Posts Tagged ‘Marco Bellocchio’

IT Can’t RAIN All the Time – Pioggia eterna e micidiale per i dementi and VERS Un AVENIR RADIEUX!


04 Jun

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Terribile, devastante presa di coscienza per ogni mio hater ottuso e deficiente. La serie a cui mi riferisco, verso la fine del video, è When They See Us. Comunque, Hollywood bianca è venuto prima di Noir Nightmare. Buonanotte ai ritardati e ai tonti. Per la cronaca? Loro, assai nera, oso dire agghiacciante.

Il sequel di Suicide Squad di James Gunn è una figa(ta) come Margot Robbie. No, fa schifo. Ok, boomer? Avete capito bene, è brutto/a, uccidetemi!


27 Mar

suicide squad james gunnOk, Boomer: chi ha inventato questa sciocchezza come la scempiaggine secondo cui James Gunn sarebbe tremendamente geniale? E il Covid parafrasato da de Curtis: il “sano” è un paziente che non ha pazienza! Non ne facciamo una tragedia di questo mondo, lo è!

La dovremmo finire con questa storia dell’ok, boomer.

Partiamo col flusso di coscienza, miei uomini incoscienti e finto sapienti, miei saputelli saccenti. Vai con la “demenza”. Scusate, non vi sto dentro con la testa, non sono un genio come Nikola Tesla.

Come dicono a Bologna, lui sì… che aveva ‘na gran test’. Era bravissimo nei test(i). Elaborava teorie pazzesche anche mentre mangiava un toast. Un uomo tosto. Uno scienziato paragonabile a Eratostene. Socmel’, se l’era tost’ il Testa, no, il Tesla.

Tu invece finirai arrosto e non sarai mai un Ludovico Ariosto.  Adesso, dopo questa mia provocazione, sei Ludovico Furioso? Mangiamo gli arrosticini. La vita è un pasticcino, il Covid invece quer pasticciaccio brutto de via Merulana? Evviva Carlo Emilio Gadda. Il lago di Garda si trova in Emilia-Romagna o in Veneto? Il lago più grande d’Italia non è quello Maggiore.

Evviva Alberto Sordi di Totò e i re di Roma. Evviva Totò/Antonio che fa ad Alberto il paliatone. Sapete che significhi…?

Dica duca, duca dica, a prescindere, Gadda o adda venì? Cosa? Non ho capito. Alda Merini? Ma come parli/a!!! Palombella rossa, le parole sono importanti!

E Nanni Moretti è sempre stato un frustrato auto-rinnegato! Io sono un autarchico, lui è un falso. Da anni vuole solo Laura Morante! La ficcava dappertutto! Che vuole questo nano, no, Nanni? In Caos Calmo sodomizzò perfino Isabella Ferrari. Ah, è insaziabile. Oltre alla Ferrari, vuole pure la Porsche?

Sei Sam Neill de Il seme della follia? Dai, su, fai il carino bravo bambino, lo vuoi per Pasqua il regalino, ciccino? Ciccia, Ciccillo, ciccioni, cafoni! Guarda che, se non ti comporterai da bravo soldatino, ti sbatteremo in The Ward di John Carpenter. Lavora, suvvia, sbattiti! Duri fatica, ora? Hai capito come si sta al mondo? Ma di che ti lamenti!? Vuoi fare il fighetto? Ehi, stronzetto! Fatti il culetto, sennò finirai a battere! Le mani, i tasti da dattilografa o i viali?

Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry?

Evviva John Goodman de Il grande Lebowski!

Che cosa? Tu credi che il diavolo e dio siano la stessa persona? Stefano, non è che vai dietro alle teorie “complottistiche” di Mauro Biglino? Ah, ma allora sei Il signore del male. Vade retro, Satana.

Sei l’idolo delle folle, sei una barzelletta. Dio, me fai mori’…! Sei malato di disturbo delirante paranoide! Fatti curare da uno in gamba! Io non posso aiutarti, nemmeno lo voglio. Mi spiace, ora devo farmelo! Non vengo da una famiglia agiata, mio viziato del cazzo! Io mi faccio il culo! Della racchia con cui stai? O di quelle bagasce che paghi dopo una giornata di lavoro dignitoso?

Sei un mostro come Michael Myers di Halloween. Devi, devi morire… che tu sia maledetto. Che te possino ammazza’, ah, stronzo e figlio di puttana!

Evviva Un sacco bello e Mario Brega, prima ce sto io, poi ce sta De Niro…

Cosa? Non ti piace Compagni di scuola? Ignorante! È Il grande freddo all’italiana! Lawrence Kasdan! Ama Mario Monicelli! Tutti i dizionari dei film sostengono che Compagni di scuola sia un grande film. Acculturati! Vergognati! Che cosa? Ancora ti fidi di Paolo Mereghetti? Io credo che ognuno possa giudicare i film a modo suo. La Critica non serve a nulla! Serviva agli ignoranti, oggi siamo tutti istruiti. Possediamo cioè autonomamente la cultura per sapere la verità inconfutabile! Comunque, io sono democratico, sai? Cosa? Tu voti Salvini? Io ti ammazzo, non credo nel fascismo! Ah ah.

Io mi avvarrò, a mo’ di Abramo Lincoln, no, di Abraham Van Helsing, d’ogni forza di Cristo affinché tu non venga posseduto dal demone della schizofrenia! Sei un vampiro, un aborto staliniano, un russo comunista edonista nazista fancazzista e idiota fascista leninista! Evviva La visione del sabba di Marco Bellocchio e L’ora di religione! Po… o Dio, pu… na la Madonna Veronica Ciccone!

Secondo me, è più figa Maruschka Detmers di Diavolo in corpo! Tu le preferisci la scena (c)orale di Brown Bunny? Ehi, non fare il Gallo cedrone alla Verdone, povero co… ne, non sei Vincent di niente! Sei un perdent’ assolut’! Maledetto il giorno che t’ho incontrato! Non avrai altro dio al di fuori di William Friedkin de L’esorcista. Ah, ma allora ti piace pure quella donna terragna de L’esorciccio, povero coniglione! Mangia le carote, sei Bugs Bunny, io ti banno. Sì, ora ti comunico che ti scomunico. Sei bannato, sei bandito, mio bandito. Bambinone! Questo non è Cinema per vecchietti, neanche per bimbetti. Sei solo un’ochetta, povero somaron’ che non sei altro, ti sei ridotto come un tamarrone!

Sei noioso, mi hai fatto venir’ du marron’.

I boomer, ridicolizzati anche col termine bomber (famoso giubbotto di moda nei primi anni novanta fra zaini Invicta e Smemoranda diari, ah ah), se la prendono coi bombati-rimbambiti Bambi da Paese dei Balocchi alla Lucignolo, dicendo loro che, se vengono presi in giro in quanto giudicati rincoglioniti dai bambagioni ritardati e mai maturati, gli insulti torneranno indietro a questi ultimi, forse ai primi… della classe, a mo’ di boomerang. Stanno preparando una serie tv sull’ok boomer…

Gli spostamenti fra regioni, stando ai primi Dpcm del Presidente di che… da Jena Plissken di Escape from New York, dovevano regolarmente essere ripristinati alla normalità, eh sì, due mesi fa.

Ora dobbiamo aspettare il 30 Aprile. Le misure restrittive saranno ancora prorogate a data da destinarsi, procrastinando i nostri destini da scherzo legislativo del pesce apriliano? Ah, tu hai il naso aquilino? Oppure a patata? Hai visto quante belle patate al discopub? Non sei stronzo come Castor Troy/Nic Cage di Face/Off. Ti dà gusto mangiare la patata dell’hostess? Allora, non hai fatto i conti con l’oste. Osteria numero uno, ostregheta in venezian’, ostrica, Ustica, il litorale di ostia, sei una streghetta. Vuoi uno strudel? Sei crudel’. Diciamocela nuda e cruda al Proscutto di Parma. Sei flaccido e finito, ammuffito e bollito, schifoso e fallito come una mozzarella scaduta. Come mi sei (s)caduto in basso. Mi fai pena!

Dai, mangia un polpettone… come gli ultimi film di Ridley Scott e finiscila di polemizzare, sei un polentone o un po’ lentino? Ci arrivi o no? Sei scemo, Stefanino scemino o ci fai da furbino? Ti fa ridere Dumb and Dumber? Allora, non sei pazzo, sei un pagliaccio come Jim Carrey di Man on the Moon! Sei smemorato come Carrey di The Majestic.

Dai, dio bonin’, Stefano. Riprenditi ben’… prendi la vita con leggerezza, però attento a non essere troppo “light” come Forrest Gump, altrimenti sarai una piuma nel vento. Indossi scarpe ginnastica Puma? Hai mai visto Il bacio della pantera? Ne preferisci la versione originale di Jacques Tourneur oppure il remake di Paul Schrader

Ti commuovi con Dumbo? Vieni da L’Aquila o non sei un aquilone? Cioè, un uomo molto dotato intellettualmente dai riflessi pronti oppure sei pesante più dell’autore del libro The Kite Runner?

Come dice Jack Burton: basta, adesso!

Basta con questa merda nerd.

Voglio vedere quanto prima Cry Macho di Clint Eastwood e non vedo l’ora che Martin Scorsese inizi le riprese di Killers of the Flower Moon con De Niro & DiCaprio, caproni!

Sì, lo ammetto, sono vecchio, sono un boomer. Sono anche Frank Sheeran di The Irishman. Però, ho una bella voce come Frank Sinatra.

Sono sia Tim Robbins che Sean Penn di Mystic River.

Se non vi sta bene e vi venisse in mente di prendermi per il culo, divento anche Colin Farrell di Miami Vice e De Niro di Heat.

Look at me! Look at me!

Sì, grandioso De Niro quando ammazza, a mo’ di Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti, Ted Levine. Ah no, non è lui… il viscido… Come? Il viscido è Buffalo Bill? No, il detective Bosko. Tempo fa mi sbagliai. Mi corressi. Non vedrò questo film, non mi appartiene. Così come non mi è mai appartenuto giocare alla PlayStation. Faccio le cose che fanno gli altri perché sono depresso.

Dall’età di 14 anni, penso al suicidio. Ancora non sono morto. Per forza, in un mondo che crede che siano giuste le catene delle quarantene, è giusto che il Falotico vi svegli, deficienti!

Margot Robbie è la donna più bella del mondo, certo, come no. James Gunn è un cazzo di fottuto cazzo di genio fottuto, cazzo, che genio, cazzo. Dio, come godo. Che roba è questo trailer? Spettacolooooo. Vengoooo!

Scusate, il mio gelato al cioccolato è più buono di queste merdate.

Mi avete stancato. I miei genitori sono oramai anziani. Non so quanto ancora camperanno. Beati voi che avete tempo per farvi i pompini a vicenda.

Che tristezza! Sì, sono triste. Mi piace esserlo. Provo a essere un idiota come voi, non vi riesco, non gliela faccio proprio. Perdonatemi, sono malinconico e da manicomio. Vi chiedo pietà. Ammazzatemi con dolcezza. Attenti, però, tenerezze! Sono poco intelligente, vi avverto, ho distrutto semplicemente tutte le teorie di Freud e Hung. Me ne sono testimoni dieci psichiatri di Bologna. Stanno piangendo da circa tre anni ininterrottamente. Non è difficile uccidermi, non credete?

Avete ragione.

Come darvi torto… Scusatemi se ho dubitato anche solo per un attimo, James Gunn è certamente un genio indiscutibile.

Certo…

Devo rivedere il Dracula di Coppola. Coppolone, un genio vero. Altro che Gunn e cazzoni.

 

di Stefano Falotico.

Una settimana da Tyler Rake e di Sgarbi da Joker


07 May

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No, non è male questo Tyler Rake. Gran bel film. Insomma, in quanto a sceneggiatura, siamo dalle parti della terza elementare. Diciamo un film di abbecedario piuttosto scarno senza deliri da Pi Greco e da teorema di Pitagora.

Mah, di mio posso dire che la gente va spesso in paranoia. Mi piacerebbe invece che andasse spesso in manicomio. Per molti anni, fui scambiato per un ragazzo da I pugni in tasca di Marco Bellocchio.

Di mio, so solo che quando vidi il film, me ne sparai un paio su Pitagora, sì, Paola. Poiché, come insegna non Il teorema del delirio di Aronosfky e neppure quello dell’ipotenusa, neanche quello di Bukowski, non vi può essere una donna come Jennifer Connelly da Requiem for a Dream se ancora ti piacciono film come L’ora di religione.

Chiariamoci molto bene, figliuoli. La Connelly, nel succitato film, è peraltro più impasticcata di voi. I quali, alla vostra età, ancora s’identificano con Frank Whaley di Tutto può accadere.

Se posso esservi sincero come Ving Rhames/Marsellus Wallace, siete solo Frank Whaley di Pulp Fiction.

Insomma, non vi vedo benissimo. Di mio, qualche anno fa, nonostante la mia produzione letteraria ipertrofica da massimalista di mille idee al minuto scaricate sulla tastiera alla velocità della luce, rischiai di suicidarmi come David Foster Wallace.

Sì, non sussistettero particolari ragioni psichiatriche all’origine di quello che fu, inizialmente, il mio azzardato gesto poi fortunatamente da me eluso. Sì, rinunziai ad impiccarmi e/o darmi fuoco poiché specchiandomi integralmente ignudo, eh sì, compresi di essere the luckiest man in the world.

Quando si dice un uomo nudo e crudo a cui non manca un cazzo. Tranne forse i soldi. Ma quelli si possono fare, oggigiorno, iscrivendosi a Pornhub e inviando mie “incazzature” che potrebbero farmi girare i coglioni e diventare l’uomo più duro del mondo. Ma ho una dignità da non sputtanare per i guardoni.

Sì, non posso oramai nascondervelo più. Ah ah, mi contraddico. La mia attuale lei n’è perfettamente consapevole. Credo di essere molto dotato, senz’ombra di dubbio. Ma questo lo compresi dopo la mia prima volta avvenuta, come vi dissi, nell’oramai lontano 2003. La ragazza dell’epoca che ebbe il privilegio di sverginarmi, eh già, credo che da allora sia rimasta illibata. Oltre che, dopo averlo gustato tutto, molto allibita.

Dovetti essere io a quello “svezzato”, invece, dopo che le entrò tutto rizzato e imbizzarrito, lei capì in un attimo che non avrebbe trovato mai più un cazzone come me neppure se fosse andata a raccattarlo al mercato ortofrutticolo ove i neri odiati da Salvini (c’è un perché, quelli fanno razzia di tutte le bianche ed è per questo che Matteo è razzista) offrono a poco prezzo delle banane più lunghe del suo naso.

Guardate, fra lui e la Meloni, non scelgo neppure un Conte, bensì un cocomero.

Io non amo molto le pere delle donne e i fisici a pera dei maschi che pensano solo a mangiare la mela.

Sono dei trogloditi e delle scimmie. Di mio, mangio soltanto gli arachidi, ah ah.

Villanamente e vilmente, eh sì, impunemente vengo ancora anonimamente attaccato da gente invidiosa che vorrebbe impalarmi semplicemente perché, obiettivamente, non muoio mai come Tyler Rake.

Per anni, da questi bigotti fui scambiato per Freddy Krueger di Nightmare.

La verità è che sono un bastardo senza gloria da Diane Kruger. Non sono bello come Brad Pitt, però. Infatti, lo sono di più.

Purtroppo, tutto ciò che dico, sebbene lo romanzi, è atrocemente vero.

E quando incontri uno così, il quale oramai fa bene a fregarsene di qualsiasi morale, toccati le palle in maniera verticale perché tanto non crepa neanche se gliene dai tante.

Anzi, ritorna e ti suona gran patate, no, palate, teste di cazzo sesquipedali.

Il Joker non ha più paura dei bruti, fa lui paura perché manda in quel posto ogni maestrina col suo carisma strafottente e la sua lingua tagliente.

Quando pensi che sia morto, pensa già al sequel. E ora è davvero dura per i cretini e gli idioti fargli il culo poiché non possono fargli, in realtà, una beneamata minchia.

Il Joker è stato dimesso oramai da tempo immemorabile da ogni ingiusta cura, ha abbattuto i tonti da curia e cammina sempre più con aria sia scura che sicura. Di sera, fra l’altro, mangia anche ottime torte oltre al tonno di Pinocchio, miei uomini che guardate le persone troppo sbrigativamente e le liquidate come Mangiaf(u)oco in quattro e quattr’otto.

La mia lei ha invece occhi solo per me. Sono due, due e basta. Mi pare una donna normale.

Oh, miei nani, mi sa che avete preso proprio una gran fregatura. Se volete, però, il Joker può spalmarvi teneramente un pochino di confettura.

E ben sta a chi, nel frattempo, ha deriso e angariato i diversi, non capendo nulla della vita. Pier Paolo Pasolini è morto a 53 anni, Giordano Bruno a 52. Io, forse, morii dalla nascita. Non mi sono mai drogato né sono andato con una prostituta. Sì, sono il più grande coglione della storia, non lo sapevate?

Comunque, non mi posso lamentare. Nella vita vi è il Cinema, la Musica, la grande Arte, ci sono i miei libri che leggono solo le donne che vorrebbero portarmi a letto, leccandomi il culo, non solo quello. Peccato che siano libri metafisici.

Però, Clint Eastwood compirà novanta primavere il 31 Maggio e non so se riuscirà a girare un altro film. Per via della sua età e della quarantena. Al che, dichiaro platealmente il mio suicidio. Intervengono i 4999 amici falsi su Facebook, visto che dal 2009, amico più amico meno, mi cagarono tutti solo per qualche favore dato loro gratuitamente. Ma, al di là di un paio di uscite, nessuno volle conoscermi davvero. Quindi, in punto di morte, si lavarono la coscienza. Bravi.

Riflettendo bene, debbo ammettere che potrei vivere sino a 90 anni. Forse, anche oltre. Sì, vi metto la firma, subito. Prima però devo riuscire a sopravvivere a una mostruosa diagnosi psichiatrica devastante, resistendo a 12 anni in cui mi massacrarono la vita soltanto perché fui un genio ascetico che diede fastidio ai maiali e alla gente che volle punirmi in maniera scriteriata. Capito? Dovevo lavorare come pizzaiolo, non rompere i coglioni, aspettare il sabato sera per rimorchiare e trombare come tutti gli animali. I geni, per la gente comune, sono porci. I porci, cioè la gente comune, sono brave persone. Sì, direi che posso firmare subito il documento. Nel frattempo, gli psichiatri insabbiarono la vicenda, dimettendomi e augurandomi buona esistenza. Sì, arriverò a 90 anni, guardando i cazzi e le fighe degli altri.

Se mi ribello, mi daranno altri dieci anni. Se non dico niente, sono simpatico. Se mi lamento, sono patetico. Se mi ammazzo, sono un codardo. Se qualcuno ammazzo, non finisco in manicomio, bensì in carcere.
Sì, opto invece per uno scandalo nazionale. Poiché, come Walt Kowalski, ho le palle per fare una cosa del genere.

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bellucci irreversibledi Stefano Falotico

Che fine ha fatto Filippo Timi? Ha finito un film con Greenaway? E invece il Falò ha fatto la fine del “bel Renè?”. No, non credo proprio, sentite, leggete e guardate per credere


24 Nov

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quando la notte timi pandolfitimi vallanzascaSì, quando divenne piuttosto famoso, anni fa, io all’unisono ne divenni un suo fan.

Sto parlando di Filippo Timi.

A mio avviso, uno degli attori migliori della sua generazione. Purtroppo, ahinoi, un po’ smarritosi ultimamente e riciclatosi, con esiti non del tutto entusiasmanti, nella serie I delitti del BarLume.

Scrutandolo attentamente, ravvisai immediatamente delle forti somiglianze fra lui e Al Pacino. Un Pacino con picchi devastanti da Gian Maria Volontè della situazione.

Il suo ruolo più famoso, a tutt’oggi, è quello di Benito Mussolini in Vincere di Marco Bellocchio.

Mi ricordo che, in quel periodo, mi trovai nella stessa situazione di Giovanna Mezzogiorno del film appena citatovi e anche praticamente “mezzo” andato come Filippo Timi stesso nel finale di tale pellicola. Nel ruolo di Benito Albino, cioè praticamente Arthur Fleck/Joker.

Come no? Se è vero com’è vero, come diceva Tonino Di Pietro, che Thomas Wayne, personaggio da Tangentopoli, non riconobbe la paternità di Arthur, sbattendo la madre in manicomio, è altresì incurabile, no, inconfutabile, stando al film di Bellocchio e agli atti, diciamo, storico-notarili della storia italiana, che sia nella vita reale che nella finzione, eh sì, Ida Dalser ebbe un figlio da Mussolini ma, essendo lei una disgraziata come Frances Conroy, una volta che Benito salì al potere, vergognandosi costui di affermare che ebbe una relazione più che platonica, invero molto carnale con Ida, tanto da figliare, dopo averla sbattuta a letto, la ficcò in quei posti orribili fortunatamente smantellati dalla legge Basaglia. Insomma, le mise il bavaglio e le appose la museruola, trattandola da cagna.

In realtà, i manicomi esistono ancora. Così come pullulano dappertutto le cliniche psichiatriche e i centri ove detengono, a mo’ di lager nazi-fascista, le persone reputate matte o forse solamente non tanto adatte…

Persone che non canteranno mai il celeberrimo ritornello di Gianni Morandi, fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, poiché costoro adorano Essi vivono e non concepiscono l’ipocrisia del mondo e del porcile. Dunque, spesso se ne ribellano e la società vuole, in modo fariseo, privarli perfino della loro bellezza interiore. Scarnificandoli e costringendoli ad accettare un mondo ove le milf pornoattrici guadagnano più soldi dello stesso chirurgo plastico che rifà i loro seni e, semmai, fra un bisturi e l’altro, pure se le fa senza nemmeno palparle, no, pagarle.

Io non sono un moralista e ammetto, con sincera impudicizia, che Marco Bellocchio generalizzò parecchio con L’ora di religione poiché già ai tempi di catechismo, eh sì, io sapevo che Moana Pozzi se la faceva addirittura con Spadolini.

Dunque, qui in Italia andò sempre forte la Democrazia Cristiana, s’inneggiò ai partigiani e ai repubblicani ma in verità vi dico che anche oggi tutti quelli che stanno al governo sono delle gran puttane.

Ecco, se Filippo Timi, ragazzo che nell’adolescenza soffrì di atimia, erroneamente scambiata per timidezza, non avesse curato la sua balbuzie, dandosi con successo all’arte attoriale, insomma elevandosi un po’ dal troiaio generale, si sarebbe dato con tutta probabilità, come si suol dire, a una racchia? No, alla macchia.

Facendo l’eremita-saggio della montagna come in Quando la notte.

Peraltro, scelta di vita nient’affatto disprezzabile.

Lì, infatti incontrò una mula, una vacca come Claudia Pandolfi e ne fu allattato, no, allettato. Insomma, lui e lei finirono a letto e nel suddetto film vediamo Filippo che, dopo essersela sudata duramente, fa con lei dello spinto sesso sudato come Edoardo Gabriellini di Ovosodo.

Sì, adesso Claudia è un po’ imbruttita ma vecchia gallina fa buon brodo…

O forse Filippo si sarebbe dato al disturbo di personalità di natura borderlineLa doppia ora docet.

Pellicola di Giuseppe Capotondi ove Filippo, a prima vista, sembra un tonto ma invece anche qui scopa come un porco.

Invero, solo incula la Rappoport. Eppur non mi ricordo… è lei che, alla fine, fotte lui o è lui che glielo dà in quel posto in senso metaforico?

Ah, devo fare chiarezza su tutta questa (s)porca vicenda. Come vi dissi, ero confuso a quei tempi.

Comunque, Filippo era uguale ad Al Pacino di Seduzione pericolosa. Ah ah.

In Come Dio comanda, invece, Filippo è uno stronzo con un figlio problematico. Mentre suo figlio è soffocato dagli assistenti sociali, Filippo fa l’educatore, diciamo, sociale a quelle che gliela danno in maniera solidale. Forse delle commesse di qualche cooperativa…

Però poi si ravvede dopo aver visto tutte quelle della sua città.

In Vallanzasca – Gli angeli del male, interpreta la parte di Enzo, uno dei migliori amici di Renato/Kim Rossi Stuart.

Stavolta però è Kim a fare sesso senza vergogna né pudore con Valeria Solarino.

Valeria stava con Giovanni Veronesi (ci sta ancora? Mah), il regista della saga-sega Manuale d’amore.

Valeria, prima di girare la scena di sesso con Kim, chiese a Giovanni:

– Kim e io saremo nudi a letto. Per te, fa lo stesso?

– Sì, anche perché io troverò, per quell’ora tua di riprese, una bagascia come Laura Chiatti.

 

Ah, potrei raccontarvene tante, amici.

Ci fu un tempo in cui m’innamorai anche di una che amava Riccardo Scamarcio. Adesso capite perché finii sbattuto…

Mi ricordo che, quando fui ricoverato, mi trovai in stanza con un ragazzo molto simpatico. Lui mi confidò che era depresso da morire. E che, neanche a farlo apposta, nella stessa clinica in cui io e lui risiedemmo, diciamo “alloggiammo”, era entrata, diciamo pure internata, una ragazza sua amica.

In piena notte, mi disse:

– Stefano, vado da lei. Mi sento troppo giù. Spero che lei mi tiri su…

– Non mi avevi detto che tu e lei siete solo amici?

– Sì, ma anche lei è a pecora. Infatti, si trova qua. Sta assumendo molti farmaci. Quindi non capisce un cazzo. Colgo l’occasione al volo per conoscerla meglio.

Le offrirò qualcosa di dolce.

– Cosa? Il tiramisù, la camomilla o il Valium?

– Dai, su, quello che sai tu.

– Mi hai detto che lei ama Marco Mengoni. Va matta per la canzone Guerriero.

Mi raccomando, è una donna. Sii almeno con lei un cavaliere, non fare il minchione.

– Sarà fatto. Soprattutto, sarà fatta.

 

Ebbene, anzi malissimo…

Dopo 5 minuti, lui tornò in camera e io:

– Hai avuto un’eiaculazione precoce?

– No, lei era già impegnata, oserei dire impregnata in bagno con lo psichiatra che le stava facendo l’iniezione assieme all’infermiere.

– Ah, capisco. Non ci pensare. Stavo leggendo un libro di Banana Yoshimoto e gustando una pesca. Se vuoi, per consolarti, dopo guardiamo assieme Arancia meccanica.

– No, l’ho già visto. Riguardiamo semmai Shining.

– Va bene. Ora, posso fumare?

– Lo sai che non si può fumare in stanza.

– Hai ragione.

– Comunque, Stefano, non smettere mai di fumare. Ti è venuta una voce roca come quella di Filippo Timi, sai?

Hai mai pensato che potresti fare il doppiatore?

– Ma sai che ho sempre pensato di essere Arthur Fleck e invece potrei essere Re Artù?

D’altronde dovremmo recuperare, nella società cinica, anaffettiva e barbarica di oggi, il grande Cinema di John Boorman. Io adoro Excalibur poiché sono figlio della luna…

di Stefano Falotico

Il Cinema e la Musica italiana ci deludono sempre, platealmente, anche la Settima Arte americana sta andando assai male, per fortuna esiste Scorsese


01 Jun

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Italoamericano doc con la sua compianta madre che gigioneggiava sempre di cammei strepitosi, preparando le polpette come il piombo che fanno bum bum in Quei bravi ragazzi e arrabbiandosi dinanzi alle bestemmie di suo marito in Casinò. Donna che sapeva far di conto non solo alla cassa bensì nella sua famiglia. Non quella dei Corleone, però, istruendo Martin alla giustezza. Poiché Martin, come Harvey Keitel di Mean Streets, era combattuto se associarsi alla piccola manovalanza del crimine di Little Italy oppure se farsi fariseo prete. Seguendo la tradizione ipocrita di molti figli d’emigrati che, non trovando una buona sistemazione, finirono col pontificare da quale pulpito…

Donna che educò zio Marty a sacri, inscindibili valori veri e veraci. Martin comprese, come in The Departed, che non possedeva, nel bene e nel male, il fisico e la cattiveria per superare i test attitudinali d’una polizia fascista, ma non aveva neppure i requisiti genealogici e caratteriali per diventare un gangster cinico e cattivissimo. Traviato e debosciato, soltanto in riga irreggimentato.

Un uomo, il Martino, sempre dubbioso. Anche se bere un Martini o un’Oransoda. Un uomo sodo che forse voleva assurgere a moderno Gesù precipitato nell’inferno di Hell’s Kitchen come il suo paramedico di Al di là della vita. Ma comunque amava troppo le donne per santificarsi e si concesse il lusso dell’Ultima tentazione di Cristo con Rossellini Isabella. Una che all’epoca era bellissima. Più figa di Barbara Hershey.

E divenne appunto un cineasta di risma, non un teppistello da squallide risse né un predicatore dei poveri…

È per questo che adoro, venero, idolatro più di una comare palermitana nei confronti del sacro rosario, il suo Cinema violento, cazzuto, religiosamente arrabbiato e viscerale, corporeo e al contempo intriso di pura metafisica incendiaria come Toro scatenato, il suo romanticismo sfrenato come quello di Sam Ace Rothstein per la sua Ginger/Sharon Stone. Un uomo talmente innamorato, il Sam, da regalare la chiave non solo del suo cuore, bensì quella patrimoniale, alla protagonista di Basic Instinct. Una a cui io darei solo quello… e basta. Capace che poi, come in Casinò, lega nostra figlia a letto mentre lei se la spassa col tuo amico d’infanzia, un povero cazzone, e con un pappone di bieca ordinanza, un James Woods di nome Lester Diamond. Un uomo poco adamantino, un puttaniere incallito, un viscido truffaldino.

Che capolavoro Casinò. Un film peraltro doppiato da Dio, con un Manlio De Angelis al suo massimo storico, un Gigi Proietti migliore di tutti gli Stefano De Sando e i Ferruccio Amendola possibili, e quella figa pazzesca…

Ah, Sharon, già il nome m’accende e volo/a alto. Profuma di stronza di classe, di provocatrice d’alto bordo. Mica come queste popolane attricette che stanno in Italia. Paese che, come giustamente asserì Pier Paolo Pasolini, finge di essere progressista e culturalmente avanzato, invece rimane puntualmente, ciclicamente, ciecamente fermo ai suoi bassi rituali, al suo raccapricciante, scandaloso classismo sociale, alle sue varicose vene e alle sue vane, effimere lotte operaie dinanzi a gente come Berlusconi e suo figlio. No, non Pier Paolo, Pier Silvio. Uno che sa come accontentare il popolino, riempiendo le tasche di quell’ipocrita di J-Ax. Il quale a sua volta, con gli anelloni al dito e i miliardi che gli escono pure dalle orecchie, continua ad ammorbarci coi suoi tormentoni, adesso con Tormento.

Canzone furbissima ascoltata da una generazione disperata di ragazzi, ahinoi sprovveduti e troppo ingenui, che non sanno come scaricare le loro benedette ire se non scaricando la musica di uno che, dietro la facciata dell’underground da centri sociali, invero solamente /vili prende per il culo. Assolutamente.

Così come fa il Cinema italiano. Nanni Moretti lo definiva e definisce tuttora Cinema ricattatorio e ruffiano.

Cioè quel Cinema che pare ammantarsi di un’aura impegnata e pedagogicamente inappuntabile, in realtà compiace soltanto i malumori della gente frustrata, consolandola con quello che la gente vuole sentirsi dire. Suonandosela e cantandosela, appunto.

Uguale alle canzoni di Vasco Rossi. Uno che ancora riempie gli stadi perché l’uomo medio, rappresentante della maggioranza, s’identifica in questo asino che raglia e che parla, declama la libertà con più soldi di Bono Vox degli U2. E fu lanciato perfino dagli Stadio…

Sono stanco perfino di Marco Bellocchio e Gianni Amelio. Un tempo erano forti, Così ridevano, schierati davvero contro un sistema corrotto. M’hanno anche loro rotto.

Col loro Cinema a metà strada tra una fiction con Giorgio Tirabassi di Pietro Valsecchi e un programma elettorale, un Cinema falsamente politico che va perennemente, noiosamente a parare sui capi dei capi, su Cosa Nostra, sulla malavita organizzata, su Tangentopoli e gli intrallazzi perfino dell’ex papa Ratzinger, dei paparazzi e gli strafalcioni lessicali di Antonio Razzi.

Anche The Irishman sarà un film di mafia, come si suol dire.

Ma qui viaggeremo su alti livelli, a grandi velocità come in Ford v Ferrari del grande James Mangold.

Ecco, siamo stanchi di questo vecchiume italico, di questi bellocci e di questi sterili, deprimenti balletti.

Di questi vecchietti a vent’anni e di questi tromboni in verità solo emeriti coglioni.

È arrivato Rambo.

Anche se il trailer del quinto è una bella porcata…

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woods stone casinodi Stefano Faloticode niro stone casino

Pierfrancesco Favino è oggi il più grande attore italiano vivente? Forse sì, ma anche un altro non sta andando malino, miei malandrini maialini


28 May

favino traditore

Favino è the best italian actor alive?

Favino fa il vino?

Attualmente sì, anche perché Giancarlo Giannini è oramai vecchiotto, Toni Servillo inflazionato, Favino invece ha dalla sua il fascino maturo dell’uomo ancora piuttosto giovanino. E, con questi due ruoli di Buscetta e di Craxi Bettino, non sta facendo solo Favino, sta già facendo faville. Immagino che i prossimi anni saranno per lui ancora più dorati e verrà sommerso di proposte lavorative esagerate. Se lo sta meritando. E intascando il bottino. Un attore che, sin dai suoi esordi, non è mai stato una bottana né sopra le righe, sobrio, misurato, simpatico perfino. Prima del botto, è comparso in cinquemila film pure americani, accettando particine incolori come in Angeli e demoni di Ron Howard.

E, sempre in sordina, ha aspettato il momento giusto. Con molta discrezione e gentile savoirfaire. Sì, Favino mi piace molto sia come attore che come persona.

Come uomo, piacerà a sua moglie o a quella con cui sta. Non sono cazzi che mi riguardano.

Forse è un po’ prematuro elevarlo troppo in gloria ma, a confronto del piattume imbarazzante di molti attorucoli e soubrette deficienti, Favino tutta la vita.

Eh sì, mio padre mi racconta sempre del nonnismo e dei bullismi che subiva a scuola dal suo insegnante di Tecnica.

Costui, uomo certamente maleducato e assai scorretto, mio padre mi dice ancora spesso che a scuola lo maltrattava psicologicamente. Questo è un anacoluto, periodo molto complesso.

Non “bullizzate”, altrimenti ai ragazzi vengono i complessi.

Ogni volta che faceva l’appello e ogni volta che doveva pronunciare il suo cognome, ovviamente come il mio, essendo io suo figlio naturale e non diseredato, anziché pronunciare Falotico, ecco, per far ridere le classe e sminuirlo, lo apostrofava con un Falotino.

Eh già, oggi interroghiamo Falotino. E vai giù di risate dei suoi compagni di scuola, non meno bulli e irriverenti di questo screanzato villano professore di che? Sicuramente però ingenui e incolpevoli, data la loro comprensibile immaturità. E degli pseudo adulti che hanno acclamato il film Immaturi ne vogliamo parlare?

Professore di Tecnica? Avrebbe dovuto innanzitutto e principalmente badare al tonto monolitico del suo voler inquadrare la meglio gioventù coi suoi epiteti abbruttenti e irriverenti. Superficiali e derisori.

Sì, simpatiche sciocchezzuole, burlesche, cattedratiche autorevolezze che poi comunque si superano nella vita. Ma non con quella baggianata denominata Esame di Maturità, appunto, o con l’attestato di sana e robusta costituzione che ti rilasciano prima e pure dopo la naja.

Io invece ho fatto l’obiettore di coscienza ben cosciente di farlo, miei idioti incapaci d’intendere e volere La sottile linea rossa.

Dai su, se davvero credete a queste favole istituzionali false, non crescerete mai.

Non si è mai visto nessun ragazzo che a 18/19 anni abbia veramente raggiunto la cosiddetta maggiore età e la saggezza, non solo scolasticamente, della fine delle medie superiori, soprattutto esistenziali. Ché, ancor prima semmai di affrontare la vita vera, cazzo, nessuno, nemmeno il più geniale, forte e tosto può ritenersi un uomo imbattibile.

Pensate appunto a questo succitato, decerebrato insegnante. Forse, avrà avuto all’epoca circa quarant’anni suonati ma si divertiva, come un matto a briglia sciolta, a redarguire e a punire l’illibatezza pindarica dei giovani a lui antipatici.

Roba che lo sceriffo Brian Dennehy di Rambo forse gli faceva un baffo.

Un uomo certamente perpendicolare a una mentalità fascista da stronzo brigatista, d’adulto mafioso con molta probabilità annoiato di tutto, arrogante e cafone, cioè in parole povere soltanto un emerito, poco meritevole e onorevole trombone.

Anzi, ora che meglio ricordo/i, no, mio padre non mi ha detto che tale beota fosse insegnante di Tecnica. Perdonatemi. A dire il vero, per essere più esatti, lo era di Statistica.

Uno che, forse, non avendo avuto le capacità per diventare uno statista come Craxi Bettino, si scompisciava nel fare il bastardino con ragazzi ancora pudicamente un po’ bambini, ancora né carne né pesce, dei romantici, sognatori stagisti.

Che lui trattava a pesci in faccia da carnale, laido volpone pasciuto assai stupido e viscido. Senza dubbio, uno che pensava di essere un superbo maestrino, anzi maestrone del minestrone, e considerava quelli più anagraficamente piccoli di lui dei minchioni molto coglioni. Sì, a tutti rompeva le palle, senz’eccezione alcuna. Anche sui maggiori, seri secchioni voleva esercitare la professione di critico esegetico ed esigente delle loro vite invece appena maturande e innocenti da lui reputate ignorantone e poco seducenti. Forse, ironizzava anche sulle belle adolescenti in minigonna, adocchiando maliziosamente, senza dare nell’occhio né nel Bellocchio, le da lui intraviste, eccitanti mutande da lurido porcone che, elargendo a codeste degli ottimi voti, sperava quasi da pedofilo strafottente e, poco pedagogicamente da zietto furbetto, diciamocelo, d’inchiappettaree bellamente.

Cioè, praticamente Silvio Berlusconi con la Minetti.

Insomma, un gran figlio di puttana.

Ah, dire a un Falotico che è invece un Falotino, azz, è in verità roba da ridere rispetto alle prese per il culo molto più subdolamente mostruose che un Falotico medio, sin dagli albori del suo genealogico albero dinastico, è destinato a ricevere in continuazione.

Ci sono però a volte delle incredibili eccezioni. Delle inaspettate promozioni.

Sì, la mia famiglia è formata da bravissime persone, ci mancherebbe, serie, talvolta campagnole e un po’ cattivelle soprattutto con sé stesse, ma nessuno della mia famiglia fa l’attore da cannensi festoni.

O da Arcore coi festini.

Io faccio pure lo scrittore. Non guadagno niente ma fa nulla… E mangio le tagliatelle e i rigatoni della Barilla. Sì, credo che nella vita puoi mettere in riga solo la pastasciutta.

E dire che, per il pregiudizio e la superficialità appunto un po’ troppo frettolosa di molta gente, venni considerato per molto tempo Jasmine Trinca del film già “corsivizzato”, sopra, di Marco Tullio Giordana.

Ah, ci voleva un bagno nel Giordano della mia anima da me stesso psicanalizzata e rinata per riuscire a ripulirmi da tutte queste persone prevenute e mai venute, secondo me, né con una di nome Giordana né con quella gran figa di Giovanna. Che io modestamente…

Morale: questo Falotico onestamente, no, non scherziamo, ha ancora molte pagnotte da mangiare, mica mignotte, prima di poter competere con Favino ma, di certo, non è un cretinetti, neppure uno scemino.

Invece, al maiale che, sul mio canale YouTube, anonimamente da vigliaccone, continua a scrivermi porcate bestiali per farmi incazzare e farmi passare per schizofrenico delirante, non consiglio il film Hammamet bensì gli rispondo, sputo adesso e addosso, di enorme “finezza” e sottovoce, un sano vaffanculo a mammata.

Provaci ancora, campione. Non è che invece sei andato a puttane e down tu?

Insomma, all’urlatore alle corde che pensava di aver vinto troppo presto l’incontro, gli sussurro dolcemente… baby, non ci provare mai più.

 

di Stefano Falotico

 

Femmine vs ma(s)chi: date la Palma d’oro ad Alain Delon, anche il traditore Tommaso Buscetta/Favino, in fondo, come Checco Zalone, voleva solo amare Barbara Bouchet


15 May

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Ah ah.

Sì, non è che mi fate la fine di Marco Messeri nella sua famosa scena del pazzo di Ricomincio da tre?

Quando, rinchiuso nell’asilo manicomiale, sta così male che delira e rivendica la sua vita sempre sognata e mai avuta? Chiedendo insistentemente a Massimo Troisi perché non possa essere ricco come Gianni Agnelli e bello come Alain Delon? Perché? Si guardasse allo specchio e si desse una risposta. Ecco, simpaticissimo attore il Messeri, un brav’uomo a differenza della famiglia del delitto di Vetrana, i Misseri, gente veramente pazza.

Altro che questo povero cristo soltanto disperato in quanto, nonostante mille curriculum vitae inviati a ogni ufficio di collocamento, gli avevano trovato soltanto un posto da matto. Ah, bella collocazione, non c’è molto da dire. Ah ah.

No, forse il suo personaggio, chiamato semplicemente “malato mentale”, desiderava invero sola-mente (scritto apposta così) un amico vero con cui andare a bere una birra e forse un po’ più di serenità. Non ambiva a detenere l’impero finanziario dell’avvocato Agnelli ed era ben conscio di non possedere lo stesso sguardo magnetico di Delon. Eh no, gli occhi erano quelli appunto di uno da Qualcuno volò sul nido del cuculo.

In fondo, a uno come il Messeri sarebbe solo interessata una vita il più normale possibile. Senza troppe responsabilità da padrone della Fiat ed ex presidente-patron della Juventus.

Già, un uomo sanissimo. Mica un maschilista come Agnelli, uno che corrompeva tutte le segretarie da volpone lunghissimo fra un brevetto della Cinquecento e un nuovo assegno con tanto di miliardario libretto.

Agnelli, un riccone poco ricchione, come dicono in meridione, che però andava con tutte le donne bone e magre come i più stuzzicanti grissini torinesi e assumeva, per un lavoro duro, nella sua fabbrica ogni terrone che se lo faceva non di burro bensì di brutto…

Eh già, gli emigrati al nord del Mezzogiorno, nei loro paesi originari non trovavano lavoro, a meno che non facessero i baristi o i gestori di qualche video-club privato per spettacoli con quattro gatte…

Allora, gli uomini onesti salivano nelle grandi metropoli nordiste. Anche se questi qua erano laureati, i capi delle aziende pure ragionieristiche e fantozziane raramente li assumevano. Oppure, li prendevano, in particolar modo per il culo, soprattutto le derisioni arrivavano dai colleghi altoatesini che li sfottevano con classe della minchia. Perché erano considerati appartenenti a una razza inferiore.

Insomma, potevi essere bello con gli occhi azzurri come Alain Delon ma, se eri nato in Basilicata, ti sarebbe comunque aspettata una vita poco viscontiana ma da Rocco e i suoi fratelli.

Cazzo, che scalognato colui che aveva la sfiga di essere nato in terronia. Poteva essere insomma più geniale di Einstein, più sexy di Alain ma, al di là delle sue frontiere, l’avrebbero trattato come un cane alano. No, agli alani va grassa, come un cagnaccio senza Elena e neppure Maddalena.

Questa regola oserei dire aurea, ah ah, valeva anche per gli Stati Uniti. Voi ad esempio vi siete mai chiesti perché il Cinema americano abbia sfornato sempre attori e registi italoamericani di grosso calibro e cilindrata pari all’Atlantic Jeep Chrysler e cavalli di razza più cazzuti di Rocco?

No, non Alain Delon, in questo cazzo, no caso, ovviamente mi riferisco all’uomo italico meno freddo del mondo, il Siffredi. Uno che, anche quando beve da solo un caffè della Segafredo, sa che ce l’ha così bollente e schiumoso da zuccherare cremoso tutte le sue cameriere, mica come voi, mezze-seghe.

Ah, un uomo macchiato caldo, il Rocco. Vuoi mettere lui con un integerrimo terrone qualsiasi? Lui sì che non si è piegato mai a novanta al sistema.

E non ha dovuto accettare un lavoro da impiegatino. Lui, sì, che ha tirato fuori le palle!

Praticamente come quell’altro Rocco, Rocco Barbaro: me ne fotto!

Ah ah.

Nato a Ortona, in Abruzzo, quindi centro-meridionale ma comunque un uomo che sta sempre su soprattutto quando lei sta giù.

Vi pare giusto?

Ah ah.

Torniamo al Cinema americano, non perdiamoci in quello pornografico.

Ecco, Coppola, Scorsese, De Palma, De Niro, Pacino, pure Ray Liotta non erano mica degli stronzi da quattro soldi e delle mignottone.

No, se eri italoamericano, a New York e dintorni non ti assumevano come giornalista. A meno che qualcuno nel grosso giornale non t’inserisse grazie alla mafia…

Sì, pure Scorsese l’ha sempre sostenuto. Nell’incipit di The Departed lo dice platealmente.

Ah, uno come lui, cazzo, poteva solo fare il prete oppure aveva altre due scelte. Fare il gangster o il poliziotto.

No, a ben pen(sa)rci, vi era la quarta possibilità. La più difficile ma da perseguire se volevi far valere le tue dimensioni. No, non quelle di Siffredi, quelle artistiche.

Un nano, Scorsese, altissimo però a livello di cervello e forse non molto dotato di quello…

Però uno davvero che ha firmato capolavori e gioielli…

Ecco, siamo stati invasi da attori e registi italoamericani perché gli uomini che non volevano svendersi (anche se circola voce che, prima del successo, Pacino facesse il gigolò), non trovando un beneamato cazzo, potevano darsi solo all’arte. C’è chi sfondava in maniera molto più nobile di Siffredi, chi rimaneva nei circuiti amatoriali e parrocchiali, chi sarebbe diventato, appunto, il regista di Mean Streets Quei bravi ragazzi. Sì, Il traditore di Marco Bellocchio altri non è che il remake di Goodfellas. Ah ah. Come no? Che posso dirvi di me? Sono alle volte, non sempre, sennò sai che du’ coglioni, affascinante come Alain Delon. E molte femministe mi dicono che sia omofobo e misogino. Perché mi vorrebbero ma non possono. Che malafemmine… Ah, è per colpa di queste ipocrite e di questi maschioni molto meno bravi e fini di Alain se, non avendo mai tradito gli amici e non facendo il puttaniere, mi tocco, no, mi tocca essere scambiato per un cieco pazzo da canzone Ti regalerò una rosa nella versione parodistica di Checco Zalone.

… andiamo, chi è che sopra Barbara Buscetta non si è fatto una pugnetta?

Dunque, basta con le invidie. Date questa Palma ad Alain Delon. È stato un grandissimo attore e un gran figo.

Donne e uomini, se siete gelosi, fottetevi.

Sì, mi par ovvio che io sia un tipo da Cinema di Bellocchio.

Come dice Checco, io ci vedo perfettamente… 

Sono il ritratto di uno dei più grandi coglioni del mondo? Sì. Sono un genio? Non lo so ma potrebbe essere e, in questo caso, sarebbe una tragedia. Togliamo il condizionale. Purtroppo. Comunque, prendiamola come viene. Se non viene, questa qui dirà che sono impotente.

Robe da matti, adesso anche le donne frigide ce l’hanno con Delon e con me!

Secondo me, in questo mondo andato a puttane, andate quasi tutti schiaffeggiati.

Datevi una calmata.

Altrimenti, vi sbattiamo… ove stava Messeri.

Messieurs et dames, mie damigelle e cari porcelli non tanto belli, diciamocela, ciucciatemi l’uccello.

 

di Stefano Falotico

Warriors cari, non invecchiate mai, evviva Hill, Scorsese, Friedkin, abbasso il nuovo, dunque vecchio Bellocchio


03 Nov

 

Un Friedkin identico al Falò

Un Friedkin identico al Falò

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Bellocchio era uno con le palle, un tempo, un uomo cazzuto, arrabbiato, delirante, sanamente aggressivo. Anche se non li avete visti, basta leggere i titoli dei suoi film per rendersene conto: I pugni in tascaDiavolo in corpoLa visione del sabba. Poi, negli ultimi trent’anni la Critica sussiegosa, la stessa che aveva snobbato i suoi film pazzi sui folli, sulle streghe, sui dolori della carne, il suo Cinema duro e controcorrente, da quell’obbrobrio de L’ora di religione ha cominciato a considerarlo un genio. Peccato mortale!

Da quel momento terribile, Marco, premiato dappertutto, insignito in ogni dove, ha dovuto dimostrare di meritarsi la nomea di regista “serio”. Ed è stata tutta una sfilza di film sopravvalutati, formalmente molto belli, da dibattiti per talkshow con le zoccolone sinistroidi e l’applauso del pubblico di ritardati, ma privi del pathos viscerale del Marco che fu. Film “educati”, accademici, di una noia micidiale.

Prima ci ha ammorbato con Buongiorno, notte sul caso Moro. Ci mancava solo una canzone dell’omonimo Fabrizio per fracassarci i marroni con la retorica facile.

Dunque, Vincere. Ovviamente su Mussolini e sulla sua porcata commessa ai danni della povera Ida Dalser, sbattuta a letto dal fascistone-porcone e poi ficcata… in manicomio assieme al figlio.

Perciò, come se non bastasse, ci ha propinato La bella addormentata sull’eutanasia e un altro caso fenomenale, quello di Eluana Englaro. Menomale che nel film c’è Maya Sansa, una bella patonzona sul cui seno scatenerei il samba con un po’ di salsa.

E ora, come se con questi biopic tematicamente importanti non ci avesse trivellato la minchia, il film su Tommaso Buscetta, interpretato dall’uomo di Sanremo e della pubblicità della Barilla. Favino! Sì, non l’hanno chiamato ancora per fare la parte di Padre Pio? A me vengono le stigmate appena lo vedo.

Mah, come diceva Checco Zalone… chi è che sopra Barbara Buscetta non si è fatto una pugnetta? D’altronde, chi non conosce la Bouchet, aggiungo io, di suo “bianchetto?”.

Eh sì, cazzo, su YouTube, sino a qualche anno fa andavano forte i video per segaioli di Lorena Bianchetti. Ottima donna questa Bianchetti. Di cosce prelibate e succulente. Faccia da suora ma corpo da burro…

Di mio, sia la Bouchet che la Bianchetti, comunque, mi son sempre state sul cazzo. Barbara molto meno perché, quando iniziò la mia pubertà, lei era già un’anziana gallinella e non serviva al mio “brodo”. Ah ah.

Sì, non ne avevamo abbastanza di fiction abominevoli come Il capo dei capi, adesso anche Bellocchio fa parte della… Squadra… antimafia?

Sì, tutta colpa di quell’imbecille di Pietro Valsecchi con Giorgio Tirabassi. Ma chi è che guarda ’sta roba?

Gli adoratori di queste merdate appartengono a due categorie sociali: le casalinghe che, fra un tortellino, la besciamella e le polpette al sugo, amano strapazzare la maionese con qualche sparo in sottofondo per meglio mescolare la pietanza di “suspense” e dare un tocco siculo-piccante al tutto, così il marito, rincasato dall’ufficetto, si leccherà i baffi da Don Vito Corleone, oppure i super sbandati da Ragazzi di vita del Pasolini. Giovinastri scapestrati con la morosa tamarissima e in cuffia un rapper storpio da hip pop. No, meglio il popper che inala Al Pacino in Cruising. Un vero poliziesco crudele al massimo, che spoglia ogni certezza. Notturno, bastardo, psicopatico e geniale.

Anche Scorsese ha girato molti film “mafiosi”. Ma non sono bischerate da Canale 5 in prima serata! Sono film goliardicamente sporchi, cinici, perfino spassosissimi che uniscono al documentarismo di fondo una poetica pazzesca. Film anarcoidi, sgangherati eppur tecnicamente impeccabili. Recitati da Dio, con colonne sonore da brivido e pezzi giusti nei momenti topici della tensione.

Infine, vado a parare su Walter Hill. Sì, I guerrieri della notte è il suo masterpiece supremo. Purissimo come puri son i ragazzi che lo rendono vivissimo. Ove Michael Beck fa il gallo sessualmente forte da branco di mammalucchi nel quale i deboli scelgono come leader quello che pare abbia il cazzo più pronto e con più esperienze all’attivo, il più fighetto, e un James Remar omofobo a bicipiti nudi, in cui si respira l’atmosfera della mia adolescenza.

Che cos’è questa sbirraglia in giro? Che sono questi centri di salute mentale che avete messo su?

Questa cultura da carabinieri, da tutori dell’ordine, da donne che stirano e asciugano le forchette da pasti in famiglia?!

Ragazzi, avete mai letto Il cuore rivelatore di Poe?

Sì, la storia di uno il quale non è che non sopporti la vecchiaia, non tollera semmai quel rumorino rancido che gli dà fastidio, figlio di un cuore arrugginito.

Perché è giovane, non vuole rincoglionirsi, non vuole adattarsi a un lavoretto borghese, non vuole una donna che lo porti a Teatro a guardare pochade tristissime, una donna ipocondriaca che adora Il misantropo di Molière e che manco sa scopare come Dio comanda. Intendo il pavimento, sul sen(s)o dello scopare sessuale, credo che tal bagascia rinnegata sia andata avanti di toccatine e leccate di culo. Battutine e una passerotta acida e molto secca. Che allegria! Che simpatica!

Sì, io sono un ribelle. Lo sono sempre stato. E lo sarò fino al giorno della mia morte. Appena sento puzza di vecchiume, di gente paracula, di donnette isteriche, insomma di caga-cazzi, scendo nella mia notte.

Come in Taxi Driver.

Scorsese, Hill e Friedkin li stimo. Perché pur essendo delle cariatidi hanno ancora un cuore che batte dinamico, gagliardo, innovativo, forte. Vigoroso. Come piace a me.

Invece, gente come Bellocchio, oramai pedante, scolastica, da compitini… si deve levare dai coglioni.

E, assieme a lui, tutti questi stronzi bugiardi.

 

Sapete. Ieri notte, pensavo… be’, ho ancora quarant’anni per ridurmi ad aspettare la nuova “prodezza” di Ronaldo su Sky, e sono ancora troppo giovine, come direbbe Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo, per attendere il sabato sera e incontrare una troia commessa della Coop annoiata, raccattata in chat. Capace che dopo un bacio troppo lungo ti chiede il Bancomat per leccartelo, prosciugartelo, sostanzialmente incularti. E tu esplodi!

Se a voi questo mondo piace e volete continuare così di alti e bassi, prego. Tanto pregate già abbastanza di messe false. Avrete il rimpianto di non essere mai stati artisti ma solo copia-incollatori di recensioni altrui. Uff. Che palle!

Se volete aspettare la nuova posa del culo magnifico della modella strepitosa dal cervello zero su Instagram, fate pure. Ricordatevi però di telefonare al becchino della Certosa per prenotare il posto al cimitero e alle pompe funebri, oltre ai funerei pompini, per una cassa di legno. Tanto, mi sa che siete già andati…

Non fatemi perdere altro tempo in puttanate.

 

 

di Stefano Falotico

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