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Antò… fa caldo! Ce l’avete (de) Curtis? Luisa Ranieri – Personal Memories & Portrait of a Beauty insormontabile, d’una popolana da THE HAND…


14 Mar

Per caso, ho detto caso, Gael Garcia Bernal fu Che Guevara ne I diari della motocicletta di Walter Salles? Eh già.

This is the Hand, my only friend, no, this is the end o(r) reminiscenza di puro stream of consciousness mischiato ad adamantini atti impuri che furono.

Tutto partì con Il principe & il pirata di Pieraccioni, cari bambinoni e ipocriti tromboni…

E ora spero di allietarvi con questa faloticata memore del tempo che fu e forse non so se sarà, ah ah.

Improvvisazione netta senza fronzoli che andrà drittissima al sodo, probabilmente scultoreo come le forme dure… o burrose d’una donna che stimolò la fuoriuscita di qualcosa di liquidamente granuloso e morbido come un babà succoso.

Scorreranno immagini liete, erotiche nel “frastuono” lessicale di un Falotico anale, no, giammai banale, forse reminiscente la sua banana dirimpetto alla Luisa nazionale. Scusatemi se, spesso, come si suol dire, mi lascerò andare e prendere la mano… Se ciò accadrà, prendetemi per l’appunto per mano e non per il popò, ohibò.

 

di Stefano Falotico

 

Y Tu Mama TambiénValeria Cavalli posto al sole Gloria gambe

Luisa Ranieri sexy legsLuisa Raniero Antò caldo

L’amore vince su tutto: se Fedez forse non tradirà mai la Ferragni, il grande ROCKY BALBOA visse per Adriana e non la tradì neanche da morta, ci avevate mai pensato?


05 Oct

rocky tommy gunnstanzionerocky davide daltri

Alla Bacinotti, detta La Baci, preferisco la bici? Non credo.

Al bacio al cioccolato, comunque, preferisco il pistacchio.

Sceriffo Teasle: – E vorrebbe dirmi che duecento uomini contro il suo Marine sono nella posizione di non poter vincere?

Trautman: – Se ci manda tanti uomini non dimentichi una cosa.

Sceriffo Teasle: – Che cosa?

Trautman: – Una buona scorta di barelle.

Per quanto tempo, su R 101, Silvia Notargiacomo e Francesca Bacinotti leggeranno il gobbo gossiparo per illustrarci della storia d’amore (?) tra Fedez e la Ferragni?

Di mio, ho sempre considerato Ryan O’Neal un grande e Love Story un bel film, a differenza di Ghost.

Guardando invece Al Pacino in Bobby Deerfield, debbo ammetterlo, credetti di essere omosessuale come Gabriel Garko. Perché Al, in questo film, è più figo che in Crusing. Ah ah.

Anni fa, da Bruno Vespa, Vittorio Sgarbi litigò furiosamente con Garko. Invece, Elenoire Casalegno forse litigò con Matt Dillon di In & Out? Ah ah. Be’, se avesse litigato con quello de La casa di Jack, avrebbe potuto anche non bisticciarvi, diciamo. Tanto lui l’avrebbe ammazzata ugualmente. Se invece la Casalegno avesse incontrato il Dillon di Fort Washington, non si sarebbe arresa dinanzi alla schizofrenia di Matt e l’avrebbe lo stesso amato come Jennifer Connelly nei riguardi di Russell Crowe di A Beautiful Mind. Cioè, alla follia. Ah ah. Se la Casalegno avesse incontrato il Dillon di Singles, l’avrebbe lasciato dopo tre giorni e si sarebbe chiusa, non solo in casa, depressa a morte, riascoltando tutta la peggiore, dunque migliore musica grunge malinconica per ritrovare i(l) Nirvana. Invece, se avesse incontrato il Matt di Rusty il selvaggio, credo che sarebbe andata con suo fratello, cioè Mickey Rourke. Voi dite di no? Non diciamoci stronzate. Se la Ferragni avesse incontrato il Rourke dei primi anni ottanta, avrebbe lasciato Fedez dopo tre secondi netti. Peraltro, Rourke non stava messo male a soldi.

La Notargiacomo e la Bacinotti sono due donne molto sexy, la seconda però, anziché avere una voce calda e dunque radiofonica, come si suol dire, appena apre bocca, mette solo voglia di amare Piccolo Buddha di Bertolucci. Poi, se la vedi su Instagram, senza che lei minimamente fiati, è mozzafiato. Sì, ottime gambe, seno esplosivo, una bionda da leccarsi i baffi.

Ecco, dopo queste gustose freddure in puro stile Falotico, ne aggiungiamo un’altra. A 13 anni, dopo la licenza media, rimasi innamorato d’una delle mie ex compagne di classe delle medie. Lei s’iscrisse all’istituto per geometri, il Pacinotti di Bologna. Io, invece, dopo mille delusioni, amai da morire Al Pacino di Serpico.

Cavolo, ne so una più de L’avvocato del diavolo. Ah ah.

So farvi sempre ridere ed essere autoironico sulle mie sfighe. Sulle mie fi… e, sono molto serio. Ecco, cerchiamo di fallo, no, difatti… di mantenere un atteggiamento da duro… non lasciamoci intenerire da troppi ricordi da rompiballe. Ah ah. Credo di credere all’amore nonostante le inculate bestiali ricevute. E dire che non sono gay passivo. Ah ah. Neanche attivo. Tant’è che, qualche anno fa, vollero affidarmi all’assistenza sociale. Per fottermi di più? Ah ah. Sì, ci sono cosiddetti tutoralias educatori, che tradiscono le mogli con le ragazzine malate di mente da loro prese in cura, forse sotto gamba. Eh già, codeste ragazze, apparentemente sprovvedute, sputtanano tali pedagoghi della mutua e li fanno impazzire. Ah ah. Sì, infatti costoro sono sempre affiancati da uno psichiatra. Ah ah.

Sono uno dei pochi uomini che ama Pier Paolo Pasolini ma solo dal punto di vista del lato artistico e non del lato b, a differenza di Ninetto Davoli. Willem Dafoe interpretò Pier Paolo per Abel Ferrara. Massimo Ranieri invece per David Grieco. Scusate ma il Ranieri de La patata bollente non piaceva evidentemente ad Edwige Fenech ma forse sarebbe piaciuto a Giacomo Leopardi. Sì, diciamocela, la celeberrima Silvia di Leopardi fu usata a mo’ di copertura alla pari di Eva Grimaldi e Manuela Arcuri con Garko. Basta, fermatemi! Ah ah.

Uh uh, che diavolaccio che sono. Il mondo è pieno di maligni, non esiste solo il Maligno. E io ho un diavolo per capello. Ah ah. Molti anni fa, mi piacque molto Luisa Ranieri, poi compresi che era, fu, è e sarà un’attrice solo del cazzo. Ah ah. Luisa s’innamorò di Luca Zingaretti dopo averlo ammirato ne Il commissario Montalbano. Se l’avesse visto in Vite strozzate e ne Il branco, avrebbe cantato con Adriano Pappalardo di Ricominciamo. Ah ah. E Luca, consapevole di essere stato uno stronzo, avrebbe urlato a squarciagola con questa.

Credo di essere stato sempre molto più avanti rispetto ai miei coetanei. Ai tempi delle medie, infatti, mentre quelle della mia età adoravano Claudio Baglioni, io amavo questa canzone:

Nel ‘92, il Festival di Sanremo fu vinto da Valerio Mastandrea de La prima cosa bella. Cioè Luca Barbarossa, ah ah. Non so, comunque, se Paolo Virzì dedichi alla sua Micaela una canzone di Eros Ramazzotti oppure questa:

Comunque, Sylvester Stallone di Rambo è ascetico. Mentre quello della saga di Rocky è forse l’uomo più romantico di sempre. Non tradisce mai Adriana. Nemmeno da morta. Rocky non è soltanto una storia di sconfitta e redenzione commovente over the top. È la storia di un “fallito”. È la storia di un uomo, la storia di un uomo… come Il grande Lebowski. È la storia di un uomo che accetta ogni provocazione e colpo basso. Ma è una grande storia d’amore soprattutto, ripeto.

Ora, molti mi chiedono come abbia fatto a essere piaciuto e a piacere alla mia lei.

Risposta: – L’ho vista e le ho detto che volevo baciarla. Non solo baciarla, direi che mi sono spinto oltre…

– Eh, chi sei? Alain Delon?

– Alain Delon ha più di ottant’anni.

– Ma va’, va’. Chi sei? Una viene con te perché sei, saresti più bello mentre gli altri devono farsi il culo per essere amati?

– Significa che non amano, sono dei leccaculo.

Comunque, appoggiato dalla mia lei, sto terminando Bologna insanguinata. Libro di circa 300 pagine che disaminerà amori, imbrogli, reati, ipocrisie, delitti efferati avvenuti nel capoluogo emiliano che mi diede i natali. Un excursus mai visto, soprattutto letto, su Bologna e dintorni. Dall’Uno Bianca di Castelmaggiore a Villa Clara, da Marco Dimitri alla strage della Stazione Centrale, da Andrea Roncato a Pupi Avati, dalle scuole Guido Reni alle Salvo D’Acquisto, dai licei Galvani e Minghetti al Sabin e al Copernico, dal Righi a una che amò i Righeira ma non andò mai in riviera, dai suicidi indotti dal bullismo alle persone rinate grazie al loro devastante e ribaltante colpo inaspettato da gancio sinistro micidiale e geniale alla Balboa.

Nel frattempo, D. Stanzione, critico di Best Movie e mio amico, mi ha promesso che stasera mi manderà, in allegato PDF, su Messenger, la prefazione da lui curata del mio prossimo libro pubblicato dalla Kimerik Edizioni. Fenomeni e campioni, chi sono io? Nessuno. Sono uno che, per colpa d’imbecilli, si beccò una diagnosi totalmente sbagliata. Nessuno al mondo resiste a una mostruosità del genere. Nessuno tranne John Rambo.

Cari idioti, ora vi do una Bacinotti e un bacino. Siete felici o volete un altro mio (s)gradito regalino? E quella Notargiacomo la dovrebbe finire di parlare in radio solo di lasagne. Avrebbe bisogno di una besciamella e so io di cosa. Densa e granulosa. Dolce e cremosa. Oserei dire, voluttuosa e associata a qualcosa di grosso, diciamo, molto voluminoso.

 

di Stefano Falotico

francesca bacinotti

silvia notargiacomo

casalegno sgarbifedez ferragni

Sono morti Andrea Camilleri e Luciano De Crescenzo, Panta Rei: io sono rinato e son sempre più duro, che storia…


18 Jul

mde

Be’, devo esservi sincero. Di Andrea Camilleri non ho letto quasi niente. Solo un libricino. Peraltro scritto, come Andrea ha sempre fatto, in dialetto siciliano molto stretto. Perlomeno, con molti termini arcaici. Il dialetto della sua generazione…

Non mi ricordo in quale mensola impolverata sia andato a finire. L’ho cercato, mezz’ora fa, ma non lo trovo. Si sarà disperso nel marasma dei miei ricordi.

Io spesso sono una cianfrusaglia vivente, lo ammetto, son un caravanserraglio di contraddizioni disumane.

Ho pure visto poche puntate del Commisario Montalbano. Per due principali ragioni: la RAI, appunto, dato che le opere di Camilleri sono scritte quasi, come detto, integralmente in siciliano, ha addolcito tutte le traduzioni dei suoi libri, italianizzandole. E dunque quella fragranza splendidamente genuina del dialetto siciliano, quelle atmosfere rusticamente autentiche di quel mondo bellissimamente antico, son state centrifugate nell’omologazione culturale partita già secoli fa con Dante Alighieri e il Dolce Stil Novo del cazzo.

La seconda ragione è che lo Zingarelli, dizionario della lingua italiana, no, Luca Zingaretti mi stava simpaticissimo.

Da quando è però sposato con Luisa Ranieri, dunque se la scopa, minchia, mi sta un po’ sul cazzo.

Sì, sono gelosissimo come un vero siciliano di origine controllata. Divento Al Pacino di Scarface e anche de Il padrino.

Luisa Ranieri la scopai io, ah ah, magari, la scoprii molti anni or sono.

Quando, in edicola, adocchiai di sfuggita un numero speciale di Max.

Lei era bellissima, dolcissima. Esponeva un seno voluttuoso e rotondamente avvolse ogni mio Eros da Michelangelo Antonioni nella simmetria procace delle sue forme prosperose come una moderna dea greca. Sì, Giunone.

Ah, Luisa, a quei tempi, ovvero prima della gravidanza, giunonica turbò le mie notti insonni da coglione epico. Morfeo non riuscì a placare la mia voglia ciclopica.

Ammirandola, contemplandola, eccitandomene a sangue, in quegli istanti mi sentii posseduto da una virilità forzuta assai sovrumana, sì, come Ercole e le sue fiche, no, fatiche.

Luisa Ranieri è di Napoli ed è poco più grande di me.

A proposito di sempiterni poeti deceduti, musicalmente romantici, appena vedevo Luisa, mi andava di cantare a squarciagola l’imperitura canzone celeberrima di Pino Daniele, Che dio ti benedica… che fica…

Ah ah.

Anche Luciano De Crescenzo era di Napoli.

Ho molti suoi libri, Il dubbio, da non confondere con la pellicola omonima interpretata da Meryl Streep, Amy Adams e da un altro mito, ahinoi, morto, vale a dire Philip Seymour Hoffman, Ordine & disordine e soprattutto Panta Rei.

Li comprai ai tempi delle mie scuole medie. Perché un mio ex amico super secchione, Andrea Torre, mi faceva una capa tanta con De Crescenzo durante la ricreazione. Quando, mangiando la crescenza, anziché crescere, nell’ammirare le gambe d’una nostra compagna di classe molto precoce, se la tirava… da filosofo del cazzo. Dunque palloso.

Mi feci coinvolgere da questa sua passione focosa. E, tornato da scuola, anziché rifarmi gli occhi con le stra-gnocche di Non è la rai, appunto, mi davo al cul… tural, registrando Così parlo Bellavista e ascoltando i programmi sui miti greci, illustrati da Luciano.

Comunque, fra uno Zeus e un’Atena, fra un Apollo e un Dioniso, talvolta ci scappava un onanismo mitologico su quelle di Non è la Rai.

Avevo varie Afrodite preferite che qui elencherò in maniera poco elegantemente ellenica, diciamo.

Ora, scartiamo subito Angiolini Ambra, in quanto civettuola e smorfiosa.

Andavo matto per Maria Teresa, per Antonella, però meno bella di Gabriella, la quale a sua volta comunque era ed è ancora meglio di tua sorella.

La mia Venere però, eh sì, la veneravo, era Cristina Quaranta.

Io non mento mai.

Tant’è vero che, neanche a farlo apposta, un paio di nottate fa, ho scritto su Instagram a Cristina un commento poetico davvero immane. Non so però se da vero man.

Dichiarandole il mio amore inconfessato:

Cristina, complimenti: foto meravigliosa, forse la tua migliore in assoluto. Da pre-adolescente ti seguivo appassionatamente, poi mi smarrii nelle mie meandriche notti silenziose e ora mi riappari più in forma che mai, dolcissima e ancora stupendamente armoniosa. Sei poco più grande di me, io sono del ‘79, tu del 1972. Io sono un folle, visionario scrittore clownesco, burlesco ma anche malinconico. Autore di molti libri e saggi. Chissà. Un giorno potremmo bere un caffè e smalterò le labbra dei miei occhi nella rifrangenza dei tuoi occhi morbidissimi come la tua pelle piacevolmente liscia.

C’è un refuso nel testo mio mandatole su Instagram. Fra Chissà e un giorno v’è il punto ma Un necessitava della maiuscola. Ah, testone!

Comunque, con Cristina sarei maiuscolo di gran muscolo. Da cui il film, He-Man e Cristina col suo imene se le danno in maniera universale e poco universitaria.

Tu te la meriti o te la/o meni?

V’è pure una ripetizione della parola occhi, miei allocchi. Cristina è ancora stupenda. Apriteli, apritele.

Ci sta…

Ma sì, che cazzo me ne fotte?

Vado a trovarla a Roma. Lei mi umilierà a morte. Mi darà in pasto alle bestie selvagge.

Basta comunque con una vita da fifa e arena, miei polli.

Eh già, signore e signori, sono ancora un gigante, un colosso. Al Colosseo, Russell Crowe de Il gladiatore mi fa un baffo.

Per molto tempo, luridi traditori, infingardi che non foste altro, mi chiedeste di togliermi la maschera. Siete voi che indossa(s)te le maschere. Io sono nudo e crudo. Buono e caro, anche piuttosto bono.

No, suvvia. Non ho intenzioni vendicative.

State tranquilli.

Devo leccare solo un altro gelato e qualcos’altro, mica spaccarvi le vostre teste di cono, miei cornuti.

Eh già, tutto scorre. A voi no.

Ve la fate al massimo, non Decimo Meridio, sempre soltanto sotto.

Guardate che, farsela solo sopra, è una missionaria ma non è male.

Ah ah.

 

Ma voglio lasciarvi con un pezzo serio. Come dice Rust Cohle di True Detective, io non dormo, sogno soltanto.

A parte le burle, le torte in faccia, gli scherzi cattivi e volgarmente troppo goliardici, vorrei che nessun uomo e nessuna donna morisse, nemmeno i miei peggiori nemici.
E ne ho ancora tanti.
Oramai non credo più alle Ave Maria e penso che non esista nessun Ade.
Quando si muore, non vi sarà nessun paradiso e nessun inferno ad attendere le nostre anime.

Il nostro mondo odierno ha perso perché ha distrutto, cinicamente, anche gli ultimi baluardi dei sogni, cioè i cinematografici miti.

Ne resterà soltanto uno, forse Highlander.

lambert highlander

Directed By: Michaelangelo Antonioni, Steven Soderbergh & Wong Kar Wai.

Directed By: Michaelangelo Antonioni, Steven Soderbergh & Wong Kar Wai.

fifa e arena totò lou ferrigno hercules andreacamilleri

di Stefano Falotico

cristina quaranta luisa ranieri figa luisa ranieri

Sette donne che scopai come il cagnolino Scooby-Doo!


17 May

 

Punisco, senza pudore, le famiglie di matti pudici con punisher sessualità pungente e di “pugnale” strafottente!


Sette attrici e donne capitali che “capitombolarono” dinanzi al mio “capitone”: tanto le volli che, volenti o nolenti, si volsero a me, “voltandomi” nel letto a prepuzio dei miei precipizi e a ozio dell’olio!

“Lunga” e “inappagabile” è la lista del Dottore qui a voi in totale sfacciataggine nel suo verecondo “suonarvele”.
A rubin’ calzante e “innalzandolo” nell’infilzare, pigliandole senza pinze ma “rimpinzandolo” a rizzarle-arrrcciandola!

Dopo anni di miserabili che attanagliarono, “pervicaci”, la mia sensualità intraprendente, lo presero e presi pure tutto tutto… il loro “liquido”, riscuotendo con gli interessi lo stress che provocarono e “ribaltando” ogni donna provocante a me oggi allettantissima…

La mia leggenda erotica nasce ancestrale in un “uccello” che tali vili spennacchiarono e ora se le spupazza, “appioppandole” sul suo pellicciotto liscio di ruvidezza nei rimbombi d’echi orgasmici “ad acqua” nel “saltarle su” con un euforico “Eccolo!”. Io ho i bernoccoli in testa, genio cervellotico m’ancor più coccola per la Donna chocolate.

Sono un “gavettone” formato “esplosivo” e fortunato Gastonepapero per le topoline, a ogni scoscio di gambe io (imm)ergo il “marsupiale” insaccare, custodendone una nella slacciata cerniera scrotal’-scrutante “a guaina” e agguantando altre pantere su pantaloni che, “vellutati”, fluidificano il “liuto” del mio allupato a “piantarlo”. Che figa(ta), come efficace a tutte lo ficco!

Che bel “pantano”, come sguazzo nel “lago”.

Offro il mio Sguardo simpatico, “inchiostro” d’occhi neri “impressionanti” su ogni Lei da “pressare” nello sbiancamento “affrescante” delle freschezze mie schizzanti. Pennellai “parabole” cristologiche nella castrazione (in)dotta, m’addussi poi ch’è meglio saltarle addosso senza poetico sofismo ma soffiandole ove sc(i)occa di scisma tellurico per “luride” elettricità vibranti al mio volante. Mangiandola prima con gli occhi ardenti e quindi “bruciarla” su far impertinente a non “contenerlo”. Il vulcano esonda e di lava “sporca”. Ah, come mi “svuoto” e poi un’altra vien riempita, pompata per inumidirlo nell’indurir’ che dura tutta la Notte “nera”.

Elenco qui le attrici che ebbi nel “crescerlo” a farmele “mature”. Come crebbe! Come Dio le creò! Come io, scriteriato, esplorai i lor crateri! Ho un caratterino!

E, maturando, andò “schiumante”.

Luisa Ranieri: “Anto’ fa caldo”, eccitata ribolliva nello spot del , e mi logorai alla vista di quel “balcone” torridamente sudato nel “frustrato” da me a fai da te. Che bastarda bestiona e mai ti bastò il bastone!

La corteggiai con infinite poesie alla “Leopardi”…

Luisa, rimembri sempre il mio malinconico membro e smembrata ti sogno in alcove ove (s)covarti mia gatta che metti “lardo” allo zampino dei miei lagrimosi “zampilli”.
Erto a monito di “Stai mia bella all’erta e innaffierò il tuo lacustre deserto, ché tuo marito Montalbano non ti montò come un alano”.

Investigherò nello svestir’ la tua losca “zona” e “dipanerò” il pen’ per far Luce… al “buio”.

Abbaierai in calor’, mia cagna che fosti chiatta ma ora smagrita come Cagnotto Tania. In te mi tuffai, stantuffata ti ho fottuto!

Sappi che la mia canottiera è ancora strappata per “sfoderartelo” da condottiero prodigo al tuo nettare appunto Ranieri…
Amante di Giacomo come te, napoletana a teatrante omonimo Massimo del perdere l’amore quando si fa sera…

Claudia Gerinial tuo marmoreo culo di Carrara non v’è confine che possa “confinarmelo” per non calibrarlo come oro “colato”, erculeo e cara(to). Sbracami, abbarbicatelo, mia quarantenne Barbie, sì, quando tu mi guardi, “lui” ti gira attorno, diviene… in questo dì “svenevole”, un lasciarsi andare come spermatozoi a permeartela dei “giretti” sparati fra le tue grida calde di “grilletto”. Ma quale Verdone, ero bianco cadaverico e, dopo averti scoperto, “strano” si fa rosso nel tricolore.

Claudia, il mio Sesso spunta come fungo tricologico, come trivella nel coito.

Che scopata m’hai accollato. Tutto in gola l’hai ingoiato.

Adesso, devo rispondere al tuo fidanzato, e sono inguaiato. Ah, che ricordo però… come la sponda dell’andar “a fondo”.
Il tuo fetente ragazzo mi caccerà un fendente, ma conserva il nostro abbraccio quando non di “brace” me lo ricorderai fondente da cacciatore!

Susanna Messaggio: per te solo un messaggino, SMS, acronimo di Susina micina salsiccia, cioè quanto “carina” pubblicizzasti la mia pubertà nello spo(r)degli intimi detergenti a te “accavallati” nel Permaflex…

Ne mancano quattro all’appello della “cappella”.

Giunsi a esse di capezzale sessual, e i loro capezzoli furon scremati come i “cappuccini”.

I nomi non posso svelarvi, identico mistero da Il nome della rosa…

Furono vittime del mio indistinguibile “marchiare”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Babe. Maialino coraggioso (1995)
  2. Thor: Il mondo delle tenebre (2013)
  3. La spada nella roccia (1963)
  4. Un sacco bello (1980)
  5. Fernandel scopa e pennel (1959)
  6. Pomi d’ottone e manici di scopa (1971)
  7. 8 donne e 1/2 (1999)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)