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Perché avete frainteso Quentin Tarantino a proposito di Joker? Siete analfabeti? Non ha detto che non gli è piaciuto, invero lo ha osannato fra le righe ma non sapete leggere né guardare


07 Feb

jokerfalo joker tarantino

la patata bollente poster

Bad Taste sostiene che a Tarantino non sia piaciuto Joker.

Ecco, questa dicasi, sì, si chiama manipolazione informativa.

Non date retta a queste testate. Vi scrivono uomini e donne senza testa e palle, cioè test… li.

Leggete quest’articolo e poi tornate a studiare Scienze delle Comunicazioni. Ah, capisco. Siete già laureati?

Quindi, deduco che ora siete/siate ben pagati, siete stati plagiati e siete legati ai vincoli editoriali. Anche a quelli coniugali? Insomma, tutti questi anni di studio vi sono serviti per non capire nulla della vita e anche di qualcos’altro? Bravi, continuiamo così.

Veramente, roba da matti. Matti al cui confronto Arthur Fleck è Sam Neill de Il seme della follia. Cioè, un uomo sanissimo, di “costituzione” mentale talmente sana da essersi modellato as impiegato anonimo, da essere preso per semi-Fantozzi, dunque per il popò e legato con la camicia di forza in quanto reputato instabile con un atteggiamento aggressivo-passivo, espressione di moda presso i ventenni problematici, con turbe psichiche insanabili, in fase laureanda da Conoscenza carnale di Mike Nichols.

A firma di Nichols, naturalmente va pure citato Il laureato. Praticamente, un film sopravvalutato ove Anne Bancroft, ex moglie di Mel Brooks, sì, il regista di Balle spaziali, anticipò attrici da “Oscar” come Brenda James, Julia Ann, Cherie DeVille e compagnia bella…

A differenza di tutti i pazzi, Sam/John Trent non lesse un malato di mente come Sutter Cane.

Chiariamoci, io sono grande fan dell’attore Manuel Ferrara e possiedo tutti i dvd dei film di Carpenter, tutti i libri di Edgar Allan Poe e anche tutti i download dei film poco horror con April Flowers.

Se ciò vi disgusta, mi sa che vi sposerete con una telegiornalista di Essi vivono. E ho detto tutto…

Chiariamoci molto bene. Sutter Cane è da Castiglione delle Stiviere, il più grosso centro psichiatrico d’Italia ove sono confinati, a mo’ di 1997: Fuga da New York, cioè ghettizzati e messi in quarantena, gli uomini e le donne in stato di Covid, no, i pazzi “socialmente pericolosi” come Jena Plissken o forse qualche ex presidente degli Stati Uniti non come Donald Pleasence, bensì simile a George Bush. Triste e celeberrimo guerrafondaio responsabile non poco del crollo delle Torri Gemelle che compaiono nel succitato capolavoro di Carpenter ma ovviamente non in Fuga da Los Angeles. Poiché tale film fu ambientato, per l’appunto, a Los Angeles e fu realizzato prima dell’attentato ordito da Osama bin Mohammed bin Awad bin Laden. Sì, nome all’anagrafe lunghissimo di un uomo che poteva anche non nascere. Sì, chiariamoci benissimo. Laden fu Sutter Cane. I suoi seguaci furono e sono uguali ai dementi followers dei relativi idioti che esibiscono, su Instagram, i muscoli di Arnold Schwarzenegger e le gambe di Sharon Stone dei tempi d’oro, sognando Hollywood di pura immaginazione da Atto di forza. Eh sì, quando si dice… questi si sono sparati il viaggio. Su Marte? No, son uomini e donne coi piedi per terra, sì, terragni, più che altro terra terra. In parole povere, credono di essere dei divi della Grande Mecca solamente perché, nel loro “carnet”, possono vantare di frequentare la palestra figa piena di ricche fi… e. Le quali, a loro volta, pensano di essere gnocche spaziali pur non avendo mai visto Guerre stellari, eppur mangiando cibi liofilizzati più impresentabili delle orecchie di Spock di Star Trek. Sono anche spocchiose, ci mancherebbe altro. Sì, non si fanno mancare nulla. Sono corteggiate da ragazzi più burini di Kurt Russell di Grosso guaio a Chinatown che, all’apparenza, sembrano giovani e per l’appunto boni ma, nelle loro anime, sono più putrefatti di David Lo Pan.

Per inciso, Jack Burton fu figo perché simpatico, questi fighi invece vogliono fare i duri ma assomigliano alle Tre Bufere. “Temibili” spauracchi e guerrieri-maghi invincibili. Invincibili di che? Questi qua li distruggi senza neanche toccarli, sono già toccati dalla nascita e fottuti a sangue.

Non dalla palestrata semi-anoressica eccitata, no, succitata vegana. Bensì dai loro tre neuroni che scambiano The Fog, appunto, con The Fig’.

Sutter Cane non fu un genio come Lovecraft ma utilizzò copertine, non della Sperling & Kupfer, alla Stephen King.

Fra l’altro, ne approfitto per farmi pubblicità occulta. Anzi, “occultissima”. Sulle maggiori catene librarie online, non troverete nessun Sutter Cane ma Stephen King, anche Stefano Falotico. Il sottoscritto col suo libro su John Carpenter. Saggio monografico in cui il Falò, cioè me stesso, argomenta brillantemente su In The Mouth of Madness. Da non confondere con Alle montagne della follia.

Devo andare avanti o vi devo mostrare questi video?

Sì, nella mia vita incontrai molti pazzi. Quasi tutti, a dire la verità.

Gente come la portinaia del film La patata bollente. Sì, la terribile Clara Colosimo nei panni di Elvira. Accreditata, sulla molto “attendibile” Wikipedia, come “la portiera”.

Solitamente, la portiera delle macchine è molto utilizzata dalle donne belle come Edwige Fenech…

Per anni, devo ammetterlo, pensai di essere Gandhi. Sì, un ascetico.

Per questo mio atteggiamento santamente pudico, le malelingue pensarono che fossi Massimo Ranieri/Claudio.

Sì, l’amante di Leopardi non fu Silvia, neanche Silvio Berlusconi. “Gentleman” che apriva la portiera a tutte quelle… che hanno fatto carriera.

Scusate, indossavano la minigonna, giusto? Mica dei pantaloni Carrera, no? Be’, comunque, hanno la cerniera.

Sì, la famosa Beatrice di Dante Alighieri, ovvero Bice di Folco Portinari, secondo me era solo la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare.

Ecco, credo che l’umanità abbia un piccolo problema.

Così come disse Jack Burton, bisogna essere davvero degli imbecilli a non credere agli alieni.

Io, per esempio, sono un alieno.

Sono matto, a vostro avviso?

Sì, la portinaia de La patata bollente non aveva bevuto il Prosecco. Non aveva visto, d’allucinazione, il Gandi… Vide tutto. E Pozzetto la vide tutta. Mentre la ragazzina che ci provò con Brad Pitt, nella cagata pazzesca di Tarantino, che cosa pensò di ottenere? Brad Pitt è uomo fatto, tante se ne fece, non aveva bisogno di essere imboccato da bimbette che un tempo, sì, a quei tempi, sarebbero andate matte per i Beatles. Comunque, Yesterday!

Mi spiace, stavolta siete stati lenti, miei fenomeni.

È una questione di riflessi, disse il buon Jack. Mentre il Falò dice: è tutta una questione di fessi. Aggiungendo, lasciamo che si fottano a vicenda. Sinceramente, gente come Tarantino cazzeggia e può permetterselo. Insomma, ragazzi, nella mia vita ho visto uomini e donne ammazzarsi solamente perché furono in disaccordo su un film. Sì, sono rimasto solo come un cane. Anzi, con un cane. I Am Legend. Ne siamo sicuri? Su questa domanda da cento milioni di dollari, vi lascio delirare. Salutatemi le racchie. Oggi è domenica. Mi raccomando: racchie e cime di rapa sulle orecchiette. Avremo e sentiremo ancora Notargiacomo Silvia, ex di Ermal Meta, barese orgogliosa, che ce le spappolerà, parlandoci di sughi al ragù e besciamella. Scusate, nel 2021, veramente credete che la Madonna v’accumpagni? Ah ah. Nel 2021, credete ancora a stronzate come il comunismo e i compagni? Ai fascioni? Sì, siete come F. Fulante, Filante, Frusciandole, Fischiettandosela, sì, Federico Spumante, critico YouTube(r). Si definisce il più grande intenditore al mondo di Carpenter. Sì, Fru… nte ha diretto molti film, ha scritto molti libri. Come esperto di Cinema indiscutibile, è credibile quasi quanto Bad Taste.

Il mondo si divide in due categorie: chi parlerà sempre di Cinema e chi, arrivato a un certo punto, capirà che è più bravo a scrivere di Tarantino. Basta, adesso!

Tarantino afferma/ò inoltre che il Cinema moderno non ha più niente da dire. Cioè, Apocalypse Now divenne Ad Astra e Taxi Driver fu trasformato in Joker.

Sì, Tarantino è simile al Falotico. Critica sempre gli altri ma in verità vi dico che Le iene è un moderno Rapina a mano armata e che tutta la filmografia di Tarantino è una faloticata.

Tarantino, parimenti al Falotico, non copia mai nessuno. Rimane inimitabile sebbene prenda spunto dagli altri che lui critica. Tarantino è un bel cretino, Tarantino è bambino, Tarantino è un gigante, Tarantino balla la tarantella, ama Nino Taranto e anche Totò, Alvaro Vitali e tutto il pop.

Insomma, secondo me Tarantino è finito. Ha già detto tutto. Come me.

I miei capolavori letterari stanno lì. Comprateli, se volete. Per il resto, non voglio ridurmi come il creatore di Facebook. Il quale inventò Facebook per cuccare. Che vita orribile. Tutto si riduce a fare i Brad Pitt per trombare.

Aveva ragione Al Pacino di Scarface.  Questa è la vita? Preferisco il Cinema. Sono io che dirigo, sono io che invento la scena, sono io che sono Tony Montana. Forza, ammazzatemi. Se vi riuscite.

Non è che mi farete la fine dei tre ragazzini inviati da Manson a casa di Sharon Tate?

No, sbagliarono appartamento. Cazzo. Ho detto cazzo, che botta, cazzo. No, non è Uma Thurman di Pulp Fiction. Reinventiamo C’era una volta in America, no, l’ultimo film di Tarantino. I tre nani, forse usciti dall’Erasmus, suonano a casa di Brad Pitt? No, di Charles Manson:

– Avete suonato a casa mia. Sono le 23. C’è il coprifuoco.

– Anche lei, Manson, crede alla stronzata del Covid?

– No, credo che stavo riguardando Jackie Brown e mi girano i coglioni. Non dovevate disturbarmi.

– Ma lei ci disse di andare a casa di Sharon.

– Sharon? Chi è Sharon? Sharon Stone? Ah no, capisco. Sharon, una tamarra di Via Agucchi. Sì, vi avevo detto di andare da lei. È più ricca di me. Mi chiedeste dei soldi. E io vi consigliai di andare da Sharon.

– Ah, ci scusi, Manson. Fraintendemmo. Comunque, ci può togliere una curiosità?

– Sharon è davvero ricca? Che fa di lavoro?

– Nulla. È come Margot Robbie. Una che non sa recitare e non è Sharon Tate.

– Ma gira tanti film.

– Sì. Tutti i registi la ficcano nei loro film, sperando poi di portarla a letto. Pensate a quel coglione di Tarantino. Scrisse Kill Bill solo per andare a letto con la Thurman.

– Ma ci riuscì.

– Sì, l’aveva drogata in Pulp Fiction. Ora, fuori dalle palle.

 

di Stefano Falotico

In tempi di Draghi, ci vuole il Drugo per ripristinare il mondo a Cinema, fumetti e anime purissimi/e da Ken il guerriero pulitissimo


05 Feb

lebowski bridges

Sì, a Bologna, quando una persona è prodigiosa, gli si dice: , ma lui lì è un drago.

Di mio, so che il vicino di casa di mia nonna, nella sua casa oramai abbandonata a sé stessa, ubicata in una zona brulla e remota dell’entroterra d’un paesino in provincia di Matera, di cognome faceva Dragonetti. Uomo forse non angioletto eppur carismatico dal fascino meridionale come un Al Pacino nostrano della Lucania con tanto di Amaro Averna, il gusto pieno della vita della moglie che si divertiva con gli amanti più calorosi di una vodka ad altissima temperatura, zuccherandoli dall’essere cassaintegrati mentre il Dragonetti, incassando altre botte al fegato, amaramente cantava con Domenico Modugno, forse oggi coi Negramaro. Ecco, in questi tempi bui ove nemmeno Rust Cohle/Matthew McConaughey riesce a sperare nella luce contro le tenebre, necessitiamo di una nuova stella di Hollywood? No, di una star dell’Orsa Maggiore a mo’ di Ken il guerriero. Epicamente “siglato” da Claudio Maioli. Uomo che, alla pari di Cristina D’Avena in versione virile su voce da Kickboxer à la Vandamme canoro, energizzò le nostre infanzie pronte a slanciarsi, dopo una torbida pubertà, in un’adolescenza che sognammo foriera di vitalità e godimenti lontani da vetusti schemi della “didattica a distanza” figlia d’adulti tromboneschi e oramai, da tempo immemorabile, spenti e depressi. Gente, invero, trombata e secondo me anche poco trombante, insomma, arrogante e impotente. Gente che, evidentemente delusa anzitempo, s’arrogò il diritto di volerci intenerire e incenerire al fine che, di rughe precoci e di panze piene veramente atroci, passassimo il tempo a giudicare come Mara Maionchi. Assoggettandoci al loro XFactor atto a far sì che ci accor(p)assimo ai loro deperiti corpi, cuori e cori marci e putridi. Sì, esigo la giusta recensione, no, la regressione alla Ferdydurke. Opera letteraria davvero capolavoro di Witold Marian Gombrowicz. Sì, in un mondo imbarbarito ove la gente invidia, a mo’ di Iago, Mario Balotelli perché non è Otello ma stette con una di grosse t… te, ovvero Barbara Francesca Ovieni, la quale gli diceva… Mario non essere amletico, o vieni oppure andrò con Riccardo III che è storpio ma ha voglia e infatti urla… un cavallo, il mio regno per un cavallo e per una donna come Barbara, una cavalla che sa le gambe accavallare, ecco, io scazzai tutto e, nelle rughe, no, righe venute prima di Mario, non poco cazzeggiai. Ci vorrebbe Renato Pozzetto di Da grande per rivedere la vita con purezza totale, senza nemmeno scoglionarci con atti impuri. Ora, secondo Federico Frusciante, famoso critico YouTuber, David Bowie fu una put… na di bassissimo bordo mentre i Queen lo furono come Theresa Russell di Whore.

Secondo le grida popolari da arrotini e da personaggi circensi, da cretini, da venditori di castronerie da pere cotte, sì, da peracottari e, un tanto al chilo, qualunquisti imbonitori da mercato ortofrutticolo, emesse con sfacciataggine da Oscar da tali tuttologi fantomatici del web, Brian May non fu un chitarrista mentre i sedicenni del Conservatorio avrebbero un’estensione vocale maggiore rispetto a quella di Freddie Mercury. Queste idiozie fanno più paura di Freddy Krueger. Secondo me, questa gente è come Gene Hackman de Gli spietati. Quello sceriffo, nel suo rione, dettò legge. Propinando maieutica e “cultura” cinematografico-musicale ma non entrando però mai realmente in azione a mo’ di Amleto che perennemente delira imperterrito, non sempre a torto comunque, teorizza complotti su Netflix e scambia Clive Owen per Owen Wilson. Ah, sono comunisti così come Mario Brega di Un sacco bello, si capisce, incorruttibili mentre chiedono ed elemosinano soldi per recensioni da capitalisti deplorevoli. Ecco allora che qualcuno s’identifica in Gian Maria Volonté. Io credo di essere Marco van Basten. Cioè il centravanti più forte di sempre a cui spezzarono le gambe semplicemente perché quando scendeva in campo distruggeva chiunque. Ah no? Ecco, io non sono un uomo normale. È risaputo. Infatti, colpi come quelli di Mario, no, Marco, peraltro immarcabile, li possono eseguire tre persone, vale a dire Uma Thurman di Kill Bill vol. 2, Ken il guerriero e una persona su cui sarebbe stato meglio non comportarsi come i David Carradine di turno. Sì, i miei sono sfrontati affronti da William Munny, il revenant per eccellenza. Silenzio adesso, parla il Maestro. Se non vi sta bene, chiedetemi chi sia e come sarà Cry Macho e ve lo dirò dopo averlo visto. Ah ah.

di Stefano Falotico

Nella vita, ho sempre sognato di essere Tom Hanks di Forrest Gump e di Big ma divenni Renato Pozzetto di Da grande


03 Feb

da grande pozzetto

Sì, devo guardarmi allo specchio e riconoscere che, dirimpetto al mio (io) fesso, no, riflesso, non vedo la strega di Biancaneve. Vedo, in verità, Sarah Stephens di The Witch.

Sì, molta gente sostiene che io distorca la realtà. Secondo me, la vedo benissimo. Sarah, a me apparse e tuttora appare come una donna per cui mi sarei dato alla caccia alle streghe purché lei mi avesse dato la sua mela rossa.

Ora, molte professoresse d’Italiano e Storia conoscono a memoria i nomi dei sette re di Roma. Molte di esse, non tutte per fortuna, sono sposate con uomini che ne valgono mezzo. Infatti, ribadisco che nella mia vita non volli mai salire a Montecitorio e amo, ogni giorno, identificarmi con un nano partorito dalla penna dei brothers Grimm.

Invece, penna a Bologna significa donna bona quasi quanto Monica Bellucci de I fratelli Grimm e l’incantevole strega. Ora, alla Bellucci preferisco la Stephens e, al Cinema “arty” di Robert Eggers prediligo Ingmar Bergman e Carl Theodor Dreyer. Invece, ad Anya Taylor-Joy, regina degli scacchi, preferisco ancora Anna Falchi.

Pensai che, col passare del tempo, Anna Falchi imbruttisse, anzi, sarebbe parecchio imbruttita rispetto a Dellamorte Dellamore. Non è successo. Credetti anche che Rupert Everett, dopo la scena r rated non molto soave con Anna nel succitato film di Michele Soavi, avrebbe cambiato gusti sessuali. Non è avvenuto, non avvenne, manco venne? Comunque, Rupert, ai gay pare ancora un uomo avvenente. Ecco, uno può essere anche omosessuale ma se un uomo dice che Anna Falchi è brutta, sì, rispetto la sua sessualità ma, in fatto d’estetica, non vale un c… zo. È un uomo deficiente, oltremodo impotente.

Ovviamente, me ne riferisco in termini puramente riguardanti il suo giudizio sulle donne. Insomma, a me Ruperet Everett non piace come uomo. A dirla tutta, non mi piacciono tutti gli uomini. Sì, ma non sto parlandone solamente in ambito sessuale. Sino a qualche anno fa, mi convinsi di essere misogino e misantropo. Ripeto, mi specchio e, dinanzi a me, vedo una bella donna. Ah ah. Sì, faccio le battute. A differenza di molti uomini, almeno non mi faccio le battone. Volete mettermi al rogo? Non mi considerate normale? Specchiandomi, noto qualche ruga. Fortunatamente però non vedo un uomo come Willem Dafoe di The Lighthouse. Se avessi più capelli e dieci centimetri in più di statura, sarei uguale a Robert Pattinson. Diciamo che sarei identico a lui se avessi anche molti più soldi in banca? Eh già.

Sì, non è vero comunque che gli uomini calvi o stempiati non piacciono.  E quelli che non sanno usare il congiuntivo piacciano? Ma mi faccino il piacere. Forse, non piaceranno a Rupert Everett. So e sappiamo benissimo che Bruce Willis, per esempio, stette con Demi Moore. Non solo con lei, praticamente con mezzo mondo. Non sono un amante di Bruce Willis.

Per tutta la vita, sognai di essere Robert De Niro e debbo dirvi che fallii, sì, ho miseramente fallito. Sono diventato Al Pacino.

Sì, per tutta la vita tentai invano di essere soltanto un signor nessuno, cioè per l’appunto un fallito. Non ce l’ho fatta.  Semplicemente perché il 90% della gente pensa che Robert Eggers sia un genio. Non diciamo stronzate. Dopo solo due film, non si possono sparare queste assurdità. È evidente che Eggers studi a tavolino i film, da lui realizzati, per piacere a chi pensa che basti una fotografia sgranata in B/N per firmare un capolavoro. A essere proprio sinceri, The Witch mi lasciò perplesso, Sarah Stephens, no.

Molta gente pensò che abbisognassi di laurearmi per arrivare… Mah, di mio, guardo la Stephens e arrivo subito. Guardo la mia lei e lei, guardandomi, arriva subito. Al che, gli invidiosi mi urlano: ma che/i pensi di essere? Il più bello? Noi ci siamo fatti il culo per arrivare.

Secondo me, sono ritardati. Insomma, questi qua arrivano solo quando se lo fanno? Sono persone prive di fantasia e immaginazione.

Che c’entra tutto questo col titolo del post?

Ecco, non vi siete arrivati… sono un uomo capace di amare Tom Hanks e allo stesso tempo Renato Pozzetto. Nessun uomo riesce, peraltro, ad amare Sarah Stephens e la mia lei contemporaneamente. La mia lei guarda me riflesso allo specchio e vede sé stessa. Ecco, penso che questa sia una bella metafora dell’amore.

Prima che io e lei c’incontrassimo, non ci piacevamo…

Vi ricordate la celeberrima scena della lettera de… La malafemmina con Totò e Peppino? Perdonatemi se sbaglierò modestamente a eccitarla, no, a citarla. Scusate se sono porche ma diecimila, anche centomila lire non bastano.

Sì, le vostre donne hanno bisogno di miliardi e hanno troppi c… zi per la testa.

 

di Stefano Falotico

sarah stephens the witch

A Rambo preferisco Rocky, alla moglie di Stallone le figlie


01 Aug

stalloneROCKY con Little Marie docet: la mia unica debolezza è non avere debolezze, è avere ciò che i ricchi, in quanto avari, non avranno mai neanche in primaverarambo stallone

 

Sì, devo cambiare le cuffie e il microfono. Inserire nuovi spinotti mentre Stallone la dovrebbe finire con gli spinoff di Rocky, ovvero Creed.

Infatti, a quanto pare, girerà il settimo film della saga su Balboa, il suo miglior personaggio in assoluto.

John Rambo è altrettanto iconico e riuscito ma è la versione cattiva di Rocky. M’ero già poco tempo fa espresso su questa sottile, antitetica eppur molto importante, imprescindibile sfumatura.

Rocky era un cane bastonato, anzi, spesso solo come un cagnaccio. Ma sarebbe finito peggio, cioè incagnito, se l’avessero fatto solo abbaiare, no, arrabbiare.

Lui avrebbe terminato di svolgere anche il suo lavoro da underdog riscuotitore di crediti, abbandonando ogni residua speranza da clandestino pugilatore e, a gran malincuore, si sarebbe ritirato con la coda fra le gambe, come si suol dire. Del tutto svalorizzato e screditato.

Probabilmente, emarginato completamente, osteggiato e vilipeso da una società cinica e spietata, totalmente ignudo, dirimpetto a una nuova provocazione smodata, villana e screanzata, avrebbe dato di matto e l’avrebbero ricoverato.

Prima l’avrebbero fortissimamente insultato, sì, in maniera inusitata, dunque, dopo averlo bloccato, bocciato, boicottato e dopo avergli infilato il bastone fra le ruote in ogni dove, l’avrebbero maltrattato, reputandolo un’ultima ruota del carro, brindando sul camion dei falsi, pagliacceschi vincitori col drink in mano.

A Rambo andava subito data una mano, non una lametta da barba per sgozzare ogni sua già bruciacchiata, decollata speranza. Decollò, voleste decollarlo ma non a picco colò. Anzi, in culo ve lo ficcò.

Rambo, dopo essere stato medaglia al valore, soldato rimpatriato e perfino ultra-decorato, fu dallo sceriffo stronzo, infatti, che scorretto fallo, psicologicamente sodomizzato.

Cosicché, ancora non guarito, bensì sguarnito d’ogni dignità in quanto atrocemente nell’onore e nell’amor proprio spogliato, avrebbero addirittura attentato ai suoi passati traumatici, risvegliandolo dal letargo e inducendolo a un’irosa esplosione scriteriata.

Presto sedata per ancor più servirgli una fottuta, bastarda, doppia inculata.

A Rocky Balboa invece, miracolosamente, una seconda chance fu generosamente data. Dal cielo gli fu fortunatamente addosso piombata e donata. Mentre a Rambo i cattivi vollero soltanto riempirlo di piombo. Altra sfumatura che, per nessuna ragione al mondo, andrebbe trascurata.

Sì, desiderano che Rambo fosse del tutto oscurato in quanto, vivendo lui da ascetico vagabondo un po’ troppo cogitabondo, forse anche tonto, i fascisti pensarono bene, anzi malissimo, di rimproverarlo, di spedirlo coattamente in cura solamente perché, nonostante fisicamente fosse assai muscolato, la sua barbetta era trascurata e Rambo girovagava a zonzo con aria da gonzo, malinconica e sconsolata. Voleva farsi solo una birretta, cuccarsi forse un’insalata per una discreta, serena mangiata. Invece gli stronzi vollero papparselo e inchiappettarlo.

Rambo non era certamente il primo venuto e sappiamo bene che si dimostrò un osso duro.

Lo stesso lo prese in quel posto ma almeno restituì pan per focaccia a quel panzone di Brian Dennehy, trivellandolo pure in maniera sacrosanta e assai cazzuta, in modo parimenti micidiale da pollo nel girarrosto.

Rocky invece, nonostante le iniziali, comprensibili titubanze poiché, dopo tanta sociale latitanza, umanamente credette che sarebbe stato controproducente rigettarsi nella mischia, rischiando ancora una volta una figuraccia, tergiversò. Rimanendo un po’ sull’introverso.

Pensò che, dall’incontro contro Apollo Creed, ne sarebbe uscito sfigurato, massacrato e, costernato, nelle costole spappolato, sarebbe rincasato ancora più incazzato.

Invece, contro ogni pronostico a lui sfavorevole, sì, perse ugualmente ai pugni, no, ai punti ma, se l’incontro fosse durato solamente dieci secondi di più, sarebbe stato lui ad alzare le braccia in segno di vittoria. Mica pugnette. Mica pizze e fichi, pizzicotti e fighelle. Ricotte.

Ecco, spesso nella mia vita, ho fatto cascare le braccia, invece, a tutti.

Sono stato la pecora nera in quanto non mi è mai piaciuto fare il bugiardo e campare d’ipocrisie figlie d’una mentalità laida partorita dalla gente di panza piena e perciò pure nel cervello assai larda.

A forza di ricevere a raffica botte pazzesche, sono oramai indurito e collaudato.

Invero, come girano le cos(c)e a questo mondo, lo compresi già dopo il servizio civile. Non feci il militare, cazzo, lì ancora maggiormente i caporali e i maggiori, di nepotismi, nonnismi e bullismi m’avrebbero fatto a sangue il culo, ma comunque me lo spaccai lo stesso, archiviando tutti i manifesti della Cineteca di Bologna ove prestai diligentemente il mio obolo da obiettore di coscia, no, di coscienza.

Ah, lavoravo cinque ore al giorno. Ma non servì a molto. Dopo circa un anno di servizio, ferie e permessi inclusi, guadagnai un cazzo. Roba che in un giorno, oggigiorno, una modella su Instagram, oltre ad archiviare sempre più followers nel suo carnet personale, becca sempre a ogni orgia, no, ora… un figo della madonna, che lei non è, da chiavare perché sa mostrare la carne e non abbisogna, dunque, di girare di locandine in bettole per trovare un lavoro da sguattera, da cameriera. Diciamocelo, la cameriera è una donna onesta eppur da molti trattata a pesci in faccia in modo disonesto. E non vuole la riscaldata minestra! Infatti, serve in una trattoria che offre ai clienti solo il caffè amaro.

Se non vi sta bene solo il caffè ma volete il tè, la cameriera vi sbatterà… solo fuori dalla finestra.

No, invece la modella d’Instagram vi serve sul piatto d’argento la sua carrozzeria dorata per onanismi vostri da uomini a cui, in quegli attimi bollenti, più della vostra salsiccia ottimamente rosolata, non darei mai in mano, appunto, qualcosa di fine e di porcellana. Le vostre mani, oltre che sporche, tremano e potreste rovinare un vassoio che vale dieci milioni di modelle intoccabili perché troppo belle.

Eh sì, mie porcelle, no, porcellini, sono Lupo Ezechiele e vi conosco perché io non sono un ipocrita che pensa che la vita sia solamente rose e fiori, baci Perugina e confetture di miele.

Già, qualche volta pure io me la tiro, lucidando tutta la mia cristalleria d’assaggiatore che sorseggia le migliori, femminili bellezze rosate come il vino più pregiato, ambendo a smaltarne le lor labbra con calorosa, densa freschezza masturbata e, da buona forchetta di codeste tutte da gustare, sognandone le linguette allo scoglio, speriamo non allo scolo, i baffi mi lecco. Che leccornia ma loro con altri mi mettono le corna. Insomma, stimolano le mie cornee ma sono delle zoccole senza cuore.

Alcune sono solo delle galline spennacchiate ma non è da questo che si giudica un cedrone gallo che da bianco lo fa diventare giallo e poi rosso con tanto di cresta cremisi e finale cremoso.

A parte gli schizzi, no, gli scherzi, Rocky è un glande, no, un grande.

Avete presente quando avverte Little Marie, l’attrice Jodi Letizia, riguardo alle ipocrisie del mondo adulto?

Rocky le dice che lei si comporta da mignottella e, così facendo, a lungo… andare, la gente, quella che mangia solo le tagliatelle, comincerà davvero a considerarla come tale se non si darà presto una regolata.

Sarà per sempre confinata, stigmatizzata e come puttanella etichettata.

Poiché la gente preferisce farsi un quadretto assai distorto del prossimo, un’idea più conveniente e sbrigativa. Per lavarsene le mani, appunto.

E non vuole mai rivedere le proprie (im)posizioni nemmeno se uno le smonta e smentisce pezzo per pezzo.

Per esempio, se uno viene troppo velocemente preso per pazzo, agli occhi di chi emise questo giudizio sveltissimo, senz’appurare nel profondo, quel ragazzo rimarrà sempre pazzo.

Può diventare pure Gandhi e queste persone diranno che fa Gandhi per far credere a tutti che in verità non è un pensatore libero ma un povero cristo che si spaccia per uomo elevato. Continuerà a puntargli il dito, imputandosi, urlandogli perfino che s’è sputtanato.

Poiché, se prima era pazzo, adesso manco usa il cazzo. Sì, sputtanato significa non andare a puttane.

Quante cazzate… la gente, Gesù mio.

Cosicché, se vi sarete/foste annoiati di una vita di balli e cani, no, canti, vi diranno che vi siete arresi, che siete degli vigliacchi e sopravvivete alla bell’è meglio in squallidi appartamenti e in fatiscenti auto-inganni. Ah, non mi incantate. In voi non m’incarnate.

Arriverà un cinquantenne a farvi la morale per puro, sadico gusto di farvi del male. Farvi e farvi, sempre farvi.

Vi dirà… che siete uomini senza dignità che si fanno soltanto gli atti impuri quando, in verità, lui fa ben di peggio.

Oltre a segarsi, quasi ogni notte va appunto ove sapete. A mignotte!

Però, ogni domenica brinda con moglie e prole, continuando a raccontarsi frottole, magnandosi anche delle dolci frittelle.

I suoi amici credono che sia un grande uomo perché è perfino un tosto lavoratore. Non sta fermo una sola ora. Ci dà!

E voi, giovani, continuerete a farvi fottere da una merda così.

 

Morale della favola:

aveva ragione Trautman quando avvertì lo sceriffo, dicendogli che gli sarebbe convenuto mollare subito la presa. Lo sceriffo continuò a fare lo smargiasso e a ridersela grassa…

E aveva ragione pure Apollo Creed quando, dopo trenta secondi di match, capì immediatamente che aveva di fronte uno più forte di lui.

Sì, vinse. Ma solo nel primo perché aveva più esperienza, si chiama vantaggio psicologico, appunto.

Nel secondo però perde perché Rocky è, appunto, più forte e s’è esperito duramente dopo il primo incontro.

Insomma, la gente vede assai bene, spesso finge di non vedere, dunque ti sottovaluta apposta, facendoti credere assurdità perché è consapevole che, se scopri la verità, hai due reazioni possibili.

o come Rambo scoppi oppure finiscono loro scop(pi)ati.

Perciò farà di tutto per buttarvi giù e distruggervi, ne inventerà sul vostro conto di tutti i colori per farvi passare dalla parte del torto.

Voi pazientate, resistete e aspettate il momento giusto.

Quando vi sentirete pronti, sferrate un mancino pugno pari ai loro colpi bassi e ai loro giochetti mancini.

Che vi devo dire? Sono un macigno, forse un nero cigno, forse arcigno, fui Lucignolo e anche Pinocchio ma le bugie hanno le gambe corte, i vostri nasi sempre più s’allungano e ce l’avete molto più di me corto…

Il cervello. Quell’altro… non m’interessa.

Come dice il grande Renato Pozzetto di Grandi magazzini, signora, so che il cane è castrato, non ho mica paura che m’inculi…

Sì, non possiamo continuare a farci coglionare da gente che guardava roba come Lui è peggio di me e La casa stregata.

Comunque, anche Stallone è un ipocrita.

Nel quinto Rocky, dice al ragazzo che è un cocone, per svegliarlo, mettendolo in guardia dal successo e dal sesso arrivati troppo in fretta.

Peccato che da parecchio, fra l’altro, Stallone stia con Jennifer Flavin. Una rossa praticamente identica a quella mentecatta che George Washington Duke dà come premio a Tommy “Machine” Gunn/Morrison.

Sì, la Flavin fa la bella vita, va tutti i giorni in palestra e se la tira da milf assai figa.

Ha trovato quel coglione di Stallone che si spacca la schiena per girare il prossimo episodio de I mercenari, così che in famiglia possano continuare a pagare le super bollette e saldare i bolli della Porsche, della Ferrari e forse anche della Mercedes.

Sinceramente, mi farei le figlie di Stallone.

Ragazze che potrebbero insegnarvi, fidatevi, molte più cos(c)e dei luridi tromboni maestrini che oramai nessuno s’incula e che soprattutto da una vita non trombano.

Questa è la mia dichiarazione di dignità con tanto di mandare a fanculo questa gente falsa con gl’interessi della presa per il deretano non solo a loro. Pure a quelle due gran fighe delle figlie dello Stallone italiano…

M’immagino la scena…

Stallone, come un Provolone, scopre che ho scopato il sangue del suo sangue. Al che si precipita sotto casa mia per spaccarmi la faccia. Suona potentemente al citofono. Non gli apro. Sfonda allora il portone come Rambo e sale le scale a velocità pazzesca pari alla sua corsa fra le montagne del quarto Rocky:

– Falotico, apri! O prendo a calci la porta?! Chi cazzo pensi di essere?

– Sono Oscar – Un fidanzato per due figlie.

 

 

Stallone, dinanzi a questa mia risposta velocissima e imprevista, rimane stordito, spiazzato, imbambolato.

Mentre lui resta istupidito per circa una settimana intera, io gli scrivo la sceneggiatura del nuovo Rocky.

Al che, apro la porta. Stallone è fermo lì come uno stoccafisso, da settimana immobile, senza cibo né acqua. Una situazione orribile.

Gli do un pugno.

– Signor Stallone, mi sente?

– Sì, scusi. Eccomi. Dove sono?

– Tenga, licenzi il cazzone screenwriter del nuovo Rocky e usi il mio script.

– Ok. Vuole che la paghi?

– No, bastano le sue figlie. Pensi, Sly, sono loro che mi pagano affinché faccia gli straordinari.

Veda ora però di non rompere più il cazzo.

 

Comunque, le figlie di Stallone sono tre, forse quattro.

Dove stava la terza?

Sempre con me? Dove cazzo vuoi che stesse?

E la quarta?

Nascerà.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Al Modena Park, si celebra il “Blasco”, e mi vengono forti dubbi sul suo “fenomeno”


30 Jun

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Ieri, mi trovavo, alle otto di sera, minuto più minuto meno, nei pressi della gelateria Voglia Matta, anzi, ero “ubicato” proprio nel suo “laboratorio”, avendo ordinato un “comodo” gelato al gusto di stracciatella e nocciola. Mentre la signora me lo stava “confezionando”, dai vetri, dall’uscio diciamo, ho origliato una canzone di Vasco Rossi, e poi ho udito la voce di una squinzia che, “approcciandosi” al suo “porcino”, gli ha urlato nelle orecchie: AHOOO! WOWWW! Dopo DOMANI A MODENA C’è il Concerto del COM! E ANNAMO!

No, abito a Bologna, e il concerto si terrà nella patria dei tortellini ma la sua esclamazione “entusiastica” aveva un sapore romanesco di “annata”. A Napoli cantano “Annarè” e tutti sono andati, in queste ore, appunto a Mòdna, detto in dialetto.

Questo re(o) dei provinciali del Rossi ha totalizzato già un incasso da cardiopalma, paragonabile quasi a Woodstock, e duecentoventimila spettatori, molti forse non paganti, eppure del suo “credo” religiosissimi e non pagani. Filistei di quest’uomo nato nel comune “denuclearizzato” di Zocca, classe, molto “volgare”, del 1952. Un uomo seguito accanitamente anche ora che ha superato abbondantemente la sessantina e a dire il vero si avvicina ai settanta. Un uomo che, a dirla tutta, non si può dire che sia mai stato bello, oggi è peraltro molto “pelatino” e con una pancia “abominevole” mal dissimulata da canottiere “spaccatutto”. Eppure in Italia immarcescibile continua, persevera, insiste oserei dire, (nel)la sua marcia inarrestabile. Che non diminuisce anzi pare accrescersi di generazione in generazione, da decenni or sono è insomma seguitissimo. Ma com’è spiegabile tutto ciò?! Alcuni lo definiscono il più grande “artista” della musica italiana contemporanea di oggi, un oggi che pare infinito perché dura dagli “albori” dei settanta, sì, quasi come la sua età. Quella canzone alla radio, ascoltata dalla squinzia, forse non era la vita spericolata, ma in Tv, a celebrare il suo “mito”, ecco che spunta l’uomo “roxy bar”, cioè Red Ronnie, uno che nonostante tutto invecchia con “arguzia” perché sta sempre in mezzo ai giovani. Eppur decade!

Le canzoni del Blasco, come è stato più volte “ribattezzato”, sono, soprattutto quelle degli esordi, innestate su amori popolari, gridati, sbattuti in faccia e anche facenti uso, alquanto “perentorio”, dell’allusione smodata alla figa. Eppure quest’uomo, non certamente laureato a Oxford, piace, sa di “figo”. E fa le sue porche figure.

Insomma, sono perplesso, ma forse hanno ragione quelli che l’acclamano, le ragazze che dinanzi a lui si smutandano.

Parafrasando una vecchia barzelletta, che c’entra come i cavoli a merenda, in questa mia “disamina”, sono Bond, James Bond, mentre il suo nome è Epp, Giusepp’.

Lo so, è una cazzata, ma nella vita piacciono i cazzari.

Mi tengo le mie freddure, con tutta la “stima” per il Blasco, di cui non apprezzo onestamente, personalmente, la sua musica “calda”.

 

di Stefano Falotico

 

Sì, il Vasco è un uomo alla Ovosodo, fra commesse frustrate e i rimpianti delle casalinghe che una volta spingevano!

 

01495208

I deliri erotici della prima Estate falotica: S(t)e è un bravo guaglione


06 Jul

Tienitelo stretto, anche perché ci sono io che potrei slacciarti l’asciugamano…e, di mani in mani, si va “cont(r)attando e un po’ bagnando nel te(r)so

Di mio, uso il pareo senza Panarea m’arricciato lontano da Riccione, isolano da isoletta (in)felice, soffro di paralisi quando vedo bocce nudiste sol velate da un nero “avvolgente”, sibilo fra i granelli a “insabbiato”, poi nascondo le prove, essendo piovra e polipo che prima palpa e poi si spompa, tanto che affogo e la figa va con un balenottero di maggior “crociata”.

Sono in spiaggia, Lei smuove la sabbia e rinviene il mio feto galleggiante mentre sogna d’essere ingravidata da un ludro che la farà abortire prima che l’utero sia in lui lieto. Quindi, sboccia, sfila la camicia floreale e miro a Mezzogiorno la mia erezione florida in questa fauna di bestie.
Mah, almeno nelle saune ci son i sudori freddi, qui leccano il surriscaldamento e non solo i ghiaccioli. Sono microcapsule del freezer tutto l’anno e quindi cotte per l’“abbronzatura” dagli aggrovigliamenti spaparanzati, previo lunga conservazione parzialmente scremata come le cremine solari da imbalsamate. Il balsamo!

Aggradati, sgranocchiano il “mandorlato” e allisciano lo “stecchino” ancora di limonata prima della granita a mo’ di burrasca e burro d’arachidi. Alcune sono rachitiche, altri soffrono l’artrite. Di mio, sono l’ariete, gemellato al Vergine stuprato in quanto troppo da una gatta “venerato”.
Mi concupì, mi disossò, mi “levigò” e mi levò dalle palle, prima che potessi riprenderle, oramai spappolate.

Ora, devo andare avanti. Non piangere il latte alle ginocchia, leggi sperma raggrumato, versato, vessato e quindi in un più bravo amante “vergato”. Punto una mora che si confonde con la vegetazione là “in fondo”. Costruisce dei castelli per aria, di paletta la “spialo” e spio nelle biglie dei suoi orecchini che intravedo fra le doppie punte. Ravviso del feticismo anomalo nel ricchione che vorrebbe far con lei l’amore mentre pulisce le conchiglie della (de)riva, adocchiandola con far “maschio” e ventre pasciuto sul tappetino a mollo in panza da Pozzetto.

Al che, mi sento Paolo Villaggio de Le comiche. L’omo… Renato, di sé panzuto, mi sgancia un “Non tutto il Sole viene per cuocere”, quindi “inculo” di paletto d’avorio un “infangato”.

E urlo: “Adesso piove. Meglio ripararsi nel tendone…!”.

Il circo mi conosce, la Maga Circe da me solo avrà che il suo orco nella sua sorca. Non val due soldi quella meretrice.
Vada con Polifemo ché io mi tengo un epico polpettone da infermità mentale.

Ho detto tutto…

Anzi, no.

Acapulco, a sinistra c’è Selvaggia Lucarelli di tette arroganti “dal pulpito”, se le fanno la mastoplastica poi che cazzo fa? Per ora, se ne fa a bizzeffe di “(Aqua)fan(cazzisti) riminesi sulla riviera romagnola e piadina emiliana, gli uomini invertiti di regione erogena, orogenesi appenninica, dopo le lavorative pennichelle da stipendiati in padella, s’azzuffano per tali “salvagenti”, ma presto da gommosa diverrà (una) chiatta e la sua carriera sgommerà da schiappa.

Sarebbe da inchiappettare, se la mena, ma non ce l’ha solo lei. Anch’io me la tiro… sul gommone, in quanto ambiguo al largo. Mi allago! Non miagola! Boe e boati! Dio bono! Vacca la boia! Le vostri madri, come Selvaggia, son troie. Meglio Ulisse!
Uno che fissa e la tratta da fessa. Sia in senso di tonta che come si definisce la vagina in quel di Bitonto, paese lucano, amaro b(r)ullo.

Insomma, breve paragrafo senza girarci attorno. Pare una “spagnola” ma ama Rocco Siffredi alla francese. Fra Selvaggia ed Eva Green, scelgo l’ermafrodita vicino al semaforo. Lampeggia, è un lampone. Meglio di seni per gli allampanati!
Dai, le lampade fan male alla salute. Meglio i cocomeri! Razza di citrulli, siete dei meloni! Ma che limoni? Ma quale melina!
Ecco la tequila! Tieni qua, senti che boomChe dolore!
Sì, Selvaggia è oca italica, Eva stimola lo strabuzzato “lord(o)” inglese, entrambe per l’infarto mondiale su infradito del tamarro “rizzato”, meglio l’asessuato che eppur sa il fallo suo o non sappiamo se c’è o non c’è. Chissà dov’è, da qualche parte in culo gli entra di sicuro.

Ora, mi denunceranno. Dove son le di sicurezza uscite? Vicino agli spogliatoi? Ma sono tutti spogli, hanno bisogno di mostrar l’ambaradan? Ah, lo spogliatoio è ove anche si ci riveste.
Mah, siamo sicuri che sotto le docce non ci sia del bollente? Qui, non sono tiepidi di freschezza. Son secchi e ammosciati. Aridi come la temperatura a novanta su una centenaria. Agrigento! La Sardegna! La mansarda! Ripariamoci in uno spaghetto allo scoglio.
Le vongole, ricordate, son più saporite del gondoliere. Quello ha i remi in barca ma bisogna lanciargli dei gavettoni perché perda l’equilibrio. Venezia è sommersa!
Amsterdam si fa i cannoni di Navarone!
Voglio altri Neroni che brucino Roma! Città di bucatini e matriciane. Basta con la pasta! Appestiamo lo Stivale!

Dinanzi a queste cosce, sono un’aragosta. Rosso, per colpa delle radiazioni disumane a evirarmi nella radiografia al fegato da carcassa eppur bene incasso. Ordino un prontuario per la mia fame da “morto”, mi danno un panino alla mortadella, così opto per il mio “salame”.

E colo a spacco delle fighe cittadine. Più di gonne immaginanti, più di virtuale appetibili.

Lezione è tale di “sex”: se vedi troppo, non va molto, l’ipofisi è alla base erotica del “raddrizzamento”. Al mare, la pazzia è come una pizza da puzzoni.

Con tale stronzata, mi getto fra gli squali.

Mi squaglieranno fra i denti ma sarò sputato e dunque identico a loro di reincarnazione al filetto!

Ah ah!

Andate balneari. A fanbagno!

Tu balla.
Tu beli.

Io son bello e scodello lo scolaro mentre di riso abbonda sulla sua bocca da (s)tolto e tanto di crudeli coltelli.

Scudieri, le donne sol che scodellate nel cross!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Le comiche (1990)
  2. Bianco, rosso e Verdone (1981)
  3. Il sorpasso (1962)
  4. Culo e camicia (1981)
  5. Le Grand Bleu (1988)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)