Posts Tagged ‘Michael caine’

Max Cady, nel suo De Niro, nel suo delirio, aspetta il trailer di The Comedian


22 Oct

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La Sony Pictures Classics rilascerà un peto, no, un “petomane”, Jackie di The Comedianblack comedy di Hackford con uno strepitoso, si spera, Bob. Uomo che fu caudino, no, Cady.

Quest’uomo stropicciato in una corporatura robusta ma atletica da boscaiolo sportivo, che indossa camicie hawaiane nel florido suo pensarsi in Florida, e dal deliro floridissimo nei confronti del suo avvocato, che non lo difese come prevedeva la sua sana e robusta Costituzione.

Eppur aveva ragione nel suo dissennare, no, dissertare filosofeggiante con accenni falotici all’eremitaggio Pop che conosce La piccola peste del suo Henry Miller.

Questi giovani d’oggi ancora acclamano quel bisunto di Tom Cruise, uno che gira film puliti anche quando dovrebbe interpretare ruoli “sporchi”. Che sposò la Kidman per i cuori (ri)belli di quel che fu poi Eyes Wide Shut di un matrimonio tradito da troppe “infedeltà” di Oscar vinti e altri di Magnolia fregati.

Sa tutto Michael Caine de Le regole della casa del sidro, che rubò la statuetta a quella “bella” statuina di Cruise, insegnandogli che si può essere grandi Tobey Maguire anche non essendo stati educati ai “principi” (mettete l’accento dove volete) de Il grande Gatsby. E comunque un culo della Theron vale più di Youth di Sorrentino.

Questi giovani già nati vecchi che (tra)cannano, fan bisboccia, alcuni vengono bocciati e altri troppo presto, sboccati, sbocciano nei fiori del male. Denigrando i genitori che fanno all’amore con la figlia del dottore. Eppur le tre civette sul comò non amano il “cinema” carnascialesco di Rob Zombie, mentre un’altra generazione La casa e chiesa viene educata ai fumetti e alle mezze calzette.

Ricordate: The Comedian porterà al delirio, no, a De Niro il suo terzo Academy Award. Ho deciso io.

 

 

di Stefano Falotico

 

 

Questa è una stronzata ma una stronzata che ama il cappuccino con la schiuma.

L’essenza della mia (in)felicità, “biopic” di una sad career


16 Sep
SET DEL FILM "LA GIOVINEZZA" DI PAOLO SORRENTINO. NELLA FOTO HARVEY KEITEL. FOTO DI GIANNI FIORITO

SET DEL FILM “LA GIOVINEZZA” DI PAOLO SORRENTINO.
NELLA FOTO HARVEY KEITEL.
FOTO DI GIANNI FIORITO

La mia carriera è car(i)ata, in me vige infatti, spesso in “fallo”, una vecchiaia giovanile di livello onnisciente, da illuminato sapiente e d’ascetico deficiente. Molta gente di me ride, ma a me non rode e molta di questa società così cafona io invece corrodo. Scrivendo libri acidi, di vera “cattiveria” che sa quanto peccatori lo siamo tutti. Molti vogliono assolutamente “crescere”, per diventare (im)piegati retorici e poi quarantenni malinconici, con tanti rimpianti e parrucchini di (im)pianto. Così come “crescono”, la lor noia mi annoierà sempre. Preferisco allora il mio er(em)o, rimembrante la geniale mia danza di (de)mente. Nel mio mondo, vi sono infiniti spazi per i caffè, per le scommesse calcistiche, per una vita che non ha la (pre)tesa d’insegnare, ah, quelle signore così indaffarate a farsi belle per compiacere una fals’apparenza da donne di g(i)usto. Invero sono racchie e su questo non si transige, più che altro non si “erige”. Barriere di schemi mentali erigono e vanno dritte, cioè molli senza il “ritto”, al sodo, alla “piacevolezza” di esistenze fustigate da bon ton fin(t)i quanto vite “ingioiellate” nell’ipocrisia. Meglio allora me, che da tempo immemorabile mi discostai perfino dai miei coetanei, prediligendo Bob De Niro col neo al social nero. Sono un cane, non un Michael Caine, ma ne vale il pene. “Di mio” non uso il cazzo, ma mando spesso a fanculo con signorilità d’alta scuola e profumato alito. Stasera, mangerò frittura del mio pesce. Sollazzandomi nella mia solitudine “bestiale” come si confà a colui ch’è Peter Pan e anche (di) primo coi tortellini alla panna. Montata, scendi dalla cattedra, e vai a pascere la tua pecorina. Sappilo, io sal(g)o. Vedo gente che si sbraccia, si abbraccia, con le scarpe lacciate si baciano, si succhiano, si prendono per i culi, si fottono, e in questa strafottenza io vivacchio come sono nato in Pacino del mio baci(n)o alla stracciatella sfumata che non screma la realtà fra bianco e nero, ma ecumenicamente gode nel ristorante cinese.

di Stefano Falotico

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La caccia alla “mia” strega, ci pensa Vin Diesel


24 Sep

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La nona porca, no, The Ninth Gate


29 Apr

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Io capisco solo di Cinema, mai servo ma cainiano alla Servillo in Sorrent(in)o che brinda al suo seguir il Corso d’una vita da nove porte, amante di Stefano… King, anche Prince

Nuoto in quest’umanità nello sfacelo, al freddo e al gelo non scendo dalle stelle, non (re)cedo, me “lo” recido, sto in un recinto, mannaggia a mia madre, di me rimasta incinta, bevo in una stalla, imitando talvolta Sly Stallone e Rock(y) nel pop d’una visione onirica dinanzi alla mentalità che mi fa orrore dei borghesi panzuti, ché il sistema non sistema, ti rende (dis)agio, s(c)isma e “scemo”, chi non raccoglie è colui che non ha seminato? Allora, il liquido seminale mi sarà “cast(razi)o(ne)”, me “lo” turlupino, inganno da cane scannato come un por(c)o, mi schiaccio il porro, so’ povero, mentecatto che odia le gatte, a pelo arruffato son “buffo” e sempre annoiato sbufferò contro chi di “pelli” e carne s’abbuffa. Faccio plof, non ho da insegnar dolce Nu(te)lla, mica, minchia, son un prof. di ‘sti cazzi, so’ cinico, arcigno, ti guardo appunto in cagnesco, e non “(fuori)esce”, sto (al) fresco, senza tresche o donne con le trecce, ché al Mulino Bianco ho sempre preferito le case stregate e gli stregoni ai consolatori Stregatti. Che meraviglia, mangio un’Alice e la vi(t)a è salata, “bimbo” in salamoia col mio “salame” sbudellato, Roger Rabbit senza conigliette, coniglione scappo e non scop(pi)o, miei consiglieri, vado lento, miei fraudolenti, non so’ bullo e neanche Bullet, adoro però Rourke Mickey, talvolta “mouse”, schiacciando sull’ergonomica, anche economica, tastiera del mio gusto, che taste, non ho tatto, “erettile” funziona meglio di tanti (s)mascherati rettili col mascara, che mascherate, che “maschi”, me “lo” raschio. Mi dà gusto mangiar la patata, come Castor Troy “la” prendo al vol(t)o, sparandone un’altra di “lingua” (in)compresa, sbavo per colpa delle “compresse”, deturpo la mia face/off ché, fra il bene e il male, ricordatevelo, vince sempre la mela, anche se hai il fis(i)co a pera… con un po’ di Viagra va comunque la bananaunico frutto dell’amore? No, mandatemi a morte, mollo… tutto, deglutisco le tagliatelle alla boscaiola e amputo il mio (g)orgoglio nello “spezzarlo” come Cristo nell’ultima ce(r)n(ier)a dell’eremita che vive sul Monteuomo che (non) ha detto “!”. Agli yes man, preferisco esser pollo al curry, basta con Jim Carrey, meglio Bugiardo bugiardo, e sfoglio il “bugiardino” del mio “sapor” della ciliegia, ché la torta è già in faccia di culo d’un “duro” che le “massaggia” come le millefoglie. Chiaro, son Kiarostami, ma dove s(t)o? Chi lo sa? Forse Moretti con la moglie mora, secondo lui Pacino è sempre più basso ma Al si è (cor)rotto nella sua City Hall e adesso, dal carcere, scrive le sue m(em)or(i)e per un avvocato del diavolo. Dategli da mangiare almeno un avocado. Soffre pure d’Insomnia e, mentre non dorme, legge “Il gioco di Gerald”, angosciato da paure primitive e irrazionali, come l’ombra dello scorpione del suo scarface, che (scara)faggio, mica come quella cantante che vuol ridurre tutto ad un giorno di Sole. Stava con Cremonini, “buon viaggio”, andrà a trovar la tigre di Cremona e Gianni Minà intervisterà Mina assieme al Conte Dracula. Offrendo ai “presenti” il non mor(t)o, ora è canuto e brizzolato, del nostalgico presente. Di mio, faccio ancora il presepe, credo in San Giuseppe, fumo la pipa? No, mi faccio le pippe su una della Madonna, dopo aver letto, nella mangiatoia e nel vivo mangiato, le avventure di Pippo. Gufi, non gufate, son Goofy, goffo, loffio, uffa. Ai cani, comunque prediligo i buo(n)i “cattivi”, e agli asini tua sorella, vacca boia, proprio bona.

Che c’entra questo col titolo del post? A forza di leggere, l’ho preso in quel post’, vedi che ci sta?, che vita da nerd di merda, ho aperto la porta del Paradiso della coscienza, rimango con poche cos(c)e e andrò “rizzo” all’inferno. Ce l’ho sempre “b(r)uc(i)ato”. I “bucati(ni)”. Gnam gnam. Che puzz(ol)a. Datemi dell’infermo ma state fermi con le mani.

Sì, non “menatevelo”. Dai, dai. Ai(uol)a.

 

di Stefano Falotico

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La giovinezza, il nuovo film di Sorrentino con protagonisti Michael Caine e Harvey Keitel


09 May

di Stefano Falotico

L’altra giovinezza di Sorrentino, Youth, un film alla Francis Ford Coppola?

Adoro Coppola perché la giovinezza lui sempre rimpiange e dev’essergli rimasta “intrappolata” in gola, come se gli fosse sfuggita e, attraverso il suo far Cinema in maniera mastodontica (talvolta anche “manieristicamente” ridondante ma pur sempre d’alta scuola), volesse perennemente ricordarcela e, come dire, imbrigliarla per tener a freno appunto il rimpianto in sue elegie nostalgiche innalzate a grido perpetuo, immolato dunque all’infrangibile, (r)esistente, (s)fiorita, vigorosamente riaffiorata gioventù… mai stanca e mai davvero abbandonata.

Sono tanti, infatti, i titoli di Francis incentrati sulla giovinezza (non) andata, riacciuffata per un soffio… anche al cuore da “coma” di Kathleen Turner, seppur con differenze “tematiche” di varie versioni, cioè variazioni sullo stesso tema, appunto, fra “compitini” in classe proprio di Peggy Sue…, erroneamente giudicato un film minore mentr’io sempre lo adoro e via via, col passar degli anni, sarà che come Coppola invecchio e (non) piango, maggiormente so ammirarlo (e non ha prezzo, diciamocelo, quel da voi poco apprezzato Nic “nepotista” di ciuffo di banana da simpaticissimo imbranato), fra il suo Dracula senescente, ammantato quanto ammanettato da un’apparentemente orrida, spettrale decadenza che, invece scosso all’improvviso dalla fiamma romantica rinata, miracolato dal risorto, reincarnato amore della sua amata riapparsa, vien vivificato e ringiovanisce dopo tanto immemore “dormire” nelle bare del già seppellirsi vivo, da non morto, fra la malinconia proprio di Un’altra giovinezza e tanti Jack più o meno sbagliati o (il)lecitamente criticabili.

E allora, ecco che il nostro regista proprio più coppoliano perché, come Coppola, è l’unico italiano veramente, “eccessivamente” ambizioso tanto d’attrarsi le peggiori antipatie e le più cattive invidie, Paolo Sorrentino, annuncia l’inizio delle riprese del suo nuovo film, confermando il cast delle grandi occasioni (non) perdute. Vedi? Inizialmente, doveva intitolarsi In The Future, oggi invece è stato “rilasciato” il titolo, fin a prova contraria e ripensamenti dell’ultima ora, definitivo, semplice e immediatamente ricordabile, La Giovinezza.

Sarà girato fra l’Italia, naturalmente, la Svizzera e l’Inghilterra, e annovererà, oltre al confermato Michael Caine, il sempreverde e “internazionale-naturalizzato oriundo italico”, Harvey Keitel, così da me ribattezzato dopo il milionesimo, ennesimo ruolo dai nostri registi compatrioti assunto, Rachel Weisz, Paul Dano e la rediviva Jane Fonda. Qualcuno vocifera anche Willem Dafoe.

Sarà la storia di due uomini che s’incontrano sulle Alpi per riflettere assieme su quel che è stata la loro vita e su quella che ancora è, e per l’eternità, giovanissimamente, sempre sarà. L’incontro eccentrico, a vite “concentriche” ma non bisogna ancor chiudere il cerchio perché la vita appunto deve andare avanti sin alla fine da combattere a morte, fra un ex direttore d’orchestra (Caine), rassegnato a essersi ritirato dalle scene, e un regista un po’ in là con gli anni (Keitel), però attivo come non mai.

Promette faville. Cinema vivo!

Evviva Sorrentino!

Genius-Pop

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