Posts Tagged ‘Non è la Rai’

Tutto quello che avreste voluto sapere sul Covid-19 ma non avete mai osato chiedere… a Hollywood, a De Niro, a Ridley Scott, a Woody Allen e a Jeremy Irons, specializzato in ruoli ambigui… come il demonio


15 Jan

woody allen sesso

Perché a Hollywood continuano a girare film mentre noi non possiamo per strada girare?

Eppure, Clint Eastwood, totalmente in fascia “debole”, avendo superato i novant’anni, quindi trovandosi in zona facilmente contagiabile di Coronavirus, ha da poco terminato di girare un film on the roadCry Macho.

Sì, è paradossale. Forse, siamo precipitati in Balle spaziali, cioè nella migliore demenzialità autoironica da Mel Brooks superfantascientifico.

Ah, ricordate, tenete gli occhi aperti e la mascherina abbassata. Ma, se in questo periodo di restrizioni da belli, no, da balli, no, da brutti in maschera, vi azzarderete a rivedere Eyes Wide Shut, sarete accusati di complottismo mentre Tom Cruise, in scorsa piena estate, girò in Italia a tutto spiano un altro, anzi, un’altra Mission: Impossible.

Sì, vado forte con le freddure. Infatti, sono amante di Ingmar Bergman, per anni sognai una donna come Ingrid Bergman ma divenni una specie di Giovanna d’Arco da Carl Theodor Dreyer.

Nel nuovo film di David O. Russell, vi sarà Anya Taylor-Joy. Protagonista di The Witch di Robert Eggers. Praticamente, un regista che vorrebbe essere Dreyer, perlomeno emularlo ma a Paolo Mereghetti, soltanto al suo secondo film, ovvero The Lighthouse, già non piace. Pallino vuoto!

Oltre alla Taylor-Joy, da non confondere con Jennifer Lawrence di Joy, vi sarà un cast della madonna.

Vale a dire, Christian Bale, John David Washington (subentrato a Michael B. Jordan da non confondere con l’ex campionissimo cestista dei Chicago Bulls), Margot Robbie (da non confondere con Eva Robin’s, eh no, mi pare che Margot sia poco “ermafrodito”, no, transgender… anche se, in The Wolf of Wall Street, deve avere avuto le palle per stare con un tipo così cazzuto), Bob De Niro, Michael Shannon, Rami Malek, Zoe Saldana, eccetera eccetera.

Cioè, praticamente Hollywood intera a eccezione di Leo DiCaprio. Indisponibile poiché deve girare Killers of the Flower Moon di Scorsese con De Niro che, nel frattempo, ha finito le riprese di Wash Me in the River, inizierà Armageddon Time di James Gray e forse, a quanto pare, sarà presente anche in Gucci di Ridley Scott. Dopo che parve… fosse stato rimpiazzato da Jeremy Irons.

Stando ai maggiori siti sulle news hollywoodiane, Gucci verrà girato in Italia a Marzo mentre, attualmente, in Parlamento v’è la crisi del governo Conte, alla Casa Bianca è stato fatto sloggiare Donald Trump d’impeachment e, sino al prossimo 15 Febbraio, a noi comuni mortali è impedito lo spostamento fra regioni.

I potenti, insomma, girano… di qua e di là mentre a noi girano solo quelle.

Comunque, avete presente il film I tre giorni del condor del regista Sydney Pollack, presente anche nel succitato film di Kubrick con Cruise?

Ecco, un mio amico, residente in Lombardia che è stata appena dichiarata zona rossa, cioè riserva indiana, vorrebbe recarsi in Sicilia per fare all’amore con la sua bella.

Naturalmente, gli è impedito. Ha poche possibilità di farsela, no, farcela. Ora, o diventa un coraggioso come Kevin Costner di Balla coi lupi oppure, nel caso che decidesse di trasgredire le regole, se sarà eventualmente fermato dalla polizia durante il suo viaggio in autostrada, dovrà dire essa che lui ha fatto il tampone, forse è stato anche tamponato alla stazione di servizio dell’autogrill, è stato (s)pompato dalla benzinaia e ha il pedaggio pagato oltre ad aver magnato in un ristorante d’asporto. Però, malgrado sia adulto e già vaccinato, dirà alle forze dell’ordine che non metterà in pericolo la vita della sua amata. Poiché userà la profilassi in maniera accorta pur essendo molto dotato, quindi non è uno… corto.

Forse di lei solamente, tremendamente cotto. Comunque, più previdente dell’assistenza sociale.

Fidatevi, amici, se qualcuno volesse affidarvi a qualche “educatore” dell’AUSL, è meglio l’AIDS. Da cui il film I tre giorni (notti, soprattutto) del Condom.

Sì, debbo esservi sincero. Sono tornato molto in forma. Sì, per forza.

Dopo aver passato l’adolescenza a vivere come Woody Allen de Il dormiglione, compresi che, per salvarmi, dovevo amoreggiare con una ragazza pura come Mia Farrow di Alice o di Rosemary’s Baby?

V’è piaciuta la battuta cinica da Roman Polanski vero e non quello finto di C’era una volta a… Hollywood?

Penso che i fanatici del morto e sepolto Charles Manson siano più stupidi di Frank Langella de La nona porta, penso che Emmanuelle Seigner sia più sexy di Sharon Tate, credo fermamente che lo stesso attore che interpretò Manson nella bischerata, appena menzionatavi, opera di Tarantino con DiCaprio e la Robbie, non sia bello come Brad Pitt ma sia la stessa persona che incarnò Manson nella seconda stagione di Mindhunter.

Sì, fui già ammiratore di Woody Allen tantissimi anni fa quando, vivendo di frustrazioni da Diane Keaton di Interiors, mi trasformai anzitempo, anzi, in tempi non sospetti, nell’Allen di Broadway Danny Rose, cioè in un guitto d’avanspettacolo, indagatore dei miei personali demoni interiori da Larry Lipton di Misterioso omicidio a Manhattan.

Comunque, è curiosa la cosa… in Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh, Depp viene accusato di essere un violento stronzo. Al che, viene ucciso da tutti i passeggeri del treno.

Scusate, fra questi vi fu anche Amber Heard? No, per chiedere, eh?

Onestamente, ne so una più di De Niro di Angel Heart. Sì, ne so una più diavolo.

In tale capolavoro di Alan Parker, a mio avviso, Mickey Rourke è più cornuto di Mefistofele.

Prima fu un angelo biondo più bello di Lucifero, no, di Mickey Rourke nel secondo tempo di Johnny Depp, no, di Johnny Handsome, ma morì all’inferno rimanendo nel Dubbio da Meryl Streep se la sua ex, interpretata da Charlotte Rampling, durante il suo ricovero in manicomio fosse stata con qualcun altro… The Night Porter… docet?

Tornando a Eva Robin’s, penso che sia più sensuale di Vladimir Luxuria. Tanti anni fa, Eva fu ospite del Paradiso Terrestre, no, di Non è la Rai. Per qualche tempo, tale trasmissione fu anche condotta da Paolo Bonolis. Il quale stette con Laura Freddi. Secondo me, Laura aveva un viso da uomo.

Infatti, le preferii sempre Cristina Quaranta e Maria Teresa Mattei, moglie di Roberto Baggio, no, di Dino Baggio.

Mentre ad Ambra Angiolini, miei “angioletti”, preferisco ancora Annalisa Mandolini.

 

Jeremy Irons e De Niro

mission irons de niro

Jeremy Irons è da sempre specializzato in ruoli ambigui. Vedi Lolita, non di Kubrick bensì del regista di 9 settimane e ½, Adryan Line. Quello di Allucinazione perversa…

In Io ballo da sola, siamo sicuri che, prima di morire di Cancro, non abbia amoreggiato con Liv Tyler oppure con la protagonista del videoclip storico Rewind di Vasco Rossi?

No, fu un brav’uomo. Tant’è che, prima di andarsene, mise in guardia Liv da uomini come suo padre, Steven Tyler. Cantandole…

Ehi, tu delusa

Attenta che chi troppo abusa

Rischia un po’, un po’ di più

E se c’è il lupo rischi tu

Secondo voi, il lupo è De Niro di Cape Fear?

Ma no, scusate, Irons si prodigò tantissimo affinché De Niro si redimesse in Mission.

Scherzi a parte, Irons nella parte del gesuita non è credibile. Così come non lo è Dio.

Woody Allen disse: Io non credo in Dio, non ci ho mai creduto… Diciamo che lo stimo.

Recentemente ho letto la Bibbia. Non male, ma il personaggio principale è poco credibile.

Di mio, che posso dirvi?

Non sono credibile nella parte di Jeremy Irons di Inseparabili. Sì, sono inimitabile anche nei miei “gemelli”.

Riesco però a essere sia Irons de Il danno che suo figlio.

La mia lei va matta per Juliette Binoche e ama Jeremy Irons.

Adora Chocolat.

Io adoro Cosmopolis.

No, non sono De Niro, non sono Robert… Pattinson, non sono Jeremy Irons.

L’importante è che io non sia Eva Robin’s. Non voglio neppure essere Margot Robbie.

La verità è una sola…

I potenti fanno quello che vogliono. Se ne fottono e… girano.

Noi siamo solo dei fottuti… geni.

Se non vi sta bene, chiamiamo subito Jeremy Irons di Inland Empire e imparerete non a delirare come Laura Dern, miei conigli, bensì ad amare il grande Cinema e anche qualcos’altro.

Se non vi sta bene, credete al Papa.

In effetti, donne bigotte, non avete tutti i torti.

Jude Law di The Young Pope è “leggermente” più figo di Jonathan Pryce di Two Popes.

Ricordate: così come disse Al Pacino, non de L’avvocato del diavolo, bensì di Scent of a Woman:

– Ragazzo, ti è piaciuta la sparata?

 

Mi spiace dunque deludere i miei haters. Non sono cieco come il tenente colonnello Frank Slade.

Anche perché Diane Keaton non sarebbe mai stata con Pacino e Woody Allen se fossero stati dei cessi come Bradley Whitford, cognato di Pacino in Scent of a Woman.

Che brutta fine, poveretto. In Three Christs, è impazzito come me quando vidi Willem Dafoe ne L’ultima tentazione di Cristo e, giustamente, pensai che recitasse da Dio. Ah ah.

Vi lascio con questa:

una tizia telefona al centro di salute mentale per sapere se io sia in cura presso la struttura.

– Pronto?

– Sì, chi parla?

– Falotico è in cura da voi?

– Per segreto professionale, non possiamo fornirle tali informazioni. Lei, comunque, ci sta simpatica. Per lei faremo un’eccezione alla regola. No, signora, nessun Falotico ci risulta tra i nostri pazienti. Lei, sì, però.

– Che dice? Che dite? Io non sono matta!

– Signora, ci rincresce. No, non è solo matta, è pure molto scema. Che poi è la stessa cosa. Ci scusiamo per il disagio.
Insomma, alla fine di Scent of a Woman, è partito un applauso che fa tremare. Qualcosa di veramente devastante.
Quasi quanto il libro Bologna insanguinata.

Presto anche in cartaceo. Naturalmente, anche in audiolibro recitato dal suo autore.

di Stefano Falotico

blade runner serpente joanna cassidy

Dopo accurate riflessioni e ponderati risparmi, ho deciso: vado alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA come accreditato stampa ed evviva i cherubini Jovanotti!


29 Sep

71189224_10214586776565989_3022707642582695936_nmoretti ecce bomboNo veramente non mi va, ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è, non è che alle dieci state tutti a ballare in girotondo, io sto buttato in un angolo, no, ah no: se si balla, non vengo. No, no, allora non vengo. Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi cri quarantametto così, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate:

– Michele vieni in là con noi, dai…

E io:

– Andate, andate, vi raggiungo dopo. Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no. Ciao, arrivederci, Nicola.

(Michele Apicella, alias Nanni Moretti di Ecce Bombo)

 

Sì, qui è sempre una rincorsa contro il tempo.

Ma alla fine, nonostante la mia economia non sia delle più esaltanti, non posso tradire gli amici da me incontrati al Festival di Venezia. Che trepidantemente m’aspettano a Roma.

Allora, sì, vengo. Spero anche d’incontrare Cristina Quaranta, sì, la super figa di Non è la Rai. A me ancora attizza, non poco, che porco. Ah ah. Da tempo immemorabile, sogno di venirle… in cor(po). Uh uh.

Le ho pure scritto ieri una mail. Sì, la bellissima Cri ha messo la sua mail su Instagram. E io ho colto l’occasione per lanciarmi a volo d’angelo.

Sarà una figura di merda catastrofica ma almeno mi sarò fatto il viaggio.

Sì, come canta Lorenzo Cherubini, detto Jovanotti:

ho la pressione giusta, stratosferica, dimmi che non è un miraggio, che stasera partiremo insieme per un grande viaggio.

 

Sì, la sua mail è cri.quaranta@gmail.com. Questa la mia epistola sfrontata:

 

Ciao Cri,

sono Stefano Falotico.

Colui che, arditamente, ti scrive spesso dei commenti su Instagram. Anche oggi pomeriggio ne ho inseriti un paio col link a uno dei miei funambolici, intrepidi video “folli”.

Sì, te lo dico qui. Non so se questa sia la tua mail o quella del tuo ufficio stampa ma, in onore alla tua bellezza inaudita, vorrei regalarti dei miei libri.

Sì, sono uno scrittore, splendida Cri. Da tempo anche critico di Cinema e scrivo per Daruma View. Quest’anno, in veste di accreditato stampa, sono stato al Festival di Venezia.

Sì, in veste di critico, vorrei svestirti e poi scriveremo assieme la recensione.

Quanto mi darai? Quattro stellette? Dove lo facciamo? In un albergo a 5 stelle?
Tu per me sei indimenticabile. E ti garantisco che, dopo aver visto il mio film, sì, comprerai anche il Blu-ray della nostra notte d’amore. Mettendo in pausa nei momenti top.

Per rievocare quegli istanti romanticamente sanguigni della nostra passione incendiaria. Sì, nei momenti di sconforto, ormonale scombussolamento e di scoramento, Cri, rivedrai questa splendida pellicola e, trasfondendotene come James Woods di Videodrome, ripensando intensamente alla nostra congiunzione psicofisica, impazzirai d’amore e perderai la testa come in Scanners.

Ti seguo sin da quando, pre-adolescente e puberale, mi piacevi da morire e vedevo ogni puntata di Non è la Rai nella quale sensualmente ballavi, incantandomi.

Sinceramente, eccitandomi. Non dovrei dirtelo ma oramai non ho più peli sulla lingua, tranne i tuoi.

Sei la donna più bella del mondo, secondo me.

So che riderai, sogghignerai dinanzi a questa mia sperticata affermazione senza fronzoli. Un po’ da Fonzie.

Ma mi sto leccando i baffi come nella pubblicità dei Fonzies. Pregustando la delicatezza del momento affamante delle gioie nostre sensualmente sgranocchianti.

Potrei però finire surgelato e mi sbatterai in freezer. Bruciando ogni mio erotico slancio con un calcio nelle palle. No, non elettrizzante, bensì refrigerante. Nel senso che io volevo cucinarti la mia bistecca al sangue ma mi tratterai da Pinguino De’Longhi.

So solo che, appena ti vedo, mi diventa lungo. Sono pingue ma tu mi asciugherai tutto.

Sì, mi allungherò sin a Roma per rendere più corposo e soprattutto cremoso questo mio capriccio bollente come la besciamella delle lasagne dopo 40° nel microonde.

Presto, sarò alla Festa del Cinema di Roma. Tu accetteresti di bere un caffè con me?

Dimmi di sì. Vado a prelevare subito altri 100 Euro col Bancomat e potrò offrirti anche il mio gelato all’amarena.

Cri, basta leccarlo dolcemente e si scioglie in bocca.

Cri, approfitta di un uomo così, non perderti il suo profiterole.

 

Ah ah.

Sarà molto dura piacerle. Spesso sono Edward Norton di Motherless Brooklyn. Faccio ciò delle espressioni, a prima vista, da mezzo spastico.

Ma Cri, lo so, ha la mente elastica. Non è una nazista con la svastica. Detta come va detta, vorrei che me lo mastichi.

Cri sa che la vita di noi tutti è una sega, no, un’epica saga come The Irishman.

Sì, potrei essere il Joker vivente anche se, onestamente, Joaquin Phoenix di Her è uguale a me.

Insomma, la faccia da cupo, no, da culo è questa.

 

di Stefano Falotico

her joaquin phoenix

IL CASO THOMAS CRAWFORD mi fa un baffo, sognai per anni Cindy Crawford e Shannon Tweed ma…


05 Aug

shannon tweed body chemistry

Non ne venne un cazzo.

Parte prima: non rinnego nessun mio voyeurismo, anzi, mi sono di nuovo abbonato a Celebrity Movie Archive

Ora, quello che qui, anzi ivi vi scrivo, corrisponde alla più allucinante verità della mia vita che, nel suo falotico mutare, come disse Eugenio Montale, ne vide tante, anzi solo due. Forse tre, forse tutte. Ah ah.

Sì, il mio caso è unico, sensazionale, da prima pagina dei migliori quotidiani nazionali.

Un casino di proporzioni giudiziarie talmente gigantesco al cui confronto quello di un mandingo è grosso quanto quello del castrato Farinelli.

Sì, per anni, nella mia fiera pervicacia da autodidatta, preferii tralasciare la frivolezza sociale dei miei coetanei. Forse sbagliai. Sì, perché onestamente avrei potuto inchiappettarne tante. Ragazze al massimo bollore della loro adolescenza floreale tutta/e da deflorare.

Invece, appassii nella depressione e sfiorii. Divenni l’incarnazione della celebre hit di Simone Cristicchi, ovvero Ti regalerò una rosa.

Parafrasando Checco Zalone nella sua altrettanto celeberrima parodia di tal succitata song della minchia, in verità vi dico che quella cosa rosa m’è sempre piaciuta. Ma mi raffreddai e mi riscaldai soltanto nelle notti più tenere delle mie (in)dolenti tenebre. Patendo gli strazi infernali della mia carne castigata. Poiché diventai una creatura degna dei migliori film di Bergman. E gironzolai nell’acquitrino delle mie angosce come un personaggio ambiguo da pellicole di Dario Argento!

Non ho sonno!

Neppure allora lo ebbi in quanto sempre fui afflitto dalla più tosta insonnia ma già a quei tempi, eccome, se crebbe.

Quando i miei genitori s’addormentavano, accendevo la tv e sguazzavo ludicamente, in maniera Videodrome, dentro tutte le più super fighe bollenti.

Sì, ero divenuto l’amante virtuale dell’ancora attuale moglie di Gene Simmons. Appena la vedevo, non desideravo solo da lei un Kiss.

M’identificai nel ragazzo da lei svezzato di Vendetta fatale, il cui titolo originale è Scorned, conosciuto altresì come A Woman Scorned.

Da quando la notai, la sua passerona annotai e me n’annottai in questo film, comprai tutta la sua filmografia in VHS. Regalandomi pure il dvd dei suoi nudi strepitosi contenuti nel masterpiece per eccellenza della sua stra-gnocca ignuda da incorniciare come fece Philip Seymour Hoffman di Happiness, ovvero Playboy Celebrity Centerfold.

Ora, ho quasi tutti i film di Shannon Tweed. Quasi tutti, sì, non tutti. Ho tutti quelli in cui lei si spoglia.

Gli altri fanno schifo al cazzo. Ah ah.

Ora, se volete farvi una cultura su un culo così pregiato, vi consiglio la sua topa al top nei seguenti lungometraggi. Per onanismi lunghissimi e sospirati, tiratissimi…

No, fate delle oculate ricerche, poi forse vi servirà anche l’oculista, in tale sede vi ecciterò, no, citerò solamente quello che ritengo, senz’ombra di dubbio, in maniera insindacabile e inappellabile il suo film più “scappellabile”.

Sì, il primo posto assoluto, vetta imbattibile da lei detenuta, è Body Chemistry 4: Full Exposure. Ove Shannon, nonostante il seno visibilmente rifatto, è una da sbattere e rifarsi molte volte di più del numero di chirurgie plastiche effettuate da Mickey Rourke.

Un culo ciclopico, una bionda incandescente che cavalca il suo amante in modo selvaggio sul tavolo da biliardo, ficcandosi tutte le sue palle in buca.

Sì, corse l’ano, no, correva l’anno 2000 ed ero con gli ormoni a mille. Tutti mi consideravano a quei tempi, comunque, un coglione.

Perché non seppero mai l’uccello mio.

Sì, mi scambiarono sia per William H. Macy che per John C. Reilly di Magnolia. In verità, io sono sempre stato Tom Cruise.

Come cazzo avete fatto a non capirlo? Ah ah.

Sì, mentre successe, appunto, un casino pazzesco della madonna poiché la gente che m’abbandonò all’epoca, cristo, pure mi perseguitò, credendo di aiutarmi chissà come, nessuno, anche se qualcuna sì, conobbe invece le mie notti che furono molto più belle dei loro giorni da stronzi.

Nel 2003 mi sverginai con una di Trieste, nel 2006 fui irrequieto con una della mia città. Che poi andò a vivere a Milano.

Lei non era, a differenza di me, appassionata di Cinema. Ma comunque qualche volta, come tutte le donne, abbisognava di recarsi in sala per fumarsi una sigaretta, no, per gustare con me un filetto, no, un filmetto.

Mi costrinse a vedere la peggiore schifezza che passava sul grande schermo.

Con lei, vidi infatti Notte prima degli esami e La sconosciuta di Tornatore. Su quest’ultimo possiamo discuterne, al compianto Faletti io non avrei dato mai la promozione per i suoi libri da svenduto, comprati da gente laureatasi col Cepu.

Fatto sta che andammo a vedere anche Il caso Thomas Crawford.

Sì, già vi dissi che la conobbi nel 2006. Stemmo assieme sino al 2008 anche se lei, nel frattempo, credo che mi avesse tradito già tremila volte.

Andate a controllare su IMDb e v’accorgerete che i film suddetti da me menzionativi, cazzo, appartengono esattamente al periodo poc’anzi dettovi.

Ecco, ne Il caso Thomas Crawford c’è una scena piuttosto bollente fra Ryan Gosling e Rosamund Pike.

Questa mia ex, mentre tale scena passò, la sua lingua altrettanto ficcò sul mio collo al buio.

Sussurrandomi:

– Dopo scopiamo come loro due, ok?

 

Quella sera lei mi provocò. Lei abitava a pochi passi, neanche a farlo apposta, dal cinema in cui proiettavano il film.

Aprì il portone di casa.

Al che, le strappai la camicetta e le slacciai il reggiseno, succhiandole voluttuosamente i capezzoli.

Lei:

– Ma sei impazzito? Siamo sul pianerottolo. Se ci dovesse vedere qualcuno, se passa un condomino, siamo rovinati. Non hai neanche il Condom.

 

Me ne fottei.

E continuai a leccarla, sfilandole addirittura gli slip da sotto la gonna.

A quel punto, lei mi diede una calmata. Era sconvolta, assai preoccupata che qualcuno, appunto, potesse entrare dal portone dello stabile oppure uscire dal suo appartamento, accorgendosi perciò che stavamo trombando come se nulla fosse.

Ma chi poteva entrare e uscire, in fondo in fondo? Solo io.

Ah ah.

Comunque, mi placai, l’afferrai, la sollevai e ci accomodammo, salito le scale che ebbi con lei praticamente in grembo, nel suo covo.

Ecco, io sono davvero un coglione.

Se avessi filmato la scena del nostro devastante amplesso, sarei ora ricco sfondato. Il pornoattore più ricercato sulla piazza o solo dalle pazze.

Sì, Erik Everhard e Manuel Ferrara non sono niente se messi a confronto col me di quella notte.

Ecco, Cindy Crawford che c’entra? Ora, il motivo della separazione fra Richard Gere e Cindy fui io.

No, qui ho detto una stronzata.

Il resto, purtroppo, dico purtroppo, è assolutamente vero.

È anche verissimo che sono praticamente identico a Ryan Gosling. Lui è un po’ più alto di me ed è biondo.

Ma entrambi abbiamo la stessa faccia d’apparenti bambagioni con un ottimo uccellone.

Drive docet.

Parte seconda: i delitti sessuali e (in)confessati della piccola borghesia italiana

Ebbene, un consiglio per i giovani. Io non sono più tanto giovane, a Settembre compirò quarant’anni. Ma io sono un caso a parte. Per me il tempo non esiste, di conseguenza le vostre metriche temporali le abbatto perché qui, adesso, mi va di ripensare ai miei primi, (im)puri turbamenti sessuali più sanamente bestiali.

Sì, furono seghe a iosa per cui fantasticai di trovarmi sepolto vivo da un mare di cosce rosee nel danzante, schizzante esplodere vulcanico del mio sperma sul divano ove, spaparanzato, registrando molte puntate di Non è la Rai, ne gustavo le loro ninfe plebee così eccitanti e succinte nei miei ardimenti puberali e irreprimibili.

Ora, facciamo promemoria delle migliori fighe di questa trasmissione per cui, in diretta, me le tiravo rittissimo.

Ambra Angiolini è sempre stata una scema. Ora fa l’attrice. Anche all’epoca la faceva. Anzi, lo faceva. Il Boncompagni era il suo segreto compagno. Sia Gianni che Ambra hanno sempre smentito di essere amanti ma in verità vi dico che erano molto di più che padrone e asservita al sistema. Sì, il compianto (da chi?) Gianni, dopo aver messo Ambra a novanta, la microfonava affinché recitasse altri suoi dettami per la programmazione pomeridiana.

Dunque, Ambra è sempre stata da me bannata. No, già tempi molto addietro, mai sognai di fotterla nel didietro. No, la mia banana non le diedi nemmeno virtualmente.

Analmente, nel senso di sfancularla subito, sì, ancora oggi può andare tranquilla che da me riceverà soltanto inculate a raffica.

Alessia Merz. Donna famosa per i suoi occhi da Liz Taylor delle borgate romane. Fu persino assunta da David Lynch per uno spot.

Forse, pur di lavorare con Lynch, si donò gratis e non fu pagata. Palpata, forse sì.

Ma soprattutto quanto da lei è stato pagato il sito whodatedwho.com affinché dicesse che, in vita sua, ha avuto solo due relazioni?

Non ci crede nessuno.

Claudia Gerini. La più paracula di tutte. Scelse subito Carlo Verdone per farlo strano…

Ha recitato pure in John Wick 2 accanto a Keanu Reeves. Che non la cagò di striscio, infatti nel film l’ammazzò. Anzi, Claudia si suicidò.

Sì, uno come Keanu non si sarebbe mai sporcato le mani con una vacca del genere. La lasciò affogare con tanto di bagnoschiuma del suo Zampaglione.

Solo oggi, fra l’altro, vengo a sapere che lei e lo Zampaglione di voi coglioni non stanno più assieme.

Infatti, Vento del sud è già meglio. Si vede che Federico, dopo essersi rincoglionito con questa romana da se famo du’ spaghi, ha finalmente capito che, piuttosto che farsi la Gerini, doveva farsi un giro in meridione. Tanto più giù di così non poteva andare.

Laura Freddi, ex di Paolo Bonolis.

Paolo Bonolis, ogni tre frasi, ficca… la sua classica massima preferita: e via in un crescendo rossiniano.

Avete notato? Lo dice sempre.

Cazzo, dire che quando conduceva Bim Bum Bam, diceva ai bambini di non crescere mai come Gioacchino Rossini. Uomo troppo precoce.

Secondo me comunque Laura lasciò Paolo perché Paolo soffriva di ejaculatio praecox. Sì, Laura è sempre stata una fervente fedelissima di Charles Darwin. Come faceva a sposarsi un uomo, poco effervescente, che non poteva garantirle la continuazione della specie? Sì, ci provò, le va dato atto…

Ma Paolo veniva talmente presto che non riusciva nemmeno a inseminarla perché Laura ancora non s’era spogliata.

Sì, Paolo, accontentati di Luca Laurenti e di Ciao Darwin. Sì, vero, sta ora con Sonia Bruganelli che gli prepara i tortelli.

Di altre zotiche avrei da dirvene ma il mio must, lo sapete, era ed è ancora Cristina Quaranta. Donna che, a giudicare dallo sguardo killer, in un sol boccone te l’agguanta anche senza mani e senza guanti.

Poi c’era anche Maria Teresa Mattei, la più pudica di tutte. Non ha fatto la fine di Madre Teresa di Calcutta ma siamo lì, eh. Ha sposato il buddista Roberto Baggio. Ah, no, non è sposata al Codino, bensì all’omonimo Dino.

Che coppia triste. Dai, Dino dammi un codino, no, un Crodino ché mi devo rifare la bocca.

Di mio, frequentai il primo anno del Liceo Scientifico, il Sabin. Durante i giorni d’occupazione, vidi, su una scrivania d’un corridoio, una bionda occupata a farsi montare da un ripetente.

Non era dunque Sabina Began ma già stava facendo le prove per corrompersi coi superiori…

Sì, lei avrà avuto, su per giù, quattordici anni, lui venti ma andavano nella stessa classe.

Sì, cazzo, credo che fu da allora che schifai il mondo e divenni il più grande di Bob De Niro il più grande fan vivente.

Taxi Driver docet.

Mentre questo mio scritto è l’ennesima doccia fredda servita a quella gente che pensò… ah, a questo ragazzo serve solo una sana scopata, vedrai come rinsavirà.

No, certe persone non cambiano. Figurarsi io.

Avete presente First Blood, ovvero Rambo?

I fascisti pensarono che, con un po’ di violenza, avrei preso la vita a culo, come viene.

Sì, un mondo di animali che non meritano il mio rispetto.

E il mio perdono.

Per finire, ne vogliamo parlare della scena di Naked Lies con Shannon Tweed che fa sesso con un buzzurro con tanto di crocifissi e cuoricini?

Credo che sia un capolavoro.

Rappresenta, in nuce, quasi in controluce, tutte le ipocrisie di questo mondo.

Un mondo ove la maggior parte della gente dice di credere a Cristo ma poi se ne fotte altamente, forse solo stando sotto come dementi.

 

di Stefano Falotico, un uomo che non ha da scusarsi di niente. Vi è stata solo di lezione la mia furia potente.

shannon tweed naked lies

 

 

 

mde

goslinf pike drive

Cristina Quaranta e Laura Freddi mi salutano in diretta su Instagram, non sto nella pelle, mi hanno spedito la giacca di Drive: sarà un’estate di vero piumino


24 Jul

Altro che la piuma di Forrest Gump!

cristina quaranta

Sì, già sapete bene che nutro una passione viscerale per Cristina. Appena la vedo, vengo colto da convulsioni. Mi sviscero! E mi occorre del ghiaccio per placare i miei bollori. Comunque irreprimibili.

Così, parimenti a Bob De Niro di Toro scatenato dinanzi a Cathy Moriarty, devo alzare la temperatura del condizionatore. Prendere semmai una boccata d’aria. Spingere sul tasto del ventilatore…

Con Cristina farei l’amore a tutte le ore. Non so cos’abbia questa donna per devastarmi in questo modo.

Forse è un po’ burina, talvolta volgare e maleducata, sembra a prima vista perfino una popolana.

Ma mi trasmette qualcosa d’incommensurabilmente irresistibile.

Le sto dichiarando il mio amore infuocato in commenti indiscriminatamente inequivocabili. Affinché lei, anche da dietro un cellulare o dal pc, possa toccare con mano l’intangibile eppur mia (in)visibile voglia smisurata.

Scusate, mi sto scaldando, datemi un calmante, reprimete quanto prima questo mio slancio eroticamente ardimentoso, libidinoso e sessualmente focoso. Chiamate Kurt Russell di Fuoco assassino. Deve spegnere il piromane di me stesso, bruciato vivo da Cristina.

Sì, me ne innamorai accaloratamente tantissimi anni fa. Da qualche mese l’ho rivista su Instagram. E sto patendo pene dell’inferno, il classico backdraft, la cosiddetta fiammata di ritorno.

Donald Sutherland del succitato film di Ron Howard stenta a credere a questa mia rinascita da Cocoon poiché mi odia a morte e vuole far credere a tutti che io sia solo una Beautiful Mind smarritasi nelle sue fantasie spaziali da Apollo 13. Sì, secondo questo stronzo mai visto, non atterrerò mai su Cristina, girovagando sempiternamente nelle nebulose dei miei disagi da uomo Ombra…

Invece, quando decido di lanciarmi con piglio e grinta inarrestabile, sono incendiario. Romantico più del primo viaggio sulla Luna di Armstrong.

Pochi min. fa ho scritto questo a Cristina:

Cri, ti amo.

Sono il tuo più grande fan da una vita. Sin da quando, durante i primi miei scalpitii adolescenziali, ti vidi ballare a Non è la Rai. Devo confidarti che, stordito, accalorato dinanzi alla venustà tua inaudita, mi eccitavi a morte, a sangue. Essendo tu l’incarnazione sanguigna della donna fattasi carne e aroma che, stagionando, come il migliore vino acquista pregiata consistenza, solare corposità da gustare, inalare, assaggiare, leccare.

Sì, ho molta gente che vorrebbe sbattermi dentro…

Ah, è quello che sogno con Cristina. Se mi date una spinta, fate pure.

Ficcatemi con forza, datemene altre… Ah ah. Sì, molti bastardi mi considerano Claudio Bigagli del film Il guerriero Camillo. In questo film v’è anche Marco Messeri, famoso pazzo di Ricomincio da tre nella parte del maresciallo… ah, siete voi, Marco? Scusate, se il principe Carlo ha la sua Camilla anche all’ora del tè, perché volete dare allora a me la camomilla e coglionarmi, urlandomi in faccia tiè!?

Chi sono io per fare il gallo con donne che manco conosco? Sono forse Donald Trump?

No, ma sia io che Donald abitiamo nella White House… come no? Via della Ca’ Bianca.

 

di Stefano Falotico

 

giacca drive

Luke Perry è stato colto, come sapete, da un ictus, io fui colto poi meno, mi colpirono peraltro vari raptus e anche dei velociraptor, ma sono sempre Lucky Luke and rides again


02 Mar

luke-perrylukeperry

Sì, il povero Luke è ridotto assai male. Devastato. E forse, mentre scrivo questo pezzo, sarà già deceduto.

Povero, salutisticamente parlando, invero molto ricco. Ha una villa a Beverly Hills 90210? Mah, forse anche due.

Ora, voi non sapete e non avete mai saputo un cazzo della mia vita.

Io conosco Luke Perry come le mie tasche. Poiché, quando frequentavo le scuole medie, impazzava appunto questa famosa serie televisiva dell’epoca. Che, detta fra noi, io non ho mai cagato, se non per tirarmene qualcuna su Shannen Doherty. Ah no, non era male, Shannon.

Paragonabile alle ragazze di Non è la Rai di quel periodo. Il mio “foro” all’occhiello, ah ah, fra tutte queste sgallettate iper-scosciate, era Cristina Quaranta.

Stavo sul divano, molestandomi prima di svolgere doviziosamente i compiti assegnatici dai professori e, dopo pranzo, delizioso modulavo vellutato onanismi sfiziosi. Sognando la Quaranta messa a novanta con tutta la sua criniera bionda da ochetta per la mia oca un po’ (s)porca e un po’ pura com’è quel coso fra le gambe nel tumulto puberale dell’immaginare a lei anche un plateale anale oltre il corposo l(i)evitare.

Ah ah, l’ho detta!

Ambra Angiolini, no, non mi è mai piaciuta. Telecomandata da Boncompagni, sempre civettuola con un sorriso falso stampatole sulla faccia dalla finta, pubblicitaria rete commerciale di massa per antonomasia.

Adesso comunque è più allegra di prima, giulivamente ama le olive di Allegri e assieme, a letto, miliardari entrambi suonano la “pianola” Bontempi.

Ah, che tempi. Mi ricordo che ero molto amato dalle ragazze del mio coso, no, del mio corso.

Ragazze che, fra un gioco della bottiglia, un’algebra fatta di seni loro inversamente proporzionali ai brufoli crescenti, mi volevano ardente per testare “con mano” le prime lor esperienze bollenti.

E andiamo di rime baciate, un due tre stella. Ah sì, queste stelline bramavano il mio già scalpitante pisellino e io ero belloccio, niente da dire, niente da obiettare ma solo da uccellare fra prime, turgide inquietudini preadolescenziali e un già mio precoce pessimismo cosmico leopardiano.

Ah, che virtuosa candidezza macchiarsi nei sogni lievi e innocenti ma, fra il dire e il fare, era solo un dolce naufragar in questo mar(e). E poco amare eppur molto segare.

Mai marinai a quei tempi la scuola ma avrei voluto mangiar una ciambella alla marinara semmai con Antonella o Gabriella, sgranocchiando fragrante e cogliendo in flagrante qualcuna di queste intraprendenti, smaliziate pischelle, con tanto di zucchero a velo e un buco venuto bene… di miele… Che c’è di male?

Nella vita son stato più volte trombato ma mai dimenticherò quegli happy days in cui queste pulzelle, immaginandomi a loro nudo col mio tosto fringuello, non sapevano se paragonarmi a Jason Priestley o, appunto, a Luke Perry.

Io somigliavo più a Luke. Viso spigoloso, quasi alla Rupert Everett/Dylan Dog ma non ero stronzo come Luke, non erano visibili sul mio volto i tratti del lucky bastard ma una delicatezza allineata graziosamente a lineamenti più efebici, simili a quelli di Jason. Alla fine, non me la davano mai e spaccavo tutto come quello di Venerdì 13. Ah ah.

Ma quale Luke e Jason, io ero già un fan del Pelvis, sì, Elvis Presley. Un Cuore selvaggio da Love Me Tender.

Queste, in verità, dopo essersi sparate pure la seconda puttanata gemellata, ovvero Bayside School con Mario Lopez, qualche an(n)o dopo… si eran già fottute… anche il cervello. Smarrite fra le prime, agghiaccianti perdite di verginità con un “uomo” Massimo, di nome e forse di fallo, ma non di fatto, intellettivamente parlando.

Che scuoiava le loro pelli come Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, leggasi simpaticamente, semplicemente che le deflorava, senza comunque andare oltre il lecito di fava…

Massimo non prometteva loro vite da favola ma le sverginava anche sul tavolo.

Poi sarebbe venuto per lui e per loro il Tavor.

Massimo il “bono”, il bovaro che fra una chiavata e l’altra, togliendo a queste qua gli Swatch e giocando di “splash”, intonava Ligabue… certe notti c’hai qualche ferita
che qualche tua amica disinfetterà…

Giochi di palle, di pallonari, di cazzari, di racchie e noie bulimiche con le racchette dello Squash.

Insomma, ho fatto bene io a non voler somigliare a Luke.

Meglio Bob De Niro. Vero, Juliette Lewis?

Idiota, non ci hai capito niente, eh?

Come diceva Terence Hill… in Lo chiamavano Trinità.

Te lo rifaccio, se vuoi.

Vi ho distrutto i cervellini, galline?

Il sottoscritto invero è un fuoriclasse come Mahershala Ali e se tu, maiale panzone, lo fai incazzare, diventa Rust Cohle. E te le suona di santa ragione. Mio puttanone.

A quel punto, fattela nelle mutande, stronzone.

Mai mettersi contro un metafisico-trascendente. Mai.

E mai scherzare con le vite degli altri. Perché, sai, dal cielo ti potrebbe cadere una mazzata devastante e ora capisci che significa… crescere.

E non giocare da adulto scemo con imbecilli proibizioni e castighi. Su, non siamo mica più bambini.

Non siamo mica più alle medie ove i coglioni alzano il dito medio e parlano, sognano ma non favellano.

Vero?

Ognuno nella vita vive come cazzo vuole.

E questa è la versione vera della storia. Non ce ne sono altre, imbroglione.

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)