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Per anni credetti di essere Bruce Willis di Unbreakable, invece mi scoprii Samuel L. Jackson, o forse solo un supereroe, perfino Michael Douglas


31 May

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Sguaiatezze

Eh sì, non sto mentendo. È raro che io menta, dico sempre la verità anche se, come sappiamo, la verità è suscettibile di variazioni, perché nel momento in cui si pensa una certa cosa si può essere condizionati dalla schiavitù, a cui è duro fuggire, del balzano e distorsivo pensar comune. Allora si pensano e dicono certe cose perché indotti a dirle, ma nel profondo probabilmente mentiamo a noi stessi e diciamo sol quello che ci è più conveniente, rifuggendo con bugie bianche dalla verità intrinseca stessa.

Sì, non ero un campione di socialità e, certamente, uno come me forse era giusto fosse molto asociale. Io, ammiratore sconfinato di Paul Schrader, cos’avevo da spartire con coetanei chiassosi, carnascialeschi, ossessionati dalle loro scoperte sessuali e tenacemente imbavagliati alle direttive farisee di lor genitori preoccupati solo che i figli si attenessero a precetti ipocriti, semmai frequentando scuole prestigiose per celarsi dietro l’apparenza di bravi ragazzi integerrimi, leali e puliti, che poi sbugiardavano mentitori sé stessi, appunto, in sabati sera triviali, cafoni, piccolo-borghesi e incivili, in cui passavano il tempo a divertirsi alle spalle degli handicappati, dei diversi e degli omosessuali, dei paraplegici e dei vecchi, sollazzandosi nella goliardia più tacitamente criminosa, complice in falsa amichevolezza delle più impunite porcherie?

Quindi, non uscendo tantissimo di casa, non venendo molto a contatto con germi e batteri, in quel periodo sterminatamente languido non mi ammalai pressoché mai. Non mi venne mai la febbre, il freddo non attecchiva su di me ed, essendo dotato di un’ormonale bilanciamento termico del mio corpo perfettamente omeostatico, d’estate, nonostante quaranta gradi all’ombra, non sudavo mai. Anche il mio allenatore di calcio, negli allenamenti pre-campionato, nonostante lunghe corse sotto il Sole battente, rimaneva sempre allibito che alla fine delle interminabili corse campestri la mia fronte non era sfiorata dalla benché minima goccia di sudore.

Poi, la vita si riaperse schietta e nuovamente meschina col suo carico di spine e indubbie, tremende delusioni e, dai oggi e dai domani, batoste su batoste (quando si dice… ci ha sbattuto la testa), il mio cervello cominciò a vacillare e i miei alterati equilibri emozionali, sin ad allora controllati e affinati in anni e anni di DOC, disturbo ossessivo-compulsivo, che era la sintomatica conseguenza compensativa di un’ansia emotiva sempre tenuta a bada, perché l’inquietudine esistenziale-adolescenziale e il sovraccaricarmi troppo visceralmente senziente all’essenza della vita, nella sua nitida nudità cruda e dolorosa, tostissima m’assaliva e tormentava, mi giocarono brutti scherzi. E mi spaccai in mille pezzi.

Premetto che di DOC sono affette migliaia di persone in tutto il mondo e non è assolutamente da confondersi con la pazzia. Anzi, tutt’altro, è spesso l’iper-sensibilità, quindi una maggiore coscienza percettiva della realtà e del mondo, con le sue brutture e i suoi orrori quotidiani, a generarlo. A far sì che nasca e sorga. Molte persone, purtroppo, ne saranno malate tutta la vita, perché non sono me.

Disturbo infatti che, con tenacia e colpi di genio della mia mente mai doma, sconfissi anni e anni fa in una landa solitaria di mie sterzate miracolose. Quando si dice come ha fatto? Su questo e altre mie prodigiose, incredibili trasformazioni, forse un giorno si occuperà un moderno Kafka, non sono interessato personalmente a darmi delle spiegazioni.

Devo dire che in quel periodo cominciai a essere molto confuso. Conobbi una ragazza e, travolto da un’istintività quasi animalesca, devo confessarvi che provai estrema vergogna di me. Perché, a un certo punto, nel putiferio abissale del mio impeto selvaggio quanto atrocemente romantico, con lei che si contorceva indemoniata, splendidamente dominandomi col suo culo marmoreo, vidi il mio volto paonazzo allo specchio, e mi tornò in mente la scena di Rivelazioni quando Michael Douglas avverte un istantaneo ribrezzo per sé stesso, e si schifa di esser stato fottuto… per ingenuo desiderio carnale irresistibile. E si domanda… ma che cazzo sto facendo? Come mi son ridotto?

Ora, premesso che Rivelazioni è uno dei film più brutti di Barry Levinson (del quale stasera su Sky danno Paterno, tanto per rimanere in tema di sesso scabroso e illecito), va detto che Demi Moore a quei tempi era una figa mostruosa, disumana, per cui non possiamo biasimare Douglas se abboccò come un lumacone…

Un mio vecchio video su YouTube, intitolato Sguaiatezze, che non voglio oscurare perché è testimonianza, bella o brutta che sia di quanto appena scritto, ah ah, è ancor visibile, tanto per dimostrare che io appunto non mento mai. Sì, ero un coglione da guinness dei primati. Primati in ogni senso.

Ma la verità trionfa sempre, alle volte ci vogliono decenni affinché risalti in tutta la sua inquietante bellezza.

Dico soltanto che io perdono sempre le persone malvagie. Anche quando scherzano sadicamente su disagi presunti o veri che siano o sian stati.

Le maldicenze e i cattivi pettegolezzi prima o poi vengono finalmente smentiti.

Che Dio vi benedica, figliuoli. Andiamo tutti in pace in quest’incredibile viaggio.

Adesso, vado a rileggermi questo libro. Che vi posto storto, apposta.

Parola del Principe, sempre sia lodato.

Poe Arabesco

di Stefano Falotico

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