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Anche questo Festival di Venezia è andato, la vita passa in un(a) lampo, la nuova stagione cinematografica, chi vivrà vedrà, eh già, sono ancora qua


11 Sep

PasoliniAh, i colpi di fulmine, le maschere di cera ed ecco che, zac, scivola la cerniera, salta la cena ma l’appetito vien mangiando, solo trombando(si).

Il tempo passa. Il tempo insiste, sì, è persistente oltre che insistente. E la calvizie si fa prominente oppure la stempiatura tua si fa sempre più evidente, oserei dire incipiente? Mio demente?

C’è, chi col tempo, incontenibile diviene, chi diventa incontinente, chi ha viaggiato in tutti i continenti, chi, invecchiando, è divenuto saggio oppure insipiente, c’è chi non è mai andato nel Biafra e, non solo è ben pasciuto, sì, di brutto ha sempre magnato, pure a sbafo, bensì ha tante donne inchiappettato e divorato. Detto altresì, costui, impunito sciupafemmine, forse pure sfruttatore magnaccia. Mannaggia! Poi abbiamo i patiti… di Lucio Battisti (ho fame, non soltanto di te), quelli col cervello partiti oramai da una vita, quelli che sono morti oppure semplicemente spariti, sì, un’inaspettata loro dipartita avvenne. Ci sono gli spioni, quelli che vengono spiati e quelli che non vengono neanche se, da voyeur, le coppiette spiano.

Ma che vogliono spiare? Le loro colpe espiassero, anzi, respirassero. Cioè, detta come va detta, scopassero! Sì, guarda quante passere, dai, suvvia… passerà. Mangia intanto l’uva passa e dai da mangiare ai piccioncini, mio passerotto.

Ci sono quelli che guardano solo le partite e quelli che, invece, non guardano manco un film ogni tre anni ma lanciano più di un occhio (eh sì, portano gli occhiali, sono i cosiddetti finocchi, pinocchi forse quattrocchi e idolatrano Michela Quattrociocche, donna sciocca ma gran gnocca, detta anche sgnacchera), eccome, solamente alle donne eppur le donne che guardano, eh sì, amano i calciatori coi soldi e non i tifosi che scommettono alla SNAI e non vincono mai. Perdendo pure il danaro da loro utilizzato nelle bische clandestine ove rimediano un due di picche pure di una partita a Poker.

C’è chi, come me, s’identifica col Joker, chi invece non ha mai letto un solo libro, dunque non è molto esperto d’italiana Lingua ma, fra un piatto di linguine allo scoglio e forse uno scolo, fra uno scolapasta e una donna che ama le olive, non soltanto ascolane, a letto è campione bilingue da inserire negli annali. Annali con due n. La N di Napoli e la N di Nunzia che però non è partenopea, neppure patriottica, bensì abita a Salerno e, oltre ad andare col “linguista”, va pure con uno che ama la Juventus e non ha mai gustato un grissino torinese.

Insomma, Gianna di Rino Gaetano andava con tutti, Il cielo è sempre più blu e tu non gliela fai più. Oltre a non fartene una manco se, per scioglierla, le regali tutti i dischi dei Roxette. Lei dà il rossetto e non solo quello/a a un uomo che, a differenza di te, non è mai solo. Appunto! Ma a lei non importa, affatto, essere presa per una poco di buono, non è di bocca buona, è solo bona da fare schifo al c… o e non le interessa darla al primo venuto… anzi, a uno che viene con tutte.

La vita è una sola… Quindi, il motto moderno è: goditela finché puoi, finché puoi. Finché, soprattutto, lei ne vuole, finché ha(i) voglia. A “voja”, te, a impegnarti al massimo se poi sei povero in canna e, in frigorifero, non c’è neanche il Vov. Famoso liquore afrodisiaco per vite, a differenza della tua, più paradisiache. Eppure sei bello da morire, sì, dionisiaco mentre Stefano Dionisi, pur essendo carino, in Farinelli – Voce regina, per chiarissime ragioni, anzi, per regioni da eunuco, non è che ne potesse fottere molte. Si lasciò però fottere dal cazzone del suo amico.

Ora, Farinelli fu omosessuale passivo? Invece, il critico di Cinema Pino Farinotti scrive il Dizionario dei film grazie solo alla farina del suo sacco o si affida al direttore della Cineteca di Bologna, l’omonimo (di cognome) Farinelli? Uomo però, a differenza dell’identico, nomen omen del personaggio incarnato da Dionisi, decisamente molto attivo, non solo a livello di Cinema Ritrovato.

Moretti girò Ecce bombo e a quella ragazza schizofrenica non importò assolutamente andare con lui.

Preferì non dargliela ma dirgli: faccio cose, vedo gente.

Chiedo io, anche venia: quali cose? Quale gente? Non mi sven(d)o!

So io quale gente bazzicate, voi, uomini e donne di malaffare. Siete degli affaristi o solo degli arrivisti?

Non arriverete a nulla se continuerete a non fare una beneamata minchia dalla mattina alla sega, no, sera.

Vi auguro buonanotte. Ah ah. Specialmente, buone mignotte.

E quell’altro? Che fine ha fatto? Il Magnottta! Lo presero per il culo con la storia della lavatrice.

Mentre Dante Alighieri lo volle mettere, da sempre, in quel posto (fisso, statale o comunale, ecco, sì, stavolta ci sta… anale) a Beatrice ma poetizzò ogni meretrice fottuta (da lui, no, però), ficcandola nel Purgatorio.

E Virgilio? Ne vogliamo parlare? Secondo me, fu meglio Numa Pompilio.

A essere sinceri, Pompilio, ovvero il secondo re di Roma, non valse una pippa. Ed è comunque sempre meglio Campbell Naomi nuda anche se sarà solo una fantasia (auto)erotica.

Quando si suol dire: Naomi non è una che giammai andò e vada per il sottile, la diede e dà a tutti indiscriminatamente, è/fu una facilona ma non guarda/ò quelli che non valgono/valsero (balli un valzer?) un cazzo, da lei quindi non otterrete neanche un pompino.

Se invece sarete i nuovi Flavio Briatore, state tranquilli, oltre a Naomi, avrete anche Nomi e non andrete mai con una frustrata come la cantante Noemi.

Siete un vuoto a perdere.

La cellulite, le mie nuove consapevolezze?

Campbell Naomi può essere pagata a peso d’oro e può permettersi ogni liposuzione. Voi, invece, comuni donne più altamente morali rispetto a Naomi, però più mortali, non avete neanche i soldi per portare il cane di vostro marito dal veterinario. Siete degli animali! Delle leonesse, delle fesse di sorrata?

Intanto, vi crescono le mammelle e i mammoni non esistono più. Ora, abbiamo i ragazzini che amano le milf coi seni rifatti più delle labbra di Alba Parietti.

Ah, che suzioni mammarie. Ah, che somari. Ah, che porci. Ah, vomito. Sto male, per la Madonna, santissima Vergine.

Aveva ragione Pier Paolo Pasolini. È tutto un porcile… Tutta una questione di Uccellacci e uccellini, anche di tamarri e burini che vogliono sol uccellare. Non soltanto con tipi come Pier Paolo, pure con Giampaola. Come dettovi prima, ci sono le alopecie androgenetiche, i nazisti che credono all’eugenetica, quelli che perdono i capelli e quelli che perdono pure la faccia. E non basta un lifting per mettergliela a posto. Ci sono le tragedie annunciate e incombenti. Ci sarà forse pure, presto, un altro tizio che vincerà il Nobel. Cavolo, allora, altro che ritardato. Ma sarà comunque troppo tardi.

Il suo nome infangaste, infingardi, ingiustamente lo snobbaste e di chissà quali crimini lo additaste e accusaste. Scusate. Ogni verità è stata svelata, tu sei stato poco svelto, svegliati, sveltisciti, in una parola… finiscila… ti dicono se non stai zitto. Sapete che vi dico? Me ne fotto!

Ti ricattano e ancora vogliono la ricotta, ti scottano, t’intimidiscono, coi giochini ti terrorizzano. Ma un uomo si rialza all’’improvviso ed è qualcosa di mai visto. Fa paura, che gran casino, è come Sansone. Oh, Cristo! Non ce la farà, sta crollando… tutto. Ma con lui, vivaddio, anche tutti i filistei.

Soprattutto i filibustieri, cioè i figli di puttana che vanno pure con le puttane.rino gaetano

 

di Stefano Falotico

Gli artisti sono sfortunati a essere nati in Italia – Parlate tanto di rivoluzioni culturali, di JOKER e ribellioni al sistema meritocratico e iniquo ma, ieri sera, foste tutti davanti alla tv a vedere Sanremo!


05 Feb

Achille+Lauro+Festival+Di+Sanremo+2020+Day+gin3Nq4-IPdl

Sì, ancora una volta Pasolini non si sbagliò.

L’Italia è un moloch, un macigno inscalfibile. Più che altro un porfido indistruttibile, un cubo asfittico di gente che si dà tante arie ma a cui piace infliggersi soffocamenti dettati dal suo giammai ripudiato, se non in esibizionistiche, istrioniche pose fintamente trasgressive, background terragno. Legato non tanto a quei (dis)valori fertili di tale madrepatria e terra fin troppo consacrata nell’ipocrisia del cattolicesimo più borghese, bensì ad antichi agganciati in maniera inamovibile e monolitica a retaggi di affezione audiovisiva assai antica.

Persone metodiche che pendono dal tubo catodico e che, nel tempo libero, si sfogano su Facebook, mostrandosi fighe e disinibite, emancipate dietro uno schermo e una tastiera ove non velatamente le sparano grosse, celandosi, forse incellofanate dietro plastificate immagini con cui, (s)truccate nel lifting semmai di un programma che asciuga ogni loro difetto estetico, si sono date all’etica dell’edonismo più sfrontatamente fottuto da esaltati fanatici.

Gridano che se ne fregano delle retrive e assai vetuste regole istituzionali dell’Italia culinaria coi suoi master chef, dell’Italia dei paraculi indottrinati da una superata cultura, sono cazzuti, cazzo.

Una banda davvero agguerrita di convinti finti outsider che a me, puntualmente, non convincono.

In Italia impera la noia, la gente non sa parlare. Parla, anzi, per frasi fatte, si attiene ai beceri luoghi comuni più insinceri. Putrefacendosi nella ritualità più consuetamente immutabile che si rinnova, qui sì, ah ah, a ogni annata.

Al che, ecco che ieri sera iniziò Sanremo. Ne venni a conoscenza, leggendo i vostri post su Facebook.

Un’imbizzarrita società di modelle andate in brodo di giuggiole per il cavernicolo Achille Lauro col suo nude look da Ringo Starr dei poveri e da Adriano Celentano ante litteram di Bingo Bongo.

Sì, Achille, mica un figlio di Troia qualsiasi, no, da guerra di Troia.

Questo mostra tutto il tallone, è bono come Brad Pitt di Troy, cazzo, visto che movimento pelvico da stallone? Visto che pelo? Anzi, è glabro, ma guarda che tatuaggio da iguana tutta inguainata. Mica il patronimico Pelide. Visto che movenze da uomo con tante frecce al suo arco?

Ma andate a dare via il culo, troie. Ah ah.

Diletta Leotta è sempre, intanto, più mignotta, una sgualdrina, una popolana nazionale che parla come se avesse in bocca una caciotta ed è amante non tanto del Calcio, bensì degli uomini che sanno tirare fuori le palle. Visto che cosce, che quadricipiti? Che legamento sinistro con tanto di menisco?

L’uomo italicus se n’eccita, sua moglie spia se lui la guarda ma lui fa quello che non caga la mossa.

Di Diletta che, come la Tirabusciò, eccome se glielo tira.

Un tiro fendente da fetente.

Basta, avete rotto i coglioni. Dove sono i vostri attributi? Vedo all’Ariston solo tribune gremite e platee di gente che fa la ola su un Amadeus che recita programmate battute più scontate delle canzonette di tali scemi che celebrano l’amore della minchia.

Sì, l’amore piccolo-borghese di quest’Italietta che, da tempo immemorabile, parla di rivoluzioni culturali, di cambiamenti sociali.

Di gente che urla di adorare il Cinema di Gaspar Noé e di Darren Aronofsky ma io non salverei neppure se fossi Russell Crowe di Noah. Anzi, se fossi stato Noè (attenzione all’accento, diverso da quello di Gaspar), avrei messo sulla nave di Schettino. Affogate, animali!

Ah ah.

Dobbiamo essere schiettissimi. L’Italia è un Paese di avvinazzati con le fiaschette e il Lambrusco, un immondezzaio di ubriachi di cazzate. Sì, come dicono a Bologna, queste persone andrebbero prese e buttate nel rusco.

Gente losca, gente che se la racconta in modo viscido.

Falsi ribelli che vogliono fare solo i belli. Belli miei, qui sembra che tutto cambi ma quel canale di regime della Rai, eh già, non cambiate.

Ma quale cambiamento? Io ravviso sempre più un imborghesimento, un totale rincoglionimento, un puttanesimo a base di rose rosse per te… ho comprato stasera.

Al che, assistiamo a insegnanti liceali che si struggono e il rimmel loro struccano, ascoltando una canzone dal ritornello scritto veramente in endecasillabi da far venire non il maschio sulla Leotta, rifatta gnocca, bensì il latte alle ginocchia.

Meglio allora regredire allo stato puerile da Joker.

Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, cantò Gianni Morandi con le sue mani gigantesche da Polifemo.

E voi, sinceramente, fatevi mandare a fanculo, subito.

Senza se e senza ma.

Cos’è che vuoi tu, donna? Il mio uccello? Ma pigliati il velociraptor di Achille. Sei una troglodita che confonde il T-REX col T-1000.Tu mi dici di sciogliermi un po’ ma, come Robert Patrick di Terminator 2, ti faccio no col ditino. Vedi d’inzuppare altri biscotti nel tuo Nesquik, puttana da squirt. Vedi anche di comprarti un cane, un’ocarina, suona con altri la chitarrina, pettina il tuo carino uomo canarino e dai da mangiare ai picci(o)ni fuori dal mio cortile, donna da pasta e pisellini.

Forse sono dei piselloni? Ah sì? A quanto vengono all’etto tali in(s)etti? Infettatene!

Evviva il Pasolini.

Tu, accattone, tornatene nel Porcile. Basta!

Gente che si credette alternativa e pensò che Christina Aguilera avesse una voce migliore di Whitney Houston. Sì, ci vorrebbe il grande principe Augusto Aguilera di Too Old to Die Young. Uomo come il sottoscritto. Non dice una parola, vive senza fare un cazzo da mattina a sera, gigioneggia in casa, sollevando pesi e scrivendo libri. Al che, Miles Teller gliela fa sporca. E lui punisce tale porco. Lo macella.

Sì, tutti questi ometti e queste donnette s’illanguidiscono quando guardano e ascoltano Sanremo.

Sembrano Kate Winslet in questa foto. Con la bocca aperta come se dicessero… bello, bella, com’è bello, quanto m’emozionano.

So io quale microfono bisognerebbe usare con queste zotiche. Diciamocela, con queste super zoccole!

Ah, vedo un’altra sciammeria. Sciammeria, in meridione, significa donna abbastanza scema e zammera che, a sua volta, significa, femmina sguaiata e maleducata. Colei che, dietro retoriche e perbenismi moralistici, si crede investita d’una missione redentrice.

E, da educanda-pedagoga, da psicologa della mutua, si prodiga al fine di salvare le vite altrui quando in verità vi dico che è lei quella insalvabile.

Frustrata e repressa cronica, cioè la cantante Giorgia.

Donna più magra di un grissino che mangia solo grissini. Con la pelle più bianca d’un latticino quando non magna soltanto la mozzarella, bensì pure la sua immacolatezza ammuffita.

Dispensatrice di ritornelli incitanti alla rinascenza della vita alla massima fluorescenza, ah, per questa non v’è nessuna scienza che tenga. Non si può reggere. Le sue canzoni sono, per l’appunto, delle scemenze adatte a donne senescenti. Non più lì senzienti. Io, psichiatra forense e cannibale delle donne e degli uomini insanguinatisi nelle pudiche passioni cristologiche da falsi san(t)i, la obbligo a genuflettersi in maniera beatificante.

– Si prostri e poi vada a prepararmi una crostata. Da me non riceverà la torta di mele, prostituta, neppure del miele. Le diede retta, non so se ritto glielo diede, solamente Pino Daniele.

Questo è il prezzo che

questo mondo impone a noi

di vivere senza certezza alcuna

in bilico nel blu, disperati amanti che

non hanno mai trovato amore puro

piegati alle regole del tuo mercato

mi pento, mi dolgo per questo peccato

 

ma quando respiro mi accorgo che esisto davvero

e stiamo isolati in cerca di gloria

mediocri e muti e senza memoria

ma guarda l’estate è tornata speranza ancora

 

Ma quale Vivi davvero!

Ci vorrebbe Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti per questa colpevole d’innocenza. Può andare bene solo a Vincenzo.

Ah, bel coglione, comunque… Buffalo!

Non trovò i soldi per operarsi e cambiare sesso. Al che, come un ossesso, scuoiò le donne bianche e le disossò.

Ma che cazzo poteva fare? Se si fosse affidato ad Al Pacino di Quel pomeriggio di un giorno da cani, avrebbero preso in ostaggio pure il suo barboncino.

Al rapinò una bianca, no, una banca ma non sbancò e in culo lo pigliò. Alla fine, solo sbiancò.

kate winslet

 

di Stefano Falotico

In mezzo alla cafonaggine sociale, cammino con estrema fanfaronaggine, sputtanando un po’ tutti ma soprattutto me, oltre il comune porcile pasoliniano


02 Feb

scopareEvviva Lino Banfi, Rocco Papaleo e Diego Abatantuono!

Anni fa, fui coattamente quasi prelevato da casa e rigettato in guerra. E dire che fui attentissimo a seppellirmi vivo, gustando la mia trincea nel dolcificare una realtà che sempre conobbi a livello prettamente formale ma mai avrei immaginato che fosse così mortificante e agghiacciante in maniera tanto glaciale e abissale. Una società carnale in modo sesquipedale.

Sì, addivenni in tenerissima età allo schifo della cosiddetta realtà sociale, invero assai poco solidale, bensì pronta a renderti una vittima presto inculabile. Dunque, con meticolosa adempienza alla mia convinta estraniazione giustamente insanabile e malsana rispetto a un mondo d’uomini di panza assai malati nel cervello ma soprattutto in quello, anziché putrefarmi in tale immondezzaio di viventi prosciutti e antropofagi da repellere anche Hannibal Lecter, vissi lietamente pasciuto, nella mia anima giammai dissoluta, come Sean Astin della seconda stagione di Stranger Things. E ho detto tutto, ah ah.

Presto però fui preso d’assalto dalle bestie, io, uomo dantesco costretto a vivere l’Inferno di uomini infermi, cioè demogorgoni cagneschi, animali dall’aspetto antropomorfo che, senza necessitare dell’effetto speciale del morphing, in una parola, cattivissimamente mi morsero in modo lupesco.

Sì, mi chiusi da bianca volpe nel lieto mutismo e, dinanzi a questa realtà poco bella, bensì belluina, m’espressi in maniera afasica, distillando, da taciturno uomo ammantato di un’aura bergmaniana, telegrafiche frasi come se stessi digitando, sulla mia bocca, un alfabeto Morse. Eppure non demorsi. Sì, praticamente fui sfortunato come David Morse di Tre giorni per la verità. Incazzandomi, inascoltato, contro il mondo come Jack Nicholson de La promessa. Provai a latrare il mio dolore in ululati da licantropo ma m’accorsi che mi diedero la caccia per via della mia acustica, no, sensibilità troppo acuta e, stordito, stetti per fare la fine di Christopher Walken di The Deer Hunter. M’irrigidii, vissi profondamente ogni emozione interiormente ed esteriormente mostrai solo espressioni monolitiche da π – Il teorema del delirio. Fui accusato di essere Edward Norton di The Score quando recita la parte del tonto ma anche dello stesso Norton in Stone. Dire, cazzo, che fu colpa sempre di Norton, però di American History X, se mi lasciai andare come Edward Furlong. Le uniche volte in cui il mio viso fu espressivo più di quello di De Niro depresso, in Taxi Driver, avvennero quando risi a crepapelle, diciamo a squarciagola dinanzi alle battute disperatamente sardoniche e tristissime dello stesso de Niro in Re per una notte. E ho detto tutto un’altra volta…

Accendo la radio e sento Michela Vittoria Brambilla che parla di maialini. E chi sarebbero? Quelli che votano Salvini e poi usano la salvietta dopo essersi masturbati sulle sue esibite cosce da porcellona che, avendo fatto i soldi dopo essersela, pure (non) sudata, di saliva con tutti sfatta dopo che la offrì, specialmente cotonata, no, condonata, no, regalandola agli arrivisti saliti alla massima potenza e potere in lei su()pina, ora augura buona domenica, preparando manicaretti con tanto di salvia e rosmarino?

Forse, ebbe ragione Francesco Salvi con Esatto!

Sì, in chat su Facebook, senza preavviso, vengo contattato da ragazze che, per l’appunto di domenica mattina, vanno a messa e poi, segretamente, fanno le messaline. Ragazze in fiore, come si suol dire.

Giovanissime studentesse universitarie, laureande in Scienze dell’Educazione, che mi scrivono delle chiare provocazioni. Senza che neppure le conosca, mi mandano link di siti semi-massonici. Come no. Io clicco e noto che, posizionato in una zona strategica, v’è un tasto per sottoscrivere un particolare abbonamento da elargire a queste malafemmine che se la tirano da b(u)one.

Insomma, è come il contenuto extra del primo dvd di Basic Instinct. Se possiedi la chiave d’accesso, se hai in mano… il numero criptato, il maschio medio subito lì crepita perché vede costei nuda integralmente e tutta la sua vita da frustrato uomo della cripta, in un nanosecondo di eiaculazione precoce, viene… decriptata. Non so se lui venga scappellato, sognando d’inchiappettarla o rimanga solo economicamente inculato. Dovrei appurare. Ah ah.

Questa è tutta gente che dovrebbe crepare, altroché.

Poi, abbiamo quello che invece, non sapendo che cazzo fare a tarda notte, ti chiede se stai facendo sesso.

Tornando invece alla Brambilla, forse è meglio Demolition Man di Marco Brambilla. Per anni fui considerato Sandra Bullock di Miss Congeniality. Sì, ebbi delle cosce muscolose da calciatore e tutti gli uomini di palle vollero sbattermelo in culo sotto l’incrocio dei peli, no, pali, urlandomi di non rimanere fermo impalato, mentre le donne depilate desiderarono avere il mio pelo sullo stomaco. Andassero piuttosto a strofinare i loro panni sporchi per pulire la palla, no, la padella da/i altre besciamelle.

Sì, ma quale Stallone italiano?! Ah, che genia di pazzi, che orrida criogenia, mi sciolsi ma m’accorsi di essere più dotato di Wesley Snipes. Però gli altri sono rimasti piccoli e maniaci come Rutger Hauer de I falchi della notte. Abbiamo ancora Aldo, Giovanni e Giacomo. Con le loro battute da Poretti, no, da poveretti.

– Un film per cinefili.

– Portate anche i cani?!

 

Veramente, non se ne può più. Altro che il sito provato-privato. Questa è provatissima.

Al che, conosco un’altra. Sembra socievole, mi porta a spasso, sebbene se li giri tutti.

– Stefano, ieri sera me la sono spassata. Volevo provare esperienze nuove con uno. Ora, provo questo vestito. Secondo te, come mi sta?

– Ti calza a pennello, no, fa pena, ti sta come il cazzo. Direi quindi che ti dona/i tantissimo.

 

Conosco un’altra ancora:

– Ah, ma tu mi parli, Stefano, solo di Cinema. Io ho bisogno di calore.

– Guarda, ho qui il numero di un tecnico che ripara le caldaie. Deve aggiustare anche il termosifone? Arriva subito, in cinque minuti farà tutto. Ora, scusami, vado a mangiare le caldarroste.

 

Poi, la dovrebbe finire pure Ligabue. Un ipocrita mai visto. Canta di stare fra palco e realtà ma, sinceramente, io vedo che sta solo lui sul palco da porco.

La valigia? Quale? Il trolley che usa per i suoi ricchi viaggi da Tokyo a Milano con tanto di ricevuta di ritorno e soldi rubati ai fessi che compiace?

Ma quale The Irishman! Mi sa che farò la fine di The Iceman. Non in senso metaforico di uomo freddo, bensì d uomo che, per tirare… a campare, non essendo un assassino, dovrà ammazzarsi e credere all’altra puttanata del vostro Paradiso.

Posso farcela solo così. Sì, credendo che possa esistere un mondo migliore, consapevole però che non esiste più nulla.

La fine è avvenuta. Quella invece viene eternamente e tutti fa (s)venire.
E questo è quanto.

Ci vediamo domani, anzi, non vediamoci più. Meglio così, tanto tu sei brutto e io di più. Ah ah.

provocazione 2provocazione 3provocazione

 

di Stefano Falotico

iceman

 

 

MINDHUNTER: Is There Method in the Madness? Per molti di voi, no, nasceste pazzi e morirete, sperando nei sogni della vostra Hollywood, più che da Memento, da dementi


16 Aug

anna torv

pacino pomeriggio da cani

Innanzitutto, prendiamola a ridere subito. Sì, iniziamo con una battona. No, con una battuta.

Le donne meretrici ridono sempre. In verità vi dico che tristissimamente ne vedo tante per strada. Sono poverissime, non solo moralmente, eppure offrono sorrisi a gigolò, no, a gogò, ballando allegramente.

Ah ah.

Ora, molte di queste ragazze, a causa delle loro adolescenze da schizofreniche, nonostante si siano normalizzate col subentrare della loro vita adulta, sono però rimaste troppo indietro. Dunque, si sono date a prenderlo nel didietro completamente.

Piuttosto che farsi il culo, ritornando a studiare, hanno scelto la strada, appunto, più facile…

Sì, il loro inserimento sociale è ecumenico. Lasciano che tutti gli uomini più sistemati, cazzo, sistemino loro qualcosa d’inserente. Ah, è tutto un inserimento a vicenda. Tu me lo metti in quel posto, (s)cavalcandomi, io poi mi affilio al comunismo, vero cavallo di battaglia di chi, essendo stato trombato, combatte il sistema bastardo.

Uh uh.

Sabina Spielrein, interpretata da Keira Knightley nel film A Dangerous Method, sì, docet.

Se si fosse affidata alle cure mediche di Sigmund Freud, sarebbe rimasta fottuta. Ah ah. Per sua fortuna, incontrò Jung.

Sì, Freud e Jung ebbero un confronto-scontro riguardo la psicologia della posologia, diciamo, d’applicare a Sabina al fine che lei non diventasse isterica irrecuperabile:

– Carl, secondo me quella donna è incurabile. È come lavare la testa a un’asina. Si perde tempo e sapone.

– No, Sigmund. Non è incurabile. A mio avviso è inculabile.

– Cosa? Che vorresti dire?

– Voglio dire che vorrei praticare su di lei un esperimento mio sessuale per vedere se posso salvarle la vita e offrirle un sociale, oserei dire consenziente, solidale inserimento che possa donarle una vita meno speciale e più economicamente stabile.

– Ah, fai pure. Sei sicuro di quello che stai facendo? Fin dove vuoi spingerti…?

– Sigmund, stasera la metto a novanta. Tanto, più a pecora di così, la nostra Sabina non può stare. Sta malissimo.

Spingerò parecchio.

– Carl, non è che tu sei Andrea Roncato/Loris Batacchi del capo ufficio pacchi di Fantozzi subisce ancora?

– Un po’ sì.

 

Uh uh.

I giovani d’oggi si riempiono la bocca, parlando a vanvera della New Hollywood, sì, stando sdraiati al mare da palestrati e allenati alla panza piena, ah ah!

Guardate, io non sopporto Christopher Nolan. È tutto ciò che disprezzo, dal mio profondo del cuore, del Cinema odierno.

Un Cinema di pacchiana grandeur cucinato per un grande pubblico di spettatori che, dinanzi a questo venditore d’aria fritta, inchinandosi a quest’imbonitore di giochi di “prestigizzazione”, s’esaltano dirimpetto alle sue furbissime prodezze registiche, si fa per dire, basate sulla suggestione lobotomizzante di coscienze già marce.

Sì, la gente vive in una tale agiatezza che parla sempre di tristezza appena entra in contatto con storie più realistiche rispetto al loro distorto concetto di realtà probabilmente sofistico. O sofisticato?

La realtà di questa gente che, di fronte a Nolan, s’esalta e magnifica ogni sua iper-commerciale buffonata, consta di selfie su Instagram nei quali fan sfoggio di addominali-tartaruga e di culi spropositatamente più curati degli effetti speciali utilizzati da Christopher.

Sì, ieri pomeriggio son rimasto scioccato nel vedere la foto di una.

La scritta, da lei appioppata con tanto di font da blockbuster sbanca-botteghino, soprattutto la bottega del suo fidanzatino, era/è questa:

in quest’ano, no, in quest’anno mi sono fatta il culo e ora me la godo.

Sì, una foto con tanto di zoom sulle sue natiche fisicamente asciutte nonostante fossero bagnate dall’acqua marina e, a mo’ di collage, la miniatura di lei e il suo ragazzo con quest’ultimo che le bacia il fondoschiena, ancora vividamente in primo piano, da cui il famoso espediente cinematografico-televisivo definito   Picture-in-Picture e la faccia ridente di questo “lucky guy” su espressione loquace che pare dire da rapace e da uomo (in)capace:

stasera il mio non si rimpicciolirà, anch’io mi son fatto il culo e stasera me lo farò ancora, lavorando duro. Di brutto e di burro.

 

Sì, aveva ragione Arnold Schwarzenegger quando, in Danko, scopre che pure in Russia si sono corrotti. Entra nella sua camera d’albergo e in tv passa una scena inequivocabilmente pornografica.

Arnold, su sua consueta espressione granitica, pronuncia disgustato la lapidaria, secchissima parola… CAPITALISMO.

Sì, questa società (s)fatta di salute e benessere, questa società all’apparenza impeccabile, è una società schifosamente andata completamente a puttane.

E ora vi spiego perché.

Parlano tutti di crisi ma io questa crisi non la vedo.

Dopo lunghe meditazioni, ho compreso che il PD fa schifo. Il mio pc va cambiato, Salvini non v’ha salvato.

A me sinceramente il sesso fa schifo. Schifo, schifo, schifo, lo ripeto, ripetizione, schifo. Dunque, non prendetemi seriamente. Anche se combatto per un sistema egualitario, dunque anche se dovessi emanciparmi, ripugno sia le donne emancipate che quelle sottomesse, ah ah. Vi espugno. Viva le pugnette!

Sì, sento al massimo l’esigenza di noleggiarmi un porno come quello vede Schwarzy. Nel sesso virtuale, puoi essere “violento”. Meno del mondo cosiddetto reale, violentissimo davvero.

Nella realtà sociale e nel senso così carnascialesco e frivolo, in cui voi sguazzate a tutt’andare, il mio pesce è fuor d’acqua.

Sì, è sempre stato così. Da quando mollai tutto per annerirmi, dunque splendidamente vivere nel sottosuolo delle mie eterne memorie d’una vita da me già mandata a farselo dare nel culo.

Odiavo i miei coetanei, questi ragazzi già iscritti al codice fascista del classismo che frequentavano scuole ove, fra videogiochi da The Games Machine simili a Inception e canzoni dei The Cure, mi odiavano. Poiché, secondo questi pappagalli, io necessitavo di cure. Si attennero alle prescrizioni impartite loro da genitori il cui unico interesse era quello di educare i figli a essere dei prodotti da mercanzia, avviandoli al puttanesimo falso del raggiungimento ruffiano di titoli e referenze inutili, atte solo ad attestare una presunta superiorità e un suprematismo radicalchic di natura capziosamente culturale.

Per poter così soggiogare i cosiddetti deboli.

Sì, oggi uno come Pasolini sarebbe sbattuto e centrifugato, inculato e sedato in un centro di salute mentale.

Poiché i suoi discorsi contro l’omologazione di massa sarebbero visti come disturbo borderline o doppia personalità da aristocratico socialmente pericoloso che ha i soldi ma se la tira da stronzo.

Sì, Pier Paolo lo sottoporrebbero a demagogiche pedagogie per uniformarlo al porcile d’illogiche idiozie.

Soltanto dopo che avrà abiurato al consumismo delle carni Manzotin, solamente dopo che si sarà plastificato e piegato ai ricatti d’un sistema (ba)lordo, potrebbe continuare a girare film. Sì, però quelli di Nolan.

Perché è questo che la gente vuole.

Non vuole più storie perturbanti come ne Lo spaventapasseri di Jerry Schatzberg, non desidera più Taxi Driver perché oggigiorno il motto è vivi sano e scemo. Non fare il coglione, appunto, goditela.

Vai alle feste, divertiti, ubriacati e poi, da bravo bambino, inchinati alle responsabilità adulte del nuovo fascismo ideologico, lavorando come un negro, stando zitto e aspettando il sabato sera per fare appunto il porco.

Oh, mi raccomando, non azzardarti a trasgredire l’ordine costituito, non dire per alcuna ragione la verità, sennò subirai nuovi terrorismi psicologici. Non piagnucolare! Sei un uomo!

Sarai minacciato di ricoverato psichiatrico.

Sì, prova solo a scrivere un libro come questo, Dopo la morte, e ti distruggeranno. Lo trovate in vendita a mio nome. Cercatelo e ficcatevi tutte le vostre bugie ove sapete che vanno messe.

Sì, questa gente filistea va anche a messa.

Mah, io più che Joker e villain, se mi fate incazzare, divento villano. Faccio casini della madonna e sveglio tutto il villaggio.

Questo è body horror, filosofia della nuova carne cronenberghiana.

Falotico, Scanner totale. Pensaste di far scoppiare il cervello a me ma non prevedeste che il mio nome è Stephen. Stephen Lack. Io vi vedo lungo. Voi invece ce l’avete pure corto. E ora sono cazzi vostri!

Abbiamo finito coi funny games? No.

Sì, guardate. In questi anni, ho visto un sacco di donne che si professano psicologhe. Ma di che? Queste qui, dopo aver passato tutte le estati a Ibiza, hanno imparato du’ nozioncine a memoria e le hanno applicate, peraltro malissimo, sui malcapitati pazienti loro di turno.

Ah, poi hanno dei turni in cui iniziano alle nove di mattina, alle due vanno in pausa-bagno col direttore del centro psichiatrico, alle sei e mezza devono già scappare perché devono fare l’aperitivo con le amiche.

Sì, devono darsela sempre a gambe levate. Sono impegnate. Più che altro, impregnate. E hanno pensato a come fare i soldi, sfruttando la dabbenaggine della gente normale che, in quanto normale, soffre questa vita animalesca e bestiale. Queste mentecatte vogliono solamente scopare e festeggiare con lo spumante.

Sono molto, molto cattivo.

Sono Matthew McConaughey di True Detective.

Non l’avevate capito?

 

di Stefano Falotico

Tu chiamale se vuoi emozioni, ho visto Cristiano Ronaldo dal vivo, è quasi più bello di me, ah ah, e riflessione sulla vittoria di Malek all’Oscar


24 Feb

capefeardeniro91st+Annual+Academy+Awards+Governors+Ball+HkVS1dNj2Q6lCristiano+Ronaldo+Juventus+Press+Conference+NibDdcgoZAVlcapemalekoscar

 

Sì, cazzo, non sto scherzando. Ero in giro in macchina. Dalle parti di Casalecchio di Reno, amena frazione provinciale di Bologna. Anzi, Casalecchio è una cittadina. Abbastanza rinomata. Popolata da molti cinesini. Sì, io vado d’accordo coi cinesi.

Alcuni dei miei registi preferiti sono cinesi. O comunque orientali.

Vado d’accordo anche con le loro gatte, tutte pechinesi. Adoro però fare sesso a due, quindi a tre, in maniera siamese.

Con tanto di “maionese”.

Sono un lupo comunque addomesticato. Cagnesco, latrante, sbraitante, ululante quando mi trasformo in Wolf Man.

Sì, gli amplessi io li gusto in posizione a garrese. Oggi faccio l’amore con Agnese, domani con una giapponese, poi con una coreana, una rumena, una statunitense e, perché no, anche con una russa.

Sì, continuate a russare, voi.

E non fate i moralisti. Ma che volete moralizzare? State sempre lì a giudicare. Col dito puntato, tutti intirizziti, sofisticati della minchia, eppure mai rizzanti. Vi vedo sull’ammosciato andante. Siete spenti. Sapete?

Io sono un uomo superiore. Va detto, va ammesso. E va messo anche quando lei ti domina e tu vieni inculato metaforicamente fornicando. Sì, lei ti usa da inferiore, ti umilia. Non è male però come umiliazione.

Nella vita, bisogna essere fottuti. Diciamocela.

Solo allora, nel momento topico dello stupro da Demi “topa” Moore di Rivelazioni, quando lei ricatta Michael Douglas e lo usa per i suoi porci comodi, Mike capisce che è un uomo “promosso”.

O no?

Funziona così. A te non funziona? Non ti sei piegato al sistema? Il sistema, se non vuoi farti fottere, è ricattatorio. Tu rilasci un favore, e anche qualcos’altro, che comunque è sempre ben accetto, sì, goduto pienamente, dunque dalla società troia apprezzato, ed ecco che sua signor(i)a borghesia ti spalanca le porte del piacere e anche di un lavoro più soddisfacente. Poi, basta solo prenderla… come viene.

Sarai svuotato ma almeno ti sarai “elevato”.

Goditela, che cazzo stai a pensar troppo? Non penare, impenna di pene. A chi non si adatta. Che avevi capito? Ah, ho visto della malizia in te, curati! Sennò ti diranno che sei, oltre che pensoso, davvero penoso.

Prendete quel Cristiano di Ronaldo. Sì, il Bologna ha giocato con la Juventus. Mi trovavo dalle parti dello stadio. Che palle. Un traffico della madonna.

Al che, avvisto a pochi metri di distanza dalla mia autovettura, il pullman zebrato. Con tanto di polizia a far da guardaspalle ai giocatori scendenti dalle scale eppur, in questa società meritocratica, ascendenti, no, già ascesi al paradiso.

E guarda un po’ chi vedo? Ronaldone. Col tutto il suo gel e la sua faccia da zabaione.

Indubbiamente, un bell’uomo. Come infila lui le palle, nemmeno quel centravanti di sfondamento di Manuel Ferrara.

Nel suo carnet di zoccole di ottimo “livello”, ci sono donne magnifiche. Sì, sembrano Daryl Hannah di Blade Runner. Delle androidi. Fisicamente perfette, con gambe chilometriche, movenze stupende, bacini tonici, culi stratosferici.

Sì. Ma dopo aver fatto goal alla domenica, Ronaldo, quando è a casa con la sua Georgina che, per rilassarlo dallo stress, gli rifila un massaggino… d’impuro relax, che cazzo fa oltre alla spremitura del limone?

Insomma, il succo di questo mio discorso qual è?

Sono personaggi miliardari ma vuoti. E voi li avete eletti a eroi.

Avete abdicato. Avete davvero creduto che in questo mondo possa esistere gente che, per tirare… a calci una palla e soprattutto il vostro stipendio, possa spassarsela di più. E ancora e ancora e ancora.

No, non sono populista. E nemmeno un invidioso qualunquista, retorico e nichilista.

Sono un vero realista fottutamente buonista.

Cinico perché nessuno a questo mondo merita di guadagnare più di mille persone normali messe assieme, neppure se fosse realmente Dio, e dunque io non gli dirò mai bravo. Anche se dovesse alzarsi a tre metri sopra l’erba e sforbiciare un pallone scagliatogli, di cross calibrato, a 300Km/h, infilandolo, spiazzando il portiere, nell’angolo alto dei vostri coglioni.

Sì, che viziatone, Ronaldo! Ed è pure vizioso. Ozioso forse no. Oh, si allena come una bestia…

Anche io lo sono, viziatissimo. Ma solo quando ordino il dvd di Fuga per la vittoria e, per colpa di una spedizione mal imballata, mi arriva una confezione tutta spappolata. Ah ah.

Sì, cazzo. Lì divento molto capriccioso e infantile. Cristo, ho speso venti Euro per ricevere un cazzo?

Potevo contattare l’amica di Georgina e aggiungere solo altri dieci Euro. Sì, l’amica di Georgina, per trenta Euro ti mette al tappeto.

Ma io la pago… sempre eppure non pago nessuna. Soprattutto non le plagio.

Non è normalissimo tutto ciò, no? Infatti è scandaloso! Vergogna! Andate a confessarvi, su, da bravi bambini!

Sono talmente moralmente retto da fare schifo veramente a Dio.

Sì, Dio ha peccato varie volte. L’olocausto degli ebrei e anche quello atomico, sì, devono essere stati dovuti a un attimo di pericolosità sociale del nostro creatore dei fessi.

E degli stronzi.

Dio non è stato, in questi casi, accusato d’infermità mentale e sottoposto a una cura riabilitativa? No, per chiedere, eh. Ma chi è stato quel genio del suo avvocato difensore? Buddha?

Sì, il Buddha dev’esser andato dal giudice dell’universo e deve avergli sbolognato una patacca. Pura new age di puttanate del nirvana… e del perdono cosmogonico. Grazie a una corruzione interplanetaria davvero galattica. Roba di un altro mondo.

Ecco, dicevo. Sono cinico e al contempo buonista. Cinico perché se un idiota vuole farmi credere che nel Cinema e nella Letteratura è meglio di me solo perché ha più soldi del sottoscritto nel conto in banca, no, non credo. Anche perché sono ateo. Ancora peggio se mi vuole ricattare psicologicamente, appunto, dicendomi che lui è laureato e le mie conoscenze me le posso ficcare dove dico io.

Buonista perché comunque non spetta a me convincerlo delle sue presuntuose convinzioni. E dunque sono per il motto vivi e lascia vivere. Solo se la merda non lascia vivere me, gli spacco il culo.

 

Se volete dire che avete sbagliato tutto, è così.

Se poi mi volete dire che forse sono bello più di Ronaldo e ho molto più cervello di lui, ovviamente ciò è chiarissimo.

Però allora Dio qui ha sbagliato ancora una volta.

Se volete dirmi che Rami Malek è stato più bravo di Christian Bale, no, non è così.

Se invece mi dite che ha vinto l’Oscar perché ha interpretato in maniera ottima, per carità di Dio, non lo metto in dubbio, Freddie Mercury, un idolo amato da grandi e piccini, e la sua vittoria farà lievitare ancor più alle stelle le pre-ordinazioni del Blu-ray di Bohemian Rhapsody, è così.

Anche perché sono sicuro che il patron degli Academy sia forse amico del direttore della 20th Century Fox.

Potrebbe vagamente essere così?

Sì, cazzo, è così.

Detto ciò, ho già pre-ordinato gli steelbook sia di Bohemian Rhapsody che di Vice.

Perché io sono Dio. E ho tutto…

Ah ah.

Sì, ho detto tutto…

– Oh, vedo che una “sana” curetta ti ha fatto crescere tanto. Oh, però attento a non diventarmi De Niro di Cape Fear. Sono contento. Hai seguito dunque la notte degli Oscar.  Che forza. Non cambi mai tu, eh? Coi tuoi ideali, le tue utopie. Sei un sognatore. Sei un grande. Sai, mi stai convincendo. Anzi, mi hai convinto. Sei un genio.

Complimenti, adesso sei pure un bell’uomo.

– Anche quindici anni fa lo ero, caro Nick Nolte.

Scusami ma, al pari di Nick Nolte davanti a Elia Kazan, nella notte degli Oscar, quando De Niro e Scorsese, ahimè, consegnarono la statuetta onorevole a Elia, no, io non posso salutarti.

Mai, mai più.

– Perché?

– Guarda, al più posso stimarti per il tuo lavoro. Ma come uomo sei un maiale che ha distrutto tante vite. Con me, però, non ci sei riuscito.

Ma fottiti lo stesso.

E se vuoi spaventarmi… ti potrei fare qualcosa che non ti piacerebbe per niente, qui, adesso.

 

di Stefano Falotico

Porcile alla Pasolini!


13 Aug

La Natura irreprimibile dei diversi, osanna nell’alto dei cieli a Pier Paolo Pasolini, come me, un diverso “assassinato”

Prefazione “supponente” e “allineata” all’imbecillità “moderna”: se non vi aggradan le prime righe, passate al grassetto, miei grassoni, numero due perché la Trinità è appunto tre di piedi caprini!

Sono un “triste” profeta in tal società d’idioti, che io soggiogo a dilapidar le loro pellacce malfamate, per via fortunosa di come mi diffamarono!
Per quanto, gente arrogante mi tempestò di offese pesanti, la lor “pressione” scaturì l’effetto contrario.
Dopo anni di preoccupazioni, causate da codesti vili esemplari di scimmie, posso asserire, inserendolo lor nel culo gorillesco, che persevero nell’imperterrita mia strada “dispettosa” e odiosa, spassandomela in questa cittadina giungla. Poiché io gravito nell’altrove degli immaginari in cui “incunearli” con smargiasso risvegliarli dal “Sogna sogna che poi ti metteran nella gogna e neanche una gonna nel metterlo”. Già, nel mentre che sogni, “lei” si sventra con un bue di “danza del ventre”. Attento ai bovari e alle avare. Ave Cesare! Io do a Cesare quel che è mio, cioè un pugno in faccia e una figa “imperiale” da “foro romano” nello spellarla in vesti da gladiatore.
Graffiante, le donnacce più “leonesse” si smaltan le unghie e alle leopardate offro il pessimismo cosmico diLeopardi, recitando a voce del Lato B nel “guardarla” da un’altra malinconica prospettiva.
Sì, Silvia stuzzicò il membro di Giacomo che, da “poeta” castrato a mo’ di Farinelli, scrisse liriche di metrica “sciolta” nella diarrea del fegato macerato nel chi rosica senza il pene nel “lievitar” per una sola(re) rosellina (evirazione e non “levitazione”), stilando cagate “scolastiche” a ricordarci la legge di Murphy traslata di poco uccello “al(le)ato”: se qualche coscia può andar male, ti farai da solo nel “rimembri” da pollo e depressione bipolare un po’ orso Yoghi e poca cremosità da yogurt per lei flessuosa di Yoga.
“Pezzo” contorto eppur  ginnasta contorsionista dell’addominale “bocca-bocca” senza “purè”  da ricordar appunto a (de)mente in memoria, simil Foscolo foschissimo, dei posteri(ori) privi del primitivo “bosco”. Che frutti appassiti! E la banana anche? C’è a consolazione il “tiramisù”.
Son pargoletto alla Pascoli di onomatopea alle topine. Addolorato per tali Madonnine che ogni giorno ne sverginano una cinquantina, salvo confessarsi per “Domani c’è-n’è un altro, la figa va avanti” nel darla via col vento alla Rossella.Ah ah! O’Hara che, “dorata”, d’orifizio è innamorata del tramontarlo nei solstizi e stanotte li faccio tutti rizzi. Chi è Jessica Rizzo? Che rossa arrapante! Che troia “virginale”. Che vagin’ molto bugiardella… Ah ah, cara Rossella.
Il rossetto è il marchio del tuo Peccato. Indossi pantaloni “eleganti” di marca, eppur sbava…
Diciamocelo, una stronza da “strozzapreti”. Ecco il “lebbroso” ai tuoi labbroni. Ecco la “lampada” di Ala(di)no!
Dormono, assopiti tutti dal buonismo formato famiglia su Station Wagon variabile a seconda del grado d’imborghesimento. Accalorati in pantofole sul “Varietà” abitudinario. Un Tempo a monopolio della Carrà Raffaella, poi la Cuccarini per la “casalingua” della cucina più amata dagli italiani da Fantozzi.
Io “strombazzo” nel traffico a clacson “luciferino” in tal vociferar vostro da nuovi mostri.
Sviando per la vi(t)a traversa che se ne frega delle pneumatiche e sgomma con tanto di spiaccicarti il bubble gum, mia ragazzina bombastica di tette rifatte. Guarda come discola sei ora sotto “orali” scoppi del motor “trombante”. Io credo nei dischi volanti. Ah ah! Alienandomi!
Sì, il tuo tamarro ti riverisce di partite domenicali con tanto di pranzo “rilassante” nel divano festivo da perdente-anale che tifa Ronaldo-insaccante!. Ha sfondato le calze a rete! D’anelli ti (se)vizia nell’esistenza sadomasochistica del sospirato… “Tredici” e intanto non tira neanche di “crocetta”. Sì, mastica quel “gommone” di vincita a Riccione, il materassino è gonfio di vasi dilatatori da torelli “balistici” e un fornicarti, previo aborto, nel “fornello” su fiammiferi per cannette di cenette con tanto d’orgetta. Sciacquetta, usa il detersivo se vuoi “(t)ergerlo”.
I panni-piatti sporchi vengon… meglio col “limone”. Acido! Ché tanto va così di tergicristallo spermatico nel televisoreHD al plasma, ove deve “andare” il  porcile del tutti “lieti” intonati al catodico delle liofilizzate schifezze e poi “dolci” come il latte dinanzi al direttore d’azienda, miei impiegati, a novanta di “spiegazione” sottomessa-segretaria-in gran segreto caporale sodomita, con la giacca delle cravatte frust(r)ate sull’ovatte dell’amplesso da fessacchiotti dopo le messe “sacre” al pentimento “Se così poche Maria mi scagioneranno, sarà un Rosario d’altro tradimento al marito”. Rosario, il mariuolo “affascinante” che buca con gli occhi languidi per lo “scioglimento” nascosto da laureato con lode e “aureola”. E le scugnizze fotte per “romanticismi” alla Daniele Pino… “Silvestre”. Si chiama “Me-lo-dia!”.
Ah, dopo il lavoretto, un bicchierino d’aperitivo, forse una troietta da mal adocchiare di sottecchi per la gonnella “traspirante” il sognarla in sfacciata “trasparenza” mascherata dalle cortesie alla “signora”, nel desiderarle che desini per orgasmi da asini.
Lei è più scema di te, potrebbe starci la coppia di “bastoni”.
Una scopa e una briscolina, una bevutina e una di poppe appunto in Tv se manca l’accoppiamento per svuotarloquando la moglie è in vacanza su Michelle Hunziker, la Marilyn Monroe del cazzo. Dai, ecco la bionda birra per la straniera 3 per 2 stronzate la rendon famosa nell’Italietta denudata. “Faccela vede’, faccela di faccina!!”, urla il medio “alzato” nel “Fuck you” gastrico e appunto nostrano. Poi, non la vede e si dà al veggente Nostradamus.
La voce della “Provvidenza” in caso d’oroscopi non scopanti al “gemellaggio” da stadio.
Ricorda che devi “imbiancare”. La casetta va lustrata in previsione meteorologica del Settembre più arrugginente.
D’acquaragia, coraggio, pulisci e spolvera, il parroco “verrà” a benedire e dev’esser tutto in ordine per la puttana(ta) del Paradiso.

Credo nell’Altissimo quando t’entra caldissimo, punendoti se non porgi l’altra guancia all’amico del giaguaro, un impostore Giuda come te, che se ne sbatte di Via Crucis. Con prima “inchiodarla” e poi sanguinante torturarsi diPassione!

Credo in Mario Brega che è comunista così e ti urla “Ah zoccoletta?! Fascio a me?!”.
Credo in Massimo Troisi e Benigni Roberto di Non ci resta che piangere. Su Massimo che fa il “buono” finto tonto ma, all’ennesimo “Sì… ma in quanti siete? Cosa portate? Un fiorino”,  ti manda a fanculo.

In questo Credo, credo che Apollo Creed non doveva sfidare la seconda volta Rocky Balboa perché lo fece nero.
Come il carbone.
Lo polverizzerò.
Credo in me, Stefanino che ti fa ano al cambiamento delle tue palle da fascista!
Ecco il mio daino. Come lo vedi… il danno!?
Dai, picchia più forte la prossima volta.
Ecco il Bambi che ti ha incornato! Fa male? No, non sparare ai cervi! Idiota!

Ecco la “corona di spine!”. Ahia. Ci ammazzerà? No, solo mazzate! Ma tante, panzone!

 
2) Introduzione indagatoria nelle menti criminose di poveri “Diabolik” al mio Lupin da Prova a prendermi alla DiCaprio…

nello Spielberg di Hook, quindi con finale carpe diem e “ca(r)pisci” adesso Uncino il senso della vita, tu che disdegnasti la setta dei poeti estinti per “svezzarli” al tuo mai(ale) attimo fuggente d’adulto bavoso, desideroso che presto “trombasse” per  (di)venir… trombone come te, nostro ribadiamolo panzone?

Stamattina, di “atimia” molto “affettiva” verso costoro che farò presto a fette (eh sì… quelle biscottate son da marmellata con tanto di “cereali” inzuppati ai cervellini della “colazione dei campioni”), di tutto “Cuore” come il libro diDe Amicis Edmondo “pedagogo” a tali immondi(zie), ho telefonato a un’agenzia investigativa di Bologna.
Risponde un gentile signore, e gli illustro pazientemente il “caso”.
Egli replica che può agire soltanto se esistono elementi giuridici per poter così procedere col rintraccio.

“Sì, eccome. Una causa dibattuta in tribunale. Fra l’altro, il contenzioso è tutt’ora leggerissimamente aperto”.

Mi domanda se gli atti dei verbali depongono, alla luce dei fatti (e di tal “falli”) a mio favore.

Di mio, confermo che, sulla base del processo giudiziario, dell’eclatante ingiustizia riconosciuta da psichiatri e medici affini, dopo un logorante “percorso riabilitativo” assolutamente inutile quanto altresì agghiacciante, sì, tutte le prove adesso “convergono” a mia ragione sfacciata, da risarcire in modo assai “lesivo” contro chi, per “scherzaccio”, combinò uno scandalo del quale ho già provveduto, con l’esposto del mio avvocato, a informare gli organi deputati affinché chi ha sbagliato, comprese “perizie” fatte con lo stampino e “all’acqua di rose”, paghi. E anche in maniera assai onerosa e altrettanto dannosa.
Certosina e non ci saran cerotti a tenerli.

Dopo una mezz’oretta di conversazione, mi “confida” il suo segreto indirizzo di posta elettronica, gli chiedo la cifra forfettaria a “titolo” informativo, e lui, sempre con molta signorilità egregia e distint(iv)o, mi rassicura che, se il “wanted” della sua “Ricerca” vive ancora nei miei dintorni, il prezzo da pagare… è abbastanza basso.
Ci salutiamo…

 

3) Chi la fa (s)porca, non può scopare tanto di bugie corte, e presto non l’allungherà… neanche di sue “bestiali” scopate… Ecco, il “brindisi”. “Allegria”, ci troviamo dinanzi a La Morte Rossa di Edgar Allan Poe, vossignorie di tante cene dei cretini…
Il cremisi!

Il criceto, come Max Cady, svelto si vendicherà supermonista. Sì, come Cady è passato in fretta dalle avventure del Leprotto alla “Giurisprudenza” contro gli imprudenti che s’accanirono “legulei” perché infastiditi da un “pruriginoso” che andava “obbligato” alla “legge” della “figa”

Ecco, annotate di carta e penna, miei lupacchiotti, codesti nomi “anonimi”.

Recandovi in Internet, troverete la tesi di “laurea” d’uno di ta(g)li “istruttivi”. Uno dei “distruttori” delle vite diverse. Sicuramente dalla sua faccia da “culo”.

Dopo un’adolescenza “brillante” da scolaro “classico”, dopo averlo “scolato”… di “olive ascolane” a tutte le ragazzine dei “professionali”, detti anche pompini della già scuola “superiore”, quindi ricattatoria per le ricotte, apprendiamo (sì, ancor le sue lo “apprendono”…) con “apprensione” che codesto “dottore” s’è “specializzato” in Scienze Politiche con un “trattato” intitolato “… Il buddhsimo attivo”…

Adesso, vive in Belgio, dopo tante vacanze estive ad Amsterdam, ove si drogava nel suo canale di “scolo”, appunto, con tutte le “reincarnate” Escort straniere, molto a lui “passive” di passerine scottate. E gliela diedero senza sconti.

Adesso, scorda quei momenti “acerbi” e quelle “uvette” passeggere. Passeggia “stimato” e di “amor raffinato”.

Davvero, un “educato”.

Con tanto ancor di reverenza e “inchino”. Il bifronte bisontino e unto(re) è forse oggi sposato con una “girasole” che ha strappato, di “fiore”, nei cavolfiori di Bruxelles?

Eh sì, quest’uccellino ha messo le radici. In “pianta” stabile, come si suol dire.

Ma gli porrei questo dubbio: “Criminale, tu la storia la sai… è uno degli esami più importanti per ottenere la lode… e come mai mentisti nel continuar a dar del demente a uno come me?”.

Rimane senza parole. Scioccato, forse “appiccicato?”. Sì, non s’è pulito il prepuzio. Che qualcuno gliel’abbia reciso?

Degli altri, già v’ho narrato. Sì, una violenza inenarrabile, dunque fate voi. Ah, sempre per la question della fata! Ma vaffanculo, a te, alla fava e alle fragoline! Mezze calzette! Ecco il cazzone!

Uccideteli!

Così sia scritto. Come si suol “dare”, “è andata così”.

Che ora la paura non vi fa dormir’…

Già… se qualcuno di voi avrà gli “attributi” per indagar in profondità… su tale orribile vicenda, scoprirà che il cognome, di cui ho parlato, fa assonanza proprio con OPG.

Ma in fondo non è lui il colpevole. Solo un altro stronzo, edonista sacco di merda.

Perché è sul vero criminale che l’investigatore deve puntare…
Ecco il dito…

Lui ancor ridacchia e sbeffeggia con un “L’hai preso in culo, troppo tardi pensare alle vendette”.

E io, con enorme calma, a sangue freddo “annuisco” un tremendo, glaciale: “Non credo in  Dio. L’Inferno non punisce i mostri perché non esiste l’aldilà… delle atrocità in questa nostra aberrantissima società. Come si può pretendere che esista una giustizia divina? Però, toglimi una curiosità mio quaquaraqua. Quando ti guardi allo specchio e la prendi per il collo, qualche volta vedi me nel riflesso a tua ugola nel timor che ti decolli?”.

E ci rimane secco. Quasi quasi da “orgasmo”.

Già, è “venuto”… tutto a galla.

Insomma, porci da galera.

Sono cattivo? No, ho imparato a ragionare come i deficienti.
Adesso non sono contenti?
Che pensavano? Che mi sarei adattato a una vita da ragioniere su cui ancora accanirsi?

No, scrittore son artista. E agli affaristi, che falsifica(ro)no, falcio di questa calcolatrice. Si chiama truce oppure attricetta che raccomandi? Non lo so, mi raccomando, attento a spingerla bene.
Potrebbe denunciarti e mostrare le tue vergogne.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1. Porcile (1969)

  1. Non ci resta che piangere (1984)
  2. Rocky II (1979)

Ci sono due categorie di persone che ficcherei in galera: gli ebeti e gli “uomini”, perché la mia misantropia merita un piacevole sollazzo “animalesco”


24 Oct

Categoria a parte, falotica e non pentita, irreversibile non convertito fra i pervertiti

Fra il cane e il coniglio, scelgo me stesso, unendo le due specie nel mio speciale “Addio” a un Mondo ottuso e castigato dai loro agoni. Oh, li aborro, che ribrezzo, meglio la brezza, dolce e melodiosa del contemplar “scosciando” la pancina dopo un pranzetto

Sdraiandomi nel prato, senz’accappatoi di donne e “cappi” di “omacchioni” grandi e grossi, anche perché sono più muscoloso io, me ne sto bell’armonico, con la “cornamusa” del mio pelo d’allisciar da (d)ritto, “sorvolando” sull’umanità grattandomi le palle di cosmica ridicolaggine alle loro (s)fighe, a cui annuso “volentieri” gli “occhiolini”, adocchiando poi la torbidità del mio “torroncino” da sgranocchiar fra denti miei aguzzi d’ingegno, dunque da genio “canino”, e incarnandoli, “incatenandoli” nella mia saliva gengivale, di tutte mie “zampe” a dondolar loro un saluto “amichevole” da compagno “fedelissimo” della razza “umana”, tanto “amante” dell’anima, quanto bestiale e “inarrestabile” di bastardi.

Qui, nel cortile, osservo i ragazzini futili, che ancora adorano Trainspotting, drogati del peggior Danny Boyle modaiolo di “droghe artificiali” capziose e “calzanti” di “canne” pallose con fidanzatine callose.
Io calco la mano, che non ho, essendo un cagnaccio, dotato solo di pene molto “cavalleresco”, che non usa la cintura e impudicamente è irriverente a mostrarlo nudo senza reverenze e reverendi a “punirmi”, ah, me “lo” profumo placidamente menandolo per aria da equino. Così esposto che nessuno potrà più equivocare le mie “misure”, senza più censura e punti di sutura. Ah, me “lo” sudo tutto mentre faticate di “lutti” e condoglianze, “concentrati” e concentrici in lavoretti per un quarto di bue che, comunque, è un esemplare rigoglioso quando torreggia da toro montando le mucche, con tutti i “ciuchi” che applaudono inneggiando alla loro “montatura” senz’occhiali nelle caprette più maledette da “piedi” caprini e biondi come DiCaprio quando afferrò da dietro Kate Winslet, la “privilegiata”, a prua del Titanic, dunque “a poppe”, col tramonto a far da (s)fondo-schiena(ta).

Cantantucoli “leggeri” alleggeriranno e sdrammatizzeranno sui vostri problemi “inaffondabili”. Già, fondaste la vostra (r)esistenza sull'”ambizione” da vostre “in carriera”.
Un Tempo il “gentil” sesso doveva cucinare e obbedire agli ordini del marito, che rincasava sempre tardi perché “occupato” da altre faccende dello “straordinario”. Tradotto, la collega di lingua “allungata” nello stipendio di mancia e “di manico” per la “tradita”.
La moglie, infatti, se ne stava “appollaiata” nel tinello coi manicaretti mentre lui “rimboccava” appunto le maniche di “natica” e “nautico” del tradimento “insipido”, “sapiente” di pen furbetto nelle “invisibili” bugie della cornuta “nascosta” che taceva di bocca “sott’aceto” nell’accettare il feudo del suo “(s)posato” fraudolento, “lentissimo”. Già, s’attardava inventando altre scuse con “incorporata” telefonatella ansimante d’orgasmo ancor “andantissimo”, “al dente”.

Sì, tizi “tozzi” che frequentavano le scuole “migliori”, incitando alla ribellione per cambiare il Mondo, ora son più bolliti di mia nonna, che almeno ha la dignità di glissare con la glassa della “sachertorte”, sulle sue “candeline” senza moccoli e mocciosi da “cioccolatini” e bacetti.
Sì, vestivano “alternativi”, ascoltando musica “inkazzata”, adesso son dei cazzoni ben retribuiti e riscuoton le tasse senza la virtù del tassista, una delle poche persone che stimo, perché viaggia Notte e dì col suo abitacolo, di “retrovisori” è “indagatore” della vogliettina “posteriore” dei dottori e poi spacca la televisore del regime, mangiando i legumi e scoreggiando in viso ai tromboni, con sfacciato porger la guancia delle sue chiappe.
Al suo culo ci tiene… in forma, è ginnasta ed esistenzialista autodidatta, e di pallottole ti “spatacca” se spaccon sei un pappone.

Gli animali sono come me.
Perché mangiano, cagano e non dormono.
Mentre la società va a pezzi, tutta da manicomio negli encomi ruffiani, mentre loro sbudellan la carne “all’osso”, nel midollo spinale, da “briciole” cucciolissime quanto il latrato che fa paura.
E (non) de-morde. Eh no.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cane e gatto (1982)
  2. Barfly (1987)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  4. Taxi Driver (1976)

Come Bukowski… gli unici, che sopravviveranno dalle schifezze, sono i puri, cani e “conigli”

Genius-Pop

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