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LA DONNA ALLA FINESTRA: perché parlate sempre di Tarantino e Paul Thomas Anderson, menzionate e celebrate il grande Joe Wright


21 Mar

donna finestra poster amy adams

Ora, non so se Stallone sia diventato Andrea Roncato a livello fisionomico. Che poi… ci si sbaglia sempre tra la fisionomia e la fisiognomica, cioè il ramo pseudo-scientifico che, in base ai suoi discutibilissimi criteri del tutto opinabili, avrebbe l’ardire di giudicare la personalità e la conseguente psiche o viceversa di una determinata persona. Ma cos’è la “profilazione” psicologica di Mindhunter? Ma per piacere…

La vita vera non è una serie televisiva.

Leggete semmai il mio libro Bologna insanguinata e capirete che io riesco a citare mille volte nel mio libro il grande Andrea Roncato, re del trash goliardico più sboccatamente felsineo, pur conservando una suspense narrativa à la Il silenzio degli innocenti.

In questo mio libro, cito Zodiac ma riferisco anche di essermi eccitato più volte sull’attrice Valeria Cavalli. Presente sia in Zodiaque per la regia di Claude-Michel Rome che in Zodiaco di Eros Puglielli.

Presente sia ne La tenda nera che ne La freccia nera.

Se volete vederla fare sesso, guardate l’inizio del film Il caso Martello. Ci diamo nel martellino, eh?

Se volete vederla ignuda, osservatela in Le Grand Patron.

Chiedo ora pardon se, nelle righe precedenti, mi son lasciato prendere la mano…

Per questa cazzata, vorreste forse operarmi l’amputazione di qualcosa… a mo’ del desiderio mostruosamente proibito di Buffalo Bill? Dai, ca… zo.

Ora, se una persona, sì, codesta dovesse autodeterminarsi in base a questa stronzata quasi peggiore delle teorie del Lombroso, eh sì, diverrebbe subito materia di studio.

Invece, se vedo Can Yaman, non essendo io omosessuale, penserei che trattasi di Schwarzenegger dei poveri su viso alla larga ricordante Kabir Bedi. Il reboot di Sandokan, peraltro, è stato realizzato o no?

Secondo Diletta Leotta, Can, attore cane, è un uomo da sposare. Per forza, le dona tutti i gioielli.

Pulisce i fornelli, la soddisfa pienamente a letto e le regala tutti i cani che vuole per accarezzarne altri oltre al suo. Una vita amabile, insomma, cagna.

Ecco, Bedi è uguale a tutt’oggi all’inquilino del settimo piano del mio palazzo, ovvero il sig. Tringali.

Ultimamente, il Tringali ha avuto varie sfighe. La moglie era ricca come Yaman, da me ribattezzato anche Aquaman semi He-Man. Ma fu Tringali che le donava i gioielli. Infatti, ora Tringali non ha un cazzo. No, il suo, credo che ce l’abbia. Economicamente, è a pecora dopo il divorzio che l’ha messo a novanta.

Sì, per molto tempo vissi da Bob De Niro di Hi, Mom! Variazione folle-psicotica e borderline sul tema del personaggio interpretato da James Stewart ne La finestra sul cortile. Ovviamente, puro Cinema depalmiano ispirato all’Hitchcock migliore. Femme Fatale docet.

Comunque, fra la Kim Novak de La donna che visse due volte, Grace Kelly e Rebecca Romijn, non scelgo nessuna perché le prime due sono morte, io non sono necrofilo e la terza, ex Stamos, deve avere avuto più amanti dell’ex moglie di Tringali.

Sì, non voglio venir affetto da alcuna topa, no, da nessuna malattia venerea. Come tutti gli uomini, però, voglio venire al dunque… Con calma, senza eiac… one precoce.

Quindi, non perdiamoci in masturbazioni… Badiamo al sodo in modo dritto e spedito giustamente godibile.

La mia lei è molto bella, molto più sexy di Diletta Leotta. Sinceramente, Diletta è una mig… ta.

Una come la mia lei, eh sì, miei belli, voi la vedrete col binocolo.

Non so com’abbia fatto a innamorarsi di me. Parlammo per molto tempo assai privatamente, cioè su WhatsApp e Messenger.

Io tentai in ogni modo di dissuaderla dallo sbloccarmi dal mio isolamento.

Onestamente, fui io ad approcciarla ma me la feci nelle mutande. Adesso, lei mi fa senza mutande.

Questa è la verità, nuda e cruda. E dire che provai in ogni modo a non incontrarla. Non volevo patire pene… dell’inferno.

Le dissi che, in passato, fui diagnosticato depresso incurabile, social-fobico insanabile, che mi addebitarono pure la patente, erronea ed orrida, di Elephant Man con disturbo paranoico delirante.

Lei invece credette subito che fossi un genio come Gary Oldman. Da quando io e la mia lei stiamo assieme, anzi, dal nostro primo incontro reale, è trascorso quasi un anno. Un anno speciale. Ho detto anno.

Per noi tutti è stato un anno orribile. Ma l’amore m’ha salvato. Se voi state male a causa delle quarantene poiché state troppo tempo in casa e perciò vi sentite depressi e inutili alla società, pensate piuttosto che un genio come Brian De Palma sono anni che non fa un cavolo, al che vi sentirete risollevati.

Altrimenti, guardate un porno e rimanete dei voyeur frustrati. Che vi devo dire? D’altronde, io sono un libertino. No, un liberale. Ognuno, secondo me, può fare quel c… zo che gli pare. Basta che non rompa le palle al prossimo.

Che poi… non è del tutto vero. Lo è, diciamo, a livello approssimativo. Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, eh già, rompeva le palle, eufemisticamente, alle donne.

Cioè, fatemi capire… erano donne soltanto all’apparenza? Cioè, sotto sotto, erano dei bestioni come Can Yaman? Può essere. Appurate voi, uomini (im)puri.

La mia lei abita lontano da me. Dunque, da un bel po’ non possiamo essere realmente, tangibilmente passionali come Gary Oldman e Uma Thurman prima che essi litigassero furiosamente.

Talvolta, io e la mia litighiamo in modo estremamente furioso. Anche Gary litigava sempre, come detto, con la Thurman, anche con la Rossellini, però.

No, credo che io e lei non ci lasceremo. Quando non possiamo amoreggiare davvero, tranne virtualmente, io riguardo Panic Room e rivedo Mank del grande David Fincher.

Jodie Foster mi piace molto ma non ho i soldi di Can Yaman per corteggiarla. Poi, Jodie è lesbica.

Quindi, non ci sono c… zi da fare…

Venero Gary Oldman ma non sono gay.

Ecco, Joe Wright è un gigante. Espiazione è un film magnifico. Se volete sapere cosa sia un piano sequenza magistrale, lasciate stare gli incipit di Omicidio in diretta e de Il falò delle vanità…

Lasciate stare le soggettive di Hitchcock e quella di John Carpenter nella scena d’apertura di Halloween.

Sì, nella mia vita finii in “manicomio” come Michael Myers e i miei coetanei mi considerarono afflitto da agorafobia.

Sono bravo a scrivere come Alessandro Manzoni ma non soffro di alcuna patologia, purtroppo.

Dico purtroppo perché mi sarebbe piaciuto essere un demente come Can Yaman.

Lui pensa di avere tutto nella vita. Invero, non ha niente. Perché, senza una bella mente, puoi arrivare solo con Diletta Leotta e non altrove. Se invece sei Russell Crowe di A Beautiful Mind, sei anche schizofrenico.

Comunque, puoi avere lo stesso Jennifer Connelly…

La Leotta è carina ma deve avere il cervellino di una gallina. Dopo aver fatto sesso, Can e Diletta come passano il tempo assieme? Guardan(d)o Uomini e donne? Che vita di merda.

Invece, io sono “soltanto” trasformista come De Niro e Oldman. Sono isterico, nevrotico, creativo e non un cretino.

Fra l’altro, sono l’unico al mondo che ancora si ricorda che De Niro doveva girare il film Scared Guys per il regista di Galaxy Quest, cioè Dean Parisot.

Insomma, il mondo è popolato perlopiù da tamarri, da scemi e da sceme.

Di mio, mi piace essere spiritoso, essere burlesco, essere teatrale. E, a proposito di Teatro, idolatro il soliloquio di Amleto, eh sì, essere o non essere?

Uscire o non entrare? Con la mia lei esce ed entra regolarmente, senza bisogno di Viagra.

Talvolta, rimango solo amletico se entrarle più in azione o rimanere in folle…

Lasciando che, intanto, sospiri versi non propriamente scespiriani…

Mi spiace aver deluso i matti che volevano farmi credere che abbisognassi di farmaci neurolettici perché sono troppo “aggressivo-passivo”. Loro sono succubi attivi?

Sì, lo sono. In passato me lo diedero metaforicamente in quel posto, adesso si fottano.

Sì, è stato un anno strano, davvero. A un certo punto, incontrai anche un tizio fuori di testa, veramente. Ecco, io do l’impressione di essere una persona in difficoltà.

Al che, alla vigilia del mio compleanno, costui mi mostrò una foto di Julianne Moore in posa molto sensuale.

Poi, dopo che discutemmo di Cinema, “spiritosamente” mi disse a mo’ di chiaro sfottò: ricorda, Stefano, il film più bello del mondo non è Quarto potere, bensì Forrest Gump.

M’invitò più volte a casa sua. E io mi misi a registrargli una prova recitativa, con la mia voce, del Primo Canto della Divina Commedia.

Trovò dunque una scusa bella e buona per allontanarmi. E nei giorni seguenti aggiunse: non scrivermi né cercarmi mai più.

Sì, sono spesso taciturno e la gente pensa che io sia un “ritardato”. Quando inizio a recitare, vedono un “mostro” di bravura e non ci capiscono niente.

Perché il mio discorso non fa una piega. Avendo una vita “normale”, non sono mai stati costretti a portare la mente a un livello a loro ignoto.

Parlano solo di donne che non tromberanno mai, di donne che li hanno respinti e che loro, per rabbia, hanno stalkerizzato. Parlano che domani devono farsi il culo col lavoretto “dignitoso” per pagarsi le bollette e forse le bollite che raccattano sui viali. Tutta gente, insomma, che non vale una minchia. Sì, penso di soffrire anche di disturbo narcisistico di personalità. Riesco a essere sia Gary Oldman di Léon che Jean Reno, pure di Ronin. Se non vi sta/bene, chiamo la Neuro.

di Stefano Falotico

Adoro Nic Cage, non mi picchiate – The Unbearable Weight of Massive Talent


27 Sep

nic cage wild at heartAdoro Nicolas Cage, per noi, suoi fan, detto Nic. Così, infatti, auto-ribattezzatosi nello strambo biopic in fase d’allestimento e di riprese immediate intitolato The Unbearable Weight of Massive Talent.

Sì, Antonello Venditti andò matto per Milan Kundera e il libro di quest’ultimo più citato dagli italiani, ovvero L’insostenibile leggerezza dell’essere.

L’italiano medio cita a sproposito libri dei quali ha sentito “dire” ma di cui non ha letto nemmeno una sola parola.

Conosce almeno il lessico o solo il cane Lassie?

Molti italiani, peraltro, tifano per l’Inter e non sanno neppure chi sia Kundera. Venditti invece, ovviamente, tifa per la Roma e ha letto, no, a letto, una sua ex amante non più segreta, Monica Leoffredi, tifò per lui in maniera accalorata, diciamo.

Voi invece avete mai visto The Unbearable Lightness of Being di Philip Kaufman?

Ecco, per un uomo sanamente eterosessuale, è difficile rimanere impassibile dinanzi a Juliette Binoche ignuda. Sì, assolutamente impossibile. A meno che non siate Daniel Day-Lewis al suo minimo storico, cioè tragicomico come nel film Fergus O’Connell – Dentista in Patagonia oppure quello di My Beautiful Landrette. Se invece siete il Daniel de L’ultimo dei Mohicani e di The Boxer, eh sì, la vedo dura che non vi diventi d… ro.

A dirla tutta, qualsiasi maschio normodotato, dirimpetto a Juliette, non può essere Nic Cage di Adaptation.

Cioè uno sfigato come Charlie Kaufman. Eh sì, i gemellini… Anche se foste a pecora, come si suol dire, vale a dire fortemente demoralizzati, Juliette subito vi tirerebbe su e ringalluzzirebbe “a bestia” a mo’ di Donald.

Sì, per molto tempo fui identificato col Nic Cage di Matchstick Men.

Invero, scoprii di essere Sailor Ripley di Cuore selvaggio. Irrequieto, pazzo scatenato nel senso più romantico del termine e adoratore di Elvis.

Adoro Gran Torino di Clint Eastwood e anche Joe di David Gordon Green. Eh sì, si fa presto a dirmi boomer.

Quando mi girano, ecco, sono capace di sfoderare monografie dedicate, per l’appunto, a Nicolas.

Come questa: https://www.ibs.it/nicolas-cage-attore-vampiro-libro-stefano-falotico/e/9788891136107

Ora, Federico Frusciante, gestore e proprietario della nobile, mirabile Videodrome di Livorno, sostiene che Cage sia un incapace e un cane. E che qualsiasi uomo possa essere un grande attore se riesce/a a fingere di non venir… arrapato dalla Binoche? No, che possa risultare bravissimo a recitare se diretto da cineasti come Brian De Palma, Ridley Scott, David Lynch e/o Scorsese.

Adesso, non diciamoci puttanate. Che Nic sia stato raccomandato più del figlio di Umberto Bossi, il Trota, lo sanno anche a Bernalda, cittadina dell’entroterra lucano ove mia cugina Laura di Pomarico, paesino vicino Matera, no, la cugina di Cage, Sofia, la regista de Il giardino delle vergini suicide, si sposò con tanto del Padrino di suo padre, vale a dire Francis Ford, più il testimone Nicolas Cage che, fra un lauto primo e un ricco secondo a base di ostriche, champagne, prosecco e caviale, intrattenne l’allegra compagnia, riunitasi a desinare fino al tramonto, cantando peggio che in Via da Las Vegas.

Ora, se Achille Lauro azzecca una canzone su dieci, in forma quasi parimenti direttamente proporzionale, Nic Cage indovina un’interpretazione su quindici film da lui interpretati. Essendo, Nic, assai stacanovista, girando cinquemila film (vai di iperbole) all’anno, mi pare ovvio che sia un grandissimo.

Scusate, la matematica non è un’opinione. Ah ah.

Oh, su 30 film, quattro sue performance sono di certo memorabili. Ah, cavolo, non solo non leggete libri. Neppure avete mai aperto un libro di algebra.

Nic Cage interpretò di tutto. Girò con Giuliano Montaldo, assieme a Ricky Tognazzi e Giancarlo Giannini, Tempo di uccidere, tratto da Ennio Flaiano.

Alla fine delle riprese, Montaldo urlò a Nic: – Sparisci, lebbroso!

Mentre, in Nato per vincere, Nic incarnò la parte di uno dei fratelli campioni di canottaggio, sì, gli/l’Abbagnale, con una faccia da salame peggiore di Sylvester Stallone nel terzo Rambo e un’espressione da pesce lesso maggiore rispetto a quella da lui stesso esibita in Con Air.

Sì, a livello di physique du rôle, Nic c’è tutto. Nulla da dire, gran fisico. A livello di “figo”, non sempre.

Di mio, che posso dirvi?

La mia attuale lei è più bella di Patricia Arquette ma, soltanto da un anno a questa parte, conduco Una vita al massimo.

Durante tutta l’adolescenza vissi come Nic Cage di Birdy. Diciamo, non propriamente un’esistenza esaltante.

Feci per la prima volta all’amore, comunque, con una ragazza più bella di Jennifer Beals di Stress da vampiro. Difatti, impazzii per lo scompenso psicologico dovuto alla botta pazzesca ricevuta e datami dopo anni interminabili di castità madornale e divenni così stupido da farmi piacere anche Flashdance.

Ora come ora, la situazione è stabile.

Dunque, se vogliamo dire che Nic Cage, in Ghost Rider, faccia schifo, è vero.

Se vogliamo invece affermare, falsissimamente, che costui (sotto mostratovi) non sia un grande scrittore, è meglio che non vi azzardiate a fare i grandi attori.

State mentendo spudoratamente, non siete affatto credibili nel dirmi che non sia vero.

Adesso, diciamo che posseggo un certo fascino alla miglior Nic Cage di sempre.

Sono un uomo, infatti, da Falò delle vanità. Anche se Omicidio in diretta è meglio.

E De Palma, ribadisco, è un genio.

Se non vi sta bene, vi offro da bere e una torta Saint Honoré.

Per piacere, non fatemi però la fine di Nic Cage nel remake, firmato da Werner Herzog, de Il cattivo tenente.

Film in cui Nic filmò una scena disgustosa con Stephanie Honoré.

Sono un uomo di gusto e giusto. Se voi volete invece essere degli schifosi, lasciatemi perdere.

Altrimenti, perderete ancora di più. Ah ah.
Insomma, non sono un uomo soltanto da pizza e Il mandolino del capitano Corelli, cari fratelli e care sorelle. Ah ah.

 

di Stefano Falotico

 

Brian De Palma è il mio regista preferito assieme ad altri cento, la mia Femme Fatale invece è più sexy di Michelle Pfeiffer di Scarface e di Rebecca Romijn


17 Jun

femme fatale banderas

Un tempo, Rebecca portò il cognome Stamos. Ma mise le corna al marito. Non so, forse tradendolo con Greg Kinnear di Godsend.

Di mio, da bambino fui considerato un “mostro” come Cameron Bright/Adam Duncan.

Sebbene tutti gli adulti cattivi provarono a incendiarmi, no, a far sì che, distrutto dal loro essermi incidentali, morissi morto ammazzato giammai resuscitato, io guardai precocemente il film Frankenstein di Mary Shelley del Branagh e compresi che la creatura mostruosa generata dallo scienziato pazzo De Niro… scusate, sto facendo confusione.

Guardate, optiamo per Gary Oldman del Dracula di Bram Stoker. Eh sì, grazie al mio incantesimo da Uomo Lupo risorto inaspettatamente, più che old man, cioè uomo vecchio, divenni magicamente più affascinante e stronzo di Steven Bauer.

Steven, nomen omen. Sì, per molto tempo fui accusato di non possedere una granitica sessualità marcata. Fui dunque guardato a vista, sì, malvisto. Siamo stracolmi di gente sospettosa che, (in)consapevole di non essere Al Pacino, pensa (in)credibilmente di essere più figa di Michelle Pfeiffer.

Sono persone più malsane e maniache di Michael Caine di Vestito per uccidere. Sono forse solo dei manigoldi.

Sì, la gente pensò che io fossi più ritardato di Sissy Spacek di Una storia vera, invece scoprì che, malgrado i loro scherzetti assai crudeli perpetratimi impunemente, non mi trasformai nella Sissy di Carrie – Lo sguardo di Satana, bensì in Eliot Ness/Kevin Costner de Gli intoccabili.

Queste persone malfidate sono più corrotte di Al Capone. Sono proprio dei testoni.

Mi urlarono: ridi, pagliaccio… sei sempre solo soletto, alone.

Di mio, adoro Jimmy Malone. Comunque, credo che Andy Garcia/George Stone/Giuseppe Petri, cioè io stesso in questo momento della mia vita, sia molto più ammaliante di Sean Connery dei tempi d’oro.

Prendiamo poi, per esempio, sempre lui, vale a dire Fabrizio Corona. Per anni dichiarò di sentirsi come Tony Montana. Tant’è che annunciò di aver firmato un contratto (mai visto, da lui solo immaginato), anzitempo in calce francobollato, per cui avrebbe dovuto essere il protagonista del remake di Scarface che sarà diretto da Luca Guadagnino.

Mah, secondo me, Dakota Johnson di Suspiria è meno strega delle bagasce d’avanspettacolo ed è molto più sexy di María Belén Rodríguez Cozzani. Detta semplicemente Belen. Alla sua celeberrima farfallina, preferisco quella di Jessica Rabbit.

Impara a conoscere il tuo coniglio…

Belen! Una che, a mio avviso, per essere arrivata a un cazzo, cioè a un successo effimero, deve essere comunque arrivata… più di Melanie Griffith di Omicidio a luci rosse.

Basta inoltre coi gossip da Novella 2000. Non frega niente a nessuno se Belen stia ancora con Stefano De Martino o se, segretamente, voglia girare un sex tape con un miliardario che non ha mai visto neppure una volta in vita sua Carlito’s Way, oppure se desideri nuovamente, accaloratamente amoreggiare volgarmente con Corona Fabrizio con tanto di berselo tutto in un bicchiere d’acqua o con un po’ di gin e vermouth su aggiunta di “olive” e lemon twist. Cioè limonarlo a Ibiza ove vanno forte i balli latinoamericani fra donne assai meno pure di Nancy Allen/Nancy di Blow Out.

Peraltro, dubito che Fabrizio sappia ballare come John Travolta de La febbre del sabato sera.

Non sa neppure chi sia Pino Donaggio. Questo Fabrizio pensa solo al “montaggio”.

Be’, devo esservi sincero. Reputo Sliver di Philip Noyce, eh già, un film alla De Palma.

Ma io non fui mai William Baldwin del suddetto film ove Sharon Stone fu molto sudata…

De Niro di Hi, Mom, sì, eccome. Ah ah.

Il Cinema di Brian è hitchcockiano, una reinvenzione ad libitum de La finestra sul cortile a ca… o duro da videoclip di Springsteen di Dancing in the Dark.

Ecco, penso fermamente di non essere mai stato di mente instabile. Sebbene, come appena sopra dettovi, spiai molte persone del mio antistante stabile. In verità, furono i guardoni a farsi i cazzi miei.

Dovevo pure mostrarmi qualche volta. Sì, per abbassare le tapparelle.

Costoro dovrebbero revisionarmi meglio come in Redacted.

Non mi piacciono le lesbiche da Passion e non possiedo una Doppia personalità, cari miei Cadaveri e compari.

Ah, voi pensate solo a campare per raggranellare du’ spiccioli e poter offrire alla vostra lei almeno un Campari. Ma che campate a fare?

Nella mia vita ne vidi tante. Insomma, qualcuna. A dire il vero, non tantissime. Non fui e non sono un puttaniere come Nic Cage di Omicidio in diretta. È un poliziotto? Sì, con più anelli al dito di Fabrizio Corona…

Fui indubbiamente fottuto a sangue e stuprato nell’animo, insomma, bullizzato a morte.

Alla vietnamita di Vittime di guerra andò peggio.

Non fu però affatto facile per il sottoscritto diventare più bello di Tom Cruise di Mission: Impossible.

Sparii e poi riapparvi come Il fantasma del palcoscenico. Che spettacolo!

Non usai poteri paranormali da Fury, non credo peraltro agli psichici, tantomeno agli psichiatri della minchia. Credo invece che Brian de Palma sia un genio.

Uno dei geni più grandi e spaventosi di sempre.

Scandalosamente, non è mai stato candidato all’Oscar.

D’altronde, uno così che se ne fa delle belle statuine, a differenza di Fabrizio?

In effetti, devo darvi ragione. Sono un uomo triste, addormentato, “pazzo” come Brian in tale foto.

Sì, se una persona incontrasse Brian De Palma a un bar, penserebbe:

– Povero tapino, quant’è scemino… dobbiamo aiutarlo.

 

Eh certo, da quando in qua s’è visto un genio che deve essere aiutato dai ritardati?

Ah ah ah. Diverrebbe più tonto di loro. A proposito infine di De Niro, scoperto da De Palma. Vi piace in Ti presento i miei, cari “sfigat(t)i?”. Siete su Candid Camera. Vi sentite Fotter? Mi spiace, perdonatemi. Avrei dovuto dirvi subito che ho i capezzoli. Volevate allattarmi?

Immortalo la vita e sono un fotografo delle emozioni. Scusate, non avevo citato Black Dahlia. Per forza, non esiste più. Io sì, invece. Ah ah.

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di Stefano Falotico

Nostalgie calcistiche, forse solo nostalgie, forse solo questione di balistiche e di ballisti, beviamoci un Suntory o l’Uliveto per le olive


18 Jan

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Io ho sempre amato questa traduzione poco purista di Cesare Pavese… uno dei miei libri preferiti in assoluto, ho bisogno di leggerlo almeno tre volte l’anno. Per ricordarmi della natura limpida della mia balena bianca.

Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie funebri e di andare dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in strada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare. Non c’è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l’altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l’oceano.

Sì, la vita è una questione di incipit. Come si suol dire, chi ben comincia è a metà dell’opera?

Mah, mica tanto. Io cominciai benissimo. Un campione in erba, come potete appurare da queste foto.

Un enfant prodige, talmente enfant che fui scambiato poi per Elephant Man. E ho detto tutto.

Ecco, lo vedete bene quell’uomo lungagnone alla sinistra? Anleri, sì, di cognome fa o forse faceva Anleri. Non so se campa ancora.

Era ben conscio del mio talento immane, roba che Lionel Messi è solo uno sfacciato fortunato. Ma mi metteva sempre in panchina.

Perché voleva spronarmi a dare di più. Faceva un po’ come Burgess Meredith di Rocky, cioè lo stronzo.

Soltanto al prestigioso torneo di Ca’ Bassa, entroterra di San Lazzaro, qui in provincia di Bologna, mi schierò titolare.

Dopo pochi minuti di gara, avvenne qualcosa che forse avete visto in Holly e Benji.

Era un campo da sette, no, non da calcetto. Quello si chiama, appunto, Calcio a 5.

Un campo a sette è leggermente più piccolo di quello regolamentare di Serie A. cioè a undici.

Credo che giocassi come 7, fra l’altro, ala fluidificante, molto ficcante.

Infatti, mi ero allungato la palla, era già nei piedi del difensore alle calcagna, avvantaggiato nella corsa. Al che, di punto in bianco, sapendo che quest’ultimo sarebbe arrivato prima di me sul pallone, rubandomi la sfera, mi girarono le balls e tirai fuori i coglioni.

Fu un colpo di sensazionale balloon, come dicono in dialetto bolognese, da lasciar stupefatta tutta la curva.

Balloon, in inglese, significa mongolfiera ma i giornalisti calcistici, ironicamente, lo usano per definire appunto il gioco del pallone. Da cui la famosa trasmissione locale, Il pallone gonfiato. Quello che sei tu quando prendi per i fondelli il prossimo e invece dovresti aver le palle per ficcartele in cul’.

Senti che rima! Baloon e in cul’. Ah ah.

Balloon è anche la nuvoletta dei fumetti. E io, indubbiamente, son un personaggio fumettistico. Roba che Iron Man mi fa un baffo anche se, più che supereroe, sono soltanto rimasto un Travis Bickle, un anti-eroe. Cioè, un eroe suo malgrado da casino della madonna!

Potrei essere anche Giorgione del mitico Bomber con Bud Spencer. E lo stesso Spencer de Lo chiamavano Bulldozer.

Sì, quando m’incazzo come un napoletano verace, divento pure Piedone l’africano.

Ed essendo molto pigro, be’ sì, Bud di Io sto con gli ippopotami, in confronto a me, Tarzan ante litteram, amante dei richiami delle foresta da Jack London, è un lord inglese.

Ma torniamo sull’argomento.

Ecco, consapevole che mai avrei preso possesso della palla, sfuggitami dai piedi, mi lanciai in una scivolata allucinante. Da Ibrahimovic “pulcino”.

Il difensore rimase scioccato, anche il portiere. Con la punta del piede, sì, una puntata micidiale, la palla, così violentemente colpita dal sottoscritto, compì una traiettoria imprendibile e s’infilò nell’angolino.

Un colpo imparabile.  La follia, in tutta follia, andò in visibilio.

Vincemmo, ovviamente, il torneo.

Di altri miei colpi, soprattutto di testa, nel senso di follie pazzesche e imprevedibili, la mia vita è sempre stata piena. Credo lo sarà ancora. Soprattutto perché m’ingelosisco facilmente e, se una tipa, di cui sono follemente innamorato, mi dà un calciò nelle palline e invece ciuccia l’uccellino di un coglione, mi sta sul cazzo. E l’escandescenza va a nozze. Comunque, mica dovevo sposarmela. Quando i calciatori, intervistati a fine partita, dopo averla persa, dicono: – Ah, dovevamo avere più attributi…

Raccontano un sacco di balle. La vita, e non ci sono cazzi che tengano, non è solo questione di “durezza”. Ma di colpi di culo.

Guardate Full Metal Jacket e capirete che, essere educati al maschilismo fascista, rende gli uomini solo delle bestie. I puri si ammazzano e le merde se ne fottono.

Ah, le donne non sono il mio campo da gioco. Diciamocelo. Per insaccarle alle donne, bisogna essere presidente della Juventus. Coi soldi, puoi farti tutte le leopardate donne del mondo. Anche se Agnelli è uno zebrato. Con pochi soldi, al massimo puoi fare Leopardi. E giocare, anziché alla cavallina, alla tua pecorina di “autogoal”.

Insomma, potevo diventare come Cristiano Ronaldo. Il fatto è che non sono manco più un cristiano.

Da tempo, non credo in Cristo, sono agnostico. Forse del tutto ateo.

Ma sappiate questo. So che spesso lo pigliate in quel posto e non riuscite a digerire il mal di pancia.

A differenza di Bill Murray di Lost in Translation, perché bere un Suntory quando potete scolarvi una bottiglia di acqua Uliveto? Stimola la diuresi e, stando alle proprietà nutrizionali del calcio, ve lo rende anche più duro.

Insomma, diciamocela. Dei ballisti han detto un mucchio di frottole sul mio conto. Anche sui miei coiti.

Vi è piaciuta questa rovesciata?

A proposito. Quando inizia il nuovo programma di Michele Santoro?

 


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