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JOKER adora la quasi settantenne Kathryn Bigelow, donna rivoluzionaria da sessantanove, no, sessantottina per ogni POINT BREAK di tali duri STRANGE DAYS che ti mettono a novanta


03 Feb

Kathryn+Bigelow+America+Abroad+Media+Awards+AlRXLJz4O0Ql

Mi state facendo impazzire più di quello che già io sia. Il mio caporedattore mi chiede la recensione di Diamanti grezzi con Sandler. E dire che, sino a un anno fa, vissi da Robert Pattinson di Good Time.

A una scrivo che odio Gabriele Muccino. Lei risponde:

– Peccato, potevo fartelo conoscere.

 

Aggiusto il tiro, dicendole che in effetti L’ultimo bacio potrebbe starci. Ah ah.

Intanto, in radio passa un’hit di Renato Zero, Accade.

E dire che fui così meticoloso a tenere lontana la vita, anche la figa.

Dire che volli fortemente ammalare apposta di metafisica. Dire che, secondo me, Il signore del male di Carpenter è uno dei film più belli di sempre. Un film magnifico. Di uomini e donne che se ne fregano della realtà e sfidano Dio o forse Satana. Adoro quel Cinema, quelle notti macabre, piene di zombi in cui combattei coi miei demoni interiori, scivolando sotto i pleniluni più cupi delle mie profonde oscurità mesmeriche.

Ora, parentesi cazzuta, forse cazzona.

Adoro le milf

Sì, Arthur Fleck non è gerontofilo ma possiede in cuor e forse cane suo quel non so che del Reeves Keanu più erotico, eroico, no, esotico. Da profumo del mosto selvatico o forse soltanto del suo babau da mostro Baba Yaga alla John Wick.

Non stuzzicare il Keanu che dorme, non ammazzategli il cane, sennò diventa un lupo incazzato.

A mio avviso, su musica Californication, con tanto di cammeo di Anthony Kiedis, Keanu Reeves e Patrick Swayze, sul set di Point Break, nelle pause fra un ciak e l’altro, anziché giocare a tressette o a freccette, leccarono a Kathryn tutte le tette, Lei, maschiaccio, li fece a fette, offrendo poi loro, finite le riprese, più che altro dopo che si ripresero, un bel piatto di fettuccine.

L’altro giorno, la Bigelow intervistò De Niro e Scorsese. Il prossimo anno, Kathryn compirà settanta primavere. Ce la possiamo dire? Malgrado qualche inevitabile ruga e un viso un po’ troppo smunto, Kathryn è più sexy di Elizabeth Hurley de Il mistero dell’acqua. E ogni uomo vorrebbe, di sommergibile con tanto di missile potentissimo, inabissarsene come il K-19.

Sì, Kathryn, nonostante la sua quasi terza età e il suo seno piattissimo da prima misura, riesce tuttora a essere più figa di Jamie Lee Curtis di Blue Steel.

Per anni, mi dissero di essere un mammone. Di mio, so soltanto di possedere tutta la collezione dei migliori film con Kendra Lust e Julia Ann. Sì, a volte sono perverso come Julian Sands.

Uomo da Villa del venerdì ove assaggiò il culo di Joanna Pacula. E il lupo ululò, ancora ulula?

La storia della volpe e l’uva, della vecchia gallina fa buon brodo o della vulva spennacchiata però meglio di tante giovani scornacchiate?

Il compagno di Kathryn, Mark Boal, è molto più giovane di lei ma lei, per l’appunto, è donna bollente.

Se JOKER non avesse avuto successo, l’avreste acclamato tutti, celebrandolo come operazione geniale qual è ma… i soliti snob devono scassare il cazzo

Lo snobismo è un atteggiamento alquanto pericoloso che sta prendendo piede e si sta espandendo a macchia d’olio. Non solo presso la Critica cosiddetta ufficiale, da sempre legata a vetusti, superatissimi cani, no, canini. No, canoni che, più che formali, adempiono alle formalità dei vincoli editoriali più manichei e schematici.

Lo sapete, no, che molte riviste di Cinema, essendo in qualche modo ammanicate al grosso giro di chi i film li realizza, li produce e di conseguenza li pubblicizza, praticamente obbligano i loro redattori a scrivere ciò che possa compiacere chi dirige, anzi, redige le recensioni? Atte a nobilitare film che, invero, sarebbero impietosamente da stroncare in maniera irriguardosa senza ruffianerie e furbizie lessicali al fine di non inimicarsi nessuno?

Oggi, anche quando si stronca un film, si va coi piedi di piombo, come si suol dire. E il recensore, timoroso d’incorrere perfino nella severità di ammende quasi penali, di reprimende e di regole impartitegli in modo autoritario, s’inibisce in maniera penosa, calandosi le brache dinanzi al suo padrone, servendolo e riverendolo. Il servilismo di chi, essendo un dipendente, un subalterno, semplicemente un impiegato di tale reparto culturale, in questo caso aziendale, non possiede l’autorità autonoma per poter esprimere liberamente il suo pensiero senza castrarsi e cascare in orpelli retorici ed eufemismi bellamente formalizzanti un film, spesso, senza significante. Appena la sua penna diventa troppo schizzante, il capo ferma ogni suo impulso eiaculante.

Che significa quello che ho appena scritto? È lapalissiano.

Sono pochissimi, in Italia e nel mondo, i giornali e i quotidiani che permettono ai propri giornalisti di poter dire la loro senza prima filtrare e asciugare un’eventuale stroncatura troppo plateale.

I censori dei recensori, potremmo definirli, eh sì, tali caporedattori molto dittatoriali.

Detto ciò, si stanno creando delle disgustose lobby. Il Cinema, da piacevole hobby, è diventato quindi un lavoro da catena di montaggio. E, in tali Tempi moderni chapliniani, si vive di scempiaggini prefabbricate.

Esistono i club elitari, i gruppi semi-massoni. Più che altro formati da musoni. Per accedervi, così come avviene presso gli Skull e Bones, esistono dei test d’ammissione. Grazie ai quali si testano, per l’appunto, le teste. Spesso di cazzo che vengono i(n)scritte a tale congrega e confraternita di leccaculo. Ove, se t’azzardi, anzi, hai l’ardire di dire che il regista maggiormente amato dalla maggioranza di tale pseudo ritrovo parlamentare, eh sì, non vale niente, ti urlano che non meriti nulla e, in maniera arbitraria, assolutamente iniqua, antidemocratica e nazi-fascista, tali uomini fintamente meritocratici ti emarginano e ti gridano che, anziché far parte della loro combriccola di privilegiati, dovresti subito cercare un impiego burocratico e meno artistico.

Sono dei gruppi poco solidali nei riguardi dell’eterogenea diversità intellettuale dei loro membri. Meglio, a questo punto, non omologarsi e irreggimentarsi a tale compagnia di falsi compagni, dandosi a una critica asociale dell’autarchia più totale.

Sì, forse hanno ragione in Inghilterra. Meglio la monarchia rispetto a quest’apparente democrazia. Forse, è meglio pure mia zia rispetto alla Vergine Maria. Mia zia si chiama Maria ma non vorrebbe mai essere ficcata nel presepio di tale prosapia. Un presepio ove pullulano statuine dalle brutte cere, diciamocela, siamo sinceri.

Questa è gente senz’anima, morta dentro. Accendiamo a queste persone insincere un cero. Cingiamoci in raccoglimento, costernati, poiché la Critica cinematografica, eh già, c’era ma ora non c’è più. Oh, Gesù!

Oggigiorno, chiunque vuole dire la sua su tutto. Non capisce un YouTube!

Cosicché, una mia amica di Facebook (non so se lo sarà ancora dopo questo mio scritto, ah ah, ma io non lecco nessuno e nessuna), in merito a Joker, scrisse che santifica l’infantilismo. Ed è una magnificazione della ribellione più stoltamente adolescenziale poiché Arthur Fleck, anziché dare in escandescenza, slegandosi da ogni valore sociale, avrebbe dovuto crescere e rendersi un uomo pronto ad aprirsi alla Pubblicità Progresso, piuttosto che delirare da nerd sui social.

La recensione di questa ragazza è un delirio. Un inneggiamento all’ecumenismo più ipocrita e dolciastro da Imagine di quel babbeo di John Lennon.

Lei scrisse che Joker avrebbe dovuto superare i suoi limiti e migliorare, evolversi, maturare e finirla di lagnarsi, autocommiserandosi e poi, essendo stato inascoltato, marchiato e sinceramente spacciato, avrebbe dovuto darsi al volontariato. Andando, semmai, per racimolare du’ spiccioli e sbarcare il lunario del suo essere fastidiosamente lunatico, a vendere i volantini promozionali d’una campagna informativa sulle malattie mentali.

Ah, bellissimo. Cioè, dopo che capì d’essere stato ingannato, sedato da neurolettici castranti… la sua, vivaddio, meravigliosa follia emozionale, avrebbe dovuto recitare un Mea Culpa, semmai facendosi pure assumere gratis et amore alla Caritas, vero?

Ma per carità!

Il Joker doveva solamente prendere Zazie Beetz da lupo cattivo e, con tutta la rabbia d’un essere figlio di Pasolini, a cui la società dalla coscienza sporca volle tagliare il pisellino, sbattendolo all’igiene mentale e maltrattandolo da cervello piccolino e da simpatico, carino, gentile bambino, inculandolo a sangue e fottendolo, infilarglielo lui nel culino senza più ricatti e castighi demagogici.

Oh, Zazie è una gran figa, non vi pare logico?

Joker, un film epocale, annale, con una Zazie da anale.

Senza se e senza ma.

Questo è il mio pensiero falotico.

Se non vi piace, sposatevi una zotica che si pensa superiore, semmai una racchia che insegna alle superiori, imboccando i suoi studenti d’indottrinamenti figli della sua mentale diottria, eh sì, lasciate che tale astigmatica stigmatizzante donna miope distorca la realtà a piacimento delle sue fragilità ma soprattutto della sua frigidità e delle sue frustrazioni da repressa coi suoi ragionamenti contorti.

Se non vede e capisce un cazzo, non è colpa sua. Per essere cresciuta, sì, è cresciuta, eccome. Peccato che non sia mai stata soddisfatta. Questa qui deve redimersi e riempire tutto il vuoto suo interiore che la portò ai monologhi patetici della sua vagina da donna che credette di volare alto ma non conobbe mai un uccello come dio comanda. S’inchinasse. Ora, però, la finisse di leccare. Vada adesso a cucinare le patate… M’ha rotto il cazzo. Ah ah. Eh sì, basta col servilismo. Questa donna già mi servì. Ora, devo darmi alla selva di un’altra serva. Mi farà un servizio pulitissimo. Poi, si sciacquasse la bocca prima di sputare altre porcate.

Ah ah. Sì, sono un essere piuttosto stronzo. Via da me le merde. Tiriamo lo sciacquone. Ficchiamo con foga le tope-figone pure sotto la doccia e i topi di fogna nell’acquedotto assieme al clown di Pennywise.

Me ne fotto di tali pagliacci. Io li strucco. Io li distruggo. Mi dite che sono tocco ma io faccio, appunto, come diceva Totò, tutto il ritocco. Ah, il toccarsi troppo rende l’uomo cieco e storpio? Sì, basta con la catechesi e lei, suora, si genufletta. Rifletta!

Le provoco il rigetto? Vomiti e poi si pulisca con l’acqua non benedetta. Solo quella del rubinetto, mia in(f)etta. Ah ah, miei insetti! Ce l’ho che pesa quattro etti, miei prosciutti, belli e bulletti.

Sì, Kathryn Bigelow emana una sensualità da paura.

Anche quando va a fare la spesa, vorresti subito raggiungerla e dirle che, alla Coop, scordò il cibo per cani ma anche il barattolo di vasellina.

Evviva i surfisti.

Sì, sono uguale a Johnny Utah.

Quando vedo Kathryn, le dico:

– Vorrei tornare a giocare.

– Che ruolo avevi?

Merda, centromediano di merda.

 

 

Adesso, a parte gli scherzi, solo quando sono metafisico, oltre i comuni pettegolezzi, le chiacchiere, le piccinerie, le gelosie e le invidie, assomiglio a colui che dipinse questo.

Be’, non sono Michelangelo.

Io, infatti, direi molto di più.

Ah ah.michelangelo creazione

di Stefano Falotico

 

Kathryn+Bigelow+Kathryn+Bigelow+Farmers+Market+UtshqT2asI4l

Aspetto già il Keanu Reeves Day, proverò più adrenalina del compianto Patrick Swayze di Point Break


26 Dec

point break

Sparatevi quest’invettiva, questa sanissima requisitoria imprescindibile e poi digerite, se vi riesce.

Il 21 Maggio del 2021, come sapete, Keanu Reeves uscirà in contemporanea con John Wick: Chapter 4 e il quarto capitolo di Matrix.

Roba davvero più eccitante di Lori Petty di Point Break quando, in tale film di Kathryn Bigelow, Johnny Utah/Keanu Reeves la vide, per la prima volta, in bikini quasi ignuda in riva al mare. Cosicché mentre il Sole batté cocente sull’oceano della California, in quel momento, Keanu dimenticò ogni ascetico insegnamento da Piccolo Buddha. Surriscaldandosi sessualmente d’una piccante voglia assai caliente.

Per fare con lei il surfista con la vasellina da “centromediano di merda”. Come disse infatti a Gary Busey.

Lori, in un battibaleno, proprio sulla riva oceanica d’ogni purezza da Moby Dick, la bianca balena, spogliandosi poco candidamente, provocò lo squagliamento d’ogni ormonale ghiacciaio di Keanu.

Il quale, dinanzi alla sua bellezza scostumata, cioè velata solamente dal costumino, ah ah, la desiderò da birichino e fu immediatamente di lei innamorato. Che volpino. Gemendo, mugolante, il suo essere stato da lei folgorato e dunque denudato d’ogni freno inibitorio moralistico e repressivo. Ne fu infranto. Smarrendo ogni residua sua immacolatezza infant(il)e.

Ah, un bel guaglione, Keanu. Un simpatico fante. La vide e volle esserle in mezzo (stan)tuffante.

Peccato che Keanu dovette (s)battersela con Patrick. Purtroppo, da qualche anno, morto di Cancro.

Ma all’epoca lui fu il duro del Road House, il Ghost per ogni donna alla Demi Moore da modellare nell’argilla d’un tornio da mani romanticamente sporche più di Dirty Dancing.

Comunque, se fossi stato in Keanu, avrei lasciato Lori Petty a Patrick e avrei fatto del petting a Bigelow Kathryn. Una che, a quei tempi, era più figa di Charlize Theron de L’avvocato del diavolo.

Cari amici, siamo o non siamo ragazzi giusti? Giusto? Cioè Righteous Brothers?

A volte però l’Unchained Melody va a farsi friggere per colpa di amici stronzi come Al Pacino di Righteous Kill.

Ha allora ragione Alessandro Catto.

Comunque, in questo giorno di Santo Stefano, aspettando il mio San Silvestro a Monaco di Baviera, vi lascio con la clip di uno dei film più emozionanti di tutti i tempi.

Rocky rimane, a distanza di più di quarant’anni, una delle pellicole più indimenticabili di sempre.

La storia di un underground. Di un cane bastonato a cui fu offerta una possibilità per lui impensata e incredibile.

Tutti, da Apollo il primo, credoedettero che sarebbe stata una facilissima, comoda passeggiata buttarlo giù ma Rocky, contro ogni pronostico, sì, avrebbe perduto l’incontro ma al contempo avrebbe dimostrato di essere stato più forte nell’aver saputo resistere così a lungo.

Infatti, nel secondo vinse. Rocky è come Neo/Reeves e John Wick. I cattivi lo colpiscono. Lui schiva tutti i colpi e risponde con una velocità di risposte da lasciare tutti stecchiti, scioccati, abbattuti.

O forse abbacinati.

Auguri, tanti bacini a ogni borghese col cervello piccino, con qualcos’altro ancora più minuscolo ma di panzone abnorme e presunzione giustamente punita con sacra “unzione”.

 

di Stefano Falotico

È vero, domani uscirà The Irishman ma Terminator 2: Judgment Day è un capolavoro senza tempo, un’elegia malinconica, metafisica e super figa sul John Connor che sono io, ah ah


26 Nov

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Sì, sino a due anni fa, Linda Hamilton di Terminator 2, eh già, mi faceva un baffo.

Lei, considerata erroneamente pazza, ovvero sofferente di deliri paranoici, appare nell’incipit perfettamente palestrata, forse anche lì depilata, internata come Sam Neill de Il seme della follia poiché, in una società miope, lei già vide, anzi il futuro previde.

Sì, donna provvidente, sbattuta ingiustamente in quel posto di dementi a causa di una frettolosa, sociale previdenza, mannaggia alla Provvidenza, povera, sensibile donna dotata indubbiamente di un’iper-coscienza oltre la media e, peraltro, di un paio di gambe neanche tanto malvagie, capaci di bruciare ogni robot-androide freddo come il T-1000, ardendolo col carisma possente del suo sguardo lucente.

Sì, cari bambolotti, era onestamente una bella bambolina. Una che sapeva come stendere non solo i panni, sporchi e non, bensì anche un duro come Schwarzenegger. Uomo culturista ma senza molto cultura eppure ex governatore, un attore pasticcione, cioè capace di non saper recitare neppure la letterina per Babbo Natale ma riuscir a essere al contempo mitico, oserei dire mitologico grazie al fascino da dinosauro, per l’appunto da invincibile Mister Universo divenuto amico intimo di James Cameron e di Paul Verhoeven. Un uomo poco tenero che, però, a mio avviso accetterebbe il succoso pasticcino offertogli da Linda, donna che usò esplosivi e poteva donare, all’epoca, notti infuocate da giochi d’adulti pirotecnici, mettendo forse il “cornetto alla crema” al suo ex di allora. Ovvero, proprio James Cameron, esattamente.

Poi James la tradì con Kathryn Bigelow e furono Strange Days per Linda. La quale, non avendo più James e la sua quaglia, nel suo cervello un cazzo quagliò e forse, per elaborare il lutto di tale perdita sentimentale, soprattutto patrimoniale, considerato che James era già uno dei registi più ricchi del mondo, di lui non si disamorò ma da lui fu comunque disarmata.

Finì in mutande, psicologicamente, come nell’inizio di Terminator 2.

Bestemmiando a più non posso e probabilmente, dentro la cella del manicomio, cantando Ancora di Eduardo De Crescenzo… perché io da quella sera non ho fatto più l’amore senza te e non me ne frega niente senza te.

Sì, era una donna piuttosto piatta in quanto a tette ma, nostro indimenticabile, James, perché la facesti a fette? In quella clinica, davano da mangiare solo quelle biscottate.

Cosicché lei, per te impazzita e non più strapazzata, non seppe più se un giorno sarebbe riuscita a cucinare anche solamente una frittata.

Nella sua cella, però, c’era il televisore. A volte, a tarda notte, cioè quando non riusciva a dormire poiché troppo vogliosa di te, su Rai 1 ridavano le repliche dei vecchi soliloqui, col caffè amaro in mano, di un altro Eduardo, maestro del prenderla come viene… vale a dire con filosofia. Il De Filippo. Grande uomo, mica Uomini e donne da Maria De Filippi. Ah ah.

Sì, la Bigelow forse era più colta di Linda, si sarà laureata, mettiamo pure, con una tesi su Ercole a New York. Ma vuoi mettere la sua (ri)cotta?

James, James costringesti Linda ad obbligarsi a un deciso e decisivo Atto di forza. Mica pugnette. Lei dovette reagire con polso e non masturbarsi più di patetici, lamentosi monologhi della vagina…

Fu donna con le palle, cazzuta, cazzo!

Spaccò tutto!

Sì, James carissimo, so che delle sue vertiginose gonne con gli spacchi, andavi matto.

Ma l’abbandonasti per una che non ti diede mai il vero Point Break. Quel “punto di rottura”, anche fisico e carnale, di quando a poppa e a prua, con te dentro la sua prugna, tu e Linda eravate follemente innamorati l’uno dell’altro/a come DiCaprio e Kate Winslet di Titanic.

Sì, altro che Sharon Stone di Basic Instinct. Lei sapeva come tritarti il ghiaccio e leccarti il ghiacciolo, mio uomo cerebrale, senza neanche mostrartela, accavallando le gambe così stupendamente impudica e scevra di biancheria intima. Ti scioglievi come un iceberg appena delicatamente, al buio, lei dirimpetto a te si spogliava come Jamie Lee Curtis di True Lies. Rimanendo però in slip e ammiccandoti, pregustando il tuo Calippo.

Sì, anche se non era nuda integralmente, non dandoti a vedere la topa, tu eri già al top così come quando, sovreccitato, vincesti l’Oscar, urlando di piacere come un assatanato.

A parte gli scherzi, James, sei uno stronzo nato. Ma lei, eh sì, non era ieri nata, non rimase ammainata anche se, dobbiamo ammettere che, senza di te, la sua carriera andò molto a puttane.

Si era accartocciata, diciamo, inacidita, un po’ inaridita e non più lì bagnata…

Invece, passiamo ora al nostro Edward Furlong.

Sì, io fui come Ed, sempre sino a qualche tempo fa. Un uomo putrefatto, oserei dire sfatto, tumefatto.

Sebbene, a differenza di Edward, mai mi feci e manco tante me ne feci.

Sì, Edward e voi ve la/e faceste sotto. Io no. Me la dormii di brutto. Ah ah.

Linda, una delle più grandi eroine del Cinema di tutti i tempi con un Edward Furlong che, prima di tirare di cocaina, era un bel ragazzo, davvero.

Che peccato. Che tragedia incommensurabile.

Ma voglio spronare ogni Ed e ogni Linda a non mollare.

In questa società robotica, anaffettiva, asettica come le pareti di un manicomio, dobbiamo vivere di resilienze in modo falotico…

Poiché io, capo della Resistenza, riuscii ad ardere ogni villain figlio di troia come Robert Patrick.

Quindi, se ce la feci io, anche voi non dovete ridurvi come delle merde, cioè come delle feci, appunto.

Io ricordo tutto. Ricordo che la mia professoressa d’Inglese delle scuole medie si chiamava Fontana e non poche volte, prima di fare i compiti, zampillai su di lei con gioia…

Insomma, qui nessuno di me capì un cazzo. Soprattutto io…

Ah ah.

Sì, voglio lasciarvi con una battuta di Gigi Proietti.

– Signora, a me mi piace.

– Bell’uomo, non si dice a me mi piace.

Domani uscirà The Irishman. Questo è il Cinema, signore e signori. Saperci riportare indietro nel tempo.

D’altronde, James Cameron disse a Scorsese: – Hugo Cabret non è un film per bambini. È un capolavoro!

 

di Stefano Falotico

 

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Adoro le storie da Dallas Buyers Club: Siniša Mihajlović docet, amo anche le stranger things miracolistiche e quant’è bella Maya Hawke


13 Jul

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ritorno al futuro dallas buyers club mcconaughey

Sì, abbiamo tutti noi, felsinei con gli striscioni sventolanti del Bologna Football Club, ovvero la squadra di serie A del capoluogo emiliano-romagnolo, appreso della spiacevolissima notizia comunicataci in maniera vivissima e umanissima da Sinisa. Scritto così senza accenti serbi e strani, eh eh.

Ero in macchina, al che accesi la radio e nel dì appena sorto dell’alba estiva di Bulåggna, sì, la mia città di nascita, nel dialetto locale così chiamata, appresi una notizia già di per sé poco promettente e assai poco entusiastica.

Quando si dice che il mattino ha l’oro in bocca, eh già, non sempre è vero.

Infatti, ascolto il comunicato radiofonico che, dopo le notizie meteorologiche dell’alluvionata Pescara e dintorni, all’improvviso mi spiazza e lascia interdetto.

Ovvero la news per la quale nel pomeriggio del giorno odierno, l’allenatore del blasonato Bologna, squadra quest’anno salvatasi dalla retrocessione con ammirevole, combattivo e grintoso onore, comunicherà in conferenza stampa ufficiale lo stato della sua malattia in fase avanzata.

Malattia?

Dunque, attendo la diretta della conferenza e poi me la rivedo su YouTube sul canale del Bologna.

Walter Sabatini presenta Sinisa…

Chi è Sabatini? Il padre con una b in più nel cognome di quella figa immensa che fu Gabriella Sabbatini?

Ah, Gabriella Sabbatini. In questo sabato forse sabbatico, rimembrai i tempi miei puberali nei quali patii godibilmente tutto il mio gomito da tennista. Quando, spaparanzato sul divano, ammiravo tutto il Grande Slam dei miei giochi balistici nell’adorare le fenomenali gambe di Gabriella. Gambe da competizione mondiale. Gambe belle quasi quanto quelle che furono della sua omonima, Gabriella, sì, ma Golia.

Io, dinanzi a loro ero Davide, un nano onanistico che giocava di rovescio e soprattutto di (d)ritto dinanzi a queste gigantesche femmine per cui avrei partecipato, sudando sette camicie, al Roland Garros per direttissima. Sì, avrei preso tutte e due le Gabrielle tanto belle e, sulla terra rossa del mio desiderio caldissimo come il sole a mezzogiorno nel deserto più cremisi, me le sarei sinceramente sbattute con tanto di racchetta d’alluminio. Quanta crema avrei spalmato su queste due donne verso le quali ero attratto di focosa biochimica calorosa come il fan più sfegatato e infoiato.

Di mio, diciamocela, ero iper-arrapato. Che la Sabbatini vincesse, sinceramente, me ne sbattevo il cazzo. Ah ah.

Ah, ero un ragazzo già emotivamente abbattuto che alleviava le continue partite perse con le ragazze mie coetanee, da me trasognate, spesso poco lambite eppur ambitissime, soprattutto fantasticate senz’abiti, in imperterriti breakpoint dalla vita quotidiana a cui offrivo scarsi punti vincenti e ficcanti.

Oggi, mi sono trasformato in una specie d’incrocio fra Keanu Reeves e Patrick Swayze di Point Break.

Eh, anche Patrick morì di Cancro.

Io spesso mi denudo scimmiesco come Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers. Sì, vi ricordate il suo cammeo in questo succitato storico capolavoro di Kathryn Bigelow?

Un’altra donna con gambe, all’epoca, davvero RED HOT. Che potevano battersela con le cosce di Jamie Lee Curtis di True Lies.

Jamie Lee Curtis, la protagonista di un altro ottimo film di Kathryn, ovvero Blue Steel – Bersaglio mortale.

E, come poc’anzi detto, splendida interprete assieme ad Arnold Terminator Schwarzenegger di uno degli spogliarelli più eccitanti e al contempo ridicoli della storia.

Uno spogliarello apoteotico capace di far affondare a mo’ del Titanic qualsiasi uomo anche megalomane come James Cameron.

Sì, vedi una donna così che arcua il bacino, che sinuosa e serpentesca sculetta velata soltanto da un piccolissimo reggiseno che sta su a stento, coperta minimamente soltanto da dei mini-slip nerissimi e piccanti, e non puoi, se sei eterosessuale, far altro che colare a picco…

L’unica donna bollente che riesce a freddarti come un enorme iceberg.

Ah ah

Cameron, bel coglione, altroché. Io, cazzo, la Bigelow me la sarei tenuta strettissima.

Uomini, ci giochiamo le palle che ho ragione io?

Invece James, a quanto pare, ama di più girare i sequel apocrifi di Pocahontas, cioè Avatar e i suoi seguiti bambineschi.

Suvvia, uomini, non fate i perbenisti, i puritani, i moralisti e, in particolar specie, ah ah, gli indiani.

Dinanzi alle due Gabrielle, a Jamie Lee e dirimpetto a Kathryn, va su eccome, a prua e a poppa, ogni albero di mezzana. Non fatemi la parte dei depressi in fase down perché non vi crede nessuno. Tantomeno la vostra pellerossa, peraltro brutta in modo disumano.

Sì, abbiamo perso James in The Abyss dei suoi mille, cervellotici Aliens… da multiforme esaltato.

Ma sì, visto che è estate, andate a pescarlo dalla sua villa con piscina, portatelo al largo e affogatelo.

Come uomo e come regista fa oramai acqua da tutte le parti. Sì. E ricordategli che il suo primo lungometraggio, Piraña paura, è quasi più brutto di Sharknado.

Qui c’è solo uno squalo, miei squallidi. E non è quello di Spielberg, bensì il sottoscritto, uomo che sovente se la squaglia sebbene qualche volta a talune lo scoli.

Sì, da quando lasciai la scuola in adolescenziale età, la gente pensò che soffrissi di qualche male impietoso e incurabile.

Da allora, quanti Strange Days che passai. Ma è tutto passato.

Invero, non è che vivessi molto di giorno, le mie erano notti assai poco dell’altro sesso ingorde in quanto essere metafisico come Franco Battiato, celebre autore dell’intramontabile Strani Giorni, appunto.

Adesso, a parte gli scherzi…

Sinisa mi ha commosso. Ho pure lasciato un commento molto sentito sotto al video della sua conferenza.

Queste le mie testuali parole:

l’audio è molto basso, però. Bisogna alzare il volume delle casse per riuscire a sentire bene. Forza Sinisa, non mollare. La leucemia, purtroppo, è una malattia molto grave. Quindi, bisogna essere ottimistici, sì, ma anche realisti. Varie persone di mia conoscenza non sono riuscite a sconfiggerla. Ma tu sei più forte, Sinisa. Ce la farai. E hai avuto, come sempre, un enorme coraggio a rivelare la tua malattia. Mi stupisce anche la tua calma con la quale, col tuo impeccabile stile, hai confessato senza paura la verità. Sei un grande, vincerai!

Io non sono disfattista né pessimista. Come sopra scritto, sono un realista. Ci sono vari stadi, non mi riferisco a quelli comunali come il Renato Dall’Ara, della leucemia. E può essere di diverso tipo.

Se è vero che la leucemia di Sinisa è in fase acuta e aggressiva, sarò tristemente sincero. La vedo molto dura.

È una delle peggiori malattie tumorali. Il suo clinico decorso è raramente reversibile e battibile nonostante tutte le terapie d’urto possibili.

Ovviamente, non equivocatemi, tifo per Sinisa.

Ma, ripeto, è una malattia che colpisce le cellule del sangue e si sviluppa in modo osseo.

Scusate se mi permetto questo gioco di parole. Non vorrei essere frainteso, come sempre. È insomma uno zoccolo tostissimo.

Ma Sinisa ce la farà.

Come ce la fece il grande Matthew McConaughey di Dallas Buyers Club contro l’AIDS.

Walter Sabatini è un DS, ho visto molti ragazzi ancora in forze (forza, su) crollare di fronte alle mille difficoltà economiche, cosicché si sono affidati all’AdS, ovvero all’amministratore di sostegno.

Ho visto anche tanti idioti insostenibili che non conoscono nemmeno l’ABC e vogliono dare lezioni di vita a me perché mi reputano un pirla e un idiota.

Ora, io non ho niente da nascondere. Al massimo, posso celare tre barrette di cioccolato nel frigorifero perché, se dovesse venire domani a pranzo mio cugino, so che se le papperebbe a sbafo.

Come molti di voi sapranno, a me fu fatta una diagnosi psichiatrica totalmente erronea.

Un errore diagnostico, un orrore di proporzioni cosmiche. Prendiamola a ridere, sono un tragicomico.

E questo scritto è malinconico e contemporaneamente sdrammatizzante alla miglior Woody Allen.

Per dimostrare che avevo ragione io, dovetti lottare molto di più di Matthew McConaughey.

Secondo voi, ecco, il punto è questo: avevo ragione io?

Certo.

Avevate dei dubbi?

Io sono uno, poveri stronzi, che ammirai Traning Day al Festival di Venezia quando voi ancora ciucciavate il seno di vostra madre. E vi garantisco che non era fantastico come quello di Uma Thurman.

Training Day uscì nel 2001 e in quel periodo Uma, vistosamente sovrappeso in passerella, sebbene sempre super passera, era incinta di Ethan Hawke.

Ma stavano aspettando Maya? Non so, anzi, no.

Maya Hawke è nata l’8 Luglio del 1998.

Comunque, Ethan e Uma stavano aspettando solo di finire di firmare gli autografi per rompersi i coglioni a vedere in Sala Grande un film del quale, essendo Ethan il co-protagonista, certamente avevano già visto le integrali anteprime mandate loro da Antoine Fuqua e dalla Warner Bros.

Maya Hawke!

È adesso una delle protagoniste di Stranger Things 3. La scena, nell’episodio 7, di lei e Steve nel bagno della multisala, ove stanno proiettando Ritorno al futuro, è veramente iper-romantica.

Lui è bello, lei di più.

Mi ha commosso. Così come m’ha commosso Sinisa.

Quindi, ora vi levate tutti da… ecco, ci siamo capiti.

Perché non sapete nulla della mia vita. E non vi permetterò mai più di fare i porcellini.

Comunque, con Maya un po’ maialino lo sarei.

Da cui il detto: Maya dire mai.

Ora, vado a mangiare del mais.

Detto ciò, finisco con questa. Maya ha 21 anni, compiuti pochissimi giorni fa.

Di mio, conosco molte ragazze perfino più belle di lei ma che nella vita non avranno mai la possibilità di recitare in una serie televisiva di successo.

Forse perché sono meno talentuose o forse perché non sono raccomandate?

La seconda che hai detto.

Ora, queste ventenni, che un tempo furono fighissime, dopo mille delusioni, hanno quarant’anni e hanno trovato come lavoro soltanto quello delle gelataie.

Dunque, quello che voglio dire è questo, amici. Se non mi siete amici, fa lo stesso. Il mondo è popolato da miliardi di persone.

Ecco, se uno viene emarginato per pregiudizi e stigmatizzazioni stupide da dei falsi amici, altri amici può farsene lo stesso.

Però deve affrettarsi perché, può anche aver sofferto del DOC, il disturbo ossessivo-compulsivo, ma è geniale ancora come Christopher Lloyd di Ritorno al futuro.

Chi ha visto Stranger Things 3 capirà tutte queste mie citazioni.

So che credete che vi racconti balle.

E vi chiedete: ma come hai fatto?

Io sono io. Però, non sono David Carradine di Kill Bill, vero? Anzi, assomigliai molto a Uma quando volli vendicarmi di tante porcate perpetratemi.

Ad esempio, ho incontrato un vero amico. Si chiama Massimiliano Sperduti. Lui mi considera un genio e ha voluto appurare, in attesa del nostro meeting a Firenze del 31 Luglio, se sono/sia capace di recitare un testo come dio comanda.

Ha caricato il video in cui recito un suo erotico racconto sovrannaturale sul suo canale YouTube. Metto qui quello da me caricato, non in elenco, nel mio.

Secondo voi, può andare bene? Ci siamo?

Perdonate solo per qualche rumore di fondo. Ma ci sta.

 

dallas buyers club mcconaugheystranger things keery hawke matarazzo sinisa leucemia

 

di Stefano Falotico

A proposito di James Cameron… gli ho sempre preferito le corritrici, dette anche corridore del Camerun, dette anche corridore del Camerun, date il bentornato a John Connor, ah ah


26 Jul

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Sì, quest’uomo mi ha sempre inquietato. Questo riccone sfondato che viene considerato uno dei più grandi registi del mondo.

E qui mi lancerò nella disamina, ragionata, ponderata, porgendogli lo stesso sguardo severo e arcigno di Sigourney Weaver, una donna da cui star lontani perché, con la sua seriosità sussiegosa, potrebbe attentare al vostro guascone star al mondo, adocchiandovi dall’alto in basso come Ripley e schiacciandovi come scarafaggi.

Tornando al Cameron, costui, in quasi quarant’anni di carriera ha diretto meno di dieci film, se escludiamo i prossimi Avatar, che non credo riuscirà a giare perché, pur essendo nato nel 1954, mi sembra malmesso e ridotto in stato pietoso. Quindi non camperà, secondo me, ancora molto. Non gliela può fare. Ma, se riuscirà nell’impresa, mi congratulerò con lui e gli offrirò da bere al bar TRIUNFO, scantinato losco delle zone del materanese.

Costui esordisce con uno dei film più brutti di sempre, una cagata sesquipedale chiamata Piraña paura.

Sì, all’epoca, dopo Lo squalo di Spielberg, ci furono le annate in cui andavano di mode i film sui “pesciolini” cattivi, tipo L’orca assassina. Mi ricordo che lo vidi da piccolissimo in tv perché mio padre, in assenza di mia madre, voleva rifarsi gli occhi sulle due interpreti femminili, la Charlotte Rampling che fu, e soprattutto quel pezzo di patonzona di Bo Derek. Sì, mio padre è stato sempre appassionato anche di Jacques-Yves Cousteau e seguiva tutte le sue immersioni subacquee, perché spesso veniva affiancato da modelle in bikini atomici. E mio padre sognava di accalappiarsele in un sol boccone in maniera “palmata”. Sì, per poi trascinarle sulla terraferma e praticar loro il bocca e bocca con tanto di bocchini “branchiati”.

In quel periodo, dopo la visione di Piraña paura, mi ricordo di una serata in cui i miei mi portarono in un ristorante rustico. C’era un acquario con questi roditori e il cameriere mi disse di non immergere la mia manina in quell’acquetta ma di soddisfare la mia acquolina in bocca con un paio di gamberi fumanti. Poi, mia madre mi disse di mangiare una sogliola, perché conteneva il fosforo necessario allo sviluppo di un ottimo cervello. Ma vi dirò… un cervello ben sviluppato abbisogna anche di un vertebrato muscolare denominato appunto spesso e volentieri “pesce” ma che appartiene alla classe molto “animalesca” degli endotermi, cioè bisogna avere anche un grosso uccello, uccello a sua volta originatosi dal velociraptor che, se non usato con gentilezza alle donne, può trasformarsi in un predatore alla Harvey Weinstein.

Ora, tornando al Cameron. Terminator è un capolavoro, anche Aliens, anche The Abyss. E Terminator 2 vale per la colonna sonora e, se eravate delle ragazzine in cerca del vostro idolo teen, per un Edward Furlong “carino”, prima che si disfacesse con droghe e zoccolette.

Sì, Edward è uno che consigliava a Schwarzy di dire no hay problema e invece di problemi ne aveva un casino. Tanto che credo faccia adesso lo stesso lavoro di Spider in Quei bravi ragazzi.

Titanic invece è l’apoteosi della grandeur. E lo sfoggio “pomposo” del seno di Kate Winslet prima che diventasse una matrona da casa di appuntamenti romani. Sì, Leo a poppa e a pru(gn)a se la spupazzava col suo vigoroso “albero di mezzana”.

Avatar… non ne parliamo neanche. Le bambine della scuola elementare vicino a casa mia scrivono sceneggiature ben più intriganti. Sì, sono precocemente smaliziate. E, fra una matita e un pastello, immaginano già di “colorare” il “pennello” del maestro.

Su Rai 3 danno la corsa campestre. Gara fra donne con cosce slanciate. Fra una scandinava moscia e una tedesca rocciosa, preferisco la camerunense. Ha uno stacco migliore di Kathryn Bigelow. Anche se Jamie Lee Curtis dello spogliarello di True Lies è imbattibile.

Questa è fantascienza. Allo stato puro.

di Stefano Falotico

Al Cinema viscerale di Kathryn Bigelow ho sempre preferito le mie viscere


30 Nov

Kathryn+Bigelow+Detroit+European+Premiere+4upxh4TMGKDl

 

Sì, siamo bombardati dai nostri dolori di pancia, e la Bigelow è bona ma, come diceva Joe Pesci di Quei bravi ragazzi… è buona ma come il piombo, bum bum bum.

Ah ah, sì, la Bigelow è una donna piacente o meglio lo era. Adesso, onestamente, è leggermente âgée sebbene ancora in passerella voglia far la passerona, vestendo tailleur attillanti…

Adesso, con mesi di ritardo rispetto all’uscita statunitense, esce con questo Detroit. Film osannatissimo dalla Critica anche se, a ben vedere, sono in parecchi a non essere stati del tutto entusiasmati da questa prova registica, tecnicamente ineccepibile e superlativa, ma forse carente di quel pathos veramente sentito o “schierato” che l’avrebbe reso un film più ideologicamente compatto.

Un certo Mereghetti, che voi conoscete bene, nella sua breve disamina lo ridimensiona abbastanza, chiosando così… È il cinema muscolare e adrenalinico di cui la regista è campionessa, giustificato dalle irrisolte contraddizioni razziali di un potere so white, ma che sembra preoccuparsi soprattutto di infiammare l’emotività piuttosto che aiutare a ragionare.

Eppur sento dire in giro che è un capolavoro che non si discute. Pareri di esimi “critici”. Mah, io ho dubbi in merito e tal dubbi nutrisco scorrendo la sua filmografia che un tempo mi pareva più interessata esclusivamente alla pura azione adrenalinica, senza pretensiose ambizioni socio-politiche, sulle quali peraltro la Bigelow sembra essere stata stavolta piuttosto superficiale. Non voglio polemizzare sulla sua maestria, sul suo stile roccioso e viscerale ma, sapete, son tempi in cui le mie viscere hanno poco da spartire con questo genere di film. Film stupendo… brava, ma meglio la Pravo…

Pensiero stupendo

Nasce un poco strisciando 

Si potrebbe trattare di bisogno d’amore 

Meglio non dire

E tu 

E noi 

E lei 

Fra noi

 

Al che, penso al Cinema muscolare di “Silvestro” di Rocky e poi scopro che ha una figlia abbastanza stallona, Sophia, a cui potrei essere lo stallone italiano…

Insomma, fatevi neri per acclamare la Bigelow… a ognuno la sua.

Lo sapevo Moretti in quegli strani giorni di Aprile:

– Hai mai jackato? Hai mai mai zigoviaggiato?

– No, mai.

– Ah, un cervello vergine… ti faremo cominciare bene! Sei proprio sicuro che vuoi essere collegato?

– Sì, sì lo voglio.

– La vedi quella filippina superdotata laggiù? E lo vedi quello lì che balla con lei? Eh? Ti piacerebbe essere lui per venti minuti? I venti minuti giusti? Io lo posso fare accadere. Senza nemmeno farti macchiare la fede nuziale.

 

Finiamo con questa, Vincenzo, detto dagli amici V’ Cinz, è andato a Vicenza assieme a Cinzia.

Leggete la recensione di Anton Giulio Onofri su Close-Up, la pensiamo allo stesso modo.

di Stefano Falotico

“Zero Dark Thirty”, best movie secondo il National Board of Review


07 Dec

Ha vinto la Bigelow. Eh sì.

In vista degli Oscar, alla fine credo che la spunterà di nuovo la Bigelow. Il suo è un film appassionante con al centro un’eroina determinata, Jessica Chastain, un’attrice che adoro, tanto che, se andrete su lulu.com, nella “Ricerca” rinverrete un mio libro dedicato a Michael Mann e proprio adorante la sua fulva, ineguagliabile Bellezza. Consiglio per gli acquisti di Natale? Perché no? Silver Linings Playbook, invece, ha entusiasmato un po’ tutti e, con la giusta campagna promozionale della solita intraprendente e furba ex Miramax, ora Weinstein Company, potrebbe anche farcela. Se non a vincere come “Miglior Film” (ripeto Zero Dark Thirty mi pare aver più carte in regola per un consenso unanime dell’Academy), almeno a intascarsi qualche premio “minore”. Fra i papabili, proprio il nostro Bob De Niro, su cui il signor Harvey sta pubblicizzando a iosa la sua performance. A prescindere se vincerà o meno, credo che entrerà nella cinquina dei candidati, e sarà un piacere rivederlo al Kodak. Da vent’anni “e passa” non viene candidato. E le sue ultime prove c’han lasciato l’amaro in bocca, arrugginendo un po’, neanche tanto in fin dei conti, il suo untouchable mito. Sarà proprio DiCaprio a contendergli la statuetta. Vedi gli scherzi del destino. Il suo “erede” scorsesiano. Credo che sia ingiusto che DiCaprio vinca per Django in veste di non protagonista. Già. Avrebbe meritato l’Oscar maggiore per The Aviator. Questo sa di contentino. Non abbiamo ancora visto quest’annunciatissimo Quentin, potrebbe essere un’interpretazione epocale ma sempre “Oscaretto” rimarrà. Ribadisco, vale molto di più d’un supporting actor.
E “costui” dove lo mettiamo?

Mezzanotte e 0,001 secondo


26 Nov

“primo negativo, guardiamo al positivo, il male vien per nuocere tutto”, una play al Giorno toglie il tuo psichiatra di “torchio?”: I film dell’anno saranno…

… sentenza dogmatica, “(a)stigmatica” del Falotico addolorato eppur adorato, prossimo alla Beatificazione, a forza d’aspettar Beatrice ché “levi” l’ascesi…, soprattutto l’ascesso, via dalle palle, cessi!


– Stefano, mi sei sceso. Sei diventato uno scemo.
– Ah sì? Basta che “salga”, che m’importa della “cattedra(le)?”

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Tarantino realizza il sogno d’una intera esistenza. Unisce la sua antica passione per Sergio Leone, e la “rispolvera” fra le polveri del West a modo suo. Semi-Franconero, seminando gli avversari con un capolavoro che solleverà, appunto, un già classic polverone. Pistolettate, “saloonizzate”, gente appesa come salumi, stronzate, DiCaprio con la coda “caprina”. Ku Klux Klan, gente che si prende per il culo, vendette, tribalità, Clint Eastwood che, di cameo, spunterà e urlerà: – Che roba è? Ridatemi gli spaghetti! Manca il peperoncino a questa salsa!
  2. Zero Dark Thirty (2012)
    Kathryn Bigelow è innanzitutto una figa suprema. L’unica che ha superato la menopausa, riuscendo nellatitanic-a impresa d’essere una cinquantenne (60?) molto più sveglia di quel furbacchione dell’ex marito, Cameron James. Uno a cui va la mia stretta di mano per esserle stato “avatar”, “affogando” nel suo “point break”.
    La milf è più attizzabile di tante ochette dei college. Anche perché possiede una mente azionistica, che spara mitragliante con dei contundenti da “lupa”, dunque “condendo” su thrilleroni rosso cremisi come Jessica Chastain, una che “raderei” al suolo. Mi denuncerà per “terrorismo” da “integralista”, ma i suoi capezzoli son come le Torri Gemelle. Il kamikaze ci sta.
    Costi anche lo stalking.Joel Edgerton prenderà le sue difese, asserragliandomi in casa. Assieme ad altri marines, proverà ad abbattere il mio “bunker”. Sfonderanno la porta ma li “disarmerò” con la mia risata innocua “a salve”: – Volevo solo sfondarla, tutto questo bombardamento per una bombata?Joel riderà di gusto e anzi inciterà maggiormente da caporale:
    – Hai fatto bene Stefano. Comunque, non siamo qui per incriminarti di volerti fare Jessica. Anche perché noi ce la siam già fatta. Quindi, questo problema mi par ovvio. Noi maschi abbiam fatto due anni di militare a Cuneo, vero? Ogni fulva merita la volpe.
    Siamo qui perché c’è arrivata una segnalazione. Hai minacciato il suicidio. Dovevamo salvare il nostro soldato Ryan.
    Sicuro di sentirti bene?
    – No, voglio Jessica.
    – Ok, provvediamo subito. Componete il suo numero di cellulare (intanto, mi confida alle orecchie che ha messo però su un po’ di cellulite). C’è un uccello spompato. Va rimpolpato.- Pronto?
    – Sei tu, Jessica?
    – Sì, vuoi scoparmi?
    – No, non tocca a me. Vieni a casa del Dr. Falotico, quanto prima. La situazione è tragica.
    – Sì, agli ordini, Joel. Ma è carino?
    – A me pare un bell’Uomo. “Toccherà” a te “constatarlo” di persona. Una tastatina, nulla di che.
    Poi sarai libera per il prossimo film di Malick, La falsa metafisica d’una con un fisico da thin red line.

    Se avete letto, fin qui, e avete leggiucchiato la trama di questo film, dovreste aver capito tutto.

    Rappresento la legge di Murphy, “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Appunto, mica tanto…

    Ma sono autoironico e beffardo alla De Niro da Oscar. E la butto a ridere, anche se vorrei sbatterla a letto, similTonino Accolla di risata inconfondibile alla Eddie…

    It’s Showtime!

  3. Being Flynn (2012)
    Storia vera
    ,sì anche un po’ lynchiana. Può Paul Weitz prendere una novella sui barboni e ricavarne un film?
    Sì, another bullshit night in suck city. Nick Flynn diventa, appunto il titolo alla essere-non essere.Il libro, praticamente introvabile (all’uscita del film, le librerie però, ci scommetto, se ne ripopoleranno), fu uno dei miei regalini di due anni fa. Lo trovai dopo girovagare per tutta Bologna. Spesi circa mille Euro di benzina, solo per un “deca” del prezzo. Lo rinvenni in una botteghella, ove il padrone era un simil cinese dei Gremlins. All’epoca, svolsi “servizio” sottopagato, ipersfruttato in Pinacoteca, ove stavo seduto per ricevere circa 20 Euro per quattro ore di lavoro. Roba da finire come De Niro di questo film.
    Le agenzie giustificarono, dicendomi che non avevano di meglio per un genio della letteratura senza credenziali:
    – Ora, i suoi romanzi sono dei capolavori, ma non ha la Laurea. Quindi, o la sbattiamo in magazzino o a far il manichino ai “Grandi magazzini”.
    Saltai alla gola di tal fetente “referente”, fui deferito “infernalmente” e, dopo i “forzati”, obbligato a sforzarmi per non suicidarmi.Sì, questo libro, che leggiucchiai appunto mentre da “guardiano” guardavo i quadri, con indole “guardona” per le migliori Botticelli del “turismo” straniero, mi fu illuminante.
    Mi riconobbi subito nel Bob.Un genio paragonabile a Mark Twain, le cui circumstances l’hanno bloccato nella stanzetta.
    Neppure il figlio crede all’incredibile viaggio psichico di uno che si scopò Julianne Moore e ora è “murato vivo” e vorrebbe solo appendere al muro chi gli ha fatto perdere tutto.

    Si rimbocca le maniche, fa due conti (in tasca no…), e ritorna a scrivere, incontrando il figlio che, come abbiamo visto, l’ha (s)fottuto. Il figlio è un assistente sociale per i senzatetto. Gli homeless, quelli a cui preparano solo leomelette. E vengon trattati da “ominetti” perché, sotto il caminetto, non hanno una da riscaldare di tette.
    Il figlio comincia a commuoversi, e lo provoca perché si dia una mossa.
    Padre e figlio litigano, Jonathan (De Niro) “spara” a freddo, ipercongelato, “ficcando” altri colpi (ficcanti sessualmente no…), altri libri che nessuno leggerà, perché li riterranno solo freddure d’uno che (non) si scalda tanto.
    Invero, De Niro vorrebbe solo esser di nuovo rosso nelle lentiggini di Julianne.
    Invece, beve l’amaro Giuliani. Per digerire il fatto evidente (per il lettore e anche per lo spettatore, vedrete…) che, in effetti, è davvero un genio. Ma gli altri personaggi del film, come avviene nella vita “reale”, non lo sanno e non gli danno retta. E lui finirà solo che più inculato da “coglione”.

    L’importante è che lo sappia Falotico…

    Stenderei un velo (im)pietoso su gente penosa che, leggendo la mia prima opera, mi trattò a pesci in faccia e mi urlò: – Ah, allora, sei doppiamente scemo. Un genio che finge di essere depresso.
    Vai a dar via il culo! Ti strappiamo le palle. E pure le pagine.

    Siamo entrati in causa con tal malfamati, ora si son rinchiusi in casa per la vergogna.

    Vedi, a fare gli idioti da circo? Finiscono poi nelle stanze della stalla della loro testolina da bimbetti.
    E dire che s’eran messi in mezzo pure i genitori, gente molto “colta” e “cresciuta”.

  4. Jimmy Bobo – Bullet to the Head (2012)
    Ecco, si ficcassero in testa questo: sono come Stallone, prima o poi torno grande.
    E sono botte! Da guerriero della Notte!
  5. Flight (2012)
    Anni fa, incontrai una grassona fanatica di Denzel Washington.
    Le ero affezionato, anche perché Denzel a me piace. Un’affinità “erettiva” che se ne frega del razzismo.
    Le donne sono false. Non si sposerebbero, almeno qui in Italia, mai con un “nigger” ma, quando vedono il Washington al cinema, perdono la testa e, a bassa voce, pronunciano: – Se fossi mio, ti perdonerei tutto. Bruciamela come Nerone! Sono la tua bomba atomica d’Hiroshima!Come andò a finire con la grassona? Il “mio” non volò, ma la feci nera.
  6. Cloud Atlas (2012)
    Dicesi superstronzatona colossale di cast stellare.
    Tom Hanks rappresenta il grande attore che fa spesso la parte del fesso.
    Halle Berry rasenta il massimo, vero maialini?
    Come dico io, la mulatta allatta.
    Per il resto, mi sembra un “filmone” per quelli da latte.
  7. Killing Season (2013)
    Travolta ce l’ha con De Niro, che se ne vorrebbe solo stare in mezzo ai monti, dopo aver quasi lasciato le penne in guerra. Travolta ha un conto in sospeso col Bob.
    Si spaccia per amico ma se lo inimica subito.Ora, ve lo vedete il Bob, a quasi settant’anni, correre per gli Appalachi col fucilone in mano?
    Io sì.
    Per questo mi distinguo. Sfodero la cartuccia quando tutti pensano che non li colpirò.
    E fanno le giravolte come John, non capendo un cazzo del “loro” trivellato.Travolta: – Signor Falotico, l’ho scoperto. Lei fa il tonto di “richiamo della foresta” per non andare in guerra.
    Falotico: – Guarda che la guerra è finita. Posso leggere in santa Pace di Cristo questo “tomo” (in testa) di Marx, adesso?
    Travolta: – Cosa vuoi fare, il Rambo di turno?
    Falotico: – No, pensavo a un altro mercenarioChuck Norris. Un rombo di tuono nel tuo culo, razza di panzone!

 

Speciale elezioni USA, spunterà Berlusconi, gridando “Forza Messico!”


06 Nov

All’America preferisco la “riforma sanitaria” di Kathryn Bigelow: Kathryn, una stangona cineasta che non gioca a canasta e, di provocazioni, ti rompe le ossa di “stangate”

In quel delle “stelle e strisce”, striscian le prime indiscrezioni in merito al “quorum“. Tutti, infatti, hanno “a cuore” l’America, soprattutto dopo i danni che ha combinato alla nostra “cultura”, esterofila di liofilizzati a base di Blake Lively scosciata e telefilm istruttivi quanto un piatto di “zeppole” al sapor “vongola”.
Sitcom tragicomiche con tanto di “applause” telecomandato per “freddure” che mettono i brividi su (dis)connessa (un po’ da “commesse”) pelle accapponata nell’episodio “pirata” e “tirato” degli ex Friends, con tanto di “puttanata” (parafrasando Frassica Nino a proposito delle “imperdibili” puntate di Beautiful) in cui Jennifer Aniston invita, per la cena di Natale, il pezzo forte delle sue conquiste da “San Silvestro”, Harvey Keitel versione Babbo Natale che, di cattivo tenente, fagocita le sue tette nell’espressione: “Sono brutto come i peggiori negri ma stasera mi butto!“.
E, mentre ci dà voluttuosamente, “schizza” nell’urlo orgasmico da “nosocomio”: “Faccio di tutto per stare in te!”.
Jennifer comprenderà “interamente” che divorziare da Brad Pitt non fu un un gran “colpo”.

Sì, l’America (definizione “generalista” per identificare, geograficamente, il Paese della “cuccagna” alla Big Apple, ove chi vinse fu la faccia tosta Steve Jobs nel suo monopolio di consumismo e chi “perde” è invece chi ha una mente enciclopedica ma non sa usare iTunes perch’è un Duffy Duck, “inaffidabile”, alla Looney, sì alla Romney..., attenti, non confondetelo con Rooney del Manchester… “united“, si sa).
Se a Roma, strategicamente nel “colpo di Stato”, si “piazzò” l'”altare” dell'”imperator” Mussolini, al di là dell’oceano, oltre il coast to coast, i maiali spezzan le “costolette” con la guerrafondaia idiozia a propulsione di massa, abbindolata nell’oca allodola Kim Kardashian esportata di culo “assicurato” con Jennifer Lopez, per un “gemellaggio” da “stadio” che inneggia al “faccela vede’!” mondiale.

Sì, negli anni ’70 il Cinema di tal Nazione evolse miracolosamente dai melodrammi, ch’emularon i nostrani Matarazzo di Nazzari e di Rodolfo Valentino, il “sex” per i “materassi”, nella polemica impegnata innervata e sull’orlo della “crisi” con pomeriggi da cani e cuculi ove Jack Nicholson fu lobotomizzato come una bestia solo perché era un Uomo libero (dunque lo “istituzionalizzarono” nel suo “pollo” senz’ali della libertà, mentre Hugh Hefner scopava la sua “Rita Hayworth” di Playboy “pimpante” da coniglio della “cristologia” redemption per stimolar il prepuzio dei marines in Vietnam).

Oggi, è avvenuta un'”invisibile” regressione di contagion alla Steven Soderbergh, un “cinemino” che pretestuosamente vorrebe “dirla tutta” ma preferisce poi ripiegare in Channing Tatum che fa (tutte…) i piegamenti d’addominali sulla sua “cocco-bella”, nell’esultanza collettiva dei colletti bianchi.

Obama tien alto il pregiudizio razziale, con De Niro ad appoggiarlo, ché il Bob s’è sempre scopato le “nerone”, salvo eccezioni alla regola con Uma Thurman e Ashley Judd.
Oggi il Bob si fa accompagnare dall’hostess Grace Hightower.
Durante la presentazione di The fan, gli chiesero perché l’avesse sposata. La risposta del De Niro fu “laconica” ma secca come il suo personaggio di “coltelli“: – Perché, durante il “volo”, mi garantì un pompino perfetto nella cintura di sicurezza dell'”atterraggio morbido”.
Quindi, un buon partito… per non ripartire come attore.
Da allora, già, il Bob inanellò una serie di “cazzate” (in)sostenibili, tutta l'”opera omnia” di Ti presento i “miei” e il suo “nascosto nel buio“.

Silvio, qui in Italia, dopo un'”irreprensibile” mafiettina “travagliata” solo dagli attacchi di Michele Santoro, è stato finalmente “messo alle strette”. Accusato di frode per non far causa al peggio, cioè le sue “fregne”. Un po’ come l’Al Capone de Gli intoccabili.
Dopo le sue varie tettone av-“venne” lo smottamento tettonico al suo “programma elettorale” a base di “eiaculazioni” in “quelle” di Arcore, con tanto di Manuela Arcuri e la Minetti che, con Silvio, “cantava” a letto come Mina.

Vincerà Barack, l’unico a mio avviso che può salvar la baracca a noi “imbarcati”.

Poi, festeggerà con Bill Clinton nella “stanza orale”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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