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Il Mereghetti 2021, dizionario dei film, è un buon acquisto da farsi a Natale? Paolo stronca l’ultimo Tarantino, non ha tutti i torti anche se credo che, in cuor suo, vada matto per Margot Robbie


28 Nov

the irishman mereghettivin diesel prova a incastrarmi

E, onestamente, se non possedete il mio carisma, è meglio che rimaniate a vita spettatori della vita e del Cinema, in quanto siete critici solo degli altri ma non avrete mai quel falò delle vanità che mi rende il Roman Polanski italiano.

Sì, sono un realista pessimista, giammai disfattista eppur obiettivo e crudelmente sincero.

Il 90% delle persone crede davvero alla validità delle quarantene del Covid-19.

Di mio, credo che Margot Robbie sia una donna che, anziché fare l’attrice, dovrebbe vendere il pesce al mercato.

Sì, assomiglia a una di Non è la Rai. Ve lo ricordate?

Io ricordo tutto. Nel mio ambiente, mi chiamano Jena…

Sì, non frequento più ruffiani ambienti altolocati e alto-borghesi dei miei stivali. Non sono salottiero e, alla Mostra della Laguna, programma cinematografico trasmesso direttamente dal Festival di Venezia di tantissimi anni fa e condotto da Serena Dandini, programma peraltro mal ricordato da Paolo che lo definisce Il mostro della laguna, preferirò sempre La forma dell’acqua.

Di mio, posso dirvi che la mia lei non è Sally Hawkins del film appena citatovi di Guillermo del Toro, cioè non è la Pallavidino.

Molte ferite del mio animo ella rimarginò, conduco ancora una vita affogata nella marginalità ma non mi lamento se Benicio Del Toro si arrabbia perché lui ha le occhiaie e io no.

Nella mia vita non sono mai stato felice, giammai lo sarò.

So però che non canterò con Laura Pausini, consolandomi nel falso buonismo clericale d’un mondo oscurato dal Covid? No, dalla retorica e dalle bugie messe in giro dalle persone più fake di Nick Nolte di Cape Fear.

Ora, scusate, s’è fatto tardi. Andrò a prepararmi una buona cioccolata calda e, con le gambe accavallate, guarderò su Netflix il “capolavoro” Qualcuno salvi il Natale 2.

Interpretato dall’attore de La cosa oggi ridottosi peggio degli zampognari vestiti da Santa Claus che, in via Indipendenza a Bologna, sperando di pagarsi le bollette, regalano alle brave personcine delle dolciastre schifezze a base di ruffianerie e pose meschine. Che manichini.

Preferirò sempre la mia vita amara alle persone che si spacciano per buone ma non conoscono nemmeno un fotogramma dei film di Carpenter.

Ricordate, a Bologna in questo periodo, come puntualmente accade in autunno, c’è la nebbia.

Sto infatti girando The Fog 2. La storia di un uomo, cioè il sottoscritto, scomparso nel buio.

Io stesso non vedo chi sono e dove mi trovo/i.

Meglio così. Tanto, come detto, molta gente non sa neanche dove stia di casa… il loro cervello.

Su questa mia battuta cinica, vi auguro Buon Natale. Spero di avere allietato le vostre tristi giornate con un candito, no, con una ben condita e non tanto candida faloticata. Salutatemi a sorrata e a mammata. A parte gli scherzi. Dai, suvvia. C’era una volta a… Hollywood è una mezza boiata.  Ha ragione Mereghetti ad assegnare a The Irishman la bellezza di 4 stellette. Non abbiamo bisogno della Pallavidino e di “critici” come Francesco Alò che The Irishman stroncò.

Se volete conoscere la verità, non me la passo benissimo. Ma almeno non lecco il culo a nessuno. Tranne alla mia lei.

Evviva il Falotico.

Il Mereghetti 2021 è da acquistare? Paolo stronca Tarantino e impietosamente assegna il vuoto pallino a THE LIGHTHOUSE ma esalta giustamente THE IRISHMAN

Paolino, mica un qualsiasi pinco pallino.

Ebbene sì, è uscita la nuova edizione del Mereghetti Dizionario dei Film.

Il celeberrimo, temibile MEREGHETTI. Spauracchio di ogni regista in erba che, dalla prosopopea spesso trombonesca di Paolo, viene stroncato severamente e soventemente reciso sul nascere. Sfiorito ancor prima che possa floridamente sviluppare la sua rosea poetica cinematografica. Poiché Paolo non vuole sentire ragioni e, in modo arbitrario, sentenzia con fare autoritario. Puntando il dito contro i giovani esaltati che a lui stanno, a pelle, antipatici.

Un uomo coraggioso, il Paolo. Un uomo con le palle! Che, nella scorsa edizione, rivalutò molti film del genio di Brian De Palma ma in questo suo ultimo aggiornamento irriverentemente abbassa il voto, da lui precedentemente e generosamente assegnato, a Omicidio a luci rosse.

Definendo inoltre Sidney Lumet, autore di Serpico e di Quel pomeriggio di un giorno da cani (mica pizza e fichi), come un normale, bravo artigiano. Poi, nobilitandolo tanto per fare il bastian contrario di sé stesso. Si decida, Paolo, altrimenti sarà citato in tribunale dal mitico Vin Diesel di Prova a incastrarmi.

Sì, un Vin nell’unico film decente della sua carriera. Un Vin simil Di Pietro! Il risolutore della tangentopoli di Mereghetti? No, delle contraddizioni di Paolo che frequentemente parte, come si suol dire, per la tangente.

Mereghetti, senza fare altresì una piega, continua a inveire contro Tarantino e, con estrema cattiveria inusitata, decide a suo modo insindacabile che The Lighthouse non è/sia un grande film, bensì una ciofeca spacciata per sofisticata, ermetica arte.

Insiste peraltro, in modo indefesso, a dichiarare orgogliosamente che Lars von Trier sia un venditore di aria fritta.

Che la Forza sia con te, Paolo.

Cosicché se, nella sua ultima edizione, campeggia Darth Vader, nel frattempo muore il suo interprete epocale, ovvero David Prowse.

Secondo Paolo, il film più bello del mondo non è affatto Quarto potere, bensì La morte corre sul fiume.
Come dargli torto, bravo!

The Irishman è un capolavoro?

Ovviamente, sì.

Mereghetti la pensa come me. Dunque, non vogliamo più vedere Francesco Alò e non vogliamo più nessuno che critichi il più grande attore di tutti i tempi.

Chi sarebbe? Robert De Niro. Certo. Ma anche questo non scherza.

Cioè il sottoscritto.

 

di Stefano Falotico

 

JOKER adora la quasi settantenne Kathryn Bigelow, donna rivoluzionaria da sessantanove, no, sessantottina per ogni POINT BREAK di tali duri STRANGE DAYS che ti mettono a novanta


03 Feb

Kathryn+Bigelow+America+Abroad+Media+Awards+AlRXLJz4O0Ql

Mi state facendo impazzire più di quello che già io sia. Il mio caporedattore mi chiede la recensione di Diamanti grezzi con Sandler. E dire che, sino a un anno fa, vissi da Robert Pattinson di Good Time.

A una scrivo che odio Gabriele Muccino. Lei risponde:

– Peccato, potevo fartelo conoscere.

 

Aggiusto il tiro, dicendole che in effetti L’ultimo bacio potrebbe starci. Ah ah.

Intanto, in radio passa un’hit di Renato Zero, Accade.

E dire che fui così meticoloso a tenere lontana la vita, anche la figa.

Dire che volli fortemente ammalare apposta di metafisica. Dire che, secondo me, Il signore del male di Carpenter è uno dei film più belli di sempre. Un film magnifico. Di uomini e donne che se ne fregano della realtà e sfidano Dio o forse Satana. Adoro quel Cinema, quelle notti macabre, piene di zombi in cui combattei coi miei demoni interiori, scivolando sotto i pleniluni più cupi delle mie profonde oscurità mesmeriche.

Ora, parentesi cazzuta, forse cazzona.

Adoro le milf

Sì, Arthur Fleck non è gerontofilo ma possiede in cuor e forse cane suo quel non so che del Reeves Keanu più erotico, eroico, no, esotico. Da profumo del mosto selvatico o forse soltanto del suo babau da mostro Baba Yaga alla John Wick.

Non stuzzicare il Keanu che dorme, non ammazzategli il cane, sennò diventa un lupo incazzato.

A mio avviso, su musica Californication, con tanto di cammeo di Anthony Kiedis, Keanu Reeves e Patrick Swayze, sul set di Point Break, nelle pause fra un ciak e l’altro, anziché giocare a tressette o a freccette, leccarono a Kathryn tutte le tette, Lei, maschiaccio, li fece a fette, offrendo poi loro, finite le riprese, più che altro dopo che si ripresero, un bel piatto di fettuccine.

L’altro giorno, la Bigelow intervistò De Niro e Scorsese. Il prossimo anno, Kathryn compirà settanta primavere. Ce la possiamo dire? Malgrado qualche inevitabile ruga e un viso un po’ troppo smunto, Kathryn è più sexy di Elizabeth Hurley de Il mistero dell’acqua. E ogni uomo vorrebbe, di sommergibile con tanto di missile potentissimo, inabissarsene come il K-19.

Sì, Kathryn, nonostante la sua quasi terza età e il suo seno piattissimo da prima misura, riesce tuttora a essere più figa di Jamie Lee Curtis di Blue Steel.

Per anni, mi dissero di essere un mammone. Di mio, so soltanto di possedere tutta la collezione dei migliori film con Kendra Lust e Julia Ann. Sì, a volte sono perverso come Julian Sands.

Uomo da Villa del venerdì ove assaggiò il culo di Joanna Pacula. E il lupo ululò, ancora ulula?

La storia della volpe e l’uva, della vecchia gallina fa buon brodo o della vulva spennacchiata però meglio di tante giovani scornacchiate?

Il compagno di Kathryn, Mark Boal, è molto più giovane di lei ma lei, per l’appunto, è donna bollente.

Se JOKER non avesse avuto successo, l’avreste acclamato tutti, celebrandolo come operazione geniale qual è ma… i soliti snob devono scassare il cazzo

Lo snobismo è un atteggiamento alquanto pericoloso che sta prendendo piede e si sta espandendo a macchia d’olio. Non solo presso la Critica cosiddetta ufficiale, da sempre legata a vetusti, superatissimi cani, no, canini. No, canoni che, più che formali, adempiono alle formalità dei vincoli editoriali più manichei e schematici.

Lo sapete, no, che molte riviste di Cinema, essendo in qualche modo ammanicate al grosso giro di chi i film li realizza, li produce e di conseguenza li pubblicizza, praticamente obbligano i loro redattori a scrivere ciò che possa compiacere chi dirige, anzi, redige le recensioni? Atte a nobilitare film che, invero, sarebbero impietosamente da stroncare in maniera irriguardosa senza ruffianerie e furbizie lessicali al fine di non inimicarsi nessuno?

Oggi, anche quando si stronca un film, si va coi piedi di piombo, come si suol dire. E il recensore, timoroso d’incorrere perfino nella severità di ammende quasi penali, di reprimende e di regole impartitegli in modo autoritario, s’inibisce in maniera penosa, calandosi le brache dinanzi al suo padrone, servendolo e riverendolo. Il servilismo di chi, essendo un dipendente, un subalterno, semplicemente un impiegato di tale reparto culturale, in questo caso aziendale, non possiede l’autorità autonoma per poter esprimere liberamente il suo pensiero senza castrarsi e cascare in orpelli retorici ed eufemismi bellamente formalizzanti un film, spesso, senza significante. Appena la sua penna diventa troppo schizzante, il capo ferma ogni suo impulso eiaculante.

Che significa quello che ho appena scritto? È lapalissiano.

Sono pochissimi, in Italia e nel mondo, i giornali e i quotidiani che permettono ai propri giornalisti di poter dire la loro senza prima filtrare e asciugare un’eventuale stroncatura troppo plateale.

I censori dei recensori, potremmo definirli, eh sì, tali caporedattori molto dittatoriali.

Detto ciò, si stanno creando delle disgustose lobby. Il Cinema, da piacevole hobby, è diventato quindi un lavoro da catena di montaggio. E, in tali Tempi moderni chapliniani, si vive di scempiaggini prefabbricate.

Esistono i club elitari, i gruppi semi-massoni. Più che altro formati da musoni. Per accedervi, così come avviene presso gli Skull e Bones, esistono dei test d’ammissione. Grazie ai quali si testano, per l’appunto, le teste. Spesso di cazzo che vengono i(n)scritte a tale congrega e confraternita di leccaculo. Ove, se t’azzardi, anzi, hai l’ardire di dire che il regista maggiormente amato dalla maggioranza di tale pseudo ritrovo parlamentare, eh sì, non vale niente, ti urlano che non meriti nulla e, in maniera arbitraria, assolutamente iniqua, antidemocratica e nazi-fascista, tali uomini fintamente meritocratici ti emarginano e ti gridano che, anziché far parte della loro combriccola di privilegiati, dovresti subito cercare un impiego burocratico e meno artistico.

Sono dei gruppi poco solidali nei riguardi dell’eterogenea diversità intellettuale dei loro membri. Meglio, a questo punto, non omologarsi e irreggimentarsi a tale compagnia di falsi compagni, dandosi a una critica asociale dell’autarchia più totale.

Sì, forse hanno ragione in Inghilterra. Meglio la monarchia rispetto a quest’apparente democrazia. Forse, è meglio pure mia zia rispetto alla Vergine Maria. Mia zia si chiama Maria ma non vorrebbe mai essere ficcata nel presepio di tale prosapia. Un presepio ove pullulano statuine dalle brutte cere, diciamocela, siamo sinceri.

Questa è gente senz’anima, morta dentro. Accendiamo a queste persone insincere un cero. Cingiamoci in raccoglimento, costernati, poiché la Critica cinematografica, eh già, c’era ma ora non c’è più. Oh, Gesù!

Oggigiorno, chiunque vuole dire la sua su tutto. Non capisce un YouTube!

Cosicché, una mia amica di Facebook (non so se lo sarà ancora dopo questo mio scritto, ah ah, ma io non lecco nessuno e nessuna), in merito a Joker, scrisse che santifica l’infantilismo. Ed è una magnificazione della ribellione più stoltamente adolescenziale poiché Arthur Fleck, anziché dare in escandescenza, slegandosi da ogni valore sociale, avrebbe dovuto crescere e rendersi un uomo pronto ad aprirsi alla Pubblicità Progresso, piuttosto che delirare da nerd sui social.

La recensione di questa ragazza è un delirio. Un inneggiamento all’ecumenismo più ipocrita e dolciastro da Imagine di quel babbeo di John Lennon.

Lei scrisse che Joker avrebbe dovuto superare i suoi limiti e migliorare, evolversi, maturare e finirla di lagnarsi, autocommiserandosi e poi, essendo stato inascoltato, marchiato e sinceramente spacciato, avrebbe dovuto darsi al volontariato. Andando, semmai, per racimolare du’ spiccioli e sbarcare il lunario del suo essere fastidiosamente lunatico, a vendere i volantini promozionali d’una campagna informativa sulle malattie mentali.

Ah, bellissimo. Cioè, dopo che capì d’essere stato ingannato, sedato da neurolettici castranti… la sua, vivaddio, meravigliosa follia emozionale, avrebbe dovuto recitare un Mea Culpa, semmai facendosi pure assumere gratis et amore alla Caritas, vero?

Ma per carità!

Il Joker doveva solamente prendere Zazie Beetz da lupo cattivo e, con tutta la rabbia d’un essere figlio di Pasolini, a cui la società dalla coscienza sporca volle tagliare il pisellino, sbattendolo all’igiene mentale e maltrattandolo da cervello piccolino e da simpatico, carino, gentile bambino, inculandolo a sangue e fottendolo, infilarglielo lui nel culino senza più ricatti e castighi demagogici.

Oh, Zazie è una gran figa, non vi pare logico?

Joker, un film epocale, annale, con una Zazie da anale.

Senza se e senza ma.

Questo è il mio pensiero falotico.

Se non vi piace, sposatevi una zotica che si pensa superiore, semmai una racchia che insegna alle superiori, imboccando i suoi studenti d’indottrinamenti figli della sua mentale diottria, eh sì, lasciate che tale astigmatica stigmatizzante donna miope distorca la realtà a piacimento delle sue fragilità ma soprattutto della sua frigidità e delle sue frustrazioni da repressa coi suoi ragionamenti contorti.

Se non vede e capisce un cazzo, non è colpa sua. Per essere cresciuta, sì, è cresciuta, eccome. Peccato che non sia mai stata soddisfatta. Questa qui deve redimersi e riempire tutto il vuoto suo interiore che la portò ai monologhi patetici della sua vagina da donna che credette di volare alto ma non conobbe mai un uccello come dio comanda. S’inchinasse. Ora, però, la finisse di leccare. Vada adesso a cucinare le patate… M’ha rotto il cazzo. Ah ah. Eh sì, basta col servilismo. Questa donna già mi servì. Ora, devo darmi alla selva di un’altra serva. Mi farà un servizio pulitissimo. Poi, si sciacquasse la bocca prima di sputare altre porcate.

Ah ah. Sì, sono un essere piuttosto stronzo. Via da me le merde. Tiriamo lo sciacquone. Ficchiamo con foga le tope-figone pure sotto la doccia e i topi di fogna nell’acquedotto assieme al clown di Pennywise.

Me ne fotto di tali pagliacci. Io li strucco. Io li distruggo. Mi dite che sono tocco ma io faccio, appunto, come diceva Totò, tutto il ritocco. Ah, il toccarsi troppo rende l’uomo cieco e storpio? Sì, basta con la catechesi e lei, suora, si genufletta. Rifletta!

Le provoco il rigetto? Vomiti e poi si pulisca con l’acqua non benedetta. Solo quella del rubinetto, mia in(f)etta. Ah ah, miei insetti! Ce l’ho che pesa quattro etti, miei prosciutti, belli e bulletti.

Sì, Kathryn Bigelow emana una sensualità da paura.

Anche quando va a fare la spesa, vorresti subito raggiungerla e dirle che, alla Coop, scordò il cibo per cani ma anche il barattolo di vasellina.

Evviva i surfisti.

Sì, sono uguale a Johnny Utah.

Quando vedo Kathryn, le dico:

– Vorrei tornare a giocare.

– Che ruolo avevi?

Merda, centromediano di merda.

 

 

Adesso, a parte gli scherzi, solo quando sono metafisico, oltre i comuni pettegolezzi, le chiacchiere, le piccinerie, le gelosie e le invidie, assomiglio a colui che dipinse questo.

Be’, non sono Michelangelo.

Io, infatti, direi molto di più.

Ah ah.michelangelo creazione

di Stefano Falotico

 

Kathryn+Bigelow+Kathryn+Bigelow+Farmers+Market+UtshqT2asI4l

Sono poliglotta, uso le lingue di tutto il mondo in ogni grotta in quanto lupus in fabula


21 May

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Senza però mai andare a mignotte.

Sì, son uomo da Accademia della Crusca. Più che altro da bruschetta. Siate stati troppo con me bruschi.

Io sono un acculturato nobilissimo e principesco che fui inculato in fallo, no, infatti in maniera impertinente e villana da voi che avete le ville ma, sappiate questo, non ci metto niente a ribaltarvi così come il filosofo Stefano Bonaga faceva con la sua ex Alba Parietti, una che un tempo, indubbiamente, era una bonazza, specializzata in scosciate e giochi linguistici in senso prettamente orale. Poco semantico del termine, bensì fantastico delle sue labbra rifatte.

Sì, la dovreste finire di fare i filosofi esistenzialisti. Coi vostri panegirici, ci girate sempre attorno. E mi riferisco anche a voi, donne che vi celate dietro parvenze virtuose da suore inviolabili ma io so che, nella clausura delle vostre menzogne, nelle vostre finte chiusure, siete delle monache di Monza quasi da denuncia alla pretura. Voi, false santarelline, siete una fregatura. E (s)fregate eccome soprattutto voi stesse.

Sì, nel totale buio ecclesiastico ma soprattutto morbosamente entusiastico, cioè vale a dire le vostre webcam segretissime, vi denudate senza vergogna in accesi calori silenti eppur assai roventi. Così, dopo una giornata di oneri e impellenze burocratiche molto frustranti, date libero sfogo in piena notte alla vostra intrinseca, connaturata, immutabile indole sputtanata, in particolar modo senza mutande, alla vostra impudica indole ruvida e bruciante. E vi date e donate smodatamente al divertimento più sconcio e brado dei vostri repellenti onanismi fetenti.

Roba che Sally Hawkins de La forma dell’acqua vi fa un baffo. Donne baffute a me sempre dispiaciute. Donne invece un po’ paffute, sì, aiutano il gonfiamento per stantuffarle.

Non più mi fotterete.

Sì, questi uomini e donne che si credono metafisici e fanno i fighi, nella virtualità dei loro amori in chat, ripudiano e impugnano tutte le pugnette che sparano durante la giornata.

Persino le donne più sexy, le donne che un tempo non avevano pudori a mostrarsi ignude, vogliono spacciarsi per donne elevate. Eh sì, si capisce. A queste piace elevare invero solamente quello che sappiamo.

Di(c)o, siamo uomini o caporali?

Voi volete e dovete venire al sodo. Dunque, i falli, no, i fatti sono sempre questi. Fate i sapientoni e i pensatori, in verità vi dico che non valete una beneamata minchia.

Parola di un uomo che si fa i cazzi suoi.

E malandrino occhieggia nell’intimità del suo lupo solitario. In quanto linguista finissimo, miei voyeuristi.

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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