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L’amore vince su tutto: se Fedez forse non tradirà mai la Ferragni, il grande ROCKY BALBOA visse per Adriana e non la tradì neanche da morta, ci avevate mai pensato?


05 Oct

rocky tommy gunnstanzionerocky davide daltri

Alla Bacinotti, detta La Baci, preferisco la bici? Non credo.

Al bacio al cioccolato, comunque, preferisco il pistacchio.

Sceriffo Teasle: – E vorrebbe dirmi che duecento uomini contro il suo Marine sono nella posizione di non poter vincere?

Trautman: – Se ci manda tanti uomini non dimentichi una cosa.

Sceriffo Teasle: – Che cosa?

Trautman: – Una buona scorta di barelle.

Per quanto tempo, su R 101, Silvia Notargiacomo e Francesca Bacinotti leggeranno il gobbo gossiparo per illustrarci della storia d’amore (?) tra Fedez e la Ferragni?

Di mio, ho sempre considerato Ryan O’Neal un grande e Love Story un bel film, a differenza di Ghost.

Guardando invece Al Pacino in Bobby Deerfield, debbo ammetterlo, credetti di essere omosessuale come Gabriel Garko. Perché Al, in questo film, è più figo che in Crusing. Ah ah.

Anni fa, da Bruno Vespa, Vittorio Sgarbi litigò furiosamente con Garko. Invece, Elenoire Casalegno forse litigò con Matt Dillon di In & Out? Ah ah. Be’, se avesse litigato con quello de La casa di Jack, avrebbe potuto anche non bisticciarvi, diciamo. Tanto lui l’avrebbe ammazzata ugualmente. Se invece la Casalegno avesse incontrato il Dillon di Fort Washington, non si sarebbe arresa dinanzi alla schizofrenia di Matt e l’avrebbe lo stesso amato come Jennifer Connelly nei riguardi di Russell Crowe di A Beautiful Mind. Cioè, alla follia. Ah ah. Se la Casalegno avesse incontrato il Dillon di Singles, l’avrebbe lasciato dopo tre giorni e si sarebbe chiusa, non solo in casa, depressa a morte, riascoltando tutta la peggiore, dunque migliore musica grunge malinconica per ritrovare i(l) Nirvana. Invece, se avesse incontrato il Matt di Rusty il selvaggio, credo che sarebbe andata con suo fratello, cioè Mickey Rourke. Voi dite di no? Non diciamoci stronzate. Se la Ferragni avesse incontrato il Rourke dei primi anni ottanta, avrebbe lasciato Fedez dopo tre secondi netti. Peraltro, Rourke non stava messo male a soldi.

La Notargiacomo e la Bacinotti sono due donne molto sexy, la seconda però, anziché avere una voce calda e dunque radiofonica, come si suol dire, appena apre bocca, mette solo voglia di amare Piccolo Buddha di Bertolucci. Poi, se la vedi su Instagram, senza che lei minimamente fiati, è mozzafiato. Sì, ottime gambe, seno esplosivo, una bionda da leccarsi i baffi.

Ecco, dopo queste gustose freddure in puro stile Falotico, ne aggiungiamo un’altra. A 13 anni, dopo la licenza media, rimasi innamorato d’una delle mie ex compagne di classe delle medie. Lei s’iscrisse all’istituto per geometri, il Pacinotti di Bologna. Io, invece, dopo mille delusioni, amai da morire Al Pacino di Serpico.

Cavolo, ne so una più de L’avvocato del diavolo. Ah ah.

So farvi sempre ridere ed essere autoironico sulle mie sfighe. Sulle mie fi… e, sono molto serio. Ecco, cerchiamo di fallo, no, difatti… di mantenere un atteggiamento da duro… non lasciamoci intenerire da troppi ricordi da rompiballe. Ah ah. Credo di credere all’amore nonostante le inculate bestiali ricevute. E dire che non sono gay passivo. Ah ah. Neanche attivo. Tant’è che, qualche anno fa, vollero affidarmi all’assistenza sociale. Per fottermi di più? Ah ah. Sì, ci sono cosiddetti tutoralias educatori, che tradiscono le mogli con le ragazzine malate di mente da loro prese in cura, forse sotto gamba. Eh già, codeste ragazze, apparentemente sprovvedute, sputtanano tali pedagoghi della mutua e li fanno impazzire. Ah ah. Sì, infatti costoro sono sempre affiancati da uno psichiatra. Ah ah.

Sono uno dei pochi uomini che ama Pier Paolo Pasolini ma solo dal punto di vista del lato artistico e non del lato b, a differenza di Ninetto Davoli. Willem Dafoe interpretò Pier Paolo per Abel Ferrara. Massimo Ranieri invece per David Grieco. Scusate ma il Ranieri de La patata bollente non piaceva evidentemente ad Edwige Fenech ma forse sarebbe piaciuto a Giacomo Leopardi. Sì, diciamocela, la celeberrima Silvia di Leopardi fu usata a mo’ di copertura alla pari di Eva Grimaldi e Manuela Arcuri con Garko. Basta, fermatemi! Ah ah.

Uh uh, che diavolaccio che sono. Il mondo è pieno di maligni, non esiste solo il Maligno. E io ho un diavolo per capello. Ah ah. Molti anni fa, mi piacque molto Luisa Ranieri, poi compresi che era, fu, è e sarà un’attrice solo del cazzo. Ah ah. Luisa s’innamorò di Luca Zingaretti dopo averlo ammirato ne Il commissario Montalbano. Se l’avesse visto in Vite strozzate e ne Il branco, avrebbe cantato con Adriano Pappalardo di Ricominciamo. Ah ah. E Luca, consapevole di essere stato uno stronzo, avrebbe urlato a squarciagola con questa.

Credo di essere stato sempre molto più avanti rispetto ai miei coetanei. Ai tempi delle medie, infatti, mentre quelle della mia età adoravano Claudio Baglioni, io amavo questa canzone:

Nel ‘92, il Festival di Sanremo fu vinto da Valerio Mastandrea de La prima cosa bella. Cioè Luca Barbarossa, ah ah. Non so, comunque, se Paolo Virzì dedichi alla sua Micaela una canzone di Eros Ramazzotti oppure questa:

Comunque, Sylvester Stallone di Rambo è ascetico. Mentre quello della saga di Rocky è forse l’uomo più romantico di sempre. Non tradisce mai Adriana. Nemmeno da morta. Rocky non è soltanto una storia di sconfitta e redenzione commovente over the top. È la storia di un “fallito”. È la storia di un uomo, la storia di un uomo… come Il grande Lebowski. È la storia di un uomo che accetta ogni provocazione e colpo basso. Ma è una grande storia d’amore soprattutto, ripeto.

Ora, molti mi chiedono come abbia fatto a essere piaciuto e a piacere alla mia lei.

Risposta: – L’ho vista e le ho detto che volevo baciarla. Non solo baciarla, direi che mi sono spinto oltre…

– Eh, chi sei? Alain Delon?

– Alain Delon ha più di ottant’anni.

– Ma va’, va’. Chi sei? Una viene con te perché sei, saresti più bello mentre gli altri devono farsi il culo per essere amati?

– Significa che non amano, sono dei leccaculo.

Comunque, appoggiato dalla mia lei, sto terminando Bologna insanguinata. Libro di circa 300 pagine che disaminerà amori, imbrogli, reati, ipocrisie, delitti efferati avvenuti nel capoluogo emiliano che mi diede i natali. Un excursus mai visto, soprattutto letto, su Bologna e dintorni. Dall’Uno Bianca di Castelmaggiore a Villa Clara, da Marco Dimitri alla strage della Stazione Centrale, da Andrea Roncato a Pupi Avati, dalle scuole Guido Reni alle Salvo D’Acquisto, dai licei Galvani e Minghetti al Sabin e al Copernico, dal Righi a una che amò i Righeira ma non andò mai in riviera, dai suicidi indotti dal bullismo alle persone rinate grazie al loro devastante e ribaltante colpo inaspettato da gancio sinistro micidiale e geniale alla Balboa.

Nel frattempo, D. Stanzione, critico di Best Movie e mio amico, mi ha promesso che stasera mi manderà, in allegato PDF, su Messenger, la prefazione da lui curata del mio prossimo libro pubblicato dalla Kimerik Edizioni. Fenomeni e campioni, chi sono io? Nessuno. Sono uno che, per colpa d’imbecilli, si beccò una diagnosi totalmente sbagliata. Nessuno al mondo resiste a una mostruosità del genere. Nessuno tranne John Rambo.

Cari idioti, ora vi do una Bacinotti e un bacino. Siete felici o volete un altro mio (s)gradito regalino? E quella Notargiacomo la dovrebbe finire di parlare in radio solo di lasagne. Avrebbe bisogno di una besciamella e so io di cosa. Densa e granulosa. Dolce e cremosa. Oserei dire, voluttuosa e associata a qualcosa di grosso, diciamo, molto voluminoso.

 

di Stefano Falotico

francesca bacinotti

silvia notargiacomo

casalegno sgarbifedez ferragni

Secondo voi, Woody Allen altri non è che JOKER a Manhattan anziché a Gotham City?


26 Jan

irrational man allen phoenix

IRRATIONAL MAN: tutto quello che avreste voluto sapere sulla mia coscienza da Sartre ma avete sempre osato con supponenza e crudeltà chiedere, eccome, poiché vi dispiaceva che non mi piacessero le sarte e le finte san(t)e

 

Sì, Irrational Man è un film bellissimo. Che profuma di leggiadra levità, un film però cupissimo, pessimistico ma al contempo ottimista, aperto a squarci di aperta euforia e contagiosa ilarità dopo tanta, apparentemente imperitura, troppo dura, insalvabile, orrenda infelicità e melanconica oscurità senza speranza e possibilità di cura.

Un film scuro.

Al min. 51, vi è però una scena stupenda e radiosa. Emma Stone e Joaquin Phoenix, recitando forse perfino meglio di Helen Hunt e di Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato nel pezzo del complimento migliore, sono seduti, tête-à-tête, a lume di candela in un caldo ristorante accogliente…

– Mi piace che ordini per me – dice lei, sorpresa e piacevolmente imbarazzata.

– Salute.

– Salute.

– Mi sento in forma stasera. Rilassato, felice.

– Dopo tutto, stiamo festeggiando, no? Anche se è un po’ macabro festeggiare la morte di qualcuno.

– Certo che la vita è ironica, no? Cioè, un giorno, una persona è impantanata in complicati, irrisolvibili problemi. Il mondo sembra buio, i problemi preponderanti e poi, in un batter d’occhio, le nuvole nere si aprono e torni a godere una vita normale. È stupefacente. A volte basta una piccola cosa.

– Tipo un attacco di cuore, eh eh.

– Oppure, non so, vincere alla lotteria.

– Già, uhm. Io sto festeggiando per la seconda volta in tre giorni.

 

In questo meraviglioso film, come detto, assai leggero e non pedantemente troppo lezioso e serioso, drammaticamente o esageratamente derivativo di Bergman, Woody Allen, malgrado nello scrivere qualche dialogo possa esservi apparso banale o addirittura facilone ed edulcorato, ha saputo dimostrare una sapienza e una capacità di sdrammatizzare perfino sé stesso che da lui, uomo autoreferenziale e palloso, non mi sarei mai aspettato. Insomma, m’ha stupito e lasciato allibito. Come si suol dire, senza parole. Per la sua magistrale, delicatissima mescolanza di tetraggine e al contempo di giocosa, innocua fanfaronaggine, per la lodevolissima capacità di essere riuscito a coniugare una vita malinconicamente tristissima come quella di Abe Lucas/Joaquin Phoenix, come sempre sostanzialmente il suo alter ego riflesso sullo schermo, a una vicenda lugubre quasi da Misterioso omicidio a Manhattan. Senza però ammorbarci con discorsi eccessivamente filosofici sul senso (in)significante della vita nonostante il protagonista di questa pellicola sia, paradossalmente, neanche a farlo apposta, un filosofo esistenzialista.

Abe Lucas, non riuscendo a uscire dal suo stato d’impasse, anziché ascoltare Lucio Battisti ed emozionarsi pateticamente con la ruffiana La Canzone del sole, per sentirsi vivo, pensate un po’, commette un perfido omicidio al fine, non machiavellico, di riappropriarsi, attraverso un gesto emozionalmente immorale, della sua perduta umanità. Da tempo immemorabile, insoluta come un assassinio irrisolto.

In poche parole, sopprime una vita umana per ritrovare l’essenza del suo io senziente. Poiché era lui quello morto dentro.

Assurdo, no? Stanco e stracolmo, oh, è il colmo, di nausea, memore della lezione sull’inferno degli altri dello stesso Jean-Paul Sartre, radicalmente, in linea con la rigorosità del suo nichilismo romantico, dunque superomistico, nietzschiano e kantiano, compie un Delitto perfetto alla Alfred Hitchcock.

Cioè, dopo essersi smarrito nelle tenebre, ecco che vuole essere pure la versione maschile di Kim Novak de La donna che visse due volte.

Forse, come Arthur Fleck/Joker, desidera utopisticamente rinascere in modo folle da vera araba fenice o probabilmente da Cervo a primavera alla Riccardo Cocciante.

Cantando alla sua bella… se stiamo insieme ci sarà un perché e vorrei riscoprirlo stasera.

Nello stesso anno in cui Cocciante, per l’appunto, con Se stiamo insieme vinse il Festival di Sanremo, Renato Zero arrivò secondo con Spalle al muro.

Vecchio, sì…

L’anno dopo, Luca Barbarossa invece trionfò con Portami a ballare.

Credo che sia così. Forse, dovrei controllare le esatte annate su Wikipedia ma stasera non ho voglia.

Quindi, donna, lasciami votare e pensare alle elezioni. Domani, penseremo all’erezione.

Ma questa canzone non era dedicata alla sua donna o alla sua compagna, bensì a sua madre. Nessun complesso di Edipo da Woody Allen. Eh no.

Una canzone dolce, melodiosa, commovente.

In cui il figlio chiede a sua madre chi era. E, come Valerio Mastandrea de La prima cosa bella, balla con Stefania Sandrelli che, da giovane, era un po’ zoccola alla Micaela Ramazzotti. O forse ascoltava solo Eros… con Terra promessa. Un’imitazione nostrana della filosofia Promised Land di Bruce Springsteen?

No, non fatemi la morale. Fui irrazionale ma non si può dire che non sia ancora geniale.

Per tantissimi anni, fui tormentato dalla solita estenuante, oppressiva domanda asfissiante. Ovvero:

ma perché se sei tanto in gamba, non hai amici tuoi? Perché rompi le scatole?

Curati dalla fobia sociale. Affronta la realtà. Idiota!

 

Rimasi scioccato da quello che sentii sul mio conto. Dico, scherziamo? No, dai, devo aver sognato. Avevano confuso un esistenzialista lontano dalle frivolezze di adolescenti stolti e storpi per un malato di mente.

Incredibile!

La gente è brava a spettegolare e a giudicare i giovani ancora prima che possano evolversi e compiere in forma autonoma. Prima, vale a dire, che possano autodeterminarsi. In maniera spregiudicatamente, scandalosamente arbitraria, la gente decide a priori di diagnosticarti e inquadrarti, forse anche internarti.

Come se ci trovassimo in Minority Report. Cioè, se avverte che qualche cosa di te non sia allineata ai principi vetusti d’una falsa giustezza biecamente istituzionale, per meglio dire precostituita, si comporta come il figlio di puttana di Delitto e castigo. Citato, fra l’altro, in Irrational Man.

Le offese che vi vomiteranno addosso in modo morboso, inquisitorio, capzioso e ipocrita saranno le stesse:

– Non hai in un briciolo di dignità per te stesso, sfigato? Pagliaccio! Salutami il tuo amico, il ragioniere Filini. La sera, vai a mangiare da Gigi il troione? Ah ah ah.

 

Sì, l’Italia è un Paese che parla di valori e che giudica le persone sul reddito pro capite e sulla base d’una poco iniqua visione di cittadinanza completamente regolata dagli abusivi appalti edili di un’ingegneria poco costruttiva che non sta eticamente in piedi.

Meglio allora l’isolazionismo pop e il costruttivismo russo. Voi, eh sì, russate, datevi alle risse, eccitatevi per una rossa e andate a scolarvi un’altra bionda.

Come nel magnifico L’ufficiale e la spia, a qualcuno non tornarono i conti…

E mi pare sacrosanto che costui volle approfonditamente indagare.

Chiedetemi quello che volete. Io non mentii mai, furono gli altri ad allestire un delirio per mascherare il loro mostruoso crimine.

Cioè non vollero che una persona vivesse una vita normale, anzi, superiore alla media e ai dettami delle squallide scuole superiori, perché la mia libertà assoluta arrecava fastidio. Sì, su questo punto di rottura, soprattutto dei vostri coglioni, sono intransigente e assolutista. No, ma quale assoluzione!

Un’oscenità mai vista.

Come infatti sostiene Abe Lucas/Joaquin Phoenix, che ve ne fate di tutte le parole forbite da letterati imbattibili se non sapete, a mio avviso, non solo capire Woody Allen, poiché lo adattate solo alle vostre frustrazioni quotidiane, ma soprattutto siete indifferenti e non entrate in empatia col prossimo vostro?

Sì, tu donna, vai a messa e, mi raccomando, il giorno dopo rifallo.

Inoltre, non abbisogno di lauree e cattedre per essere uno degli scrittori più esaltanti di sempre.

Esaltati/o? Macché, l’unica in padella saltata, anche per du’ mosce palle, è tua sorella appena conosce il primo guercio che, se gli passa venti Euro su PayPal, gliela dà pure senza ricevuta. Insomma, offerta e grattata quasi gratis senza lo scontrino. Eppur timbrata e bollata come sgualdrina da tutto il quartiere dei cazzoni.

Poveri bimbi!

Siamo stufi, nauseati dalla retorica e dai tanti discorsi (s)fatti di buonismo insincero.

La vita non è un trattato di Kierkeegard.

Be’, l’italia è un po’ così. Non lo sapevate che sono tutti poeti, santi e navigatori? Moralmente impeccabili e nobilissimi?

Ma se non ti uniformi al loro pensiero fascista, faranno di tutto per sbattervi in manicomio?

Oh, se non lo sapevate, ve lo dico io.

E posso darvi la lezione, non universitaria, bensì veritiera più indistruttibile di tutti i tempi.

Sì, la mia vita ora assomiglia al finale di Rocky II.

Apollo Creed non sopporta quel babbeo di Rocky Balboa. E lo sfida.

Rimediando la figura del pollo.

Perché Rocky è sempre stato più forte.

È anche molto più bravo e, non per essere razzista come Salvini, non è per niente un emarginato senza palle e coglioncello, è oggettivamente assai bello che lega molto con le persone adatte.

Insomma, spinge di più.

Se poi volete continuare a spacciarlo per pazzo, fate pure.

Non è che però mi farete la fine di Tommy Gunn?

Sì, mi pare giunta l’ora che qualcuno confessi la verità e sputi il rospo, rivelandosi per il verme che fu ed è:

– Sì, ero invidioso a morte e desiderai che venisse punito per essere migliore di me.

 

Bravo…

Ecco, finisco così…

In Italia, come se non bastasse questo troiaio dittatoriale, questo stato delle cos(c)e da pollaio, tutti vogliono essere intellettuali.

Se uno si azzarda a dire che C’era una volta a… Hollywood è un film per rincoglioniti, ti urlano che devi mangiarti due salsicce e non perdere tempo col Cinema. Dedicandoti semmai alla De Filippi.

Chiariamoci. Questi sono dei salami. Innanzitutto, la salsiccia piace a tutti, soprattutto alle donne.

E poi che c’entra avere un’opinione diversa in merito a un film con l’edonismo carnale?

No, fatemi capire perché, ribadisco, questa forma mentis è preoccupante, è anzi all’origine di ogni divisione fra classi.

Il film di Tarantino (e dire che io vado matto per Tarantino, cazzo, ho detto che botta, cazzo, quando vidi per la prima volta Pulp Fiction) è merda.

Steve McQueen, sì, era una donnaiolo. Ma anche un attore straordinario.

Tarantino lo usa a mo’ di macchietta. Sembra soltanto un bavoso che vuole stuprare Sharon Tate/Margot Robbie. Bruce Lee è ridotto a demente e il tutto puzza, appunto, di nostalgico passatismo per gente che, oramai, ama le elegie malinconiche poiché non ha una vita per cui combattere.

Hanno il lavoretto, lo stipendio a fine mese, una moglie rompiballe che qualche volta accontentano, non so però se soddisfino, quindi possono cazzeggiare a magnificare le (non) tragedie altrui.

Semmai, votano pure Salvini perché non vogliono confrontarsi con culture diverse. Bensì, ostinatamente ottusi, adorano fermarsi nelle loro certezze da psicopatici.

Lasciamoli affogare nel fango e nel liquame.

Non vorrei però che, presto, Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti bussi alla loro porta.

Chiedendo loro, i Buffalo Bill di turno, come mai se sono così appagati, cazzo, amano però tormentare di cyberbullismo e incitazioni al suicidio le vite degli altri?

No, in effetti i conti non tornano. Che dite?

Sono personaggi indisponenti, dispotici, autoritari e verbalmente violenti. E, più che a Buffalo Bill, il quale era sinceramente solo un povero disgraziato che non sapeva che stesse facendo, nemmeno il suo, ah ah, assomigliano a Russ Bufalino/Pesci di The Irishman. Pesci dice… è quello che è e il pirla Frank Sheeran/De Niro obbedisce e ammazza il suo miglior amico.

Sì, certe persone sono così. Capito? Loro vogliono decidere il destino dell’altro. Invece, mi sa proprio che con me i giochetti se li possono ficcare in quel posto.

Se hanno qualcosa da obiettare e in contrario, li facciamo crescere, finalmente.

Ecco, a differenza di Abe Lucas, no, non posseggo la facoltà e la volontà immorale di ammazzare qualcuno. Malgrado anche io abbia letto, appunto, quasi tutto sulle teorie sul super uomo e altre cazzate varie.
Abe è un matto. Quando la sua donna scopre che è stato lui ad assassinare quel tizio, lui cerca di strangolarla.
Cadendo dalla rampa dell’ascensore del suo inferno.

Molta gente, invece, quando viene scoperta, scappa e semmai ti grida pure che sei come Abe Lucas e non sai scopare.

Una visione davvero comoda e sbrigativa, oserei dire squallida e terrificante.

Veramente agghiacciante. Sarebbe così semplice ammettere le proprie mostruosità.

Guardarsi allo specchio e, senza paura di essere incriminati, riconoscere di essere in effetti dei criminali.

Altro che fighi e uomini superiori.

Sembrano pure Elia Kazan. Certo, regista immenso, regista di Fronte del porto e de La valle dell’Eden.

Peccato che forse aveva ragione Nick Nolte a non applaudirlo all’Oscar alla carriera.

Sì, Elia, sarai stato anche un artista elevato ma avevi messo in lista nera tanta gente che non ti aveva fatto niente.

Sì, Elia Kazan non merita, nemmeno da morto, il mio rispetto.

No, assolutamente. I suoi titoli se li può mettere a brodo.

E questo è quanto.

Insomma, sono veramente fuori di testa come Leo DiCaprio di The Wolf of Wall Street? No, non credo. Tornando a Margot Robbie. Continuo a credere che sia soltanto una fighetta viziata e capricciosa per masturbazioni in diretta alla Jonah Hill.

Jordan Belfort dice non me ne vado.

Io dico, no, non mollo. Andiamo avanti. E, soprattutto, curatevi!

Sì. Sono abbastanza radicale e impietoso. Essere uomini non significa coprirsi dietro una maschera sociale ed esibire le proprie troie a mo’ di trofeo. Non significa prostituirsi ai dettami della società di massa, mercificare la propria anima per avere attorno a sé dei babbei che ti lecchino. E non significa recitare la parte dei buoni per ricevere l’applauso. Questo significa essere idioti. E l’impiegato frustrato lo va a fare la loro sorella. A costo di morire di fame, io sono uno scrittore. Ah, a ogni idiota chiedo anche di non mandarmi su WhatsApp le foto dei maiali. Perché l’unico maiale è lui.

Se si azzardasse un’altra volta a proibirmi di guardare una Emma Stone o anche la Sharon Stone dei bei tempi, gli prendo le palle e gliele strappo. Pervertito che non è altro.

Se non gli piace, gli diamo le medicine e lo castriamo.

Ora, essendo scrittore, si presuppone che qualche libro, oltre ai miei, io abbia letto. No?

Mica son stato sempre, in stato comatoso e vegetativo, a letto, scusate…

Ora, io ho letto, ah, che diletto, altro che Leotta Diletta, altra Margot Robbie del cazzo, molte biografie su Woody Allen.

Non è laureato. Trascorse quasi tutta l’adolescenza rinnegato dagli altri. Preso di mira per via del suo carattere schivo e della sua fisicità un po’ sgraziata.

Al che, Allen pensò questo…

Cazzo, non gliela posso fare a tirarmela… L’ho detto io? Ah, ma certo: non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente!

Qui, si aprono poche porte e soprattutto poche gambe. Devo fare dunque quella, no, quello in gamba.

Non debbo dare in escandescenza come Arthur Fleck, bensì adottare una strategia superomistica, buttandola sul demenziale con picchi profondi di sdrammatizzazione quasi da Teatro greco d’una mia tragedia non velabile.

Bene, Hegel e Nietzsche mi terranno compagnia. Ma non ho intenzione di essere Adolf Hitler.

Visto che la normalità è oramai inattingibile, eh sì, che faccio, il ritorno di minestra riscaldata ai tempi del liceo, sposterò il punto di vista nei riguardi della realtà.

Sì, sì, sì. Quel discotecaro lì, eh no, non è per niente meglio di me. Mi pare invece un burino.

Ma quali amori al burro. Ah, si spaccia pure per Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi. Sì, vuole darla a bere a me? Lo dia a bere a lei che crede che lui sia davvero un poeta maledetto amante del grunge.

Quella lì invece, la quale muove tutto il suo rassodato culino per amori al budino, da me non avrà nessun caffettino.

No, che me ne faccio di fotterla? Capace poi che prima vorrà che glielo ficchi e poi desidererà confiscare la villa che guadagnerò a Manhattan con le mie sottili prese pel cul’.

Questa va solo sfanculata e sfottuta.

Sì, adesso mi metto a scrivere e dirigere storie ove prendo in giro me stesso ma anche il mondo intero.

Eh sì, da giovane volevo essere uno standup comedian.

Ma ai provini mi rifiutavano, malgrado le mie battute fossero migliori di quelle di Rupert Pupkin di Re per una notte, poiché non bucavo lo schermo e non avevo la faccia di uno che tante ne buca.

Sì, la gente ama i tipi cazzuti.

 

Ecco, c’è una piccolissima differenza fra Woody Allen e il sottoscritto. Lui era ed è oggettivamente un brutto uomo.

Io no… e qui sono cazzi veramente, ah ah.

Bravo…

 

di Stefano Falotico

La società è cambiata, l’eugenetica purtroppo ha vinto ma io sono un JOKER e canto le nostalgie di THE IRISHMAN


10 Dec

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Avevo ragione io, ah ah.

I film più belli dell’anno sono JokerThe Irishman e Richard Jewell.

Quest’ultimo non è ancora uscito qui da noi ma io adoro Clint Eastwood.

Anzi, lo ritengo purtroppo il più grande regista vivente, perfino superiore a Scorsese. Dico purtroppo perché non so quanti film potrà ancora girare.

Intanto, Kirk Douglas compié 103 anni. Alla faccia del cazzo. Compì, compié, compiette, vanno tutti e tre bene, miei analfabeti. Invece, non vedo bene quella coppietta lì. Lui è un cesso, lei è una merda. Forse però, a ben pensarci, sono una bella cagata sciolta. Ah ah.

De Niro è stato escluso dai Golden Globe ma saranno annunciate, nelle prossime ore, le nomination agli Screen Actors Guild. Credo che, se entrerà in queste candidature, sarà quasi certamente nella cinquina per gli Academy Awards.

Adesso, gli allibratori danno pure Adam Driver per favorito. Per favore! Date l’Oscar a Gioacchino e levatemi questo Dumbo davanti.

Sì, Adam Driver è un bravo attore. Talmente bravo che non mi dice nulla. Sembra la brutta copia di Dustin Hoffman. Poi, non so perché, mi pare uno di quei tizi che si sposano e mangiano lo yogurt. Non li sopporto.

Oggi, ho dato il visto si stampi alla mia ristampa del libro Dopo la morte. Sì, alcune righe non erano giustificate ma io, essendo certosino, più perfezionista di Stanley Kubrick, ho preteso la riedizione corretta.

Nel frattempo, col mio correttore di bozze, sto terminando l’editing del prossimo romanzo.

Oggi, per Daruma View Cinema, ho scritto la recensione di Cliffhanger. Presto sarà online.

Ballonzolo in questa mia vita tanto strana.

Correggo i testi dei miei amici ma non sono laureato. Né voglio esserlo.

Pensate a Leonardo Pieraccioni, appunto, de I laureati. Pigliatevi la Cucinotta e la cucina più amata dagli italiani, la Scavolini. Con Lorella Cuccarini e le vostre battute su Fantozzi.

L’università, cazzo, mi dà il voltastomaco quel posto di professorini barbosi. Un bel personaggio, eh sì, sono. Avrei voluto essere altro ma le cose andarono così. Mi arrangio e vi garantisco che non è il massimo. Anzi lo è. Poiché vivo come voglio, alla faccia degli invidiosi.

Sì, possono offendermi a raffica. Sono Keanu Reeves di Matrix. Anche Bud Spencer. Uno offende e si prende tre pugni. Mi urla che sono una pugnetta e poi getta la spugnetta.

Ma posso spingere ancora di più.

Oh, non so voi, sì, è un film infantile ma io, alla fine di Over the Top, piango sempre.

Sì, sono meno dotato. Infatti, purtroppo, sono un genio.

La psichiatria degli “idioti”, dei nani piccolo-borghesi non mi aveva dato una sola possibilità di vincere.

Questi cattolici falsi e dunque moralisti, ipocriti e farabutti, burini infami, parlano di redenzione. Quale?

Della madre? Sì, andasse al teatrino, suvvia, donnetta da parrocchia. Pure parruccona.

Sognava di essere la diva di Hollywood sulla collinetta famosa di Los Angeles quando non vide col binocolo neanche il suo seno piattissimo più della Terra prima dell’avvento di Cristoforo Colombo. Che poi… pure questa su Colombo è una bufala.

Colombo, pur di scoparsi Sigourney Weaver di 1492 – La conquista del paradiso, dovette attraverso l’oceano con le caravelle. Bastava che le offrisse due caramelle. Quella Weaver è una donna da Gorilla nella nebbia, una donna che non s’è mai più ripresa da Alien.

Infatti, Ridley Scott, consapevole di averle rovinato la psiche con l’invenzione del suo mostriciattolo, la ficcò in altri film.

Il ruolo cult par excellence di Sigourney è in Red Lights. In questo film, vuole smascherare il finto “invalido” Bob De Niro. È più “cieca” di lui, visto che… non è De Niro il sensitivo, bensì Cillian Murphy, quello che doveva essere il suo apprendista. So io cosa doveva prendere la nostra Weaver. Eh già.

Dove si laureò questa qui? Sì, classica donna che sosteneva di “vedere oltre”. Talmente oltre che poteva scoparsi sia Cillian Murphy, per riprovare sensazioni giovanili, che Bob De Niro per imparare a recitare ma il suo sesso fu “Ghostbuster”.

Luci rosse… ma de che?

Ha spezzato il braccio a tutti, confutando tutte le teorie di Freud e Jung. Ho pure spezzato il pane, dandolo ai miei discepoli. Ruppi pure il mio pene, dandolo a una che voleva invece solo un uomo che le portasse a casa il pane. Dovetti pagarle pure il vino.

Un campione vero. Sì, sono sempre stato molto amato, sono stato io a mandare a fanculo tutti. Dopo tre minuti, mi viene il latte alle ginocchia. Le donne, guardandomi, si bagnano e allora offro loro dei fazzoletti, porgendo a esse questa frase poco gentile ma veritiera:

– Succede di prenderlo in culo. Non ne fate una tragedia. Troverete uno che vi sposerà perché si sente in colpa a stare da solo. Sì, un uomo-donna.

 

Le donne, se non hanno figli dopo i trentacinque anni, pensano di essere malate non solo lì. Anche nel cervello. Allora, o vanno dallo psichiatra oppure fanno loro stesse le psicologhe. Cioè, dicono ai pazienti di amare la vita quando nessuno invece le ha amate come dio comanda. Sì, Dio è un porco, si sa.

Allora trovano un uomo che le porti ai concerti di Claudio Baglioni. E, fra una canzonetta melensa e un po’ di marmellata, ecco che nasce la frittata.

Cioè il figlio. Un disgraziato. Con una madre amante di Baglioni e un padre rincoglionito da una che lo fotté così, la vedo molto dura per questo futuro drogato.

Insomma, più che Joaquin Phoenix di Joker, sono The Master.

Ah ah. Lo so, sono antipatico. Non pretendo che possa io abbassarmi a voi.

Poveretti. Vediamo un po’, invece, che film possiamo scaricarci, stanotte, con una bella pornoattrice.

Ah, capisco, non c’è una grande disponibilità. Vogliono tutte, oggigiorno, andare in parlamento. Ah ah.master phoenix

 

di Stefano Falotico

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