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Finalmente il Cinema sta rispiccando il volo, Cronny annuncia ufficialmente il nuovo film ed evviva Steven Spielberg, ah, che WEST SIDE STORY è la mia e vostra vita!


29 Apr

davidcronenberg

ironside scannersMi stava scoppiando la capa! Ah ah. Oh oh, Crimes of the Future. Ebbene, oramai è ufficiale: David Cronenberg tornerà prestissimo alla regia assieme al suo oramai inseparabile Viggo Mortensen. Inoltre, nel cast della sua nuova opus vi saranno Kristen Stewart & Léa Seydoux. Ovvero due attrici straordinarie e, sensualmente parlando, due fi… he sesquipedali. Insomma, due super gnocche mai viste. Sì, voglio qui essere come Roberto Benigni che, parimenti a Cronenberg, sarà omaggiato con Leone d’oro alla carriera al prossimo Festival di Venezia.  Sì, Kristen e Léa sono due sgnacchere e patonze eccezionali. Roba da far impallidire la Raffaella Carrà dei tempi dorati in cui Roberto diede spettacolo, sollevandole la gonna in diretta nazionale! Ah ah.

Ora, non lasciamoci andare a incontenibili eccitazioni ed entusiasmi rizzanti, no, imbarazzanti e fuori luogo. Non mi pare infatti la sede pertinente per asserire com’è bello far l’amore da Tieste in giù, uh uh. Sì, la mia prima ragazza fu triestina, oramai lo sanno anche le pietre. Attualmente sto con una della mia città natia, vale a dire di Bologna o sto con una donna umbra, forse calabro-lucana, siculo-sarda o soltanto toscana? Voi, invece, amanti del turismo sessuale, fate tanto i santarellini ma poi, liberi da sguardi indiscreti, andate pure con le scandinave. Non mentite, italiani brava gente per modo di dire, ah ah!

Mah, con chi sto? Innanzitutto, sto bene o sono totalmente impazzito? Non lo so. In verità vi dico che lo so… benissimo ma è meglio che voi non ne siate informati a dovere poiché la mia lei è più bella, onestamente, della Stewart. Dunque, se vi confessassi il vero assoluto, dopo mezz’ora mi bombardereste di offese con profili falsi per demoralizzarmi e indurirmi, no, indurmi alla moscezza. Eh già, abbiamo tenuto duro in questi mesi di Covid duraturo e dunque mi pare giusto che continueremo a resistere, a prescindere da ogni resilienza del c… zo, al fine di godercela tutta senza mai più inibirci.

Detto questo, spostiamo ora l’attenzione da Cronny a Steven Falotico. No, Spielberg. Be’, Spielberg mi assomiglia non poco. Viene sempre, eccome, alla pari del sottoscritto, infatti accusato ingiustamente d’infantilismo. In quanto i cinici meno romantici pensano che io non meriti una biondona come Kate Capshaw. Ah ah. Sì, sono un archeologo spericolato della mia vita riesumata. Non abbisogno del carbone e di befane né di misurare la mia età in base al metodo scientifico del Carbonio-14. Come dettovi, sono l’eterno Peter Pan/Robin Williams di Hook. Steven Spielberg, checché ne dicano i vecchietti che hanno oramai perso ogni sogno e, per l’appunto, consolano le loro frustrazioni quotidiane, recandosi ad Amsterdam o in Brasile, eh eh, non è affatto puerile. Ha sempre saputo essere coniugale e fedele con Kate, sì. Ma ha altresì saputo saggiamente coniugare il puro… entertainment più fantasioso e fantascientifico, avventuroso e immaginifico (vedi E.T.Incontri ravvicinati del terzo tipoLo squalo e la saga di Indiana Jones) a film impegnati oltre ogni dire come Il colore violaL’impero del soleSchindler’s ListSalvate il soldato RyanAmistadMunichLincoln e via dicendo… Ultimamente, forse non piacque tanto nemmeno a me ma Steven, ricordiamolo, è uno dei grandi re della New Hollywood assieme a George Lucas e alla triade italoamericana registica più importante di sempre, ovvero De Palma-Scorsese-Coppola. Be’, ragazzi, a proposito di Coppola… sono sempre stato bello e un po’ “scemo” come Tom Cruise di Minority report o de La guerra dei mondi, miei mongoli? No, non sono Tom Cruise, non credo in Scientology ma non credo neppure a dio. Anche perché dio sono io e spesso debbo ammettere di essere solamente un povero cristo. Ah ah. Eppure, questo remake del celeberrimo film storico di Robert Wise e Jerome Robbins, stando almeno alle impressioni suscitatemi dal teaser, mi ricorda tanto I ragazzi della 56ª strada.

Insomma, per farla breve, mi pare oramai ovvio e inconfutabile che Steven Falotico sia un “bambinone” e un genio come Spielberg. Se volete dire che non è così, sapete qual è la verità? Siete per l’appunto gelosi.

Se volete essere “uomini” da turismo sessuale, dite pure che nella vita non abbiamo bisogno di “idioti” come Steven. Invece ce la vogliamo dire? Steven, bando alle ciance, è forse uno dei più grandi geni della storia! Della sua e nostra West Side Story!

Io sento una forza immane in quest’uomo pazzo, no, pazzesco. Una furia, un vulcano, una bellezza impressionante, una vita di colori, di balli e canti, di sanissima fantasia e fantascienza, qualcosa al di là della mera e squallida realtà. Steven, l’incarnazione dell’adolescenza eternamente sognatrice e al contempo molto matura, ovvero ciò che dovrebbe ritrarre e rappresentare un vero uomo.

Be’, devo esservi sincero. Per molto tempo fui scambiato per Forrest Gump. Infatti non è un caso che Robert Zemeckis sia grande amico di Steven e che Forrest Gump sia Tom Hanks, grandissimo fratello artistico di Steven. Fra l’altro, non so voi ma io adoro Ritorno al futuro e vado matto per Contact. E sapete perché? Perché io non posso accontentarmi di avere a disposizione una sola vita e sprecarla in porcate. Inoltre, in Contact vi è Matthew McConaughey. Anche in Interstellar di Christopher Nolan. Sì, dovete sapere che mille psichiatri mi diedero per morto come McConaughey di Dallas Buyers Club. A un certo punto, Stephen Hawking/Eddie Redmayne de La teoria del lutto, no, del tutto, divenne Eddie Redmayne de Il processo ai Chicago 7. Dunque, quaranta psichiatri con tre lauree a testa, piansero non poco, ah, piovve a dirotto. Perché di fronte ebbero Steven. Al che, improvvisamente tutte le loro teorie andarono a farsi fottere alla velocità della luce dei nani che furono? No, in un nanosecondo.

Poiché, come disse Ellen Burstyn in Interstellarma non mi volevano credere, pensavano che avessi fatto tutto da sola ma io sapevo chi era. Nessuno voleva credermi ma sapevo che saresti tornato.

– Come?

– Perché il mio papà me l’aveva promesso.

 

C’è bisogno di conoscere Einstein? No, non abbiamo bisogno della Scienza inutile. Abbiamo bisogno di grandi menti e grandi sogni. Dopo un periodo così buio come quello del COVID-19, abbiamo quanto mai bisogno di Cronenberg e di Spielberg. Forse anche di un fantasma…

Per esempio, F. Frusciante, “critico” youtuber sostiene che, se amate E.T. oltre i trent’anni, siete dei dementi. Mi permetto di obiettare e puntualizzare un pochino. Diciamo che, se si hanno quasi cinquanta primavere come lui e non si ama E.T., non è affatto vero che si è cresciuti… La verità è che si è divenuti cinici poiché fa più “figo” sparare cazzate per pagarsi le bollette. O no? La cosiddetta maturità che giudica tutto ma, invero, non produce poesia e fantasia, non dando nulla all’immaginazione e limitandosi a lapidarie mini-recensioni qualunquistiche del tipo… non esiste più la mezza stagione, mi rende molto triste. Che schifo, una vita intera a magnificare i capolavori dati per assodati e a essere un guru per ragazzini sovreccitati che non sanno neanche, oggigiorno, chi sia stato ed è ancora Steven. Diciamo anche che John Carpenter, amatissimo dal Fruscio, per Grosso guaio a Chinatown s’ispirò molto a Steven. Citando dunque Jack Burton: basta, adesso!

Quindi, se vogliamo affermare che Essi vivono è un capolavoro, è verissimo. Se altresì vogliamo donare un paio di occhiali da Roddy Piper al Fruscio affinché possa vedere il suo zombi “alien(at)o” da George Romero, no, da uomo antiquato, da reliquiario, da sua abusata espressione “troiaio” per far ridere i cretini, per quest’estate io stesso gli regalerò superbe lenti Ray-Ban. La dovrebbe anche finire coi Blu-ray. Ah, di mio sono Michael J. Fox di Back to the Future. Io amo i blue jeans, anche i Bee Gees.stevenspielberg

di Stefano Faloticospielberg west side story

Coronavirus, un virus letale di pandemia mondiale – I migliori film sull’argomento


05 Mar
CILLIAN MURPHY in 28 Days Later Filmstill - Editorial Use Only Ref:FB sales@capitalpictures.com www.capitalpictures.com Supplied by Capital Pictures

CILLIAN MURPHY
in 28 Days Later
Filmstill – Editorial Use Only
Ref:FB
sales@capitalpictures.com
www.capitalpictures.com
Supplied by Capital Pictures

stefano falotico homeboyRiferendomi a FilmTv.it.

Ebbene, promisi che avrei scritto solamente un post a settimana. Ma, vista la gravità in cui incombe la sanità mondiale, per qualche giorno, non inserirò recensioni, promettendomi d’inserirle prossimamente.

Ora, dico che questo scritto potrebbe essere frainteso. Come dirò, nelle righe seguenti, ora dobbiamo sorbirci soltanto notizie, ahinoi, incresciose e purtroppo gravi.

Citerò qui tre pellicole che, in qualche modo, sebbene assai dissimili nelle tematiche, negli assunti e negli sviluppi narrativi, sono associabili al coronavirus.

Innanzitutto, Virus letale. Il coronavirus, a quanto pare, è molto simile al virus “ignoto” in cui si parla nel film di Petersen. Simile all’ebola ma non diagnosticabile del tutto. Poi… E venne il giorno. Nel film di Shyamalan, non si tratta di un virus vero e proprio, bensì di qualcosa ancora una volta simile però, per certi versi, al coronavirus. Cioè, qualcosa arrivato praticamente dal nulla che contagia le persone a velocità pazzesca e infermabile.  Una sorta di Seme della follia alla Carpenter.

Se avete visto il film di Shyamalan, sapete bene che quello fu un morbo virale, forse di origine sovrannaturale e non scientificamente del tutto spiegabile, che portò la gente alla pazzia. Il coronavirus sta invece portando anche a stati di impazzimento sociale e di panico. Quindi, 28 giorni dopo di Danny Boyle. Un film apocalittico.

Poi, non per sembrare pateticamente autoreferenziale per l’ennesima volta, personalmente vi fu il mio cosiddetto male oscuro. Cioè l’apparentemente insanabile mia depressione annale. Che stette per distruggere ogni mia difesa immunitaria dell’anima. Ma non mi abbattei e combattei per vincerla.

Debbo ammettere che sottovalutai la situazione sin all’altro giorno. Mi parve infatti che, fra le persone, incitate dai soliti eccessivi mass media sensazionalistici, si fosse diffuso un allarmismo esagerato.

Invece, d’estremo malincuore, debbo constatare che purtroppo ciò che all’inizio mi sembrò qualcosa di trascurabile, ahinoi, si sta espandendo a macchia d’olio.

In questi giorni luttuosi e tristi in cui tetramente si stanno avvicendando, a velocità pazzesca, morti su morti inarrestabilmente, non rividi neanche le repliche del programma pomeridiano di attualità dal nome Tagadà.

Poiché quest’anno la faziosa, assai antipatica eppur inoppugnabilmente sexy Panella Tiziana mostrò le sue magnifiche, inarrivabili gambe scosciate soltanto un paio di volte. Rimanendo castigata in abiti talari e repressasi sensualmente in una capigliatura e in un look da sessantenne monaca di clausura.

Per cui, perdendo facilmente interesse per questo programma, peraltro apertamente schierato discutibilmente su una linea politica dichiaratamente di parte e a radicale favore di un opinabile partito non appartenente a quello del compianto Marco Pannella, non potendo unire l’utile al dilettevole, cioè rifarmi gli occhi sull’insuperabile milf Tiziana Panella, ammirandone estasiato i morbidi, suadenti, meravigliosi e selvaggi accavallamenti “gambali”, nel frattempo gustando gli stuzzicanti, stimolanti discussioni fra ospiti spesso culturalmente provoca(n)ti, eh eh, pensai fosse doveroso non informarmi in merito a tale “malattia venerea” che si sta propagando, mefitica, nei nostri corpi più delle sane e consapevoli libidini del maschio eterosessuale sessualmente di robusta e sana costituzione.

Sì, è una tragedia in atto. Pare infermabile questo morbo pandemico sul quale neppure gli scienziati e i medici più in gamba delle superbe gambe di Tiziana non capiscono un cazzo.

Al che, affidandomi alla mia imbattibile, resuscitata memoria, rimembro… il tempo in cui, piccolo quasi quanto Christina Bale de L’impero del Sole, eh già (Christian è classe ‘74, io del 1979), forse una delle migliori pellicole di Steven Spielberg in assoluto, datata 1987, nel 1986 anche qui in Italia furono tutti spaventati a morte dall’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.

Mi ricordo che, a quei tempi, fui in seconda elementare. E, al mattino, sbraitai come un matto peggiore di Christian Bale di American Psycho poiché, deprivato della mia colazione dei campioni, in quanto i miei genitori, terrorizzati che il latte fosse stato, più che parzialmente scremato, totalmente dalle radiazioni infettato, bevvi solamente acqua al mattino. Prima di recarmi alla scuola D. Sassoli ove, con tanto di grembiulino, da bravo bambino fui obbligato a studiare le tabelline poiché, pur essendo io già più enfant prodige di Christian, la Seconda guerra mondiale e il liceo scientifico Enrico Fermi avrebbero potuto aspettare ancora parecchio. Peraltro, m’iscrissi al Sabin. Mollando quasi subito poiché preferii, alle pedanti lezioni di Chimica, le mirabolanti regressioni infantili da Hook.

A proposito di Robin Williams di Jack e del piccolo grande uomo Dustin Hoffman, potremmo accostare il coronavirus al Virus letale di Wolfgang Petersen?

Petersen, regista de La storia infinita.

Le madri sono giustissimamente preoccupate che abbiano chiuso le scuole. I bambini, meno. Potranno volare sulle ali della fantasia in casa, accarezzando le morbide orecchie dei loro animali domestici.

Sì, bambini, finché potrete, non crescete mai.

La vita adulta, infatti, presenta molte problematiche. Se sarete omosessuali, semmai vi licenzieranno come Tom Hanks di Philadelphia, trovandovi una scusa bella e buona. In quanto omofobi.

Se invece siete eterosessuali che amano i Queen e Freddie Mercury, vi diranno che ascoltate musica da checche.

Se amate Bruce Springsteen, invece, vi diranno che siete troppo machi.

Per esempio, non capisco perché andiate matti per Glass e invece disprezzate il film più bello e maturo di M. Night Shyamalan. Ovvero E venne il giorno.

Sì, concordo con Enrico Ghezzi che lo definì un capolavoro. Sebbene molti di voi non l’abbiano capito.

Difatti, su metacritic.com ha una scandalosa media recensoria bassissima.

Sì, che grande film che è 28 giorni dopo.

Anche se, a mio avviso, sebbene buonista, la miglior pellicola di Danny Boyle è The Millionaire. Praticamente, la storia della mia vita.

Ora, la questione è questa. Come Stallone di Over the Top, nessuno credette che avessi una sola possibilità di vincere.

Poiché sbrigativamente, a proposito di pugilato, tutti pensarono che fossi tocco nel cervello come Mickey Rourke di Homeboy.

Peccato che sia un poeta. Carezzevole e melodico come Eric Clapton.

Sì, sono leggermente freak come Mickey Rourke. Meglio, no?

Noi tutti potremmo morire da un momento all’altro.

Lo seppe bene Adriana del secondo Rocky.

Sognate, amici, fratelli della notte. Non ammorbatevi. Vinceremo anche questa.

di Stefano Falotico

tiziana panella coronavirus

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An inexplicable and unstoppable event threatens not only humankind . . . but the most basic human instinct of them all: survival.

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