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La questione Sean Penn: davvero un grande attore e regista, un nobiluomo o un seduttore ignobile, un incallito e irriducibile tombeur de femmes stimabile o un vivente bluff sesquipedale?


06 May

Sean Penn Leila GeorgePartiamo col dire questo, cioè molti uomini pensano di vivere sulla Luna e non si accorgono invece di essere terra terra.

Sean Penn. Parafrasando il grande Totò, questo nome non m’è nuovo. Per dirla invece alla Falotico, anzi à la Falò che fa molto Totò le Mokò, quest’uomo a volte mi pare un uovo strapazzato soltanto da delle galline spennacchiate però mica tanto. Min.. ia! Vecchie o giovani non importa, quel che importa è che fanno, anzi facciano buon brodo.

Comunque, Sean girò molti film sbagliati, insomma robaccia come la peggiore brodaglia. L’importante è far un caldo brodino quando la minestra è riscaldata, cioè preparare per cena qualcosa di sostanzioso ed egualmente sfizioso anche se le penne all’arrabbiata del pranzo sono andate a male in modo ammuffito e puzzoso. Se proprio, nel frigorifero soprattutto dei vostri fegati amari e cellofanati, non troverete niente di meglio del dado Star, beveteci sopra e un uovo al tegamino riscaldatevi. Condendo la cattiva digestione con l’Amaro… Averna, il gusto pieno della sfiga, ah ah.

Sean Penn ha fame, no, ha sempre avuto fama di essere stato amante di molte femme fatale. Dell’aver cioè brasato, no, nasato, no, basato molto del suo successo, in passato di verdura, no in passato e basta, sul suo carisma derivatogli dall’essere stato lo storico compagno di Madonna, donna all’epoca venerata e idolatrata alla pari del mistero di Fatima ancora non rivelato, giacché personalmente bruttina l’ho sempre considerata, oggettivamente è bassina, secondo me anche musicalmente assai piccolina. Quindi, mai mi capacitai di come Madonna potesse piacere a molti maschi che per lei s’accalorarono non soltanto sugli spalti degli stadi da lei riempiti, dicevo… Loro la vedevano e urlavano po… o dio!

Insomma, io presi delle antidepressive compresse mentre questi qua non abbisognavano di tirarsi su poiché a loro bastò, come calmante naturale e al contempo euforizzante, la signora Ciccone? Poveri cog… ni infami!

Sì, giammai compresi la forza seduttiva d’una donna per cui gli uomini s’accalcarono sulle tribune pienamente da loro gremite, sognando di conquistare realmente, prima o poi, il suo cuore di ex dello stadio, no, Stato, no, Sean mondiale, vivamente e non più virtualmente ghermendola e a loro volta seducendola, nella privata vita loro disastrata, in modo plateale da totali sfigati inauditi e mai visti. Da nessuno e nessuna ca… ati.

Detto ciò, acclarato qui quanto appena dettovi e riferitovi, vale a dire ancora che Madonna mai mi piacque veramente, passiamo a Sean Penn. Tanto Madonna, nonostante sia adesso abbastanza âgée, ha pur sempre potere… di pagare un dentista a peso d’oro per rifarle gli incisivi d’argento. Ma è lei che gli rifila la porcella, no, la parcella. Quindi, passano gli anni per tutti, anche per lei. Che comunque, intanto, i giovani si ripassa.

Sean Penn, a dircela tutta, non è mai stato un grande attore. Sto bestemmiando come gli uomini o pseudo tali sopra brevemente e lapidariamente descrittivi, i quali divennero blasfemi in quanto imprecarono contro la Vergine santissima?

Un latin lover, Sean, sì. Ciò è indubbio. Penso davvero che non sia un grande attore. Anzi, tutt’altro. Lo reputo pessimo. Tanti anni fa lo adorai e piacque effettivamente molto anche a me. Probabilmente però stavo in quel periodo attraversando attimi decisamente confusionari di profondo ed esistenziale malessere incommensurabile.

In Milk è straordinario, lo riconosco. Io non sono però omosessuale e devo altresì dichiarare, sempre alla maniera di Totò, che mi piace tutto di Leila George, tranne una cosa. Quale? Il marito.

No, non siate maligni, mie malelingue. Non sono invidioso di Sean Penn. Perché dovrei esserlo? Nell’anno in cui Sean vinse l’Oscar per Milk, infatti tifai per Mickey Rourke di The Wrestler.

Dunque, non mi pare che sia geloso del successo, non solo di questo, degli uomini. Posso garantirvi che, dati alla mano dal sito whodatedwho.com, le ex di Mickey Rourke erano molto più belle di quelle di Sean. Pensate, a me non sono mai piaciute neppure Charlize Theron e Scarlett Johansson. La prima la ritengo una stangona magrolina, la seconda una chiatta, secondo me, perfino rifatta come Carré Otis.

L’attuale moglie di Penn è molto bella, sì, Leila George. È abbastanza evidente che lo sia. Ha trentun anni meno di lui, indossa scarpe col tacco 40 cm ma non penso che Leila abbia sposato Sean per soldi. Sono entrambi ricchi sfondati. Però può darsi che, nel caso Sean dovesse schiattare a breve, colpito semmai da un infarto micidiale durante un suo segretissimo tour de force musicale con Leila, sapete benissimo di cosa, a Leila non dispiacerà affatto incassare la sua eredità assai danarosa. Nel frattempo, aspettando febbrilmente che ciò accada quanto prima, Leila non può comunque dire di passarsela male.

Sean ha ancora una forte presenza scenica, una possanza fisica invidiabile per uno della sua età ed è, non scordiamolo mai, un due volte premio Oscar amato da tutto il jet set hollywoodiano.

Fu amico intimo di Charles Bukowski, è ancora amicone di Robert De Niro e Jack Nicholson, ha esordito con un capolavoro registico, ovvero Lupo solitario, a soli trent’anni.

È pappa e ciccia con Bruce Springsteen, ha recitato da dio assieme ad Al Pacino in Carlito’s Way a soli 33 primavere. Mica insomma un povero cristo. Ora, a parte gli scherzi, le commedie giovanili e adolescenziali interpretate da Sean, a eccezione di Bad Boys, non sono onestamente un granché. Sono spassose, ilari, divertenti. Questo sì, ovviamente. Le sue prove in Mystic River di Clint Eastwood, in Accordi e disaccordi di Woody Allen, in This Must Be the Place del nostro Paolo Sorrentino, sono egregie e da distinto signore della recitazione. Per il resto, tralasciando gli stupendi 3 giorni per la veritàLa promessa e Into the Wild, ammetto vergognosamente di non aver mai visto interamente la pellicola Il tuo ultimo sguardo. Al primo sguardo mi parve infatti una porcata. Poi, lessi le critiche bassissime che essa ricevette e mi convinsi di spingere sul tasto forward del lettore dvd soltanto per tastare, no, constatare se una delle tante ex di Sean, la già eccitante, no, succitata Theron, si fosse mostrata come dio natura la concepì e creò. Per la Madonna, è veramente più bella di Brigitte Nielsen dei tempi dorati in cui Brigitte tradì Sylvester Stallone con Sean Penn. Dio bono!

Ecco, se fossi stato però in Sean Penn, mi sarei sentito umiliato ad aver sposato Robin Wright Penn. Teniamolo infatti sempre a mente. Fu la donna ambita, per tutta una vita, da Forrest Gump.

Che significa? Era solo una battona, no, una battuta. Dai, suvvia. Comunque, nel film Disastro a Hollywood, l’ex signora Penn chiese il divorzio a De Niro. Nella vita reale, lo chiese a Sean. Che cosa gli chiese? Be’, ripeto, il divorzio. Ah, ma allora siete maliziosi. Siete dei poveri mascalzoni. Non sapete neanche preparare il mascarpone. E ho detto tutto. Vi vedo molto in zona Sean Penn da U-Turn e Mi chiamo Sam. Nel film di Oliver Stone, Penn andò a letto, anzi fra i cespugli con Jennifer Lopez. Nel secondo, Michelle Pfeiffer combatté assieme a lui affinché la legge gli riconoscesse giustamente il diritto di paternità. Sì, Michelle Pfeiffer pare essere stata l’unica attrice di Hollywood a non essere stata con Sean.

Forse vide Sean in The Game. Sean Penn è il fratello che avrei sempre voluto avere. Sono figlio unico e credo fermamente che rimarrò tale, avendo entrambi i miei genitori superato i settanta…

In The Game, Sean Penn è povero in canna ma trovò i soldi per regalare un gioco da favola allo stronzo fratello più ricco di Rockefeller. Pagandogli pure Deborah Kara Unger! Fra questo Sean e Jim Carrey di Dark Crimes, non saprei scegliere quale sia lo Scemo & più scemo.

Sì, avete mai visto Dark Crimes? È la storia di uno che pensa di aver fottuto tutti, compresa Charlotte Gainsbourg.

In effetti, in questa pellicola (solo in questa?), la Gainsbourg interpreta la Madonna di turno. Nella vita vera, attualmente il suo ruolo è stato ricoperto da Leila George.

Povero Sean. E dire che, per girare The Gunman, passò tre mesi in palestra, tirando su pesi per otto ore al giorno. Ma gli scelsero come compagna Jasmine Trinca. Forse la donna più antipatica e racchia del Cinema mondiale. No, Leila George non fa per Sean. Donna troppo glamour. Io vedrei benissimo Sean Penn con Frances McDormand di This Must Be the Place.

Sì, donna più ironica alla Joel Coen, donna da Robert Smith dei Cure, donna adatta a un pagliaccio glam.

Donna con le palle, perfettamente appaiabile a un tipo Joker.

Poco ma sicuro.

Dunque, donne modelle che aspirate a diventare attrici da tre premi Oscar, smettetela subito di farvi i selfie. Il Cinema non è soltanto una questione di Playboy…

Per essere dei grandi attori e dei grandi registi come Sean Penn, non basta essere, femminilmente parlando, le Leila George di turno.

A me poi fanno ridere quelli che non sono cresciuti mai. Vanno da un amico e, credendo di fargli un complimento, gli dicono: – Sai, assomigli a Sean Penn.

La risposta dell’amico interpellato, dunque, è questa:

– Sì, è vero. Tu invece assomigli a Keanu Reeves.

– Mi prendi per il culo?

– No, sei atletico e slanciato, grintoso e figo come John Wick.

– Sì, ma non ho i soldi di Keanu Reeves.

– E che ti frega? Pensa alla salute.

– Sto bene in salute ma nella mia vita sognavo di arrivare su Marte.

– Guarda, lascia perdere. Nella serie televisiva The First, la prima missione spaziale andò a farsi fottere. La seconda stagione, invece, fu sospesa. Dunque, rimani coi piedi per terra.

Su questa freddura vi lascio.

Uomini e donne terragni che vi credete di un altro pianeta, la verità è che tutti voi desideraste, fin dalla nascita, essere dei marziani.

Fidatevi, gli uomini e le donne della Terra sono meglio, appunto. Anche perché, onestamente, su Marte non esiste nessun figo della Madonna.

Se non mi credete, vi lascio Jasmine Trinca.Leila+George+Audi+Celebrates+71st+Emmys+s6wR3BYYm4Fx

 

di Stefano Falotico

THE NIGHT OF THE HUNTER; in dirittura d’arrivo il remake, i miei film preferiti e le mie favourite actress insospettabili


08 Apr

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night of the hunterOra, stilo subito la lista dei miei film preferiti. Che, su per giù, sono sempre gli stessi.

La mia top ten di film monumentali, oserei dire intoccabili, senonché inarrivabili.

Anzi, meno di dieci.

Non saranno inseriti in ordine, bensì citati a caso ma non a casaccio. Film poco caserecci non adatti alle comuni, frustrate casalinghe, bensì pellicole che svettano magnificenti al di sopra perfino dell’inimmaginabile.

Da questa lista, sviscerandola a fondo, potrete comprendere anche vagamente il mio animo in maniera non so, però, se profonda.

Orbene, figlioli e fratelli della congrega.

In tale clima di quarantena tremenda, isperando noi di rivedere un pieno giorno fisiologicamente e biologicamente, oserei dire normalmente vissuto senza controlli e proibizioni, intanto possiamo soffrire d’insonnia. Dunque rimembrare e celebrare le pellicole più belle e più rinomate, magicamente sognanti.

In linea col mio spirito naturalmente sofisticato, non sempre al comune volgo allineato.

Io, essere spirituale che fui tale non ricordo nemmeno quando, quindi tramutato in uomo ancestrale dal fascino abissale malgrado ancora sia latente, fra le mie viscere e all’interno delle mie tempie, una mia inquietudine spesso incurabile.

Io, autore de Il fascino e la seduzione della solitudine, disponibile su Amazon, io che forse fui (ri)evocato tramite una seduta spiritica, io che mi persi nei meandri dei miei tanti antri eppure giammai vissi né vivrò con scheletri nell’armadio.

Avrei da raccontarvene tante di questi strani miei anni.

Ma torniamo ai miei film preferiti su cui, comunque, primeggia invincibilmente The Night of the Hunter.

Prima e unica regia di Charles Laughton. La morte corre sul fiume!

Film che, col solo potere d’immagini antesignane d’ogni stile lynchiano più squisitamente delirante, abbatté ogni teoria psichiatrica soltanto grazie alla fotografia di Stanley Cortez.

Un film misterioso, capace di trasmettere emozioni immani soltanto in virtù d’un Bobby Mitchum spettrale, predicatore invasato dal carisma compianto ma immutato.

Come il sottoscritto, d’altronde. Uomo che fu scambiato per pazzo quando, invero, riuscì a detronizzare Freud soltanto con la forza espressiva della sua arcata sopraccigliare. Poiché, così come insegnò Marlon Brando, non servono troppe parole per comunicare la propria anima. Tantomeno occorrono trattati filosofici, esegesi del cuore, disamine e bacate diagnosi.

Stesso discorso umanamente ineccepibile, ah sì, dicasi, traslandolo cinematograficamente, per Mulholland Dr. Un film sul quale ogni ermeneutica di Umberto Eco va a farsi fottere dopo tre frame.

Poiché solamente ai malati di mente, forse laureati in Scienze delle Comunicazioni, può importare del retro-pensiero che sta alla base di un capolavoro. A me non interessa la storia che originò un film oramai storico poiché non sono così presuntuoso come uno strizzacervelli.

E so benissimo che dietro uno sguardo e una poetica scalpitò e ruggisce un cuore, figlio del suo sentire, del suo emotivo vivere, del suo aver respirato il profumo indecifrabile, per l’appunto, della più nera, dunque anche illuminante e catartica notte.

Adoro anche Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola. Poiché la vita è un sogno e non bisogna sperperarla, cercando d’interpretare i propri stessi sogni. Per questo vi è la Smorfia napoletana, per l’ermetica rielaborazione inconscia delle nostre quotidiane memorie filtrate durante la fase non diurna, ripeto, v’è solo il subconscio.

Un bianco e nero elegantissimo, memore a sua volta della beltà pura dell’innocenza perduta.

Forse smarritasi nell’insonnia di Taxi Driver.

Oppure nelle hitchcockiane (re)visioni di Brian De Palma coi suoi vertiginosi piani sequenza magistrali.

Culminati nella perfezione rammemorante, d’omaggi citazionistici stratosferici, i voli pindarici di Vertigo in Femme Fatale. Notti di vendette letali, di traumi risvegliatisi, d’ingiustizie atroci punite ne Gli spietati.

Un film di ombre, di fantasmi, di spettri, di chi la fa l’aspetti, un film su cui aleggia il più grande revenant di sempre. In quel saloon, al volteggiare dei corvi lassù, fa timida irruzione uno straniero senza nome…

Resuscitato dalla cupezza delle sue colpe mai da sé stesso peraltro perdonate, giunto a tarda notte come un ladro a ripristinare l’antico torto, farà piazza pulita d’ogni porco in pochi secondi netti, miei inetti ed esseri più infetti dei vermi che strisciano sulla terra. Titanico, devastante, più cattivo del villain.

Bene, finiamo qua, per ora… Passiamo alle mie attrici preferite. Sono solo due, ah ah.

Una è Elizabeth Olsen. Io sono del ‘79, lei del 1989, ci starebbe benissimo un 69 e non fate finta di non vederla per come appare straordinariamente bella, sennò siete Bob De Niro di Red Lights.

La seconda è Shannon Tweed. Ancora attuale moglie di Gene Simmons. Attrice pessima, dunque non un’attrice. Bensì un’ex playmate, detta anche coniglietta, della quale collezionai quasi tutti i suoi film da regina dei softcore moltissimo tempo fa.

Quando, verso le mie venti primavere, tutti pensarono che fossi scemo come la Zellweger Betty Love ma io, già all’epoca, compresi che in futuro, cioè oggi come oggi, sarei stato un amante anche della pornostar Brandi Love. Invero, già nel 2003 divenni sfegatato fan di Rhiannon Bray. Oserei dire ammiratore sconfinato, sventrato, forse eiac… o. Di cui vi consiglio un “suo” film con Mr. Biggz e un altro film con Mick Blue.

Tornando invece a Shannon… Le sue scene migliori, sessualmente più arrapanti, sono presenti in quasi tutti i suoi b movies. Anche se, nonostante molti miei dubbi persistenti e duraturi, durevoli più di Siffredi, credo che nel film Singapore Sling non simuli l’amplesso. Sebbene, a rallentatore, l’attore forse indossi un calzino. No, è scalzo, intendo il calzino che si usa quando si filmano scene di sesso in un film non per adulti (diciamo pure così…).

Ora, gigioneggiando ancora un po’, cazzeggiando senza dare nell’occhio, con estremo decoro, nuovamente mi tuffo nel mio oceano di perdizioni senza coloranti né asettici c(l)ori. Annegherò sempre nel mio pianto, non vivendo di rimpianti e, lontano dagli squali, mangerò il plancton e anche forse gli omogeneizzati Plasmon. In quanto uomo che non si plasma né si omologa alle dittature adulte, uomo che non sarà mai adulto e dunque non sposerà, giustamente, mai una donna adultera.

Sono un uomshannontweedo tenero, duro all’occorrenza quando serve…

 

di Stefano Falotico

 

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IL CASO THOMAS CRAWFORD mi fa un baffo, sognai per anni Cindy Crawford e Shannon Tweed ma…


05 Aug

shannon tweed body chemistry

Non ne venne un cazzo.

Parte prima: non rinnego nessun mio voyeurismo, anzi, mi sono di nuovo abbonato a Celebrity Movie Archive

Ora, quello che qui, anzi ivi vi scrivo, corrisponde alla più allucinante verità della mia vita che, nel suo falotico mutare, come disse Eugenio Montale, ne vide tante, anzi solo due. Forse tre, forse tutte. Ah ah.

Sì, il mio caso è unico, sensazionale, da prima pagina dei migliori quotidiani nazionali.

Un casino di proporzioni giudiziarie talmente gigantesco al cui confronto quello di un mandingo è grosso quanto quello del castrato Farinelli.

Sì, per anni, nella mia fiera pervicacia da autodidatta, preferii tralasciare la frivolezza sociale dei miei coetanei. Forse sbagliai. Sì, perché onestamente avrei potuto inchiappettarne tante. Ragazze al massimo bollore della loro adolescenza floreale tutta/e da deflorare.

Invece, appassii nella depressione e sfiorii. Divenni l’incarnazione della celebre hit di Simone Cristicchi, ovvero Ti regalerò una rosa.

Parafrasando Checco Zalone nella sua altrettanto celeberrima parodia di tal succitata song della minchia, in verità vi dico che quella cosa rosa m’è sempre piaciuta. Ma mi raffreddai e mi riscaldai soltanto nelle notti più tenere delle mie (in)dolenti tenebre. Patendo gli strazi infernali della mia carne castigata. Poiché diventai una creatura degna dei migliori film di Bergman. E gironzolai nell’acquitrino delle mie angosce come un personaggio ambiguo da pellicole di Dario Argento!

Non ho sonno!

Neppure allora lo ebbi in quanto sempre fui afflitto dalla più tosta insonnia ma già a quei tempi, eccome, se crebbe.

Quando i miei genitori s’addormentavano, accendevo la tv e sguazzavo ludicamente, in maniera Videodrome, dentro tutte le più super fighe bollenti.

Sì, ero divenuto l’amante virtuale dell’ancora attuale moglie di Gene Simmons. Appena la vedevo, non desideravo solo da lei un Kiss.

M’identificai nel ragazzo da lei svezzato di Vendetta fatale, il cui titolo originale è Scorned, conosciuto altresì come A Woman Scorned.

Da quando la notai, la sua passerona annotai e me n’annottai in questo film, comprai tutta la sua filmografia in VHS. Regalandomi pure il dvd dei suoi nudi strepitosi contenuti nel masterpiece per eccellenza della sua stra-gnocca ignuda da incorniciare come fece Philip Seymour Hoffman di Happiness, ovvero Playboy Celebrity Centerfold.

Ora, ho quasi tutti i film di Shannon Tweed. Quasi tutti, sì, non tutti. Ho tutti quelli in cui lei si spoglia.

Gli altri fanno schifo al cazzo. Ah ah.

Ora, se volete farvi una cultura su un culo così pregiato, vi consiglio la sua topa al top nei seguenti lungometraggi. Per onanismi lunghissimi e sospirati, tiratissimi…

No, fate delle oculate ricerche, poi forse vi servirà anche l’oculista, in tale sede vi ecciterò, no, citerò solamente quello che ritengo, senz’ombra di dubbio, in maniera insindacabile e inappellabile il suo film più “scappellabile”.

Sì, il primo posto assoluto, vetta imbattibile da lei detenuta, è Body Chemistry 4: Full Exposure. Ove Shannon, nonostante il seno visibilmente rifatto, è una da sbattere e rifarsi molte volte di più del numero di chirurgie plastiche effettuate da Mickey Rourke.

Un culo ciclopico, una bionda incandescente che cavalca il suo amante in modo selvaggio sul tavolo da biliardo, ficcandosi tutte le sue palle in buca.

Sì, corse l’ano, no, correva l’anno 2000 ed ero con gli ormoni a mille. Tutti mi consideravano a quei tempi, comunque, un coglione.

Perché non seppero mai l’uccello mio.

Sì, mi scambiarono sia per William H. Macy che per John C. Reilly di Magnolia. In verità, io sono sempre stato Tom Cruise.

Come cazzo avete fatto a non capirlo? Ah ah.

Sì, mentre successe, appunto, un casino pazzesco della madonna poiché la gente che m’abbandonò all’epoca, cristo, pure mi perseguitò, credendo di aiutarmi chissà come, nessuno, anche se qualcuna sì, conobbe invece le mie notti che furono molto più belle dei loro giorni da stronzi.

Nel 2003 mi sverginai con una di Trieste, nel 2006 fui irrequieto con una della mia città. Che poi andò a vivere a Milano.

Lei non era, a differenza di me, appassionata di Cinema. Ma comunque qualche volta, come tutte le donne, abbisognava di recarsi in sala per fumarsi una sigaretta, no, per gustare con me un filetto, no, un filmetto.

Mi costrinse a vedere la peggiore schifezza che passava sul grande schermo.

Con lei, vidi infatti Notte prima degli esami e La sconosciuta di Tornatore. Su quest’ultimo possiamo discuterne, al compianto Faletti io non avrei dato mai la promozione per i suoi libri da svenduto, comprati da gente laureatasi col Cepu.

Fatto sta che andammo a vedere anche Il caso Thomas Crawford.

Sì, già vi dissi che la conobbi nel 2006. Stemmo assieme sino al 2008 anche se lei, nel frattempo, credo che mi avesse tradito già tremila volte.

Andate a controllare su IMDb e v’accorgerete che i film suddetti da me menzionativi, cazzo, appartengono esattamente al periodo poc’anzi dettovi.

Ecco, ne Il caso Thomas Crawford c’è una scena piuttosto bollente fra Ryan Gosling e Rosamund Pike.

Questa mia ex, mentre tale scena passò, la sua lingua altrettanto ficcò sul mio collo al buio.

Sussurrandomi:

– Dopo scopiamo come loro due, ok?

 

Quella sera lei mi provocò. Lei abitava a pochi passi, neanche a farlo apposta, dal cinema in cui proiettavano il film.

Aprì il portone di casa.

Al che, le strappai la camicetta e le slacciai il reggiseno, succhiandole voluttuosamente i capezzoli.

Lei:

– Ma sei impazzito? Siamo sul pianerottolo. Se ci dovesse vedere qualcuno, se passa un condomino, siamo rovinati. Non hai neanche il Condom.

 

Me ne fottei.

E continuai a leccarla, sfilandole addirittura gli slip da sotto la gonna.

A quel punto, lei mi diede una calmata. Era sconvolta, assai preoccupata che qualcuno, appunto, potesse entrare dal portone dello stabile oppure uscire dal suo appartamento, accorgendosi perciò che stavamo trombando come se nulla fosse.

Ma chi poteva entrare e uscire, in fondo in fondo? Solo io.

Ah ah.

Comunque, mi placai, l’afferrai, la sollevai e ci accomodammo, salito le scale che ebbi con lei praticamente in grembo, nel suo covo.

Ecco, io sono davvero un coglione.

Se avessi filmato la scena del nostro devastante amplesso, sarei ora ricco sfondato. Il pornoattore più ricercato sulla piazza o solo dalle pazze.

Sì, Erik Everhard e Manuel Ferrara non sono niente se messi a confronto col me di quella notte.

Ecco, Cindy Crawford che c’entra? Ora, il motivo della separazione fra Richard Gere e Cindy fui io.

No, qui ho detto una stronzata.

Il resto, purtroppo, dico purtroppo, è assolutamente vero.

È anche verissimo che sono praticamente identico a Ryan Gosling. Lui è un po’ più alto di me ed è biondo.

Ma entrambi abbiamo la stessa faccia d’apparenti bambagioni con un ottimo uccellone.

Drive docet.

Parte seconda: i delitti sessuali e (in)confessati della piccola borghesia italiana

Ebbene, un consiglio per i giovani. Io non sono più tanto giovane, a Settembre compirò quarant’anni. Ma io sono un caso a parte. Per me il tempo non esiste, di conseguenza le vostre metriche temporali le abbatto perché qui, adesso, mi va di ripensare ai miei primi, (im)puri turbamenti sessuali più sanamente bestiali.

Sì, furono seghe a iosa per cui fantasticai di trovarmi sepolto vivo da un mare di cosce rosee nel danzante, schizzante esplodere vulcanico del mio sperma sul divano ove, spaparanzato, registrando molte puntate di Non è la Rai, ne gustavo le loro ninfe plebee così eccitanti e succinte nei miei ardimenti puberali e irreprimibili.

Ora, facciamo promemoria delle migliori fighe di questa trasmissione per cui, in diretta, me le tiravo rittissimo.

Ambra Angiolini è sempre stata una scema. Ora fa l’attrice. Anche all’epoca la faceva. Anzi, lo faceva. Il Boncompagni era il suo segreto compagno. Sia Gianni che Ambra hanno sempre smentito di essere amanti ma in verità vi dico che erano molto di più che padrone e asservita al sistema. Sì, il compianto (da chi?) Gianni, dopo aver messo Ambra a novanta, la microfonava affinché recitasse altri suoi dettami per la programmazione pomeridiana.

Dunque, Ambra è sempre stata da me bannata. No, già tempi molto addietro, mai sognai di fotterla nel didietro. No, la mia banana non le diedi nemmeno virtualmente.

Analmente, nel senso di sfancularla subito, sì, ancora oggi può andare tranquilla che da me riceverà soltanto inculate a raffica.

Alessia Merz. Donna famosa per i suoi occhi da Liz Taylor delle borgate romane. Fu persino assunta da David Lynch per uno spot.

Forse, pur di lavorare con Lynch, si donò gratis e non fu pagata. Palpata, forse sì.

Ma soprattutto quanto da lei è stato pagato il sito whodatedwho.com affinché dicesse che, in vita sua, ha avuto solo due relazioni?

Non ci crede nessuno.

Claudia Gerini. La più paracula di tutte. Scelse subito Carlo Verdone per farlo strano…

Ha recitato pure in John Wick 2 accanto a Keanu Reeves. Che non la cagò di striscio, infatti nel film l’ammazzò. Anzi, Claudia si suicidò.

Sì, uno come Keanu non si sarebbe mai sporcato le mani con una vacca del genere. La lasciò affogare con tanto di bagnoschiuma del suo Zampaglione.

Solo oggi, fra l’altro, vengo a sapere che lei e lo Zampaglione di voi coglioni non stanno più assieme.

Infatti, Vento del sud è già meglio. Si vede che Federico, dopo essersi rincoglionito con questa romana da se famo du’ spaghi, ha finalmente capito che, piuttosto che farsi la Gerini, doveva farsi un giro in meridione. Tanto più giù di così non poteva andare.

Laura Freddi, ex di Paolo Bonolis.

Paolo Bonolis, ogni tre frasi, ficca… la sua classica massima preferita: e via in un crescendo rossiniano.

Avete notato? Lo dice sempre.

Cazzo, dire che quando conduceva Bim Bum Bam, diceva ai bambini di non crescere mai come Gioacchino Rossini. Uomo troppo precoce.

Secondo me comunque Laura lasciò Paolo perché Paolo soffriva di ejaculatio praecox. Sì, Laura è sempre stata una fervente fedelissima di Charles Darwin. Come faceva a sposarsi un uomo, poco effervescente, che non poteva garantirle la continuazione della specie? Sì, ci provò, le va dato atto…

Ma Paolo veniva talmente presto che non riusciva nemmeno a inseminarla perché Laura ancora non s’era spogliata.

Sì, Paolo, accontentati di Luca Laurenti e di Ciao Darwin. Sì, vero, sta ora con Sonia Bruganelli che gli prepara i tortelli.

Di altre zotiche avrei da dirvene ma il mio must, lo sapete, era ed è ancora Cristina Quaranta. Donna che, a giudicare dallo sguardo killer, in un sol boccone te l’agguanta anche senza mani e senza guanti.

Poi c’era anche Maria Teresa Mattei, la più pudica di tutte. Non ha fatto la fine di Madre Teresa di Calcutta ma siamo lì, eh. Ha sposato il buddista Roberto Baggio. Ah, no, non è sposata al Codino, bensì all’omonimo Dino.

Che coppia triste. Dai, Dino dammi un codino, no, un Crodino ché mi devo rifare la bocca.

Di mio, frequentai il primo anno del Liceo Scientifico, il Sabin. Durante i giorni d’occupazione, vidi, su una scrivania d’un corridoio, una bionda occupata a farsi montare da un ripetente.

Non era dunque Sabina Began ma già stava facendo le prove per corrompersi coi superiori…

Sì, lei avrà avuto, su per giù, quattordici anni, lui venti ma andavano nella stessa classe.

Sì, cazzo, credo che fu da allora che schifai il mondo e divenni il più grande di Bob De Niro il più grande fan vivente.

Taxi Driver docet.

Mentre questo mio scritto è l’ennesima doccia fredda servita a quella gente che pensò… ah, a questo ragazzo serve solo una sana scopata, vedrai come rinsavirà.

No, certe persone non cambiano. Figurarsi io.

Avete presente First Blood, ovvero Rambo?

I fascisti pensarono che, con un po’ di violenza, avrei preso la vita a culo, come viene.

Sì, un mondo di animali che non meritano il mio rispetto.

E il mio perdono.

Per finire, ne vogliamo parlare della scena di Naked Lies con Shannon Tweed che fa sesso con un buzzurro con tanto di crocifissi e cuoricini?

Credo che sia un capolavoro.

Rappresenta, in nuce, quasi in controluce, tutte le ipocrisie di questo mondo.

Un mondo ove la maggior parte della gente dice di credere a Cristo ma poi se ne fotte altamente, forse solo stando sotto come dementi.

 

di Stefano Falotico, un uomo che non ha da scusarsi di niente. Vi è stata solo di lezione la mia furia potente.

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goslinf pike drive

Il culo di Claudia Gerini e il cinemino italiano inculato


01 Oct

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Al Cinema italiano “odierno”, odioso, preferisco “Nocturno” e un Dracula al bijou!
Il “Cinema” italiano? Oramai una merda. Castellitto è un mediocre e viene invece considerato l’erede dei grandi “tragici” commedianti di un Tempo. Per forza, abbiam dato “valor” da “critica” a Selvaggia Lucarelli, una che con le tette ficca “stellette”, allattando la massa “lieta”, asciutta e (s)contenta. Claudia Gerini viene considerata “attrice” solo perché il suo culo, in ogni senso, si sta ingigantendo. Tutto qui? Mi par poca cos(ci)a. Se proprio dobbiamo buttarla “alla buona”, recuperiamo Gloria Guida. Se dobbiamo avvitarci in filmucoli ridicoli, quasi quasi è preferibile Alvaro Vitali. Almeno, non scassava la minchia e le sparava grosse, peto e ripetizioni da “scolaretto”. Non faceva ridere però scoreggiava “di classe” incorreggibile, appunto, rispetto a questi “elegantoni” falsi di oggi. Platinati, da rotocalchi, finzione totale della piattezza fiction. Nel Cinema bisogna farselo, non inchiappettare il pubblico “abbonato” e da rabbonir con bonus di bonazze e menate varie per tramar italioti fra un po’ di peste, tamarri, omosessuali somari alla Bova, pestaggi da pasta al pesto, corna coniugali e sempre i congiuntivi con riprese “ravvicinate” pseudo-documentaristiche al volgar che va per la maggiorata su Filippo Timi già rincoglionito e Giannini ridotto a “doppiare” appena (non) appare.
Insomma, vado a cucinare. Almeno, il filetto non è un filmettino.

Marliece Andrada, Playboy


15 Jun

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Caccia-turpe in pedalò nero nel Novembre verde su Estate alle porte nel “mio” da “infermiere” a rosse “croci(ate)”

Nella mia vita, fui “vivacizzato”.

Afferraron la mia capa i caporali e l’immersero a mo’ dei sommergibili sovietici. Così, russai sott’acqua, fra un sottaceto Saclà di mie “olive” nel “pesto”, impestato anche imprecando,  e guardai il Mondo da un oblò, come il circo(lo) vizioso di Gianni Togni, mangiando troppe caramelle in fondo all’amaro.

La colpa fu di Luna.

Luna l’incontrai allupato ma mi spelò, e il soliloquio non fu goduto plenilunio, bensì livido.

Al che, riemergendo, il capitalismo americano indagò nel “Pentagono” dell’ottuso mio poliedrico castrato.

L’FBI patenti m’affibbiò ma, affabulando, eh sì… la mia dura fibra e l’inguaribile sfiga, teneramente m’ottenebrai ancora(to).

In spiaggia adocchiai Andrada Marliece, la miglior bionda in bikini baywatch del mio supercar oramai cazzaro.

Ammiccai ma m’ammaccò. Manco il petto d’un Hasselhoff afoso nell’ingrigito andato d’erogeno agitato. Stopposo!

Eppur, a puttane non andai. Piluccando, agghiacciato mi “scaldai” e lo dimenai.

Non venni, sovvenuto altro svenimento. Sì, più che le sue “coppe”, nessun Sole ma solo gelato.
Accoppato, me le appiopparono di “mani”.

Consolandomi di masturbazione virtuale, virai ove vivo adesso.

Vivo? Meglio di te. Mi pari morto da un pezzo.

E ricorda: se tu spupazzi, calcola anche il debito della tua panza.

Su tal stronzata, che ha ragione da vendere, non mi svendo.

Al massimo, per carità, ti darò una “carezza” e la Caritas ti sarà “sangria”.

Si sa, il sagrestano nasconde l’ostia. E, fra un di-vino e un calice alzato, il prete innalza i canti delle calienti più “fedeli”. Nuziali?

Già, le cagnoline osanna nell’alto delle sottane, e ammansisce nel “rabbuiarlo” mentre i bambini vengon abusati in un catechismo già molto “educativo” del gran porcile collettivo.

La sposa di bianco s’agghinda, il padre la consegna all’altare e poi dice al marito imminente un lapidario: “Sono cazzi tuoi, invero mia figlia è Al Pacino di Cruising”.

Lui non capisce l’allusione a quel che “sotto” gli entrerà in cul’, cambiando i connotati suoi e le notti “bianche” a fine dei “gioghi” dominatori,  Le chiede un’omelia esplicativa. Che “sboccato!”. Durante la messa, esige già “metterla”.

Lei gli suggerisce di pazientare e prima “inanellarla”. La gente celebra il matrimonio, già tacciabile di peste e corna per tradimento da guardoni in compagnia di quelle del “borgo”, predicando bontà sulle bonazze, appaiate in congiunzioni eterne a dispetto delle (con)sorti che van in brodo davanti al poster(iore) dello gigolò Richard Gere attempato m’ancor “fattibile”, mai “fallimentare” ché Richie ha lo sguardo dell’uomo “verace” e impossibile… “fal(la)ce, di martello “pneumatico” in tal vuote su piogge mestruali e meteoropatiche d’afasia depressiva come il bagnato nel ciottolato della prostituta color “cioccolatino”.

Il Mondo è questo.

Tua sorella lo vuole?

Ah no?

Non ne avevo…
Il dubbio.

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