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Italia eliminata dai mondiali, son cazzi vostri amari, tutti al mare!


24 Jun

 di Stefano Falotico

L’eliminazione dai mondiali ci ricorda giustamente la nostra italietta, non solo calcistica

Il ritratto di una sconfitta totale come nazione di pagliacci

Per strane paraboliche di previsione “meteorologica” da mio veggente e previdente la disfatta imminente della nostra compagine di “ladroni” dementi, non volli vedere la (di)partita, e non tifai per tal marmaglia capeggiata dal “Super” Mario Balotelli che di super ha solo lo stipendio astronomico e pare un “dotato”, nonostante i miei (sos)petti (s)fondati, a letto con le veline pollastrelle esibenti il pettorale della “mediana” di suo “pressing” indossante il “marsupio” e (ca)sacca scrotale da boxer plateale di tut(t)e che gli saltan addosso, con cui “palleggia” meglio del gioco per cui vien pagato, essendo un “centravanti di sfondamento” per quelle che godon con uno che se la suda da negro, (non) facendo un cazzone, nel pallone gonfiato acclamato dai coglioni sodomizzati, nonostante muoian di fame sotto pagatissimi, da pagani pagan il biglietto, dando a Cesare quel che è di Prandelli, della radiotelevisione italiana, previo abbonamento alternativo di Sky o altro “ladrocinio autorizzato” da solito popolino ipocritamente cattolico di “catodico” illegale nella rojadirecta striminzita della “crisi” tanto urlata in piazza d’inutili movimenti da Beppe “grillini” per cagate mondiali negli spalti (s)parlanti inneggianti a Mameli in streaming da vermi striscioni di “facciamoci forza” sulle note, e notti in bianco-rosso-verdone, del sognar le bombe-bone mamme(lle) nel reiterar, tirandosela… appunto da paganti, “bravi” cittadini con la bocca di bava, all’asciutto… stolto adagiarsi sul (di)vano di a tutta birra nel solito qualunquismo imperante da comunismo-fascista sventolante i nostri altari(ni) della “Patria” solo quando si ha l’acqua alla gola ma poi Spagna o Francia basta che se magna.

Rimane la Francia, la Spagna è stata, come noi, già eliminata. Un tizio, dopo l’eliminazione degli spagnoli, urlò “Godo che abbian fottuto quel finalmente non più vincente del Bosque Vicente, godo come un porco più d’aver raso al suolo i boschi delle aiuole più fighe dopo una sana spagnola post aver fumato ogni erba”.

Al suddetto “sudato”, precocemente eccitatosi, consigliai di toccarsi perché anche noi avremmo ricevuto una tacchettata nelle “palle” più dolorosa d’un asfissiante… tichi tac così come quando avviene (non viene nelle mutande, attenti… che non sanguini, tamponare subito, non sei venuto e volevi tamponarla, ricevendo invece un quasi svenimento da“botta” di pun-i-zione ben-pene piazzata) nel caso si gridi “vittoria” troppo da “sveltina” come  la donna corteggiata dai villani italici cafonissimi che giustamente, da cui il piangente di lacrime da coccodrillo (non sei tanto più ritto, cocchino) e “latte” non della donna versato al bamboccione mandato a fanculo,  ha cacciato un “calcio”alla vostra (non) quaglia(rla) nello squagliarveli a tiro imprendibile da falli(mento) su tutta la linea…

Al che, dopo l’uscita dal “triangolo” della donna, neanche il rettangolo può salvarlo dal frust(r)ato. Ed eccolo distrutto, disperato perché la nostra Italia è stata nuovamente inculata come quattro an(n)i fa. Stavolta, al nostro stivalone, è stato calzato a pennello un corner di testa a renderci ancor cornuti di “testicoli”.

Buffon però se ne fotte. Finge di mettersi le mani nei capelli ma infila il dito di guantone a una di pelo. Oggi è il turno d’Ilaria, un’altra “papera” e, “insaccandolo”, Buffon(e), oltre al culo parato della vaccona di ciuffo al gel spalmata, ha il suo miliardario con tanto di “portieri” migliori di lui a protegger lui e la sua gonnella st(r)appata dagli orgasmi nella lor villetta, detti “allarmi rossi” più scattanti dei suoi riflessi andati a puttane… se i ladri metteranno a segno un colpo schienante i suoi “gioielli” (non) brillanti da appunt(it)o para solo il culo della svampita di cazzo che oca, che gnoccolona.

E ben vi sta.

Cos’aspettarsi d’altronde da una squadra che rappresenta il vostro, il mio non è, paese di sfruttatori, caciaroni, cacio sui maccheroni, oratori presenzialisti e “rinomate” scosciatone persino delle giornaliste più serie e “in gambissima”, quando vai in giro e vedi al (sema)foro un idiota da circo(lo) vizioso che passa “a luci rosse” con la cabrio, mentre alza il “cambio” della sua “segretaria tuttofare” di vetri oscurati in lei abbassata da donnetta bassissima mentre “tutto scorre” su “pompata” hit del proletario che ce l’ha “fatta” e ti scoreggia in faccia “Sfigato di merda?!”.

Meritate questo. Il vostro puttanesimo e le false ostie delle prediche domenicali prima del campionato del porcile.

Da domani, solita vitarella, cari miei “vitelloni” terra terra.

Di mio, andrò a rivedere l’ultimo film di Clint Eastwood. Voi tenetevi le chiappe chiare da “cacciatori” di quelle in riviera riminese come vuol la tradizione dei soliti “calciatori” la grande bellezza.

Ed evviva Paolo Sorrentino, poveri stronzi!

Sono cattivo? No, sono obiettivo.

“Cari” italiani, non solo l’Uruguay non ci vede neanche ma, continuando a viver da merde, non lamentatevi se poi la vostra vita sarà solo piena di altri guai accecanti.

Ahi, ahi, ahia!

Quando il Calcio, di mondiali da me prima criticati, ti fa credere nella vita!


15 Jun

 

di Stefano Falotico

Alé! Mica esulto per la vittoria dell’Italia. Tali armate Brancaleone mi stan sui coglioni e, come già espresso, detesto tal superate competizioni. Eppur ho avuto, da una settimana, una grande intuizione, come mio solito. Il novanta per cento delle volte non vengon ripagate e rimangono “veggenze” che in tasca non mi danno nulla.

Anni fa, ad esempio, credetti, e fui uno dei pochi, che Adrien Brody, all’ultimo minuto, avrebbe vinto, contro ogni pronostico, per Il pianista di Polanski.

E la gente: “Non vincerà mai, è troppo giovane, si dà sempre spazio ai vecchi non ancora premiati”.

E io invece (non) scommisi proprio per questo. Proprio perché, prima o poi, doveva accadere che il più giovane, nella categoria “Miglior Attore”, vincesse la statuetta.

Ma non versai proprio una sola lira, bensì lacrime amare perché vidi giusto e, se avessi scommesso, avrei riscosso una cifra alta. Andai a prelevare solo il mio colpo d’intuito (s)fortunato.

Che scalogna, averci preso e averlo parimenti nel didietro sempre “ricevuto”. Mancò appunto la ricevuta!

Ma stasera esulto! Di corpo movente da ballerino, m’ubriaco, danzatore della mia contentezza.

Eh sì. Un mio amico m’ha irretito al “gioco” per quest’occasione eccezionale. E io, anche se all’inizio malvolentieri, accettai la sfida, mettendo 5 Euro sul 2 a 1 dell’Italia contro l’Inghilterra.

Il mio amico insistette per un altro risultato e alla fine scommise assieme a me, persuaso dalla teoria falotichesca che s’è dimostrata, vivaddio, vincente.

Sì, calcolai ogni probabilità, compresa la traversa di Pirlo nei minuti di recupero, sventando il terzo goal fottuto con premonizione avveratasi.

E dunque domani vado a incassare i 70 Euro che mi spettano.

Non diventerò ricco ma stasera son di bri(ll)o arricchito. E godo come un riccio!

Balotelli è un idiota, ma lo ringrazio sentitamente. Ha, come me, dei “colpi di testa” che movimentano il ballo.

E mi sento anche bello.
Son bellissimo, anche se 70 Euro alleviano ma sempre rimarrò povero.

Ma chi se ne frega! Dovrò nella vita comunque duramente lavorare ma stasera me li gratto.

Che bei soldini fruscianti!

 

Inghilterra-Italia Mondiali 2014, scemi più scemi


14 Jun

 di Stefano Falotico

Ecco, ci risiamo.

Sono iniziati i mondiali. Questa sciagura che, a scadenza quadriennale, mi angoscia in torture alle quali devo fortemente resistere, inibendomi, castigato da uomini sfegatati nel loro incastonar i polmoni su tifi sfrenati. Su donne fedifraghe che, con la scusa delle aggregazioni accalorate dalla propria nazione combattente, si dimostran ecumeniche al prossimo migliore nel suo clacson da urlarle che deve sventolarla.

Agghiacciato da tanto calore, ah ah, apro il freezer e lecco un ghiacciolo. Sperando di scaldarmi davvero almeno di un pasto che mi rinfreschi le idee.

Sì, i mondiali, questo rituale ogni quattro an(n)i ripetitivo dai primi del secolo scorso. Un tempo, il calcio alle “palle” alleviava le tribolazioni della gente in guerra, poi (s)venne l’era fascista e per un po’ si placarono gli animi nelle tribune romane, perché la gente fu da noi ammonita e buttata, in caso di ribellione, in pasto alla fossa dei leoni, che “Altare della Patria”, mentre nella Germania nazista estinsero la “partecipazione” degli ebrei alla (com)petizione, bruciando le nascite prima della partenza. Sì, fra spari, forni crematori, razzismi di sorta, zoccoloni con le sorche, sorcini e porcile, “bruciature”, persecuzioni, arresti e genocidi vari, i sopravvissuti dall’eccidio di massa si consolarono con una scatoletta in bianco e nero proiettante ventiquattro uomini in mutande ad accanirsi per la palla (ro)tonda che, arrotolandosi nel manto delle loro frustrazioni, non li fece “venir” quadrati, previo porta di forma rettangolare sul possibile palo-non goal a ficcartelo nel culo d’implacabile zero spaccato.

Ma la gente, nonostante lo “score” inesistente delle loro vite sempre più appunto azzerate, continua a guardar, con le trombette in bocca(li) di birrone, il mondiale per tifare allo stremo delle forze annacquate. Che caldo, sudore freddo! Appena la propria squadra segna, godono sborranti. Se invece la squadra sbaglia, bestemmiano sbraitanti. E lì assumono fattezze lupesche da uomini sbrananti. Con tanto di lor donne che reggono questi “retti”, ah ah, da gregge di pecorine.

Ed ecco dunque la nostra compagine a inneggiar tutti insieme “appassionatamente” l’inno di Mameli mentre un cameraman birichino riprenderà le mammelle d’una sugli spalti da strabuzzarveli prima ancor che le palle girino…

Stasera, gli inglesi, schierati sul fronte opposto, ci daran filo da torcere?

Mah, di mio m’importa una sega. Quella che mi sparerò in pancia, disboscato da un’umanità “impagabile” di spettatori paganti il nazional-popolare nelle bandiere sempre in lotta le une contro le altre.

Così, dopo tal sega (s)fottente, anche me stesso, mi rilasserò con un libro di Agatha Christie. Sognando l’Orient Express ove sarò l’omicida di questi vostri “trenini”. Non mi scoprirete! Anche perché avete perso il treno.

Giungerò a Hong Kong e bomberò una di Pompei, sì, una partenopea che s’è sposata con uno di Bombay perché il miscuglio di razze non partorisca un bombarolo da Hiroshima ma un vesuviano vulcanico. Forse solo uno scemo terremotato perché, essendo pazzo napoletano, esploderà per colpa d’indigestioni cagionate dalle ricevute pizze in faccia in quanto accusato di esser una femminuccia capricciosa.

Lo scoperò per vincere la copp(i)a e assieme sfoglieremo le margherite, togliendo la mozzarella.

 

Tempo di mondiali, di brasiliane danzanti su erotismi al pulviscolo caliente, tempo di vita, tempo di pelle al mare, di Pelé e della forza virile


12 Jun

 di Stefano Falotico

Sì, evviva il patriottismo. Mi son svegliato così oggi, prima recandomi su un mio femminilissimo contatto di Facebook e recapitandole la tal esplicita missiva: “Voglio leccartela dopo Brasile-Croazia, quindi vedi già di scaldar la movida. E faremo la ola fra dolci, turbinose lenzuola, sventolando, issanti in gloria dei sen(s)i, il mio ficcartelo senza toglierti le calze a rete, un fendente formato bomba di lunghissima, grossa distanza”.

Il “Vaffanculo, testa di cazzo” fu secco, una rasoiata a fin di “pelo”, sotto l’incrocio piazzato di “foglia morta” mia di fico alla Corso. Mi batté ancor prima della sbattuta, roba come l’arbitro che piglia il fischietto e t’espelle, fischiando un “fallo” mai “entrato” a sue gambe tese pelanti di patata bruciacchiante.

Sì, fui precipitoso e lanciai la “palla” oltre la metacampo d’un fuorigioco che voleva darle l’assist di “Sì, mi basta appoggiartelo”.

Quando mi metto, son davvero uno dalla “classe finissima”, un giocoliere calzante, un bal(l)istico da numero dieci, un fantasista delle scopate e so dribblare i calci delle donne con piroette di sforbiciata su mia faccia indubbiamente sfondante di strafottenza menefreghista assoluta.

Come dir loro un “Ok, stavolta hai vinto tu, giochi in casa, farò tredici quando giocherai la doppia”.

Sì, non siamo ancora al 21 Giugno ma son già vizioso più di tutti gli equinozi. Mi chiamano il Cancro delle donne nudiste ai tropici.

Così, con mutazione impressionante da vero camaleonte, da grigio lupetto alla Falotico, ecco che, in un battibaleno, desidero tutte le “balene”, che sian bianche come Moby Dick o magre per un amplesso esotico di rassodante stroboscopico, suggente, perlustrante, asfissiandole su calori sal(i)enti, fra cloro, salsedini, amori in riva alla mer(da), la folla che tifa corale, palpeggiamenti, sono un tremendo centravanti ballonzolante fra un “tiro” imprendibile o “in saccoccia” senza che lei possa urlar “Goal!” appena sfiora l’apice virulento e potente del mio salsicciotto rasoterra su sua (ri)cotta che si gonfia mentre il mio infila una tripletta del venire dopo il bis(cotto) anche d’una quaterna ove son l’unico maschio attaccante fra tre tedesche schierate in difesa di missionarie erculee, poi svoltante nei culi argentati delle argentine con dei camerunensi che inneggiano al mot(t)o “Spingi da negro, fattelo, vai, vai fratello, che (al)lungo, che polmoni, sfiancale, tocca ai fianchi e quindi rincalza da fluidificante”.

Finite le botte, andiamo a brindare al ritmo di “Settembre” di Alberto Fortis.

Fortis, uno come me, un malinconico che aveva capito tutto della vita.

E buon mondiale a tutti. Ah, quella in tribuna sta esagerando di ballo, già mi “rimbalzano”.

Non sono uno da messa.

Messi mi fa un baffo.

 

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