oh Gesù, molti maligni sarebbero tutti da mettere nel carcere di San Quintino


29 Sep

Sì, che stronzata è mai questa?

John Turturro che dirige sé stesso (chiariamoci, sebbene in molti libri troviate scritto se stesso, si scrive sé stesso, appunto, con l’accento, controllate sulla Crusca) nella parte del mitico Jesus Quintana. Uno dei personaggi più travolgenti della storia del Cinema. John, un uomo capace in un cammeo di pochissimi minuti, di entrare nell’immaginario collettivo grazie alla verve strabiliante delle sue movenze da pervertito dotato d’un carisma devastante.

Quindi, quando mi venite a dire che il cammeo di Matthew McConaughey in The Wolf of Wall Street è da premio Oscar, innanzitutto vi consiglio quello di Bob De Niro in American Hustle, con tanto di faccia di Christian Bale col parrucchino che rimane come una merda mentre, due istanti dopo, viene inquadrata quella figona di Amy Adams tutta scollacciata.

Jesus Quintana, dio mio, Cristo santissimo!

Sì, un imbattibile campione di bowling macchiatosi però d’un crimine esecrabile. Un uomo orribile che lecca le palle con un viscidissimo linguino mefistofelico. Poi, dopo aver fatto strike con classe da campione inarrivabile, balla meglio di John Travolta de La febbre del sabato sera al ritmo dell’intramontabile Hotel California dei Gipsy Kings.

Con Jeff Bridges, John Goodman e un silenzioso, attonito Steve Buscemi che lo guardano fra l’ammirato e il pietrificato in quella che è una delle tante scene cult d’un capolavoro senza tempo, ovvero Il grande Lebowski.

Uno di quei film che, se non hai visto almeno dieci volte, ti prenotiamo subito il loculo al cimitero. Tanto la tua vita non vale un cazzo. Ah ah.

Nobody fucks with the Jesus, da noi tradotto con non si scherza con Jesus.

Ne vogliamo parlare poi quando con la voce di Pasquale Anselmo, doppiatore storico di Nicolas Cage, Jesus/John dice questo?

Io, sabato, te l’avrei infilato dritto in quel posto…

Con John che, massaggiandosi il guanto di pelle scamosciata tutto nero da pornoattore sadomaso, simula il gesto dell’inchiappettata con tanto di sculettare da principessina sul pisello?

Qui tocchiamo vertici di genio assoluto. Il merito va al grande John e, ovviamente, ai fratelli Coen.

Intanto, nella periferia bolognese, un uomo gironzola, scolandosi il White Russian e adocchiando la movida senza dare nell’occhio.

Un uomo che dispensa saggezza e, mentre tanti psicopatici lo giudicano matto, oppure lo accusano di essere un fantozziano serious man, lui sa che Barton Fink lo rispecchia.

Un uomo colto più di Gugliemo da Baskerville e dall’intuito micidiale come John Stone di The Night Of ma sinceramente molto, molto più sexy di Turturro.

Eh sì, malgrado cinquemila batoste immani, il Falò conosce il fatto suo. Mentre le donne conoscono il suo fallo loro. E tutte le palle vanno in buca. Voi invece fate acqua da tutte le parti.

Comunque, secondo voi balla meglio Chris Walken o John Turturro? Guardate Chris in Romance & Cigarettes di John.

Al demente balbuziente offriamo subito del vino scaduto.

 

di Stefano Falotico

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I miei primi quarant’anni da Joker-Lebowski con l’immancabile White Russian


14 Sep

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Sì, 13 Settembre 2019. Giornata estremamente felice, gaudente, tendente allo sfavillante.

Nella quale il mio amico Massimiliano di Civitavecchia giunse nella mia città natia, quasi in pellegrinaggio, per onorare la nostra amicizia.

Pernottò all’hotel Conte Luna, ameno albergo incastonato in una viuzza raggiungibile dall’uscita n. 5 della tangenziale bolognese. Albergo molto ospitale con una receptionist niente male. Con la quale prenotarei, subito, una camera matrimoniale.

Al che, lo andai a prendere alla Stazione. La Stazione di Bologna, da qualche anno a questa parte, è diventata labirintica più del dedalo ove Arianna si salvò dal Minotauro grazie al suo celeberrimo filo.

Infatti, la Stazione Centrale di Bologna, al fine di divenire più moderna e avveniristica, diciamo, s’è soltanto tramutata in una sorta di metropolitana da Un lupo mannaro americano a Londra.

Massimiliano, comunque, non incontrò negli scuri, tetrissimi sottopassaggi mal illuminati, angusti e iper-claustrofobici della stazione suddetta, da lui sudata poiché non si raccapezzò, nessun cannibale licantropo. E, anziché approdare a Piccadilly Circus, piuttosto che uscire dall’atrio principale, si ritrovò in via de’ Carracci.

Pranzammo al ristorante-trattoria-pizzeria Il Vaporino. Gustando il cibo fra chiacchiere più fragranti d’una calda pizza Margherita e del mio primo di garganelli con asparagi e funghi porcini.

Ritornando in tale luogo, vicinissimo a casa mia, eppur da tempo immemorabile lontano dai miei ricordi, nel frattempo sepolti dalla cinerea, talvolta funerea, celebre mia amnesia sto(r)ica, rimembrai i tempi in cui, nei campetti calcistici lì limitrofi, sfoderai la mia classe da incontrastabile ala destra fluidificante dal tiro micidiale e ficcante, dal piede magicamente vellutato come quello di Del Piero Alex, essendo io un Pinturicchio ambidestro e soprattutto polivalente non solamente nell’ambito delle polisportive e delle cinematografiche, magnifiche retrospettive.

La nostalgia, per qualche indistinguibile attimo triste eppur suadente, s’impossessò del mio animo cangevole, delicato e decadente. Ah, tempi nei quali, sguinzagliato e coi polmoni ardenti non ancor intossicati dai due pacchetti di sigarette che fumo oggigiorno, fui più veloce di una lepre.

Vi racconto, ivi, un goal straordinario che segnai. Qualcosa di disumano ed extraterrestre, roba che le palombelle di Pelé, la sua sforbiciata carpiata in Fuga per la vittoria e la serpentina di Maradona ai mondiali dell’86 contro l’Inghilterra v’apparirebbero roba da pulcini.

Ebbene, mi fu lanciata la palla a fortissima velocità. Al volo, la stoppai, la rialzai. Mi trovai da solo davanti al portiere.

Ma, si sa, io non amo le cose semplici. Adoro complicarmi il trionfo, correndo non solo nei prati, bensì allungandomi soprattutto nel rischio di rimediare soltanto un tonfo.

Eh sì, sarebbe stato troppo facile a quel punto calciare. Con enorme nonchalance, invece, aspettai l’arrivo del difensore. Al che, giunto a un metro da me, con un repentino scatto del tacco elevai la sfera con un cucchiaio da Francesco Totti.

Con una rapidissima giravolta, scavalcato il terzino che fu grazie alla mia inaspettata mossa spiazzante e devastante, io stessi mi riavvolsi contortamente di semi-giravolta, impattando la palla di pieno collo.

Roba che non vedrete neanche nelle repliche di Holly e Benji e ne La battaglia dei tre regni di John Woo. Sì, secondo Woo, il giuoco del Calcio non fu inventato dagli inglesi, bensì dai cinesi-giapponesi spesso anche coreani e pechinesi.

Che volete farci? Sono un uomo Face/Off.

Non sono un criminale come Nic Cage ma nemmeno un falso come John Travolta. E qui lo dico e giammai lo nego, eh sì, quella Lolita di Dominique Swain andava tatuata come io so sul p… o biondo-nero.

Fallo sta, no, fatto stette che, nella giornata di ieri, scrissi pure la recensione degli episodi finali di Mindhunter 2, recensione che presto sarà online, e assieme a Massimiliano gironzolai, appunto, non come Cesare Cremonini per i colli bolognesi, bensì fra piazza Santo Stefano, ovvero il sottoscritto, eh già, più martire di me neppure lo è il film Martyrs, Piazza Maggiore e Corte Isolani.

Da queste parti, abitava, non so se abiti ancora Mike Patton, (ex) frontman dei Faith No More.

Sì, quando mi guardo allo specchio e prendo coscienza di essere un po’ matto, mi viene in mente Mike Patton e mi tranquillizzo. E non abbisogno di artificiali calmanti.

Mike, in fatto di follia, mi batte infatti alla grande. Di mio, comunque, darei una botta all’attrice Laura Patton.

Da cui il detto, eh sì, patti chiari e amicizia lunga e anche il proverbio falotico da me coniato, vale a dire, patta slacciata e alla donna è tutto più chiaro.

Ah ah.

Infatti, uno dei misteri più irrisolvibili di quelli di Fatima è, a mio avviso, questo. Perché si usa l’espressione passare la notte in bianco?

Guardate che più bianco è più le lenzuola sono poco da Immacolata. Ah ah.

Dunque, cenammo all’ottima, rustica Trattoria del ragno, ubicata in via Murri.

All’inizio, mi sentii leggermente imbarazzato. Tale splendida trattoria è difatti frequentata da tipi in gamba. Tutti molto altolocati e vestiti in maniera molto elegante.

Mi sentii come un pesce fuor d’acqua. Al che, il mio amico mi tranquillizzò, dicendomi:

– Guarda, Stefano, che sono gli altri che dovrebbero sentirsi a disagio al tuo cospetto. Tu ti sottovaluti parecchio. Per esempio, osserva quel trombone che fa il figo con quelle tre damigelle. Cita I miserabili di Victor Hugo e Dostoevskij per fare colpo. Ma io dubito che abbia veramente letto una sola riga anche solo del suo portare sfiga.

 

Finimmo la serata, recandoci al pub Black Bay, vicino alla mia casa. Bevvi un White Russian come il mitico Jeff Bridges, alias Big Lebowski.

Nessun bulletto-pedofilo come Jesus/John Turturro può mettermi in buca. Io sono il Genius-Pop, essere inestimabile che supera anche il concetto di rarità, in quanto esemplare dalle molteplici qualità. Soventemente clown in gran quantità, involontario comico invincibile come Arthur Fleck, Joker di fascino e immane soavità.

Poiché volli una vita spericolata come Steve McQueenc’incontreremo come le star a bere del whisky Roxy Bar, sì, io sono ancora qua.

 

di Stefano Falotico

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Non si scherza con Jesus/Turturro, si scherza eh, poiché John è come il grande Guglielmo


29 Mar

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Eh sì, sono sempre più simile anche al mitico John.

Attore di una versatilità pazzesca. Capace di essere amico di Scorsese, di Spike Lee, dei fratelli Coen, il mitico Jesus Quintana, uno dei cammei più straordinari della storia del Cinema.

Ed è stato bravissimo in The Night Of, superandosi ancora con Il nome della rosa.

Sono molto simile a John, passo dalle monografie su John Carpenter ai libri erotici, vado di palo in frasca, mica come voi che vi nascondete tra le frasche, ah, state freschi, so giocare a bowling, in tutti i sensi, sono un po’ alla Johnny Depp e un po’ come Buster Scruggs.

Sparatevi questa video-recensione.

Come John, ho origini mezzo pugliesi e mezzo della Basilicata, son nato a Bologna e ho fatto l’amore da Trieste in giù.

Leggo Umberto Eco e anche James Ballard, guardo un film francese e poi amo una thailandese.

Insomma, non si scherza con il Genius.

Ah ah. Sono un trasformista.

Alla prossima, amici.

E fate meno i bastardini. Eh eh.

 


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Il Genius-Pop è come John Turturro/Jesus de Il grande Lebowski #joker #jesúsquintana #thebiglebowski #johnturturrofanclub #joelcoenandethancoen

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di Stefano Falotico

Possibile che non sudi? Possibile che non studi? Possibile che non scopi? Sì, sono Starman, avevate dei dubbi?


01 Mar

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Sì, sto editando la versione internazionale del mio libro su Carpenter. Attualmente sui maggiori mercati librari in italiano, presto nella lingua più parlata del nostro pianeta, ovvero l’inglese.

Prometto, e io ho sempre mantenuto le promesse, essendo anche Jack Nicholson de La promessa, sì, un uomo talmente oltre da esser considerato pazzo perché nessuno crede alla sua versione assurda dei (mis)fatti, che dopo Pasqua il libro sarà sui migliori stores della Terra.

Per la cover non vi è da apportare nessuna modifica. Il titolo è già in originale, Prince of Darkness.

Per il resto, mi sto facendo un discreto culo. E, nel penare di quest’immane, universale fatica, mi prendo solo alcune pause in cui penso, fumando col caffè, a una gran figa dal fondoschiena turgido, rotondo come il globo terrestre, a cui esserle nell’equatore un magma trivellante al fine di limare ogni stretto di Gibilterra e unire la mia penisola con la sua donna sola.

Sì, per molto tempo son stato scambiato per Haley Joel Osment. Reputato uno schizofrenico semi-autistico dotato di sesto senso e di A.I.

Più che altro, fui trattato da lebbroso come se avessi l’AIDS.

Un uomo temuto, soprattutto da sé stesso. Infatti, mi alienai per molto tempo, leggasi anche mi arenai.

Per via del mio prenderla con filosofia, fui tacciato d’essere un grande Lebowski.

In verità vi dico che sono, sì, Jeff Bridges, ma quello di Starman. Appunto. Mamma mia, ripeto, sto rileggendo per la traduzione il mio libro su Carpenter. Ma è roba stellare, cazzo. Di un altro mondo.

Sì, mi piglio per i fondelli da solo quando indubbiamente faccio la figura del pirla ma so anche complimentarmi con la mia anima, compiacendomene, quando senza dubbio ho scritto qualcosa che voi, poveri deficienti, non scriverete mai.

Di primo acchito, posso apparire come Dougie Jones di Twin Peaks. La mia prima ragazza ebbe un ottimo fiuto nonostante già fossi molto accasciato, e non “accosciato”, ah ah, a causa di molti rifiuti. Tanto da rischiare di diventare un umano rifiuto.

E lei capì, eccome se lo carpì, che dietro quell’espressione da tonto, da uno senza cervello, si nascondeva invero un grandioso uccello.

Io rimasi interdetto anche quando finimmo l’accoppiamento e lei, estasiata, mi volle, fortissimamente volle ancora dentro. Sì, come Alfieri e io le fui con piacere ancora fieramente alfiere.

Son scherzi che si fanno? No, devi riprendere (f)iato ed elevarti dalle squallide scopate.

Portare la mente a un livello concettuale della realtà molto sofisticato.

Devi ascendere a Starman.

Sì, a me nella vita è successo questo. Prima pensavo di non essere molto adatto al porcile volgare di massa(ie). Ma dovevo appurare, in maniera come ho detto impura, se era vero o se la mia era solo un’incapace verga. Ero un impotente matterello o solo un potente mattarello? Io direi un menestrello. E fu sol un minestrone non tanto bello.

Adesso, anzi, da an(n)i a questa parte, ho tristemente compreso che questo mondo mi debilita. Questo mondo capitalista, edonista, marcio, burocratizzato. Ove, se non ti attieni alle trombate collettive, vieni presto… sì, lobotomizzato.

No, non è il mio habitat. Non mi do affatto delle arie, credendomi chissà chi. Espongo i falli, no, i fatti come stanno.

Il mio habitat naturale è il firmamento.

Insomma, pensavo di essere caduto dalle stelle alle stalle e di essere un coglione stallone e invece, ahimè, ho capito di essere realmente un “extra-terrone”, come dice Lino Banfi.

Un uomo malinconico non inseribile, nonostante l’abbia inserito…, ai parametri efficienti di questa società ad alto tasso di produttiva coefficienza e, come detto, di notevole scemenza.

Appena prendo aria, uscendo dal guscio, mi sento soffocare, le palpitazioni cardiache crescono e davvero sudo… freddo. C’è una bomboletta di ossigeno? In mancanza di quella, è gradito anche un bombolone alla crema.

Sì, essendo il mondo popolato da animali, essendo io geneticamente superiore, dovete credermi. Quando giocavo a Calcio, non sudavo mai.

E molta gente si chiedeva: ma questo come fa a sapere tutto e non ha mai studiato?

Siamo anche sicuri che abbia scopato?

Fidatevi, io ho molto sgobbato.

Essendo genio innato eppur mai nato.

Un bel problema, cazzo. Ora, come lo mettiamo? No, la mettiamo?

Mi son di nuovo superato. Tutti quanti questo risultato, perfino gli psichiatri, avevano sperato.

Io no, invece. Perché sapevo che sarei stato soltanto nella purezza speronato.

Sì, a questo mondo di puttanesimi e troiate, è meglio una sana peperonata. Rivoglio il mio battesimo!

Sì, pur di tornare lindo, son disposto perfino a un periodo di quaresima.

Infinito!

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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