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A prescindere dai mostri sacri conclamati, da me amatissimi, RYAN GOSLING è il mio attore preferito, un grandissimo. Leggermente, però, inferiore a me, ah ah


08 Jun

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Ecco, da qualche mese a questa parte, sono grandiosamente impazzito per una donna.

Diciamo che, prima di ciò, fui pazzo e basta. Non amando neppure me stesso.

Sì, esistono invece pazzi che gli altri non amano bensì si amano alla follia. Cioè, il novanta per cento delle persone. Persone solipsiste, autocentrate, in una parola degli uomini svantaggiati e poco equilibrati.

Avete mai conosciuto, per esempio, un uomo o una donna che si prendano per il culo da soli?

Di solito, la gente è troppo seriosa, permalosa e non è per niente autoironica. Io mi salvai grazie alla mia straordinaria capacità di sdrammatizzare sulle mie immani sfighe in modo falotico. Riuscii a cavarmela per molto tempo anche in virtù del piacere autoerotico.

Che virtuoso…

Adesso, il nostro amore è stato conclamato, oserei dire acclarato, pressoché ufficializzato con tanto di mio video su YouTube pubblicato.

Nei mesi futuri, anzi, negli anni a venire, diverrà ancora più avveniristico. Mi auguro che questa magnifica storia d’amore stupefacente, oserei dire sbalorditiva, a metà strada fra la migliore science fiction, la dolcezza tra Harrison Ford e Sean Young di Blade Runner e la più inimmaginabile nostra bellezza senza limiti, continui, anzi prosegui (sì, proseguire è un verbo figo) a lungo con godibilissima letizia e caldissima lietezza.

Fra me e la mia lei strafiga bellissima (sì, lo è, pure io sono bello, quindi non cazzeggiate d’invidie), mi auguro che tale rarissimo sentimento perduri sensibilmente in maniera imperitura, altresì sperando vivamente che sia, sì, estremamente duraturo, sì, scorrevole e durevole come il mio membro fra le sue gambe friabili quando, dopo una mia trascorsa (r)esistenza durissima, m’intenerisco in maniera sciogliente eppur sempre tenendo assai duro infinitamente…

È emozionante essere innamorati, a vicenda non si aprono soltanto le gambe, In fallo, no, infatti… l’amore apre anche la mente in modo intrepido e roboante.

Sì, a parte gli schizzi, no, gli scherzi e le eccitazioni, no, qualche esagerazione, io e lei ci amiamo davvero, non vi sto raccontando stronzate. Lo facciamo sino all’alba e, dopo tante mie eiac… i, facciamo pure assieme colazione.

Da quando conosco questa donna meravigliosa, peraltro, i miei occhi sono cambiati improvvisamente in maniera deliziosa. Godo della vita in modo armonioso.

Il mio sguardo, per l’appunto, da incazzato duro in lotta perennemente col mondo, in modo repentinamente cangevole, è mutato in un’espressione adorabile, oserei dire angelica(ta).

A mio avviso, lei è molto più bella di Rachel McAdams de Le pagine della nostra vita. Mentre, secondo lei, io sono più figo di Colin Farrell della seconda stagione di True Detective.

Io le dico che esagera… anzi, le dico che possiede una venustà esagerata.

Per quanto io, come più volte ampiamente dettovi e confessatovi, patii un tremendo calvario in passato, a differenza di Colin/Ray Velcoro, non ho ancora però un figlio “handicappato”, forse soltanto bullizzato e non sono divorziato.

Non mi ubriaco, non mi drogo, qualche volta fumo e scopo. Soltanto con lei. Posso giurarvi su Cristo in croce che ci sbronziamo soltanto di amplessi e coccole mentre il materasso ondeggia sostenuto da ottime, resistenti doghe. A volte lei si bagna a dismisura, una diga… ma non si alla(r)ga più del dovuto.

Ci vuole classe ed eleganza anche nei momenti più orgasmici.

Io l’amo con enorme delicatezza, non peccando però affatto in quanto a forte potenza. Altrettanto, lei mi ama con opportuno calore e dolce irruenza. Dio mio, che ritmo allegro vivo, musicale, fatto di morbidezza alternata a gioiosa freschezza e tosta durezza, ah, quante tenerezze.

Comunque, trascurando tutti i segni e i lividi, i succhiotti e gli ematomi che, dopo ogni volta che facciamo all’amore, devo celare, cicatrizzandoli con improvvisati tatuaggi più grossi di quelli “indossati” da Ryan Gosling in Come un tuono, lei riuscì a sanarmi da ogni ferita imbarazzante.

L’amore induce a durezze entusiasmanti, diventi/a rizzante, l’amore provoca magica ebrezza frizzante.
Ebbrezza, invece, se dopo averlo consumato, assieme a lei bevi più di un bicchierino alcolizzante.

Io la provoco di brutto, lei è innatamente provocante. Insomma, un amore effervescente, oserei dire spumeggiante.

Se voi considerate sporcizia o schifezza questa cosa naturalissima, siete più perversi e matti di Anthony Hopkins de Il caso Thomas Crawford. Inutile che proviate a fottermi, prima o poi v’inculo. Statene duri, no, sicuri.

Ora, tale nostra fantastica, realissima e nient’affatto fantascientifica love story incredibile, diciamo pure mirabolante ed eccezionale, non preventivai nella maniera più assoluta.

L’altra sera, arrivò una bolletta da pagare più costosa delle spese di un preventivo del cazzo. Devo tirare per un po’ la cinghia. Ma no! Ancora castità? Ma che minchia vogliono questi esattori dei miei coglioni?

Basta con le vite strozzate! Comunque, grazie alla mia lei, il mio girovita è migliorato. Devo stare attento, però, a non dimagrire troppo. Altrimenti, non si vedrà neanche più un cazzo. Basta, mi sono scottato. Non voglio pagare il gas. Basta pure con le prese per i fornelli, no, volevo dire fondelli.

Scusate, con lei rividi la luce, sto stupendamente con lei vivendo una nuova era illuminante. Perché mai dunque quelli dell’Hera vogliono spegnere e bruciare questo nostro sogno che si riaccende soprattutto al calare del tramonto, anche di nostro qualcos’altro… che lentamente fa sì che io e lei tramutiamo in un nostro rosso colare entusiasmante?

Siamo rimasti in mutande entrambi o vogliono impedirci che io sia per lei focosissimo come Wolverine, il rei mutanti? Ma vaffanculo! Debbo difendere con le unghie e con gli artigli questo mio infuocato amore che, al plenilunio, mi rende un licantropo.

Sì, Ryan Gosling sarà il prossimo The Wolf Man.

Ora, dopo quest’introduzione, lasciando stare invece le vostre penetrazioni, no, prefazioni in quanto sono cazzi vostri e non me ne può fregare di meno, arriviamo, veniamo… al dunque. Al sodo, vale a dire a Ryan. Un grande attore spesso impiegato in parti da duro. Insomma, mica un cazzone qualsiasi soggiogato in una misera, frust(r)ata vita da impiegatino alienato. Anzi, ancora no. Scusate solo un attimo. Breve spazio poetico di contemplazione:

sono un uomo che, dopo mille delusioni, ritrovò spaventosamente il suo candore e, perdonando gli uomini senza più calore, malgrado tutto, ride ancora, donando a quest’umanità, svilita nel suo primigenio lindore, gioia e vigore. Colorandola di dolce sapore.

Andiamo avanti. Debbo ammettere che Ryan non mi piacque subito. La mia lei, invece, sì. Si chiama colpo di fulmine. Fenomeno che scattò, peraltro, quando Ryan vide Eva Mendes e qualcosa, fra le sue gambe, all’improvviso esplose. Grazie al cazzo. Eva è bona come il pe… e, sì, il pane. Perché pensate sempre male? Pensate, semmai, alla giusta, sana malizia e godrete di più squisita liquirizia. Finitela con la sentimentale aridità, la pigrizia e l’avarizia. Gustatevi la vita come se fosse una buonissima pizza. A me piace anche molto Joaquin Phoenix. E, in The Believer, recitò sua sorella di nome Summer. Purtroppo, Summer è morta e forse non fu un’attrice indimenticabile. Joker è un film memorabile quasi quanto il fondoschiena dell’ex pornoattrice Lauren Phoenix. La gente maligna la dovrebbe finire di credere che io sia un ragazzo disturbato come Gosling in Formula per un delitto o semi-psicotico come in Stay. Altrimenti, farò scoppiare uno scandalo come ne Le idi di marzo. Quando voglio, sono più affascinante di George Clooney. Ce la vogliamo dire? Clooney non è uno sciupafemmine. Perlomeno, lo fu ma ora è felicemente sposato. M’immagino però sua moglie quando lei e George fanno sesso.

Lei penserà questo:

– Sto facendo l’amore con l’ex uomo più desiderato del mondo. Boh, forse sarò invecchiata. George non è più quello di una volta.

 

Dopo questa freddura e super battuta che stende una persona in un nanosecondo più di un pugno ricevuto da Gosling di Drive, passiamo alla prossima…

La moglie di George pensa anche questo:

Solo dio perdona, caro George. Prova a tradirmi e ti fotterò.

 

Andiamo avanti… Ma sì, alla fine sono un romantico mai visto. Roba che il Ryan di Blue Valentine è un dilettante. Non ho ancora figli ma comprendo benissimo il dolore provato da Ryan in First Man. Che è un grande film. Non è un film sul primo uomo arrivato sulla luna, bensì un film introspettivo sul viaggio interiore compiuto da un uomo per sublimare il trauma devastante arrecatogli dalla perdita incolmabile. Si diede una missione per non impazzire. Ora, inserisco qui una sfilza di commenti poco carini che, sotto il mio post su Facebook riguardante Ryan, molti pseudo cinefili scrissero. Un campionario di banalità “mono espressive” e assai superficiali. Sì, Ryan è un grandissimo. Non è vero che sia imbambolato, non ha affatto il cosiddetto sguardo Valium. Si chiama recitazione rarefatta. Ryan tiene tutto dentro, appare assai taciturno, sembra quasi autistico. Poi, gli piglia benissimo e sfodera una grinta che non avresti mai potuto immaginare. A prima vista, sembra in effetti un cretino. Invece, è proprio un bel volpino. Detto ciò, con tutta la stima e l’ammirazione a me riservatagli, va onestamente ammesso che io sono più bello e più bravo di lui. E ho una faccia da culo che spinge decisamente di più. La gente è cattiva. Se t’innamori, ti dice: sono felice per te ma sappi che, col tempo, la passione diventa routine.

Per voi, forse. Poi, non capisco quegli uomini che dicono questo: sono sposato da trent’anni ma non sono più innamorato della mia lei.

E io rispondo loro: – Allora, ti fai le seghe su Eva Mendes oppure la tua vita è andata a puttane?

 

Sì, molte persone hanno veramente rotto il cazzo. Si fottano.

 

di Stefano Falotico

 

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I migliori film di De Palma, cioè tutti, tranne Mission: Impossible


23 Apr

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Ora, voi penserete? Perché c’è Tom Cruise e a te non piace?

Mi sono già espresso su questo. Tom Cruise è sempre stato piacente. Io non soffro d’invidie.

Però sono oggettivo. Tom Cruise ha recitato solo in Intervista col vampiro, Eyes Wide Shut e il secondo Mission: Impossible. Che è un capolavoro. Sì, lo è. John Woo fa sfracelli.

E in Nato il quattro luglio, Rain Man, i film con Spielberg e Il colore dei soldi?

Mah, se mettevano uno del Grande Fratello sarebbe stata la stesa cosa.

Cioè, un bambagione vale l’altro.

Ah ah.

Sì, tutti i film di De Palma sono capolavori. Mi stupisco infatti che voi, cinefili odierni, citiate sempre Scorsese ma Brian non ve lo fumiate.

Sento anche dire che Mission to Mars non sia un grande film.

È meraviglioso. È solo concettualmente sbagliato il finale. Sostiene che l’uomo discenda da una razza aliena che avrebbe colonizzato la Terra.

Molti di voi sono convinti di questo.

È una stronzata cosmica.

Gli alieni sono molto più belli di noi. Perché mai avrebbero dovuto sputtanarsi, concimando di loro razza superiore la sfera terrestre?

Mah, potrebbe pure essere. Sì, se nei loro pianeti avessero al governo uno come Trump, ci starebbe l’inseminazione spaziale.

Sì, Trump, se fosse il Presidente degli Stati Uniti mega-stellari, sarebbe un secessionista. E, razzisticamente, spedirebbe gli alieni nati male qua da noi.

Io sono invece per la teoria di Jack Burton di Grosso guaio a Chinatown. Sino a sessant’anni fa, se uno si azzardava a dire che esistevano gli extraterrestri, finiva negli stessi manicomi de Il seme della follia e di The Ward. Oggi invece, se uno afferma che crede in Dio e dunque che siamo i suoi unici figli, lo sbattono in cura. Cioè, con tutte quelle boiate dell’Eros che scatenerebbe deliri religiosi per mancanza di voglie libidinose, ora mi spiego perché viviamo in un puttanaio.

Sì, non andate mai dai cosiddetti curatori dell’anima. Quelli vi renderanno dei pezzi di carne che ascoltano solo Fedez. Oltre che più pazzi. Sì, Martin Scorsese è l’unico regista, fra i grandi degli anni settanta, a non aver mai girato science fiction. Voi ora subito vorreste contraddirmi, vero?

Supernova di Walter Hill ha delle scene rimontate da Coppola, sapete? E poi Peggy Sue si è sposata è fantascienza sui generis. In verità, di De Palma mi manca Passion. Sì, Rachel McAdams che bacia Noomi Rapace è qualcosa che non si può vedere. Perché odio le lesbiche? No. Semplicemente perché l’interprete di Uomini che odiano le donne non può baciare l’attrice de Il caso Spotlight.

Su questa battuta da Il falò delle vanità, mi accuserete di Doppia personalità. Invero vi dico che dovete fare Redacted dei vostri cervelli.

Adesso, sparisco e al buio gigioneggio come Tony Montana.

 

di Stefano Falotico

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True Detective 2 il finale che (non) vi merita(va)te, tu, donna, non deserve, la serva serve, il Falotico che mi merito, tu, sgualdrina, non ti mariterai


13 Aug

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È finita la seconda stagione della serie “capolavoro” e già annunciano la terza, d’altronde non c’è 2 senza tre e quattro per quattro fa otto… episodi, quindi, stando al “quando”, sedici in tutto, esclusi i/le 24(h) di fuso orario, quasi in contemporanea con gli Stati Uniti, ché son 50, da noi non doppiati in differita alle ventidue e 10, minuto più e tu più robusto di quelli minuti, non sei secondo al “primo”, di 90 l’episodio che conclude le noir avventure di Velcoro e Frank il semi-gangster servito “freddo” sulla moglie rossa e caliente eppur non s(oddis)fatta… Ecco fatto, Pizzolatto rovina tutto, eh sì, facendo “mori’ ammazzati” tutti gli uomini e lasciando “scampo(li)” alle donne, per la gioia delle femministe, da cui il detto “te la do(ro) e siamo noi a mettervi al mondo che ci meritiamo”. Uomini, non ammogliatevi, “mollateglielo/a”. Da cui il “dato” di “fallo” che buon “morto” è meglio del buonismo femminile dell’amaro maritozzo, come questo finale che m’è stato sullo stomaco. Fe(ga)ti, ribellatevi, di rabbia ribollite, vogliamo l’ambigua destrezza ferita a vi(t)a di Cohle e non questo qui… da Colin e colica.

Querce secolari e figli handicappati sangue del proprio DNA, imprenditori che lo prendono dopo tanto aver fatto gli impos(i)tori. Tirata moralistica sulla (di)partita di Frank, con tanto di apparizioni simil-(mi)raggio fantasmatico del padre “violentatore”, scatenante la turba che spinse il povero a cercar fame, di greed assetato eppur indebitato. “Turbo”-lento di sequenza (in)dimenticabile, più che altro da bili(ardo). E le donne salveranno la Terra, in questo silenzio degli innocenti, perché the man is the cruelest animal.

Ma vaffancul’, che stronza(t’)!

di Stefano Falotico

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“To the Wonder”, il Trailer ufficiale


05 Jan

 

Magnifica perla incompresa.

“To the Wonder” – Recensione


09 Sep

 

(In)visibili onde em(p)atiche

 

Venezia è il porto della mia anima quando, scoraggiato spesso da un Mondo vigliacco, attracco “ai bordi” d’un Mar Adriatico ch’è “scala mobile” dei miei pensieri, come le acque a sommerger le antiche, adamantine ville nelle sue “lenzuola” meste, modernità “sincronizzata” a un Tempo d’incanti e atavica, splendida nostalgia che balugina nelle sue profondità trasparenti, ove i miei neri occhi si “tuffan” nei vicoli della memoria, fra vetuste nevrosi dell'”uomo” contemporaneo, avvezzo alla frivolezza per scacciar le noie e raggranellar solo aromi appassiti.

 

Qui, affogo le autodistruttive pulsioni e, nel tramonto sfocato di gondolieri “canterini”, son infuocato nel battito alato dei miei falchi “licantropici” a irradiar il Sole “smorto” delle rigide piogge autunnali, nella neve “rugiadamente” abbagliata da mistiche contemplazioni.

 

Seduto col mio giubbotto, respirandogli polmonare, mentre sfila una ragazza in pantaloncini corti e strizzato seno nel “balconcino”, ne “alliscio” il profumo delle sue gambe nei chilometri delle ruote della sua bicicletta flessuosa a evocar l’orgasmo fruttuoso ché, assieme, ne fruiremo, roteando vicino agli scogli del nostro Eros più “grezzo”.

 

Ma poi, appunto, “annacquo” il “livello” e m’infilo solo in una sala affollata da gente che non merita il mio saluto. Anche qui, “(l)odo” donne snodate, dai culi perentori che saran solo “aculeo” al mio (g)orgoglio virile. Nello “snobismo” più “selettivo” del maschio meno metafisico ma dalla taurina fisicità, ché la proteggerà accalorandola senza indolenzirla con le sue depressioni e la solleciterà, sollevandola d’umor ad “amarla” anche nel “Meteo” della mestruazione, nel solletico “affascinante” d'”arguzie” lessicali spesso “infurbite” dal poter goder tale “alta”, l’ambita “vessillifera” di tacchi a spillo che lambirà, invece, solo il mio dolore troppo recondito per baciarla di “gentilezze” squallidamente carnali.

 

Impiegati, preoccupati dal mut(u)o, ecco che adocchian Malick sbuffando e, dopo circa mezz’ora di proiezione, “elevan” un grido infastidito da una storia “senza tra(u)ma”, pretendendo “spiegazioni” perché “non capiscono”.

Solo una signora, stravaccata nella poltroncina “dietro di me”, ha il coraggio d’esser sincera sino in fondo e allora, quando Ben Affleck, anziché recitare monolohi interiori che poco s’addicono a un “carino” tanto distante dalle filosofie immaginative (e in immagini liquide) di Malick, scioglie tutte le sue illanguidite iridi in un più ben più “materico” amplesso, sfoderando addominali piatti e un bicipe dal tatuaggio “carismatico”, la senti eccome “eruttare” in un “Era ora che ti spogliassi, Cristo! Almeno, noi del gentil sesso godiamo un po’, ché qua non c’è piaciuto neanche Javier Bardem in veste talare, poco consona alla sua sciupafemmine robustezza, non c’ha attizzato così conciato pateticamente e fuori ruolo in abiti da ieratico prete triste e perplesso, insoddisfatto della sua vocazione” (tanto che, quando verso il finale, proprio il grande Bardem accetta la sua “missione” e si prodiga, senza più dubbi, nella cura degli anziani e dei bisognosi, la stessa “signora”, “in linea” con la sua “spiccata spiritualità religiosa”, “sbrocca” in un “Oh Dio, oh Signore e Madonna Santissima, di Male in peggio, ora sembra lo spot dell’otto per mille alla Chiesa cattolica, ma vai in mona(co) davvero, espressione molto di moda, appunto, fra le vecchiette della zona).

 

Si tira sempre in ballo il “National Geographic” quando si vuol ironizzare su una fotografia all’apparenza troppo “di cartolina”, ma Malick crea la prima opera senza alcun dialogo, se non nell’onirica (messa in) scena in cui la nostra italianissima Romina Mondello incita la sua amica “melanconica”, e noi spettatori, a fluttuare nel Mondo, come zingari, come streghe, come vampiri, come “mostri“. A viverci rendendoci visibili… altrimenti passerà in un lampo…

 

Malick, oramai, non ha più bisogno di “esternare”, e decanta aforisticamente dentro (“sventrandoci” da ogni orpello e agghindata falsità) l’anima dell’amore.

 

Nel suo Grazie alla Bellezza. E dei pochi che ossequiano e, a loro viverla/lo, questa pellicola e il Mondo, ne applaudono l’unicità.

 

Poi, esco sconsolato, mentre fuori “dardeggia” una Notte di Luna meditabonda.

E, mentre il motor “impazzito” del mio “abitacolo” mentale, è diluito nell’asfalto morbido, mi sento “spaesato” come Bardem, d’allucinazioni di coscienza in una società barbarica travestita nella “vivacità” più superficiale.

 

E sono io a non capire, tentennando di “farneticazioni” violentissime, come se un ignorante si fosse alzato dal suo “comodo” seggiolino e avesse scheggiato, con “frantumanti” pugni disgustosi, lo schermo, le emozioni e lo sguardo di Terrence. Credendosi per altro intelligente col suo umorismo “satirico” e acido.

 

E tutto ciò, quando poi mi vien mente che quasi tutta la sala ha “inveito” di fischi e “Buhhh!” ridanciani, mi rattrista ma, all'”unisono” trascendente ed “enigmatico”, son Bardo-amatamente felice di me, a passo leggiadro fra chi, osceno, distrugge le armonie.

E ne annerisce o annerirà ancora le luci. Nel frastuono del loro madornale buio.

 

Chi ha stroncato questo film, è giusto che si meriti una vita da “pizzaiolo” che vorrebbe “piazzarsi”.

 

(Stefano Falotico)

 

 

 

 

“Passion”, il Trailer


23 Aug

 

Ritorno per Brian, atteso al Lido.

 

Elegante e disinvolta, Christine è affascinata dal denaro che le deriva dal suo ruolo di potere nel mondo degli affari internazionali. Spesso, pur di mettersi in mostra, non ha remore nel rubare le idee all’avanguardia e redditizie della giovane e innocente Isabelle: dopotutto, sono nello stesso team e Isabelle è la sua protetta. Esercitando pieno controllo su Isabelle, Christine la coinvolge in un gioco di seduzione e manipolazione, di dominio e umiliazione. Quando però Isabelle finisce a letto con uno degli amanti di Christine, tra le due donne scoppia la guerra.

 

(Stefano Falotico)

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