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In tempi di Draghi, ci vuole il Drugo per ripristinare il mondo a Cinema, fumetti e anime purissimi/e da Ken il guerriero pulitissimo


05 Feb

lebowski bridges

Sì, a Bologna, quando una persona è prodigiosa, gli si dice: , ma lui lì è un drago.

Di mio, so che il vicino di casa di mia nonna, nella sua casa oramai abbandonata a sé stessa, ubicata in una zona brulla e remota dell’entroterra d’un paesino in provincia di Matera, di cognome faceva Dragonetti. Uomo forse non angioletto eppur carismatico dal fascino meridionale come un Al Pacino nostrano della Lucania con tanto di Amaro Averna, il gusto pieno della vita della moglie che si divertiva con gli amanti più calorosi di una vodka ad altissima temperatura, zuccherandoli dall’essere cassaintegrati mentre il Dragonetti, incassando altre botte al fegato, amaramente cantava con Domenico Modugno, forse oggi coi Negramaro. Ecco, in questi tempi bui ove nemmeno Rust Cohle/Matthew McConaughey riesce a sperare nella luce contro le tenebre, necessitiamo di una nuova stella di Hollywood? No, di una star dell’Orsa Maggiore a mo’ di Ken il guerriero. Epicamente “siglato” da Claudio Maioli. Uomo che, alla pari di Cristina D’Avena in versione virile su voce da Kickboxer à la Vandamme canoro, energizzò le nostre infanzie pronte a slanciarsi, dopo una torbida pubertà, in un’adolescenza che sognammo foriera di vitalità e godimenti lontani da vetusti schemi della “didattica a distanza” figlia d’adulti tromboneschi e oramai, da tempo immemorabile, spenti e depressi. Gente, invero, trombata e secondo me anche poco trombante, insomma, arrogante e impotente. Gente che, evidentemente delusa anzitempo, s’arrogò il diritto di volerci intenerire e incenerire al fine che, di rughe precoci e di panze piene veramente atroci, passassimo il tempo a giudicare come Mara Maionchi. Assoggettandoci al loro XFactor atto a far sì che ci accor(p)assimo ai loro deperiti corpi, cuori e cori marci e putridi. Sì, esigo la giusta recensione, no, la regressione alla Ferdydurke. Opera letteraria davvero capolavoro di Witold Marian Gombrowicz. Sì, in un mondo imbarbarito ove la gente invidia, a mo’ di Iago, Mario Balotelli perché non è Otello ma stette con una di grosse t… te, ovvero Barbara Francesca Ovieni, la quale gli diceva… Mario non essere amletico, o vieni oppure andrò con Riccardo III che è storpio ma ha voglia e infatti urla… un cavallo, il mio regno per un cavallo e per una donna come Barbara, una cavalla che sa le gambe accavallare, ecco, io scazzai tutto e, nelle rughe, no, righe venute prima di Mario, non poco cazzeggiai. Ci vorrebbe Renato Pozzetto di Da grande per rivedere la vita con purezza totale, senza nemmeno scoglionarci con atti impuri. Ora, secondo Federico Frusciante, famoso critico YouTuber, David Bowie fu una put… na di bassissimo bordo mentre i Queen lo furono come Theresa Russell di Whore.

Secondo le grida popolari da arrotini e da personaggi circensi, da cretini, da venditori di castronerie da pere cotte, sì, da peracottari e, un tanto al chilo, qualunquisti imbonitori da mercato ortofrutticolo, emesse con sfacciataggine da Oscar da tali tuttologi fantomatici del web, Brian May non fu un chitarrista mentre i sedicenni del Conservatorio avrebbero un’estensione vocale maggiore rispetto a quella di Freddie Mercury. Queste idiozie fanno più paura di Freddy Krueger. Secondo me, questa gente è come Gene Hackman de Gli spietati. Quello sceriffo, nel suo rione, dettò legge. Propinando maieutica e “cultura” cinematografico-musicale ma non entrando però mai realmente in azione a mo’ di Amleto che perennemente delira imperterrito, non sempre a torto comunque, teorizza complotti su Netflix e scambia Clive Owen per Owen Wilson. Ah, sono comunisti così come Mario Brega di Un sacco bello, si capisce, incorruttibili mentre chiedono ed elemosinano soldi per recensioni da capitalisti deplorevoli. Ecco allora che qualcuno s’identifica in Gian Maria Volonté. Io credo di essere Marco van Basten. Cioè il centravanti più forte di sempre a cui spezzarono le gambe semplicemente perché quando scendeva in campo distruggeva chiunque. Ah no? Ecco, io non sono un uomo normale. È risaputo. Infatti, colpi come quelli di Mario, no, Marco, peraltro immarcabile, li possono eseguire tre persone, vale a dire Uma Thurman di Kill Bill vol. 2, Ken il guerriero e una persona su cui sarebbe stato meglio non comportarsi come i David Carradine di turno. Sì, i miei sono sfrontati affronti da William Munny, il revenant per eccellenza. Silenzio adesso, parla il Maestro. Se non vi sta bene, chiedetemi chi sia e come sarà Cry Macho e ve lo dirò dopo averlo visto. Ah ah.

di Stefano Falotico

TIMECOP: la dovremmo smettere con Marcel Proust e io non avrei mai immaginato che sarei ritornato in forma come Jean-Claude Van Damme


27 Apr

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Sì, da ragazzino fui un fan sfegatato di Jean-Claude. Non mi persi neppure un film con lui protagonista. Da puberale e semi-adolescente, fui talmente innamorato di una mia compagna di classe tutta bionda come la magnifica Leah Ayres di Senza esclusione di colpi, da credere che sarei diventato il nuovo Bruce Lee.

Quando si è innamorati, si perde di vista la realtà. Si mugola e si fanno i gridolini alla Bruce.

Sì, Bruce fu sposato a una biondina mentre all’epoca, sognando la mia biondona tutta ignuda, avrei spaccato, al solo toccarmelo, un mattone in un colpo solo. Infatti, da allora divenni mattone io stesso, ovvero accrescitivo della parola matto.

In Dragon, Jason Scott Lee sposa Linda, ovvero Lauren Holly. Io mi tramutai nell’ex compagno vero di Lauren, ovvero Jim Carrey. Sì, di The Truman Show. Che viene preso per il culo pure da sua moglie irreale… Laura Linney.

Oddio, non si capisce nulla. Donne quasi omonime, omoni senza ormoni, donne senza un uomo. Basta!

Mentre, ne Il corvo, Brandon Lee stette per sposare la sua bella ma fu ucciso alla vigilia delle nozze. E che cazzo! Oppure, non ricordo, furono già in luna di miele? Mah, fuoco e fiamme…

Sì, Brandon, sul set di questo film, oh sì, morì. E ancora da lassù gli bruc’…

Ecco, a differenza di quello che si possa credere, Jason Scott Lee non fu e dunque non è il fratello di Brandon e nemmeno fu, è e sarà mai il figlio di Bruce.

Non so se sia un figlio di puttana ma girò il seguito di Timecop.

Di mio, mi girarono molto le palle quando vidi Mia Sara fare all’amore con Van Damme, no, mi saltarono per colpa di quella bionda che mi rifilò una delusione più atroce di un calcio ai testicoli, semmai proprio mentre stetti per farle la spaccata…

Insomma, mi partirono i cosiddetti “gemelli”. In Double Impact, Van Damme interpretò due fratelli al prezzo di uno. Uno dei due si ubriacò di brutto quando l’altro, identico a lui, se la spassò con Alonna Shaw.

In verità, fu tutto un suo trip da paranoico. Il personaggio di Alonna non scopò affatto l’altro fratellino mentre all’eventuale cornuto omozigote s’arrossarono solo le gotine poiché un’altra birra scolò e soltanto s’incazzò. Cosicché, tutto paonazzo in volto, più arrabbiato di Frank William Dux di Bloodsport, di brutto ogni cosa spaccò.

Sì, credo che presi una botta in testa a quei tempi. Forse solo alle tempie. Non so se sia stata colpa di Chong Li ma certamente divenni la versione maschile di Gong Li. Sì, quella di Lanterne rosse. Che non si sa che minchia stesse aspettando…, forse Colin Farrell di Miami Vice?

Insomma, divenni abbastanza picchiatello come Ray Jackson/Donald Gibb.

Con puri occhi da folle oppure semplicemente un po’ innatamente incurabili da strabismo di Venere.

Sì, ne soffro. Per questo, ora mi mancano due gradi a un occhio. Poiché, essendo il corrispettivo, oserei dire antitetico ma identico, sì, gemellare occhio leggermente, asimmetricamente allineato rispetto a quello di Christopher Lambert, crescendo, una pupilla si sforzò troppo.

Lambert, invece, dopo essere stato Greystoke- La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie, s’imbestialì più di King Kong con Alba Parietti.

Anche le mie palle si sforzarono troppo a furia di adulti che, reputandosi cresciuti, non capirono quanto fossero ciechi a non rendersi conto che non furono nient’affatto dei giganti come Abdel Qissi/Attila di Lionheart.

Ah, la gente confonde Michel Qissi di Lionheart, il quale interpretò Moustafa, col suddetto attore di Lionheart dal cognome uguale spiccicato, come si suol dire, che per l’appunto fu Attila.

MaronnaViuulenza… Ci vorrebbe Attila, flagello di Dio, voleranno fulmine e saette, tuoni su voce da Abatantuono!

Invero, Michel Qissi fu Tong Po in Kickboxer. Mentre io scrissi pure il libro Kickboxing La maschera di Edgar Allan Poe. Sì, fui trattato da miserabile come Jean Valjean ma, adesso, donne più sexy delle maggiori pornostar mondiali pensano che io sia più muscoloso… di Jean Val Jean. Vagin’!

Insomma, la mia vita fu una tragedia. Va detto, senza se e senza ma. Fui scambiato per Fantozzi quando invece, a quarant’anni, sono più agile di Uma Thurman di Kill Bill.

E ho detto tutto…

Anzi no.

Morale della fav(ol)a: gli uomini e le donne, crescendo, si corrompono e, se sei troppo puro, ti dicono di non rompere.

Anzi, ti urlano che te la racconti. Te la suoni e te la canti.

Per quanto mi concerne, per quanto sia fantasioso e bravo a inventarmi storie, posso giurarvi che è tutto vero…

Nella vita, non esiste che resista chi è/sia più colto, più bello e più in gamba. Resiste chi ha i soldi. Poi, può essere pure un demente, non importa.

Ha il potere per fare quello che vuole. Non ci sono altre verità. Il resto è una grande balla retorica.

E tutto ciò è più agghiacciante del Covid-19. Lo so, è abbastanza inquietante. Ma, se vogliamo essere sinceri, senza nascondermi e celarvi nelle menzogne, non sono proprio il tipo da poesiole tenerine. Le mie poesie sono bellissime in quanto sono durissimo. Ciò può inquietarvi e starvi sul cazzo. Non sono cazzi che vi riguardano.

Eh sì, credo che la versione reale della vera storia di Frank Dux, no, della mia, sia esattamente questa.

Altro che follia e stronzate varie. Le persone sono più cattive di Chong Li. Sono pochissimi, nella vita, i veri amici che non ti tradiscono mai. Per esempio, Bolo Yeung e Van Damme furono e sono da sempre grandi amici, sebbene Bolo, in Senza esclusione di colpi, abbia voluto appannare la vista a Jean-Claude in quanto, leggermente invidioso, seppe sin dapprincipio che Jean-Claude/Dux fu ed è molto più forte di lui.

Allora, dovette usare uno stratagemma scorretto per abbatterlo. Per batterlo. Ma perse lo stesso.

Anzi, perse, perdendo pure la faccia.

Comunque sia, finita questa quarantena pallosa, andremo tutti assieme a mangiare una focaccia.

Questa vita è stata una faticaccia.

.

 

di Stefano Falotico

 

C’era una volta a… Hollywood esce in 4K il 2 Gennaio 2020, mentre io il due me la dormirò dopo il mio viaggio a Monaco di Baviera, beati voi che ancora credete nel Cinema del Tarantino


17 Dec

una volta a hollywood

81LXf2BZoTL._SL1500_Sì, comprerò la versione Steelbook. Bella tosta, intonata al mio essere oramai armato di amianto dopo tanti pianti.

Il mio nichilismo è oramai sfrenato. A Margot Robbie preferisco Miles Teller di Too Old to Die Young. Pensa te.

Non avrei mai immaginato, sino a qualche mese fa, che sarei diventato un fan di Nicolas Winding Refn.

Ma Tarantino m’ha nauseato. Ce la vogliamo dire? Il suo Cinema autoreferenziale e onanistico, passatistico ed elegiaco dei cazzi suoi ha veramente rotto le palle.

Oramai Quentin è più disgustoso di William Baldwin della serie suddetta di Refn. Sì, è divenuto un ricco nababbo viziato e capricciosissimo con le sue turbe sessuali, i suoi complessi di Edipo mai risolti, il suo feticismo da uomo incestuoso di sé stesso.

Insomma, è ora troppo presuntuoso. Ma molti di voi ancora gli leccano il culo e s’addobbano di feticci e memorabilia tanto per riempire i vostri interiori vuoti.

Sinceramente, una persona che dai trent’anni in su non sa se comprare un Blu-ray normale o quello super speciale con tutti i contenuti extra, eh già, a me pare solo un American Psycho versione Christian Bale.

Insomma, un pazzo sesquipedale. Ci sono anche 7 scene inedite? Io avrei tolto proprio ogni scena del film. Anche Margaret Qualley, una scema.

Cioè, non godendo voi più di emozioni quotidiane, avete proiettato nei cofanetti le scopate che invece dovreste farvi sullo stesso divanetto ove riguarderete quest’ignobile filmetto.

Io non dovrei parlare in merito al fare il Brad Pitt della situazione.

Sì, dopo la prima volta, tutti pensarono che sarei stato finalmente felice. Invece divenni prima fallico e poi fallace, m’inculai, dopo che l’inchiappettai, soltanto nell’incarnata infelicità totale e ora passo le giornate a ricordare ciò che di magnifico vi fu nella mia purezza esistenziale prima di questa porcata bestiale.

Avrei una domanda da farvi. Voi come fate a sopportare la condizione umana?

Cioè, superata la linea d’ombra di conradiana memoria, come riuscite a tollerare l’orrore kurtziano?

Per quanto tempo potrete ancora andare avanti a scrivere cazzate su Facebook, illudendovi, così facendo, di allentare il vostro inestirpabile male di vivere?

Contenti voi, non contento io. Ah ah. Per voi, tutti i film sono capolavori.

Aveva ragione, come al solito, Carmelo Bene. La vostra vita non è un capolavoro perché vi fate i film degli altri. Diciamocela, qualche volta, vi fate pure le fighe altrui ma poi v’accorgete che non valevano il prezzo del biglietto.

Di mio, vorrei iscrivermi a un corso di montatore del suono. Sì, un lavoro “tecnico”.

Sì, mentre voi vi montate la testa e, per fare colpo su di una al fine di montarvela, indossate un montone, portando una tizia con la cellulite a vedere questa celluloide bulimica, io voglio fare il John Travolta di Blow Out della situazione.

I vostri mugolii e le vostre grida isteriche, i vostri dannati lamenti nella notte non mi convincono.

Non è che, dopo essere stati al drivein, avete inseguito e pedinato Nancy Allen in macchina come Stuntman Mike?

Guardate che io sono RoboCop. Lasciate stare Nancy, altrimenti vi sparo ove sapete.

Si vede che di poco v’accontentate. Cioè, trascorrete ogni dì a celebrare le vite degli attori hollywoodiani e, in tale vostro patetico, sognante delirare, eh già, surrogate quel che poteva essere ma non è stato e credo, onestamente, mai sarà.

Allora ben venga Refn con le sue invettive pessimistiche, poco agiografiche né celebrative di tale immane scompenso umano devastante.

Tu ce l’hai l’ultimo album di quel cazzone? Hai tutte le sue canzoni? In vinile, in cd, in mp3? Non conosci i Van Halen?

No, di mio bevo una valeriana, ascoltando la Cavalleria rusticana. Tu pensa alla tua cavalcata con quella valchiria e lasciami fare il ghiro. Me ne fotto se sei Richard Gere o un figo della minchia.

Vi fu un tempo in cui anch’io fui collezionista di cazzate. Pensate che ho ancora un dvd con l’ex pattinatrice Katarina Witt. E non è quello di Ronin.

Semplicemente un dvd in cui le si vede bene il culo. All’epoca, servì a stimolarmi nei momenti mosci.

Adesso, sono io una lastra di ghiaccio. Sì, sino a due mesi fa, tentai di ringalluzzirmi, scaricandomi porno a man bassa. Più che altro…  a mani basse. Ma nuovamente a un cazzo servì.

Mi feci… una cultura su tutte le pornoattrici americane, tipo Sharon Tette, Margot Poppie, Leonarda di Capri con tanto di stalattiti e stalagmiti del suo amante, detto Alfredo James BACINO che sgocciolò dopo che le entrò, con far da Padrino, nella sua grotta di Castellana da vero “gentiluomo”, un Riccardo Corleone, insomma.

Un Tony Montandola.

Sì, credo che dopo il mio viaggio a Monaco, avrò appunto finito la mia vita.

Sapete fra l’altro che vi dico?

Munich non è un grande film.

Morirò presto, diverrò una leggenda come Bruce Lee?

Pensate che scrissi anche il libro Kickboxing, seguito letterario di Kickboxer.

Sì, amici, è finita. Stavolta definitivamente.

Ieri, vi parlai della mia nuova pubblicazione.

Infatti, sarà l’ultima.

Insomma, non mi piace il sesso, non mi piace più Tarantino, De Niro forse non sarà neanche candidato all’Oscar per The Irishman.

E su Instagram impazza il porcile a tutt’andare.

Uno come me, in questo mondo, è già troppo che sia arrivato a quarant’anni.

La scena più bella di quest’anno di Cinema, oltre a quella del pre-finale di Joker, è questa.

Le memorie ottenebrate scalpitano dalla languidezza del tuo Kickboxer


04 May

kickboxer blu rayVi ricordate la scena in cui Jean-Claude Van Damme rimembra il tempo eterno della terra delle aquile ove quei cavalieri, come dei saraceni pupi siciliani, spadroneggiavano da ronin spadaccini?

Scena meravigliosa che, nella mia classifica cinematografica, fa sì che Kickboxer ascenda a inamovibile cult appunto personale.

Il cult non è un capolavoro. Obiettivamente, Kickboxer è un film puerile e alquanto stupido col super cattivone che non vedi l’ora che venga pestato a sangue, come infatti puntigliosamente, oserei dire chirurgicamente avviene nel finale rombante di calci piroettanti.

Ma, nel Cinema, anche in quello basso e infantile, esistono scene memorabili.

Che tempi erano quelli in cui in tv passò in prima visione questo film con Jean-Claude?

Andavano di moda i cicli delle martial arts. Introdotti dalla sigla iper-visionaria inframmezzata dai corpi taurini dei protagonisti di questo genere di pellicole. Sull’indimenticabile Knockin’ on Heaven’s Door. Di Bob Dylan?

Eh no. Dei Guns N’ Roses.

Una cover che da sola valeva la grinta di quegli anni per noi d’oro.

Ma che tipo di società era?

Lo so io. E, se volete che ve lo/a riferisca, prima offritemi un caffè.

Non c’è niente da fare.

La psichiatria è materica, è fallimentare con uno come me. Praticante dell’occultismo della sua anima tenebrosa, dunque solare come il mattino più ardente.

Uno dei miei film preferiti in assoluto è Il signore del male di Carpenter. Ho detto tutto.

Sì, ci sono i capolavori e ci sono quelle persone irremovibili che adoreranno sempre alla follia i loro nostalgici infantilismi infrangibili.

Perché io, in un certo senso, sono come Stephen King.

Sì, l’unico scrittore vivente, altro che Bambini nel tempo di Ian McEwan, capace di essere grande e grosso ma di ricordarsi uno Stand by Me – Ricordo di un’estate come se fosse oggi.

Il tempo non esiste.

Io con la mia anima e la mia mente pratico il relativismo di ogni teoria da abbattere a monumento del mio sacrale tempio.

Sì, forse stavolta sto davvero morendo. E sto bussando alle porte del paradiso, fuori da ogni epoca, da ogni realtà relativistica, sconfiggendo ogni relatività quantistica.

Buonanotte.

A proposito di Dylan, cosa ne pensate di Hurricane?

Sì, io posso soprattutto dirvi che società oscenamente giovanile era quella degli anni di Tarantino.

Ove idioti andavano matti per riviste come The Games Machine, tripudio di scemenze nerd e si sparavano tutti i peggiori film americani, stronzate come Indipendence DayStargate e idiozie di sorta.


di Stefano Falotico

 

Attori bolliti: Jean-Claude Van Damme, un’espressività rozza ma decisamente simpatica


01 Jul

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Continua il nostro gioco, spero divertente, un po’ sardonicamente irriverente e pungente su quegli attori che, inevitabilmente, invecchiando hanno perso l’allure e lo smalto dei tempi d’oro.

Ora, possiamo innanzitutto considerare Van Damme un attore, visto che, a parte qualche eccezione, ha lavorato quasi esclusivamente in filmacci indignitosi? Sì, lo è a tutti gli effetti, che piaccia o meno, e devo ammettere che, se si superano i pregiudizi iniziali, Van Damme non è affatto un attore da buttare, possiede un’espressività rozza ma decisamente simpatica, cazzuta, naturalissima da bulletto dal cuore d’oro, da tamarro col suo perché, e quindi non è per niente disprezzabile.

Che poi abbia lavorato, come detto, spesso in film di cassetta usa e getta, è un altro discorso. E comunque non sono pochi i registi di genere validissimi, come Hark Tsui, che ha incrociato con esiti inaspettatamente efficaci.

Il suo vero nome all’anagrafe è Jean-Claude Camille François Van Varenberg, ed è nato il 18 Ottobre del 1960 a Berchem-Sainte-Agathe, cittadina di appena ventimila abitanti della Regione di Bruxelles-Capitale, un belga muscolosissimo, campione di arti marziali che, infatti, si fa subito soprannominare Muscles from Bruxelles. Come i suoi fan ben sanno.

La leggenda narra che si era pensato a lui per il ruolo della creatura aliena in Predator di John McTiernan con Arnold Schwarzenegger, e alcuni sostengono che, sebbene non accreditato, nello scontro del combattimento finale tra l’alieno e Schwarzenegger, sia stato proprio lui, come stuntman, a interpretare il mostro.

Non sapremo mai forse la verità, ma è un aneddoto interessante.

Fatto sta che Van Damme inizia a sfondare nei film di “kickboxing”, ove la sua rilucente massa muscolare ha un ruolo predominante.

Ed ecco che agguanta il successo fra i giovanissimi, esaltati dal suo atletismo mastodontico e dalle sue movenze ginnastiche spettacolari.

Diventa un idolo incontrastato, la versione occidentale e più culturista di Bruce Lee.

E con una manciata di titoli fa breccia appunto presso il pubblico giovanile che, davanti alle sue imprese da lottatore indomito, si carica…

Senza esclusione di colpi, Kickboxer, Lionheart, Double Impact, I nuovi eroi e Van Damme diviene immediatamente un must.

Al che comincia a lavorare anche con registi di più alta scuola, maestri come con John Woo per Senza tregua, od ottimi mestieranti come Peter Hyams per Timecop e A rischio della vita, il già citato Hark Tsui per Double Team e Hong Kong colpo su colpo, e Ringo Lam per Maximum Risk e il bellissimo The Replicant.

Nel 2008 inoltre interpreta efficacissimamente un film molto amato perfino dalla Critica, JCVD – Nessuna giustizia di Mabrouk El Mechri.

Nel 2016-2017 è protagonista della serie Jean-Claude Van Johnson, ma si rivela un mezzo flop.

Nelle scorse ore, è stato diffuso il primo trailer di Lukas di un regista forse non eccelso ma specialista di crime movie a base di scazzottate e inseguimenti, Julien Leclercq.

A cinquantasette anni, Van Damme, nonostante le rughe evidenti, appare comunque ancora molto in forma per essere uno che si avvicina alla sessantina.attori-bolliti-jean-claude-van-damme-05- attori-bolliti-jean-claude-van-damme-02- attori-bolliti-jean-claude-van-damme-01-

 

di Stefano Falotico

Perché sono un fan dei muscles from Bruxelles?


26 May

E dunque di Camille François Van Varenberg, in arte Jean-Claude Van Damme? 

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I motivi sono questi: faccio la spaccata di “balletto coreografico” nelle fighe altrui

Su una chat thailandese d’incontri “clandestini”, lotto con la mia Scott Thomas, vengo spellato da pollo come un “freddo” Ryan Gosling scottato m’arrossito da una che non perdona e non (dà) botte. Dio, oh my Goddess!
Mi sbatte al tappeto, poi indosso uno smoking e calco il tappetino rosso del mio pelo.

Ciao, voglio esser dileggiato anche perché tu, lo intuisco, dietro lo schermo immagini una proiezione virtuale del proibito soffrire. Oh, soffri a pari grado della tua intelligenza e chissà qual riflesso di sembianti, fascinosi e anche “inquietanti”, affibbi alla mia figura “folle”. Astratta o così “incisa” dalla severità di quella poseur prosopopea del tuo intuitivo scibile.

Sì, in alcuni “tratti” di mio sangue, hai azzeccato il bersaglio. Orgoglioso, “malato” di superbia o di facile vulnerabilità? Se ti narrassi la mia storia, tanto incredibile t’apparirebbe da scambiarmi davvero per un pazzo con manie di grandezza insostenibili. E del mio egocentrismo intaccheresti ogni mia “smania”, avvilendola in lapidario giudizio, di freddura-frittura di pesce secca (sei  sciupato) e da teschio sgretolato nelle tue mani neuronali.
A plagio d’un verdetto “sincero”, la franchezza del tuo sguardo.

Mi credi un esaltato? Lo so. Un ambizioso bel ragazzo tanto corteggiato e anche tanto a lustrarmi d’apparenza “forte”. Indistruttibile…certo, come no.

Questo vedi, vero? No, non vedi affatto niente di tutto ciò. Lo vuoi, però.

Ma, secondo te, io davvero pretendo il tuo seno per attorcigliarmi nel calore, oh non sai quanto provocante ne sei sospiri infiammanti allusivi, ammicchi “immobile” nella dolce e maliziosa maturità sacrilega e desiderata allo stremo, per ambire a notti d’alcove furenti?

Hai 47 anni, e l’esperienza tua macellerebbe anche un singhiozzo mio erotico ad ardirti per tanto avvolgermene?! Perché mentire? Possiedo gli anni di Cristo e, come il Gesù di Scorsese, permettimi di bramarti all’ultima tentazione d’una Maddalena da scopare. Chi se ne frega delle diocesi. La cristianità è solo un’inculata.

Ti turbo? Questo induci, lo sai e vuoi giocare. Baciami pure sulla fronte. Ormai, mi son abituato alla diversità profonda che tu hai colto. Questo hai visto. Un diverso quale sono.
Il mio visino, pagliaccesco e poi serio, malinconico è già tua indagine aderente e addentrata negli occhi che mi stan mangiando.

Sì, te lo racconto perché mi va. Ho conosciuto la mia prima ragazza qui. Anni or sono. E tu pensi che sia un tombeur? Eh eh, il mio madornale errore d’acerbo “volerlo” rinascere alla Tom Berenger di Platoon.
Ed eclissarmi, sepolto, nella tomba. Meglio l’urna al diurno, come dico io. Meglio il notturno che sciacquar i panni in Arno. Prediligo il mystic river alla Eastwood. La Notte del “lupetto” che, una volta riaperti gli “occhiolini”, sbranato dai “giochi d’adulti”, spacc(i)ato, vien anche assassinato dal miglior compare, uno che ora tira… a campare e ha dimenticato l’alto mar dell’adolescenza vitale. Sì, più ti sommergi e più nuoti, una volta che galleggi, ecco…  lo “alzi” da gallo, e son cazzi miei. Comunque la giri, la Donna me lo strappa. Soprattutto se è un omosessuale, il quale crede io sia invidioso della “sua”. A me non pare una gran vita da puttaniere quella di “quello”. Mah. Vai là.

Quale immane scempio commisi a voler assomigliare appunto a un cazzone uguale come gli altri. Di tutti.
Effettivamente, me lo tagliarono. Sottilmente, lo “temperarono”.

Ci conoscemmo e Lei era morbosamente ipnotizzata da un ragazzo vergine alla “suonata” età di 24 anni. Verissimo, roba da rotocalco omonimo, anche da “borotalco”. Meglio il tabacco. Fumando, tappi il buco del “bocchino”. Una ragazza, comunque, aizzante. Tanto da concupirmi perché era questo che la eccitava da morire: l’uccello non tanto in volo da innalzare nel “Concorde” della sua testa fra le nuvole. Così, mi te(r)se un tranello (secondo me, se mi sbatteva sul tinello, avrei almeno sfogliato un pasticcino) e mi ha fottuto in una città termale dal “parcheggio” porchettina. Illusa che, “svezzato”, sarei cambiato. Dopo qualche mese, la mia apatia metafisica, di carne risvegliata in un “falò” onanista arso, mi seppellì di nuovo nel buio della “malattia oscura”.

Sai perché mi lascia? Non sono un lascivo. Una sera, come sempre, si spoglia, inizia a strofinarsi su di me, ma mi alzo stizzito e le urlo che preferisco masturbarmi.

I verbi. Passato remoto, participio, imperfetto e (non) presente. Sempre nella figa assente, anche se “trascorre”.

Orale? Meglio gli scritti.
Sono un diverso. Ogni tentativo ero-t-ico m’ha reso ancor più rafforzato e altrove.

In quale luogo non so. Ma ho scoperto che i becchini mi dan da mangiare del becchime.

Già, quando cala il Sole, ballano sul mio loculo.

Vedi? Il “cuculo”, i culatoni, “Ti faccio il culetto”, tre etti di pastasciutta ed è all’asciutto di olio piccante.
Mettiti in “forma”. No, non lo “inforno”. Sulle lasagne manca la besciamella.

Fidati, la mia “cottura”, più che a 90 gradi, è da condimento mio bollito.
E sappi che la patata bollente non sarà mai un “tiramisù” semi-Algida, marca del “pollo fritto” agrodolce come il gelatino del “mandorlato”.

Diciamocela. Sei una gran figa.

Adesso, vedi di usare con “candela” il Condom. Al microonde.

L’Italia è sempre stata un paese di piccoli borghesi e ragionierini con lo “Sky” di Fiorello. Almeno, prima era simpatico

Gli anni ’90 son stati “tormentati” dal tormentone di Rosario con  le sue “Spiagge” tamarre e abbronzato nella pineta aspra.

Secondo me, detta come va detta, andassero a prenderlo tutti quanti.

E, se tua madre provoca, lo prenderà pure lei.

Poi, la butteremo fra gli squali.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)