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Per il terzo anno consecutivo, son accreditato stampa e critico ufficiale per il prossimo VENICE FILM FESTIVAL?


17 Jun

Ho deciso di cambiare la fototessera? Sceglierò questa bella immagine nel patentino, cari sciocchini sempre più scioccati da un Falotico che vi ha completamente spiazzato in modo giusto e cazzuto.

E scusate se è porco. No, poco. Ennesima batosta devastante, dunque, per i miei haters irriducibili e più ottusi di una capra spelacchiata, dementi come dei muli, oramai inconsolabili, col fegato spappolato perché il loro bieco, delinquenziale e manicomiale voler diffamare e sparlare con troppa precipitosità disarmante, addirittura il loro osceno e imbarazzante, mostruoso desiderare di frenare ogni mio slancio vitale e, in senso totale, passionale, e non dico altro per non internarli, no, ferirli oltremodo, fu un gravissimo errore madornale. Io sono uno scrittore di (ca)risma, che vi entri in testa, handicappati, io sono un critico vero, cari barbagianni e vecchietti che, a sole cinquanta vostre squallide primavere da rintronati e tromboni come Balanzone, voleste arbitrariamente decretare la mia precoce fine con (pre)unzione criminale. Comunque, vi devo immensamente mandar a cagare, no, ringraziare. In virtù paradossalmente del vostro crimine aberrante, aprii gli occhi e rinacqui magnificamente e miracolosamente come un’araba fenice. Ho macerato, perciò, ogni vostro pregiudizio da malati di mente, ho macellato e smascherato ogni vostra nefandezza tremenda. Datevi alla nettezza urbana, monnezze e schifezze, spazzature viventi. E, soprattutto, somari e suonati, fatevi una cultura e leggete, parola per parola, ogni mia opus letteraria, disponibile sulle maggiori catene librarie online. Così come cantò il grande Ermal Meta assieme a Fabrizio Moro, non mi avete fatto niente! Aggiungo io, inetti e impotenti, a me offrono anche da bere. A voi, al massimo, due calci nel sedere. E ora silenzio, nani!

Siete dei disagiati, dei poveri sfigati, degli incapaci a livelli sesquipedali.

Come dicono a Bologna, forza, tarzanelli e cogli… ncelli, pedalare! Voi, eh già, dovete solo squallidamente “lavorare” per mendicare rispetto e la vostra “fottuta” dignità sociale. Solo questo sapete fare!

Falsi, farisei, esseri ributtanti, vi dovete ora vergognare a vita. E che l’onda di tale onta vi perseguiti, giorno e notte, in modo atroce e impietoso, sin al giorno della vostra morte. Uomini e donne inutili!

Io sono THE PRINCE, sono come Sylvester Stallone di Over the Top.

Ho vinto io, regolarmente, peraltro subendo un’ingiustizia terrificante, ed è quindi inutile che ora ricusiate la vostra “patologia”. La partita è chiusa, definitivamente.

Vi ho fatto piangere. Avete fatto la stessa figura di me… da e di mer… e del nonnetto del film appena citatovi con Sly.

Chiamate in vostra difesa i migliori legali e avvocati/avvocatesse più imbecilli di voi! E andate a recitare le vostre scenette parrocchiali ai centri sociali, animali!

Io sono leggenda! Io sono giovane, io ho grinta, pezzenti!

 

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THE IRISHMAN, la Critica approva entusiasta ma io, da Principe Antonio de Curtis, in arte Totò, stronco gli uomini senza spirito… critico


28 Sep

The Irishman scorsese cast

E nel loro popò, ohibò, gliele suono, sentenzio e li stigmatizzo. Puntando loro il dito e assegnando alla loro esistenza un voto assolutamente insufficiente.

Posso permettermelo, in quanto so ironizzare su me stesso. Io sono un recensore che scrive anche romanzi erotici senza censura, io dinanzi ai loro pregiudizi non abiuro e li aborro.

Da loro già troppe fregature presi ma ora, con eloquio e mimica facciale degna d’un attore teatrale che recita monologhi ficcanti da David Mamet, corrosivi, taglienti, abrasivi e un po’ cattivi, da drammaturgo di me stesso, butto in commedia una mia vita che, indubbiamente, meritava l’Oscar ma comunque non finirà come quella di Ray Liotta di Quei bravi ragazzi.

Sì, vedo molta gente che delinque, poi si redime. Chiedendo perfino la protezione dei testimoni del loro matrimonio.

Sì, qual è il passato remoto della terza persona singolare del verbo delinquere di LEI che si fa dare del voi come esigono i Don?

Lei delinqué, delinquette, nel presente ancora delinque. Insomma è e sarà impunemente un delinquente eternamente. Inutile che provi a coniugare nel potrei, poveretto, lei è un criminale senza tempo. Senza tempie.

La finisca di darmi del deficiente.

Io invece le donne illanguidisco poiché so giocar di lingua. Da cui il gerundio illanguidendo. Di forma transitiva in lei attivo e lei con me passiva. Io illanguidisco, tu m’illanguidisci e, condividendo, compenetrando i nostri mali, assieme venendo la vita va guarendo, forse anche guaendo in quanto tu mula e io mugolo.

Eh sì, miei mongoli.

Dunque, do il voto in pagella e questi impostori che ebbero l’ardire di giudicare le scene della mia vita con troppa fretta poiché loro girano solo con le sceme.

Eh sì, ficco nel dizionario dei film delle pellicole trash da non vedere mai più.

No, non sono rivedibili. Li riformiamo subito. Anzi, questo dizionario formattiamo e li cancelliamo.

La seduta è tolta.

Adesso, andiamo a berci un altro caffè. Ovviamente macchiato caldo.

Perché ricordate…

Se date retta a chi si crede Marlon Brando ma in verità è Silvio Orlando, non avrete né Jolanda né un viso da Gioconda.

E su questa stronzata vi lascio, ammiccando.

di Stefano Falotico

 

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