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Per tutta la vita ho pensato di essere uno sfigato come JOKER, ho scoperto di essere BRUCE WAYNE, ogni CATWOMAN mi vuole


15 Oct

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BATMAN RETURNS, Michelle Pfeiffer, 1992

BATMAN RETURNS, Michelle Pfeiffer, 1992

Ma ciò, anziché farmi piacere, mi duole. Sì, è una bella responsabilità.

È meglio non piacere alle donne. Almeno, puoi continuare a vivere sottoterra come Birdman.

Sì, avevo perimetrato la mia struttura mentale all’idea di essere un in(s)etto, un uomo infettatosi del male di vivere, un uomo dostoevskijano come Travis Bickle di Taxi Driver.

Un essere straniero alla Albert Camus, un ectoplasma, un mezzo voyeur come James Spader de L’uomo senza ombra.

Sì, sono sempre stato fanatico di Elisabeth Shue. Credo che sia a tutt’oggi una bionda che vale il prezzo del biglietto più di Michelle Pfeiffer e di Kim Basinger dei tempi d’oro.

Guardatela in The Boys, ragazzi, e capirete che non ha niente da invidiare a milf come Brandi Love.

Sì, secondo me, Elisabeth ha sbagliato industria cinematografica a Los Angeles. Anziché essere (non) accreditata in City of Angels, avrebbe dovuto essere una delle attrici preferite delle video productions di ArchAngel.

Come attrice, a parte qualche picco recitativo quasi da Oscar (vedi Via da Las Vegas), non ha mai spiccato il volo come un pipistrello nella notte.

Sì, è sempre stata considerata, malgrado alcune sue notevoli prove, un’attrice di secondo piano.

Invece, è una che appena la vedi, i tuoi ormoni prendono l’ascensore.

Volano, per l’appunto, alle stelle.

Va detto che è un po’ invecchiata e quelle forme armoniosamente formose, sensualmente muscolose e illanguidenti ogni uomo eterosessuale potente, esibite in Palmetto, sono sdilinquite in un viso grinzoso e in un lifting sospetto.

Ora, prendiamo Ralph Macchio di Karate Kid. Secondo me, tutto il culo che si fa per vincere domani, per l’appunto, con tanto di colpo della gru e “dai la cera, togli la cera”, fu proteso per conquistare Elisabeth.

M’assomiglia. In terza media, andavo matto per una ragazza. Che, come Elisabeth, aveva i capelli biondo platino.

Studiavo solo per fare bella figura con lei. A lei, tutto sommato, piacevo. Infatti, una volta mi chiese di accompagnarla a casa.

Ma le risposi che preferivo riguardarmi la scena di Link in cui la scimmia osserva il nudo estasiante di Elisabeth Shue.

Ah, la mia adolescenza non esistette. Mentre tutti i miei coetanei se la tiravano da fighi alla Tom Cruise di Cocktail, io rivedevo sino allo sfinimento Ritorno al futuro – Parte II.

M’oscurai nella notte più profonda. Fu tutto un Effetto black out.

Sì, mi purificai talmente tanto, mi castigai in maniera così disumana che fui scambiato per un santo.

No, non The Saint/Val Kilmer. Anche se Val fu pure Batman.

Fui davvero un Harry a pezzi.

Sì, fui scambiato per Dakota Fanning di Nascosto nel buio. Mi costrinsero a delle cure psichiatriche. Ma scoprii che il mio dottore soffriva di doppia personalità. Un Bob De Niro uguale ad Anthony Perkins di Psycho.

Sì, si spacciava per educatore ma invero a me chiedeva la parcella, invece alle disperate, giovani ragazze bionde amorevoli, forse diplomatesi al magistrale ma senza lavoro, offriva il suo porcello.

Loro piangevano, riempiendo fazzoletti della Kleenex, lui le ascoltava per poi sentirle robustamente con una consolazione buonista di vero transfert empatico. Soprattutto verso le più bone, si dimostrava un filantropo come Brett Cullen/Thomas Wayne. Ah ah.

Ecco, io, dopo aver assistito a tutto questo porcile, a quest’ipocrisia del sistema, a questo lerciume, a questa corruzione, dovrei fare come Arthur Fleck/Joker e ribellarmi, dando di matto scriteriatamente, oppure devo essere duro e resistere, vendicandomi poi sottilmente in maniera machiavellica alla pari di Bruce Willis de Il giustiziere della notte – Death Wish?

Ma no. Non facciamo casini. Meglio essere Bruce Wayne.

Sono praticamente uguale a lui. Essere cupo ed elegante che si fa servire e riverire da ogni donna galante, ha la Batmobile ficcante, in verità una Punto usata della Fiat, e ancora una casa di Big Jim, regalo della mia infanzia dorata, adora coccolare ogni Barbie e gli piace Anne Hathaway.

Insomma, ci troviamo sinceramente di fronte a una delle più grandi tragicommedie della storia.

Prendiamola a ridere.

O con ponderata filosofia, come si suol dire.

Diciamo piuttosto che, da qualche mese, fra me e una donna stupenda s’è instaurato un certo feeling, che mi crediate o no.

Lei continua a sostenere che io sia un bell’uomo ma dice che dovrei smetterla di vergognarmi di esserlo. Asserisce, infatti, che pare che me ne faccia una colpa.

No, ammesso che sia un bell’uomo, ho adorato Joker alla follia ma solitamente disprezzo i cinecomic.

Poiché sono realista. Non sono ricco come Iron Man.

E, in tutta onestà, per quanto sia gradevole questa storia fra me e costei, so che non potrà durare molto.

Sì, sono l’unico Batman della storia che non può permetterle una villa col maggiordomo.

Eh già, nonostante quasi tutti si credano machi edonisti e infallibili supereroi cazzuti, io non uso né trucchi né maschere, neppure creme di bellezza o effetti decorativi per definire il contorno occhi.

Sono un uomo al Borotalco.

Se non vi piaccio, vi pago perfino l’abbonamento in palestra, basta che non mi rompiate più i coglioni.

Sì, se fossi realmente Batman, mi annoierei a morte. Diverrei uno stronzo tristissimo come Ugo Tognazzi di Amici miei o, peggio, un cretino come Christian De Sica di Compagni di scuola.

Ma se devo dirla tutta, qui non è il paradiso, all’inferno delle verità io mento col sorriso?

No, non ho mai mentito in vita mia. Ed è questa la cosa mostruosa.

Questo qui, accanto al mio letto, è il mio migliore amico. Ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

 

shue nascosto nel buio punisher

La Mecca del Peccato, l’oscura Mela del Cinema


01 May

Rar(efatt)a perla inarrivabile dei suoi inarrestabili mutamenti a sfrecciare come un poliedrico Batman dalla versatilità profumata nel suo fascinoso mantello “odioso”, ah ah!

Hollywood è mia “bianca!”

Altro macigno a divellere potentissimamente i miei nemici, impauriti e or fuggitivi nella missione disperata d’acciuffarmi in un “Wanted” che invece taglia “spara” la loro pazzissima, all’impazzata piccola borghesia fradicia e malata di boria, oscene presunzioni e infamie da untori. Me ne beo, fra tante belle belanti, come dico io, placidamente, estraggo un sigaro cubano e aspiro, “tiro” nel mirino, da bianco “sicario” spietato, alle armonie fra un’armonica “forest(ier)a” e un “monaco” mio solo di apparenza, invero solare  nella “trasparenza” notturna dello svelto svelar le gonne e a “intimidire” chi non è come me, leggenda turgidissima e rocciosa in  rugiade di fianchi  “affrancati” al mio “esangue” permearle lussurioso, “contemplativo” e di “melanconia” alle alcove lisce, garbate, “infilate” in altro infilzarvi dall’alto “s(c)isma” di giocherellar con le vostre scimmie, rubandovi anche le sceme e “sfiancandole” da sciatore su serpentina della mia “scimitarra radente” a dunque arcuato, incuneato. “inculo” modellarsi dentro e attorno curve tortuose quanto “tanto” pericolose.

La neve si dissolve e il “Cuore” si riscalda, “temprato” in altissimo, altro(ve) impeto pettoral da temerario nell’eccitare e “movimentare” il rabbuiato, muliebre “caldo”. Entro nel di Lei “antro”, mentre voi v’appisolate, pisellini, negli anfratti. Ah ah, mi fate ridere, patetici ragni e ratti! Io slinguazzo!

D’aureo capolavoro a nobiltà per nobilitare chi non arriverà mai alla somma del mio inno “issato” in grembo.

Una valanga, una “verga”, la r(e)azione a catena… ché imprigionò ogni bugia d’egual ritorsione nell’ esondante “danno” perpetrato ora finalmente appianato di giusto “aggiustarli” nelle (sedie a) rotelle.

Questa è “Passione!”.

Muti, zittissimi,  oggi le loro coscienze infide, che tradirono ignominiosamente con illazioni, insulti e assalti, “vengono” assediate da un rimorso lento ma partorito esso stesso solo dalla gratuita cattiveria di tal  impunta e punita malignità, si rintanano nella più pusillanime (in)differenza, scuoiati “a pelle” sventrata ai loro bradi istinti da me gloriosamente recisi. 

“Sventolo” io e li uso come “bandierine”. Banditi, sono il colore alla vostra vita noiosa, tutti in coro a gioir di coriandoli, tutti accorati e “a collo!”.

Disprezzatemi, falsi e fascisti, il mio libero genio non ha prezzo! Insindacabile è sinapsi abilissima che libra con pugn(al)i allo stomaco formato Pdf e a innaffiar’ le vostre cazzo di teste!
Con tanto di tazzina di caffé che balla con una lat(t)ina.

Sono leggerissimo di poesia amatissima e smonto le libbre dei tuoi libri scolastici da quattro lire.

Il mio è un ettolitro di petrolio da Daniel Plainview, mio piantagran(at)e. Vai ad arare! Sei mina vagante, minatore!
Attento, Minotauro, il toro son io di ariete. Quale Arianna! Tutte mi fan il filo e perdo il fido, cane mio coccolato con panzerotto ripieno.
Tu sei solo panza vuota!

Applauso!

Adorami!

Atletica ginnastica mentale su un corpo impermeabile ai vostri colpi “duri”.

Scorrazzan come porci di scoregge nel recinto e borbottano altre offese, ma io logorerò sempre più tal luridi con adorante e superbo corazzarmi e dunque, di botte “metafisiche”, scoraggiarli da urlarmi in faccia.

Si guardino allo specchio e la loro anima non mentirà, la s(a)ccheggerò, scaccolerò  nel “sacco a pelo” di come spellarono e carne ossa son invece stati macellati proprio da chi vollero maciullare, “slogandogli” la mascella.

Letargo. Alla larga da me! Se no, ti allargherò lì in mezzo! E rimarrai all’asciutto?

No, allagato! Impantanato proprio nei pantaloni! Ah ah! Ah ah!


Fratelli della congrega, fedelissimi al motto iroso di noi cavalli furenti e fieri tra le ignobili fiere vigliacchissime con le loro vacche, noi accendiamo il cero alla speranza di un Mondo migliore, incendiando l’orrida cera di chi “cena” con la pancetta pienotta! Ed è “produttivo” di stronzate direttamente proporzionali, improponibili alle loro mal taciute perversioni da invertiti che a noi si convertiranno! Volenti o nolenti, siamo noi o no il vento!

Poveri stronzi, siete stati smerdati!

Ove va la gatta al lardo, ci lascia lo zampino!

E invece Io, Iddio, son Babbo Natale e me “la” fischietto di “zampogna! Io, He-Man, ischeletrisco! Ameni, sarete menati!

Cavalcando le “renne”.Ah ah!

Comprate questo capodopera e vogliatene “tutte” signore!

Questo è il mio cervello offerto in “santità” alle finte “suore”.

Il mio trivellare gli “uccellini” dei pretacci!

Ah ah.

Sono il Corvo! Covate rabbia ma io vi stano nelle tan(ich)e appunto dei vostri culetti, cuculi e culoni! Porcellacci, sono un uccellino one a onta!

Bisonti, ecco la carica frontale!

Non mi annoderete! Sono io che snodo la camicia e vi “rinforzo!”. Ah ah!

Vi fotto sempre! In modo robusto!

Uah-ah-ah!!! Hip, hip, urrà!

Mi fate una pippa?! La pipì? E Pippi Calzelunghe deve andare a rammendar la calza da streghetta.
La strego(ne) io. La stiro!

Forza con le birre! A tutta birra!

Figlioli, acquistare!

Fighe statene lontane, è materiale che davvero “scotta”, mica “roba” che vi “siringate” col “maritozzo” della meringa surgelatissima!

Ah, il tamarro gel!

Questo libro spacca, spalma, sbottona ed “entra sottopelle”, in modo lieto e armonico invoca affinché la confraternita nostra vi sia ad addolorarvi nel mansueto incularvi a vicenda, non so se anche a Vicenza (mi giunse voce da un “usignolo” che “lì” ne vide di crudi mentre a Parma il prosciutto è cotto di catene da Santo Antonio), fratricidi e biscioni giocate di coltelli “fini” nella retorica del “buon”… costume?

Datevi alle briscole! Siete stati sbrecciati. Non sbracciatevi! Per voi, solo le bricioline! A me il bruciore!

No, le prove del “novanta” a costumino di 9 centimetri e basta.

Appaiati coi taglierini, “sforbiciate” in “lungo” eppur il naso è sempre più corto di elefante. Sì, la proboscide punta alle cosce eppur accasciati anchilosate pachidermici. Reumatismi! Evviva uno non tanto di automatismo! Evviva il mastno senza mastice! Discoteca! Cineteca ribelle, Pinacoteca ed enoteche, orsù, avvinnazzatevi! Alzatevi da ubriachi!

La “dermatite”. L’epatite, l’apatia, il Palio di Siena del vostro “cavallo” matto di patta slacciata eppur “moralmente” castigata di castrazione ad autoinganno nel cedrone gallo!

Ma quali limonate! Qui, prevedo per voi grandinate e giusto una granita al chiosco di Cecco, “famoso” omuncolo d’olfatto “prelibato”, diciamo gelato al bacio nel tastar la “crema della crema” in suo suin annusar “peperino”. Fa bene Cecco, appicca i cocchi di albero suo sciocco.

Egli sbeffeggia il paperino che gli dà del poveretto e sempre a Lei è “provetta”. Egli non usa la pompetta e non tollera i preliminari di pompini. Va “dritto” al sodo e, solidificando, ficca di “Bruto” con Braccio di Ferro a “destro” amico per le “palle”. Basta coi bambini!

Questo è liofilizzato! In tuo asfissiato!

Olivia Wilde è magra, troppo anoressica. Va essiccata in un film “scarno”, ove mostrerà solo la spolpata carne da un cannibale Hannibal Lecter nell’ammiccarle come se fosse una “sopravvissuta” con ambizioni invero da letterina. Letterati, siamo o no alati!?

Cari miei porcellini, ricordate: Lupo Ezechiele ne sa più del lupo delle “fragole”.

Il Lupo perde il vizio eppur è tempie anche se un po’ stempiato.

Fratelli, appiccicatevi e sbaciucchiatevi, sono l’Uomo che non v’aspettavate e che v’ha “affrescato” in maniera “alito” freschissimo come due amanti in Alaska fra vischi e il vento “fischietto” a spronar l’intirizzito “fisico” che ricercò l’origine della sua razza scimmiesca.

Il fisico studiò eppur non “stucca”, è più orso in quanto polare.

Appioppatelo a un abete. Spogliatelo di ogni abito e habitat.

“Mettetevelo” nella zucca di Halloween, sono ululante in quanto non ungulato ma goloso di “piluccanti”.

Festa, imbecilli. Datemi Clarabella e m’“imbruttirà” di “imbrattata”.

Fine con la “botta”: la Donna è savia quanto meno sazia. E salì in Lei che “sollevò” lo scettro in mezzo a voi, gli spettri.

Ho dato tutto.

Più di così, se’ mor’, infatti la gente mi urla “Va’ a morì ammazzato!”.

No, voglio morire nella mo(r)ra cinese!

Un, due, tre, facciamo anche quattro. E tutta la Notte!

Il banco sbanca! La bianca è nera! Le banche fanno sesso con una banchina.

Il Moro di Venezia coi mol(l)i.
Otello, mangiati i tortellini!
Iago, sei un geloso ma non godi!

Da me, invece, solo mazzate e mortaretto piazzato “docilmente” su viso lor sbiancato “mozzarella” di “pizza”.

Ah ah ah! Sono incorreggibile. 

Tu pensi di fregarmi e io sto calmo con le gambe “sfregandomeli”.

Ah ah.

La Neuro!

Il chiromante!

Amami da ghira coi ghirigori!

Insomma, che cazzo fai?

Disponibile anche in versione eBook.

Chiudi la bocca!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Play rigate dritte, allungate di mio naso!

  1. Bomber (1982)
  2. Ronin (1998)
  3. Carnage (2011)
  4. Il petroliere (2007)
  5. The Fighter (2010)
  6. All’ultimo pugno (2013)
  7. Malavita (2013)

Marilyn Monroe – 50Th Anniversary


05 Aug

 

Scocca il 5 Agosto, ed è il cinquantesimo anniversario di Marilyn Monroe.

La rear window End User, il nostro gestore, mi contatta privatamente perché diffonda l’esclusiva “certezza”, attestata da People, secondo cui, sarebbe proprio vero, con tanto di prove, che la Monroe si suicidò.

Dobbiamo credere a People?

 

The story made headlines around the globe: Marilyn Monroe, the world’s most celebrated starlet, had apparently committed suicide. 

 

But many who knew her didn’t believe she’d take her own life, and as the 50th anniversary of her death at age 36 approaches, her tragic end remains shrouded in mystery.

 

In the new issue of PEOPLE, guest writer J.I. Baker – author of The Empty Glass, a new murder thriller based on her death – uses his research and fresh reporting to explore the truth.

A Mysterious Death

On August 5, 1962, Monroe was found dead in the bedroom of her Brentwood hacienda.

 

Toxicology reports showed high levels of Nembutal and chloral hydrate in her bloodstream, and her death was ruled a “probable suicide.” But why wasn’t her body turned over to medical examiners for more than five hours after it was discovered?

 

Forensic pathologist Cyril Wecht tells PEOPLE he has “a strong suspicion she might have been injected,” given the lack of pill residue found in her stomach – but by whom?

 

Why did not-yet-tested tissue samples go missing, along with Monroe’s phone records? And were Jack and Bobby Kennedy, with whom she was rumored to have had affairs, involved?

 

For more questions and answers surrounding Monroe’s mysterious death, pick up the latest issue of PEOPLE, on newsstands Friday.

 

Quale occasione migliore per questo “diario?”.

 

Marilyn, mito inossidabile d’immarcescibili “ossigeni” anche metacinematografici.

A imbiondarci, come la platinata sua chioma schiumosa, di fiammeggiante eternità.

Eterea, perché solo e mai più Lei.

 

 

5 Agosto 1962, uno dei giorni più scioccanti per il Mondo, la sua morte.

 

Oramai, ci siamo tutti “wikipediazzati”, e quindi ne estrarremo proprio tal “memoriale”:

 

Le circostanze della sua prematura morte, dovuta a un’overdose di barbiturici, sono state oggetto di numerose congetture, sebbene il suo decesso sia ufficialmente classificato come “probabile suicidio”. La successiva sparizione di tracce e documenti dalla casa dell’attrice, dove sembra fosse stato anche Bob Kennedy la sera della morte, nonché innumerevoli omissioni e varie incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico, hanno dato adito a molteplici dubbi sugli eventi di quella notte. Tra le varie versioni formulate, la più plausibile vede ipotizzata la complicità dei Kennedy, che vedevano in Monroe, dettasi pronta a dichiarare pubblicamente le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica.

 

“Sfogliacchiando” questo raggelante “reportage“, mi balza alla mente, angosciandomi, la Dalia Nera, fonte d’ispirazione letteraria, in primis James Ellroy col suo capolavoro macabrissimo, e l’omonimo film d’un incompreso Brian De Palma.

 

Come Dalia, forse, una “vergine” santa ma prostituita alla seduzione del Potere, ch’ella stessa seduceva in ammalianti pose ammiccanti d’impudiche esibizioni sensuali di dolcezza.

 

Il suo cadavere, un terrificante mistero che continua ad affascinare, irrisolto, su cui fantasticare e inventarsi più e più storie. Stessa sorte ingrata affiliata a molti eterni, leggendari, immortalati d’icona ancor più maliarda e invincibilissima nella forza evocatrice, appunto, dell’immortalità di chi è asceso nel Paradiso degli dei.

 

Marilyn, forse non so, non una grande attrice, ma perfetta per la società puritana dell’America sull’orlo delle rivoluzioni sessuali, mangiauomini che ossessionava sol sbirciando di occhi pittati, d’uno Sguardo malizioso travestito da ingenuità bambina. Di svolazzanti gonne per un vedo-non vedo ipocrita, accaldato, guardone, “mansueto” e incantato dalla sua pelle di pesco.

 

Culto infinito d’intere generazioni, pietra di paragone, tutt’ora, per qualsiasi Donna che voglia varcar la soglia della reggia splendente ove aleggiano le divinità intoccabili.

Incarnazione femminea d’ogni podio conturbantemente enigmatico. Impercettibile come un fantasma erotico d’abbagliante splendore, di suo sangue bianco e lucente nelle nostre vene.

 

Così, immagino lo scrupoloso, maniacale e perfezionista J. Edgar, in un’apparizione contemporanea del suo fiuto da tartufo, a gironzolar in macchina per Los Angeles, salire su Mulholland Drive, toccare, timido, le scale del desiderio, entrar “di sottecchi” nella proprietà privatissima della limpida villa di Marilyn, e ammirarla, con gli occhi languidi, perdutamente innamorati, mentre “danza” delfina nella sua ultima doccia.

 

Nuda, si avvicina a J. Edgar, lo bacia e gli consegna la “dinamica”-dinamite della sua morte.

 

Edgar annota sul taccuino l’allucinante, inconcepibile retroscena, spaventoso, glacialissimo.

Poi, la saluta, porgendole un occhiolino color benedizione.

Sale sulla sua cabrio, ingrana malinconicamente la marcia, si ferma vicino al “dirupo” della collina dei sogni, brucia una sigaretta amara tra i bagliori ardenti del sottostante panorama liquido di gorgoglii brillantemente artificiali, e “lancia” al vento la verità.

 

Incamminandosi nel noir omertoso di chi troppo ama la Bellezza per sporcarla…

 

E, con una smorfia corrugantemente (ir)ridente, svanisce nel traffico del Mondo, come Lei.

 

 

A 50 anni dalla misteriosa morte, Stefano Falotico “formula”, non solo le ipotesi, ma un suo lynchiano video inquietante “dietro le quinte”.

 

E sbirciamo anche un “Noir Nightmare…”.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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