Sì, osé, anziché olè/é, eh eh. Un Falò esplosivo, oramai incontenibile. Ai cattivi cresce la bile, i boomer giocano a biliardo e tutte le palle, anche balle, in (Sam)buca. Ah ah. 0:01, Incipit del mio libro? No, imitazione di Paolo Villaggio/Fantozzi-ano. 0:54, Nic(olas) Cage di Cuore selvaggio. Poi battone, no, battute à gogo, da gigolò o da Totò? Oh oh. 3:34, vi ricordate Roberto Benigni con Raffaella Carrà? Ah ah. 5:47, il pastificio Mosciarello del film L’allenatore nel pallone 7:14, la scena della morte di Carmela (Tania Garribba) in Supersex. Si arriva perfino alla/sulla colonna sonora di Rocky firmata da Bill Conti (EP. 6, La resurrezione dei corpi). 11:23, mia nonna leggeva Dostoevskij? Ah ah. 16:09, il seguito del mio libro. Breve er… ne, no, anticipazione del quarto libro, la serva serve? 17:45, il verismo, Giovanni Verga e (i) Malavoglia. Kendra Lust, Manuel Ferrara, le porche, no, le Ferrari e le Porsche. Taxi Driver, Travis(ato). 19:16, Villaggio & Lino Banfi di Fracchia la belva umana. 20:24, il femminismo, il movimento MeToo, Tu mi turbi, Il mostro, Roberto Benigni, Paolo Bonacelli di Non ci resta che piangere e Johnny Stecchino. 22:22, Falotico fantasmatico, Fantômas, Diabolik, Totò Diabolicus, Sly de I falchi della notte, Sean Penn, Madonna!
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Falò! Tutto quello che avreste voluto sapere su(l) SUPERSEX ma non avete mai osato chiedere, osé!
Vai, Bologna! Evviva San Lazzaro(ne)! Abbasso Balanzone!
Uomini incoscienti e mai tra le femminile cosce, cioè forse più “vergini” della Madonna “incoronata” e, per l’appunto, mai tro… ata, checché se ne dica, voi non siete delle checche, no, chicche. Io sono invece spiritoso, altolocato e non nel cervello toccato. Contro il Falò non ce la fate, toccatevele! Ah ah. Ma quali highlights delle partite! Voi siete partiti, ih ih, io sono Highlander. Insomma, non esageriamo, oh oh. Se a Natale si festeggia la nascita di colui che finì nel lazzaretto, io non sono un lazzarone
Infine, come urla il grande Lino nel finale esplosivo de L’allenatore nel pallone:
– Mi avete preso per un cog… one!?
Il Falò(tichin)? Silvestrin & i Måneskin
Puro divertissement innocuo, spero spiritoso!
Cmq, si dice, anzi, scrive toupée, toupet oppure tupè? Vanno bene tutti/e e tre, eh eh!
Silvio Berlusconi
Imitation
Teatro d’ira
album
Pop Rock
Susanna Messaggio
Pater Noster
Victoria De Angelis
Damiano David
Lino Banfi
Fracchia la belva umana
Licinia Lentini
Giovannona Coscialunga
Il commissario Lo Gatto
calembour
Alessio Bertallot
Radio
I Wanna Be Your Slave
Let It Be
The Beatles
Andrea Roncato
Patreon
Netflix
Wes Anderson
Adriano Celentano
Skunk Anansie
pugliese
bolognese
boomer
Totò
Vi presento i miei migliori amici
Il trombone ignorante ama gli sfottò? Ah no?! Uh uh. Povero boomer, ha ricevuto una sorpresina bellina come un vestitino rosa. Che boomerang. Un uomo âgée da Asinelli. Un cretino da Cremino o da crème de la crème?! Mi spiace per lui, non può fare nulla se non arrabbiarsi. Amen, buone condoglianze, caro uomo di panza e poca sostanza.
di Stefano Falotico
S. Falotico è Rust Cohle, alias Matthew McConaughey di True Detective?
Errata corrige:
È di questo che sto parlando, è questo che intendo quando parlo del tempo e della morte e della futilità. CI sono considerazioni più ampie all’opera principalmente l’idea di quello che ci è dovuto in quanto società per le nostre reciproche illusioni. Li guardi negli occhi anche in una foto, non ha importanza se siano vivi o morti, puoi comunque leggerli e sai cosa capisci? Che loro l’hanno accolta. Non subito ma, proprio lì all’ultimo istante, un sollievo inequivocabile. Certo erano spaventati e poi hanno visto per la prima volta quanto fosse facile lasciarsi andare. L’hanno visto in quell’ultimo nanosecondo. Hanno visto quello che erano, che noi, ognuno di noi, in tutto questo grande dramma non è mai stato altro che un cumulo di presunzione ed ottusa volontà e allora puoi lasciarti andare, alla fine non devi aggrapparti così forte per capire che tutta la tua vita, tutto il tuo amore, il tuo odio, la tua memoria, il tuo dolore erano la stessa cosa, erano semplicemente un sogno, un sogno che si è svolto in una stanza sprangata e grazie al quale hai pensato di essere una persona.
di Stefano Falotico
Sono un poeta maledetto, un ribelle e un drop out, canto MICHELE e DITE a Laura che l’amo + ELVIS PRESLEY
Andrete incontro alla distruzione totale se vorrete opporvi al mio volere. Anzi, volenti o nolenti, soccomberete dinanzi a una potenza aggressiva pazzesca.
Io odio gli studenti liceali, la gente di Bologna, la catto-borghesia, le signor(i)e, gli uomini e le donne del 2022, maniaci sessuali.
Meglio l’onanismo totale. Detesto le istituzioni, create appositamente per uniformare a reggimento plebiscitario della società di massa improntata sul culto del sesso più mercificato e del danaro più squallido.
Odio il cameratismo degli uomini, odio il femminismo, odio i vegetariani e quelli che ti dicono di andare a lavorare quando il loro lavoro è soltanto coprirsi della maschera sociale per poter “lecitamente” fornicare ed essere falsamente rispettati. Guardate, meglio mangiarsi un panino e collezionare le figure di merda? No, le figurine Panini.
Questi qui non li rispetto, li calpesto, li umilio e, se mi va, li asfalto non solo al semaforo, no, in senso metaforico.
Mi piacciono le canzoni vintage come Dite a Laura che l’amo, songs che profumano di ingenui tempi antichi oramai irrecuperabili come voi, smidollati i insalvabili idioti ignoranti. Adoro Urs Althaus, alias Aristoteles de L’allenatore nel pallone. Monaco, cari monchi, amanuense de Il nome della rosa. Ai filosofi come Socrates, no, Socrate, Aristotele, Cicerone e un altro simile cogl… one, preferisco dirti salutami a sorrata.
Secondo invece quel demente di Eraclito, se c’è la normalità c’è anche la follia. Sì, tale idiot savant fece la scoperta dell’acqua calda. E lo fanno pure studiare, per l’appunto, ai licei classici. Ma roba da matti. Roba da ricchi con Lino Banfi? Uno che odia i ricchioni ma ama le orecchiette. State in orecchi, guaglioni.
Elvis the Pelvis era un semi-analfabeta ma non aveva bisogno di conoscere Stanley Kubrick. Kubrick era un misantropo, Elvis era un romantico. Cioè, secondo le teorie facili di Eraclito, se esistette Kubrick, doveva esistere, per forza, Elvis. Cavolo, un genius questo Eraclito.
Sarebbe come dire: se esiste il produttore Irwin Winkler, deve esistere anche Henry Winkler.
Dico cazzate? Lo so. Ma me ne vanto. Se non vi sta bene, per aria vi scaravento.
Se mi giudicate pazzo, cavolo, allora siete meno stupidi di quello che pensavo. Ci avete preso. Non avrei detto, sapete?
Ora però, per piacere, dite alle vostre donne di andare a pulire i piatti. E dite ai vostri figli, come dicono a Bologna, di gettare il p(i)attume.
Io continuo con la mia faccia da cu… o.
di Stefano Falotico
IL COMMISSARIO Falò – Sarà un libro e poi un film à la DARIO ARGENTO, da Hercule Poirot/Pierrot
Sì, un libro che trasformerò in sceneggiatura cinematografica, a sorrata, no, basato su un character da me incarnato, ispirato a Charlot, associato spesso alla famosa maschera, non so se pirandelliana, di nome Pierrot. Una sorta di Hercule Poirot da Agatha Christie che indagherà nel torbido con savoir–faire da Elliott Gould de Il lungo addio. Un libro-film pregno di elementi sia oniriche ironici, un film à la Falotico. Con suggestioni alla Dario Argento, una pellicola casareccia e artigianale nel senso migliore del termine, simile a Blood Work del maestro Clint Eastwood. La storia di un uomo apparentemente inutile e insulso, insignificante e a prima vista debosciato-disgraziato, per nulla cieco, che vede chiarissimo in un mondo di morti di fame e anche di quella cosa che inizia con F e finisce con A. Da girare fra trattorie malfamate ricolme di gente disperata, semmai pure disoccupata e dalla magra vita angariata. Tra donne più racchie di tua madre che pensano di essere Ava Gardner e credono di essere, delirando da TSO immediato, delle inarrivabili FEMME FATALE come Rebecca Romijn, ex Stamos (a proposito, se non sta più con Stamos e neanche con un altro, di certo non sta con te, beviti un tè e, per digerire, poi un caffè, eh eh). Presto sulle maggiori catene librarie online e sui migliori schermi del Cinema mondiale. Ah ah. Un libro-film fumettistico, cupo e lugubre, mortifero e tetro eppur anche intriso di segmenti goliardici, spiritosi che varranno, come si suol dire, tutto il prezzo del biglietto. Un libro-film stracolmo di paradossali colmi e di freddure più godibili delle patate croccanti e bollenti. Esempio di un dialogo che sarà poi presente nel libro-film a venire: – Lei mi crede pazzo, nevvero? – Onestamente, sì. Non posso mentirle. Lei mi sembra pazzo, senza dubbio lo è. Non se la prenda ma non mi dà buona impressione. – No, non mi arrabbio, si figuri. Ci mancherebbe, è la storia della mia vita. Un tempo, la gente mi prendeva per pazzo, dicendomi che da mattina a sera facevo un caz… o, adesso invece pensa che io sia più pazzo di quello che si poteva supporre in quanto scrivo libri che queste persone non scriveranno mai. Come la vede? Anzi, posso darle del tu? Come la vedi? – Ripeto, cerco sempre di essere sincero e non voglio mentirle. La vedo malissimo. Anzi, scusami, ti vedo molto male, figlio mio. – Non avevo dubbi. Mi tolga una curiosità se posso chiedergliela? Lei, nella vita, che fa? – Guadagno centomila Euro al mese, postandomi seminudo su Instagram. Ottengo migliaia di visualizzazioni. – Mi pare un buon lavoro. Lei non è mica un cogli… ne qualsiasi. Lo si capisce, guardandola in faccia. Lei è di un altro livello. – Ovviamente. Io sono un grande uomo. – Sì, lei è uguale e identico a Charles Chaplin, conosciuto anche come Charlie. – Scusi, chi è?
di Stefano Falotico