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La società cannibalesca di uomini e donne alla Hannibal e la bellezza di Julianne Moore è impressionante, parimenti proporzionale alla bruttezza del film di Scott e al gigante mio? Mio che? Lo sa lei


03 Feb

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Sì, stroncai Hannibal. Ma vi andai piano poiché, nonostante tutto, alcune atmosfere sono suggestive. Soprattutto del belvedere di Francesca Neri prima che s’intristisse a furia di bazzicare quel camionista di Claudio Amendola. Ah, lo frequenta ancora? Sono sposati? E Claudio le fa lavare tutte le posate? Ma no, dai! Fanno I Cesaroni e Claudio rende Francesca sempre più arida. Sì, la bruciò come Nerone.

E allora quella donna che un tempo scosse ogni maschile Carne trémula, quella florida donna deflorata in Le età di Lulù, ora non c’è più.

Hannibal Lecter/Anthony Hopkins, da vero gentiluomo, mica come quel pazzo allucinato dell’ispettore Rinaldo Pazzi, le regala un sonetto. Dopo aver assistito all’opera Vide Cor Meum.

Mi sopragiunse (con una sola g) un soave sonno

umilmente pascea…

Ora, questi due estratti lapidari vorrebbero riassumere un sentimento nobilissimo da veri uomini iper-romantici come il sottoscritto, il Falotico.

Il Falò che, da quando, millenni or sono, in una sperduta landa dei suoi puberali, pre-adolescenziali ormoni, di una ragazza virginale e bionda s’innamorò al volo, come Mason Verger perse il volto e non più spiccò. No, manco per il cazzo spaccò. Ah, Julianne, che stacco e che spacco.

L’amore, difatti, di quel colpo di femmina, no, di fulmine micidiale, mi sfigurò.

Camminai, stigmatizzato in pene… e in cicatriziali angosce troppo pensose.

Così tanto di lei m’invaghii che delirai, credendomi De Niro nel rivedere tale Beatrice nella bionda Cybill Shepherd di Taxi Driver e in Penelope Ann Miller di Carlito’s Way. E ho detto tutto…

Soffrendo tale letale turbamento come, sempre lui, Al Pacino di Seduzione pericolosa. Smarrendo il mio cuore solitario nella perdizione totale, oscurandomi da perdente negli anfratti crepitanti di notti senza più albe vivamente squillanti.

Oh, che patibolo, mi straziai in urla silenziose da disperato e, disancorandomi dalla realtà, vissi fluttuante nella dolcezza più perturbante. Per colpa di tale mia giammai toccata ma solamente vagheggiata amante che distrusse precocemente ogni mio maturante indurimento da uomo brillante.

Mi opacizzai e nitrii come un cavallo selvaggio. Poi, qualche anno fa, in preda a fremiti rinati, assalito da ferini istinti carnali e scalpitanti, persino andai matto per Lucarelli Selvaggia.

Disdegnando ogni storia da lupi mannari di Lucarelli Carlo.

Ce la vogliamo dire senza, per l’appunto, peli sulla lingua? I libri di Lucarelli e i film tratti dai suoi libri come Almost Blue, cazzo, fanno solo tristezza e, dopo tre pagine, ti viene voglia di mettere su del blues.

Io prenderei Carlo e quell’altro, Samuele Bersani, e userei Chicco e Spillo.

Che cosa dovetti ascoltare da giovanissimo. Oh, Santa Vergine di Cristo! Metti Bolero, slega il movimento, il pensiero di sesso. So già che metterai su i Doors…

Incontrai anche ragazzi che amarono Ava Adore degli Smashing Pumpkins, ah, degli zucconi.

Consiglierei loro tutti i film cyberpunk come Akira, tutti i film con Asa Akira che gioca al plum cake di yogurt con Erik Everhard, il film Tetsuo dello Tsukamoto e pure una palermitana che urla… suca minchia!

Ora, mi sono perso in troiate, dov’ero rimasto, poveri cazzoni?

Ah, all’amore puro.

Che significa umilmente pascea? Significa che non tirava più e, mentre gli altri pasturavano, eri diventato un agnello al pascolo o forse eri regredito al pargoletto del Pascoli.

Ma quali cavalline storne, uomini storpi o (d)ritti, andiamo al galoppo dinanzi alla cavallona Julianne Moore. Donna che non è mora ma rossa. Pallida come la morte in viso per arrossamenti impavidi. Ah ah.

Sì, Hannibal è una maialata con tanto di scena di cinghiali che macellano Ivano Marescotti.

La Neri compare per un minuto, in quel minuto ad Hannibal diventa ossuto, no, ingigantito nel giganteggiare di recitazione amabile. Insomma, che leccaculo.

Ray Liotta fa la parte del porco e alla fine rimedia la figura del coglione.

Fabrizio Gifuni ed Entico Lo verso appaiono come belle statuine scorticate vive.

Insomma, l’unico motivo d’interesse di questa boiata pazzesca, intesa anche in senso letterale, è la bellezza ciclopica di Julianne Moore che fa bestemmiare come Renato Pozzettto: eh, la madonna!

Io vidi Julianne Moore dal vivo. Alla prima veneziana di Lontano dal paradiso. La storia di uno bellissimo come Dennis Quaid. Ma manco lui con questa poté fargliela.

Allora, lei s’innamorò di un tipo alla Lexington Steele.

La prima volta che visionai Hannibal fu quando uscì al cinema. Me ne recai assieme a un tipo che mi trattò da schizofrenico.

Infatti, non capì, per colpa del suo cervelletto, la scena finale.

Di mio, perdonai ogni lurido affronto e, in maniera dantesca, celebro il mio Stil Novo.

Ora, porci, proci o solo miei prodi, sparatevi questo video e se, consiglieri miei fraudolenti, voleste fottermi, sparatevi e basta.

Ah ah.

Io, povere teste di cazzo, vi sprono e gli amici non sperono.

E, sperando, la vita si fa illusa dopo che fu delusa. Non disperate, potreste essere salvati e finire in Purgatorio.

Se non vi sta bene questa vi(t)a di mezzo, pigliatevi un calmante e, seduta stante, non rompete il cazzo con le vostre grida agghiaccianti.

 

Il Falò, un uomo devastante, spesso deficiente, un paio di volte fui impotente ma, grazie ai consigli di Billy Crystal di Terapia e pallottole, non sono più un Boss sotto stress.

 

Pezzo che finisce senza rima baciata perché non mi veniva. Ah ah.

di Stefano Falotico


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Alcuni sostengono che io assomigli a Sean Penn. C’è una sostanziale differenza, lui va matto per il sesso, io sono ascetico


13 Dec

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Sì, gli adolescenti sono stupidi. Mi diedero dello Sean Penn. Come lui, ho il naso lungo e posso sembrare, a prima vista, parimenti a lui uno stronzo.

Siamo molto diversi. Io sono un diverso. Oramai l’ho appurato.

Conio frasi così: le donne sono come le stufe, stufano. Gli uomini le stantuffano. A quest’accaloramento preferisco il freezer con dentro un gelato.

Sì, molta gente pensò che dopo aver fatto sesso sarei diventato un maiale qualsiasi. Cioè uno che lavora per avere la dignità del cazzo e passa il tempo libero a rimorchiare.

Mesi fa, mi contattò, sapete, un semi-uomo, una mezza scimmia, no, una scema con un organo genitale maschile.

Sì, disse che molti anni addietro, mi vide a un meeting e da allora non riuscì mai a scordarsi di me. Lui era troppo piccolo all’epoca per farsi avanti e io troppo matto soltanto per poter intuire che i suoi sguardi nei miei riguardi non erano di semplice simpatia e complicità virile.

Cosicché, mi contattò e mi disse che ora lui è una donna. Per meglio dire, un ibrido. Dopo la plastica facciale, non asportò il suo membro ma veste come se in mezzo alle gambe non l’avesse.

Lui:

– Ti ricordi di me?

– Manco per il cazzo.

– Io invece mi ricordo di te. Fai promemoria. Ora io sono una donna. Cioè, sono un uomo ma faccio la donna. Tu invece, a giudicare dalle foto che vedo, sei diventato un uomo.

Insomma, mi piacesti subito e ancora mi piaci. Ma ora potrei piacerti io.

– No, mi fai schifo.

– Sai che ti dico? Sei brutto come il debito e sei pure sessista. Non vuoi venire con me perché ti fanno schifo i transgender. Sei un eterosessuale merdoso! Devi morire. Anzi, dovrebbero strappartelo a morsi!

– Non ne farei una questione di uccello. Guarda che, anche se tu non ce l’avessi, sono io che non lo uso.

– Ah, perdonami. Sei castrato?

– No, non me ne fotte una minchia del sesso.

– Però, come tutti, nella vita di tutti i giorni, vieni metaforicamente inculato.

– No, perché non ho una vita sociale.

– Perché mai?

– La gente, dopo tre secondi, pensa a quella cosa… è tutto impostato su battute a doppio senso e a meschine, vergognose allusioni di natura sessuale.

Quindi, è una gran rottura di palle.

 

Sì, se devo essere sincero, Sean Penn è un puttaniere. S’ingroppò perfino quella zoccola di Brigitte Nielsen che tradì lo Stallone italiano.

Poi, la dovrebbe finire questo Penn d’indossare queste infradito. Non si possono vedere.

No, non m’interessa. Fottetevi e andate tutti a farvelo dare in quel posto.

Quando si dice… quello s’è indurito troppo.

Sì, le donne sono noiose. Basta che dai loro Nutella e le fai ridere, potrebbero pure amare il film Tre giorni per la verità.

Oppure Into the Wild.

Avete mai visto una donna eremitica? Nel medioevo c’erano. Si chiamavano streghe. Le bruciavano vive.

Oggi, ci sono ancora le streghe ma non se l’incula nessuno.

No, non mi vedo proprio a essere intervistato in una trasmissione con una che mi fa le domande programmat(ich)e, vestita n tailleur.

Con un pubblico pagato che applaude a (tele)comando.

Sì, sapevo che sarebbe andata a finire così.

Non mi applico, non sono volenteroso.

Passeggiando, adocchio. Siamo pieni di malocchi. Non sono i finocchi, no, non sono omofobo.

Sono quelli che, appena svolti, vogliono sbattertelo…

 

di Stefano Falotico

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JOKER di Todd Phillips è un capolavoro o, come sostenuto da alcuni critici col paraocchi, un j’accuse troppo sbrigativo e superficiale, poco attizzante?


04 Sep

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Be’, ricollegandomi a quanto da me già detto in merito alla recensione di Paolo Mereghetti riguardante Joker, uscita sul Corriere della Sera, Mereghetti ha assegnato solo 7 al film di Phillips.

Ora, conoscendo i parametri piuttosto severi di Mereghetti, sapendo bene che lui fa sempre così, ovvero all’uscita di un film si mantiene abbastanza moderato, senza sbilanciarsi troppo, non mi stupisco del suo voto non eccelso.

7, nella scala della valutazione mereghettiana, è un signor voto. Questo va altresì detto.

Basti pensare che al magnifico Crash di Cronenberg, Mereghetti nel ‘95 diede solo due scandalose stellette, scrivendo nella sua lapidaria disamina una stronzata da immediato ricovero psichiatrico, vale a dire:

il Cinema di Cronenberg è una macchina autoreferenziale in sé perfetta ma il Cinema e la vita abitano altrove.

Sì, credo che avesse usato quest’esatte parole. E ora non ho voglia di stare a scartabellare in libreria alla ricerca dell’opuscolo di aggiornamento del 1995 firmato da Mereghetti per controllare.

Posso solo affermare che forse, al posto di abitano, scrisse stanno ma è la stessa cosa. Ah ah.

Soltanto pochi mesi dopo, Mereghetti cambiò però drasticamente opinione e oggi come oggi reputa Crash un intoccabile capolavoro.

Credo che la stessa sorte capiterà a Cosmopolis, attualmente fermo ancora, appunto, a due stellette del cazzo.

Scanners invece è passato da 3 a 4, cioè il massimo.

Eh sì, Paolo non si espone mai troppo. È un furbacchione. Dice la sua ma senza dare nell’occhio e recita le sue video-recensioni in sordina con tanto di birignao da milanese di origine controllata. Dunque, con la ponderatezza algida dell’uomo del nord che non vuole lasciarsi andare ad emozioni troppo entusiastiche.

Sì, Paolo abbisognerebbe di essere educato da Nic Cage di Cuore selvaggio. Altro film non particolarmente amato da Paolo ai tempi della sua uscita, ora invece da lui ritenuto un film, appunto, emozionante e stimolante più di una notte di sesso con Lena Paul, celeberrima pornoattrice americana verso la quale, onestamente, ogni uomo sanamente eterosessuale sente squagliare la sua pelle di serpente.

Il serpente e la lucertola, la salamandra e gli anfibi vari, tranne quelli militari di Dr. Martens, sono animali a sangue freddo.

Be’, non so voi, ma io dinanzi a Lena Paul, anche in pieno inverno rigidissimo, mi sfilerei la giacca da Sailor, simbolo della mia individualità e della fede personale, e la permeerei, assai premerei, riscaldandola a mo’ di pullover avvolgente.

Sì, Lena, una donna più bollente di una corposa maglia di lana.

Ah ah.

Poi, dopo aver giaciuto con quest’irresistibile meretrice, uscirei dalla sua casa e conserverei intattamente il mio aplomb da Humphrey Bogart, tirandomi su il bavero dell’impermeabile. Cosicché, alla gente in strada, guardona e pettegola, moralista e falsa, farei credere di avere un metafisico fantomatico mistero da Franco Battiato, in quanto inforcherei pure un paio di lenti nuovissime con tanto di trasparenza traslucida da film noir e luci al neon.

Le stesse che il tuo ottico ti diede l’altra sera.

Sì, ti conosco. La scorsa notte, tu guardasti un filmetto con Brandi Love e da allora, eroticamente aggradandone, perdesti non solo due gradi alla sfera dell’occhio sinistro ma anche le due palle che sono ubicate normalmente ai lati di quella cosa, si spera ritta quando eccitata, che sta in mezzo alle gambe, perpendicolarmente situata in maniera diametralmente opposta al buco ove di solito s’infila la supposta.

Ma non perdiamoci in puttan(at)e.

Torniamo all’irreprensibile Paolo.

Un uomo che si mantenne equidistante sia dai critici che esaltarono Joker che da quelli che a man bassa, appunto, lo struccarono, no, stroncarono impietosamente.

Ora, Mereghetti è chiaramente del PD, dunque la deriva ribelle di Arthur Fleck/Phoenix nel pre-finale non deve aver apprezzato molto.

Sì, negli ultimi venti minuti del film, Fleck/Phoenix, stanco di essere un semi-disoccupato perennemente angariato, dissanguato, dai bulli asfissiato, dagli psicologi crocifisso e dalla società di massa nell’amor proprio trafitto, si trasforma in Che Guevara dei poveri. Sembra perfino che sia diventato Beppe Grillo. Questo, sì, un vero pagliaccio socialmente pericoloso. Sì, Beppe, a forza di promettere facili illusioni agli italiani disperati, sarebbe da spedire in cura da un altro Grillo. Quello Parlante di Pinocchio.

Il Grillo Parlante, nella favola di Collodi, non fa una bella fine ma almeno per un po’ riesce a contenere gli exploit del burattino di legno. Ah, un burattino che propugna pure i robot.

Beppe manovrò come Mangiafuoco tutti i grillini, designando Di Maio a capo del carrozzone. Anche del cazzone.

Comunque, quelli di estrema Destra non stanno messi meglio. Sono come quei nazi-fascisti di CasaPound che aggrediscono senza motivo, in modo gratuitamente vergognoso e pretestuoso, il povero Arthur Fleck in metropolitana.

Sì, gente che non merita il mio rispetto. Gente che si prende gioco della gente timida, della gente debole, insomma degli ignobili vigliacchi. Incapaci, peraltro, di fare i forti da soli, bensì san stupidamente essere violenti e maneschi soltanto quando sono in gruppo, cioè in branco.

Al che, succede l’incredibile, l’impensato. Fleck, quest’uomo all’apparenza cacasotto storico, questo elephant man denigrato ed emarginato, questo Vito Andolini/De Niro de Il padrino – Parte II prima di diventare spietato come Marlon Brando, costui che le classiche donne stronze e altezzose definirebbero un ragazzo meraviglioso, eufemismo da loro adottato per non offenderlo, dicendogli che ai loro occhi appare sinceramente come una persona speciale, cioè pure peggio, ovvero uno storpio, uno a cui non darebbero un bacio con la lingua nemmeno se fosse più ricco di Vittorio Feltri, ecco, giunto allo zenit delle offese oramai intollerabili, Fleck si trasforma, come da me già detto, in Eric Draven de Il corvo.

E lì sono cazzi amari per gli altri.

Afferra i tre tizi della metro e li picchia con calci volanti e pugni da Mike Tyson. Dunque, dopo averli tramortiti con una potenza devastante più furiosa di Jean-Claude Van Damme nel finale di Kickboxer, si trucca da down? No, da clown e fugge via dalla sua notte apparentemente, tragicamente interminabile.

Involandosi verso la sua bella, Zazie Beetz.

Qui, Todd Phillips è stato davvero un grande.

Io ho sempre appoggiato la teoria di Orson Welles. Secondo il quale il sesso in un film mainstream è decisamente irrilevante e superfluo. Per l’appunto, non parliamo di un porno, bensì di Cinema con la c di c… o maiuscola.

Il non visto, il fantasticato, il non detto, il suggerito, l’evocato e non mostrato, fidatevi, è ancora più perturbante ed eccitante del tutto… filmato. Filtrato e fluidificato.

Che cosa successe fra Arthur e Sophie Dumond/Beetz dopo che Fleck, rinnovato nel coraggio e nelle forze, si precipitò da lei e la baciò con una passione così intensa da fare spavento a ogni attore di film per adulti?

Ah, secondo me, accadde qualcosa di mostruosamente bellissimo, di rovente e terrificante, di esplosivo, deflagrante, super-piccante e iper-ficcantissimo-leccante per una notte d’amore stra-scaldante.

Sì, Joker riesce a mantenere il suo immacolato candore nonostante sia oramai inequivocabile che con la sua voce roca, assai ammaliante, è davvero inchiappettante.

Se volete toccare con mano, siete le benvenute…

Come dico io, la faccia da schiaffi, cioè da culo… c’è tutta.

 

di Stefano Falotico

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Lettera d’amore a Cristina Quaranta: Deconstructing Steve, pezzo per pazzo da novanta


07 Aug

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Prima parte simile al film Harry a pezzi di Woody Allen

Le donne mi piacciono sconfinatamente. Non le resisto, sebbene spesso tentenni e desista dal concupirle.

Sì, sono bombardato di richieste d’appuntamenti. Sono pieno di pretendenti senza precedenti ma, stringi stringi, in poche il mio lo stringono, oserei dire lo stingono. Resto un ripetente.

In quanto, no, non sono estinto, ho ben vivo in me quel sano istinto ma a dir il vero, eh sì, poche mi pigliano. Cosicché non le tingo.

Sì, sia nel senso che, giunto al dunque, molte mi rifiutano dopo avermi mal fiutato, ah, malfidate, altre invece non mi prendono.

Che è la stessa cosa, ah ah. Lasciamo stare i significati metaforici. Con molte passo col rosso semaforo, sì, azzardo troppo e ricevo da codeste delle salate multe.

Sì, dopo mesi di corteggiamenti degni del Leopardi elevato alla massima potenza, ah Giacomo, uno che poco concretamente lo elevò dentro la sua Silvia, spingo eccessivamente. Loro si turbano, rimangono scioccate dalla mia avance inopportuna, giunta dopo un lungo periodo di mio dolcissimo Sturm und Drang romanticissimo, perciò… spiazzate da questo mio esser stato loro troppo diretto e infuocato, non rendono ritto il mio salato ma io non m’arrendo, non arretro poiché alcune donne hanno dei didietro su cui, detta in maniera naturale e spontanea, va spinto… Dinanzi alle loro inculate, anzi, ancor più m’infervoro e insisto.

Sinceramente, dopo tre no netti dettimi da loro, portimi anche sotto i portici, luogo buio ove voi porci attentate alle castità di quelle che più pudiche se le auto-oscurano, perdo ogni mia sicumera ma state scure, no, sicure che tornerò in sella. In quanto sono cavallo pazzo che, appena vede, Cristina Quaranta… parte a razzo, soprattutto a cazzo, la vorrebbe mettere a novanta. E montarla come iddio barbaro comanda.

Sì, conosco le attrici più belle del mondo, non me ne sfugge una. Ma poi mi passa la fissa.

Svolto altrove dopo aver preso botte… solo in testa.

Cristina Quaranta, invece, è il mio chiodo fisso da quando avevo tredici anni.

Cristina, invecchiando, diventa sempre più bona. È una figona esagerata. Tenetemi fermo, mi ci vuole il tranquillante, datemi la borsa del ghiaccio, la febbre sta salendo a quarantadue.

Sì, non oso immaginare se, anziché avere una sola Quaranta, ne avessi due. Due Cristine clonate.

Ecco, già pazzo di lei sono. Se facessi all’amore con due Quaranta, potete scommetterci… già odio quella piccolo-borghese di Emma Marrone, figurarsi dopo quest’amplesso doppio.

Il paradiso (non) esiste, eccome.

Sì, però poi, durante il giudizio universale, immagino la situazione.

Dio chiama a raccolta tutti i peccatori. Dopo aver aspettato 24h, così come avviene davanti alle casse della Coop il sabato pomeriggio, mi presenta il coito, no, il conto:

– Signor Falotico. Paga col Bancomat o all’inferno? Ce l’ha i soldi per la cauzione? Sa, io sono intransigente su certe cosce, no, cose.

Un uomo cristiano non può fare l’amore con due donne allo stesso tempo. Figurarsi se può farlo con due uguali. Dico, come osò di tanto osé? Ah, cazzo, dire che mi ero raccomandato con Mosè.

.- Mi perdoni, padreterno, perché ho peccato.

– Io non perdono proprio un cazzo di niente. Angeli secondini, cherubini, prendete questo Jovanotti, no, tale giovanotto e ficcatelo tra le fiamme perpetue.

Ora, per piacere, chiamate mio figlio, ovvero Gesù mio.

Eccoti qua, Cristo santissimo. Carissimo, ti ricordi quando moltiplicasti il pane e il pesce?

Bravo, ti ordino di crearmi dieci Cristina Quaranta. Finito che avrò questo Giudizio Universale, devo poi un po’ rilassarmi.

Ce la fai?

– Certo, padre. Posso farne anche Quaranta.

– Quaranta Cristine? No, Cristo, solo dieci. Dieci Cristine e prendi pure quell’altro essere uguale al Falotico. Sì, Keith Gordon di Christine – La macchina infernale.

Sì, è identico a quel cazzone del Falotico, questo qui.

Keith montò Alexandra Paul e pure la sua testa. Questo Falotico, da quando scopò una figona, perse ogni rotella.

Forza, dio Giuda di un Cristo! Prendi Keith e sbattilo assieme a Falotico.

– Così sia scritto.

– No, sia fatto.

Parte seconda: con Cristina partirei in quinta ma preferisco andarci piano come un poeta ermetico che sublima il vuoto pneumatico…

In una silloge di seconda mano. Perciò non in lei sigillato.

Cristina,

vengo io, anzi vergo qui il dolore piacevolissimo che da tempo tu mi provocasti e ancora mi provochi. Sei eternamente provocante.

Si da quando, anni fa,

ti vidi a Non è la rai, non passò una sola sera in cui, pensando a te, non mi cacciai, tirai una sega.

Sì, molta gente, per prendere sonno, conta le pecorelle, io facevo e faccio countdown, aspettando l’orgasmo, sognando con te una pecorina.

A volte, non basta. Devo alzarmi dal letto e mangiare, a causa della fame chimica, un po’ di pecorino.

A parte gli scherzi, ora viene il pezzo da Quaranta, no, da novanta. Appunto, ah ah.

Poesia da rimembrare… negli anali, no, negli annali d’ogni romanticismo e lirismo figli del mio ermetismo e del mio uomo eremitico.

Voglio che ti sia charissimo, Cristina.

Cristina,

il tuo viso, rotondo come quella della Gioconda, al solo posarsi di fronte ai miei neri occhi, arrossisce tutto.

Sei meravigliosa e, appena ti scopo, no, scorgo, sento fibrillare nel mio core e nel mio corpo la mia voce selvaggia che, fregandosene d’ogni moralismo e di queste voci allineate all’ipocrisia dell’omologato coro, no, non chiede perdono nel chiederti questo…

Dammi la tua figa, fammene dono. Infiammamelo di colato oro.

Sì, una poesia breve che va dritto al sodo.

Insomma, un capolavoro.

 

La tragica faccenda di tutta questa mia storia d’amore è questa, però…

Ho scritto a Cristina su Instagram:

– Ciao, Cri. Sono un tuo fan da anni. So che però non t’incontrerò mai dal vivo, nemmeno per un drink.

 

Al che, lei:

– Scusa, chi sei?

– Puoi vedere il mio profilo. Ti basta cliccare sul mio nome, ti rimanda alle mie foto.

 

Passano trenta secondi, alquanto imbarazzanti. Suspense incredibile, altro che i film di Dario Argento.

– Scusa, perché hai detto che non c’incontreremo mai dal vivo? Sei per caso sulla sedia a rotelle?

– No, perché?

– Guarda. Tu sei di Bologna, no?

– Sì, esatto.

– Col treno, in tre ore sei a Roma. Vienimi a trovare. Stasera, no, sono occupata. Ho da fare. Il 13 Settembre però ci sono. Ce la fai ad aspettare?

 

Ecco, dopo una cosa così, posso davvero considerare la mia vita una tragedia vivente senza precedenti.

Ora, nel ‘93, anno più anno meno, fu la prima volta che vidi in tv Cristina.

Io sono dell’anno 1979, lei del ‘72.

Quindi, io nel 1973 avevo quattordici anni non ancora compiuti. Cristina ne aveva ventuno.

Eh no. Non poteva venire con me.

Diciamo che ora le cose sono un po’ cambiate. Io ne ho 39, quaranta fra un mese.

Sì, il 13 Settembre è il giorno del mio compleanno.

Cristina ha adesso, vale a dire fra pochissimi giorni, visto che è nata il 19 Agosto, 47 anni.

Una di 47 anni farebbe carte false per fare sesso con uno di quaranta. Cioè il sottoscritto. Che ne dimostra venticinque.

Che culo.

 

di Stefano Falotico

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 A RAINY DAY IN BULAGNA, è uscito il trailer del nuovo film di Woody Allen


16 May

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Memorie del sottosuolo di un depresso cronico che guardò tutti i film di Woody

Caro amico,

ti scrivo per dirti che, secondo me, gli ultimi venti film di Allen sono delle grandissime stronzate.

So che sei occupato a corteggiare le tue Diane Keaton e le tue Mie Farrow per potermi dedicare tempo. Ma, appena loro ti denunceranno, soprattutto la seconda, per abusi sessuali, ricordati del movimento femminista del cazzo, il MeToo.

E capirai solo allora che non valeva la pena prendere questa decisione, questa delusione, bensì dedicare tempo alla mia metafisica riflessione.

La vita reale è stressante. Impazza oggigiorno la pornografia. Abbiamo siti come Blacked.com ove neri con membri BLACK+DECKER BDV090 Carica Batteria e Mantenitore di Carica, 6 V e 12 V, cioè che durano con queste bombe sexy un’ora di energia atomica, fanno sesso con Samantha Saint. Una che ha lo stesso sguardo di Scarlett Johansson ma è persa solo nella lost in translation di uomini che non conosceranno mai la malinconia di Bill Murray.

Horsemen come Jason Brown, Rob Piper, uomini che senza dubbio non hanno mai meditato al suicidio come Allen in Manhattan.

Loro, sì, non si sono mai sdraiati sul divano, registrando le cose per cui vale la pena di vivere. Citando Marlon Brando. Loro si son fatti registrare pene con donne stupende da Bulli e pupe.

Titolo del filmaccio: Le cosce per cui vale passare per King Kong.

Donne biondissime come Samantha, Brandi Love, Natalia Starr, Cherie DeVille, insomma uguali a Naomi Watts nel film sul gorillone di Peter Jackson. Solo di faccia però. Il resto è tutto rifatto e palestrato con proteine anabolizzanti.

Solo che, al posto di un amore puro da belle e la bestia, hanno scelto di essere ricordate come Cheeta.

Donne certamente fisicamente superiori a Mariangela Fantozzi per il Loris Batacchi/Andrea Roncato di nome Manuel Ferrara che non vive però in Romagna ma vive non facendo un cazzo da mattina a sera però facendosele tutte.

Mica come quel coglione di Ugo Fantozzi/Paolo Villaggio.

Certo, Manuel è uno che ha capito tutto.

Ah, perché pensare quando si può solo penare in quel senso lato? Sì, oggigiorno il Cinema di Woody Allen non lo guarda più nessuno. La gente si è svenduta, gli uomini al posto del cuore hanno un monolito, le donne non leggono più libri. Tanto hanno capito che basta rassodare i glutei per godersela.

Chi sono io? Il mio motto è uguale alla celeberrima massima onanistica di Woody:

non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente!

In questo mondo di polli e tacchine, di salsicciotti e cosciotti di galline, è meglio il mio wurstel anche alla Wudy. Sì, è uno schifo, guardate. Dio è morto, Marx pure e anche io non mi sento molto bene.

Era meglio se fossi rimasto vergine a vita. Almeno sarei passato per santo. Invece, se mi ammazzo, diranno che non gliel’ho fatta. Ah, certo, per farsi Samantha devi avere gli stessi soldi di Woody Allen.

Eh già, sono proprio un uomo che mille ne pensa e nessuna se ne fa. Ma se la tira con qualità.

Sì, il mio è un j’accuse imperioso contro la società, contro tutti.

Dal primo all’ultimo. E oserei dire senz’eccezione alcuna.

Sono misogino. Non mi sposerò mai. Quasi tutte le donne sono delle puttane.

Gli uomini, pure.johansson match pointmanhattan

 

di Stefano Falotico

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Mickey Rourke è passato da Orchidea selvaggia a essere un orco selvatico


23 Apr

otis wild orchid

Chris Walken è più maudit del Rourke?

Su tale questione dannata, anzi, annale, si potrebbe discutere per ore.

Entrambi hanno recitato varie volte assieme. Grandi in Homeboy, pure in Man on Fire.

Walken ha sempre posseduto un fascino strepitoso ma, indubbiamente, a livello di sensualità, Mickey Rourke è imbattibile.

Sì, onestamente, quando lo vedo nei suoi cult, sono travolto dal feroce, atavico dubbio di essere omosessuale.

Dubbio che scompare all’istante quando il suo volto, gonfio e rozzissimo, mi appare però in Orchidea selvaggia.

Un film indecente. No, non perché contenga una scena di sesso al limite della censura (in tv viene sforbiciata), semplicemente perché Zalman King è uno dei registi più impresentabili della storia.

Ragazzi, se Zalman King è diventato ricco e voi credete che non ce la farete mai, non demordete.

Girare i suoi softcore da quattro soldi, con tanto di riprese d’onde marine su effetto blu patinato tendente al flou, miscelato alla peggiore imitazione della fotografia opaca di Robert Richardson, poi mischiata allo stilema anni novanta della pubblicità pseudo Chanel, roba talmente superata da far gridare allo scandalo, altro che l’amplesso abbastanza ridicolo del film stesso, saprebbe farlo meglio un neonato.

Sì, in Wild Orchid, che aveva fatto il signor Mickey al viso? Ha delle gote che paiono quelle di Marlon Brando ne Il padrino.

Ecco, se Mickey imita Brando in Rusty il selvaggio, ci sta. È quasi meglio del Brandone.

Se invece, come in questo filmato, al min 4 e 12, finge di scervellarsi su sigaretta Marlboro e giubbotto di pelle d’ordinanza, è penoso.

Io adoro Mickey Rourke. Mi piace da impazzire.

Ma non sono omosessuale, ci tengo a ribadirlo.

Anche perché quando invece compare Carré Otis ho la certezza matematica, abbastanza visibile e virile, e se qualcuno mi vedesse in quel momento lo constaterebbe inconfutabilmente, di essere uno degli uomini più eterosessuali della storia. Sì, si può toccare con mano. Ma solo le donne possono, anzi, devono farlo. Giù le mani invece tutti gli altri!

Comunque, anche la sua faccia al minuto 3, non scherza. Parlo ora nuovamente di Mickey.

Sembra quella di un mugnaio messicano punto da troppe zanzare sulle guancine dopo che ha preso troppo sole. Ah, è colpa solo della lampada. Dite? Scusate, non c’è Mickey in C’era una volta in Messico? Ah ah.

Sì, Orchidea selvaggia, film abominevole da cancellare subito. Cosiddetto film così sporco sotto tutti i punti di vista tanto da macchiare un’intera carriera.

Sì, Mickey all’epoca era veramente innamorato di burro, no, di brutto di Carré. Si narra anche che, anni dopo, quando lei lo lasciò, si sia tagliato il mignolo di una mano, non so se quello della destra o della sinistra, e che gliel’abbiano ricucita al pronto soccorso.

Anzi, secondo me, diciamocela platealmente. È stata la Otis a rovinarlo. In quel periodo, Mickey era diventato un demente. Un imbambolato.

Non pago di aver abboccato alle grazie di Carré come neanche uno che non la vedeva da dieci anni, ha girato anni dopo pure il seguito con Angie Everhart.

E dire che Zalman King, a vederlo in questa foto con Jacqueline Bisset, pare una persona seria.

king wild orchid

Invece, ribadisco, a guardare Mickey in quest’altra foto, è esattamente come ho detto io.

Uno scemo.

rourke wild orchid

Occhio da cento gocce di Valium da rincoglionito per colpa di quella…

 

di Stefano Falotico

Il nuovo spettatore, o pseudo tale, cinematografico… è aberrante, terrificante, mortificante, accendiamo un altro falò!


04 Jan

mh17

Over the course of three consecutive evenings, the Academy of Motion Picture Arts and Sciences will trace the history and evolution of motion picture formats from the silent era through the current digital age in ÒBehind the Motion Picture Canvas: Film Formats through the 21st Century,Ó beginning on Wednesday, September 9, at 8 p.m. at the Samuel Goldwyn Theater in Beverly Hills.  The presentation will continue with screenings of ÒManhattanÓ (1979) on Thursday, September 10 and ÒThe Black StallionÓ (1979) on Friday, September 11.  Both screenings will begin at 8 p.m.  Academy Science and Technology Council member Rob Hummel will host each evening. Pictured: Diane Keaton and Woody Allen in a scene from MANHATTAN, 1979.

Over the course of three consecutive evenings, the Academy of Motion Picture Arts and Sciences will trace the history and evolution of motion picture formats from the silent era through the current digital age in ÒBehind the Motion Picture Canvas: Film Formats through the 21st Century,Ó beginning on Wednesday, September 9, at 8 p.m. at the Samuel Goldwyn Theater in Beverly Hills. The presentation will continue with screenings of ÒManhattanÓ (1979) on Thursday, September 10 and ÒThe Black StallionÓ (1979) on Friday, September 11. Both screenings will begin at 8 p.m. Academy Science and Technology Council member Rob Hummel will host each evening.
Pictured: Diane Keaton and Woody Allen in a scene from MANHATTAN, 1979.

Sì, con lo spopolare della democrazia data a chi non ne conosce neppure il significato, spadroneggiano i tuttologi. Gente che perde ore a inanellare disamine campate per aria su questo e quell’altro argomento, sfoggiando una sfacciataggine abominevole, degna, dunque indegna della nuova evoluzione involutiva dell’uomo moderno troglodita, uomo sempre a cazzo duro coi neuroni di pastafrolla, e della donna contemporanea inauditamente fottuta, allineata allo sgambettante mostrarsi brillante con tre chili di rimmel soprattutto nelle mutande del suo cervello più annacquato di una pornostar cretina ed esuberante.

In questo putiferio di massa ove ognuno espone la sua contrabbandata merce, io dico avariata già dalla nascita, in questo movimento “stellare” di populisti ignorantissimi, di banalità assortite vendute al mercato planetario dell’omologazione plebiscitaria ove, per essere notato, basta che spari la stronzata migliore e più “figa”, ogni becero beota sta diventando un dio, assecondato da un gregge di pecore altrettanto stordite e perse se non più cafone di lui.

Al grido, acclamato, inneggiato, in trionfo issato, dell’idiot savant elevato a guru.

Allora, abbiamo lo studentello del DAMS, laureatosi dopo aver imparato la pappardella scritta su un libro redatto da uno più stupido di lui, acculturatosi, si fa per dire, alla stessa maniera sbrigativa e ruba-voti di J-Ax, che non ha mai visto un film di Kubrick ma scrive che è un genio perché è giusto e corretto dire che lo sia stato. Che lo sia stato, credo di sì, ma dirlo senza aver visto nulla di suo mi pare quantomeno screanzato!

Appena ricevuta la laurea del cazzo in mano, dopo l’alloro in testa, vive appunto sugli allori, iniziando prosopopeico ogni frase sua declamatoria con Allora… parliamo di questo film.

Ma che vuole parlare? Ma che vuole dire? Dice che il film voleva dire e non l’ha neanche sentito. Perché non ha l’anima per leggerlo.

Ché poi… ecco, sì, abbiamo quelli che non leggono un quotidiano neanche in Internet, da dieci anni non hanno aperto neanche il libro con la favola bignami di Biancaneve, rubacchiano le frasi dai critici valenti o fantomatici tale, e fanno un potpourri di loro personalissime recensioni a culo, infarcite di luoghi comuni, estratti dei loro emisferi cerebrali totalmente bruciati nel calore d’una siccità ideologica lor impersonalissima capace di essere più ardente e cocente del sole all’equatore allo zenit del suo mezzogiorno focosamente deficiente.

Sì, come potete pretendere di saper leggere e interpretare un film se non vi degnate, da tempo immemorabile, di sfogliare, almeno quello, tre pagine di un libro? Guardate che non costano molto. La Newton Compton vende tutto Dostoevkskij a meno di dieci Euro.

Come farete a comprendere la complessità e l’intelaiatura fine e variegata di una sceneggiatura ottimamente congegnata, se sapete solo urlare: Lynch, un genio, delirio immaginifico, sognante, Cinema altro. Mi fa sborrare!

Ma che state a di’? Dove le avete pescate queste superficiali esaminazioni di un’opera d’arte? Al massimo vi siete fidati e affidati alla sciocchezza scolastica più disarmante. Io, onestamente, vi darei in affidamento.

Sì, con un cagnolino fido a controllare che non latriate, dalla vostra latrina, altre ignobili manfrine. Fidatevi, vi serve un cane e forse anche una donna cagna. No, non una di queste lamentose tremende che aprono bocca su tutto. E sul significato, anche significante di “tutto”, in senso lato, su e già, avanti e indietro, avrei io da dirvene. Eh sì.

E a proposito di sesso e di tutto… ciò che non avete mai osato chiedere.

Ecco l’altro. Woody Allen non si tocca. Sempre oltre. Sì, infatti ha più di ottant’anni e presto, e comunque me ne dispiaccio, sarà sottoterra. I suoi film non si toccano, qualcuno sì, però. Woody sarebbe da stimare soltanto perché da sempre fautore della tesi che poi argomenterò, ovvero la masturbazione, mentale e non. Idolatra dell’onanismo totale.

Un intoccabile amante delle toccatine.

Eh sì. Vedete le donne come l’hanno combinato? L’hanno accusato di molestie e non esce più… A Rainy Day in New York. Che tristezza, che giornate uggiose. Che malinconia, ragazzi.

Tripudio d’imbecillità si susseguono in un’agguerrita deflagrazione di patetiche vanità sbandierate, fra zotiche che si credono attrici solo perché hanno un bel culo, sì, quello non glielo togliamo, sì, si togliessero le mutande e ce lo mostrassero più espressivo di Meryl Streep, e scemi del villaggio talmente scemi da credersi più intelligenti poiché al di là della scemenza generale.

Loro hanno capito tutti. Quelli in gamba sono dementi perché invece loro, non credendo oramai a niente, hanno capito che la vita è un inganno e poveri i fessi!

Loro sanno come inchiappettarsi la gnocca più prelibata grazie a due attestati di rinomato incularla nel prenderla per il culo dietro la maschera della referenza più sodomizzante, e sanno che sanno senza sapere che non hanno mai saputo.

In mezzo a tanta sapienza, sventolo bandiera bianca. E ricordate: il fazzoletto è bianco, lo sarà ancor di più dopo un’altra mia masturbazione pallida.

Ah, io non me la tiro affatto! Ah ah.

La mia vita è sempre migliore delle vostre. Spinge di più, diciamo.

È più saporita, più autentica, più candidamente meno spocchiosa, più sofficemente granulosa, morbida e cremosa, leggiadramente son ancora puro come la tua rosa.

È così come dici tu? Non è così.

È come dico io? No, perché non sono presuntuoso e non faccio il maestrino.

Carpenter è un maestro? Molte volte lo è stato, The Ward fa cagare. Fidatevi. L’ho pure scritto nel mio libro. Roba per cui bisogna aver le palle, roba che un fanatico di Carpenter ti sbatterebbe in manicomio col dottorino più matto di lui. Sì, credo d’averlo scritto apposta. Mi sbatteranno nel nosocomio e lì mi sbatterò Amber Heard. Butta via… sì, questa è una falsa pazza, questa ti strapazza.

Sì, lo contesto quasi tutto anche se io non faccio testo, io qui lo attesto e ti prendo pure a testate, giornalistiche e non.

Questo mio scritto è follia? È genialità?

No, non è nulla.

Insomma, la gente ti dice… non preoccuparti, non è niente, mica tanto.

Quel film, caro, l’hai visto? Com’è? Mah, non un granché.

Quella lì, seduta vicino al camino, ci sta? Dovrebbe spostarsi dal camino e, incamminandosi, scottarsi nel tuo fuochino fatuo. Per una grigliata di carne abbrustolita, ben rosolata. Sì sì.

Si è presa una cotta?

Non lo so. Potrò saperlo se ci proverò? Non lo saprò neanche se me la darà. Sì, quella è una donna che sa unire al fuoco della passione bagnata e sgocciolante la detonazione orgasmica scrosciante. Sì, è umida come una vogliosa terragna. Prima l’acqua, poi fuochino, fuocherello, fuochissimo e, zac, tutto ritto e liscio, nella sua ventosa sventola e, finito il pompaggio, si dà ancora delle arie. Ah ah. Sventolona!

Sì, questo è un casino perché ogni uomo e ogni donna non sanno un beneamato cazzo anche quando sembra tutto bello, goduto, soddisfacente. Tranquillo e asciutto.

Su questo ne sono sicuro. Sul resto, anche sul Cinema, io vaglio, giammai raglio eppur non ci do un taglio.

Oggi mi piace, fra un anno no, oggi sì, domani forse. È la vita. Va così.

Una stronzata. Come un film ritenuto capolavoro.

Dunque, evviva un falò e fanculo a chi non vuole bruciarsi con me.

Tuffiamoci nei sogni, sprofondiamo al centro gravitazionale di ogni ficcarcene fottutamente.

Sì, Tarkovskij fu regista spaziale ma mi son rotto le palle delle metafisiche depressive, meglio le super fighe passive.

Ma voi, toglietemi una curiosità, credete davvero a tutte le minchiate che vi rifilo?

Sì, lei signora mi crede? Ottimo, allora mi rifili la sua puttanata. Sì, condividiamo puttanate alla penombra.

Sì sì.

 

di Stefano Falotico

Gli sprezzanti ma veri pensieri falotici sulla vita, la morte e su Sharon Stone


29 Sep

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Con tutti i soldi che ho speso per l’intera filmografia in Blu-ray di Sharon Stone, potevo produrle un buon film

– Guarda, Stefano, che Sharon ha girato degli ottimi film.

– Sì, uno e mezzo, Casinò e Pronti a morire. Un film irrisolto.

Basic Instinct non è un grande film?

– No, l’ho pure recentemente recensito. Un film che, se hai vergogna e provi sensi di colpa a guardarti un porno come si deve, in caso di notte in bianco può aiutare a eiaculare la cosina bianca.

– Ma no! È un grande thriller! Con una bellissima suspense.

– Sì, certamente. Devi aspettare un’ora prima che Mike Douglas glielo metta in culo.

– Ma allora perché hai comprato tutta la filmografia di Sharon?

– Perché mi piace la sua faccia di bronzo. E ha delle belle cosce.

 

Sì, non me ne voglia la signora Sharon. La sua filmografia, qualitativamente parlando, non è proprio un bijou. Roba buona ne vedo assai pochina, però Sharon, con la sua bocchina, sapeva come far soldi dando ai ricconi di Hollywood ogni suo buchino. E ora è “donna di classe”. Sì, praticamente quello che ha fatto la Gregoraci con Briatore. Soltanto che la Gregoraci l’ha preso in quel posto… sì, non è mai stata candidata all’Oscar, ma è sulla bocca di tutti che, giustamente, le danno della poco di buono. Insomma, non tutte le donne bone riescono a donarci qualcosa in senso lato, che non sia quello B. Rimangono delle belle statuine, ma non sono l’Academy Award.

Prendiamo questa foto di qualche anno fa di Sharon. Il mio discorso non fa una piega. Un corpo smagrito a forza di spompinarli, no, volevo dire… spomparli.

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Ma, si sa, la vita è come la morte. Prima non c’eri, poi nasci, cresci e la dai per non morire di fame, quindi crepi e ti elevano a mito.

Ad esempio, io non ho mai capito la mitologia su Moana Pozzi. Secondo me, la cameriera del Bar Renè, vicino a casa mia, è molto più sexy della Moana che fu. Forse, anche più puttana ma, non avendola data alle persone “giuste”, lavorerà tutta la vita da schiava negra. E dovrà accontentarsi del seminterrato coi ragni e le zoccole, appunto.

Sì, credo sia così. Però un cappuccino bollente con tanto di schiuma (det)ergente, da questa qui me lo farei servire con tanto di bavaglino…

Già, le donne sono abbastanza ipocrite.

Ad esempio, oggi pomeriggio una su Facebook ha scritto:

la cucina è la mia vita, dopo la minchia e i viaggi.

Al che, la contatto:

– Scusa, giusto per curiosità. La minchia è solo quella di tuo marito?

– Sì, solo quella. È lui che mi mette a pecora.

– Sai, ti sei involgarita. Non eri così. Devi aver scopato male, ultimamente. Riempi la tua bacheca di porcate. Io vi leggo un’enorme frustrazione.

– Senti, segaiolo, impotente, maniaco sessuale, rompicoglioni, che non ho, io ti spacco il culo!

– La mia era una domanda benefica, atta ad aiutarti. Sai, mi hai confidato, tempo fa, ricordi, che ami molto tuo marito. Allora non capisco perché ogni sera caghi il tuo stupidario sugli uomini. Scrivendo che sono dei maiali e che li vorresti vedere bruciare tutti. Sì, mi ricordi Donald Sutherland di Fuoco assassino. Versione in gonnella di Nikita.

– Sì, mio marito è un grande uomo. Ma gli altri sono dei porci schifosi, dei repellenti bavosi. Uno di questi giorni li ardo tutti. Tutti!!! Ma anche le donne non scherzano, sai? Anche loro. A differenza di me, donna virtuosa, sono tutte delle troie. Assolutamente.

– Tu e tuo marito avete figli?

– No, ma ne stiamo aspettando uno.

– Perché lo volete mettere al mondo?

– Per vederlo crescere. E gioire.

– Per egoismo, dunque. Vuoi farlo crescere in un mondo che tu reputi così orribile?

– Senti, che vuoi? Io ti ammazzo!

 

Eh sì, questa è davvero una con le palle. È cazzuta, Dio mio.

 

Poi, invece abbiamo la “santa”.

Nel suo profilo, scrive che è sociologa-pedagoga-psicologa, forse solo psicotica. Praticamente Sally Field di Maniac. Una che dice ai fessi come si sta al mondo e si fa il giro col gigolò latinoamericano che paga perché la sbatta coi soldi che frega a quelli che tratta da “malati di mente”.

Mi prendo cura del tuo bambino interiore ferito, recita il suo biglietto da visita…

Costei, dovrebbe prendersi “cura” di curarsi, va’.

Ah, sono insopportabili queste qui. Si scattano i selfie nella casa con la biblioteca piena di libri. Tutti libri inutili del tipo: Leggi che ti passa, Se sei una ninfomane vai a fare shopping, Cercare la felicità in un Bonsai, Siamo tutti figli di un Dio maggiore, credeteci, minorati.

 

Gli uomini sono pure peggio. Pensate che c’è chi, a sessant’anni, compra le biografie dell’esaltato genio precoce del figlio, che ha appena scritto le memorie Sono più grande di mio padre: però lui ha i soldi e mi dà la paghetta dopo che la sua vita è andata a mignotte.

In Italia, c’è ancora la mafia. Un tempo, i ragazzi disoccupati delle zone degradate e sottosviluppate, pur di non crepare di stenti, accettavano “lavoretti” per i malavitosi. Che ne so, caricavano nel baule della loro macchina dei quantitativi di droga e facevano le consegne. Venivano ben pagati e, allora, una volta corrotti, non tornavano indietro. Prestando giuramento. Divenuti mafiosi con tanto di “benedizione”, erano fottuti del tutto. Sì, non potevano più pentirsi. E se mai si fossero azzardati a tradire i patti d’“onore”, qualche sicario li avrebbe fatti fuori.

Ma è un discorso estendibile a gran parte della società.

Mettiamo ad esempio che uno viene ingiustamente licenziato da una grande azienda. Se fa causa, è ancora più fottuto. Il datore di lavoro è ammanicato ai giudici. Cenano assieme e, come si suol dire, cane non mangia cane.

Questo datore di lavoro è uno potente, con le mani in pasta dappertutto. Sgancia i quattrini ai giudici, e l’uomo licenziato ha pure rimediato una figura di merda, oltre ad aver dilapidato ogni suo risparmio per pagarsi l’avvocato.

Come dice Joe Pesci di Quei bravi ragazzi, cornuto e mazziato.

Sì. Dovete sapere che spesso la gente mi ha dato del vigliacco. Così, dopo i vent’anni, coprendomi delle calunnie più infamanti, aveva arbitrariamente deciso che dovevo dimostrare di essere un “uomo”. E andavo svezzato.

Da ingenuo, abboccai a queste richieste poco in linea con la mia natura masturbatorio-ascetica, e al primo colpo trovai una ragazza. Scopammo quasi subito.

Al che, questa gente mi disse che ero solamente un porco perché scopavo senza lavorare. E via di bullismi e troiate.

Io impazzii, successe un finimondo, e oggi probabilmente sono Johnny Depp de Il coraggioso.

 

Io perdono perché sono io.

La maggior parte delle persone non sono come me.

Si credono grandi uomini e grandi donne e hanno girato da amatori… invece soltanto il film Sliver ove, come William Baldwin, spiano i cazzi altrui e fanno i giochetti.

E scopriranno, un bel giorno, di essere dei matti. Che inculata.

Comunque, io appunto non sono un’ipocrita. In Sliver la nostra Stone è bella, ovvio, ma io le preferisco Polly Walker.

Oggi, la mia Polly è un po’ invecchiata.

Eppure in Otto donne e 1/2 aveva un culo da infarto. Un culo che ti prendeva un colpo.

Infatti…

Parliamo di una super figa eclatante.

Di mio, non sono né figo né sfigato. So che mi piace Broken Flowers.

 

di Stefano Falotico

Come Stan Laurel: leccate il gel(at)o di pene d’amore


23 Sep

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Sì, col secondo episodio di Maniac andiamo molto meglio. Adesso, questa serie del Fukunaga sta acquisendo un maggior senso, è più quadrata. E molte cose ora coincidono.

È la vostra vita invece sempre patibolare, piena di traumi non solo psichici. Ché non prende nessuna direzione. Dico a voi, uomini disperati che, per tutta la giornata vi affaticate in un lavoro che detestate e dunque, al vostro ritorno a casa, il muro a testate prendete, e non leggete più nessuna giornalistica testata.

Sì, dopo ore nella catena di montaggio, sfogate tutte le vostre frustrazioni, cercando sesso a pagamento e poco ci manca che vi ridurrete come Giuseppe Simone a mettere annunci video in cerca della figa depilata.

Voi donne, probabilmente, state pure peggio. E leggete sempre libri dai titoli buonisti e new age, per sperare in un domani migliore che, in verità, non viene… mai. Sì, una frigidità totale, consolata in libri come La felicità del tramonto in una nuova alba, il Sole del mio cuore, Balliamo assieme nel bosco, Lunga è la solitudine prima della nuova fav(ol)a, Aspetta e spera e si avvera per la donna verissima, Per vincere di nuovo pur cucinando le uova, Lezioni di tango argentino al pan di Spagna, e naturalmente il must per il salutismo “nutriente” della super deficiente, Come preparare risotti agli asparagi per nuovi sorrisi piccanti.

Voi uomini, cari haters, state a pecora. E ovviamente non vedete l’ora che esca il Joker con Joaquin Phoenix. Dovrete aspettare più di un anno ma l’hype è già altissimo. Sì, già v’identificate in Arthur Fleck. Anche voi volevate diventare artisti amatissimi ma, dopo mille delusioni pesantissime, ora vi siete iscritti al partito comunista-nichilista e sparate le bombe. Sì, ma non nella stazione di Gotham City, bensì scemenze isteriche, arteriosclerotiche a Radio Radicale, inveendo contro la società ma facendovela sotto anche col vostro amministratore di condominio, momento nel quale, da Rambo che vi credete di essere, tramutate spaventosamente in Fantozzi e servili vi piegate a un’altra umiliazione immane. Dandogli anche la mancia:

– Sa, deve perdonarmi, son stati mesi difficili ma ora la pago. Anzi, prenda questi 20 Euro di extra, amministratore, e regali delle rose rosse alla sua signora.

 

No, così non va bene. Non vi basterà andare a visitare le cascate del Niagara per amare la bellezza della vita. No, dovrete sforzarvi molto, molto di più.

È così.

 

di Stefano Falotico

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Uomo di carisma

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Post capolavoro che invoglia all’amore libero: il fascino amletico di un malandrino latin lover caliente come il tritaghiaccio di Basic Instinct e implacabile come Schwarzy


06 Sep

Implacabile Schwarzy

Eh sì, in quel film la cara, oramai vecchia gallina che fa buon brodo, ovvero Sharon Stone, era all’apice della femminilità. Le bastò scosciare per provocare quel lupo mannaro di Michael Douglas, uno dei più grossi marpioni di Hollywood. Infatti, nonostante il Cancro e l’occhio oramai sbilenco, Catherine Zeta-Jones pare che continui ad apprezzare le sue “doti”… attoriali. Soprattutto perché Catherine da tempo non gira un cazzo ma continua a far la bella vita, mantenuta da questo mezzo matusalemme che, credo, creperà prima del padre.

Oh, per la Madonna. Sapete che Kirk, il prossimo Dicembre, compirà 102 anni?!

Cristo, questo Spartacus, nonostante sia completamente rimbecillito, ha una scorza durissima. Non schiatta mai, Dio Cristo!

Sì, Sharon illanguidì il pisellino di Michaelino e gl’irrobustì tutto il muscolino. Spingendolo… ad amplessi ginnici che nemmeno un trapezista del circo…

Di mio, posso dire che negli ultimi anni ho attraversato tutte le fasi sessuali, ingigantendolo talvolta e rimpicciolendomi quasi sempre. Sì, cammino in camuffa per apparire più giovane di quello che, invero, sono…

– Ciao bella, quanti anni mi dai?

– Quasi quaranta.

– Non venticinque?

– No, i venticinquenni non mi piacciono.

 

Sì, una strategia totalmente bieca eppur efficace. Perché la donna matura necessità dell’anagrafe da uomo “duro”, temprato dalla solitudine, dalle sfighe immani, la donna infermieristica addolcisce, allieva e cura le ferite dell’animo affranto, infranto, spesso regredito da infante, lo coccola e tira su…

Mi son sempre piaciute le donne più grandi di me. Un tempo, non potevo averle eppure, nella concupiscenza purissima di masturbazioni dolcissime, già le bramavo, a me le stringevo in fremiti di vasi dilatatori rigidamente poderosi. Sognando di giacervi d’armoniosa potenza focosa.

Al che, come in Monsieur Verdoux e, chaplinianamente, anche come Il monello, offrii il mio “orfanello”, cresciuto a traumi e batoste devastanti, a milf che potessero rendermi svuotato… completamente.

Sì, le milf mi hanno sempre attizzato notevolmente. Le pornostar che oggi preferisco hanno 40 anni, giù di lì, ma anche quando avevo vent’anni guardavo a quelle che ne avevano il doppio.

Oggi, le donne mi dicono che ho una voce da doppiatore ma con loro faccio doppiette senza praticarmi il doping.

Le donne, sapete, sono molto complicate. Soprattutto qua in Italia, patria del cattolicesimo più borghesemente fariseo.

Tutte innalzano in gloria la parola amore e affermano di non fare mai sesso. Che è peccato! Loro fanno all’amore. E lo fanno solo con chi s’innamorano, anzi, se sono innamorate.

Ad esempio, una su Instagram, ogni sera inserisce foto di nuovi uomini che gliel’hanno inserito…

La contatto:

– Posso essere immortalato nel tuo nuovo selfie?

– Cioè? Vuoi scopare con me? E poi vuoi che ci facciamo la foto assieme, ancora sudati e fradici, coi cuoricini e gli hashtag della minchia?

– No, voglio che mi ami.

– Io amo tutti e non amo nessuno.

– Cioè, sei una zoccola.

– Come ti permetti? Porco!

 

Sì, io sono troppo sfacciatamente sincero. Molte donne ambiscono a ciò che in mezzo alle mie gambe sta e s’inalbera con durezza, resistenza, quantità e qualità. Eppur sono pudiche e ci girano attorno con panegirici che sfiancherebbero anche uno stallone di razza. Anche Woody Allen, con queste italiche catto-borghesi, perderebbe la pazienza.

– Sono affascinata dalla tua mente. È sensibile, delicata, mi stimola, mi piace parlare con te. Sei affascinante, voglio scoprirti, sentirti dentro, capire che mi capisci, entrare in sintonia con la tua anima. Adoro stuzzicarti, provocarti, invogliarti e forse anche incupirti.

– Concupirmi, semmai.

– No, proprio incupirti. L’uomo cupo è un po’ lupo, l’uomo cupo non pensa solo a come ficcarlo in ogni mio buco, egli è il re del bosco… della fantasia. E con lui viaggio nel romanticismo più bello, sereno, più zuccherato e prelibato. È magnifico quando un uomo ti rende fiera di essere donna.

Donna non significa fare l’avvocatessa cazzuta, ma godere della propria innata sensualità, dei propri sogni, del proprio scrigno segreto, del proprio giardino fiorito. E tu sei un grande giardiniere.

– Sì, come Benicio Del Toro di Uova d’oro.

– Non ho visto quel film. Benicio, in quel film, che faceva? Regalava rose e mazzolini di fiori alla sua bella?

– No, regalava a tutte il suo grosso uccello.

– Che schifo! Tu saresti così?

– No, ma non sono neanche uno che, il fine settimana, ti porta a visitare i castelli medioevali e le abbazie, chiamandoti principessina.

– Allora sei una merda.

– Sì, e tu sei una che non scopa da parecchio. Via dai coglioni! Su Sky stasera danno il film La Sirenetta. Fottitelo!

 

Sì, le donne finto-monache, troppo idealisticamente romantiche, sono sempre depresse, frustrate, insopportabili. Te la danno dopo che t’hanno già rotto u cazz’!

Ma non vanno bene neanche quelle super gnocche. Per via del fatto che sanno di scatenarti un’erezione netta dopo tre secondi, semmai te la rifilano pure, tanto per provare esperienze diverse ma, se non hai il conto in banca a cinquemila zeri…, ti dicono addio e ti mandano a fanculo dopo l’orgasmo squallidissimo.

Be’, però te la sei fatta soprattutto, soprattutto sotto… nelle mutande. Sì, con donne così, state attenti a non venire ancor prima di fumare la sigaretta.

Di mio, sono un uomo da tre massime, da me stesso coniate:

la vita di un ruffiano e paraculo è come un ottimo gelato al limone. Leccando, finisce col retrogusto rancido e amaro in bocca.

La vita di un uomo medio è una continua balla che si racconta, quella della donna media è quella di una che vuole solo balle…

La vita dei grandi uomini e delle grandi donne, comunque, è una stronzata lo stesso.

In fondo, cos’è la vita?

Quando sei bambino credi che i camionisti guidino veicoli speciali che diventano fighe macchine da guerra come in Transformers. Quando sei adolescente, se sei figlio di genitori fintamente di sinistra, studi per far piacere a chi t’ha messo al mondo, parli per frasi fatte e retorica a volontà, e aspetti il sabato sera per sfogarti sessualmente con una scema più decerebrata di te. Sognando di essere una rock star.

Ben che ti vada, farai il giornalista e ti pagheranno per magnificare film orribili. Rinneghi ogni tuo valore ma devi pure tirare a campare.

Una volta che arrivi… hai un lavoro economicamente importante, guardi i cinepanettoni per farti du’ risate, ché domani hai troppe responsabilità, e non ti va di pensar troppo con film “tristi”, umanistici e profondi.

Insomma, a qualsiasi età, è una bella schifezza.

Un’inculata enorme.

L’unica cosa che non ti delude mai è la pizza porcini… e radicchio. Ottima.

Ho detto a Killian che sarei tornato… Non voglio passare per bugiardo!

Ecco, se volete un amico e un amante che vi racconti cagate, è pieno il mondo di fake. Io sono autentico, per questo nessuno/a mi sopporta.

Se uno mi sta antipatico, non lo emargino e calunnio, non lo butto all’inferno perché mi sta sui coglioni. Non lo disprezzo neppure, lascio che faccia la sua vita.

Lezione di vita del maestro.

di Stefano Falotico

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