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LA DONNA ALLA FINESTRA: perché parlate sempre di Tarantino e Paul Thomas Anderson, menzionate e celebrate il grande Joe Wright


21 Mar

donna finestra poster amy adams

Ora, non so se Stallone sia diventato Andrea Roncato a livello fisionomico. Che poi… ci si sbaglia sempre tra la fisionomia e la fisiognomica, cioè il ramo pseudo-scientifico che, in base ai suoi discutibilissimi criteri del tutto opinabili, avrebbe l’ardire di giudicare la personalità e la conseguente psiche o viceversa di una determinata persona. Ma cos’è la “profilazione” psicologica di Mindhunter? Ma per piacere…

La vita vera non è una serie televisiva.

Leggete semmai il mio libro Bologna insanguinata e capirete che io riesco a citare mille volte nel mio libro il grande Andrea Roncato, re del trash goliardico più sboccatamente felsineo, pur conservando una suspense narrativa à la Il silenzio degli innocenti.

In questo mio libro, cito Zodiac ma riferisco anche di essermi eccitato più volte sull’attrice Valeria Cavalli. Presente sia in Zodiaque per la regia di Claude-Michel Rome che in Zodiaco di Eros Puglielli.

Presente sia ne La tenda nera che ne La freccia nera.

Se volete vederla fare sesso, guardate l’inizio del film Il caso Martello. Ci diamo nel martellino, eh?

Se volete vederla ignuda, osservatela in Le Grand Patron.

Chiedo ora pardon se, nelle righe precedenti, mi son lasciato prendere la mano…

Per questa cazzata, vorreste forse operarmi l’amputazione di qualcosa… a mo’ del desiderio mostruosamente proibito di Buffalo Bill? Dai, ca… zo.

Ora, se una persona, sì, codesta dovesse autodeterminarsi in base a questa stronzata quasi peggiore delle teorie del Lombroso, eh sì, diverrebbe subito materia di studio.

Invece, se vedo Can Yaman, non essendo io omosessuale, penserei che trattasi di Schwarzenegger dei poveri su viso alla larga ricordante Kabir Bedi. Il reboot di Sandokan, peraltro, è stato realizzato o no?

Secondo Diletta Leotta, Can, attore cane, è un uomo da sposare. Per forza, le dona tutti i gioielli.

Pulisce i fornelli, la soddisfa pienamente a letto e le regala tutti i cani che vuole per accarezzarne altri oltre al suo. Una vita amabile, insomma, cagna.

Ecco, Bedi è uguale a tutt’oggi all’inquilino del settimo piano del mio palazzo, ovvero il sig. Tringali.

Ultimamente, il Tringali ha avuto varie sfighe. La moglie era ricca come Yaman, da me ribattezzato anche Aquaman semi He-Man. Ma fu Tringali che le donava i gioielli. Infatti, ora Tringali non ha un cazzo. No, il suo, credo che ce l’abbia. Economicamente, è a pecora dopo il divorzio che l’ha messo a novanta.

Sì, per molto tempo vissi da Bob De Niro di Hi, Mom! Variazione folle-psicotica e borderline sul tema del personaggio interpretato da James Stewart ne La finestra sul cortile. Ovviamente, puro Cinema depalmiano ispirato all’Hitchcock migliore. Femme Fatale docet.

Comunque, fra la Kim Novak de La donna che visse due volte, Grace Kelly e Rebecca Romijn, non scelgo nessuna perché le prime due sono morte, io non sono necrofilo e la terza, ex Stamos, deve avere avuto più amanti dell’ex moglie di Tringali.

Sì, non voglio venir affetto da alcuna topa, no, da nessuna malattia venerea. Come tutti gli uomini, però, voglio venire al dunque… Con calma, senza eiac… one precoce.

Quindi, non perdiamoci in masturbazioni… Badiamo al sodo in modo dritto e spedito giustamente godibile.

La mia lei è molto bella, molto più sexy di Diletta Leotta. Sinceramente, Diletta è una mig… ta.

Una come la mia lei, eh sì, miei belli, voi la vedrete col binocolo.

Non so com’abbia fatto a innamorarsi di me. Parlammo per molto tempo assai privatamente, cioè su WhatsApp e Messenger.

Io tentai in ogni modo di dissuaderla dallo sbloccarmi dal mio isolamento.

Onestamente, fui io ad approcciarla ma me la feci nelle mutande. Adesso, lei mi fa senza mutande.

Questa è la verità, nuda e cruda. E dire che provai in ogni modo a non incontrarla. Non volevo patire pene… dell’inferno.

Le dissi che, in passato, fui diagnosticato depresso incurabile, social-fobico insanabile, che mi addebitarono pure la patente, erronea ed orrida, di Elephant Man con disturbo paranoico delirante.

Lei invece credette subito che fossi un genio come Gary Oldman. Da quando io e la mia lei stiamo assieme, anzi, dal nostro primo incontro reale, è trascorso quasi un anno. Un anno speciale. Ho detto anno.

Per noi tutti è stato un anno orribile. Ma l’amore m’ha salvato. Se voi state male a causa delle quarantene poiché state troppo tempo in casa e perciò vi sentite depressi e inutili alla società, pensate piuttosto che un genio come Brian De Palma sono anni che non fa un cavolo, al che vi sentirete risollevati.

Altrimenti, guardate un porno e rimanete dei voyeur frustrati. Che vi devo dire? D’altronde, io sono un libertino. No, un liberale. Ognuno, secondo me, può fare quel c… zo che gli pare. Basta che non rompa le palle al prossimo.

Che poi… non è del tutto vero. Lo è, diciamo, a livello approssimativo. Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, eh già, rompeva le palle, eufemisticamente, alle donne.

Cioè, fatemi capire… erano donne soltanto all’apparenza? Cioè, sotto sotto, erano dei bestioni come Can Yaman? Può essere. Appurate voi, uomini (im)puri.

La mia lei abita lontano da me. Dunque, da un bel po’ non possiamo essere realmente, tangibilmente passionali come Gary Oldman e Uma Thurman prima che essi litigassero furiosamente.

Talvolta, io e la mia litighiamo in modo estremamente furioso. Anche Gary litigava sempre, come detto, con la Thurman, anche con la Rossellini, però.

No, credo che io e lei non ci lasceremo. Quando non possiamo amoreggiare davvero, tranne virtualmente, io riguardo Panic Room e rivedo Mank del grande David Fincher.

Jodie Foster mi piace molto ma non ho i soldi di Can Yaman per corteggiarla. Poi, Jodie è lesbica.

Quindi, non ci sono c… zi da fare…

Venero Gary Oldman ma non sono gay.

Ecco, Joe Wright è un gigante. Espiazione è un film magnifico. Se volete sapere cosa sia un piano sequenza magistrale, lasciate stare gli incipit di Omicidio in diretta e de Il falò delle vanità…

Lasciate stare le soggettive di Hitchcock e quella di John Carpenter nella scena d’apertura di Halloween.

Sì, nella mia vita finii in “manicomio” come Michael Myers e i miei coetanei mi considerarono afflitto da agorafobia.

Sono bravo a scrivere come Alessandro Manzoni ma non soffro di alcuna patologia, purtroppo.

Dico purtroppo perché mi sarebbe piaciuto essere un demente come Can Yaman.

Lui pensa di avere tutto nella vita. Invero, non ha niente. Perché, senza una bella mente, puoi arrivare solo con Diletta Leotta e non altrove. Se invece sei Russell Crowe di A Beautiful Mind, sei anche schizofrenico.

Comunque, puoi avere lo stesso Jennifer Connelly…

La Leotta è carina ma deve avere il cervellino di una gallina. Dopo aver fatto sesso, Can e Diletta come passano il tempo assieme? Guardan(d)o Uomini e donne? Che vita di merda.

Invece, io sono “soltanto” trasformista come De Niro e Oldman. Sono isterico, nevrotico, creativo e non un cretino.

Fra l’altro, sono l’unico al mondo che ancora si ricorda che De Niro doveva girare il film Scared Guys per il regista di Galaxy Quest, cioè Dean Parisot.

Insomma, il mondo è popolato perlopiù da tamarri, da scemi e da sceme.

Di mio, mi piace essere spiritoso, essere burlesco, essere teatrale. E, a proposito di Teatro, idolatro il soliloquio di Amleto, eh sì, essere o non essere?

Uscire o non entrare? Con la mia lei esce ed entra regolarmente, senza bisogno di Viagra.

Talvolta, rimango solo amletico se entrarle più in azione o rimanere in folle…

Lasciando che, intanto, sospiri versi non propriamente scespiriani…

Mi spiace aver deluso i matti che volevano farmi credere che abbisognassi di farmaci neurolettici perché sono troppo “aggressivo-passivo”. Loro sono succubi attivi?

Sì, lo sono. In passato me lo diedero metaforicamente in quel posto, adesso si fottano.

Sì, è stato un anno strano, davvero. A un certo punto, incontrai anche un tizio fuori di testa, veramente. Ecco, io do l’impressione di essere una persona in difficoltà.

Al che, alla vigilia del mio compleanno, costui mi mostrò una foto di Julianne Moore in posa molto sensuale.

Poi, dopo che discutemmo di Cinema, “spiritosamente” mi disse a mo’ di chiaro sfottò: ricorda, Stefano, il film più bello del mondo non è Quarto potere, bensì Forrest Gump.

M’invitò più volte a casa sua. E io mi misi a registrargli una prova recitativa, con la mia voce, del Primo Canto della Divina Commedia.

Trovò dunque una scusa bella e buona per allontanarmi. E nei giorni seguenti aggiunse: non scrivermi né cercarmi mai più.

Sì, sono spesso taciturno e la gente pensa che io sia un “ritardato”. Quando inizio a recitare, vedono un “mostro” di bravura e non ci capiscono niente.

Perché il mio discorso non fa una piega. Avendo una vita “normale”, non sono mai stati costretti a portare la mente a un livello a loro ignoto.

Parlano solo di donne che non tromberanno mai, di donne che li hanno respinti e che loro, per rabbia, hanno stalkerizzato. Parlano che domani devono farsi il culo col lavoretto “dignitoso” per pagarsi le bollette e forse le bollite che raccattano sui viali. Tutta gente, insomma, che non vale una minchia. Sì, penso di soffrire anche di disturbo narcisistico di personalità. Riesco a essere sia Gary Oldman di Léon che Jean Reno, pure di Ronin. Se non vi sta/bene, chiamo la Neuro.

di Stefano Falotico

JODIE FOSTER è la mia attrice preferita – Il giudice sono io e così ho deliberato, la seduta è tolta: basta con Julianne Moore, Nicole Kidman e con le ambigue entraîneuse di bassa lega


08 Jul

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Secondo la Treccani: entraîneuse ‹ãtrenöö› s. f., fr. [der. di entraîner «trascinare, trarre con sé»]. – Giovane donna che presta servizio in locali notturni con l’incarico d’intrattenere i clienti, inducendoli alla consumazione di cibi raffinati e, soprattutto, di bevande costose.

Cioè, praticamente Elizabeth Berkley di Showgirls. E ho detto tutto.

La dovreste finire di divinizzare attrici che sono, tutto sommato, identiche ai personaggi che hanno interpretato. Basti pensare a Julianne Moore. Io la identifico, anche nella vita reale, con la sua frustrata e poco di buono di Maps to the Stars.

E ho detto tutto. Comunque, sbagliò. A Pattinson, se fossi stata in lei, avrei preferito il nero di Lontano dal paradiso. E, ancora una volta, ho detto tutto.

Nicole Kidman, invece, dopo aver amoreggiato con Massimo Ciavarro, sposò Tom Cruise e non so a quanti poi abbia leccato per arrivare. E voi sapete dove.

Meryl Streep, invece, è la Gianna Nannini del Cinema. Entrambe sono delle racchie di proporzioni colossali. Al che, la buttarono sulla bravura associata alla bellezza simpatica.

A me piace di più Dua Lipa rispetto alla Nannini. Sotto ogni punto di vista.

Di mio, amo (ac)conciarmi come Dustin Hoffman di Tootsie quando vengo reputato troppo bello e devo mascherare la mia pronunciata mascolinità per impedire che la città in cui abito diventi la Diga delle Tre Gole.

Jodie Foster, essendo lesbica, non mi provoca nessun turbamento di natura sessuale. Invece, sì. Mi piacerebbe sbloccarla dalla sua presa di posizione e indurla a ripensarci. Nel frattempo, la ammiro…

Se non vi sta bene, farete la stessa fine di Harvey Keitel di Taxi Driver. E ho detto tutto.

Sotto accusa… 

Io non ho mai capito perché mai il ragazzo che abusò di lei, assieme ad altri stronzi, abbia commesso una sconcezza di questo tipo.

Lei lo provocò perché gli piaceva. Bastava che lui le offrisse un altro drink, invitandola a casa sua. Lontana da sguardi indiscreti.

Un grande coglione.

Nell… Qui, Jodie parla una lingua tutta sua.

E mostra un fondoschiena che parla da solo. Nell è una donna indifesa e fragile, psicologicamente nuda, infatti. Bastava donare a Nell una gonnell’ e adottare il metodo Jung di A Dangerous Method.

Il buio nell’anima… sottovalutato semi-capolavoro di Neil Jordan. Jodie, dopo che distruggono il suo uomo, diventa John Wick.

Panic Room: da adolescente fui accusato di fobia sociale. Dopo mille bullismi da me subiti e a me inferti, il mio persecutore si sente, oggi, come Michael Douglas di The Game.

Inside Man: un film ove il maschio nero super dotato interpretato da Denzel Washington, non riesce a farcela contro una donna con le palle di questo livello.

Mr. Beaver: se soffri di depressione bipolare, la gente ignorante pensa che tu sia socialmente pericoloso come Jodie Foster de Il buio nell’anima. E ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

 

Jodie+Foster+2016+BAFTA+Britannia+Awards+9-vnuAlZDs6l

Il compleanno di Tom Cruise: ecco, se continuerò così, sarò sulla buona strada per diventare migliore di lui, come no?


03 Jul

tom cruise

Ebbene, oggi compie gli anni “tale” Thomas Cruise Mapother IV. Auto-ribattezzatosi Tom Cruise.legend tom cruise

Anche se, più che Tom, assomiglia a Jerry. Da cui il film Jerry Maguire. Ah ah.

Sì, siamo partiti subito con la freddura à la Falotico. Diretta, senza panegirici e senza fronzoli.

Tom nacque a Syracuse mentre io, da piccolo, visitai Siracusa. Situata in Sicilia, miei uomini che non credeste nelle mie possibilità.

Per fortuna, incontrai molti Cuba Gooding Jr. Sebbene, per quanto mi/lo riguardi, il film con Cuba, Analisi di un delitto, stette purtroppo per diventare, ahimè, reale.

Sì, molti malfattori vollero ammazzarmi per fregarmi i miei libri inediti. Al fine di poter fare loro all’amore con Ashley Laurence. Sì, la bellissima f… a di Hellraiser.

Cuba, con Ashley, girò una scena molto spinta nel film eccitante, no, appena succitato. Divenendo un Lex Steele in versione adatta anche ai minori. Fu un apripista dei porno interrazziali mentre Tom fu il progenitore del cul(t)o delle milf. Essendosi sposato, quasi minorenne, con Mimi Rogers.

Poi Mimi non amò più che Tom baciasse le sue “minne” e il nostro Cruise, con faccia da topolino, ebbe come moglie Nicole Kidman. Regredendo poi a un eterno stato adolescenziale, donando infatti l’anello di matrimonio a Katie Holmes. Assai più giovane di lui.

Ecco, crescendo, Katie ora sembra sua nonna mentre Tom pare suo figlio. Poiché Katie è invecchiata mentre Tom è rimasto imbambolato in una perpetua, inscalfibile giovinezza da belloccio alla Top Gun.

Su faccia da schiaffi eternamente agganciata agli eighties.

Cosicché, se Kelly McGillis sarà assente nel sequel del film edonista reaganiano del compianto (da chi?) Tony Scott per motivi di anzianità e di malattia psicofisica, pur avendo solo cinque anni in più rispetto a Tom, Val Kilmer, a causa del cancro insanabile ma ancora, fortunatamente, non lapidario, diciamo, apparirà più rincoglionito di vostro zio matusalemme.

Credo, oggettivamente, di soffrire della stessa sindrome di Tom. Con l’unica differenza che, se a lui piacevano, a vent’anni, quelle più grandi di lui, a me piacciono ancora. Aggiungerei inoltre che, per via del fatto che a diciott’anni non mi garbava Juliette Lewis di Dal tramonto all’alba, in quanto per i miei gusti la reputavo una bambina capricciosa come in Cape Fear, i miei coetanei ne andavano matti.

Sì, per essere sempre stato molto avanti, fui paradossalmente scambiato per un pervertito come Tarantino nel film di Rodriguez sopra menzionatovi.

Vollero redimermi come la giornalista moralista di Magnolia al fine che, in remissione dei miei peccati sanissimi di libido rivolta forse, già all’epoca, verso donne come Julianne Moore, mi adattassi alla piccolezza di amori da teenager assai tristi e nani.

Sì, in effetti, non sono molto alto. La mia statura è 1 metro e 68, tale e quale a quella di Tom.

Per me, quindi, la mia vita si trasformò in un’eterna Mission: Impossible. Atta a dimostrare che tutti presero, nei miei confronti, un abbaglio colossale. Vollero anche imbavagliarmi. Tom interpretò, peraltro, molti colossal. Oppure, a forza di sedazioni e neurolettici ammorbidenti la mia indole sensualmente forte e virile, desiderarono rendermi impotente come Tom di Nato il quattro Luglio. Ah, guardate, la mia fu una gara di resistenza da lotta greco-romana.

Trascorsi un mostruoso periodo a base di bestemmie mai sentite ove dovetti perfino ammutolirmi per non destare allarmismi.

Sì, mi trasformai ne La mummia.

Alla pari di Tom, sono invece un filantropo, non amante di Scientology e della new age della minchia (lui sì, invece) ma, come lui, rimango fermamente, miei infermi di mente e inutili infermieri, un odiatore toutcourt della psichiatria. Diciamocela, questi dottori, coi soldi che ottengono dai pazienti, da loro orribilmente ingannati con diagnosi a buon mercato, si danno di notte ad orge da Eyes Wide Shut. Pagando, grazie alle laute parcelle incassate, delle porcellone inculate. Uomini altolocati che, in verità, bazzicano ambientini malfamati. Fidatevi.

Smascherai tutti. Sì, la psichiatria è capziosa. Pensa che tu, essendo “diverso”, probabilmente solo più bello e intelligente della massa, possa risultare pericoloso per gli equilibri sociali. E, in quanto giudicato persona scomoda, adotta perciò metodi da Minority Report.

Mi spiace averla delusa e distrutta. Sono diventato anche più bello di Colin Farrell, ah ah.

Comunque, davvero molta gente necessiterebbe di cure psichiatriche. Questi medici vi rifileranno solo Innocenti bugie… ma gli esiti delle loro fantomatiche prevenzioni saranno nefasti.

Tom, contrattando un patto demoniaco di lunga vita ed elisir da giovinezza immutabile, è Faust?

Anni fa, per esempio, conobbi un tizio che, dopo aver visto La guerra dei mondi, divenne paranoico. In quanto credeva che gli alieni cattivi sarebbero, da un momento all’altro, scesi sulla terra per annientare l’umanità.

Al che, si barricò giorno e notte in casa. E divenne sia Tom Cruise che Brad Pitt di Intervista col vampiro. Due anni fa, preoccupandomi io forse tardivamente delle sue condizioni di salute, gli telefonai a tarda ora, chiedendogli come stesse.

Mi rispose che, a parte il pallore da Armand/Antonio Banderas e il suo spropositato chiudersi così tanto da essere divenuto Dustin Hoffman di Rain Main, aveva pochissimi danari e, non riuscendo a trovare un lavoro normale a causa della sua patologia da alienato oramai irrecuperabile, aggravata(o)si in seguito ai suoi deliri sconcertanti e sempre più preoccupanti, avrebbe comunque trovato un modo per fare soldi facili.

Sì, dopo la mezzanotte, sarebbe salito su un taxi a mo’ di Tom di Collateral, prendendo in ostaggio un povero nero come Jamie Foxx. Per succhiargli quello, no, il collo, rubandogli il portafoglio? Agghiacciante!

In effetti, lo fece davvero. Incontrò però uno ancora più cazzuto di Jamie che glielo fece nerissimo. Gli spaccò il culo, come si suol dire. Non lo ammazzò ma, a causa della paura provocatagli, al disgraziato, per l’appunto, ancor più impallidito, vennero i capelli bianchi-brizzolati su espressività da Tom Cruise da I ragazzi della 56ª strada. Sì, in questo film di Coppola, Tom, oltre a necessitare di un apparecchio ai denti da scuole medie, è figo quasi quanto Tim Curry di Legend.

A voi, donne, piace l’uomo orribile col fascino del sex appeal mefistofelico? Mah, contente voi, felice chi vi sposerà. Non è che sarà Tom Cruise di Vanilla Sky in cura psichiatrica da Kurt Russell senza più la sua Cameron Diaz del cazzo?

No, faccio per dire, eh.

Di mio, comunque, ad Eyes Wide Shut e alle puttanate di Cameron Crowe, preferisco Eduardo Noriega di Apri gli occhi. E, al film L’ultimo samurai, Ronin.

Chiariamoci molto bene. Se non sei Kurosawa, bensì un Edward Zwick all’acqua di rose, insomma, un discreto mestierante un po’ alla buona, rimedierai solamente una figura di merda a voler girare un film nel sol levante. Al che, inseguito da tutti, dovrai sfrecciare per le strade con la stessa classe con cui il grande John Frankenheimer filmò e firmò il capolavoro con De Niro e Jean Reno poc’anzi scrittovi. A te piace Jean Reno? Sì? Capisco. Io preferisco, alle BMW, le macchine della Renault.

Molta gente se la suona e se la canta. Molte persone ripetono a sé stesse, per esempio, a ogni alba di ogni santo giorno, che da domani svolteranno e cambieranno vita. Istradandosi in un’esistenza più soddisfacente e con meno tamponamenti… Invece, continueranno per sempre a vivere in Edge of Tomorrow. Poveri illusi. Passeranno tutto il loro tempo a celebrare la loro patetica, nostalgica Rock of Ages.

Mettendo su canzonette per consolarsi da una vita di continui Cocktail senza il vero sapore della vita.

Per loro, è già finita. Per me, è appena rinata. E sapete perché?

Perché ho il mio Codice d’onore e non mi lascio intimorire da nessun fascista alla Jack Nicholson.

Vi racconto questa… Anni fa, vollero sbattere in manicomio un tizio.

E il direttore degli psichiatri usò parole pesantissime contro di lui, urlandogli:

– Sei matto! E devi essere rinchiuso.

 

Al che, arrivai io:

– Lei è un idiota!

– E lei chi cazzo è?! Sa con chi sta parlando? – mi gridò in faccia il direttore.

– Certo, ribadisco, con un idiota. Lei, piuttosto, sa con chi cazzo st(i)a parlando?

– Ah, ma allora anche lei va rinchiuso!

– Senta, pappagallo. L’unica matta è sua figlia adolescente, caro psichiatra dei miei coglioni. Sì, lei la trascura. E, quando torna a casa dopo il suo lavoro stupido, la rimprovera pure perché assomiglia a Nancy/Natalia Dyer di Stranger Things. Lasci che sua figlia ami invece liberamente, senza moralismi caudini, quel ragazzo un po’ “problematico”, lasci che se lo goda tutto e veneri il film Il ribelle. Fuori i vecchi… i figli ballano.

Detto ciò, la mia lei riesce ad apprezzare enormemente, come me, la succitata serie “infantile” dei fratelli Matt e Ross Duffer. Riuscendo, al contempo, a essere più figa sia di Uma Thurman che di sua figlia.

Di mio, non credo inoltre al facile detto: Tom Cruise recita bene solo se diretto da un regista con le palle, sennò fa pena.

Rispondo io: come tutti. Cioè, se non incontri le persona e/o la persona giusta, non verrà mai fuori il tuo talento…

In totale sincerità, credo di avere meno capelli rispetto a quando avevo quindici anni, credo che non sarò mai una star come Tom Cruise, credo però che Mark Wahlberg di Boogie Nights, rispetto a me, sia un eunuco.

Oh, quando si dice… ma come cazzo avrà fatto ad arrivare… lì?

 

Su quest’ultima freddura, anzi, stavolta “calura”, vi lascio con un sorriso a trentadue denti da Tom Cruise.

Tom ha 58 anni, io 40. Sono cazzi tuoi, Tom.

 

di Stefano Faloticonato il quattro luglio cruisetomcruise tom cruise rain man tom cruise collateral

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Robert Pattinson è indubbiamente un buon attore, anche un bel ragazzo. Ovviamente io sono quello di Maps to The Stars e, invece, tu quello di Good Time


26 Jun

Dior+Homme+Photocall+Paris+Fashion+Week+Menswear+ndNLHo3cIful

A dire il vero, per molto tempo fui scambiato per Benny Safdie sempre di Good Time.

È il prezzo che si paga quando i ragazzi della tua età, non potendoti capire, sono indietro e guardano ancora Remember Me. Al che, tu ai loro occhi appari tonto come Pattinson di Twilight.

I loro genitori comunque stavano messi peggio. Adoravano Ricordati di me già a quarant’anni e celebrarono le loro giovinezze mai avute, elevando in auge L’ultimo bacio.

Che io mi ricordi, verso i ventidue anni tutti mi consigliarono di vedere l’appena succitato film di Muccino.

Mi sverginai nel 2003 e feci tutto in una volta. Oltre all’amplesso, diedi anche il primo bacio.

Fu abbastanza rincoglionente per me passare dall’ascetismo non malato di edonismo, bensì auto-castrato con sole fantasie da onanista, su corpo di buon atletismo, a un’inculata di punto in bianco con ogni crisma. Cazzo, che botta sconsiderata. Cristo!

Fatto sta che gridai alla mia lei: Baciami ancora!

Lei mi considerava più bello di Stefano Accorsi e Giorgio Pasotti. Al che, considerando io invece tali due pseudo-uomini degli attori di merda, mi sentii offeso e m’impoverii nell’animo, inseguendo La ricerca della felicità oppure Sette anime.

Al che, conobbi un’altra tizia. Anche lei fanatica di Muccino, la quale mi portò a vedere Manuale d’amore 2 di Giovanni Veronesi! Per una “doppietta” da Muccino unito al Moccia e al suo essere un’adulta solo nelle fattezze ma nel cuore ancora una mocciosa.

Detta come va detta, nella saga di Twilight, Robert Pattinson assomiglia a un mio cugino di secondo grado di nome Michele. Anche l’ultima volta che lo vidi dal vivo, Michele non mi parve una cima.

Sì, uno di quei ragazzi semplici ma di poche parole a cui domandi:

– Come stai?

E lui ti risponde:

A casa tutti bene.

– Avevo chiesto se stai bene tu. Comunque, mi fa piacere che stiate tutti bene.

E lui replica:

– No, non ho visto Stanno tutti bene di Tornatore né la versione remake di Kirk Jones con De Niro.

 

Sì, veramente un ragazzo in gamba… Michele.

Va detto però che lavorò sempre duro. Infatti, pur non avendo mai aperto un libro in vita sua, adesso è più ricco di Pattinson di Cosmopolis. Secondo me, ha pure un’amante più figa di Juliette Binoche.

Di mio, debbo ammettere che sono cresciuto molto negli ultimi anni. Potevo certamente diventare il Pattison di Good Time per un finale all’Odio di Mathiew Kassovitz, invece, in mezzo a questa Civiltà perduta da Waiting for the Barbarians, cioè sempre più sull’orlo dell’imbarbarimento per colpa di sbarbine cresciute male, in quanto nemmeno giocarono a Barbie, bensì a Big Jim con un buzzurro incontrato in palestra a soli 12 anni, mi salvai da The Rover, neppure guidando una Land Rover, no, neanche una limousine a Hollywood.

Sì, incontrai adulti barbosi e barbuti, flatulenti e oramai andati a puttane, orchi cattivi come Willem Dafoe di The Lighthouse.

Sapevano solo urlarmi di farmi il culo.

Infatti, la mia lei attuale è più bella di Julianne Moore.

Anche se, a parte scrivere “solo” cinquemila libri, credo di aver fatto quasi sempre un cazzo in vita mia.

Ora, non voglio essere cattivo e stronzo ma gli uomini m’invidiano a morte.

– Che sei più bello, tu?

Rispondo:

– No, come bellezza, io e voi la ce possiamo battere. In quanto a cervello e a qualcos’altro che fa rima con la parola che viene… immediatamente prima, non c’è storia.

Sono anche molto versatile. Sono l’unico uomo al mondo capace di essere Joker e al contempo Bruce Wayne pur avendo una vita, sino alla maggiore età, più fredda de Il Pinguino.

Morale della fav(ol)a:

ho sempre saputo che molti di voi furono, sono e saranno dei ritardati.

Dovevo arrivare a essere più bello di Pattinson affinché voi poteste sciogliere il mio Enigmista, no, enigma da Tenet.

Non c’avete capito un cazzo?

Non vi preoccupate, tanto Christopher Nolan sa, alla pari di me, che siete scemi e può rifilarvi ogni stronzata cervellotica.

L’acclamerete da veri idioti.

Qualche demente mi dirà che ho perso molti capelli. Sì, invece lui ha perso dalla nascita molti neuroni.

I libri, peraltro, si scrivono così.

Se volete anche un corso di recitazione e dizione, vi faccio lo sconto senza ulteriori addizioni. Volevo dire, scusate, audizioni.

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di Stefano Falotico

 

La società cannibalesca di uomini e donne alla Hannibal e la bellezza di Julianne Moore è impressionante, parimenti proporzionale alla bruttezza del film di Scott e al gigante mio? Mio che? Lo sa lei


03 Feb

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Sì, stroncai Hannibal. Ma vi andai piano poiché, nonostante tutto, alcune atmosfere sono suggestive. Soprattutto del belvedere di Francesca Neri prima che s’intristisse a furia di bazzicare quel camionista di Claudio Amendola. Ah, lo frequenta ancora? Sono sposati? E Claudio le fa lavare tutte le posate? Ma no, dai! Fanno I Cesaroni e Claudio rende Francesca sempre più arida. Sì, la bruciò come Nerone.

E allora quella donna che un tempo scosse ogni maschile Carne trémula, quella florida donna deflorata in Le età di Lulù, ora non c’è più.

Hannibal Lecter/Anthony Hopkins, da vero gentiluomo, mica come quel pazzo allucinato dell’ispettore Rinaldo Pazzi, le regala un sonetto. Dopo aver assistito all’opera Vide Cor Meum.

Mi sopragiunse (con una sola g) un soave sonno

umilmente pascea…

Ora, questi due estratti lapidari vorrebbero riassumere un sentimento nobilissimo da veri uomini iper-romantici come il sottoscritto, il Falotico.

Il Falò che, da quando, millenni or sono, in una sperduta landa dei suoi puberali, pre-adolescenziali ormoni, di una ragazza virginale e bionda s’innamorò al volo, come Mason Verger perse il volto e non più spiccò. No, manco per il cazzo spaccò. Ah, Julianne, che stacco e che spacco.

L’amore, difatti, di quel colpo di femmina, no, di fulmine micidiale, mi sfigurò.

Camminai, stigmatizzato in pene… e in cicatriziali angosce troppo pensose.

Così tanto di lei m’invaghii che delirai, credendomi De Niro nel rivedere tale Beatrice nella bionda Cybill Shepherd di Taxi Driver e in Penelope Ann Miller di Carlito’s Way. E ho detto tutto…

Soffrendo tale letale turbamento come, sempre lui, Al Pacino di Seduzione pericolosa. Smarrendo il mio cuore solitario nella perdizione totale, oscurandomi da perdente negli anfratti crepitanti di notti senza più albe vivamente squillanti.

Oh, che patibolo, mi straziai in urla silenziose da disperato e, disancorandomi dalla realtà, vissi fluttuante nella dolcezza più perturbante. Per colpa di tale mia giammai toccata ma solamente vagheggiata amante che distrusse precocemente ogni mio maturante indurimento da uomo brillante.

Mi opacizzai e nitrii come un cavallo selvaggio. Poi, qualche anno fa, in preda a fremiti rinati, assalito da ferini istinti carnali e scalpitanti, persino andai matto per Lucarelli Selvaggia.

Disdegnando ogni storia da lupi mannari di Lucarelli Carlo.

Ce la vogliamo dire senza, per l’appunto, peli sulla lingua? I libri di Lucarelli e i film tratti dai suoi libri come Almost Blue, cazzo, fanno solo tristezza e, dopo tre pagine, ti viene voglia di mettere su del blues.

Io prenderei Carlo e quell’altro, Samuele Bersani, e userei Chicco e Spillo.

Che cosa dovetti ascoltare da giovanissimo. Oh, Santa Vergine di Cristo! Metti Bolero, slega il movimento, il pensiero di sesso. So già che metterai su i Doors…

Incontrai anche ragazzi che amarono Ava Adore degli Smashing Pumpkins, ah, degli zucconi.

Consiglierei loro tutti i film cyberpunk come Akira, tutti i film con Asa Akira che gioca al plum cake di yogurt con Erik Everhard, il film Tetsuo dello Tsukamoto e pure una palermitana che urla… suca minchia!

Ora, mi sono perso in troiate, dov’ero rimasto, poveri cazzoni?

Ah, all’amore puro.

Che significa umilmente pascea? Significa che non tirava più e, mentre gli altri pasturavano, eri diventato un agnello al pascolo o forse eri regredito al pargoletto del Pascoli.

Ma quali cavalline storne, uomini storpi o (d)ritti, andiamo al galoppo dinanzi alla cavallona Julianne Moore. Donna che non è mora ma rossa. Pallida come la morte in viso per arrossamenti impavidi. Ah ah.

Sì, Hannibal è una maialata con tanto di scena di cinghiali che macellano Ivano Marescotti.

La Neri compare per un minuto, in quel minuto ad Hannibal diventa ossuto, no, ingigantito nel giganteggiare di recitazione amabile. Insomma, che leccaculo.

Ray Liotta fa la parte del porco e alla fine rimedia la figura del coglione.

Fabrizio Gifuni ed Entico Lo verso appaiono come belle statuine scorticate vive.

Insomma, l’unico motivo d’interesse di questa boiata pazzesca, intesa anche in senso letterale, è la bellezza ciclopica di Julianne Moore che fa bestemmiare come Renato Pozzettto: eh, la madonna!

Io vidi Julianne Moore dal vivo. Alla prima veneziana di Lontano dal paradiso. La storia di uno bellissimo come Dennis Quaid. Ma manco lui con questa poté fargliela.

Allora, lei s’innamorò di un tipo alla Lexington Steele.

La prima volta che visionai Hannibal fu quando uscì al cinema. Me ne recai assieme a un tipo che mi trattò da schizofrenico.

Infatti, non capì, per colpa del suo cervelletto, la scena finale.

Di mio, perdonai ogni lurido affronto e, in maniera dantesca, celebro il mio Stil Novo.

Ora, porci, proci o solo miei prodi, sparatevi questo video e se, consiglieri miei fraudolenti, voleste fottermi, sparatevi e basta.

Ah ah.

Io, povere teste di cazzo, vi sprono e gli amici non sperono.

E, sperando, la vita si fa illusa dopo che fu delusa. Non disperate, potreste essere salvati e finire in Purgatorio.

Se non vi sta bene questa vi(t)a di mezzo, pigliatevi un calmante e, seduta stante, non rompete il cazzo con le vostre grida agghiaccianti.

 

Il Falò, un uomo devastante, spesso deficiente, un paio di volte fui impotente ma, grazie ai consigli di Billy Crystal di Terapia e pallottole, non sono più un Boss sotto stress.

 

Pezzo che finisce senza rima baciata perché non mi veniva. Ah ah.

di Stefano Falotico


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Hikikomori: la sana follia eccentrica del gioviale, felice, reiterato, cosciente isolamento lontano dalla prigionia sociale, lo sostiene anche il grande Alessandro Catto


25 Dec

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SCANNERS: questa volta il cattivo trovò uno troppo forte che lo distrusse, abbattendo tutta la sua stirpe e mangiando pure un tiramisù

Racconto aderente alla contemporaneità del mondo tristemente odierno ove imperversano, a briglia sciolta, gli haters

Sì, come Stephen Lack del capolavoro per antonomasia di Cronenberg, io sapevo, essendo sensitivo, che il cattivo mi sarebbe venuto a cercare di nuovo ma l’avrei fatto nuovo, come si suol dire, io. Vilmente m’apostrofò da coniglio, ancora una volta (s)mascherato dietro una tastiera e dando a me del gran pagliaccio iellato.

Peccato che non avesse previsto, come già gli dissi, che non ebbe di fronte chi pensò di trovarsi.

Dinanzi a lui, ecco l’unica persona al mondo dimessa da tempo dai centri ove volle, vorrebbe e vuole, eppur gli duole, la sua malignità deportarmi, semplicemente perché non corrispondo al piano regolatore della sua pazza, scriteriata eugenetica da suo sciagurato incurabilmente disagiato.

Ma, con suo enorme rammarico, qualsiasi psichiatra gli potrebbe spiegare che non sono, a differenza di quel che lui ostinatamente credette e ancora crede, né pazzo né diverso. Neppure meno intelligente.

Anzi, direi esattamente il contrario. Essendo io uno psichico, disprezzo invece lui, appartenente al mondo dei sottosviluppati giammai progrediti. Ovvero, gli ilici. Persone che rimarranno (in)ferme al loro mondo angusto di gelosie, di rivalità meschine e di squallidi pettegolezzi ilari e piccini.

Sì, per cercare di destabilizzarmi, inviò missive luciferine sotto falsi profili attraverso cui cercò di provocarmi scompensi emotivi tali da indurmi a gesti sciagurati e poco cauti e fini. Ah, che carino, ah ah!

Le sue offese furono però pedanti, prevedibili, anzi da me già profetizzate da veggente sopraffino. Puntuali come un orologio svizzero arrivarono i suoi insulti immorali e detonanti tutta la sua idiozia misera, offese che denotarono la sua mancanza di evoluzione allarmante, la testardaggine proterva d’un cervello amorfo ubicato nella scatola cranica di una persona che pensò di “vedere oltre”, tanto oltre che non poté prefigurarsi che, a proposito di Cronenberg, potrebbe fare presto invece, ahia, la fine di un altro cattivo di Cronenberg, lo psicopatico de La zona morta. Quindi, sebbene ancora non lo sappia, è più che altro già un pregiudicato.

Prossimamente, infatti, un giorno la polizia busserà a casa sua, qualcuno domanderà chi è e, quando da lontano, lui udirà il perché di tale visita a lui sgradita, comprenderà che la sua vita è finita. Così sarà, così è già. Eh già.

Dunque, per salvare l’onore, non avrà molte scelte, oh mio amore.

I suoi insulti furono raccapriccianti. Basati su arretratissime demagogie spicciole riguardanti la meritocrazia lavorativa e la presunta importanza del valore umano a sua volta edificato a ragione della sua visione del mondo e delle persone assai ristretta e bacata. In una parola, infima. Ove, secondo tale discutibile sguardo piattissimo, l’anima altrui non esiste e viene calcolata l’intera esistenza sulla base, appunto, di un reddito pro capite e dell’esibita, edonistica e più squallidamente vanagloriosa potenza sessuale morbosa. Sul concetto piccolo-borghese di amore soddisfacente soltanto le logiche, potrei dire, aziendali dello status quo socialmente convenzionale e più retrivo. Scandaloso!

Gli andrebbe chiarito che io già ebbi chi m’amò ma fui sempre io poi nuovamente e progressivamente a ritornare indietro con sanissima demenzialità terrificante. Ma quale caloroso!

Lei, o meglio le lei, cazzo, rimasero sconvolte e in pieno imbarazzo dirimpetto al loro prenderlo in quel posto. Di solito, infatti, una persona normale, per meglio dire minorata e scimmiesca, trae piacere dall’amore e dal sesso ludico e impudico. Tutte, anche tutti, si accorsero che a me accadde eccezionalmente il contrario.

Più vengo difatti avvicinato alla normalità più è direttamente proporzionale la mia ricerca di solitudine annale. Da vero uomo (ir)razionale e anale, nel senso che potete mandarmi a fare in culo ma me ne fotto in maniera re(g)ale.

Sempre più spettacolare. Sì, la dovete smettere di abbaiare, di calunniare, di abbaiare, di latrare e spettegolare. Le pecorine dovete soltanto pascolare.

Bevendovi tutto il latte, poppanti. Prendetevi le vostre gattine mezze cartucce e mezze carine, facendo loro piuttosto scolare la vostra sacca scrotale affinché, pallosi uomini di questo par de palle, codeste galline possano prosciugarvele, succhiando tutta la cannuccia. Quindi, ora io vado a pisciare.

Da tutti i test effettuami, non furono ravvisate delusioni né esclusioni dovute agli altri.

Emerse tuttavia una cronistoria emotiva e intellettuale da lasciare sbalorditi e senza fiato.

Poiché pare impressionante, eppure incontrovertibilmente inconfutabile, che avessi già compiuto una scelta così immutabile anni or sono quando, apparentemente, nessuno avrebbe mai immaginato che io potessi invece già immaginare chi sono oggi.

Un emarginato, un disadattato o forse in un altrove innatamente dannato e alato?

Poiché tale fuori di testa andrebbe aggiornato in merito allo sviluppo dei fatti incresciosi, a loro modo però arricchenti la mia mente e la mia anima in maniera stupefacente, che successero nel lungo intervallo di tempo nel quale lui s’illuse e ancora illude che io sia come prima. Ammesso che già prima io non fui chi pensò che io fossi. Ciò dovrebbe indurlo a riflettere.

– Dunque, vorresti dirmi che, anziché aprirti alla vita, furono proprio nuovamente i rapporti, sociali, amorosi/amorevoli, cosiddetti interpersonali, a radicare ancora di più in te l’idea di distaccarti dal comune convivere e condividere?

Purtroppo, sì.

 

In primissima adolescenza, anzi in zona esistenziale appena post-puberale, m’accorsi già del troiaio generale e del professorato al vertice dell’intellighenzia fallace, ipocrita e falsamente istituzionale d’una realtà sociale già pronta ad avviarsi al becero disfacimento odierno d’un mondo sprofondato oramai irreversibilmente nel più bieco, ingannevole porcile animale. (S)fatto di patti laidi, d’amicizie ludre, ruffiane e luride, di leccate di culo bestiali per non passare come sfigati da emarginare, vessare, ottusamente picchiare nell’animo a sangue. A cui inveire in maniera stuprante l’animo, vivaddio, delirante dell’essere permanentemente un eterno adolescente non indottrinato dalla cattiva, disumana scienza. Dunque non avvelenato, circuito, plagiato e corrotto dalla scemenza e dalla fraudolenta, collettiva semenza.

Al che, consapevolmente, assolutamente convinto della mia già irriducibile scelta perentoria e sacrosanta, con fierezza enorme dichiarai il mio precocissimo isolamento assai personale, giudicato erroneamente “pensionabile”, scagliatomi in viso da chi, forse addirittura invidioso, ritenendomi inviso per tale mia presa di posizione radicale e comunque da inferno, no, infernale, no, infermabile, ferale e irriguardosa nei riguardi dei sorrisi e degli sguardi falsi, degli apparati costituzionali d’una società da me reputata repulsiva rispetto alla mia trascendenza abissale, alla mia alterità emozionale e al mio introiettare la realtà secondo bellissimi, suadenti, oserei soavi e lucenti malinconie pindariche, dalla gente superficiale considerate anomale, ecco, senza sprezzo del pericolo, m’attirai giocoforza le antipatie un po’ di tutti, i quali subito mi schernirono e non poco velatamente mi derisero in quanto, immantinente ma ottimamente mantenuto anche se temuto, senza molte scolastiche mattinate ottuse, condussi una vita fisicamente ineccepibile e spiritualmente lodabile eppur già sganciata dalle tribali socialità falsamente amicali, cioè un’esistenza, una prematura resilienza ammirabile ma facilmente offendibile, una guerra di trincea appaiabile forse a quella di chi fu ed è tutt’ora un nerd per eccellenza imbattibile, ovvero Harry Knowles, geniale ideatore e gestore del sito Ain’t It Cool News, fucina di news impagabili, non solo di natura cinematografica e fumettistica, in cui Harry e i suoi collaboratori si dilettarono e ancora si divertono da matti a distillarci perfino perle fanzinare e gossipare, trivellando il dietro le quinte della Hollywood di cartapesta e dintorni con classe e provocazioni ineguagliabili.

Sì, un sito alla Maps to the Stars di Cronenberg in cui, come detto, in mezzo a tante notizie serie, fra esclusive degne del Pulitzer e post da premio Nobel, può apparire, fra le virgole o di punto in bianco, anche il resoconto, inventato e/o no, di Julianne Moore, la lentigginosa dal seno voluttuoso e dalle cosce sinuose, la quale tradì semmai il marito con un enfant prodige raccattato fra una cena con Paul Thomas Anderson e un bacio alla scaloppina con Matthew McConaughey. Detto il piacione un po’ ombroso e non sempre immediatamente (a)moroso. Un uomo certamente non schizzinoso, prodigo di amori calorosi (Sandra Bullock lo sa…), ma anche un bastardo malmostoso.

Col quale Julianne pare che ebbe una tresca sospetta, dolce e cremosa. Non so se dietro una frasca o dopo aver bevuto troppe fiaschette di vino rosso.

Sì, la mia scelta fu fraintesa. Fui scambiato per Liv Tyler di Io ballo da sola, fui poco giudiziosamente, sbrigativamente schedato come malato di fobia sociale, fui tacciato come alienato o, peggio, come un ragazzo sbagliato, antiquato, noioso o solo antipatico.

Mi dissero che fossi superbo e un cacasotto, un fantozziano, merdoso essere ignominioso, un appestato, sì, un patetico, odiabilissimo lebbroso. Un essere solo, senza Sole, anzi solissimo. Un uomo talmente lunatico da essere diventato quasi un licantropo. Un uomo assopitosi, ah ah, che idiozia detta da gente invero, questa sì, facinorosa, vecchia e noiosa.

Per molto tempo, devo esservi sincero, malgrado io fossi sicuro della mia scelta eppur anche così tanto giovane da non possedere consolidati, etico-estetici gusti e i giusti antibiotici per poter cementare il mio stile di vita falotico, essendo anch’io adolescente e non del tutto formato culturalmente, emotivamente e sessualmente, nonostante già opponessi, dinanzi ai suddetti, tormentosi ricatti più capziosamente adulti, il mio spirito battagliero, orgogliosamente, con sfacciata sicumera baldanzosa, scaraventato addosso da forte permaloso in faccia a questa gentaglia poco vera e invero abietta e schifosa, fui persuaso davvero di soffrire di qualche strana patologia pericolosa…

Dapprima, mi si disse banalmente che dovevo crescere, che fossi solo un coglione ipocondriaco o, peggio, un ritardato dormiglione da prendere a ceffoni. Sì, mi urlarono di essere un brutto ceffo, sì, così si permisero di dire questi fascisti sceriffi assai arditi ma falliti, ignorantissimi e scarsamente eruditi. Mi puntarono contro solo il dito!

Mi urlarono: – Ma chi pensi di essere? Il Califfo?

Famiglie della cosiddetta borghesia bene, si fa per dire, non comprendendo la mia taciturna vita ermetica, non capirono che fui già come Carmelo Bene.

Al che vollero spedirmi in cura, assillandomi ed estenuandomi con richieste pressanti, mortificanti, avvilenti e, queste sì, deprimenti.

Assaggiai ogni psicofarmaco possibile e immaginabile poiché incolpato di essere solamente un pazzo immaginario.

Questa è bella, è bellissima, ah ah. Sì, secondo la loro ottica distorta da persone indubbiamente disturbate da torte in faccia e colpevoli di esecrabili, mille torti, fui schizofrenico, ripugnante bergmaniano, amante del più inguardabile Woody Allen, scorsesiano traviato, cioè incarnazione della trilogia notturna di zio Marty, vale a dire Taxi Driver, Fuori orario e Al di là della vita, fanatico de I guerrieri della notte, ah ah, fui Farinelli il castrato, il film personificato Così ridevano di Gianni Amelio, l’unica prostituta vivente che al massimo poteva masturbarsi, ah ah, Don Chisciotte, Will Hunting – Genio ribelle, di conseguenza quasi tutta la filmografia incorporata di Gus Van Sant, fui il Cinema metafisico di Terrence Malick e poi, a seconda di come tirò il vento dei miei calunniatori e spregevoli diffamatori, Moana Pozzi ma pure Rocco Siffredi, insomma, oggi un santo, domani uno per niente sano, dopodomani un maiale, anzi il male.

Mi gridarono: – Redimiti!

E intanto fumarono le canne, marinando gli studi e fottendosene bellamente.

L’indifferenza e la cattiveria furono davvero tante. E ancora purtroppo continua indefessamente, impunito e non terminato, quest’assurdo gioco dei cretini. Cioè gente col cervello piccolo e molto limitato. Ma, così come sostiene Alessandro Catto, è stupendo vivere a modo proprio da grande Lebowski. Ti piace una e puoi scoparla. Semmai è proprio Julianne Moore, artista solo del cazzo. Non devi sposartela e fingere di esserne innamorato per festeggiare assieme a lei il Natale e ogni festa comandata pur di fare bella figura con gli amici, sposati con la super zoccola insegnante… Sì, della solita materia… grigia della sua mente demente ripetitiva e dunque nelle trite e ritrite certezze stagnanti.

Se non vi piaccio, i mondo è formato da miliardi di persone brillanti. Forse doppiogiochiste come voi, cari lestofanti e ignobili bugiardi.

Quindi, morale della fav(ol)a: non rompetemi i coglioni. Fatevi una sega o una mezzasega.

Sì, mentecatti sarete voi. Ha ragione il Catto. E attaccatevi al cazzo.

 

Quando cammino per strada, alcuni rabbrividiscono, altri piangono, fingendo di disconoscere la verità, altri ridono sotto i baffi, non sapendo che sono io, nel mio animo, a ridere di loro sguaiatamente.

Come nel finale di Scanners, il cattivò provò a massacrare il personaggio di Stephen Lang.

Quando Stephen sembrava morto, resuscitò e lo macellò.

O forse no.

Forse morirono entrambi di compenetrazione fra bene e male indissociabile.francesco bottone

di Stefano Falotico

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MARK WAHLBERG: la carriera del fisico di Calvin Klein, di un duro man da BOOGIE NIGHTS


26 Sep

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L’altra sera, rividi I padroni della notte. Grande film.

Neanche a farlo apposta, nel caso non aveste visto questa pellicola, che personaggio interpreta il signor Mark?

Ovviamente quello del poliziotto incorruttibile.

Sì, la carriera di Mark Wahlberg sarebbe da psicanalizzare. Mark è il ritratto della schifezza redentasi.

Naturalmente, sapete che lui nacque come rapper, il mitico, poco normodotato Marky Mark, no?

Da non confondere con l’ex calciatore della Juventus e anche del Bologna, Marco De Marchi. Terzino piuttosto forte, amante del marcamento a zona non solo dei centravanti di sfondamento, bensì soprattutto delle tante donne che sfondò.

Sì, giocò anche nel Bologna. Lo vidi perfino un paio di volte dal vivo. Allo stadio?

No, a Pizza Casa, oggi rinominata La Pantera (dei) Rosa. Il film con Peter Sellers dai celeberrimi titoli di coda e dalla musichetta storica?

No, dei Rosa sta per appartenente alla famiglia che di cognome fa Rosa. La quale, simpaticamente, volle appunto scherzare sul celebre film sopraccitato.

Torniamo però a Mark.

Constatato che non gli convenne fare il mezzo criminale, sì, ebbe un conclamato passato da pusher, divenne il Rocco Siffredi statunitense? Cioè, una volta che capì di saper a malapena leggere e scrivere, comprese però, al contempo, che non necessitava di un grande cervello per arrivare…? Ah ah.

No, sfondò… nel Cinema a luci rosse. Sì, con Boogie Nights fece faville. E nel film si fece pure Julianne Moore, donna delle meraviglie, una redhead capace di schienare in trenta centimetri, no, trenta secondi (e)retti, no netti, la famosa e formosa attrice per film non propriamente da Oscar, Lena Paul.

Da un po’ di tempo a questa parte, è diventato l’attore preferito di Peter Berg. Oggi regista a tempo pieno, in passato attore e co-interprete di Cop Land nei panni dello stronzo che maltratta Annabella Sciorra.

Presto, Mark e Peter usciranno col film Wonderland.

Cos’è il remake della pellicola omonima con Val Kilmer nei panni dell’ex pornoattore par excellence, John Holmes?

No, sarà un’altra storia di sbirri e corruzione.

Oramai Mark è abbonato al ruolo del duro.

Ah ah.

Diciamocela, Mark è uno dei peggiori attori del mondo ma a me sta simpatico.

Ora, pagato a peso d’oro e milioni di dollari, fa persino il figo con la villa a Beverly Hills.

E se la tira pure…

Mah, di mio, rimango un uomo pulito. Uso anche il bagnoschiuma (det)ergente intimo e delicato.

Che cazzo volete più di questo?

 

di Stefano Falotico

 

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Follia, evviva! Super Sputtanation!


23 Jan

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Serialità metodica per salvarsi dai serial killer

Mi sto sparando in contemporanea sia The Punisher col mio idolo, il Bernthal, praticamente uguale a me, sia True Detective 3.

Ora, la sparo, invece, e basta. Secondo me, questa terza stagione, nonostante gli ascolti bassissimi, ha un fascino retrò che ficca di brutto. Un fascino mansueto come le dolci eppur raggrinzite mani di una nonna che, mentre ascolta musica country, accarezza una cassapanca nel suo negozio di antiquariato ove, da pensionata, svolge un lavoro in nero e si ricorda di come tradì suo marito col mandrillo della porta accanto. Sì, fu un amore selvaggio, clandestino alla Julianne Moore di Far From Heaven, furono amplessi di mogano ma lei, ora vecchia, fa la monaca, chinandosi solo vicino all’abside e non prostrandosi all’altare del suo amante per cui rifilava corna peggiori di Satana al marito, anima pia e angelica, e si reca a mangiar da San Gennaro assieme al prete della sua parrocchia, con tanto di pizza capricciosa servita loro da una cameriera parruccona che ogni giorno va a rifarsi la mèche dalla parrucchiera bigotta e pettegola, leggendo Novella 2000 e immaginando quello di Corona che tutto esc’. Ma le sue notti da rimbambita vintage sono in bianco più del suo vestito nuziale mai davvero immacolato, notti ambigue condite dall’olio piccante di sogni mostruosamente proibiti per giocare i numeri al Lotto, sperando di vincere la sua arteriosclerosi galoppante, galoppante quasi quanto quel nero che lei cavalcava imbizzarrita nella sua giovinezza wild. Ogni mattina si sveglia e si specchia, osservando la mozzarella della pelle lattiginosa delle sue gambe frastagliate da vene varicose che il prete accarezza a mo’ di rosario come quello del banco salumi quando la sua cliente preferita gli chiede prosciutto sottile. E lui, tagliando l’affettato, ammicca da salame.

Ecco, dopo questa stronzata, oh, a me piace un sacco cazzeggiare di puttanate, passiamo a cosce, no, cose serie. Nel terzo episodio non succede un cazzo ma si tira in ballo addirittura Einstein, Ali anziano è monocorde e al limite della demenza senile. Ma non si arrende e vuole vederci chiaro nonostante la cataratta.

Poi, il Dorff recita a culo come la sua faccia di cazzo e ha sempre il grugno da duro col parrucchino moscio. Ha una bella voce però questo Dorff. Sì, sì, sì. M’immagino quando stava con Pamela Anderson.

Pamela, sullo yacht, al solito mignott’, andava da Stephen:

– Mi spalmi la crema?

– Quale? Quella del pisello o quella protettiva?

– No, quella per coprire le rughe.

– Ah, capisco. Senti, zoccola, sto giocando a carte coi miei amici. Vedi di farti cremare dal becchino.

– Idiota, porco! Come ti permetti? Sono o non sono la tua donna? Ma che modi sono?

– Senti, Pamelona. Io sono un cazzoncello. Che vuoi da me? Te l’ho già dato. E non credo di essere stato il primo. Quindi, bagascia, fuori ora dai coglioni!

– Lo sapevo. Non dovevo mettermi con te.

– Anche io lo sapevo. Non dovevo mettertelo. Mi avrai trasmesso delle malattie.

– Malattie? Veneree?

– Certo!

– Per chi mi hai preso?

– Insomma, mi pare che tu sia venuta con centomila uccelloni, qualche dubbio mi potrebbe venire.

– Ora stai davvero esagerando! Screanzato, villano, ti faccio vedere io. Ti sputtano su tutti i giornali.

– Ah sì? E che andrai a dire?

– Che sei un uomo che sfrutta le donne. Un buzzurro maleducato. Un ignobile, merdoso maschilista osceno.

– Ma vai a dar via il culo! Non ti prenderà sul serio nessuno. Basta! Amici, buttatela in pasto agli squali. Che poi… manco se la mangeranno, è tutta di plastica. E non morirà manco affogata. Con tutti quei canotti! Ma chi cazzo me l’ha fatta fare?

 

Pamela saltò alla giugulare di Stephen, Stephen si divincolò dalla presa, mollandole una sberla.

Intanto, passò una motovedetta.

– Che cazzo sta succedendo?

– Niente, tranquilli. È solo un troiaio.

– Ah, ma lei è Dorff. Lei invece è Pamela Anderson.

– Sì, siamo noi.

– Perfetto, non cambierete mai.

 

True Detective 3.

Diciamocela. Non se la sta cagando nessuno. Invece è meglio della prima. Più matura, ancora più disperata, nichilismo devastante.

Ricordate, bambagioni: il Falotico una ne fa e mille ne pensa. Sarebbe meglio che ne pensasse una e se ne facesse mille.

E su quest’altro colpo di Genius vado ora a fumarmela.

 

E ora il momento tanto atteso, il monologo da sputtanatore totale

Sino a qualche anno fa, Nanni Moretti non mi piaceva e ancora ho dei dubbi riguardo quest’uomo, così come attestato dai miei recenti post.

Invero, chi mi vede ora, mi paragona a lui. Intransigente, morale e mai moralista, nevrotico, autarchico, puntiglioso, giusto e stronzo contro gli stronzi.

Ma come parla? Sì, le parole sono importanti!

Ieri sera, mi son rimesso a parlare con una tizia. Disgrazia delle disgrazie. Mai avrei dovuto concederle una seconda possibilità. Questa è laureata in Giurisprudenza, fresca di Laurea e con ambizioni a mille.

Io dovevo immaginarlo di avere a che fare con una troia. Una di queste donne già in carriera i cui unici valori sono far soldi e farsi leccare la passerina, campando sulle sfighe altrui che generano divorzi e faide piccolo-borghesi, e poi va in palestra a tonificarsi i glutei.

Al che parliamo. Lei sembra molto gentile. Mi chiede se può leggere un mio libro…

– Certamente. L’ho scritto affinché qualcuno lo legga. Non l’ho scritto per diventare ricco. Sono pochissimi gli scrittori in Italia che possono permettersi il lusso di campare con le vendite dei loro libri.

Forse Baricco, che secondo me non è granché, e tutti i giornalisti già affermati che non avrebbero neppure bisogno di scrivere puttanate politicizzate. Gli altri, no. Il nostro sistema non lo permette.

Ma io scrivo per trasmettere emozioni. E mi fa enorme piacere se al lettore ho potuto, empaticamente, comunicare la mia anima. Per creare sintonie, appunto, emozionali.

– Ottimo, comprerò il tuo libro.

 

Dunque, parliamo per un’altra ora. Molto affabilmente. E lei:

– Sai, mi piacerebbe incontrarti. Ci stai?

– Ah, così? Su due piedi. Ok, va bene.

– Che ne dici se ci vediamo il 30 Febbraio? Naturalmente se non hai impegni per quel giorno.

– No, credo di essere libero.

– Sì, peccato che Febbraio abbia 28 giorni. Quindi, coglione, prendi i tuoi libri e ficcateli nel culo. Sei un idiota. Un analfabeta funzionale!

 

Io, con la classe che mi contraddistingue, incasso discretamente bene il colpo, stacco la chat e vado a mangiarmi la barretta di cioccolato con le mandorle, Ritter. Per l’uomo sempre ritto.

Ma stamane, in preda forse alla cattiva digestione dovuta al troppo cacao, mi parte la brocca.

– Eccomi qua, Giulia. Punto primo, non è la prima volta che ti approcci al prossimo, e parlo in questo caso del sottoscritto, in tale maniera fredda e cretina. E il tuo modo d’interloquire, te lo dico subito, mi ha veramente rotto i coglioni. Sembra che sei stata educata in caserma e alla sciocca fanciullezza edonistica più superficiale. Quindi, fammi capire bene, tu misuri l’intelligenza di una persona da piccoli test “comportamentali” e su tale idiozia ti crei il disegnino stereotipato del prossimo? Cioè, vivi di una visione assolutamente faceta e imbarazzante del mondo, mi sembra che stai fra le nuvole. E rapporti tutto a metriche improntate all’efficienza più banale e a una bacata visione competitiva fatta di giochetti verbali, di battutine, di doppi sensi e sottili prese in giro? Ma come sei ridotta?

Punto secondo, ho soprasseduto mille volte dinanzi a questo tuo modo assolutamente scorbutico e vanitosamente frivolo di parlare e giudicare, ma mi hai veramente stufato. Quindi, se d’ora in poi, vuoi parlarmi, finiscila immediatamente con i tuoi test “attitudinali” e ripartiamo daccapo. Altrimenti, puoi anche mandarmi a fanculo, bloccarmi e sicuramente la mia vita non ne risentirà.

 

Lei, colpita, dice che chiama il suo ragazzo che mi farà il mazzo.

La mia risposta.

– Ok, andiamo a trovarlo assieme, stasera, al traumatologico?

 

Fine di una storia con la spastica.

Sì, è tutto sbagliato. Il mondo, intendo. Dalla A alla Z.

Quello che non capisce l’uomo occidentale è che la sua vita, sin da quando parte, è un orrendo condizionamento.

Questo l’ho imparato, leggendo filosofia orientale.

In Occidente, è tutto sbagliato. Siamo afflitti dal moralismo borghese, le donne sono insopportabili, quasi tutte.

Quando mescolano lo zucchero nel caffè, rimestano per circa dieci minuti. Una trivialità assoluta. Roba che De Niro di C’era una volta in America è, a confronto, un principe.

Poi, quel cazzo di caffè di merda dura un’ora. Un caffè si beve in 5 secondi netti.

Invece loro stanno tre ore con quella tazzina e lo bevono a sorsi incommensurabilmente lentissimi. Intanto, sognano il citrullo a cui lo smanetteranno.

Io odio la lentezza. A me piace andare fortissimo in macchina, a me piace essere reattivo come Al Pacino.

Odio Giorgia, Laura Pausini e tutte queste lagnose come Elisa e sceme varie.

Sì, non mi è particolarmente piaciuto Drive con Gosling. Cinematograficamente parlando.

Ma sostanzialmente mio cugino aveva ragione. Io e questo Gosling siamo identici.

Sono come lui, quasi “autistico” quando parlo col prossimo, tanto che posso sembrare ritardato. E forse lo sono, ma non me ne può fregare di meno.

Mi affeziono immediatamente alle persone. E mi dispiace quando a un mio amico succede qualcosa di triste.

Sono molto romantico. Ma non romantico come intendete voi. Voi siete poveri bovari che aspettate di trombarvi una, poi vi sciacquate l’uccello nel bidet. Domani, vi alzate da quel letto lercio e lavorate!

Lavoro, ah, si deve lavorare. È così.

Non è così. Prendete quel lavoretto che non serve a nessuno se non alla vostra panza e vedete di stare calmi.

Mal tollero gli abusi e le angherie. Come quando un troione va da una ragazza muta e la sfotte.

A quel punto, questo bell’angioletto che sono io, tanto buono e caro, diventa una furia.

Gli prendo quella testa di minchia e gliela frantumo.

Mi metteranno in manicomio ma gli ho spaccato quella faccia da porco.

 

Invece, ve lo dico subito.

Vi ho già parlato del Calzolari? Altro panzerotto assai vigliacco?

Sì, mi disse…: – La gente scopa, si diverte e va alle feste. Sparati. Quindi, o certe cose le fai anche tu o ti faccio sbranare dal mio cane.

Costui, deve augurarsi di non incontrarmi mai più. Sennò gli prendo le sue “uccellate” e gliele ficco dove sapete bene.

Ben vi sta! E soprattutto: De Niro in Mission è immenso. All’idiota che mi disse che non andava bene nella parte del gesuita, rispondo:

– Prenditi quei Nickelback (a proposito, esiste ancora quel loro cantante scimmione?) e vedi di continuare, come dicesti, beota, di volerti sbattere anche quelle che la domenica vanno a messa.

Che uomo!

Questo è un grande pezzo!

Follia! Evviva!

 

di Stefano Falotico

Un uomo, il sottoscritto, nitido, deterso, teso, pulito, forse troppo. Un uomo troppo. Anche per Monica Bellucci


22 Aug

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Introduzione, sperando d’introdurlo in Monica

Sì, si nota che son dimagrito? Sì, il mio corpo, compresso da pasticche antidepressive sfiancanti, si era un po’ ingrossato, e io ero notevolmente ingrassato, acquisendo una fisionomia da tarchiato.

Ma la fiera abnegazione della mia volontà ginnica mi ha permesso, in un batter d’occhio, di perdere i chili in eccesso, ritornando quasi al mio peso forma.

Sì, sono stato invaso da molte malignità, tese a disfarmi. Molte donne, già sfatte, deluse dalla vita, hanno attentato alla mia purezza, negli ultimi tempi, proponendomi scopate alquanto squallide. Ho lasciato che rimanessero a mangiare l’insalata con l’aceto e il loro contorno insipido di frustrazioni giornaliere. Sì, andassero a raccattare qualche sguattero e guitto giù in instrada ché m’instrado io ove meglio il mio cuore vuole. E per queste non mi duolo, ché si può dire anche dolgo.

Ah, tutte queste lucciole non mi avranno mai. Prima dovranno ritornare alle loro perdute verginità e virtuosità e, solo quando avranno restaurato il lor lindore corrotto, potranno ambire alla pulizia del mio profumo orgasmico. Sì, queste son donne sporcamente vaginali, emanano cattivi odori e invece la mia anima è impregnata di “biancheria”. Ah ah. Son uomo intimista, come un film indie, e non ho da socializzare con le loro lerce intimità. Comunque, se la modella dell’Intimissimo volesse farmi “sbiancare”, togliendosi anche quel poco che indossa, denudandosi davanti a me, porgendosi delicatamente ignuda, potrei fare uno strappo… alla regola.

Ecco, io adoro le camere d’albergo. Ove, sapete bene, i camionisti bisunti s’accoppiano con puttane di bassa lega. Sì, quei motel in cui instancabilmente ogni autotrasportatore va orgoglioso del suo tir(o).

No, io amo le camere d’albergo per una ragione molto più igienica e meno sifilitica. Perché hanno la doccia. Sì, in casa mia ho sempre avuto una vasca. È scomodissima. Innanzitutto, prima d’immergermi, la pulisco col Vim Clorex, perché ancora contiene i batteri degli altri abitanti della mia casa che ne hanno usufruito. La sciacquo, strofino le sue pareti così come Ralph Macchio di The Karate Kid dà la cera e toglie la cera…, immaginando che sia il seno di Monica Bellucci.

Dunque la riempio… Chi? La Bellucci? Magari. No, la vasca. Attento a miscelare la giusta temperatura, azionando caldo e freddo così come quando vedi sempre la Bellucci del vecchio calendario Max e devi mescidare gli ormoni prima che tu possa schizzare fuori dal “recipiente”.

Comunque, sì, la vasca da bagnata, no, da bagno, è una gran rottura di coglioni. Innanzitutto, spendi un sacco d’acqua e poi ti arrivano bollette della Madonna, poi, se non sei magro e hai ottimi riflessi, potresti scivolare e prendere delle capocciate tremende. La classica “sbandata”… e perdi la testa.

Invece, la doccia è bellissima. Uno, dopo una giornata di sudori, si spoglia alla stessa velocità con la quale un uomo eterosessuale si spoglierebbe se la Bellucci ti facesse capire che vuole il tuo sudore, e si lascia riscaldare. No, rinfrescare. Soprattutto in queste giornate estive bollenti…

Sì, dovete sapere che l’altro giorno si è bruciata… Chi? La Bellucci? No, la scheda madre del mio PC del cazzo. La temperatura troppo alta, nonostante il condizionatore, ha fuso tutto. Fortunatamente non il processore e neppure il disco dati.

E dunque ho portato il computer, o meglio la CPU, al negozio di assistenza. Ogni volta, dimagrisco cinque chili. Perché mi piglia il patema d’animo che il computer, nel tragitto in macchina, possa subire degli scossoni e che io possa fare un incidente. Capito? Non me ne sbatte che si spacchi la macchina e neppure che io mi rompa in mille pezzi, mi frega del computer, oggetto col quale lavoro prodigamente e coccolo come un figlio.

Non deve subire rotture!

Il tecnico del negozio è un uomo gentilissimo ma un po’ debosciato. Mangia le crescentine e poi ficca le sue dita negli apparecchi elettronici. Ma comunque sa riparare come Dio comanda, come ben insegnavano Lucio Battisti e Mogol:

quel gran genio del mio amico. Lui saprebbe cosa fare. Lui saprebbe come aggiustare. Con un cacciavite in mano fa miracoli. Ti regolerebbe il minimo, alzandolo un po’.

Fatto sta che il computer è a posto.

Siete voi che non siete a posto.

E io vi sposto nel cestino. Non vi cancello però. Posso recuperarvi se volete.

Basta che non vogliate più sporcarmi con sozze illazioni.

Se invece voleste sporcarmi con la Bellucci, vi regalerò un PC nuovo di zecca.

 

Personalissima classifica delle super donne da infarto per voi, vecchietti bavosi, da mia crema spalmata sulla masseuse

La mia top ten delle massime tope, dalla decima alla prima, forse meglio dalla terza in poi, basta che non porti la settima perché non mi piacciono le maggiorate:

10) Shannon Tweed, moglie di Gene Simmons. Adesso è vecchiotta, ed è sempre stata rifatta. Immagino quante volte se la sia fatta Gene ai tempi di Body Chemistry 4: Full Exposure.

Nei panni della “dottoressa” Claire Archer, sì, quel suo seno sarà stato anche bombastico ma abbisognava subito del “mastice”. Qualcosa di sensazionale che neanche la Venere di Botticelli.

9) Julianne Moore. È migliorata col tempo. In America oggi esibiva il suo primo nudo integrale, ma era sinceramente un po’ bruttina. L’altro giorno, l’ho vista nel trailer di Bel Canto e “qualcosa” ha subito intonato da tenore un gemito in do minore.

8) Roberta de Matthaeis, speaker radiofonica ed ex “conduttrice” televisiva. Osservate questa posa e il modo con cui ammicca con la cannuccia… bisogna aggiungere altro?

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7) Tiziana Panella, giornalista e conduttrice del programma pomeridiano de La7, Tagadà. Una voce da cornacchia paurosa, una stronza clamorosa, una da Festa dell’Unità sebbene lecchi il culo a Salvini. Ma, quando accavalla le gambe, ti dimentichi di essere comunista. E vorresti con lei soltanto far comunella.

6) Alessia Pavese, bergamasca, Adidas athlete. Un corpo perfetto da fondista, un corpo su cui fiondarsi e in cui fondersi. Una ragazza che ti confonde, ti rende un Föhn. Sì, da definizione di Wikipedia, il favonio, più comunemente chiamato asciugacapelli, è un vento caldo e secco che può presentarsi, in differenti configurazioni bariche, su entrambi i lati della catena alpina e di quella appenninica.

Sì, ad Alessia soffierei tutto il mio calore da orogenesi! Una donna dolcissima più della foto di un bambino sui cartoni del latte della Granarolo. Con l’unica differenza che i bambini non vanno toccati, a lei succhieresti tutto, per un’ottima crème au caramel.

5) Sabrina Salerno. Donna che ha compiuto, a Marzo scorso, la bellezza di cinquant’anni. Ecco, secondo voi questa è una cinquantenne normale? Foto datata 20 Agosto 2018.

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4) Una pornostar di cui non rivelerò il nome. Lussuria pura. Da non vedere mai “in azione” se il giorno dopo dovete sostenere un esame di matematica. Scombussola, diciamo così, perderete parecchio in lucidità e potreste dare i numeri.

3) Sylvester Stallone, sì, a settantadue anni, fa ancora la bella figa su Instagram.

2) Robert De Niro. Nel giorno del suo settantacinquesimo compleanno, è stato fotografato al mare col panzone debordante e flaccido. Ma il suo carisma è qualcosa che non scambierei neppure con un harem.

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1) Monica Bellucci è un po’ invecchiata. Guardate che non è più bella delle altre, fisicamente parlando. Ci sono donne al mondo molto più formose. Ma ha uno sguardo che ti annienta.Monica+Bellucci+62+David+Di+Donatello+Red+CyWE2HjBkC4l

 

Ci mancava anche il “caga-cazzo” con la sua moralistica paternale

Sì, qualche volta, come chiunque, mi masturbo. Ma due mattine fa mi è venuto invece lo sturbo. Ero lì che controllavo le notifiche di Facebook quando, di punto in bianco, vengo assalito in chat da un napoletano cinquantenne, probabilmente in ferie, che ha pensato “bene” di rompere le palle a uno sconosciuto molto più giovane e figo di lui. Così, perché gli tirava…

Un uomo che ha messo la sua faccia da culo dappertutto, e si dichiara laureato in Relazioni internazionali col Master ma non credo sia specializzato in quelle interpersonali. E che, col prossimo suo, ha un tatto “finissimo” che neanche fosse una trebbiatrice. Sì, questo qui doveva laurearsi in Agraria. Per arare i campi della sua nullità. Un uomo sfiorito.

Dice anche che, come lavoro, si occupa di recupero crediti. Sì, un esattore. Annamo bene…

Questa la conversazione fra me e tale porcellino:

– Stefano, da un po’ ti seguo. Anch’io sono appassionato di Cinema. Ma toglimi una curiosità. Anzi, due. Tu quanto guadagni? È un guadagno che ti permette una piena autonomia economica? E poi da quant’è che non scopi?

– Mi arrangio come meglio posso. Per quanto riguarda la mia ultima volta, non sono cazzi che ti riguardano.

– Ho il sospetto che la tua ultima volta risalga a parecchio tempo fa. Puoi dimostrarmi il contrario? Non è che ti fai le seghe? Bisogna farsi il culo!

 

Bannato.

 

E voi vorreste venirmi a dire che non ho fascino? Sì, lo ammetto, sono basso, 1 e 68. Ma anche Tom Cruise è uno e sessantotto. Lui dice un metro e settantacinque. Sì, coi tacchi…

Ma mi trovate un altro che sa essere sensuale, strafottente in senso lato anche B, e che ha appena pubblicato su Kindle-Amazon una monografia su John Carpenter?

Se me ne trovate un altro, vi scopo.

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di Stefano Falotico

Venezia 74, i peccati di Suburbicon e questo Clooney padre dei Coen e dei gemelli


02 Sep

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Clooney è visibilmente dimagrito, bene deve avergli fatto la “cura” con la moglie avvocatessa Amal (si chiama così? Son cazzi loro, ma lei lo ama, insomma Amal è una buona amante?) che gli ha regalato la coppia di pargoletti tanto cari, carissimi, infatti pare che stia perdendo un occhio della testa, anzi di due “testoni” piagnucoloni, per “educarli” già alla sua visione liberal ove ci sarà poco spazio per le patatine di Mc Donald’s e già pero problemi bulimici da infanzia con la pancetta. Due bac(h)i, che bacon. Camerette, giocattoli, biberon e trenini. Insomma, Clooney, dopo la sfilza “millenaria” e milionaria con tante donne di varia estrazione sociale, fra cui la nostra cafonissima Elisabetta Canalis, è convolato a nozze, si è dato una regolata e ha messo l’uccellino al solito posto, cioè in “quella” della consorte. Ma Clooney, che non è un fraterello, ama anche i fratelli Coen. Epocali oramai le sue collaborazioni coi due maledetti geniali, tant’è che questo film è stato scritto da loro, un noir sui generis con “puntate” nella commedia sofisticata, forse screwball, forse solo un po’ stronzetta, che anticipa gli USA di Donald Trump, rivelando gli scheletri nell’armadio di un’America falsamente perbenista, impeccabile solo di facciata, invero al solito appunto peccaminosa e bugiarda, cattiva e “oscura”. Al Mereghetti, fanatico di Clooney, in cui ha sempre proiettato le sue voglie di essere come LUI in deliri “orgasmici” da ammiratore che fa sorgere in noi qualche dubbio sulla sua eterosessualità “pelata”, è piaciuto abbastanza e ne parla come di un ottimo film che non sfigura affatto in Concorso. Più caustico e severo The Guardian, accompagnato da The Hollywood Reporter. Entrambe le testate lo stroncano senza pietà, riconoscendo a Clooney la professionalità ma dicendoci anche che essere grandi registi, di film che davvero lascino il segno, ce ne vuole.

Ma Clooney, in fondo, chi è? Proprietario di una semi-reggia sul Lago di Como, ove spesso invita De Niro e compagnia bella, anche brutta, è stato un idolo delle donne di mezza età, “accalappiando” le fantasie proibite di molte casalinghe di Voghera, attratte dal suo fascino emancipato, cortese ed elegante, incuriosite dal suo sex appeal mai volgare e sempre posato. Vinse l’Oscar come non protagonista per Syriana e in alcuni film, va detto, è stato effettivamente notevole, vedi Michael Clayton e Paradiso amaro. Eppur si continua a parlare di lui in termini, sì, decorosi, ma mai grandiosi, come dire che, nonostante il Cecil B. De Mille Award alla carriera (?) non è ancora fra i giganti della Settima Arte. George fa il bello… e cattivo tempo, sorride, è gioviale, compassato, si attornia di star appetibili e si concede ai fotografi con grazia “deliziosa”. Insomma, un signore.

Lo inviterei a prender un caffè con me questa sera, prima di Spagna-Italia, ben accorto però a non farmelo mettere in “rete”. I maligni infatti ancor sostengono, nonostante i due figlioletti, che George sia dell’altra sponda, non “lo” dà a vedere, eppur tutti incula.

 

di Stefano Falotico

BATMAN & ROBIN, Elle Macpherson, George Clooney, 1997, (c)Warner Bros.

BATMAN & ROBIN, Elle Macpherson, George Clooney, 1997, (c)Warner Bros.

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