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Sta(gis)ti (in)aspettati dei social network antiso(cia)li


29 Jul

I blocchi e i placcaggi su Facebook son sintomatici delle egoistiche persone solipsistiche che selezionano in base a simpatie umorali, non vogliono intaccare i lor (pre)giudizi e son, ahimè, abbindolati dietro una stritolante realtà limitata delle lor apatie-paratie (anti)emozionali stagnanti. Vanno stanati, son dissennati e, così comportandosi col prossimo, non porgendo la lor guancia per farsi baciare di affiliazioni e gemellaggi, son satanici, non sporgenti di cosce che, vivaddio, vanno ero(t)izzate di sana baldoria euforica del cazzo e pigliarla a culo, si reprimono in opprimenti mentalità cast(rat)e e non si lasciano andare.
Si ammaccano, non si am(m)ic(c)ano.
Che schifo!

 

di Stefano Falotico

 

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Facebook mi sta sul cazzo


05 Dec

Andai tempo fa sulla bacheca di una tizia che avevo fra i contatti.

La taggai, forse “gliela toccai”, una toccat(in)a, s’, scrivendole un “Grazie bella topolina per la scopatona di ieri sera, è stata una scopata che merita la condivisione”, naturalmente non ci fu nulla fra me lei ma era per sputtanarla perché mi stava sul cazzo pur non essendo stato il mio cazzo in lei che (non) ci stette.

Ora, taggare troppo è però sbagliato.

La gente ha perso la testa con Facebook. A scopo provocatorio, amici (mal)fidati, usando il tag a mo’ di sputtanamento, ti insozzano la bacheca di calunnie, ridendo poi sadicamente sotto i baffi. Un mio contatto, di poco tatto, scrisse falsissimamente che, la sera prima, mi ero fatto una canna e poi ero andato con varie troie, dopo essermi ubriacato. Al momento, costui è ancora sotto farmaci e ricoverato in una clinica psichiatrica per malati dei cazzi altrui.

Gli (s)piace?

Il caso Selvaggia Lucarelli, una montata, in senso (a)lato b e lattea/o di una spaventosa ignoranza di massa(ia), forse (una) massaggiatrice


30 Jun

di Stefano Falotico

Ebbene, il cazzo, ops, volevo dire il caso “duole”, no vuole, e quanti cazzi vuole a volontà, eccome, che si vada a parar su quella “culona”, cafona tettonabarona (sei un mito da personaggi alla 883) di Selvaggia che, dietro questa finta aria “microfonata” da brava ragazza a far la figa per il filo dei maschietti che arrapa dalla cintola della pubertà sin all’andropausa che non si gonfia sotto la cinturina, continua a mieter s(ucc)esso, mettendo bocc(on)a (eh, è laureata alla Bocconi) da tuttologa secondo me solo dell’“articolo” intitolato: “Sbattila in prima panna”. Eppur tutti mette “incinti” e anche delle donne s’accattiva le simpatie, prendendone tanti dunque, quelli “dentro” degli uomini, virtualmente e/o non a lei scamiciati in tifi “bollenti”, soprattutto bolliti, e quelle delle casalinghe che aman la sua lingua, cioè delle lesbiche che mai ammetteranno, e non ci sarebbe nulla di male, di volersi far allattare da Selvaggia. Non potendo sugger quel seno “esplosivo” di minchi(at)e, appunto, si ciuccian e bevon tutte le più stronze e sconcie cos(ci)e che tal montata, già, da una che si “alla(r)ga” troppo (eh sì, una topa che te li st-r-appa, straripando di straparlar da strafatta anche se non è rifatta) e si dà loro a suo “aprirsi” in cagate “sto(r)iche” come questa qui sotto (ec)citata. Tanto la Lucarelli sa che, anche se è una cazzata di proporzioni iper(bolicamente) dotate di ridondanza utile sol ai suoi dille(evol)i, fedelmente andran in brodo di giuggiole sia le oche e sia le giulive in questo fine Giugno:

Nella vita abbiamo tutti il sacrosanto diritto di lasciare, mollare, rifarci una vita. Ovviamente, non possiamo evitare che l’altro soffra, non possiamo proteggerlo dal dolore che le nostre decisioni e il nostro voltare pagina gli arrecheranno. Però qualche piccola delicatezza, quella sì, si può avere. Non si tratta di mentire, si tratta di non affondare il coltello. Ecco, i social, da questo punto di vista, sono una bella cartina di tornasole: hanno portato a galla uno stuolo di esibizionisti sadici che, dopo aver mollato mogli, mariti, fidanzati e fidanzate, due giorni dopo, non esitano a passare con la ruspa sulla loro sensibilità, postando foto in cui limonano con la nuova fiamma, in cui scrivono pubblicamente dichiarazioni d’amore, frasi con allusioni alla loro scoppiettante vita sessuale e ributtanti, sdolcinati cinguettii che hanno un solo effetto: quello di arrecare ulteriore dolore a chi, magari prima di rifarsi una vita, ha bisogno di tempo e una delicata ricostruzione emotiva. Ecco, io questa roba qui la trovo ignobile e mi spiace davvero per tutti quelli che ci sono passati o ci stanno passando (io no, ma ho visto cose che voi umani…). Ma porca vacca. Vi siete rifatti una vita alla velocità di un bosone e siete felici come una Pasqua? Godetevela senza bisogno di schiaffare la vostra felicità e l’occhio languido su una bacheca Facebook o su Instagram con i filtri soffusi e i cuoricini da bimbominkia. Il tatto è l’unica cosa dovuta a chi soffre per amore. E, alla fine di tutto, volevo dire a questi sfigati sadici esibizionisti che la ruota gira. E che i prossimi a sentire le budella, che si attorcigliano dopo un giretto su una bacheca altrui, potreste essere voi. Ve lo auguro di cuore.

Ora, augurandomi che non abbiate vomitato dopo sua questa ennesima puttan(at)a, vi dico che ho anche corretto il testo perché la nostra Selvaggia ha fatto la solita p(i)azza(ta), sì, ma pazziando, anzi piazzando le virgole “a cazzo”.

Non avevo dubbi, lei usa la lingua italiana da “brillantona” in testa su spermatica “donna con le palle”. Donna di grandi testi(coli). Che pennona, come sciacqua i panni sporchi, la porca, che pezzo!

Eh già, mi par ora, fratelli della congrega, di abbatter questa battona. E la finisca di far battutine!

Ah, ammetto che è tastabile, sì, quel seno fa “senso”, ma è donna davvero di cattivo gusto, in inglese taste, nonostante si profumi di tanti clap clap a chiappe vostre che prende per il culo su tastiera ergonomica a ove tira… il vento. Io spero che il vento, di sua (raf)fica, “spifferi” un giorno d’uccellini “a balconcino” che la sputtanino a dovere e le lascino solo le briciole della “dura” sua gallina ad abbindolar voi, i galli cedroni spennati dal suo “pelo”, e voi che strapazzate le uova della vostra fritta(ta) di maionese, mie pazze.

Fa specie infatti (dis)umana che codesta, da coccodè, sfacciatamente faccia l’intellettuale “bella” sullo sgabello polemista. Vada a preparar la polenta e che balli un lento in balera, mia balenottera.

Il lupo, che sono io, mangia eccome Cappuccetto Rosso, eppur non mi “scappello” dinanzi a una che fa soldi proprio coi social network, sputando poi nel piatto in cui magna.

Che schifo, zoccola! Ora, scopa a terra!

Mi denuncerà? Non se po’ fa’! E sai perché Selvaggi(o)na? Perché sei tu la prima a parlare male di tutti.

E io, non essendo uno qualsiasi e neppure un qualunquista, ti fotto!

Ma porca vacca! 

Facebook è Michael Douglas


03 Oct

Ci vogliamo dire la verità? Facebook è come Michael Douglas, ti salvi dal Cancro se non chatti con chi cita a pappardella

Sì, Facebook è la nuova malattia del secolo e della sega.

Chi non è iscritto? Tua sorella?
Certo, non ne ha bisogno. Gli amici sa come trovarli sui viali.
E non voglion solo seghe mentali. Desiderano una pompa.
Non possono accontentarsi del seguire perversamente i cazzi altrui.

Di mio, posso dire che Facebook serve per quattro/cinque contatti. Uno è contratto, una è ratta, tu sei un conato?
Mah, secondo me nascesti male.
La maggior parte degli altri postano solo Gandhi, banali e retorici proclami per far bella figura con leccaculo pronti al Mi piace di Rito, in cui si improvvisano Anthony Hopkins esorcisti dei lor malesseri indiavolati su fegato rosicante nel prender simil Lecter Hannibal ogni stronzata alla lettera (da cui il duplicato non originale del fac-simile e del vaffanculo eppur mi somigli), neanche sentito e neppur letto, sebben si dilettano e tanto dileggiano questo e quello.

Sono suddivisi per categorie: le bone con foto di lor al mare e piedi peperini stimolanti nausea da bagnino spompato, gli intellettuali copia-incolla delle frasi (in)colte, rubacchiate dal sito del pennivendolo laureato però alla Bocconi dei miei coglioni, e gli inutili. Gente che prima andava dallo psicanalista e adesso piscia chiedendo amicizie scambia-depressioni fra un pompino a vicenda e un amante vicino eppur condivisa.
Un bisex? No, un bidet.
Intanto, il bidello viene trattato come un cesso.

Sì, Facebook è come Michael Douglas, è passato di moda.
Si sta rincoglionendo, anche se penso sia sempre stato amato dai conigli.
Sì, Michael almeno scopa.

Questi si rifugiano su FB per non mostrar la faccia ma esibiscono fighe loro. Finte.

Ho detto tutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Last Vegas (2013)
    Con questo, abbiamo mandato a puttane del tutto quattro grandi.
  2. Basic Instinct (1992)
    Diciamocela. Sharon Stone non ha mostrato proprio nulla.
    Era una controfig(ur)a.
  3. Dietro i candelabri (2013)
    Dietro il candelabro, potresti vedere un altro culo.

 

Genius-Pop

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