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I novant’anni di Clint Eastwood, indubbiamente, senz’ombra di dubbio alcuno/a, il più grande regista vivente, peraltro di tutti i tempi


28 May

eastwood falotico ghiaccio

Clint+Eastwood+20th+Annual+AFI+Awards+Awards+06_BA8uDhJul

Ebbene, partiamo subito con una freddura in puro stile eastwoodiano. O forse alla Falotico.

Se siete fra coloro che adorano i francesismi, leccando un cioccolatino della Perugina oppure qualcos’altro, mie donne, famose succhiatrici di qualcosa di tosto in modo mieloso, forse anche caramelloso, diciamo che partirei subito in mood battutista à la Falò. Uomo amabile ma anche permaloso, spesso odioso. Onestamente, bravissimo in maniera mostruosa.

Ecco, la battuta storica e assai stoica, forse solamente stronza, è questa: il mio ex amico migliore credette e crede tuttora fermamente, in quanto forse malato di resipiscenza, cioè d’una sindrome per cui chi n’è affetto, eh sì, non rivede mai i propri errori “giudiziari” nei confronti del prossimo ma soprattutto di sé stesso, persona con tutta probabilità assai anaffettiva, certamente affettata e parecchio affrettata, ecco… il mio amico, forse (a)nemico, ritiene che io abbia sofferto, soffra e sempre incurabilmente soffrirò di questa patologia:

http://www.psychiatryonline.it/node/1197

Al che, appena alzo la voce e do in escandescenza, mi scrive privatamente di assumere la corretta terapia psicofarmacologica al fine che, attraverso qualche castrante neurolettico molto tranquillante, mi taccia e venga… (per niente, ah ah) inibito a livello prettamente, oserei dire coattamente, fisicamente e sessualmente contenitivo. Mah, lasciatemi borbottare…, diciamo che il mio amico è ripetitivo, prevedibile nei suoi consigli altamente offensivi la mia innata signorilità distinta e, d’istinto, come un cane arrabbiato che andrebbe invece immantinente fermato e, nei suoi slanci insultanti, prestamente raffrenato e raffreddato, mi grida addosso e sbraita peggio di un lupo affamato la sua invidia da persona gelosa a sangue del sottoscritto che, a livello propriamente contenutistico, al momento, non ha un cazzo da dire e da obiettare in merito alle mie incazzature da romantico neorealista parimenti lucido e obiettivo come uno dei Clint Eastwood maggiormente d’annata, ovvero Walt Kowalski di Gran Torino.

Ebbene, fra 72 ore, Fino a prova contraria, Eastwood compirà novanta primavere. Mentre, dal prossimo 21 Giugno, sarà estate. Così come avviene dalla nascita del calendario cristiano, non so se adottato anche dagli uomini celtici di Stonehenge. Oppure dagli stolti che non sanno che, anche negli anni bisestili, Clint Eastwood uscì con un film all’anno.

Bene, dopo questa squisita, oserei dire presa in quel posto, detto anche ano, soave e delicata, perfino deliziosa nei riguardi del mio hater, il quale in cuor suo è in verità mio spregevole amante, in culo mio sicuramente no, ah ah, in verità impersonante Cacciatore bianco, cuore nero della sua ossessione hustoniana nei miei riguardi, direi di celebrare il “Monco”.

Cioè me stesso? In quanto, dal mio hater, io vengo definito un uomo con solo due espressioni?!

Cioè, parafrasando Sergio Leone nei confronti del suo Eastwood attore, una col sigaro del mio psichiatra e una col Poncho del mio non sapermi vestire come si confà a un uomo del nuovo millennio?

Mah, al mio hater, appena prova ad offendermi, rispondo puntualmente:

Al cuoreRamòn, al cuore altrimenti non riuscirai a fermarmi!

Sì, se avessi dato retta alle maldicenze del mio pusillanime ex amico infame, sarei ora in una casa di cura e non potrei vantarmi di avere avuto certamente meno donne di Eastwood ma, comunque, almeno qualcuna:

https://www.whosdatedwho.com/dating/clint-eastwood

Ecco, secondo questo sito, Eastwood ha avuto trentatré donne. Io, prima di compiere gli anni di Cristo, stetti per non usare mai la mia Magnum da Ispettore Callaghan, cazzo, con nessuna…

Eh sì, il mio amico fu più geloso di Jeff Daniels di Debito di sangue.

Mah, secondo me se io e lui ci riconciliassimo, eh già, saremmo ancora più Scemo & più scemo (Dumb and Dumber).

La mia vita fu come quella di Dumbo, diciamo più che altro da The Elephant Man, la sua fu forse solo sofferente di elefantiasi. Cioè, senza una stampella, non gliela può fare da solo, manco adesso.

Monchissimo! Moscissimo!

Per caso, soffre di artrite, è arteriosclerotico oppure è ridotto a uno stato psicofisico di semi-coma neurovegetativo, peggiore di me stesso, il Falotico, dopo che mi fu effettuata una diagnosi psichiatrica che non starebbe in piedi neanche come Gian Maria Volonté/Indio, in Per qualche dollaro in più, dopo che il Colonnello Mortimer gli sparò con prontezza di riflessi e freddezza, per l’appunto, devastante?

Poiché, guardate, non sono affatto suonato malgrado, ve lo garantisco/a, non sia effettivamente idilliaco subire una sedazione per colpa di giochetti bullisti similmente associabili allo stupro commesso alla sorella di Thao…

– Che vorresti dire?

– Quello che ho detto…

È veramente orribile essere deprivati dei propri anni migliori, sfiancati nella propria virilità come il De Niro di Flawless che volle soltanto amoreggiare con Wanda De Jesus e invece gli diedero del cuore di cane, anzi di donna Graciella Rivers… Trovandosi, perciò, a battagliare per la propria dignità come Hilary Swank in Million Dollar Baby. No, non è Un mondo perfetto. E forse alcuni dolori nel basso ventre puoi curarli, semplicemente smettendo di assumere farmaci inutili, ma non puoi rialzarti se finisci come Eluana Englaro. E che fai? Chiami Al Pacino di You Don’t Know Jack o preferisci un’eutanasia dolcissima da Frankie Dunn? Esiste anche la terza possibilità. Non gettare la spugna, fottersene e indagare alle origini di ogni ipocrisia da Mezzanotte nel giardino del bene e del male. Se non gliela farete a smascherare figli di puttana bastardi quasi quanto Gene Hackman di Potere assoluto, no, non vendicatevi del vostro “porco” Little Bill Daggett. Parliamo della vita reale. Ad Anna Thomson/Delilah Fitzgerald rimarrà sempre l’indelebile cicatrice da sfregiata in modo poco pulito, (im)punito. Ma io non sono cieco come Pacino di Scent of a Woman. Al Pacino, esattamente colui che sconfisse Eastwood come Best Actor nell’anno di Unforgiven.  Sì, esistono eccome le protesi per un’anima mozzata o soltanto smorzata e demoralizzata, assolutamente non demolita. Non date retta alla retorica di Martin Brest. Mi pare inoltre che siamo tutti oramai cresciuti per farne una tragedia come in Richard Jewell. Comunque, che film capolavoro! Se qualche terrorista attenterà alla vostra vita come in Ore 15:17 – Attacco al treno, dimostrategli che la patente di senza palle gliela ficcate ove dico io. Sì, come Eastwood, sono The Mule. Mi assunsi e ancora assumo ogni responsabilità della mia trascorsa ingenuità. Fui talmente puro che fui scambiato addirittura per uno stronzo socialmente troppo duro, dunque da “internare” e intenerire con le assurde teorie eugenetiche della mentalità poco umana da scienziati dei miei coglioni dal DNA umano veramente merdoso. I cattivi, invece, dovrebbero essere assunti in drogheria come Sean Penn di Mystic River. Poiché, a mio avviso, non sono traumatizzati come Tim Robbins. Non sono neanche tanto svegli ma soltanto drogati. Se non v’è piaciuta la “sparata”, riguardate Il texano dagli occhi di ghiaccio e comprate il libro ficcatovi sopra.

Ah, per la cronaca, non quella nera, io sono uguale sempre più a Sam Rockwell.

 

di Stefano Falotico

Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi


05 Jul

Affiancato dal mio fido scudiero, Davide Viganò, anch’Egli rinomato fantino a cavalcare lungo le sponde western del Cinema senza frontiere di Clint, a suo onorarlo d’omaggio nell’immortalarne lo splendore, Stefano Falotico, il qui sottoscritto e presente-assente(in)giustificato, “perviene” alla lucentezza d’alcuni capolavori del Maestro. Ne celebra, sottilissimo, la biblica “artigianalità” immarcescibile, e innalza il nostro Credo a suo cavaliere pallido.
Il Falotico, d’indagine “notturna”, vive nei fotogrammi eastwoodiani, più vivi della spazzatura “moderna”. E, nel classicismo del Clint…, ritrova se stesso riesumato.
Rediviva è la vita in adorazione anche altrui ché la mia anima si svegliò dalla letargia grazie a dinamiche mentali d’empatia attrattiva.

Un libro scolpito negli occhi di Clint, saggio “eremita” in questo Mondo di folli sempre a schiamazzare, a dannarsi per schifezze, a “prodigarsi” al danaro delle “vittorie” spicciole d’ostentare in viso a chi lor reputano invisi.
Ma noi siam prodi(gi).

Falotico, così come Davide, è oltre la sconcia umanità pettegola, nonostante le “tegole” Lui è fiero guerriero, cowboy nella valle di lagrime. Esistenzialista a chi una regala (im)pone e quindi cambia bandiera ad opportunismo di maniera.
Fra tant’amarezza stantia, Falotico porge il suo beffardo sorriso, che si bea di tal ipocrisia da mentecatti e venduti.

L’esistenza è strana, una fantasticheria. Molta gente s’affanna per “successi” da quattro sold(at)i, abbaia di baionette e vien turlupinata dal consumismo innanzitutto ai propri cuori oramai di marmo. Forse anche molto di merda.

Apri l’uscio delicatamente, t’approcci a un nuovo Giorno, ma soliti balordi attentano luridi alle vergini su “voglie”, davvero “volenterose”-violentissime, dello storpiarle all’immagine di “piaceri” davvero “palestrati”.
Eh sì, allenati all’educazione fascista di massa, si son svegliati con la “lunetta” di traverso. Ah, che invertiti.

Il Falotico, cauto e d’acume “ignoto”, d’innata forza ieratica, pacata e pacifista, sfodera il suo Walt Kowalski e punta loro “pistole ad acqua”. “Pistole” sta per l’appellativo di “coglioni” che io affibbio a questi vigliacchi, “acqua” sta per sono già sprofondati ma, “a galla”, fanno… i galletti.
Sì, alzan la cresta ma devo disincrostarli. Cessi d’acquedotto. Nessuna “crostatina”, miei “tosti”. Solo pugni dal mio alto alla vostra bassezza di testa.
Io non picchio mai ma spicco, la mia signorilità accresce gli odi coi quali vorrebbero assalire anche me. Ne son incubo peggiore in quanto Sogno…
Ma i negligenti otterranno solo un “diligente” mio “gentilissimo” orpello alle loro palline. Le imbriglio ché lor son in sellino da asinelli, mentre io sprono il purosangue blu a non farsi infangare e affondare poi nella melma.

Il poeta è a questi un “posteriore”. In quanto avanti mille anni Luce di fronte a tali (o)scuri.

Ah, di marmellate si stroppiccian il visetto, ma “offro” loro un “vasetto”. Ché cagassero tutta la verità se non vorran esser “imbiancati” dalla loro stessa sporca coscienza allo specchietto.
Eh già. I criminali impuniti s’impuntarono a farmi la guerra, logorroica loro “ira” da cani appunto rabbiosi.
Ma il Falotico (non) de-morse, è qui cacciatore di taglie di pari “reazionaria” Legge del Taglione. Se la fai, aspettati la contromossa. E, se gli sparerai, almeno devi essere sicuro che gli oculari testimoni non abbiano visto il “fallo”.
Altrimenti, bulletti sarete in gattabuia a mo’ di Gran Torino. E lì i vostri cazzetti, di cazziatone, coleranno a picco come i volatili per diabetici del Commissario Auricchio. Molto “piccante”, molto “Ela Weber”, molto amari “marroni”.
Fratelli della congrega, sono ortodosso se mi vuoi rompere le ossa, mio “orsacchiotto”, tu che a tutte vuoi saltar addosso, contieniti o sedato nel sederino vedrai che… “bagnato” pelettino.

Sì, Clint è come me. Come Davide. Noi rispettiamo le libertà, ma non tolleriamo le ingiustizie, c’accaniamo perché i nodi vengano al pettine, tutti tutti sputtaniamo se per “virili” pantaloni vollero le granate “piantare”.
E non la piantarono. Piangeranno, però.

Insomma, comprate questo libro, volo libero.

Nella vita, se incontri degli avvoltoi, prima devi cacciarli, poi spulciarli, come quaglie bollirli e lasciar che affoghino nella lorda bordaglia.

Quindi, pagina voltar’.

Essere appunto Voltaire, famoso e giusto scettico contro gli ottusi.

Per farla breve, recatevi nel mio Cuore e vi regalerò altro amore.

Applauso!

Sono l’Oscar di Jack “Voglia di tenerezza” Nicholson: le voglie non caste ma cestinate di un Uomo “anomalo”, dalle malie astronomiche su occhi spaziali di “balle”

Terms of Endearment? No, nei bagni termali av-venne l’“indurimento”… sì, si sciolse del tutto, e rimase all’asciutto nonostante il “caldo” afoso e l’umidità. Insomma evaporò. Il plenilunio ulula e lei da un più succhiante vampiro lo riceve lì.

Mi dissanguo ma loro con “altri” sanguinano…

Alle saune, ho sempre preferito la Savana, spazio di “confino” della mia “riserva indiana”. Ove le stangone, cioè le giraffe, mi lanciano gli arachidi e io le “scimmiotto” perché poco “ramificate” a origine “gazzella” del mio “albero” genealogico poco seminale…
Prima ero un po’ complessato, adesso mi danno del complicato. Dunque: il cervellotico non fa rima con passerotta? No, manca il feeling della rima “baciata”.
Al che, umiliato a raffiche di vento secco e troppa pioggia torrenziale, urlo da gorillone alla King Kong. Tarzan chiama a raccolta gli scimpanzé e balliamo attorno al falò mentre i pachidermi “intingono” le proboscide” in una leonessa per amori da rinoceronti negli stagnetti.

Sì, le donne sono il mio nitrito nelle sere terse e poco “teso” abbagliarle, scivolano cavallone nel tramonto ondante-dandola con un ghepardo che le monta svelto svelto, si pavoneggiano dondolando da “fluorescenti” nella giungla cittadina e, fra una bevuta e una pizzetta, ci scappa la scopata di sveltina. Ci danno, io rimango con le mani in mano. Nel mio guscio, snocciolo i datteri. Lei va col batterista e con tutti i baristi. A me resta il b(i)ancone e battere pugni perché non sbavino pure sul mio caffè “macchiato”. Mi danno della “pugnetta”, ma non getto la spugna.
Già, dietro le frasche c’è chi “affresca” di torrido torroncino, la donna sgranocchia su capsule di cioccolatone animalesco in quanto glassa d’amplessi loschi. Fra un nerone e un Negroni. Prima, una “leccatina”, poi il suo “sorbetto” che la sghiaccia sin al tubo digerente.
Sì, contro certe puttane sono intransigente. E non uso la proprietà “privata” loro transitiva. Esse, orali, tanti tranvieri imboccano nella “lingua”  mal coniugata dei “verbi” onomatopeici, leggi gridolini, da godendo-prima ingoiando van poi mutando d’urla strappamutande.
Non capisco un cazzo, loro ne carpiscono molti. Mah.
Passando, con grande “facilità”, dal perfetto… al (re)moto. Dall’avere all’avidità, dal participio passato del “visto” all’“ho preso”.
Con le donne usavo la tecnica “misteriosa” da Sylvester Stallone de Lo specialista come nella recensione “rescissoria” di Morando Morandini: … muscoli lucidi, amplessi sotto la doccia, acrobazie varie, botti di ogni genere… S. Stallone e S. Stone non entrano mai in sintonia. Insomma, Stallone si “tira”, ma viene “tagliato” mentre, sudando nelle le gocce “ero(t)iche”, Sharon lo “massaggia” ma non glielo spalma di scena “bollente”. Stallone non la vede, neanche noi. Possiamo annusarla d’immaginazione.
E il mio fallo fallì. Al che, optai per il marpione Jack Nicholson. “Tenero” come un grissino, Wolf da la belva è fuori. Ebbi una bionda di capelli oltre al luppolo della birretta su appuntamento al buio. “Immersi” ma poi la Notte fu troppo profonda, simil Batman. Il “pipistrello” con un trauma (s)radicato alle (s)palle.
Al che, ritornai Joker. La mia “ridente” faccia “la” dice “tutta”. Una smorfia perenne, “paraplegica” da fegato distrutto. Una paresi “acuta”. “Slabbrato”. Sanguinolente. Mi faranno… a fettine.
Tutte “affettuose” ma, quando si arriva al “dolce”, preferiscono ritornare ai “bucatini”.

Sono un grande Uomo, ma i mostri lo mostrano di più.

Insomma, la mia maschera è onesta, loro ce l’hanno parato, quindi “truccato”.

Secondo me, possono andare a prendersele…

Più che Jack, rimango Eli Wallach

Che dire? Vorrei sorridere con te e augurarmi buon girovita.
Scherzo. Sei comunque stupenda che i miei ormoni fan chiasso e battibeccano demoniaci al fin d’infilarsi a estrogeni tuoi a mio scostumato. Complimenti per il costumino, da sfilar nel mar cristallino ed erettivo a sabbia dei miei castelli fantasiosi come il bikini colorato ma non strappato.

A parte la mia ironia, sei una Donna che sol ardire mi par impossibile. Io birichino, tu bricconcella. Questo è il mio “uccellone”. Dai, appioppatelo nella pinetina! Ci son anche gli altri piccioncini. Nessun guardone…
Quindi, posso osare. Se accondiscendessi di mezza coscia, mi userai e poi getterai agli squali? Guarda che mordo, il mio delfino è innocuo ma ha intelletto che sa riemergere.
Poi, non nasconderla… ché l’oceano perderebbe un momento di nostri inabissamenti.

Se vuoi il bis, posso darti il tiramisù. Ordiniamo l’antipasto? Per me cozze, per te qualche crostaceo da spaghettare al sughino? Ah, non fare la polenta Valsugana. Abbrancami di succhiotto. Ma quale Brancamenta. Questo è brivido di piacere!
Neghi il mio approccio e mi arricci, con calci in quella mia zona “sensibile”. Non sono un porco. Dai, vuoi (o)mettere me con quel topo da parchetti? Fra l’altro, ce l’ha piccolo. Lo so perché ha qualche etto in più. L’adipe ha reso minuscolo il suo muscolino…
Sì, insomma. Le scogliere amano strusciare nelle bollicine quando le ventimila leghe sono Verne del vantarmelo in profondità.
Ci stai?

Sai di chi sei figlia tu? De puta! Spartiamoci il bottino! Una bottarella e tu accetti la “metà” della mela?
Ah no? Allora, sei proprio una zoccola!
Tornatene dal “monco”. Voglio ammirare il molo, mia mula. E ricorda: al mio mulo non piace la gente che ride…

Quindi, fratelli… io sono oggi buono, domani brutto, tu rimani cattivo. Ah, saresti laureato alla Bocconi e adesso fai lo psichiatra “colto” col “bocchino?”. E questo ti rende migliore di Clint Eastwood?

Ecco, m’impunto e ti sputtano. La scrivania non è una vanità da quaquaraqua. Tu, solo di blablabla, mi giudichi.

Ricorda Mezzanotte nel giardino del bene e del male…, (ri)guarda meglio. Ahia, fa male vero?

Cazzi tuoi.

  1. Potere assoluto (1996)
  2. Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male (1998)
  3. Gran Torino (2008)

Genius-Pop

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