Posts Tagged ‘Natale’

Auguri sinceri, davvero sinceri di NATALE, di SANTO STEFANO e del figlio (di) Pasquale!


24 Dec

264063671_2139174876258045_3859783754969308415_n

Questa non è blasfemia, è sana goliardia. Trattasi, dico, si tratta di un chiaro e netto attacco ai creduloni della catto-borghesia che fa rima con ipocrisia. Mentre io, nei miei libri, amo scrivere (di) rime baciate, facendo sì che ogni enigma combaci. Stasera, festeggerete, mangiando(vi) anche di baci, non solo Perugina? E tu, dico a te, sì, sei perugino, cioè di Perugia, o sei un Gianduiotto? Il cioccolatino omonimo? No, il vezzeggiativo con cui si sfottono i cosiddetti adulti tromboni come Balanzone che, pensando di appartenere alla crema pasticciera, no, alla crêpe con la Nutella, no, alla crème de la crème, mangiano e leccano i cretini che sono, no, il famoso cremino preparato alla gelateria di San Luca sui colli bolognesi. Canzone per cui, il leader che fu dei Lùnapop, divenne famoso non solo a Bologna. Ora, costui guadagna miliardi, cantando una delle peggiori canzoni della storia, cioè Colibrì. Invece io vi dico che, coi libri, vale a dire leggendoli molto di più di ciò che fate abitualmente, potrete diventare vagamente simili a me e a Daniele Silvestri. Il quale cantò tale ritornello:

Mi era sembrato di notare un fatto poco chiaro Come una specie di governo ma di terza mano Con un programma mai approvato che però seguiamo E neanche posso non votare Perché non votiamo

Dunque, QUALI ALIBI.

Dato che amate lavorare, lavorate. Il GeniusPop è nato per essere un genio, appunto e appuntatevelo, mica un Cremonini da quattro soldi e bambagioni che non siete altro. Se volete favorire, uomini e donne nati svantaggiati, altresì detti sfavoriti e minorati mentali, cioè figli di un dio minore, diciamocela francamente come dio comanda, appunto, comprate i miei libri. Mica balle colossali come quelle contenute nel libro più venduto al mondo? Non vi pare, no? Ah ah.

di Stefano Falotico

Racconto di Natale da Paul Auster, da Dead Poets Society o da Smoke: Keanu Reeves è da venerare come la Madonna, mitico in Constantine e in John Wick, io mi propongo per la parte dell’Uomo Tigre


17 Dec

Keanu+Reeves+2019+LACMA+Art+Film+Gala+Presented+zUiNzHakJFol131546132_459178135478818_327274947349072452_n

 

Be’, chi non conosce il Tigre? Chi, Vittorio Gassman?

In effetti, ne I soliti ignoti, Vittorio fu un pugile un po’ suonato, anche semi-analfabeta. Forse handicappato, ritardato, disoccupato? E Totò lo apostrofò e redarguì con la leggendaria, super epica:

– Sei stato in Cina?

 

A essere sinceri, Totò è un grande. Sì, uso il tempo presente poiché de Curtis è immortale. Fucimin? Ah ah. Era molto colto, malgrado le origini umili e nonostante, a prescindere… da ciò, si auto-denominasse Principe.

Be’, sicuramente fu Dante Cruciani nel capolavoro succitato di Mario Monicelli, probabilmente però non fu erudito come Dante Alighieri…

A proposito, si può dire ma però? Certo, è rafforzativo. Anche se… senza se e senza ma forse sei un vorrei ma non posso? Ti caghi addosso o è la solita storia della volpe e l’uva?

I ragazzi timidi sono paragonabili agli struzzi? Mentre i bulli agli stronzi?

Si può dire invece a me mi piace? No, ma Gigi Proietti disse: sì, non si può dire ma a me mi piace…

Sì, una calligrafia da uomo, diciamo, non molto acculturato, quella di Gassman/Giuseppe Baiocchi, detto Er Pantera.

Insomma, questo Vittorio fu un mattatore, fu il tigre e pure una pantera?

Molte donne sono oche, altre solo sciocche. Quasi tutti gli uomini sono degli animali. Di mio, adoro ancora la serie tv Manimal…

Di mio, me medesimo di persona, inoltre credo di scrivere bene quando m’impegno, quando non leggo Diario di una schiappa per (non) prendermi per il culo da solo e quando so di essere più intelligente del furbo Marcello D’Orta che “scrisse” Io speriamo che me la cavo.

Pearl Harbor, no, peraltro non voglio scendere a una prosa gergale da ragazzini che, alla mia epoca, giocavano agli “sparatutto”. Roba come Duke Nukem 3D, Doom e altri videogames per pc, forse per piccini. Sì, anch’io ne fui patito. Poi patii e basta. Il mio cervello, comunque, non è ancora partito. Neanche qualcos’altro.

Mi spararono addosso, fortunatamente a salve. Salve, buondì, buonanotte! Anche se impiegai vent’anni abbondanti per ricucirmi le ferite. Rambo non fu un impiegato comunale ma impiegò assai meno tempo per fare il bracciante? No, per cucirsi il braccio. Dovetti abbisognare di molte letture di filosofia orientale per sublimare il patimento abissale e carnale scagliatomi contro, per curarmi da un mio evidente, incontrovertibile disagio sociale abbastanza inspiegabile e madornale. Guardate, fu un calvario approfondire tutti i libri concettualmente ascetici di Banana Yoshimoto, non farmi fregare dalle carinerie di Osho, continuare a reputare Kundun di Martin Scorsese una pellicola sbagliata, amando invece Mishima, soprattutto quello delle sceneggiatore di Taxi Driver.

Sì, malavitosi e nerd odiosi, villani adulti bavosi ed attentatori ignominiosi, affamati a morte della mia anima più pura e intonsa della neve a Natale, eh già, provarono a sporcarmi in maniera vergognosa. Accusandomi addirittura di essere la protagonista di Hardcore. Roba da mattti. Mi beccai pure la patente di disadattato quando in verità fui amante solo del libro De måske egnede.

Uhm, film sopravvalutato anche First Reformed sempre di Paul Schrader. Meglio Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Meglio Lamerica o Così ridevano? Anche Il ladro di orchidee di Spike Jonze.

Se Dio esiste, deve sostituire suo figlio, che siede alla sua destra, con Spike. Her è un film paradisiaco.

Spike stette con Sofia Coppola. Il giardino delle vergini suicide è un bel film, Kirsten Dunst è da suicidio, anzi da infarto ma credo che sia più bella la pellicola La vergine dei sicari di Barbet Schroeder.

È anche più bello Mickey Rourke di Barfly, malgrado sia appesantito, rispetto a quello di The Wrestler in cui è palestrato ma pure invecchiato. O no? Ah ah.

Detto questo, guardi questo filmone di Aronosfky ed è meglio, fidatevi, del virtual sex sparato sopra… un vecchio dvd con Jill Kelly.

Jill era magnifica. Non solo nei porno. He Got Game docet.

Comunque, non può piovere per sempre disse Brandon Lee ne Il corvo. Ora, Jill ha la sua età e usa non solo l’ombrello, utilizza le mutandone da tardona. Cioè, non è più una milf. Ah ah.

A James Deen di The Canyons, continuo a preferire James Dean di Gioventù bruciata.

Invece, a Liz Taylor de Il gigante, preferisco Kendra Lust.

Ultimamente, direi che mi sono riallenato parecchio. Possiedo infatti un cuore zen, pugnace, inarrendevole, combattivo e al contempo riflessivo, dotato innatamente di una ferrea disciplina auto-regolatrice delle mie emozioni spesso rabbiose. Seppi soffrire infatti con zelante “abnegazione”, tenendo tutto dentro a mo’ di Rocky Balboa, giudicato troppo presto un cocone così come Tommy Morrison nel quinto capitolo dedicato al marito di Adriana/Talia Shire. Però, a forza di contemplare l’apollinea perfezione del mio essermi reincarnato… in Keanu Reeves, omone forse bisex di sicuro con grossi ormoni, uomo scultoreo il cui carisma fa rima con perdizione, no, perfezione, persi di vista Charlize Theron de L’avvocato del diavolo. E saltai pure la colazione…

Per di più m’inflissi pene… corporali non certamente eccitanti alla pari della Theron nel vecchio spot del Martini, veramente tanta roba… storica.

Sì, Charlize è sudafricana. Insomma, una terrona. E io, ammirando la sua bellezza da extraterrestre, no, forse mirandogliela da Incontri ravvicinati della terza t… pa, non poco in passato, avendo origini meridionali, vissi all’equatore anche quando, nella mia città, la temperatura scese di tantissimi gradi. Persi quasi la vista e ora mi manca mezzo grado all’occhio sinistro.

Comunque, non date retta agli oculisti. Aveva ragione Checco Zalone… io ci vedo (quasi) perfettamente.

So inquadrare la vita, non solo questa, da cecchino infallibile. In quei momenti tostissimi come l’attività dei fachiri più stacanovisti, no, facchini, fui molto provato e feci la figura del tacchino. Il giorno del Ringraziamento! Sì, provai molto calore ma persi qualche caloria. Insomma, mi diedi da fare. Un lavoro durissimo, sapete. Bisogna esperirlo da uomini che non devono chiedere mai al fine di poter un giorno esseri orgogliosi davanti allo specchio dopo una rasatura con le lamette della Gillette. Massimo Giletti non mi è mai stato simpatico e non vado matto per il gilet.

Vogliamo dircela tutta? Senza balle? Ero un cesso o solo sul divano me la tiravo di brutto? Non lo so. Fatto, sì, ho detto fatto… sta che i genitori hanno un’unica fissa. Desiderano per i figli una sana occupazione, ovvero il posto fisso. Non vi fissate, andate crocifissi. Di mio, posso dirvi che non ero sistemato ma per le feste combinato. Ripeto, mi facevo il culo, anche solo onanisticamente, e vi garantisco che era un lavoro stabile e duraturo…

Rimasi spesso (s)teso ma ugualmente ebbi molto freddo, quasi morendo morto di quella… o solo assiderato, oserei dire allupato. Non molto, di spirito vitale, slanciato. Rasato, sì, depilato metaforicamente più della piattezza degli 0° Fahrenheit. Temperatura allineabile, non so se a livello del mare o del male, alla mia autostima raffreddatasi più di colui che, nell’incipit di Basic Instinct, viene morto ammazzato e assai trucidato di tritaghiaccio dopo essere stato da Stone Sharon (?) cavalcato.

Vissi in modo stoico da vero eroe. Più che altro di autoerotismo veramente sfigato…

Che poi anche questa panzana degli sfigati e dei dogmi inerenti l’essere tali, ecco, appartengono alla “cultura” adolescenziale. L’adolescente medio ragiona così, essendo malato di mente. Sì, nel cervello, non solo…

se uno vuole apparire figo è uno sfigato.

Ecco, in Constantine, Keanu Reeves è fighissimo. Anche in John Wick. Avreste il coraggio di dirgli in faccia che non vale una beneamata min… ia? Non credo, eh. In John Wick, Keanu viene definito Baba Jaga. Ha una forza incredibile, specialmente interiore. Mah, forse praticò molto yoga oppure meditazione trascendentale. Piccolo Buddha docet.

Constantine assomiglia molto a Dylan Dog. Mentre Rupert Everett, in Dellamorte Dellamore di Michele Soavi e non di Tiziano Sclavi, non sembrò tanto “gaio” con Anna Falchi. O no? Sì, dovrei indagare sull’effettiva omosessualità di Everett a mo’ del suo inquisitore Bernardo Gui nella versione televisiva firmata da Giacomo Battiato ne Il nome della rosa.

Sì, sono un indagatore dell’incubo. Anche dell’intimo. Ma non sono un babau come Freddy Krueger di Nightmare.

Ragazzi, fidatevi, furono attimi davvero duri in cui mi diedi alla contemplazione e dunque nutrii una spiccata propensione verso l’elevazione. Non so se solo spirituale…

Ora, oggi come oggi vanno di moda i cinecomic.

Praticamente, per il piccolo o grande schermo, hanno trasposto i maggiori supereroi di sempre.

Ne manca però uno alla cappella, no, all’appello. Appello, ho detto appello. Cioè il protagonista di questa sigla indimenticabile:

Solitamente, sotto Natale mi auto-regalavo un Pandoro.

Quest’anno, ho regalato alla mia lei un anello di Pandora.

Sì, per tutta la vita mi presi la patente di Fantozzi.

La mia lei mi vide e mi chiese senza peli sulla lingua:

– Ne sei sicuro?

 

Voi, adesso, ne siete sicuri? Ah sì? Siete scuri o sbiancati? Allora vi meritate i falsi buonismi di John Lennon. Comunque, John Lennon era un genio. Anche Ken il guerriero. Pure Tyler Rake. O no?

Diciamo che più che assomigliare a Keanu Reeves, sono Al Pacino de L’avvocato del diavolo. Forse.

Dunque, a ogni ieratico, no, esaltato dico questo:

devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… 

 

 

di Stefano Falotico

Discorso di Santo Stefano, dovremmo conservare la festa del Natale ma abolire tutti i falsi sacramenti, aborrire i battesimi, i matrimoni e anche i funerali…


26 Dec

48428600_10212738557401665_1998197692961914880_n 268436 00708401

 

Sì, ieri son stato da mio cugino, a Prato. Quest’amena, buffa città dell’entroterra toscano, poco distante da Firenze. Che ha combattuto per tantissimo tempo al fine di diventare provincia e soltanto nel 1992 è diventata un capoluogo.

Sì, credo di avere imparato ciò da poco. E da altre parti, in tempi assai recenti, ho scritto che non è affatto provincia. Sì, sono sbadato, è la mia caratteristica. Ero rimasto indietro. Io sono del ’79 e, quando da piccolo spesso me ne recavo, Prato non era provincia di niente. Da bambino ci vivevo perfino. Mia madre, laureatasi in Biologia a Firenze, aveva trovato lavoro, non ancora di ruolo, da quelle parti e girava da un paesino all’altro ove insegnava alle scuole medie. Che vita eccezionale… di continui viaggi spossanti e quasi mai un attimo di riposo. E manco scopava molto perché, appunto, mio padre non c’era. E, semmai, mio padre nel frattempo si rallegrava da solo, guardando le vallette di qualche varietà in tv. Sì, credo che gli piacesse Milly Carlucci. E ho detto tutto.

Molti miei parenti materni stavano e stanno tutt’ora a Prato. In prima linea, i genitori di mia madre, ovvero i miei nonni. Mio nonno è morto una decina d’anni fa, mia madre due anni or sono. Forse tre. Non ha molta importanza. Dopo che l’hanno malcurata al cuore. Poteva vivere ancora ma i medici, omertosi e bugiardi, la operarono scelleratamente e, sbrigativamente, ricucendo tutto alla buona come il chirurgo Totò di Totò Diabolicus, quando mia nonna schiattò dopo giorni di sofferenza estrema, preferirono oscenamente glissare, sussurrando… abbiamo fatto il possibile ma comunque era già molto anziana, è morta oggi ma, anche se fossimo stati meticolosamente scrupolosi, non le restava molto da vivere.

Bello schifo. Inutile tentare cause in questi casi. I medici hanno sempre il cosiddetto coltello, anzi, bisturi dalla parte del manico.

Ecco, mia nonna, quando io neppure frequentavo le elementari, mi teneva a casa sua perché mia madre era al lavoro. E mio padre a sua volta lavorava intanto a Bologna. Ma questo l’ho già detto o accennato.

Così ho fatto l’asilo a Prato. E, ogni volta che mio nonno tornava dal lavoro nella pausa pranzo per poi riprendere nel pomeriggio a far la guardia in banca, io, già tornato dall’asilo, gli urlavo dal balcone… hai portato i soldi e da mangiare? Ah ah.

A Prato vivono anche alcuni parenti di mio padre.

Sì, i miei genitori, come i miei parenti, sono del meridione ma quasi tutti sono emigrati al nord in cerca di maggiore fortuna. E quest’emigrazione, questa specie di esodo biblico si è spaccato in due tronconi. Fra quelli che si son stabiliti e stabilizzati a Prato e altri, non tantissimi invero, che son venuti a Bologna, ove io sono nato. All’ospedale Sant’Orsola.

Di tanto in tanto, quasi mai a essere sinceri, torno appunto a Prato, soprattutto nei giorni delle festività comandate, come Natale o Pasqua, date pressoché inderogabili. Che palle…

Ma torno solo da mia zia e mio cugino. Mio zio, il padre di mio cugino, è morto assai prematuramente dopo che si era già separato ufficiosamente da mia zia, sebbene divorziati a livello legale non lo siano mai stati.

E mio cugino ora abita dalle parti di Siena assieme alla sua compagna con la quale convive.

Ma, ovviamente, nel giorno di Natale, va a far visita a sua madre e pure io, a mia volta, faccio visita a loro.

Quando sono a Prato, mi sembra di essere precipitato in una realtà da Frittole, sì, l’immaginaria cittadina medioevale di Non ci resta che piangere.

– Ma veramente siamo nel 1400?

– Eh, quasi mille e 5.

Non che Prato, al di là delle sue costruzioni appunto medievali, non si sia modernizzata. Anzi, tutt’altro. È ora una delle città dalla cultura più fiorentina, no, fiorente. Culla di menti geniali, di fumettisti creativi, di artisti sopraffini.

Ma basterebbe il suo duomo, la sua cattedrale, ad attestare che Prato è figlia di un’altra epoca.

La cattedrale di Prato è stata eretta secoli fa ed è una delle costruzioni più antiche d’Italia. Pieve di Santo Stefano…

E la gente, nonostante oggi si sia globalizzata e internettizzata, ha conservato quel ruspante modo di fare schietto, alle volte anche fastidioso e troppo invadente, da amiconi, sì, un po’ alla Amici miei.

E tutti, a Natale, si abbracciano come fossero amanti, si salutano calorosamente, bevono e si ubriacano da compagnoni.

Una realtà ben diversa da quella bolognese. A Bologna, la gente è molto fredda. Forse più raffinata o forse solo più ipocrita. Non lo so…

Mio zio defunto, il padre di mio cugino, si chiamava Piero. Io avrei dovuto chiamarmi Pietro. Sapete bene che un’usanza tipica del meridione è quella di affibbiare lo stesso nome del nonno paterno al primo nipote maschio.

Dunque, mio nonno paterno, chiamandosi Pietro, anche lui morto oramai da un pezzo, ci rimase malissimo quando mia madre decise di chiamarmi Stefano. Distruggendo le tradizioni di famiglia… Pietro proprio non le piaceva. Ma, per dare il contentino a mio nonno, come secondo nome all’anagrafe mi diede Piero, sì, come il mio ex zio. Doppia presa per il culo, ah ah.

Sì, la Toscana si è sempre professata portavoce e detentrice della Lingua italiana, è stata la patria del Dolce Stil Novo.

Quindi, Piero, come Piero della Francesca, facevamo molto Santo Stefano rinascimentale. Ah ah.

Mah, la Lingua italiana è una balla che sia stata inventata dai toscani e dal Petrarca. Noi abbiamo origini latine, greco-romane, arabe, sicule, la dovreste finire con questi (capo)luoghi comuni.

Ché poi avrei da dirvene anche sul Petrarca. Sì, non il celeberrimo poeta del cazzo, bensì uno psichiatra da cui andavo, che aveva appunto lo studio a Firenze. Di me, come tutti, non capì una minchia e mi prescriveva farmaci totalmente sbagliati.

Mah, devo esservi sincero. Ho un’amica su Facebook, con la quale vorrei stringere qualcosa che vada oltre la semplice amicizia, con cui curarmi, ah ah, che si chiama M… a Petracca. Sì, Petracca, non Petrarca. E nemmeno patriarca! Secondo me, è molto più brava del Petrarca, ma soprattutto più bona… Che figa la Petracca, sono anni che cerco di scoparmela. Diciamocela! Ah ah.

Lei mi riempie di apprezzamenti ma ancora non si sente in grado, aggradata diciamo, di essere da me riempita di un duro appezzamento… Ah ah.

Sì, con questa salirei… di molti gradi ma devo procedere gradualmente. Ah ah.

Fatto sta che, nei giorni di festa, mi sento sempre infelice. E mi son pure riguardato Changeling, uno dei film più cupi del mondo. Vi è John Malkovich. Non so se lo sapete. Malkovich, che ha aperto vari atelier di moda, si è comprato una casa a Prato, davanti al Duomo. Sì, Prato è famosa anche per essere all’avanguardia nelle industrie tessili. E, tra un film e l’altro, John va a Prato. Adesso, pare che sia a Roma a girare The New Pope del Sorrentino. Sì, vorrei essere John Cusack di Essere John Malkovich, per sapere che cazzo c’è nella testa di uno che, come il Cusack, fa John di nome e Malkovich di viso anomalo…

Malkovich ha sempre avuto la faccia dello psicopatico pedofilo. E gli hanno dato spesso parti da cattivo maniaco come Nel centro del mirino…

Invece, in Changeling, fa la parte di un prete che salva la Jolie dal manicomio e assieme a lei combatte affinché venga punito in maniera esemplare un pedofilo assassino.

Quindi, l’altro luogo comune secondo il quale dalla faccia di una persona capisci tutto… è una stronzata monumentale. Andate a dirlo a quel morto di fame del Lombroso. Secondo le sue teorie psichiatriche di merda, se uno aveva una faccia da lupo, era socialmente pericoloso… Per fortuna è crepato questo porco.

Insomma, dobbiamo evolverci. Perciò, facciamola finita pure coi battesimi e tutto il resto.

Un bambino non ha coscienza e invece i genitori lo battezzano, obbligandolo sin dapprincipio a diventare un cristiano. Lo portano a catechismo e lo indottrinano.

I musulmani, d’altro canto e di contraltare, ah ah, credono a quell’Allah e poi si radicalizzano, divengono fondamentalisti e abbiamo il terrorismo.

I buddisti sono poi quelli peggiori. Visto che, avendo creduto a Cristo, l’hanno preso in quel posto per essere stati troppo buoni, disconoscono il cristianesimo e si danno alla contemplazione. Ma andassero a dar via il culo.

Io abolirei pure il matrimonio. Ché poi, appunto, come mia zia e mio zio, si litiga e il divorzio costa un occhio della testa. E a rimetterci sono i figli.

E finiamola anche coi funerali. Il dolore è qualcosa di pudicamente privato.

Sono orribili i funerali. Muore un tuo caro, la persona a te proprio più cara e, anziché potertene star tranquillo a soffrire in silenzio, devi svolgere i preparativi per la messa, comprare la bara, contattate le pompe funebri e persino sorbirti parenti e amici falsissimi nel giorno dell’ultimo addio.

Sì, i parenti non si scelgono. Gli amici, sì. Le donne, anche. Sì, sono terrificanti i funerali.

Arrivano a farti le condoglianze delle persone a te apparentate solo per albero genealogico con le quali non hai mai avuto niente da spartire.

Che ne so, tu sei un prete come Malkovich e invece un tuo parente è un troione che fa turismo sessuale.

Ecco, vediamo di finirla con questi rituali, con queste falsità.

Di mio, ho appena ordinato l’unica copia rimasta in Blu-ray di Changeling. Edizione inglese con audio in italiano perché in Italia, un Paese d’idioti, il Blu-ray non esiste.

Qui da noi esistono e hanno successo soltanto le idiozie, le banalità, le festicciole, le scemenze.

E ho detto tutto… Ecco, dopo tutte le batoste che ho ricevuto, abiuro?

Io non abiuro manco per la Petracca. Grande figa, la Petracca. Ah ah.

jolie

In questo rigido clima prenatalizio, mi sento Tito, sì, come Andronico, il cognome di un mio amico, un terrone sanguigno


23 Dec

MV5BMTgwNDU4MDcyOV5BMl5BanBnXkFtZTcwMDQxNzIzMQ@@._V1_02277817

Ecco, partiamo dal mio palazzo. Una congrega di fattucchiere, di pazzi, di stregoni, di maghi e incantatrici. Me non m’incantano. M’incantavo solo sul culo della figlia del Fiorini, un culo incantevole. Prendevamo assieme l’ascensore e io, in quel frangente ascendente, respiravo l’odore lieve del suo farmelo salire imbarazzato. Camuffavo sempre l’evidente erezione grazie al mio giubbotto lungo di pelle che arrivava quasi fino al ginocchio. Ah, gran gnocca. Era timidissima con me, io ancora di più. Me la facevo nelle mutande, ah ah. Poi, chiavavo… la porta del mio appartamento. Ah, con quella non c’era speranza. Bella era bella ma, cazzo, era una moralista bigotta con tanto di cintura di castità nel cervello. Per sprangarla, dovevi chiamare Ash de L’armata delle tenebre, sì, quello del reparto ferramenta.

Il marito della mia vicina di casa invece mi è sempre parso Bob De Niro di Nascosto nel buio. Un lupo che pare un angioletto, educatore falsissimo di sua figlia. Ha sempre temuto, da troppo premuroso qual è stato, che la sua prediletta, unica pargoletta impazzisce. E, dopo Ragioneria, anziché invogliarla a studi più affini alla sua anima strappalacrime, la inibì completamente. Codesta, dovete sapere, era una patita di Claudio Baglioni, eh sì, l’avrei vista come laureata in Scienze Pedagogiche, come futura maestrina castratrice delle voglie adolescenziali sanissime dei suoi allievi libidinosi in piena crescita ormonale, inculcando loro in testa e nei testicoli canzoni retoriche da Strada facendo e ficcandoli… a vedere Piccolo grande amore con Raoul Bova, uomo sul quale si masturba ancora segretamente, immaginando di esser bona come la Snellenburg. Suo marito è invece creaturale, tenerissimo, già, è quello de La forma dell’acqua. Ho detto tutto. Sì, non scherzo, per non annegare, travolto dalle umiliazioni poiché dalla nascita dislessico, gli son venute le branchie. Mah, adesso fa la cura dimagrante e mangia solo il formaggio Leerdammer, ideale per i panini e la carne nuda e cruda della sua cultura bovina. Ma torniamo al padre. Accortosi che la figlia non gliela poteva fare, la sbatté dietro la scrivania, raccattandole un lavoro da mezza segretaria del cazzo. Contento lui, contenta lei, contenti loro che guardano Buona Domenica.

Sì, il marito della mia vicina è De Niro del film di John Polson. Con tanto d’impermeabile giallo e lui che spunta fuori dalla cantina coi barattoli di marmellata e incesti, no, cestini di frutta. Per ipocrisie familiari psicologicamente parricide a base di vite spremute e acide come il limone.

Ah, la figlia d’estate, dopo essersi depilata le cosce, spendendo tremila Euro perché durante l’anno l’è cresciuto un muschio da addobbo dal presepe, va a Riccione con tanto di ricciolini da Teresa Mannino e mangia, sulla spiaggia, pesche lisce come la pelle delle gambe di Diane Lane dei bei tempi. Ah, Diane Lane, era da riscaldare come la lana. Da esserle frusciante lungo tutto il corpo come Tarzan con le liane.

Appena però si tuffa al largo, la ritenzione idrica mette in mostra ogni smagliatura e lei appare davvero per quel che è, senza trucco e senz’inganno. Cioè Bette Midler di Hocus Pocus.

In fondo, comunque, è una buona famiglia. Potrebbe piacere a Robert Redford, paladino delle vite dolcemente democratiche. Anche a Patrizia Rossetti, quella delle televendite. Con questi farebbe una fortuna, Patrizia. Riuscirebbe a vendere loro anche un materasso coi chiodi, dicendo a costoro: – Oh, finalmente qui potete godervela.

Sì, si son comprati il lettino della Rossetti. Convinti che erano chiodi morbidi come L’Eminflex.

Tralasciando il mio palazzo, assisteremo ancora alle infuriate di Vittorio Sgarbi, l’unico uomo di cultura che, ogni tre frasi, urla vai a dar via il culo come neanche un camionista puttaniere del comune denuclearizzato di una cittadina lombarda.

Dal primo gennaio va in pensione. In manicomio, no? Non è che Vittorio farà la fine di Jeremy Irons in Die Hard – Duri a morire con Aldo Busi nella parte di Bruce Willis?

Con Vittorio che gli urla capra, capra, capra e Busi che gli dà del mentecatto e chiama la neuro?

Di mio, sono ancora Macaulay Culkin di Mamma, ho perso l’aereo. I ladri e gli adulti porci vogliono derubarmi, soprattutto l’anima, ma li fotto io e mi guardo pure i vecchi noir.

Sì, fra l’altro, non so se avete notato, in quei film gialli ci son sempre delle fighe pazzesche. Rita Hayworth, Ingrid Bergman, Greta Garbo, Scarlett Johansson di Black Dahlia, storie di uomini duri e di donne coi reggicalze. Di prostitute ambite, di regine maledette, di femme fatales impertinenti.

Sì, sì, ce lo spariamo questo filmetto… perché, in questa notte buia e tempestosa, come si suol dire, ho bisogno di una vicenda contorta e di una passera solitaria un po’ puttana.

La gente è sempre stata preoccupata per me. Diceva… ah, ma stando Home Alone, tal Falotico diventerà scemo. Perché mai?

Da soli, senza rotture di coglioni, puoi scoparti chi vuoi, virtualmente e non, quando lo desideri e non devi timbrare neanche il cartellino per tirar su famiglia e semmai una figlia sciroccata, depressa, sciocca e demente.

Buon Natale a tutti gli scemi del villaggio, a chi a fine 2018 guarda C’è posta per te, a chi ascolta Giorgia che stupra Una storia importante di Ramazzotti in radio, a chi si crede intenditore di Cinema, recitando a pappardella le sinossi di FilmTv.it, e soprattutto agli idioti che dicono al prossimo di soffrire di disturbi psichici e dal cielo, di giustizia divina, gli è arrivata una mazzata che neanche un fuoricampo di Joe DiMaggio.

Lezione di vita numero quattro, dopo le prime tre di Ronin.

E dopo il Decalogo di Krzysztof Kieślowski.

Sono uno stronzo fuori di testa, cinico e porco? Magari, sarei ricco e invece spero che mi assuma la donna delle pulizie, appunto, del mio palazzo. È l’unica che salvo di questo stabile. Non sa leggere ma sa detergere… sì, come scopa lei, nessuna. E dovreste vederla, da dietro, come pulisce con lo strofinaccio le scale. Sì, lei è lì, chinata a novanta sulle scale e io, prima di pigliare l’ascensore, di occhio indiscreto della fotocamera, scatto impunemente un selfie che può sempre servire nel caso dovessero licenziarla. Ah ah.

È molto buona questa delle pulizie. Io di più. Ah ah.

La gente non ha avuto alcun rispetto delle mie passate, potentissime sofferenze fisiche e psicologiche. Sì, non ho vergogna a confessare delle mie paure e delle mie giuste angosce di anni e anni or sono. Anzi, se mi ammazzavo o mi sedavano come un cavallo, se tutta la mia rabbia, dovuta ad anni di menzogne, raggiramenti, prese in giro invalidanti, suggestioni sferzate senza sprezzo del pudore, attacchi alla sessualità e altre orripilanti bassezze simili, se in seguito a offese animalesche, mi fossi ribellato, come infatti furiosamente è avvenuto tragicamente, la gente, delittuosa e criminale, tanto criminale che, inducendomi a reazioni così scellerate, volle far passare me per delinquente, sarebbe andata a festeggiare, a brindare perché un coglione in meno s’era tolto dalle palle. E, mentre loro tracannavo come maiali, io me ne stavo solo al freddo come Kinski di Nosferatu. Con in mano solo le foto della donna delle pulizie. Ah ah.

E mentre loro ridevano, ballavano, si ubriacavano, scherzavano, io dovevo star accorto a zittirmi, imprigionato nella falsità e nella loro vigliacca omertà.

Per anni, durati un tempo infinito, sì, a molti non è importato un cazzo di me. Assolutamente. Ero solo l’autista, il diverso che diverso non è affatto, anzi è decisamente meglio, il pagliaccio da deridere perché accusato di superbia, il burattino con cui giochicchiare negli attimi di noia, il genio malato da mutilare, dimezzare, castrare e demoralizzare, da non cagar di striscio e al quale in faccia compassionevolmente sogghignare dietro le spalle, anzi, come dico io, per le loro fottute palle. E a nessuno è mai fregato nulla di quello che provavo, sentivo, se ero innamorato, se ero incapricciato, perfino, se ero appunto folle o se mi straziavo nella malinconia, se leggevo mille libri e fantasticavo da sublime poeta, se mi arrabbiavo, tenendo tutto dentro, o mi frustravo nel mutismo più avvilente e impotente. Nessuno, nella maniera più totale, sconcertante, agghiacciante, nessuno che sia venuto a casa mia a risollevarmi. No, nessuno.

A nessuno è mai, fra l’altro, diciamocelo, importato se mi piaceva Shannon Tweed. Oh, Shannon era una zoccola da avere.

Anzi, appena mi sono mostrato, appena ho avuto il coraggio di confessare il mio animo, giù di altre infamie, di altre porcate, di altre recisioni alla coscienza. Di altre superficialità, idiozie, banalità e amenità. Di altre scorribande vili e turpi perché da dietro un pc, con un ottimo profilo falso, si può sparare a zero e poi aspettare che il fesso di turno, in tal caso il sottoscritto, s’infuochi per addebitargli così qualche mentale disturbo. E continuare a ridere da matti. Uh ah, ah ah, che divertimento! Che festone!

E dunque, dinanzi ai loro mali, per quanto devastanti e orribili, non m’impietosisco. Di certo non gioisco ma nemmeno piango. Al massimo, rifletto.

Rifletto e soffro anche. Sono partecipe del loro dolore.

È anche il mio. Così è.

Parola del Signore.

Parola del Punitore.  Dei suoi sbagli.

Sì, in verità ho punito solo me stesso. Pensate, dopo esser venuto sulla foto di quella delle pulizie, andavo dal prete a dirgli che questa qui era il demone Pazuzu de L’esorcista. Cristo! Questa delle mie pulizie, pensate, mi ha posseduto totalmente.

Tant’è che, da una vita non ascoltavo più Zucchero e il suo album Oro, incenso e birra, mentre l’altro giorno, totalmente schizzato… ho cantato a squarciagola Diavolo in me!

Parola del Salvatore, cara società schizofrenica di merda.

Parola del più forte di tutti. Sì, qualche volta. Quando me la tiro… e me ne sbatto.

Del più immensamente cattivo. Del più autenticamente buono e che ha persino concesso il perdono.

Sì, sono cattivissimo. Mando le mie foto alle modelle troie da tanti uccelli su Instagram per ricordare loro che c’è un cazzone in più.

Del più spietato, del più bravo, del più veloce, del più vero.

Oddio mio, oh, Gesù!

Oh, Madonna santissima!

Parola dell’angelo sterminatore! Soprattutto di sé stesso. Scusate, ora devo mangiare un torroncino.

Questa vita è stata una tragedia. Come quella di tutti. Era meglio se Dio, anziché creare il mondo, se ne fosse rimasto ficcato nel suo buco nero. Ma non quello della Vergine Maria. Pensate, la maggior parte delle persone a Natale festeggia uno che pensano che sia nato per inseminazione spaziale. Sì, Christopher Nolan, con la storia dell’inseminazione in vitro per Via Lattea, potrebbe girare una puttanata fantascientifica più figa di Anne Hathaway. Sì, tanto la gente si beve tutto. E abbocca alla favoletta di un mulatto della Palestina che si è fatto uomo perché così i centri commerciali vanno a nozze di spese, regalini e puttanate varie.

Ho detto tutto. Insomma, festeggiamo pure come sempre questo Natale. Se pensate che a Natale siamo uomini migliori e più buoni, non è così, se pensate che a Natale le lasagne sono più buone è così.

E sapete perché? Perché la domenica tua madre le fa tanto per farle, a Natale non vuole fare brutta figura coi parenti.

di Stefano Falotico

 

In questa vigilia di Natale, vigilo sui barboni camuffati da ricconi, son anche Virgilio nella veglia e non vigile, la mia cinica misantropia lodo, non lordatemi, non sono un lord


24 Dec

pol29

Ho appena finito di mangiare pasta col pesce, pesce che profuma di verace pesca, come quella di Jim Belushi nell’ultimo film di Woody Allen. Pesce allevato nella marea delle mie apnee esistenziali, da cui son risorto come una sogliola, forse una sola, ma domani non nevicherà, e ci sarà il Sole.

Noi, uomini soli apprezziamo la cucina fatta in casa, i manicaretti delle nostre emozioni che non sono alla mafia ammanicate e che alla borghesia che guarderà Una poltrona per due preferiremo sempre l’onestà della vita, anche triste, che non dà seconde possibilità, ma sa gustarsi un secondo a base del nostro procedere da prim(at)i, nel mondo come gamberi. Ah, avete preso un granchio con me, perché ancora l’uccello sgranchisco e lo scaldo in “forno”. Arrostendolo nel “rosolarlo” con chi ama la mia “ascensione”. Per le mie donne, son cioccolata pasquale. Ah ah. Sì, anziché farmi largo nel mare della vita, cammino all’indietro, elucubrando di nostalgie insanabili e ammirando il ricco fiorir di luci intermittenti del mio cuore acceso-spento. Mentre in radio passa un’altra canzone “ecumenica”, mentre qualcuno in guerra ammazzerà un innocente, mentre a Mezzanotte il parroco darà la benedizione anche ai figli di puttana più maledetti, io mi trastullo ancora nel poltrire, lontano dal porcile e dalle false chiese. Poiché, non chiesastico, son uomo che è nato domani, povero Cristo che il giorno dopo festeggia anche l’onomastico mentre un’altra angoscia adesso mastico, fra aragoste di questo Dicembre freddo, menomale, ché non è Ferragosto, e rimanendo agnostico, a molta società sto sullo stomaco. Ostrica!

Qualcuno, tempo fa, ironizzando sulla mia esistenza, disse che dovrei essere il cavaliere di Roma Nord. Sì, gentaglia che è meglio vada a leccare il culo al suo “direttore” del becero romanticismo retorico di cui, tronfio, s’imbroda, spassandosela con un’oca che, fra qualche anno, ingrassando, diverrà un’orca. E, in questo accomunarsi di esser orchi, lerci e porci stasera celebreranno l’idiozia inguaribile della loro scemenza, a base di balli e canti, del lor far i galli, pensando di esser belli. Invero, son beoti ed è incosciente lor “beatitudine” dell’ebetudine. D’altronde, il Natale gliel’hanno creato apposta. E, dopo aver bevuto del vinello, faran l’amore nel tinello, ridendo alla miseria della loro “ricchezza”.

Di mio, solfeggio con la carta stagnola delle mie emozioni giustamente raggelate, ché fra qualche minuto gusterò un gelato alla fragola, remoto da sciocche limonate e dalla cultura della meccanica arancia. Mi arrangio e, se trovo una donna che mi piace, la registro per onanismi, sì, questo faccio e così me la faccio, mah, onanismi senza moralismi, che rallegrano quell’edonismo puro che mi conserva “erto” come dev’essere l’uomo che ama il dopobarba del suo erotismo discutibile.

Se non vi piaccio, fate di me quello che volete, ma son nato nella mangiatoia e i re magi mi regalano la birra, oltre a incensarmi con dell’orto senza le vostre galline e maiali. Loro lo lascio a Berlusconi e ai vecchietti coi loro giochetti.

 

di Stefano Falotico

Auguri di buone feste da parte di un uomo giocondo


17 Dec

25348407_10210225353333134_1012366313122753050_n

JOHNNY HANDSOME, Mickey Rourke, 1989, (c)Columbia TriStar Pictures

JOHNNY HANDSOME, Mickey Rourke, 1989, (c)Columbia TriStar Pictures

Sì, il tempo passa e so che, guardandovi allo specchio, notate come le rughe vi hanno raggrinzito in una posa putrescente. Sì, il tempo scalfisce, insiste sulla vostra pelle che, corrugata, non è briosamente fresca come quando la giovinezza vi spronava a esser ardimentosi e a intessere le vostre giornate di voraci amplessi. Ah, la giovinezza v’è sfuggita e ora fate “promemoria” di ciò che val la pena vivere, enumerando le delusioni e contentandovi di ritirare soldi mal guadagnati, pen(s)ando ininterrottamente su come ardeste i vostri sogni per “intingerli” nel più bieco moralismo, rinnegando quel vostro essere graziosamente allegri, mentre oggi, intristiti dall’opalescenza di (r)esistenze non più vibranti ma al grigiore virate, malinconici annegate nell’afflizione d’insulsi dì ove fate la lotta al prossimo che vi par disturbante. Nella patetica tranquillità della più gelida falsità. Ah ah. E questo vostro gioco pettegolo e maligno sempre più mi disgusta e, nella mia “nausea” al di là delle fottute chiacchiere stolte, m’immergo in lidi lindi di spensierata vacuità. Una vacuità che riempio d’immaginazione e voli pindarici della fantasia, planando oltre le mediocrità abominevoli dell’uomo castigato nella sua borghese fallacità. Così, “pesco” una sigaretta e la metto in bocca, accendendomi nel bruciar di passioni vere mentre il mondo, cinico e abietto, deteriorato e da me giustamente vituperato, insegue l’effimero, illudendosi che il domani sarà più lieto e migliore. Invece il putrido viscidissimo si attacca alle vostre ossa e prosciuga sempre più le vostre sincere emozioni, sì, il tempo nelle anime vi lussa e oramai vi siete dati soltanto alla più animalesca lussuria. Ah, meglio io che me la russo… Vi conosco, sapete? Sempre a predicare, a favellare e poi poco, concretamente, a combinar qualcosa che sia anche fantasticamente affascinante. Siam invasi da esibizionisti e tutti, galleggiando nel vuoto delle loro mentali, miserrime, orrende “ordinarietà”, sono equilibristi soltanto di una triste erroneità. Persi nel fraintendere il senso della vita, e viaggiando su distorte, bacate mentalità.

Mentre di tutta boria e insipidi eloqui vi agitate con mostruosità, io fumo con placidità nel far sì che le mie depressioni nella fulgidezza sfumino come un gabbiano nella brezza, e godo di questi attimi ridenti di me così soavemente suadente, festante e anche saviamente “farneticante”.

Troneggiante nel mio ber tanti caffè, son uomo di genialità “fai da te”, non ho l’aplomb inglese di quelli che alle cinque del pomeriggio bevono il tè ma a chi mi vuole male faccio tiè e a chi voglio bene do un po’ di me.

Così è. Andate in pace, fratelli, e scambiatevi un segno di pace.

Io vi benedico mentre il fumo della sigaretta annerisce di pece ogni muso e muro ottuso.

di Stefano Falotico

Presto sarà Natale e io mi coloro malinconicamente da Ebenezer Scrooge


12 Dec

25348411_10210191447485509_945913542598357783_n

Sì, festa forse pagana il Natale, o soltanto cristiana, in cui si celebra la nascita del bambin Gesù, a cui il destino avrebbe destinato l’immortalità perché si fece uomo tanto amato e miracolante quanto angariato, vessato e crocefisso perché volle diffondere il messaggio di Dio e morì sotto Ponzio Pilato secondo il “plebiscitario” voto del pubblico alla Grande Fratello che lo considerò un traditore della “patria”. Ciò non è successo a Berlusconi, il “re” del “miracolo italiano”, che s’immolò al sesso e al successo, ed eternamente il suo nome “valoroso” verrà affisso per le strade del Belpaese a intitolazione della sua memoria quando morirà sputtanato da Loro di Sorrentino. Invero, Gesù salì al cielo e siede alla destra del Padre, colui che vi giudicherà perché cazzeggiate troppo su Facebook e bevete il caffè senza gustar l’aroma dei vostri sogni perduti che illusoriamente credete ancor virtuosi, coccolandovi nell’idea che la vostra vita migliorerà e, leggendo l’oroscopo delle racchie megere, da allocchi abboccherete alla stronzata del futuro speranzoso. Realisticamente, vi dico che molte vostre vite sono già segnate dai vostri cuori impuri, e sono stigmate che non potete curare leccando il culo al prossimo in punto di morte. Io son figlio prodigo, nacqui prodigio(so) e spesso nel dolce far niente mi arenai. Ma, arenandomi, scoprii la mia pelle ignuda fra le malignità ignominiose che la mia anima escoriarono. Eppur son adesso ambito da donne alla Maddalena che di buona lena mi spronano nel continuare a essere uomo che spinge, e son bellamente piccanti come la Bellucci de La passione di Cristo del Gibson? No, di Malèna. Sì, a brevissimo saremo invasi da film religiosissimi perché viviamo in un Paese che affonda nella melma eppur ha tempo per credere a queste fiction tediose e angoscianti, che ammorbano col senso del peccato, ed “educano” il popolo all’oppio di una religione distorta in cui la “divina” Provvidenza è la chimera a cui si ancora l’uomo bigotto e timoroso, invero moralmente eccepibile, che si appella al Salvatore solo quando non ha più soldi per pagare le bollette e quando non ha la panza piena, combinando però ugualmente porcate di “purissima” penalità. A Natale tutti diventano buoni e le donne bone, che per tutto l’anno l’hanno data in giro a “voluttà”, si castigano in vesti che nascondono le loro vergogne, intingendo la manina nell’acqua benedetta dell’ipocrisia più (s)consacrata. Ecco che gli uomini diventano ecumenici e in questa comunione di buonismi falsi come Giuda esplodono in abbracci “sinceri” quanto la “lodevole” onestà intellettuale di Ridley Scott che ammette di aver sostituito Spacey con Plummer per rispetto degli spettatori “sensibili”. Tutti i soldi del mondo di un regista “filisteo” che adora il botteghino… e non vuole rovinarsi la faccia.

Di mio, vivo spesso in modo eremitico, danzando al buio con Jim Morrison che si reincarna per concedermi un ballo letizioso, soave quanto il mio sguardo (im)pudico e pruriginoso, regalandomi il Ver(b)o del nostro essere uomini blues, forse un po’ neri, sicuramente appunto veri.

E a Natale, come Scrooge, nonostante tutto sarò felice. Sì, poi ci sarà la notte di San Silvestro e il prossimo anno Stallone Sylvester sarà ancora Balboa. Contento il Silvestro, non contenta Titti perché troppi uomini la disdegnano, son carini ma cani, e preferiscono alle donne altri uccelli passeriformi. “Canarini!” Ah ah. E Totti come sta dopo essere stato il pupone? Ah, molti film sono pappetta, eppur tutti fingono di credere al papetto quando invero fanno i papponi.

Vorrei concludere con una puttanata di barzelletta.

La maestra chiama Natale e gli dice di fare gli auguri alla classe, prima delle vacanze.

Natale si abbassa i pantaloni e orgogliosamente mostra appunto le sue palle. Palle di Natale.
Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Merry Christmas with Mangano (JOY) family, The Godfather (De Niro) docet


25 Dec

CXB7PAUU0AA7Swq

 

 

 

Due giorni a Natale!


23 Dec

23 Dicembre col Morandini 2013

Ricordate di festeggiare il Cristo, altrimenti v’indementirà, donatevi un regalo e uno scambio di “Pace”. Il mio video d’auguri.

Mentitori della demenza, ecco a voi sua Eminenza

Eminente d’alito alla menta e metano con qualche “gas” alla fine dell’ann… o.
Sì, talvolta borbotto, mugugno e vado a far visita al mugnaio. Egli sa come strizzare per bere il latte, e non s’arrabbia contro i mulini a vento. Egli è solo Don Chisciotte con la “botte piena” della “mula”.
Con cui, nella stalla, ferocemente “stalloneggia” di “purosangue”.

Amatevi e invogliatele tutte, non violentatevi. Perché potreste, da una vita rosata di vino sul divano di pelliccia, tramutar repellenti in violette vane. Evvivala vanità!

Perché accanirsi contro il buonismo? Perché far del danno a un daino come me che ha il volto da Gioconda alla Paul Dano?
Talora, quando ispirato da mattine ebbre di me nel labbro che soffia all’ebbrezza, divento ebraico, recitando il Verbo di mie parole sfilate su baffetto canagliesco.

Così, gustatevi questo video che, all’inizio, omaggia proprio Christoph Waltz “parzialmente scremato”, poi s’offusca da “Sindone” sorridente e quindi “farnetica” di faloticissimo stilema su mie “stigmate” cerebrali. Ineludibili e incancellabili, nonostante l’erosione del Tempo si concretizzò in questo 2012, ove ho compiuto proprio 33 anni. Ma non son morto, in quanto incarnato da Profeta per benedirvi affinché tutti, inchinati, non siate più manichini.

Ora, per la “lauta” occasione (previsto che ingrasserò circa dieci chili salvo opportunamente smagrirli di flessioni su qualche Donna “addominalmente” dominatrice per previste lavatrici al mio Gulliver), ho già scartato un presente.
Ah, tu sei assente? Come mai? Giustificato?
Ah, capisco. Solo… senza figa.

Può succedere se, all’alba, il “gallo” non canta e si spenna d’alopecia orripilante su “cresta” d’uno specchio in cui non t’innalzi più. L’orgoglio tuo si smarrì, travolto da catastrofi “ambientali” del tuo fegato. Organo che s’afflosciò e, bucherellato da troppi bocconi amari, ti sta inghiottendo nell’evacuarti.
Allora, aggiustati il bavero, e abbeverati ancora alla vita.
Fuori, c’è Un Mondo che attende, “con ansia” (come no…), il tuo “ritto ciuffettino”. A petto in fuori. Espettora e vomita!
Come primo “Condon(o)” all’edilizia mia un po’ pericolante, ecco l’inutile ma dilettevole “Dizionario 2013 Morandini”.
Un decano quasi centenario che, aiutato dalle cotante figlie, ha imbastito anche in questo fatidico 2012 un tomo ben augurante, appunto, per i 365 giorni a venire.

Fra le sue critiche migliori, quasi tutte (in)eccepibili, estraiamone qualche “tratto”.
Concordate col Morando?

1) Cosmopolis, “Uno spettro si aggira per l’Europa” scrisse nell’800 Karl Marx, parlando del comunismo. Qui lo spettro è quello del capitalismo. Convinto che si possa comprare tutto, Packer è consapevole della propria fine, ma non ha previsto l’incontro con Benno Levin (un memorabile Giamatti) che occupa gli ultimi 20 minuti di dialogo puro. Con finale a sorpresa, il grido “Devi salvarmi!”. Voto: 4.

2) Millennium…, gli americani hanno fatto un remake meno nordico e forse più chiaro in alcuni passaggi, ma certamente meno politico e più thriller. Per chi non avesse visto l’altro, può anche andare bene, come cinema di evasione. Ma per chi invece ha goduto fino in fondo i 3 episodi precedenti (in particolare il 1°), il confronto è inevitabile ed è tutto a svantaggio di questo, soprattutto perché Fincher non ha Noomi Rapace: mai personaggio di un libro fu reso con tanta perfezione. Sui titoli di testa, un’emozionante fusione fra musica e immagini, sulle note di “Immigrant Song” dei Led Zeppelin arrangiata da Trent Reznor e Atticus Ross, con la voce di Karen O. Voto: 2,5.

3) Safe House, come gli capita con i personaggi “cattivi”, Washington, anche coproduttore, si diverte assai, e molto diverte mentre Reynolds, da lui aiutato, gli fa da spalla con un’interpretazione che lo aiuterà a fare carriera. Voto: 3,5.

4) To Rome with Love, la bizzarra trovata del cantante sotto la doccia, comunque, rimarrà nella memoria. Voto: 3,5.

Ora, ci sarebbe molto da sindacare, figlioli.
Ma vi lascio con un dubbio ancor più atroce: ecco De Niro e Diane Keaton fotografati assieme a un party. Invero, De Niro sta pubblicizzando la sua interpretazione per guadagnarsi una tanto sospirata candidatura agli Oscar, la Keaton ha da poco lavorato con Lui in The Big Wedding.
Ma non è questo il punto. Il punto interrogativo è: Vito Corleone vuole scoparsela come Al Pacino?
No, Diane sa che il Bob è sposato a una nera, e sarebbero “cazzi”.
Quindi, non ci prova. Eppure, in quest’immagine pare Lei il maschiaccio.
Cravatta e vinello su camaleontismo alla David Bowie.
Sì, con la vecchiaia, Diane è uguale a Bowie.

Già, posso asserire che “inserisco” se m’è (con)geniale ma, genitalmente, preferisco Clint Eastwood.
Più coriaceo e con più Cuore rispetto a questi cuoricini. D’adolescente le mandai tutte a “prenderselo”, adoravano i cantantucoli. Col Tempo, l’Italia è peggiorata. Avevamo Gaber e oggi la cover di Mengoni, uno che vedrei bene con Tiziano Ferro a consolarlo col “fazzoletto”.
Avevamo la coppia Gigi e Andrea, che già faceva pena a Bologna, e adesso abbiamo il nuovo Andreotti col pene nella vagina, Carfagna Mara, una “mutante” dopo tante sue pazze mutande. Si è “androginizzata”, rizzando tutto il Parlamento. Quell’altro… come si chiama pure. Berlusconi? Sì, si ripresenterà e io sarò sfacciato di “Madonnina”.

Molti mi respingono perché non ho la spinta. Di mio, m’occupo delle spine. Ne accumulo tante di scosse appena mi catapulto nella cosiddetta realtà, ove scioccano i “cosiddetti”.
Realtà per me uguale dolore.
I terminali vivi di Battisti.
Più scopi e più pretendono che lavori “di fino”.  Più hai Cultura e più t’imbrigliano nelle reti sociali per sfondare il culo a tutti.
Per non parlar delle donne. Le più amano la busta del “pagone”, spipacchiando il pupetto ma sposandosi col dottor di pipa. Son tutte “emancipate”. E ci tengono a “evidenziarlo”, con tanto di foto del loro “ganzo” su Facebook, ben sottolineato di commento “Me lo bonifico io questo qui”.
Meglio Pippo, che “gagliofeggia” e se ne frega delle tragedie giornaliere. Sì, aprendo il giornale, t’accorgi che sei l’unico sano di mente. Oggi, un quarantaduenne ha sparato a dei bambini solo perché indebitato con la fidanzata. Domani, la fidanzata si “sparerà” uno strozzino, andando poi a ballare di cremino alla “pasticceria” cinese “Il rustico giapponesino del limone arrosto”.
Strozzata di dolce affogato.

Per quanto mi concerne, ho l’abbonamento a un sito porno ove posso ammirare me stesso che fa l’amore con le mie tante personalità. Ho già scaricato tutto l’archivio personale, di cui elencherei i primi film:
1) Stefano fa sesso con Stefanel.
2) Stefano si fa.
3) Stefano se l’attacca là.

Sì, sono autoerotistico-autolesionista da unico eroe in tante “palle”. Nessun altro protagonista.
Nessun antagonista.
Solo io in tanti miei (mal)esseri. Come me lo (s)passo io senza passerine, neanche San Francesco con gli uccelli.

Ronaldo Cristiano non è cristologico con Minetti “a manetta” Nicole.
E l’altro “fenomeno” ha la pancia.

In radio, Luisa Ranieri ha letto il romanzo scandalo che tutti avete comprato.
L’unica scandalosa è la sua dizione.
Quanto si ha un seno così, è concesso “spacc(i)arsela” da “signora” e “attrice”.

Zingaretti lo sa, e ogni Notte “la” istruisce con lo “Zingarelli” per educarla a scandire meglio di lingue e spagnola.

Ho detto tutto.

Montalbano sono!

Abbiamo Irene Bignardi, “critica”.

Ascoltate questa puttanata storica: “Tarantino è un babbeo”.

Fra l’altro, “YouTube” di Rai News sbaglia pure la e accentata.

Impariamo da tal babbuina che “babbeo” è un termine “desueto”.

Ah, buzzicona!

Per non finire su Flavia Cercato con la Gialappa…

Intervistarono Filippo Timi e si stava bagnando.

Ora, Filippo è più brutto e meno bravo di me.
Ma Flavia andasse a cagare.
Come tutto il resto.

Sono sia Ombra sia Sutherland.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. A Christmas Carol (2009)
  2. Rocky Balboa (2006)
  3. Jack Reacher: La prova decisiva (2012)
  4. Miseria e nobiltà (1954)
  5. Fuoco assassino (1991)
  6. Totò a colori (1952)
  7. Totòtarzan (1950)

Mezzanotte degli auguri di Natale. La natività del buon pastore, forse il “Cacciatore”


22 Dec
Data(base) la lunghezza, ve ne posto l’estratto corsivizzato iniziale.

Il resto è qui:

Amici cari, signore e signori, vecchioni da bruciare, stirpe malefica d’estirpare, steppo senza stemma, io sono le “stigmate” e anche il semaforico segnale. “Alt!”, ordino sontuosamente al reggimento crociato, illuso che vivrà solo di verde speranza. Prima o poi, il lumicino s’angoscerà nel “giallo” e la suspense acquisirà, sfumando pallida, un colorito arancione… (la) meccanica.
Tanto va piano e lontano l’uomo pacato quanto nel pantano si placherà. Sabbie mobili della metropoli giungla che t’avvinghia di femminee unghie, accoccolandoti per poi cornificarti all’incrocio perché non hai rispettato la precedenza dell’
on the road.

Amen
.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)