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Happy Birthday, Monsieur ROBERT DE NIRO


17 Aug

the-war-with-grandpa-deniroInnanzitutto, ne vogliamo parlare di questo mio video che totalizzò circa 1500 visualizzazioni?
Correva il 2012 e avevo una voce già molto bella ma ancora da ragazzino.

THE FAN, Robert De Niro, 1996, (c) TriStar

THE FAN, Robert De Niro, 1996, (c) TriStar

Il 17 Agosto del 1943 nacque mio nonno di War with Grandpa.

No, sebbene abbia appreso parecchio da lui, sono io stesso, oggi come oggi, un Toro scatenato o un Nonno scatenato?

Mah, di mio, sono ancora giovane, pieno di great expectations, no, nessun Paradiso perduto.
Sebbene, come il grande Bob, ingrassi e dimagrisca a piacimento e sia camaleontico da far paura anche al De Niro stesso di Cape Fear.

E, come direbbe Bob di Casinò, e questo è quanto.

A differenza di Sam Ace Rothstein, la mia vita però non è affatto finita. Per me, prevedo ancora casini da Brazil ma ho molte Mission da compiere.

Sì, sono un samurai senza padrone, un Ronin. E non sono per niente un Al Pacino? No, un Al Capone. Sono un testone, questo sì, assolutamente. Non ci piove.

Sono il più grande The Fan di De Niro del mondo e gli assomiglio indubbiamente, a livello fisionomico.

Non sono un ingegnere, non sono un medico, non sono Che Guevara, non sono un pezzo grosso della società.

Non sono nessuno, in effetti. Uno scrittore, sì, anche bravo a detta di molti.

Non sono bello come De Niro ne Il cacciatore e in Innamorarsi, infatti, sono bello come Mickey Rourke in Angel Heart.

Ah ah.

Insomma, io e il mio vero Stefano Falotico ci eravamo già visti, tantissimo tempo fa, da qualche parte.

Piacere di averlo incontrato di nuovo.

Che fate? Non mi ringraziate neanche? Vi ho salvato la vita. Ora difatti, grazie alla mia grinta, avete capito quali siano i veri valori della vita.

Se invece continuerete a credere di essere dei grandi attori come Christopher Walken, fidatevi, prima o poi vi sparerete in testa.

Perché mi sa che vi siate già fottuti il cervello.

Ma chi pensaste di essere per dare regole di vita a the greatest actor alive?

Suvvia. Ah ah.

Ce la vogliamo dire senza se e senza ma?

Sean Connery/Jimmy Malone de Gli intoccabili sono io.

Sì, credo che sia veramente uno scandalo quello che è successo nella mia esistenza.

Così come credo che sia uno scandalo che Connery abbia vinto solo un Oscar come Miglior Attore non protagonista e che De Niro per il film di De Palma appena succitato non sia stato neppure candidato.

Mi pare che siamo veramente andati oltre la decenza.

Ci vorrebbe Al Pacino di Scent of a Woman!

Insomma, amo De Niro, amo ogni mio delirio ma, secondo voi, andrebbe cambiato il finale di Carlito’s Way?angel heart de niro

di Stefano Falotico
capone de niro cacciatore de nirogreat expectations de niro

FALLING IN LOVE, from left: Meryl Streep, Robert De Niro, 1984, © Paramount

FALLING IN LOVE, from left: Meryl Streep, Robert De Niro, 1984, © Paramount

sean connery intoccabilide niro toro scatenato de niro raging bull de niro casinò

A Natale, l’umanità buonista guarda Innamorarsi con De Niro e la Streep per redimersi dal non aver mai letto un libro della Rizzoli


23 Dec

joker blu-ray

Sì, sono il più grande ammiratore di De Niro del mondo. Ma il film Innamorarsi mai vidi interamente. I film sono belli a seconda del nostro stato d’animo. Per esempio, è logico che se abbiate i soldi di Flavio Briatore, Joker non può piacervi. L’altra sera, contattai la nuova Barbie di Flavio su Instagram, scrivendole:

– – C’è Fabio in casa?

– Scusi, lei chi è?

– Sono Arthur Fleck. Dalla nascita sono infelice. Insomma, era meglio se non fossi nato.

Sa che le dico, bella bimba? A Natale, giorno della nascita di Gesù, io mi sento morire. Sì, a Natale sono tutti felici, almeno così sembra. Dunque, m’intristisco di più in quanto vengo attorniato da sorrisi più falsi rispetto a tutti gli altri giorni dell’anno. Quando invece arriva Pasqua, m’illudo di essere risorto ma poi prendo subito coscienza che la gente aspetterà il Natale per recitare, in questo dì letizioso e festante, ecumenico o forse solo da lestofanti e bugiardi brindanti, un finto buonismo fugace poiché il giorno dopo sarà Santo Stefano, dì della celebrazione del più grande martire. Insomma, cara donnetta di Flavio, c’è Flavio in casa, sì o no? Lo chiami.

– Guardi che invece chiamerò la polizia. Sa che le dico? Visto che è Natale, vada a comprarsi un giocattolo e una bambolina.

– Ah sì? Cara bambola, lei a quanto viene? In effetti, mi pareva d’averla vista, ieri sera alla vigilia, in vendita nella vetrina di Giochi Preziosi. Mi tolga una curiosità. Lei è per caso Leelee Sobieski di Eyes Wide Shut?

 

Al che, arriva Flavio.

– Amore, chi è in chat? Ora gli faccio una video-chiamata.

– Non so. Dice di essere un certo Fleck. Passami la cornetta. No, la tastiera. Scusi, chi parla? Lei è un cornuto, lo sa?

Ma qualcuno la ama? Si sente solo e ha bisogno di affetto?

– No, le avevo telefonato per chiederle la stessa cosa.

– Che cosa? Io sono amatissimo, anzi, sono beneamato e beniamino.

– Di questo n’è così sicuro? Comunque, è Natale. Che dice se assieme a lei e alla sua compagna guardiamo, in tv, A Christmas Carol?

– Che cosa? Carol Alt?

– Flavio, lei conosce Charles Dickens?

– Dickens? Ma che dice?

 

Sì, a Bologna la gente ricca confonde la Rizzoli col Rizzoli. Il Rizzoli è il traumatologico.

Dunque, se non sei uno di loro, cioè uno che dubito abbia in casa più di dieci libri della libreria Rizzoli, vogliono spaccarti il culo. Certo, come no.De Niro Innamorarsi

di Stefano Falotico

 

Amore e i film: dipende dalla biblioteca Rizzoli di Innamorarsi con De Niro & Streep


25 May

di Stefano Falotico

Io sono un grande bugiardo. Ogni giorno, dichiaro di negare l’amore e invero vivo solo per passeggiare di notte, reggendo un lumicino che mai la mia arda affievolisce. Mi scambiano infatti per una puttana. Ma me ne fotto! Gioendo fra portici del mio decadentismo e sibilando a mie labbra insaporenti l’aridità del troppo essermi essiccato per aver assai amato tanto da rimaner deluso. Oh, che vi devo dire? Tanto ardire, volevo dir ardere, m’inaridì? No, m’inumidisco e mi spruzzo il profumo per conservar l’inamidato del poteva limonare di eterno am(id)o. Sì, mi chiudo per timore che una donna poi possa aprirmi e, cannibalistica, dopo avermi sbranato, quindi sbarrato, da cui le barrette di cioccolato “fondenti”, scappi solo via, immiserendomi soltanto con una squallida scopata. Soffro quando lei s’“immedesima” in un altro. Sì, con lui si compenetra e io mi faccio pena, rimanendo col bene che mi volle, a (pre)scindere, in una notte di Luna piena in cui comunque volle il mio pene. Volente o nolente, la botta ci fu. Assieme ci fece. Sì, fummo anche lerci, vi faremo le feci in caso di vostri figli troppo precocemente (ri)belli con qualcuna che ne faccia le veci, la Milf. Me la scopai e alla fine, però, scoppiai perché lei lontano da me scappò, trovando la scappatoia di non volermi ferire nel dirmi che a un più umido amante tolse l’accappatoio. Il piumino! Al che, rimasto di sessonon va più via l’odore della mia faccia di sasso, sputtanando così Ligabue e le sue canzoni. Sono romantiche quanto quelle di un pornoattore. Però non ho mai capito perché Luciano, nonostante il suo aver avuto un gran buco di culo, dunque tante amanti per molti an(n)i, molte credo proprio a novanta, sì, è un amante “toro” ascendente di gemellini in tante gemelle da porcellino, abbia il viso butterato da cazzone e gli zigomi prosciugati da coglione. Di solito, mangiando vien l’appetito. A questo invece è successo che il sesso ha fatto solo danni visibili. Eppur Liga usò l’anguilla su voce sporca di catarro roco in tante chitarrine. Uomo roccioso, uno che tiene “tosto”. Fa figo il maschio consumato? Mah, secondo me fa schifo, sa di puzzolente e andato da un pezzo di merda a troi(on)e. Di mio, invece, adotto la tattica, su andamento lento, quasi ai limiti della demenza, di meno “tatto”, la faccia al borotalco, fra il miglior finto ingenuo alla Carlo Verdone e la panna morbida dei miei occhi neri ululanti al plenilunio del mai nel cuore imbrunente. Sto abbrustolendo, mi sto incazzando. Voglio respirare! Che mentitore! Datemi una mentina! Sempre resto appunto ardendolo. Che vi devo dire? Ne trovai una che mi allettava, con lei a letto furon gran diletti, mi “allattava” eppur non mi adottò. “Fallo” suo fu, fatto sta che rimango un uomo dotto, ex lupo ma a patir il lutto. Chi ha dato ha preso e sempre in quel posto si va a parare. Da cui quelli parati. Non sparlate. Ora, mi sparo, aspetta un attimo, prima afferro il tuo “grilletto”.

Diciamocela…, è un periodo in cui, non solo inculato, sono molto stanco. Non ho più molto oramai da dire, da dare invece è inte(g)ro. Beccatelo! Ed è per questo che scrivo frasi dai periodi lunghi, perché io ho il naso poco corto e le annuso… da “lungo” e spesso dritto nonostante non tanto rizzo entri dentro. Tutto spesso non va liscio, no, quasi mai per il verso giusto. Lei deve aiutarti a reinserire. Devi (r)esistere. Altrimenti, può darti una mano ma, se è moscio, come cazzo si fa? Ah ah! A dirla e a darmele tutte, va detta, lo prendo da me per andare là, spesso a quel paese appunto, ma è rimasto un grande ricordo. Per consolare, infatti, sia i fatti sia il mio (ele)fante e anche il mio fallo perché i cazzi son questi, sfoglio perciò un “album” da Ricordi. La buona musica rende allegri. Quel paese, non molti lo sanno, è un’espressione per indicare Lucignolo. Tanti balocchi, molte gnocche e rimarrai come uno sciocco a forza di essere un asino con tante mule. Da cui Don Chisciotte, che almeno era un innamorato pazzo alla Celentano.

Ora, in quale film De Niro e Meryl Steep si rincontrano dopo non averci “dato” ne Il cacciatore per non tradire e far del “male” a Chris Walken? Falling in love… prima o poi ci caschi, e non fare il duro… cascamorto.

Comunque sia, questi sono film che fanno inevitabilmente piangere. E, in momenti di “moria”, di “magra”, servono affinché alla donna, che si spera li guardi assieme a te, possa (s)venire…, ah ah, voglia di fartelo diventar grosso…

Fidati, rimarrai solo e basta. Ben che “venga”, c’è il fazzoletto “a portata di mano”.

In verità, io sono per il grande amore.

E faccio ingelosire tutti. Perché ce l’ho da negro come Otello, il moro.

Il problema è che Iago mi rubò la mora. Come riuscì? Ah, me lo tagliò. Quindi, entrò il suo più facilmente. Tanto, quella, lo so per certo e di come varie volte mi sbottonò la cerniera, è una facilissima.

E da questo casino fu un bordello. Avvocati per pagar la pendenza, chi pendette dalle labbra di chi, il labbro pendulo, evviva allora Il mercante di Venezia! Sì, fra i due Shakespeare, è quello che scassa meno la minchia. William scriveva da Dio, sì, ma che due palle, dai, su!
Ok, pettiniamoci col gel(ato). Tutti pazzi per Mary! Ma quali amori!
Famoso ciuffo alla banana, unico frutto!
Sì, in fondo, chi se ne frega?

Sono bello come Kevin Costner.
Ma non ho i soldi per un cortometraggio neanche di un minuto. Non credo che durerò.

Oh, cazzo, il film di Kevin, da 7 Oscar, durava, eccome se durava, quattro ore.

Un lunghissimo. Bellissimo!

 

Di mio, preferisco accorciare. Se ti sta bene, ok, altrimenti coitus interruptus. E addio.

I film fateveli! Voi!

Venerdì 13 del 1979


11 Sep

Venerdì 13… compio gli an(n)i. E non ci son più cazzi. Speriamo nel “mio”, alive e vivo, anche se talvolta vegeta. Non so dov’è eppur mi ama… in questo “viavai!”

Venerdì, dico a voi, amici e nemici, compio gli anni. E sarà Venerdì 13.
Ah ah, io combatto la iattura, da patenti sfigate talora (im)potenti, essendopirandellianoUno, nessuno e centomila. Festeggerò con pochi eletti per poi darmi a più amene intimità. Non intimidito dai detrattori, se mi va, guido pure il trattore come Farnsworth lynchiano. Ma ammonisco mio fratello di sangue. Invero, son figlio unico. Quindi, non ho nessuno a cui ricongiungermi. In quanto Travis Bickle del mio viaggio al termine della Notte. Orsù, in alto le candeline. Illumineranno il buio. E voglio tutta la torta, compresa la ciliegina di tua sorella, dolce e cremosa, per rimpinguarla di soave cioccolato, denso e fondente, forse un tiramisù o mi butterà, senza burro, giù dalla scarpata. Io non uso maschere, mangerò con la scarpetta anche a carponi per leccar i tacchi delle donn(ol)e, in quanto mascarpone di Savoiardo, “scivolante” a valle…
Son savio biscottone mica un Monaco principino. Ah ah! Ardiamo i monarchi!
Vai, arcieri! Poi, bruciate le lor cere nei bracieri! Che braciole di maiali!
Ce la vogliamo dire? Esemplifico, spesso senza fighe, un film romantico “ a pelle”. Da guardar mentre addenti uno “spezzatino”. Talvolta, indosso il giubbotto, spesso prendo molte “botte” e varie sportellate. Al che apro l’ombrello e, in umido, balla sotto la pioggia…
Sì, piango a dirotto perché innamorato cronico di tutte le donne.
Tutte, senza esclusione di colpi… sì, “incarno”, scarnissimo e scannato, la versione Elvis Presley di Bloodsport. Sì, immaginate Elvis di corde vocali armoniose su addominali nervosi. Insomma, uno da fegato macerato. Elvis doveva rimanere Elvis.
Che furon quelle mosse marziali perché di droga s’ammazzasse?
Ah, farò come Elvis. Morirò per colpa del movimento pelvico. Penicillina, no, Silvio Pellico! Sì, m’imprigionarono!
Quando codeste m’afferraron ferree di calci “sguazzanti” nell’aria su gridolino…, un po’ da spaccata e quindi “spappolante”, “come” Van Damme. Di posa plastica soprattutto quando avvicino una, mi schiena senza “toccarmi col guanto”, e lancio una sfida “imbattibile”.
Cioè, i miei occhi duellanti, già tendenti al languido, sgorgan senza “darlo a vedere e mai il mio ne toccherà molte eppur di più ne vedrà, già, basta connettersi a YouPorn”, s’impietriscono ma continuo a buttarla… sui muscoli per rinforzare l’evirazione.
Un’irraggiungibile crisi mistica mastica “ardente”… il dentro mio che, “coraggioso”, per nuovo (intra)prenderle…, s’accartoccia in lagrimanti corrosioni d’emorragia. Al che, “ascendendo paradisiaco”, mi do al cerebral intellettuale con molte “frecce ad arco”. Da cui la mia arcata gengivale di spalancata bocca aperta nella tagliente ferit(oi)a inguaribile di un più a(r)mato(re)
Eppure, sempre sanguigna, la perdita è incolmabile. Neanche le trasfusioni di una pornoattrice, che fa sangue appunto, placherebbero la morte agonizzante. Quella mora è però attizzante, tutti aizza nei rizzi. Rabbit, ex JessicaRizzo o sono io il coniglio? M’hanno rapito!
Assatanatatissima per sete a infiammarli mentre io, oltre che di “fame”, sto schiattando d’assenze soffocanti, le femmine diffamanti. Lei… non “chatta” con me. Fottiti, chiatta! Chiatti Laura è anoressica!
Lei arcua il bacino perché sia imbucata d’altri dardi (es)tratti che, penetrandola, un po’ fuoriescono “rientranti” al ventre suo bollentissimo e raggiante, mentre io congelo e non “cola”. Diedi le lettere di “dimissioni” dopo la prima volta che lo (o)misi. Da cui peggiorai di stima. Nonostante i distinti saluti. Mah. Epistolari lettere di “puro” e distillato amore, liquidato in mail che non si dica. E non la dà.
Lei era una misera, io a quei tempi er(t)o, oggi spezzato d’arto ad artico mio membro che può sol rimembrar Silvia. Artù, pensaci tu. Un Tempo, la mia spada era “lucente”, Excalibur dove sei sparita? Che fai? Stai esalando il respir fatale da Napoleone!  Siete dei pezzi di Manzo(ni)! Chiamate Perceval, a Venezia vince Sacro GRA, ci vuol un avventuriero da Indiana Jones e l’ultima crociata per l’eternità della mia “gru”.
Sta andando giù! Chi lo tirerà su?
Nonostante “tutto”, credo nell’amore. Momenti indimenticabili che, alle volte, vorrei dimenticare. Come si suol “dare”, la teoria fallimentar del “Vuoi ma non puoi, mio uomo, cucina le uova ché la fritta(ta) della gallina sarà strapazzata da un gallo di cedrata, ecco la tua cenetta senza sbottonar le cerniera, cena gustosa da intinger il pene nel rosso tuorlo mentre lui è torello ai suoi orli vicino ai for(n)elli”. Sono un debole, una moll(ic)a davvero “elastica”. Sono propenso a incazzarmi, tanto loro quanto scazzan quelli altrui dopo che li han inculati con lo “schizzo!”. Che cozze!  E che cazzo, basta! Ogni donnetta è Paese. Tutto il Mondo lo sa.
Le donne tedesche usan a incrociarmelo con la svastica, quelle italiane raschian anche l’ormai teschio senza carne del mio volto “magro” come lor su(or)ine. Quelle francesi son dei cessi, troppo “eleganti”, quelle spagnole adorano il “Sole”. Quindi con me, che son Mister inglesino “color” malinconie, non posson che rendermi un crisantemo da orticarie e ad altri la dan solari nelle vie delle cagne. Evviva chi sogna senza “glassa!”: Non avrò classe ma c’è la galassia!
Basta con Claudia Galanti! Sarò “galante” al suo uomo “croccante!”.
Ricordo quest’aforisma: chi fa da sé, forse è un uomo col tè.
“Famoso detto” dell’englishman come me, “lunghissimo”, che la vede “lunga”. “Di mano” per sue gambe chilometriche a metrica d’uno di trenta centimetri. Egli l’accoglie da maître mentre io, da gobbo di Notre-Dame, passo le notti sotto la metropolitana di Parigi. Cambiando città!
Ma, nel frattempo, Johnny Depp è “barbone” con Amber Heard vicino a Montmartre.
Sì, sono un martire, un miserabile da Victor Hugo…
Un Cabret caprone, pausa di Scorsese da DiCaprio, “orfano” del rimaner in “stazione”. Remiamo a Venezia. Ove Romeo e Giulietta furon sospiranti di Shakespeare! Mah. Finiranno entrambi fregati. Non mi fregherete.
Sì, non vedo un cazzo io ma quella sì, eccome… osservo col telescopio mentre scopa con l’antennista del “cavo”. Orgasmi stroboscopici! La sogno di grande “schermo”. Mi schernisce anche dal “nero” con pixel di pizzetti a (s)granata bombardarla. Meglio una pizzetta. Fidati.
Quando, finita la “proiezione”, lei è titolo di coda per un “montatore” col codino “testicolante”, tu sarai alla Bionda, birra per digerire. Ecco Babilonia!
Ah ah. Sono un giocherellone, un matto gaglioffo. Insomma, con me non arruffan il pelo eppur (s)tiro… in quanto “nato con la camicia”. Di buon manico, infatti è evaporato e tutto di pieghe b(r)uc(i)ato.
A parte il mio “ferro”… era comunque da battere finché poteva esser caldo, adesso mi sbatton di “stiratura” rovente a un altro più da “battiscopa”.
Al Mattia Pascal preferisco una matta che con un altro si scalda. Scopriranno che è stata una cazzata. La mia matita è matador! Oh Dio, però leggendo le mie opere, quanto dolore! La mia anima è tormentata!
La nostra vita?
Sì, meglio coltivar il proprio orticello e ber di vino a vite non a queste avvitate.
Grazie, offrimi un altro bicchiere.
Voglio ubriacarmi davanti a quella che ancor ne ubriacherà.
Sì, tutti avvinazza e beve le mie amarezze.
La verità? Sono un romantico?
Guardo Innamorarsi e mi commuovo.
Se poi, “ficcano”… questa, son già andato…

Comunque, delle mie amanti non vi svelerò proprio un cazzo.
Sì, a volte temo siano degli uomini.
Tutte s’invaghiscono di me, poi mi fanno il culo.
Ma si “tira” a campare. Gli altri le “comprano”, da cui i paraculi. Con una “laurea” guadagnano la “risata aurea”. Rimango povero “in canna”.
Insomma, io ho una teoria sulla vita: se una ti rifiuta, il fiuto rimane, un po’ con le mani in mano, oh mio “man”, gli anni per per recuperare il “purè”, semmai con una del Perù, non ti mancano! E i soldi? Senza un soldo, neanche un “saldo” per vestire senza “nudo”.
Mica la (s)figa ti rende monco! Siamo sicuri?
E quindi: evviva la minchia(ta)!
Perché Totò diceva: la testa deve stare al solito posto, cioè sul collo.

E il “mio” sul ca(va)llo.
Sì, a caval Donato non si guarda in bocca!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. I mercenari 3 – The Expendables (2014)
  2. All’ultimo pugno (2013)
  3. Una storia vera (1999)


Genius-Pop

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