Posts Tagged ‘Le 12 fatiche di Asterix’

Dovevo lasciar perdere il mio ex amico la prima volta che mi disse che Marisa Tomei è brutta coi denti da castoro


23 Dec

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Mah, per molto tempo fui scambiato per Castor Troy, cioè Nicolas Cage di Face/Off.

Davvero, la mia vita fu un equivoco mai visto. Cage, in questo film di John Woo, interpreta la parte, detta come va detta, del troione.

La prima volta che sentii la sua celeberrima battuta lercissima quando sale in aereo e fa un’avance volgarissima alla hostess, ovvero… mi dà gusto mangiare la patata, ero come suo fratello nel film, Alessandro Nivola. Uno che in quella zona non prendeva molto il volo.

Nivola è il re degli sfigati per antonomasia. In Wizard of Lies, per tutta la vita credette che suo padre fosse un eroe ma alla fine scoprì che fu soltanto uno dei più grandi truffatori di tutti i tempi.

Un mostro che rovinò un sacco di persone.

Sì, prima che suo padre, Bernie Madoff, fosse scoperto dall’FBI, il personaggio di Nivola pensò:

cazzo, mio padre è uno cazzuto, è più ricco di Donald Trump e sono il sangue del sangue di una delle donne più belle del mondo, Michelle Pfeiffer.

Poi, si accorse che De Niro odiò e odia a morte Trump e fu, in pratica, un mafioso peggiore di quello da lui interpretato in Malavita.

Prima di suicidarsi, Nivola guardò Capodanno a New York e Stardust. Per sognare un po’ e al contempo riflettere amaramente:

nel primo film, Michelle scopa Zac Efron e non ha nessuna scena con De Niro, nel secondo, De Niro interpreta un gay.

Purtroppo, mi sa che sono suo figlio e sono cazzi amari.

 

Tornando invece al Nivola di Face/Off, il suo personaggio in tale film si chiama Pollux.

Gemello di Castor, secondo la mitologia greco-romana.

Scusate, la mitologia greca non è quella delle cinquanta fighe di Ercole? No, scusate, le cinquanta fatiche.

Che poi è la stessa cosa, ah ah. Di mio, se fossi stato in Ercole, avrei preferito infatti cinquanta fatiche. Fidatevi, è più facile sostenere cinquanta fatiche che sostenerlo, per tutta la notte, a cinquanta fighe.

È vero, non c’è nulla da ridere. Conosco un sacco di uomini che lavorano duro tutto il santo giorno. Cioè, come si dice in meridione, hanno la fatica. Però sono anni che non scopano la moglie.

Sì, sono dei brav’uomini. Preferiscono mettere su mattoni piuttosto che ammattire nella fatica di riuscire a dare il calcestruzzo alla consorte. Con quella racchia, non gliela fa neanche Nic Cage di Cuore selvaggio. Sì, solo un pazzo poteva sposarsi una così, ah ah. Voi ora direte… Cage scopa Laura Dern. Infatti, Laura è brutta. Ah ah. Voi pensavate che fosse e sia bella?

Non è che mi farete la fine del Nivola? Ah ah.

Voi invece lo conoscete Le 12 fatiche di Asterix? Il magnifico mediometraggio, spesso programmato per Natale, tratto dalla famosissima serie a fumetti di René Goscinny e Albert Uderzo?

Ecco, io fui Asterix in carne e ossa.

La burocrazia del mondo volle fottermi, obbligandomi a sostenere delle prove, appunto, disumane.

Sì, tutti pensarono… ma guarda questo qui. Vuol fare il Gallo. Adesso lo sistemiamo per le feste. Diamo, noi da baccanali, botte a questo baccalà.

Rimediarono tutti una figura di merda incredibile.

Adesso, questi Giulio Cesare da Congiura di Catilina, finalmente, hanno capito la battuta di Castor Troy. Ah ah.

Tornando a Marisa Laurito, no, la Tomei.

È vero, ha dei denti da castoro. Il resto no, però.

Insomma, è una bella coniglietta.

Stasera, le offrirò un po’ di linguetta e quel che, nella patata bollita, forse cinguetta.

Ah ah.
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di Stefano Falotico

La burocrazia è il male ma noi siamo cuori selvaggi


27 Jun

cuore selvaggio cage

Io conosco questo passo a memoria, ovvero:

la burocrazia è un male come il cancro, un allontanamento dalla direzione dell’evoluzione umana di infiniti potenziali e azioni differenziate e indipendenti, verso la parassitarietà completa del virus.

Passo strepitoso di William Burroughs de Il pasto nudo, il libro preferito di Kurt Cobain e pure il mio, escludendo ovviamente i miei, oserei dire superiori ai libri di chiunque.

Burroughs è stato il maestro per eccellenza del delirio più squinternato fattosi genialità pura.

Come vi scrissi qualche giorno fa, la Historica Edizioni ha pubblicato nella sua antologia di racconti un mio piccolo scritto, intitolato Disturbo denirante.

Sfacciata e sofisticata presa in giro nei confronti degli arroganti e superficiali psichiatri che, sulla base di un paio di mie dichiarazioni sentite e sincere, addussero sbrigativamente che soffrissi di disturbo paranoico delirante. Io dissi loro semplicemente che mi ero creato il mio mondo di gioie e che delle gioie di molta gente, apparentemente felice, invero abominevole e cinica, non ne volevo sapere.

Io non ho paranoie, mai avute. Quelle le ha il novanta per cento delle persone, in particolar modo di questo Paese ove tutti spettegolano, bramano malignamente il male altrui affinché il prossimo, assediato dalle loro crocifissioni e dalle loro perverse persecuzioni, abdichi alla loro religione ideologica all’insegna della falsità morale più ipocrita, dunque illogica.

Sì, sono Andrew Garfield di Silence. Ma, a differenza del suo personaggio di nome Rodrigues, neppure Liam Neeson di Taken mi persuaderà a soccombere all’idiozia collettiva.

Potrà puntarmi una pistola contro e io, dirimpetto al suo giustiziere della notte, pronuncerò quest’esaustiva, lapidaria frase, freddandolo subito:

– Signor Liam, giri altri film come Run All Night e Un uomo tranquillo e veda di non farmi girare qualcos’altro.

Non sono la sua Preda perfetta, sennò sarà lei a farsi una bella passeggiata cimiteriale come il titolo originale del film appena citatole, A Walk Among the Tombstones.

 

Ferreo, integerrimo, moralmente intransigente, nessuno mi convincerà ad accettare le regole naziste di un mondo andato oramai da tempo immemorabile nel loculo ma soprattutto a culo.

Sì, se perfino Liam Neeson di Schindler’s List mi volesse salvare e dunque mi consigliasse vivamente di rinunciare ai miei valori per non essere bruciato nella fornace di una società che screma ed emargina, spella e arde ogni speranza romantica, a costo di venir distrutto dalle mie stesse utopie ardimentose e ardenti, a costo di rimanere solo come un cane bastonato nell’implorare pietà a dio, non mi lascerò macerare dai macellai dell’anima.

Detto ciò, sì, nel mio racconto Disturbo denirante narro brevemente di come fui ammaliato da colui che meglio di chiunque altro incarnò God’s lonely man, ovvero Bob De Niro/Travis Bickle di Taxi Driver. Consequenzialmente, ipnotizzato dal suo carisma esistenzialista e dostoevskijano, mi ammalai profondamente di melanconia lontana anni luce da ogni frivolezza mondana.

Furono anni di manie ossessivo-compulsive nei quali, agonizzante, sognai soltanto un angelo biondo che mi riscaldasse in maniera paradisiaca per addolcire tutte le mie scottanti ansie.

Per molte ragazze presi bestiali cotte ma anche oggi mangerò pane e cicoria, pastasciutta con la ricotta…

 

Sì, non fatevi fottere da queste ragazze squillo che, dietro falsi profili, su Facebook vi contattano per fregarvi i soldi:

– Ciao, mi sembri una brava persona. Mi piacerebbe conoscerti.

– Piacere, Stefano.

– Il piacere sarà reciproco assai presto se vorrai…

– Tu che fai nella vita?

– La parrucchiera. Vorrei farti barba e capelli.

 

Bannata. Trattasi, come sapete, di prostituta che si spaccia per acconciatrice…

Dunque di una donna sconcia che elemosina notti squallide pur di arrivare a fine mese quando, in realtà, la sua vita è già finita dopo la prima volta…

Sì, diciamo una sciampista delle doppie punte moralmente in conflitto fra loro e del punto G della sua personalità doppia da donna apparentemente bella di giorno e coi clienti più brutti e frustrati di notte.

Detto ciò, ecco…

Ho inviato il bonifico alla casa editrice ma non è bastato. Hanno voluto la scansione digitalizzata con tanto di conferma di lettura.

Eh già, bisogna sempre attestare.

– Lei, Falotico, è critico cinematografico. Ma non è laureato al DAMS. Lei lo deve attestare, testone, altrimenti io la prenderò a testate, non giornalistiche.

– Scusi, eh, io sono giornalista amato perfino dai giornalisti. Chieda al giornalaio la copia de Il Giornale ove è stato pubblicato un servizio spettacolare, nella pagina degli Spettacoli, riguardo il mio libro su Carpenter.

– Allora lei è un Genius romantico!

– Non si era capito?

– Mah, non tanto a dire il vero. Mi tolga una curiosità, però. Qual è secondo lei una delle migliori interpretazioni di Nicolas Cage?

– Ovviamente quella in cui Nic canta questa.

 

 

Vi era bisogno di chiederlo?

 

di Stefano Falotico

dodici fatiche asterix maguire casa del sidro

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