Posts Tagged ‘Point Break’

Bestemmia serale? Kathryn Bigelow è forse solo una bella donna ma non una grande regista. Comunque, girerei con lei un film con le palle come Joker


01 May

Kathryn+Bigelow+Stars+BAFTA+LA+Britannia+Awards+nAYxHF46r84l

Federico Frusciante, sul suo canale YouTube, ficcò la sua monografia su Kathryn Bigelow.

Regista indubbiamente in gamba, anzi, con due ottime gambe. Donna longilinea che fa la sua porca figura.

Ma cineasta probabilmente sopravvalutata. Poiché, tutto sommato, alquanto raccomandata.

La Bigelow però fu una delle prime donne che, all’interno dello star system registico, cineastico potremmo dire, predominato pressoché solamente dai maschi, seppe imporsi in modo cazzuto, tirando fuori le palle e mitragliando a dovere il machismo fascistico della Hollywood più mobbizzante le donne che, per l’appunto, decisero d’intraprendere una professione riservata quasi soltanto a coloro che non appartengono, anzi, appartennero al gentil sesso.

Che poi… quest’espressione gentil sesso, riferita al genere femminile, credo che sia irrispettosa della beltà muliebre, soprattutto dell’anima, più della tristissima festa delle donne. In cui, libagioni di zitelle, dopo un anno di lamentosi attacchi da movimento MeToo scagliati contro gli uomini, rinnegano ogni combattiva loro lotta per la par condicio sessuale e, abbassandosi le mutande dinanzi al sessismo malato delle persone coi testosteroni, nei night club per sole signore, davvero molto sole, applaudono in maniera sc(r)osciante dei cazzoni dal pelo glabro e dai fisici muscolosi da veri coglioni. Uomini senza testicoli che fanno i piacioni per stimolare gli estrogeni di donne in menopausa nel cervello già dalla nascita. Mica come Jamie Lee Curtis di Blue Steel. La quale poi si spogliò, dirimpetto ad Arnold Schwarzenegger, in True Lies, diretta dall’ex marito della Bigelow, ovvero James Cameron. Che perse l’Oscar per Avatar, sconfitto dalla sua ex moglie con The Hurt Locker. Ovviamente, vale a dire, la stessa signora, non più sola, bensì accompagnata da Mark Boal, suo toy boy che le scrisse le ultime sceneggiature dei suoi film dopo che a scrivergliele, eh già, fu proprio Cameron. Diciamo che James, ah ah, con la Bigelow lo rizzò e seppe come indirizzarla verso la Notte delle Stelle.

Di mio, posso dire di essere un Nanni Moretti di Aprile in versione Lenny Nero di Strange Days. Ancora fanatico di De Niro. Sì, non sono il lupo cattivo, bensì un uomo che perse la sua Juliette Lewis e ora dispensa consigli alle ragazze affinché non vengano fottute dai rimpianti e dai conigli.

Si diano alle letture di Henry Miller e la smettano di piagnucolare dinanzi al mieloso Ghost. Ah, non dovete crocefiggervi, donne. Oramai è tardi per darsi all’ipocrisia da Holy Bible di Nick Nolte di Cape Fear e alla divina provvidenza da The Rosy Crucifixion, trilogia incitante all’amore libero che consta di SexusNexus Plexus.

Donne delle pulizie, non state con uno della polizia da Detroit. È un razzista di merda. Non datevi ai germi sul plexiglass, bensì amate e spolverate ogni uomo bisex come Keanu Reeves su un morbido materasso della Permaflex. Arriverete al vostro “Point Break” da Lori Petty. E lui adorerà farvi il petting e accarezzarvi come se stesse usando una spazzola allisciante per un orgasmo ottimamente pettinato.

La Bigelow non avrebbe mai dovuto girare K-19. Meglio Caccia a Ottobre rosso, forse perfino U-571 e U-Boot 96. Oggi come oggi, la Bigelow è arrivata alla cima. Di mio, amo essere un semi eremita montanaro da Everest e K2. Mi prenderete per “malato” di handicap ma non diverrò mai un terrorista come Osama bin Laden.

A film forzatamente impegnati e falsi come Zero Dark Thirty, preferisco bombare Jessica Chastain.

Nella vita non esistono i grandi uomini e le grandi donne.

Per esempio, Rita Leva Montalcini fu sempre racchia. Dunque si diede alle scienze neurologiche poiché, non avendo potuto avere molti uccelli, si prodigò per la cura dei fottuti cervelli. La Bigelow invece, essendo figa, la diede a Cameron che la foraggiò e la spinse.

Col tempo, acquisì maggiori dotati, no, registiche doti.

Dunque, la Bigelow è una buona regista che fu bona. Jane Campion, invece, una grande regista brutta quasi quanto la Montalcini.

Per questo non leccò mai il culo ai maschi. A differenza della Bigelow che girò e gira film virili con sensibilità femminile del cazzo.

Sì, la Bigelow è sopravvalutata.

Girare bei thriller adrenalinici non significa essere grandi registi/e.

Anzi, se fossi in lei mi vergognerei di essere stimata per essere entrata ad Hollywood in maniera maschile.

Sottoponendosi a ciò che piacque, piace e piacerà agli uomini per trionfare.

E questo è quanto.

Sono sempre spiazzante, antipatico ma dico puntualmente la verità in modo devastante.

Se la Bigelow, cioè, avesse girato film alla Ken Loach e non fosse stata gnocca, sarebbe già morta suicida.

Sono fenomenale.

Soprattutto per me stesso, ah ah.

Ora, i film migliori della Bigelow rimangono, per l’appunto, Point Break e Strange Days.

Il primo, scritto da Rick King e da W. Peter Iliff. Il secondo invece dal suo ex, cioè il succitato Cameron, assieme a Jay Cocks, sceneggiatore de L’età dell’innocenzaSilence e Gangs of New York. Quindi, dove vedeste e vedete la cosiddetta, così come amate definirla, donna Rambo? Quando, recentemente, intervistò De Niro e Scorsese, la Bigelow si sentì estremamente in soggezione. Recitando la parte della “femminuccia”. Non della donnona o della prima donna, come si suol dire.

Diciamo dunque che la Bigelow è sostanzialmente, solamente un’abile, furbetta, discreta metteur en scène.

Ma le grandi registe sono altre. Per l’appunto, Jane Campion se la mangerebbe viva solo con Lezioni di piano. E forse… sapete che vi dico? Rita Levi Montalcini fu una gran donna, a prescindere che fosse indubbiamente poco sessualmente appetibile. Decisamente una donna superiore a Kathryn.

Di mio, che posso dirvi? Non sono molto alto e, si sa, qualcuno a una certa età, età stupida in cui conta l’altezza fisica per essere valutati fighi, può darti la patente di M. Butterfly o, tornando a Keanu Reeves, di Piccolo Buddha. Invece, a quarant’anni scoprii, a mia insaputa, di essere John Wick. Non è molto bello. Perché se sei più intelligente e più forte di tutti, rimani solo come un cane? No, col tuo Keanu. E su questa botta vi lascio, cucciolini.

Anzi no…

Ecco, a parte le sparate, anche il Cinema possiede una natura ambiguamente sessuale. Per esempio, se guardi Belli e dannati a 13 anni, in piena confusione ormonale, può venirti il dubbio di essere omosessuale. Invece, crescendo, scopri che non sei River Phoenix (il quale, peraltro, non si sa che cazzo fosse) ma Joker.

Sì, m’immagino un confronto fra la Bigelow e il grande Todd Phillips:

– Signor Todd, non le pare di essere stato troppo radicale nella sua visione pessimistica della vita?

Nella vita, c’è sempre la possibilità di redimersi.

– Vedo che lei, signora Bigelow, ha una visione ecumenica molto dolciastra da finta suora alla Jodie Foster (che è lesbica) di The Dangerous Lives of Altar Boys.

– Signor Phillips, non capisco. Che vorrebbe dire?

– Ora, ha mai visto Wolfman con Benicio Del Toro?

– Sì. Ma che c’entra?

– Le spiego. Gewn/Emily Blunt s’innamora di Talbot e vuole curarlo. Insomma, salvarlo.

Che cosa le dice Maleva/Geraldine Chaplin?

– Che non può salvarlo.

– E perché non può salvarlo?

Perché la pazzia, forse, è curabile. La licantropia, no.

Talbot non soffre di licantropia clinica, è davvero un licantropo.

Capisce, ora?

– Ancora no, mi scusi. Non vedo l’attinenza fra il suo Arthur Fleck e Talbot, mi permetta di dirglielo. Mi sembra un paragone del tutto cretino, non si offenda.

– Ecco. Mettiamo caso che Fleck si fosse innamorato della sua reale o immaginaria Sophie. Che cosa sarebbe successo?

– Sarebbe impazzito.

– No, sbaglia, signora Bigelow.

– Cioè?

– Pazzo lo diventò già del tutto.

– Quindi, mi dica lei che cosa sarebbe diventato?

– Niente. Perché si sarebbe suicidato. Dinanzi a emozioni a lui ignote per troppo tempo, sarebbe crollato del tutto.

. Non è vero. È/era giovane.

– Allora vedo che proprio non ci arriva, signora Bigelow. Non è vecchio, certo. Ma è malato incurabile.

– Continuo a non comprendere, signor Phillips.

.- Ok. Mettiamo che fra Arthur e Sophie funzioni davvero. Poi le lo lascia perché non riesce, nonostante gli sforzi, ad aiutarlo a “normalizzarsi”. Poiché gli dona l’amore, forse pure qualcos’altro, ma non può sanarlo a livello inconscio.

A quel punto, dopo essersi illuso, Fleck comprende che è come The Elephant Man.

Quindi, era meglio se fosse rimasto pazzo e incosciente.

– Ora ho capito.

 

di Stefano Falotico

JOKER adora la quasi settantenne Kathryn Bigelow, donna rivoluzionaria da sessantanove, no, sessantottina per ogni POINT BREAK di tali duri STRANGE DAYS che ti mettono a novanta


03 Feb

Kathryn+Bigelow+America+Abroad+Media+Awards+AlRXLJz4O0Ql

Mi state facendo impazzire più di quello che già io sia. Il mio caporedattore mi chiede la recensione di Diamanti grezzi con Sandler. E dire che, sino a un anno fa, vissi da Robert Pattinson di Good Time.

A una scrivo che odio Gabriele Muccino. Lei risponde:

– Peccato, potevo fartelo conoscere.

 

Aggiusto il tiro, dicendole che in effetti L’ultimo bacio potrebbe starci. Ah ah.

Intanto, in radio passa un’hit di Renato Zero, Accade.

E dire che fui così meticoloso a tenere lontana la vita, anche la figa.

Dire che volli fortemente ammalare apposta di metafisica. Dire che, secondo me, Il signore del male di Carpenter è uno dei film più belli di sempre. Un film magnifico. Di uomini e donne che se ne fregano della realtà e sfidano Dio o forse Satana. Adoro quel Cinema, quelle notti macabre, piene di zombi in cui combattei coi miei demoni interiori, scivolando sotto i pleniluni più cupi delle mie profonde oscurità mesmeriche.

Ora, parentesi cazzuta, forse cazzona.

Adoro le milf

Sì, Arthur Fleck non è gerontofilo ma possiede in cuor e forse cane suo quel non so che del Reeves Keanu più erotico, eroico, no, esotico. Da profumo del mosto selvatico o forse soltanto del suo babau da mostro Baba Yaga alla John Wick.

Non stuzzicare il Keanu che dorme, non ammazzategli il cane, sennò diventa un lupo incazzato.

A mio avviso, su musica Californication, con tanto di cammeo di Anthony Kiedis, Keanu Reeves e Patrick Swayze, sul set di Point Break, nelle pause fra un ciak e l’altro, anziché giocare a tressette o a freccette, leccarono a Kathryn tutte le tette, Lei, maschiaccio, li fece a fette, offrendo poi loro, finite le riprese, più che altro dopo che si ripresero, un bel piatto di fettuccine.

L’altro giorno, la Bigelow intervistò De Niro e Scorsese. Il prossimo anno, Kathryn compirà settanta primavere. Ce la possiamo dire? Malgrado qualche inevitabile ruga e un viso un po’ troppo smunto, Kathryn è più sexy di Elizabeth Hurley de Il mistero dell’acqua. E ogni uomo vorrebbe, di sommergibile con tanto di missile potentissimo, inabissarsene come il K-19.

Sì, Kathryn, nonostante la sua quasi terza età e il suo seno piattissimo da prima misura, riesce tuttora a essere più figa di Jamie Lee Curtis di Blue Steel.

Per anni, mi dissero di essere un mammone. Di mio, so soltanto di possedere tutta la collezione dei migliori film con Kendra Lust e Julia Ann. Sì, a volte sono perverso come Julian Sands.

Uomo da Villa del venerdì ove assaggiò il culo di Joanna Pacula. E il lupo ululò, ancora ulula?

La storia della volpe e l’uva, della vecchia gallina fa buon brodo o della vulva spennacchiata però meglio di tante giovani scornacchiate?

Il compagno di Kathryn, Mark Boal, è molto più giovane di lei ma lei, per l’appunto, è donna bollente.

Se JOKER non avesse avuto successo, l’avreste acclamato tutti, celebrandolo come operazione geniale qual è ma… i soliti snob devono scassare il cazzo

Lo snobismo è un atteggiamento alquanto pericoloso che sta prendendo piede e si sta espandendo a macchia d’olio. Non solo presso la Critica cosiddetta ufficiale, da sempre legata a vetusti, superatissimi cani, no, canini. No, canoni che, più che formali, adempiono alle formalità dei vincoli editoriali più manichei e schematici.

Lo sapete, no, che molte riviste di Cinema, essendo in qualche modo ammanicate al grosso giro di chi i film li realizza, li produce e di conseguenza li pubblicizza, praticamente obbligano i loro redattori a scrivere ciò che possa compiacere chi dirige, anzi, redige le recensioni? Atte a nobilitare film che, invero, sarebbero impietosamente da stroncare in maniera irriguardosa senza ruffianerie e furbizie lessicali al fine di non inimicarsi nessuno?

Oggi, anche quando si stronca un film, si va coi piedi di piombo, come si suol dire. E il recensore, timoroso d’incorrere perfino nella severità di ammende quasi penali, di reprimende e di regole impartitegli in modo autoritario, s’inibisce in maniera penosa, calandosi le brache dinanzi al suo padrone, servendolo e riverendolo. Il servilismo di chi, essendo un dipendente, un subalterno, semplicemente un impiegato di tale reparto culturale, in questo caso aziendale, non possiede l’autorità autonoma per poter esprimere liberamente il suo pensiero senza castrarsi e cascare in orpelli retorici ed eufemismi bellamente formalizzanti un film, spesso, senza significante. Appena la sua penna diventa troppo schizzante, il capo ferma ogni suo impulso eiaculante.

Che significa quello che ho appena scritto? È lapalissiano.

Sono pochissimi, in Italia e nel mondo, i giornali e i quotidiani che permettono ai propri giornalisti di poter dire la loro senza prima filtrare e asciugare un’eventuale stroncatura troppo plateale.

I censori dei recensori, potremmo definirli, eh sì, tali caporedattori molto dittatoriali.

Detto ciò, si stanno creando delle disgustose lobby. Il Cinema, da piacevole hobby, è diventato quindi un lavoro da catena di montaggio. E, in tali Tempi moderni chapliniani, si vive di scempiaggini prefabbricate.

Esistono i club elitari, i gruppi semi-massoni. Più che altro formati da musoni. Per accedervi, così come avviene presso gli Skull e Bones, esistono dei test d’ammissione. Grazie ai quali si testano, per l’appunto, le teste. Spesso di cazzo che vengono i(n)scritte a tale congrega e confraternita di leccaculo. Ove, se t’azzardi, anzi, hai l’ardire di dire che il regista maggiormente amato dalla maggioranza di tale pseudo ritrovo parlamentare, eh sì, non vale niente, ti urlano che non meriti nulla e, in maniera arbitraria, assolutamente iniqua, antidemocratica e nazi-fascista, tali uomini fintamente meritocratici ti emarginano e ti gridano che, anziché far parte della loro combriccola di privilegiati, dovresti subito cercare un impiego burocratico e meno artistico.

Sono dei gruppi poco solidali nei riguardi dell’eterogenea diversità intellettuale dei loro membri. Meglio, a questo punto, non omologarsi e irreggimentarsi a tale compagnia di falsi compagni, dandosi a una critica asociale dell’autarchia più totale.

Sì, forse hanno ragione in Inghilterra. Meglio la monarchia rispetto a quest’apparente democrazia. Forse, è meglio pure mia zia rispetto alla Vergine Maria. Mia zia si chiama Maria ma non vorrebbe mai essere ficcata nel presepio di tale prosapia. Un presepio ove pullulano statuine dalle brutte cere, diciamocela, siamo sinceri.

Questa è gente senz’anima, morta dentro. Accendiamo a queste persone insincere un cero. Cingiamoci in raccoglimento, costernati, poiché la Critica cinematografica, eh già, c’era ma ora non c’è più. Oh, Gesù!

Oggigiorno, chiunque vuole dire la sua su tutto. Non capisce un YouTube!

Cosicché, una mia amica di Facebook (non so se lo sarà ancora dopo questo mio scritto, ah ah, ma io non lecco nessuno e nessuna), in merito a Joker, scrisse che santifica l’infantilismo. Ed è una magnificazione della ribellione più stoltamente adolescenziale poiché Arthur Fleck, anziché dare in escandescenza, slegandosi da ogni valore sociale, avrebbe dovuto crescere e rendersi un uomo pronto ad aprirsi alla Pubblicità Progresso, piuttosto che delirare da nerd sui social.

La recensione di questa ragazza è un delirio. Un inneggiamento all’ecumenismo più ipocrita e dolciastro da Imagine di quel babbeo di John Lennon.

Lei scrisse che Joker avrebbe dovuto superare i suoi limiti e migliorare, evolversi, maturare e finirla di lagnarsi, autocommiserandosi e poi, essendo stato inascoltato, marchiato e sinceramente spacciato, avrebbe dovuto darsi al volontariato. Andando, semmai, per racimolare du’ spiccioli e sbarcare il lunario del suo essere fastidiosamente lunatico, a vendere i volantini promozionali d’una campagna informativa sulle malattie mentali.

Ah, bellissimo. Cioè, dopo che capì d’essere stato ingannato, sedato da neurolettici castranti… la sua, vivaddio, meravigliosa follia emozionale, avrebbe dovuto recitare un Mea Culpa, semmai facendosi pure assumere gratis et amore alla Caritas, vero?

Ma per carità!

Il Joker doveva solamente prendere Zazie Beetz da lupo cattivo e, con tutta la rabbia d’un essere figlio di Pasolini, a cui la società dalla coscienza sporca volle tagliare il pisellino, sbattendolo all’igiene mentale e maltrattandolo da cervello piccolino e da simpatico, carino, gentile bambino, inculandolo a sangue e fottendolo, infilarglielo lui nel culino senza più ricatti e castighi demagogici.

Oh, Zazie è una gran figa, non vi pare logico?

Joker, un film epocale, annale, con una Zazie da anale.

Senza se e senza ma.

Questo è il mio pensiero falotico.

Se non vi piace, sposatevi una zotica che si pensa superiore, semmai una racchia che insegna alle superiori, imboccando i suoi studenti d’indottrinamenti figli della sua mentale diottria, eh sì, lasciate che tale astigmatica stigmatizzante donna miope distorca la realtà a piacimento delle sue fragilità ma soprattutto della sua frigidità e delle sue frustrazioni da repressa coi suoi ragionamenti contorti.

Se non vede e capisce un cazzo, non è colpa sua. Per essere cresciuta, sì, è cresciuta, eccome. Peccato che non sia mai stata soddisfatta. Questa qui deve redimersi e riempire tutto il vuoto suo interiore che la portò ai monologhi patetici della sua vagina da donna che credette di volare alto ma non conobbe mai un uccello come dio comanda. S’inchinasse. Ora, però, la finisse di leccare. Vada adesso a cucinare le patate… M’ha rotto il cazzo. Ah ah. Eh sì, basta col servilismo. Questa donna già mi servì. Ora, devo darmi alla selva di un’altra serva. Mi farà un servizio pulitissimo. Poi, si sciacquasse la bocca prima di sputare altre porcate.

Ah ah. Sì, sono un essere piuttosto stronzo. Via da me le merde. Tiriamo lo sciacquone. Ficchiamo con foga le tope-figone pure sotto la doccia e i topi di fogna nell’acquedotto assieme al clown di Pennywise.

Me ne fotto di tali pagliacci. Io li strucco. Io li distruggo. Mi dite che sono tocco ma io faccio, appunto, come diceva Totò, tutto il ritocco. Ah, il toccarsi troppo rende l’uomo cieco e storpio? Sì, basta con la catechesi e lei, suora, si genufletta. Rifletta!

Le provoco il rigetto? Vomiti e poi si pulisca con l’acqua non benedetta. Solo quella del rubinetto, mia in(f)etta. Ah ah, miei insetti! Ce l’ho che pesa quattro etti, miei prosciutti, belli e bulletti.

Sì, Kathryn Bigelow emana una sensualità da paura.

Anche quando va a fare la spesa, vorresti subito raggiungerla e dirle che, alla Coop, scordò il cibo per cani ma anche il barattolo di vasellina.

Evviva i surfisti.

Sì, sono uguale a Johnny Utah.

Quando vedo Kathryn, le dico:

– Vorrei tornare a giocare.

– Che ruolo avevi?

Merda, centromediano di merda.

 

 

Adesso, a parte gli scherzi, solo quando sono metafisico, oltre i comuni pettegolezzi, le chiacchiere, le piccinerie, le gelosie e le invidie, assomiglio a colui che dipinse questo.

Be’, non sono Michelangelo.

Io, infatti, direi molto di più.

Ah ah.michelangelo creazione

di Stefano Falotico

 

Kathryn+Bigelow+Kathryn+Bigelow+Farmers+Market+UtshqT2asI4l

Aspetto già il Keanu Reeves Day, proverò più adrenalina del compianto Patrick Swayze di Point Break


26 Dec

point break

Sparatevi quest’invettiva, questa sanissima requisitoria imprescindibile e poi digerite, se vi riesce.

Il 21 Maggio del 2021, come sapete, Keanu Reeves uscirà in contemporanea con John Wick: Chapter 4 e il quarto capitolo di Matrix.

Roba davvero più eccitante di Lori Petty di Point Break quando, in tale film di Kathryn Bigelow, Johnny Utah/Keanu Reeves la vide, per la prima volta, in bikini quasi ignuda in riva al mare. Cosicché mentre il Sole batté cocente sull’oceano della California, in quel momento, Keanu dimenticò ogni ascetico insegnamento da Piccolo Buddha. Surriscaldandosi sessualmente d’una piccante voglia assai caliente.

Per fare con lei il surfista con la vasellina da “centromediano di merda”. Come disse infatti a Gary Busey.

Lori, in un battibaleno, proprio sulla riva oceanica d’ogni purezza da Moby Dick, la bianca balena, spogliandosi poco candidamente, provocò lo squagliamento d’ogni ormonale ghiacciaio di Keanu.

Il quale, dinanzi alla sua bellezza scostumata, cioè velata solamente dal costumino, ah ah, la desiderò da birichino e fu immediatamente di lei innamorato. Che volpino. Gemendo, mugolante, il suo essere stato da lei folgorato e dunque denudato d’ogni freno inibitorio moralistico e repressivo. Ne fu infranto. Smarrendo ogni residua sua immacolatezza infant(il)e.

Ah, un bel guaglione, Keanu. Un simpatico fante. La vide e volle esserle in mezzo (stan)tuffante.

Peccato che Keanu dovette (s)battersela con Patrick. Purtroppo, da qualche anno, morto di Cancro.

Ma all’epoca lui fu il duro del Road House, il Ghost per ogni donna alla Demi Moore da modellare nell’argilla d’un tornio da mani romanticamente sporche più di Dirty Dancing.

Comunque, se fossi stato in Keanu, avrei lasciato Lori Petty a Patrick e avrei fatto del petting a Bigelow Kathryn. Una che, a quei tempi, era più figa di Charlize Theron de L’avvocato del diavolo.

Cari amici, siamo o non siamo ragazzi giusti? Giusto? Cioè Righteous Brothers?

A volte però l’Unchained Melody va a farsi friggere per colpa di amici stronzi come Al Pacino di Righteous Kill.

Ha allora ragione Alessandro Catto.

Comunque, in questo giorno di Santo Stefano, aspettando il mio San Silvestro a Monaco di Baviera, vi lascio con la clip di uno dei film più emozionanti di tutti i tempi.

Rocky rimane, a distanza di più di quarant’anni, una delle pellicole più indimenticabili di sempre.

La storia di un underground. Di un cane bastonato a cui fu offerta una possibilità per lui impensata e incredibile.

Tutti, da Apollo il primo, credoedettero che sarebbe stata una facilissima, comoda passeggiata buttarlo giù ma Rocky, contro ogni pronostico, sì, avrebbe perduto l’incontro ma al contempo avrebbe dimostrato di essere stato più forte nell’aver saputo resistere così a lungo.

Infatti, nel secondo vinse. Rocky è come Neo/Reeves e John Wick. I cattivi lo colpiscono. Lui schiva tutti i colpi e risponde con una velocità di risposte da lasciare tutti stecchiti, scioccati, abbattuti.

O forse abbacinati.

Auguri, tanti bacini a ogni borghese col cervello piccino, con qualcos’altro ancora più minuscolo ma di panzone abnorme e presunzione giustamente punita con sacra “unzione”.

 

di Stefano Falotico

Adoro le storie da Dallas Buyers Club: Siniša Mihajlović docet, amo anche le stranger things miracolistiche e quant’è bella Maya Hawke


13 Jul

Ethan+Hawke+Maya+Hawke+2018+Film+Independent+BLnRZISufW-l Ethan+Hawke+Maya+Hawke+2018+Film+Independent+dfkZAT63QUyl Ethan+Hawke+Maya+Hawke+2018+Film+Independent+9TXjraHJhbsl

ritorno al futuro dallas buyers club mcconaughey

Sì, abbiamo tutti noi, felsinei con gli striscioni sventolanti del Bologna Football Club, ovvero la squadra di serie A del capoluogo emiliano-romagnolo, appreso della spiacevolissima notizia comunicataci in maniera vivissima e umanissima da Sinisa. Scritto così senza accenti serbi e strani, eh eh.

Ero in macchina, al che accesi la radio e nel dì appena sorto dell’alba estiva di Bulåggna, sì, la mia città di nascita, nel dialetto locale così chiamata, appresi una notizia già di per sé poco promettente e assai poco entusiastica.

Quando si dice che il mattino ha l’oro in bocca, eh già, non sempre è vero.

Infatti, ascolto il comunicato radiofonico che, dopo le notizie meteorologiche dell’alluvionata Pescara e dintorni, all’improvviso mi spiazza e lascia interdetto.

Ovvero la news per la quale nel pomeriggio del giorno odierno, l’allenatore del blasonato Bologna, squadra quest’anno salvatasi dalla retrocessione con ammirevole, combattivo e grintoso onore, comunicherà in conferenza stampa ufficiale lo stato della sua malattia in fase avanzata.

Malattia?

Dunque, attendo la diretta della conferenza e poi me la rivedo su YouTube sul canale del Bologna.

Walter Sabatini presenta Sinisa…

Chi è Sabatini? Il padre con una b in più nel cognome di quella figa immensa che fu Gabriella Sabbatini?

Ah, Gabriella Sabbatini. In questo sabato forse sabbatico, rimembrai i tempi miei puberali nei quali patii godibilmente tutto il mio gomito da tennista. Quando, spaparanzato sul divano, ammiravo tutto il Grande Slam dei miei giochi balistici nell’adorare le fenomenali gambe di Gabriella. Gambe da competizione mondiale. Gambe belle quasi quanto quelle che furono della sua omonima, Gabriella, sì, ma Golia.

Io, dinanzi a loro ero Davide, un nano onanistico che giocava di rovescio e soprattutto di (d)ritto dinanzi a queste gigantesche femmine per cui avrei partecipato, sudando sette camicie, al Roland Garros per direttissima. Sì, avrei preso tutte e due le Gabrielle tanto belle e, sulla terra rossa del mio desiderio caldissimo come il sole a mezzogiorno nel deserto più cremisi, me le sarei sinceramente sbattute con tanto di racchetta d’alluminio. Quanta crema avrei spalmato su queste due donne verso le quali ero attratto di focosa biochimica calorosa come il fan più sfegatato e infoiato.

Di mio, diciamocela, ero iper-arrapato. Che la Sabbatini vincesse, sinceramente, me ne sbattevo il cazzo. Ah ah.

Ah, ero un ragazzo già emotivamente abbattuto che alleviava le continue partite perse con le ragazze mie coetanee, da me trasognate, spesso poco lambite eppur ambitissime, soprattutto fantasticate senz’abiti, in imperterriti breakpoint dalla vita quotidiana a cui offrivo scarsi punti vincenti e ficcanti.

Oggi, mi sono trasformato in una specie d’incrocio fra Keanu Reeves e Patrick Swayze di Point Break.

Eh, anche Patrick morì di Cancro.

Io spesso mi denudo scimmiesco come Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers. Sì, vi ricordate il suo cammeo in questo succitato storico capolavoro di Kathryn Bigelow?

Un’altra donna con gambe, all’epoca, davvero RED HOT. Che potevano battersela con le cosce di Jamie Lee Curtis di True Lies.

Jamie Lee Curtis, la protagonista di un altro ottimo film di Kathryn, ovvero Blue Steel – Bersaglio mortale.

E, come poc’anzi detto, splendida interprete assieme ad Arnold Terminator Schwarzenegger di uno degli spogliarelli più eccitanti e al contempo ridicoli della storia.

Uno spogliarello apoteotico capace di far affondare a mo’ del Titanic qualsiasi uomo anche megalomane come James Cameron.

Sì, vedi una donna così che arcua il bacino, che sinuosa e serpentesca sculetta velata soltanto da un piccolissimo reggiseno che sta su a stento, coperta minimamente soltanto da dei mini-slip nerissimi e piccanti, e non puoi, se sei eterosessuale, far altro che colare a picco…

L’unica donna bollente che riesce a freddarti come un enorme iceberg.

Ah ah

Cameron, bel coglione, altroché. Io, cazzo, la Bigelow me la sarei tenuta strettissima.

Uomini, ci giochiamo le palle che ho ragione io?

Invece James, a quanto pare, ama di più girare i sequel apocrifi di Pocahontas, cioè Avatar e i suoi seguiti bambineschi.

Suvvia, uomini, non fate i perbenisti, i puritani, i moralisti e, in particolar specie, ah ah, gli indiani.

Dinanzi alle due Gabrielle, a Jamie Lee e dirimpetto a Kathryn, va su eccome, a prua e a poppa, ogni albero di mezzana. Non fatemi la parte dei depressi in fase down perché non vi crede nessuno. Tantomeno la vostra pellerossa, peraltro brutta in modo disumano.

Sì, abbiamo perso James in The Abyss dei suoi mille, cervellotici Aliens… da multiforme esaltato.

Ma sì, visto che è estate, andate a pescarlo dalla sua villa con piscina, portatelo al largo e affogatelo.

Come uomo e come regista fa oramai acqua da tutte le parti. Sì. E ricordategli che il suo primo lungometraggio, Piraña paura, è quasi più brutto di Sharknado.

Qui c’è solo uno squalo, miei squallidi. E non è quello di Spielberg, bensì il sottoscritto, uomo che sovente se la squaglia sebbene qualche volta a talune lo scoli.

Sì, da quando lasciai la scuola in adolescenziale età, la gente pensò che soffrissi di qualche male impietoso e incurabile.

Da allora, quanti Strange Days che passai. Ma è tutto passato.

Invero, non è che vivessi molto di giorno, le mie erano notti assai poco dell’altro sesso ingorde in quanto essere metafisico come Franco Battiato, celebre autore dell’intramontabile Strani Giorni, appunto.

Adesso, a parte gli scherzi…

Sinisa mi ha commosso. Ho pure lasciato un commento molto sentito sotto al video della sua conferenza.

Queste le mie testuali parole:

l’audio è molto basso, però. Bisogna alzare il volume delle casse per riuscire a sentire bene. Forza Sinisa, non mollare. La leucemia, purtroppo, è una malattia molto grave. Quindi, bisogna essere ottimistici, sì, ma anche realisti. Varie persone di mia conoscenza non sono riuscite a sconfiggerla. Ma tu sei più forte, Sinisa. Ce la farai. E hai avuto, come sempre, un enorme coraggio a rivelare la tua malattia. Mi stupisce anche la tua calma con la quale, col tuo impeccabile stile, hai confessato senza paura la verità. Sei un grande, vincerai!

Io non sono disfattista né pessimista. Come sopra scritto, sono un realista. Ci sono vari stadi, non mi riferisco a quelli comunali come il Renato Dall’Ara, della leucemia. E può essere di diverso tipo.

Se è vero che la leucemia di Sinisa è in fase acuta e aggressiva, sarò tristemente sincero. La vedo molto dura.

È una delle peggiori malattie tumorali. Il suo clinico decorso è raramente reversibile e battibile nonostante tutte le terapie d’urto possibili.

Ovviamente, non equivocatemi, tifo per Sinisa.

Ma, ripeto, è una malattia che colpisce le cellule del sangue e si sviluppa in modo osseo.

Scusate se mi permetto questo gioco di parole. Non vorrei essere frainteso, come sempre. È insomma uno zoccolo tostissimo.

Ma Sinisa ce la farà.

Come ce la fece il grande Matthew McConaughey di Dallas Buyers Club contro l’AIDS.

Walter Sabatini è un DS, ho visto molti ragazzi ancora in forze (forza, su) crollare di fronte alle mille difficoltà economiche, cosicché si sono affidati all’AdS, ovvero all’amministratore di sostegno.

Ho visto anche tanti idioti insostenibili che non conoscono nemmeno l’ABC e vogliono dare lezioni di vita a me perché mi reputano un pirla e un idiota.

Ora, io non ho niente da nascondere. Al massimo, posso celare tre barrette di cioccolato nel frigorifero perché, se dovesse venire domani a pranzo mio cugino, so che se le papperebbe a sbafo.

Come molti di voi sapranno, a me fu fatta una diagnosi psichiatrica totalmente erronea.

Un errore diagnostico, un orrore di proporzioni cosmiche. Prendiamola a ridere, sono un tragicomico.

E questo scritto è malinconico e contemporaneamente sdrammatizzante alla miglior Woody Allen.

Per dimostrare che avevo ragione io, dovetti lottare molto di più di Matthew McConaughey.

Secondo voi, ecco, il punto è questo: avevo ragione io?

Certo.

Avevate dei dubbi?

Io sono uno, poveri stronzi, che ammirai Traning Day al Festival di Venezia quando voi ancora ciucciavate il seno di vostra madre. E vi garantisco che non era fantastico come quello di Uma Thurman.

Training Day uscì nel 2001 e in quel periodo Uma, vistosamente sovrappeso in passerella, sebbene sempre super passera, era incinta di Ethan Hawke.

Ma stavano aspettando Maya? Non so, anzi, no.

Maya Hawke è nata l’8 Luglio del 1998.

Comunque, Ethan e Uma stavano aspettando solo di finire di firmare gli autografi per rompersi i coglioni a vedere in Sala Grande un film del quale, essendo Ethan il co-protagonista, certamente avevano già visto le integrali anteprime mandate loro da Antoine Fuqua e dalla Warner Bros.

Maya Hawke!

È adesso una delle protagoniste di Stranger Things 3. La scena, nell’episodio 7, di lei e Steve nel bagno della multisala, ove stanno proiettando Ritorno al futuro, è veramente iper-romantica.

Lui è bello, lei di più.

Mi ha commosso. Così come m’ha commosso Sinisa.

Quindi, ora vi levate tutti da… ecco, ci siamo capiti.

Perché non sapete nulla della mia vita. E non vi permetterò mai più di fare i porcellini.

Comunque, con Maya un po’ maialino lo sarei.

Da cui il detto: Maya dire mai.

Ora, vado a mangiare del mais.

Detto ciò, finisco con questa. Maya ha 21 anni, compiuti pochissimi giorni fa.

Di mio, conosco molte ragazze perfino più belle di lei ma che nella vita non avranno mai la possibilità di recitare in una serie televisiva di successo.

Forse perché sono meno talentuose o forse perché non sono raccomandate?

La seconda che hai detto.

Ora, queste ventenni, che un tempo furono fighissime, dopo mille delusioni, hanno quarant’anni e hanno trovato come lavoro soltanto quello delle gelataie.

Dunque, quello che voglio dire è questo, amici. Se non mi siete amici, fa lo stesso. Il mondo è popolato da miliardi di persone.

Ecco, se uno viene emarginato per pregiudizi e stigmatizzazioni stupide da dei falsi amici, altri amici può farsene lo stesso.

Però deve affrettarsi perché, può anche aver sofferto del DOC, il disturbo ossessivo-compulsivo, ma è geniale ancora come Christopher Lloyd di Ritorno al futuro.

Chi ha visto Stranger Things 3 capirà tutte queste mie citazioni.

So che credete che vi racconti balle.

E vi chiedete: ma come hai fatto?

Io sono io. Però, non sono David Carradine di Kill Bill, vero? Anzi, assomigliai molto a Uma quando volli vendicarmi di tante porcate perpetratemi.

Ad esempio, ho incontrato un vero amico. Si chiama Massimiliano Sperduti. Lui mi considera un genio e ha voluto appurare, in attesa del nostro meeting a Firenze del 31 Luglio, se sono/sia capace di recitare un testo come dio comanda.

Ha caricato il video in cui recito un suo erotico racconto sovrannaturale sul suo canale YouTube. Metto qui quello da me caricato, non in elenco, nel mio.

Secondo voi, può andare bene? Ci siamo?

Perdonate solo per qualche rumore di fondo. Ma ci sta.

 

dallas buyers club mcconaugheystranger things keery hawke matarazzo sinisa leucemia

 

di Stefano Falotico

Keanu Reeves, il trailer di IT: Chapter 2, proposte lavorative allettanti, sarà un’estate Stand By Me?


10 May

keanu reeves wikipedia reeves fan club

 

 

 

 

 

 

 

Non so cosa stia succedendo e non voglio saperlo.

Sono pervaso da una forza psicofisica imprevista. Io stesso me ne stupisco.

Sono oramai uguale a Michael J. Fox di Voglia di vincere nella versione licantropo.

Dopo anni di bullismi, prese per il culo devastanti, una vita da nerd fuori tempo massimo, fioccano gli apprezzamenti, le ragazze mi cercano, smaniano per me, sono dunque costretto a bloccarne molte per evitare casini, mi state facendo impazzire.

Prima, lo ammetto, fui un pazzo sui generis che aveva la sua dignità. Sì, rannicchiato nel buio asmatico delle mie ansie, trascorsi tutta l’adolescenza afflitto da stati mentali bergmaniani, fra nevrosi di self control asciugata in disturbi ossessivo-compulsivi, notti insonni da After Hours, sogni sbriciolati come neve al sole in albe crepuscolari come il Nosferatu kinskiano di Herzog.

Fui poi accusato di deliri allucinatori di natura uditiva. Insomma, la mia fantasia visionaria fu scambiata per malattia mentale quando, invero, vagheggiavo solo una pornoattrice, e non starò a dirvi chi, praticamente tutte, ah ah, che riscaldasse il freddo della mia anima pietrificatasi nel rigor mortis della mia catatonia espressiva.

Mi diedero dello schizofrenico, del ragazzo perduto nella solitudine della fobia sociale, quindi del misantropo hater che bazzica solo i social e i centri sociali.

Ah ah.

Uno schifo, davvero.

Fui insomma scomunicato ufficialmente dal mondo come Keanu Reeves nel finale di John Wick 2.

Solo come un cane, pensai anche di comprare un cagnone. Ma non avevo i soldi per curarmi i cariati canini.

Mi diedero dunque, ingiustamente, del paranoico solo perché la scomunica, in effetti, ci fu davvero. Fui pigliato per un complottista troppo amante di Amleto.

Del principe perfino macchiavellico e attentarono alla mia purezza, inducendomi ad accoppiarmi bestialmente con la prima venuta.

Sì, nella vita incontrai vari Pennywise. Questi bulli/pedofili come Tim Curry, questi adulti con gli scheletri nell’armadio che spuntavano dai tombini delle loro esistenze tristissime poiché già infognatesi nella perdizione triviale delle loro bassezze più (s)porche.

Scappai, forse anche scopai, può essere e l’ex vicino del mio palazzo, il vecchio Ionata, non prendeva mai con me l’ascensore.

Perché mi riteneva appunto matto? No, perché reputava che fossi troppo timido e lui, nel tragitto dal piano terra al terzo, in cui abitava, aveva bisogno di qualcuno che lo ringalluzzisse. Dicendogli:

– Ah, visto che sole che c’è stamattina?

– Sì, sono vecchio ma questo caldo mi spinge a saltarle addosso.

 

Non vorrei scendere nei dettagli ma lasciamo perdere.

Al che oggi, dopo aver scritto più libri forse di Stephen King, li trovate tutti su IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dopo aver dedicato un intero saggio monografico al re dell’horror John Carpenter, presto anche in versione internazionale, tutti mi vogliono.

Mi bramano. Non so se mi amino o se siano solo leccate di culo.

Cioè, son passato dalle malinconie alla Luigi Tenco al fanatismo idolatrico della gente che m’ha preso per Elvis Presley. Ah ah.

Non scherzo.

I ragazzi m’inviano i loro manoscritti per ricevere consigli, dopo una vita da coniglio, son corteggiato dalle conigliette, il fan club italiano di Keanu Reeves ritwitta un mio articolo e la sua admin mi dice che mi farà conoscere dal vivo, appunto, Keanu. Ma devo andarci piano.

Mentre una signora molto altolocata mi ha fatto la proposta di lavorare per una cineteca molto importante.

Oddio, chiamate l’ambulanza.

Ah ah.

Oppure L’avvocato del diavolo.

Sì, ho molto del Reeves.

Avete visto come recita Keanu? Sembra Marlon Brando a volte.

Non dice una parola, come me, ma ha carisma a pelle.

Diciamocela. Keanu Reeves è un genius.stand by me sutherland

it skarsgardKeanu Reeves

 

di Stefano Falotico

Quando sono malinconico, cioè sempre, la gente che mi vuole bene non si preoccupa. Quando sono allegro, chiama l’ambulanza. Ah ah!


04 May

59188998_10213567296399622_2929662321485676544_n

Sì, c’è poco da ridere, non sto scherzando. Sembra come la storia di al lupo, al lupo invertita.

In quel caso, l’uomo chiedeva soccorso, allertando i suoi amici e gridando loro che stava per essere sbranato da un lupo affamato.

Tutti accorrevano per salvarlo dalle grinfie del terribile animale, salvo poi scoprire che lui era appunto già salvo, vivo e vegeto. E che nei dintorni non v’era nessun lupo.

Poi, quando il lupo ci fu davvero, l’uomo urlò nuovamente al lupo, al lupo ma tutti pensarono che si trattasse del solito scherzetto e l’uomo fu divorato dalla bestia feroce.

Sì, traslando appunto questa storia e capovolgendola, prendendola come metafora dei miei stati mentali finalmente col mondo più riappacificati, alla gente che m’ha conosciuto o, perlomeno, presumeva di conoscermi bene, questa mia metamorfosi in un uomo ridente, spingente, gioviale, piacente e molto piacevole soprattutto alle donne, sta molto dispiacendo.

Ma roba da matti!

Sì, a questa gente appare incredibile che io sia nuovamente florido come una rosa e che ogni donna voglia venire a letto con me senza che neppure fatichi a corteggiarla, regalandole bellissime rose più delicate delle sue cosce morbide e vellutate.

La gente è inorridita da questa mia fotogenia impressionante, n’è rimasta devastata, oserei dire allucinata.

E, non credendo ai propri occhi, vedendomi così visibilmente homo eroticus, prima pensa che io abbia fatto un trapianto di cornee, poi malevolmente desidera accecarmi, perfino incendiarmi più di come le loro donne, essendo da me questi qua resi perfino cornuti, m’infuocano ed esse stesse di calore bruciano arrossate. Ché, appena mi vedono, arrossiscono e quindi, gemendo, gioiscono.

Sì, dovreste vedere invece i loro uomini. Posseduti da rabbie inaudite da manicomio, s’accendono e urlano indemoniati.

Mi rincorrono per gli isolati come Keanu Reeves di Point Break per fermare la mia animalesca adrenalina molto malandrina da Patrick Swayze di Ghost.

Credo che siate arrivati al vostro punto di rottura, coglioni, mentre io arrivo sempre al punto G.

Ove ogni donna si scioglie e, scolante, si scotta (s)venente.

Sono un uomo dirty dancing mentre voi, belli miei, mica tanto, state soffrendo ne La città della gioia.

Sì, appena mi scorgete tra le frasche, urlate inverecondamente al lupo, al lupo!

Ma io, mi spiace deludervi, non perdo il pelo, anzi, mi son pure ricresciuti i capelli, ma soprattutto non smarrisco il vizio.

Dunque, vizioso e capriccioso, soddisfo ogni voglia capricciosa, spruzzando a tutte il mio gel delizioso.

Soffice e granuloso, corposo e cremoso.

Dicasi potentissima inculata. Comunque, a parte gli schizzi e gli scherzi, se mi fate la fine di questo qui, sono cazzi vostri. Sapete che me ne possa fregare?

 

di Stefano Falotico

 

swayze wong foo

La vita è un frigorifero, ed è giusto che si mantenga fredda


28 Nov

03544016

UDP_03135.CR2

In questi giorni, mia madre si lagna perché il frigorifero è rotto e le cibarie si riscaldano nel buco dell’ozono di un Sole invero pallido che, in quest’autunno d’ultime foglie, scivola dolcemente annoiato sul Pasto Nudo dell’umanità.

Sì, che dubbio amletico “rilevante” quello di mia madre. E per tutto il giorno è preoccupata se scegliere un Indesit o un No Frost. Ma non sa su quale frigo optare perché uno è più conveniente e capiente ma ha un colore che stona col resto degli elettrodomestici, mentre l’altro è meno spazioso ma s’intona di più con l’arredamento rustico della cucina. Sì, come diceva Kevin Costner de Gli intoccabili, c’è una parte di mondo che si preoccupa del colore della cucina, appunto.

Sì, le donne son sempre casalinghe anche quando svolgono lavori “emancipati” che le imp(r)egnano a far le insegnanti. Sì, mia madre insegnava e io ho sempre aspramente criticato questa professione. Metodica, noiosa, ove per tutto l’anno s’inculcano, in quei ragazzi così vitali, programmi “educativi” ammorbanti, (s)fatti d’induzioni da imparare a memoria, e li si redarguisce, li si depista dalle loro vere, spassionate, appassionatissime potenzialità, indirizzandoli a un buon senso “raddrizzante” che possa (de)formarli come uomini. Uomini che diverranno appunto burocratici (f)rizzanti e s’imborghesiranno dietro logiche convenzionali solo al tirar a campare, prosciugando quelli che erano i sogni per cui erano (in)nati. Hanno da cambiare i pannolini solo ai loro neonati…

Sì, ho visto le migliori menti della mia generazione scivolare nella demenza di massa. Una volta che acquisirono le “credenziali” per attestare una presunta superiorità intellettuale, si avvelenarono di conformismo tristemente adatt(at)o al mondo squallidamente odierno che tanto criticano e a cui, per codardia dell’animo, abdicano in favore di un qualunquistico, meschino e ruffiano quieto vivere.

Le donne, appunto, si dividono fra lavori “ambiziosi” e amanti dagli amplessi “rincuoranti”, figliando una generazione di gremlins che oggi vengono definiti nerd.

Sì, sono stanco del femminismo, credo che il cosiddetto diritto alla parità sessuale abbia reso gli uomini meno (d)ritti. Spenti dalle femminilità che educano al bon ton mieloso, al calore domestico, alla vita tranquilla a cui le donne hanno sempre anelato, e che ben poco appartiene al sesso forte. Che, col passare del tempo, pur di rimediare delle scopate, ha ceduto a queste lusinghe, in un’agghiacciante, preoccupante effeminatezza delle virilità che furono. Ribadisco, pur di rimorchiare e venire… incontro alle esigenze delle donne, da robusti donnaioli gli uomini son diventati delle donnette. Al che li vedi andare al cinema mano nella mano a godere dell’ultimo film di Kathryn Bigelow, una che, sì, un tempo tifava anche per noi maschietti e girava film adrenalinici machi, improntati sull’amicizia ribalda tra figli di puttana, e oggi, dopo aver vinto l’Oscar, gira con sguardo appunto da “donna con le palle” dei discreti film di denuncia come Detroit, film di “negri” inculati, film acclamatissimi da una Critica dominata dall’intellighenzia alla Angela Merkel, per un Cinema documentaristico “serio e onesto”, privo però di guizzi e slanci davvero poetici, privo di quel pathos emozionalmente tipico di noi uomini che, mi spiace dirlo, care donne, siam sempre stati più fantasiosamente lirici, fiammeggianti, deliranti, in una parola più cazzuti. Questi film saranno pure finemente girati, scrupolosamente orchestrati, ma mancano della sincerità mascolina di Quel pomeriggio di un giorno da cani, anche se in quel film Pacino rapinava la banca affinché il suo amante diventasse una donna. Ah ah. Pacino sbraitava e “latrava” ma la sua rabbia cagnesca (in)castrarono…

Sì, ho molto da ridire sulle donne. Molte donne mi dicono che sono abbastanza misogino. Io toglierei quest’abbastanza che parzialmente screma la mia totale misoginia. Sì, vedi queste donne di oggi… hanno un lavoro in banca, Dog Day Afternoon docet, e poi sono preoccupate che il figlio diventi un bravo “guaglione”, che diligentemente studi per prendersi la LAURA, come diceva Totò, che abbia molti amici da leccare in socialità false da bevute nei pub, che evolva sessualmente sano dalla sua pubescenza, e che s’interessi di “cultura” con puro spirito pratico. Insomma, il ritratto perfettino di sciocchini che diverranno osceni giornalisti…

Sì, un tempo i genitori volevano che i figli diventassero medici o avvocati. Oggi, invece vogliono che siano persone di “valore” in ambito giornalistico. Ma i figli, essendo questo sistema molto competitivo, non vanno mica in trincea in guerra a far i reportage, scrivono invece articoletti di gossip sull’eterna separazione fra Brad Pitt a cui è stato offerto il ruolo di capo della CIA in un film intitolato Spia il maschio geloso che ti sparerà dietro le s-palle, e la Jolie, a cui invece è stato proposto ancora il ruolo della moglie rediviva e cornificata nel Buon Pastore 2, film di De Niro in cui Damon “pasturerà” con donzelle meno femministe e più attratte dalla sua “pistola”.

Chi dice danno, dice donna. Un proverbio vero come il mio uccello di prima mattina che si “scrolla” di dosso… le vostre puttan(at)e.

Sì, per quanto tentai indefessamente, molto da fesso, di ficcar delle “fesse”, ah ah, non ne godetti molto e la mia vita non ne giovò. Le donne son sempre state attratte dall’irremovibilità del mio maschio romantico ma polemico, dal mio Homo Eroticus di sexy beast a cui non frega niente di trombarle. E si diedero da fare per “sbloccarmi”, per farmi capire che doveva piacermi… sì, vedrai… una volta “svezzato”, la vita ti sorriderà. Di mio, so che la vita è meglio col proprio coglione. Anche se ne ho due e spero di conservarli in “frigorifero” finché non troverò un porno su cui lasciarli “scaldare”.

Scusate, ma se le donne sono provocanti, perché io non posso provocarle?

In una società che te lo fa nero, piacciono i neri.

E lo sa la Bigelow, una che era sposata con James Cameron e adesso gira con quelli del Camerun!

Ah ah.

point20

di Stefano Falotico

Tempo di estate, di nuova stagione cinematografica, di trailer e grandi film in arrivo


13 Jun

di Stefano Falotico

Sono iniziati i mondiali di calcio e il Brasile vince con un rigore regalato. Ma ogni regione oramai è paese. Il clima basso-equatoriale è indistinto rispetto a prima, ove qui da noi, a giugno, faceva soltanto fresco abbronzante e invece oggi, con l’alterazione del clima, dovuto all’effetto serra delle stagioni identiche e uniformate, “infornanti” a crematorie fornaci, non capiamo più se si sta meglio lì o qua, appunto, perché se in Brasile si muore, “colorati” da una carnagione già mulatta che, col caldo, rende più neri, noi bianchi italiani patiamo la stessa “abbronzatura”, se non di più. Siamo tutti bronzei…

Il Cinema però non si ferma e insisterà sempre. E, con l’arrivo dei primi caldi pre-(f)estivi, le case di produzione presentano i loro listini, sfoderando i trailer dei “filmoni” che vedremo il prossimo autunno e via “scorrendo”.

Negli scorsi giorni, ne son stati sparati a raffica moltissimi.

Sfogliamone qualcuno.

Rimanendo in tema di Sud America, partirei quindi con il “biopic” magniloquente su Simon Bolivar,Libertador, interpretato da un grande Edgar Ramirez. Un nome assolutamente da tenere a mente e annotare. Il prossimo anno, lo vedremo anche in Hands of Stone e, sempre “agganciandoci” al mare e al profumo di libertà, Edgar sta girando il remake di Point Break, e io spero, a tal proposito, che non faccia rimpiangere il mitico Patrick Swayze dell’omonima, strepitosa pellicola originale della Bigelow… infatti calzerà lo stesso epocale ruolo, rivestendo i panni a torso nudo del Bodhi che fu…, da me ribattezzato, a suo tempo, Bodhi-The Body. E Dirty Dancing docet.

Quindi, il ritorno della coppia vincente di Training Day, Denzel Washinton-Antoine Fuqua con The Equalizer.

Per finire, il nuovo attesissimo Iñárritu col redivivo Michael Keaton.

Sì, a molti, tal caldo afoso, torridissimo che sta tempestando i nostri corpi, “assiderandoli” al contrario d’effetto buco dell’ozono nel farci ansimare di vampate di calore previo condizionatore, eh sì, eh eh, alleviandosi in brusche rinfrescate di burrasche salubri e refrigeranti, tormenta. Alcuni, arsi dal caldo esagerato, “schiattano” al mare, sguazzando fra onde che possan dar appunto sollievo ai loro corpi spappolati dai raggi solari troppo abrasivi. Le creme solari proteggono dalle scottature e, fra le riviere, scoppian gli amori scopanti, il paradosso della “temperatura ambiente” degli esseri umani. Più han caldo e più si “bagnano” con le bagnanti, per amplessi “ardenti” dai costumi (non) troppo aderenti. Ah ah.

A parte gli scherzi e gli schizzi, a parte gli scogli e gli squali, anch’io soffro il caldo. Sono spesso alienato ma non alieno. E sfortunatamente non sono un animale a sangue freddo anche se, da salamandra, m’arrampico lungo i brividi roventi delle schiene femminee come un surfista. Ah ah. Fra immersioni (sotto)cutanee, piaceri “a pelle” e tuffi ove l’amore è più blu, emergo effervescente di bollori nelle frizzanti bollicine del succhiarmele come un tè all’ora in cui “tramonto” nella rossa che si spera e poi sulla riva della notte fonda in nostro fonderci denso e cremoso come un ghiacciolo leccato di lingue gustandoci.

“Chasing Mavericks”, il Trailer


10 Aug

 

Amate le grandi onde e i “point break” dei Mercoledì da leoni…?

 

Questo, allora, è il film che fa per voi. Uno scultoreo Gerard Butler in cabina “surfista” di Curtis Hanson, con Michael Apted nelle scene che Curtis, per problemi di salute, non ha potuto completare.

 

 

 

L’unica cosa che il giovane Jay Moriarity (Jonny Weston) desidera è riuscire a sfidare le onde del mare, alte più di cinque piani, della mitica scogliera di Maverick, nel Nord California. Insegue quel sogno da quando era poco più che un bambino e per riuscirci chiede a Frosty Hesson (Gerard Butler), leggenda locale del surf, che lo alleni. Dopo averne vinto le resistenze, prima del grande giorno, Jay è sottoposto a un duro programma di allenamento fisico e sacrificio. 

 

(Stefano Falotico)

 

Batman scatenato fra gli ombrelloni per “scottar” la pelle dei bagnanti da “squalo” che “lo” squaglia


23 Jul

 

Ogni pipistrello “rastrella” i vostri castelli di sabbia, e li calpesta

Mi trovo nella località marittima “Costumin scostumato”.

Sì, poi parlo con una ragazza.
Al terzo minuto le mostro i denti, “inferocendola” d’odio “brado”, “abbronzato” e disumano alle mie “virtù”, che prova a “irregimentare”, “irretendole” (ne ha “pen” donde nell’onda “natante” del “pedalò” nella “cavallina”) con “nascosto posacenere” del suo calor solar che “brucia”, “umidiccia” sotto gli ombrelloni, per poi “sguazzarla” col “bagnin” che “toccerà” nel “submarin“.
D’un “budino” cremoso come l’UVA della mia “volpe“.

Così, nuovamente preferisco la Notte, sicur rifugio del lupo ermetico che medita e un po’ “miete” i granuli del dentifricio “sbiancante” dalle impurità “tartare” di qualche meridionalozza ingiallita troppo presto per i “palati” delle salive bavose del “salume” del tamarron’ che “la” sciroppa, un po’ la ingroppa, nella “glassa” del marron glacé.

Sì, il famoso “zucchero” di “vaniglia”, “a velo e acqua” gustosa, per “mangiarini traslucidi” nel “forno” che te “la” serve “cristallizzata”.

Il cellulare squilla, e la “cellulite” brilla nei “cocenti” per il “gusto” mandrillin della cartilagine furbetta della “bocca” saporita, saccarosia “al dente”.

Sì, “imbraccio” il salvagente e mi tuffo ove l’acqua è blu dipinta di blu.

Sì, un camionista in spiaggia, si “tira” qualcos’altro, una “riga” di Coca…
E io, in segno di (s)fottimento, gli canto la “hit” del suo point break sulle note del suo “Forza Italia”, tricolore del trash anni ’80, tanto è sempre più “a novanta”:

L’estate sta finendo 
e un anno se ne va 
sto diventando grande 
lo sai che non mi va (non “va” neanche con la pompa idraulica…)
In spiaggia di ombrelloni 
non ce ne sono più 
è il solito rituale 
ma ora manchi tu. 

Languidi brividi 
come il ghiaccio bruciano 
quando sto con te. 
Baciami 
siamo due satelliti 
in orbita sul mar. 
È tempo che i gabbiani 
arrivino in città 
L’estate sta finendo 
lo sai che non mi va. 
Io sono ancora solo 
non è una novità 
Tu hai già chi ti consola (sì, il suo “direttore”)
a me chi penserà. 
Languidi brividi
L’estate sta finendo 
e un anno se ne va 
sto diventando grande 
lo sai che non mi va. 
Una fotografia 
è tutto quel che ho 
ma stanne pur sicura 
io non ti scorderò. 
L’estate sta finendo 
e un anno se ne va 
sto diventando grande 
anche se non mi va (ci sono i “sessuologi” se il “sasso” è moscio)
L’estate sta finendo 
l’estate sta finendo 
l’estate sta finendo oh oh oh
l’estate sta finendo . . .

Al che, me ne sto spaparanzato in mezzo alle “meduse”, e un obeso vorrebbe “soppesarmelo”.
Mi sollevo e lo “essicco” nel mio lessico: – Ehi, panzerotto, quanti prosciuttini ci son nel tuo “pancin?”. Stai molto attento, son Al Pacin’, reparto “macelleria”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Il padrino (1972)
  2.  Un mercoledì da leoni (1978)
  3. Point Break. Punto di rottura (1991)
  4. O sole mio! (1945)
  5. Crema cioccolato e pa…prika (1981)
  6. Fratelli d’Italia (1989)
  7.  Lo squalo (1975)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)