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Ama Jack Nicholson e prendilo in culo


25 Sep

Da quando vidi Jack Nicholson, scoprii di essere più pazzo nel cazzo di lui, anche più wolf, e amai ogni tuffatrice nello sciacquio dei miei ormoni zampillanti su sopracciglia grottesche

Sì, questo Jack malsano che prende l’ascia e tormenta il sonno dei familiari, minando la sanità mentale del suo stesso cuore, dapprima morbido come un plaid, poi infervorato come l’uomo duro che non si schioda e inchioda i buonismi al loro “attaccapanni” sporchi. Rivelando il vero sé, cattivo, come nacque malevolo, danzante fra stanze tappezzate del suo sangue vivo, divorante ogni bugia e fluttuando tra camere da bagno su allucinazioni di donne decrepite e asciugamani torbidi ove il senso del peccato è un culetto “asciutto”. Egli, voluttuoso di donne gloriose, succhiante di labbra sottili, freneticamente furibondo e “schizzato”, un uomo che se ne frega della religione e inneggia alla pornografia col “caldo” in mano di questo “salice” sociale, sputtanando tutti, sia i bambini sgridati da maestre fetenti e sia le stesse maestrine da lui “imboccate” su “bacchetta” ardente.

Egli è Jack, io esagero di più, fottendomene. Andando in piscina e gettando l’amo di mio “pesce” a una che fa “dorso” su mio “scialacquarmelo” di gran sbattimento, in quanto son annoiato, non sarò principe ma di “rana” son libero, le “annodo” nelle “bollicine” della doccia fredda ai borghesi che invidiano il mio “inabissarlo” su suo “inalberare” il pompaggio e quindi lo “affogo” a un’altra bagnata.

Ho sempre preferito il virtuale alla realtà “comunemente” (in)tesa. Virtualmente, puoi far quel cazzo che vuoi, senza donne che chiedano in cambio il tuo uccello e senza altri cazzi maschili per la testa. La pen(s)o così e credo sia una visione un po’ del cazzo ma sostanzialmente fottuta.

Shining e De Niro


16 Sep

 di Stefano Falotico

Elaborazione del lupo: dopo un lungo “elaborato” di riflessioni, credo che lavorare faccia da culo male, Shining docet, mentre amare fa peggio, meglio non far niente come al solito

Sì, l’amaca non rende la vita amara e meglio star solo senza amici, piuttosto che ammaccarmi con chi falsamente mi ammicca.

Non molti lo sanno ma la prima scelta di Kubrick, per Shining, fu Bob De Niro. Ma Stanley optò per Jack perché, dopo aver visto Taxi Driver, comprese che il Bickle era troppo “lucido” per far paura. Sì, invece Stanley volle un matt(atoi)o sin all’osso, non un pazzo “sano”, proprio uno psicopatico da manicomio. Morì nel labirinto del “Minotauro” ma il bambino, secondo me, da “grande”, con un complesso di Edipo del genere, sarebbe diventato più fuori… del maggiordomo.

Di mio, posso dirvi che, a parte prenderlo in culo, non ho mai avuto un rapporto anale anche se una voleva “ficcarmelo” nell’anulare. Da cui l’a(g)nello di Di(t)o che ti rende schiavo della moglie. Sì, sposarsi è la fine. Ho visto uomini “duri” che, una volta ammogliati, son diventati molli con la moglie urlante: – Devi farti il culo! E mantenermi! Io ti frust(r)o e, a pecora, voglio da te solo il porcello del salvadanaio pieno zeppo di soldini, così posso comprarmi la pelliccia, e farmi “inzuppare” dall’amante. Tu, marito “caro”, sei solo uno zoppo, ma io so’ zoccola che indossa, “orgogliosa”, le zeppe, scegliendo altre du’ palle di “zip”.

Meglio la solitudine da zappatori. Sì, nel tuo or(t)o, coltivi quel cazzo che vuoi, senza rotture “amorevoli” di mar(r)oni. Le donne portan solo rogne e castagne. Meglio star in campagna a innaffiar il prato, piuttosto che “stantuffar” queste cagne.

Mi raccomando: il can di guardia all’ai(uol)a serve al “riservato” della tua “selva” come ogni Condom(inio) che si “amministra” da sé. Hai bisogno solo di una casetta, non di queste vill(an)e. Casa dolce casa senz’ascensore ma, comunque, “s(c)ale” su e giù. Farai un po’ fatica ma è meglio batter la fiacca piuttosto che farsi batter sulle (s)pall(in)e da queste donnacce schizzate. Basta noleggiarsi dei porno e, talvolta, schizzerai senza pazze ché si devon solo levar dal cazzo “elevato”.

Sì, io canto col gallo e tu, pollo, abbassa la cresta.

Insomma, la mia filosofia di vita è questa: non necessito di titoli di studio per attestare il mio “tosto”. E, se vieni a darmi le tue regole, ti do una “tegola” dal mio rustico e poi, con una testata, ti spacco. Fuori dal mio uscio di ascia. Sciò, altrimenti ti scanno, maiale, e afferro i tuoi testicoli per le “corna” della tua vacca.

Fuori dai coglioni ed è meglio un uovo-uomo “marcio” oggi di una gallina domani.

Andiamo a riscaldare il brodo, dai. Meglio il mio bue ai falsi buo(n)i.

Berlusconi come attore in un film con De Niro e Pacino


21 Sep

La notizia pare vera.

Da Il Corriere:

Il destino scritto in un nome. A volte capita. Quando poi anche il cognome evoca imprese fuori dall’ordinario, allora l’impressione è che non debbano esserci dubbi sulla protezione della buona sorte. Si chiama Oscar Generale. Sembra inventato. Invece è ciò che risulta all’anagrafe del paesino di Rivarolo Canavese, dove lui è nato quarantun anni fa, che è la porta spalancata sulle valli di Lanzo. Gente sobria e schiva al punto da rifiutare la logica del turismo caciarone. Lui, Oscar, è l’opposto. Chiedere informazioni a Los Angeles. Sorridono. Un esempio di eccellenza Made in Italy che, in dieci anni, è riuscito a mettere in piedi un’autentica corazzata imprenditoriale intorno alla quale ruotano i nomi più celebri del jet set artistico internazionale. E anche in Italia la famiglia Argento, padre Dario e figlia Asia, stravede per l’amico: «Un grande che purtroppo gli americani ci hanno rubato».

Ora, però, Oscar ha deciso di conferire un senso nostrano alla sua professione di manager e produttore cinematografico chiedendo e ottenendo che quattro cavalli di razza formato Actor’s Studio si trasferiscano in Italia, anche in Versilia prima e a Firenze dopo, per interpretare loro stessi in un film già definito per titolo e regista: One more time, diretto da Paul Sorvino. Stellare il cast con Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Al Pacino e Robert De Niro insieme. Un’idea tutta di Generale con i primi ciak previsti per l’inizio del 2014 all’interno della Capannina del Forte dove il produttore è stato festeggiato alcuni giorni fa e insieme con la sua compagna Denny Mendez, «pistoiese», ex miss Italia ’96.

Per realizzare il progetto, naturalmente, oltre all’idea ci vuole anche un fisico bestiale. Lei che, fisicamente non è un gigante… «Lo sono dentro. Più adrenalina che sangue nelle mie vene. È ciò che occorre per sopravvivere in un mondo di squali come quello del Cinema. Da un mese dormo quattro ore a notte. Sempre in viaggio lungo l’Italia per definire location e firmare contratti. L’altro giorno ho chiuso anche con Gerard Depardieu che si aggiungerà al cast dei miei amici americani e ora, insieme con Sorvino, sto tentando il grande colpo. Chiedere a Silvio Berlusconi di partecipare al film, come attore. Nessuna intenzione di parodia. Un poco come fece Andreotti nel Tassinaro di Sordi. Stiamo cercando il contatto. Per il mercato americano sarebbe il top. Lui dovrebbe vestire i panni di se stesso per una storia che, con grande rispetto alla memoria di Germi e Monicelli, sarà un poco come Amici miei in chiave californiana. Del resto Hoffman, Al Pacino, Nicholson e De Niro hanno accettato soprattutto per questo motivo. Vogliono divertirsi tantissimo, lavorando insieme».

Ma lei come ha fatto a sfondare il muro della diffidenza hollywoodiana per poi entrare nelle grazie delle star americane? «Usando la semplicità del ragazzo italiano che lascia il suo Paese, dopo qualche esperienza nel mondo del marketing e dello spettacolo, e che va a cercare fortuna oltre oceano. In America credono ancora in queste cose che per noi sono solo favole e ti aiutano. Certo, devi dimostrare di valere. Ma, soprattutto, contano l’onestà intellettuale e il saper mantenere la parola data. Mi hanno messo alla prova e ho superato l’esame».

La Cattolica di Milano l’ha ingaggiata per tenere un corso di lezioni agli studenti di scrittura, linguaggio e storia del Cinema. Lei non è laureato. «Manco diplomato, se è per questo. Come si dice, la mia scuola è stata la strada. Una buona strada, naturalmente, senza trasgressioni. Tanti lavori, spesso umili, e soprattutto la volontà di ferro che ti porta ad emergere grazie alle tue idee senza fare del male agli altri. Una filosofia di vita molto apprezzata dall’americano medio».

Adesso il ritorno in Italia. In Toscana dove, oltreché a Tropea e a Venezia, si svilupperanno le vicende della tribù hollywoodiana la quale compirà un viaggio di cameratesco e puro divertimento. «Ma non sarà la Toscana solita, quella stereotipata e da cartolina illustrata con la vista sui tetti di Firenze e le spiagge per ricchi. Sarà il trionfo dei borghi e della brava gente di campagna. Una terra che al Cinema, se osservata e scavata con occhio diciamo così neorealista, può offrire una serie di opportunità incredibili e soprattutto non scontate. La cultura non è soltanto data dal fascino estetico o ambientale e dai capolavori eterni. Negli Usa sono poveri di questa cultura popolare. Conoscono l’Italia delle cartoline illustrate. Ma non sanno, per esempio, che la Versilia avrebbe tutte le carte in regola per fare a gara con la Florida, se soltanto gli amministratori locali non fossero schiavi di una burocrazia che non ha più alcun senso. Ma è tutta la Toscana ad essere ricca zeppa di angoli a misura di uomo. E nel mio film saranno anche loro i protagonisti che gli americani dovranno imparare a conoscere».

E chissà che, magari anche in corso d’opera, il casting su suo suggerimento non pensi anche ad una particina per Denny Mendez. Non per il fatto di essere la sua compagna, ma in quanto toscana doc oltreché miss di un «titolo» rifiutato dalla televisione di Stato perché non più attuale. «Lo escludo. Denny mi sarà accanto e basta. In quanto al concorso di Miss Italia, lo hanno distrutto gli stessi creatori. Sei serate e sempre le solite facce, tra presentatori e affini. È ovvio che gli sponsor siano fuggiti. Occorreva cambiare format e costruire uno spettacolo in sintonia con i tempi che prevedono ragazze non più culo-tette-duecento-denti in gara soprattutto per raccomandazione. Negli Usa è tutto diverso. Tant’è, la gente dovrebbe sapere oramai che i vari talenti italiani di successo, come quello della De Filippi, altro non sono che il frutto dei saccheggi fatti dai nostri produttori nel mercato americano. Forse è anche per questo che continuerò a vivere a Los Angeles».

 

Orrore!


17 Apr

Horror, mio albero graffiante nel “dolce” castigo delle coscienze lorde!

Case indemoniate, “corroborate” di fantasmi maliziosi, birichini su “spie” dall’occhio “guglia”, arroccati nella frenesia del canto e della catarsi melodica incastonata a catarsi “tenebrosa”.
Giocosi per leggiadrie bardate di soave trasparenza al lor Cuore “rauco” come sigarette aspirate in una Notte ballerina, ispida d’umori cangianti nelle morte aridità della “morale” castità.
Spettinati su “abiti” da teschi, colgon la Donna quando, addolcita dalle gocce d’acqua roventissima, è “ruffiana” alla sua chioma presto nel dissolverci d’inerpicati amplessi arricciati.
Si divora nel mio viverle d’anfibio predatore, e lecca il pene mio con evanescenza femmina più di superbia.
Si sdraia, “annerita”, sudat’ancor ‘amante d’amplesso “ocra” tra le ali del mio corvo guascone, punitore e a Lei candore nelle libertà di passioni!

Le vicissitudini di un Uomo dal carisma wonder con increspature d’aguzzi scogli nelle primavere sue d’apollineo fra polline sociale, misantropo alla Kubrick

Scontri, carri armati, cacciatorpediniere, chi pedina anche i pedoni delle strisce pedonali, chi striscia, chi è uno struscio con far da (s)truzzo, gonne, semi-anche, sceme, “crema della crema”, animali in naftalina, nautici, volatili di schiamazzi, matti da legare pur se hanno i legamenti slegati da troppa “ginnastica mentale”, catatonia, il Tonno di Pinocchio, i finocchi a “condire” l’insalatiera delle accidie acidissime, l’olio della “massaggiatrice”, natica, sommergibili, un sonnambulo che prega solo di morire, almeno riposerà “in peace”, Obama “in pigiama”, Hefnernudo in copertina, Al Pacino al Tevere, i tranvieri cantano e, tra le ferrovie, tutto è un tram(polino-che polli!) di lancio per il suicidio di massa da “Playboy” del cazzo!

Afferro il triciclo nel mio Overlook Hotel, ingrano la quinta del “senza misura” di Jack Nicholson, un pensionato ancora per le “maggiorate”, mi reco al bar gestito dal maggiordomo assassino e gl’infilo un gin nel culino.
“Sorvolando” poi con una dama che preferisce giocare a “scacchi” nel “tanga” d’un nero “fantino”.
Tango & Cash!

Fiero del mio alfiere, m’arrocco nel “bianco” bagno, ove pulisco appunto il cesso come il Joker Matthew Modine, in canottiera lisa senza le danze al “liscio” dei caporali full metal jacket.
Incito Ermey a essere Bruce Lee. Ché non tormenti le palle… di lardo. Gliele stritolo, e latra, mentre gli altri compagni, russi di vodka, accorron nella latrina e lo lancian contro la vetrata, sostenendomi per il defenestrare il suo mostro. Siamo anarchici Batman! E il pipistrello cattivo non farà… la pipì con noi, ma volerà nel nido del cuculo!

Al che, becchiamo Tom Cruise nel “vespasiano” con Bruno, mentre discutono furbacchioni dei loro Eyes Wide Shut porta a porta.
La sodomia c’è tutta. Un ovvio Oblivion degli oblii. Meglio guardarla… dall’oblò.
Nessun obolo, al massimo bollirla.

Nessun obbligo, vivo al minimo sindacale, e come mi “tira!”.

Questo racconto non ha capo né coda, non c’è storia, né svolgimento.
Però tua sorella non me “la” racconta “corto”.

Dimenticanze, “evirazioni” neonatali

Ho dimenticato il cel. da un mio amico. Niente d’’irreparabile. Fra l’altro, guaio peggiore, ho scordato l’uccello al reparto dei neonati. Ora, ho 33 anni, qualche infermiera potrebbe restituirmelo?

Grazie, può lasciarlo nella “buchetta”.

Che senso ha? Del cazzo. Come pretendo sempre.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. I falchi della notte (1980)
  2. Blade Runner (1982)
  3. Halloween. The Beginning (2007)
  4. La casa (1982)
  5. Le Streghe di Salem (2012)
  6. Shining (1980)
  7. Stand Up Guys (2012)
    Tiriamoci su.
    Se li tirassi giù, sarebbe meglio. Altrimenti, in mezzo alle mutande invecchierà. Fidati.

Genius-Pop

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