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Il Batman di/con Robert Pattinson è uguale a uno zombie de L’alba dei morti viventi, anche dementi e, all’uomo pipistrello, preferisco il mio BIRDMAN da mystery thriller di VILLA CLARA


23 Aug

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Batman, ho sempre preferito Joker e, a Colin Farrell, il Pinguino della De Longhi

Quando uscirà, finalmente, il film Clara di Francesco Longo?

Villa Clara, celeberrima haunted house per eccellenza dell’entroterra periferico della piadina, no, pianura emiliano-romagnola, situata a due passi da Trebbo di Reno ove, nel lontano 2003, rischiai di morire d’incidente stradale ma, per vostra disgrazia, scoppiò l’airbag e dunque sono ancora vivo e vegeto, ah ah.

Credo sostanzialmente che Bruce Willis di Unbreakable sia, rispetto al sottoscritto, Mr. Glass. Ah ah.

In verità, soffro di molte fragilità interiori ma la gente, giudicandomi dall’esterno, mi considera indistruttibile. Appaio infatti superbo. Di mio, posso dirvi che, 10 ore su 24, sono distrutto.

Poi, riesco sempre comunque a ricompattarmi come Robert Patrick di Terminator 2. Ah ah.

Anno Domini T-1000, no, 2003, forse solo dopo Cristo. In cui, prima d’incontrare una ragazza di Trieste che prosciugò il mio sangue, succhiandomi nello sverginamento mio tardivo avvenuto a Modena, no, a mo’ di Zora la vampira in quel di Porretta Terme ove lei mi tese una trappola degna della casa degli orrori di Gardaland al fine di divertirsi con me, con giochi d’adulti adrenalinici da montagne russe di Mirabilandia, ecco… dicevo, un’altra volta mi sono perso nel labirinto di qualche luna park o del mio dedalico e angoscioso, nerissimo passato da ragazzo semi-disadattato da Ken Park. Il quale, smarritosi nei meandri del suo spaesamento esistenziale, dimenticò il piacere di mordicchiare e gustare deliziosamente un morbido zucchero filato, dando un po’ di sugar alle bone bionde qual fu Bridget Fonda de L’armata delle tenebre. Sì, fui un ragazzo tenebroso, più che altro tenerissimo. Ora, durissimo. Ah ah. Diciamocela senza peli sulla lingua, la Fonda di Jackie Brown ha un lato b sul quale Bobby De Niro/Louis Gara andò subito a fondo. Ah ah. Mah, in Terapia e pallottole, De Niro si rivolse allo psichiatra Billy Crystal affinché un duro come lui, per l’appunto, non potesse rimediare figuracce da “ammosciamento”. Di mio, so che il sessuologo-andrologo Maurizio Bossi, dinanzi a Susanna Messaggio, lo ebbe e crebbe più duro dell’ex capo della s… a, no, Lega. Umberto!

Meglio, fidatevi, uno sfigato come Lupo Alberto.

Di mio, non soffro Berlusconi né soffrii di ejaculatio praecox ma fui un enfant prodige quasi Precog. Tant’è che la mia vita fu indagata di Minority Report. A causa dello stress provocatomi, persi molti capelli e rischiai di farmi il riporto…Adesso, qualcuno/a sostiene che sia uguale a Tom Cruise. Gli strani scherzi del destino. Intanto, Francesca Pascale sta con Paola Turci. A questi uomini ipocriti e a tali saffiche, preferirò sempre Via Saffi, gustando un ottimo gelato al limone per rifarmi i baffi. Comunque, a 13 anni volli scopare T. Laffi. Ecco, ora lo sapete. Però, non scassatemi il cazzo.

Basta con la goliardia alla Bruce Campbell/Ash di The Evil Dead e torniamo a parlarvi delle mie notti solitarie d’adolescente ombroso, quasi afflitto dalla malattia del Lombroso, concentrandoci e sprofondando ancora negli insondabili corridoi sinaptici dei miei opachi, tetrissimi pleniluni da Zio Tibia, da ragazzino, più che malavitoso e malmostoso, assai cresciuto già in modo troppo precipitoso e dunque malvisto dagli adulti perversamente vogliosi, ingordi, capricciosamente maliziosi in maniera morbosa, eh già, fui un teenager a livello anagrafico con un cervello da Sam Raimi maturo di The Gift, un ragazzino scambiato per Spider-Man e per Max Pezzali degli 883 da hanno ucciso l’uomo ragno, non si sa neanche il perché, avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè, invece già amante di Angel Heart, un grande horror al “semifreddo” di Peter Parker, no, Alan.

Un ragazzo che, già a quindici anni, vide tutta la filmografia di Woody Allen, soprattutto SettembreInteriors e Radio Days, ah ah, perciò fu per il culo preso a morte dai miei coetanei odiosi, sciocchi e libidinosi che mi perpetrarono scherzetti di cattivo gusto da Amici miei precoci o da rincoglioniti anzitempo di M.A.S.H assai, loro sì, permalosi. Capite? Stetti per essere messo a pecora da questi pecoroni inetti con le loro squallide battone, no, battute pecorecce da insetti.

Fidatevi, piuttosto che frequentare questi compagni di merende, è meglio gustare da soli un pecorino, ammirando Paura e delirio a Las Vegas con la fotografia di Nicola Pecorini.

Ah, gli adolescenti sono più falsi dell’amica di Jamie Lee Curtis di Halloween. Dicono cioè a lei, di pure True Lies, di non scegliere come uomo un edonista à la Arnold Schwarzenegger ma poi vogliono diventare tutte fighe come Sharon Stone di Atto di forza. Ma in quale pianeta vivono? Su Marte? Ah ah.

E ho detto tutto…

Di mio, invece, che posso dirvi?

Vidi La casa assai presto e lo rividi per di più mille volte. Anzi, no. Per essere precisi, lo reputai sin dapprincipio un film enormemente sopravvalutato. Lo riguardai soltanto di zoomate alla Pronti a morire per fermare le immagini quando Ellen Sandweiss, aggredita dalle creature notturne risvegliate dal Necronomicon, mostrò il suo boschetto, in mezzo alla foresta, più della già (ec)citata Sharon Stone di Basic Instinct.

Qualche anno fa, auto-pubblicai, coadiuvato dal mio personale editor, autore della bellissima raccolta Lettere dal buio, un’antologia di tales orrifici, intitolata Fantasmi principeschi. Lo trovate in vendita presso le maggiori e migiori catene librarie online. Su Amazon e non sulle amazzoni. Un libro molto bello, così bello da far spavento. Quando si suol dire… è scritto da dio in maniera mostruosa e raccapricciante.

Un libro in cui, a pagina 23, è contenuta una mia breve storia su Villa Clara.

Ah, non volete neanche comprare questo mio libro in eBook a un paio di Euro?

Siete degli ingrati. Come farò a pagarmi le bollette? Capisco, in maniera similare a Jack Torrance/Jack Nicholson del succitato Shining, vorreste asfissiarmi e semmai pure vivo murarmi.

Adesso, sto scrivendo un romanzo su Bologna. Devastante. Ricolmo di ricordi rinati in gloria, pieno zeppo di malinconia e dunque euforia per la mia vita ancora non scivolatami via.

Bensì, ritornata a essere quella del numero uno come ai tempi delle scuole medie. Quando il mio compagno di b(r)anco, il gemello Longo, no, non il regista di Clara, mi disse che ero un genio e che, non potendo essere capito da questo mondo di scemi e illusi-ingenui, sarei per l’appunto impazzito, ammalandomi di metafisica. Sì, me ne ammalai mentre il Longo lo diede lungo e tosto a più di una figa dal culo rotondo.

Ieri pomeriggio, invece, mi ritrovai nuovamente dalle parti di Villa Clara e scattai una foto.

Si racconta che la gente normale abbia paura ad avvicinarsi presso tale magione per timore di essere contagiata dalla tristissima leggenda che su di essa aleggia in maniera macabra. Oddio, maledizione!

Io, in tale casa, v’entrai a sedici anni in un’estate alla Stand by Me assieme a dei ragazzi della mia squadra di Calcio. Quando militai nel Lame Ancora, compagine balistica di quartiere che primeggiò nel campionato provinciale grazie alle mie reti da fallito Maradona. Ah ah.

Ah, della mia vita sapete davvero poco.

Anche della mia attuale ragazza.

Lei mi considera più sexy di Robert Pattinson, io la considero più gnocca di Catwoman/Pfeiffer Michelle.

Quello che posso dirvi è che su Carmine Falcone avrebbe dovuto indagare Borsellino ma fu ucciso forse dagli stessi bastardi che ammazzarono Salvo D’Acqisto. Il carabiniere a cui, tutt’ora, è dedicato il nome della mia ex scuola media.

John Turturro è geniale in The Night Of e, a essere sinceri, non voglio essere figo come Pattinson oppure come Colin Farrell.

Tanto, anche avendo io avuto un’adolescenza da Clara, feci all’amore con una più sensuale di Juliette Binoche di Cosmopolis e la mia lei è molto, molto, molto più eccitante di Julianne Moore di Maps to the Stars. Sono Mark Wahlberg di Boogie Nights? Meglio quello di Max Payne.

Insomma, se siete invidiosi che io sia un maledetto come Jack Nicholson, chiamate Louise Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo e sposatevela.

È pazza e brutta come voi. Ah ah.

Comunque, staremo a vedere come sarà questo The Batman.

Nel frattempo, stasera ho voglia di essere Flash Gordon.

Inoltre, odio sia la DC che l’ex Democrazia Cristiana.

Insomma, dinanzi a me, siete ancora all’ABC.

Siete degli ignoranti come Adriano Celentano. Siete delle oche come Ornella Muti o solo mediocri come Alberto Sordi?

Ah, dimenticavo: a Matt Reeves e a questo Pianeta delle scimmie, preferirò sempre Steve Reeves. In quanto, se mi rompi le palle e mi dai patenti sbagliate, posso trasformarmi in Superman.

 

 

di Stefano Falotico

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Effetto nostalgia – Le STRANGER THINGS delle nostre estati à la STAND BY ME: pezzo magnifico di sublime poesia invincibile in puro stile Falotico (im)battibile, forse sbattuto


15 Jul

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Questa è poesia, è la vita piena di amore, dolcezza, avventurosa temerarietà che, dopo tante melanconie ed inutili ipocondrie, nuovamente s’estasia di nostre estati danzanti nella beltà di levigate armonie potentissimamente ritornate con fragore tonitruante in mezzo a tanti zombi viventi già peraltro nati cinici, marci e stanchi!

Come un uragano infermabile, deflagra il turbinio del tempo che riemerge dalla voragine profondissima delle nostre soppresse, inibite, castrate e frenate, raggelate emozioni annegatesi nell’oceanica asciuttezza di uomini e donne precocemente invecchiati ed inariditisi, nottetempo, nel buio devastante d’esistenze non più romanticamente selvagge e dunque stupendamente brillanti.

Ecco, l’altra sera amoreggiai fortissimamente con la mia lei.  E sin dalle prime, fiochi luci d’un pomeriggio assolato, soffusamente immerso nel nostro reciproco, fervido, passionale ed irruento, ardimentoso scaldarci in maniera scalmanata, in quanto, quando la vita ci raffredda e le emozioni più vere opacizza, di contraltare i nostri sogni con grinta dobbiamo caldeggiare, io lei respirammo ansimanti nella cristallina siesta d’una sera inoltratasi quindi in una notte illuminata dal firmamento stellato dei nostri animi turbinosamente, ferocemente e instancabilmente innamorati.

Tifando a vicenda per le nostre anime che giammai s’infrangeranno contro la dura scogliera d’una malinconica, imperitura tempesta emotiva risalente dagli abissi delle nostre isole, no, isolamenti, dei nostri inutili lamenti scioglienti il calore dei nostri ardenti, dapprima spentisi soli or interiormente non più soli e mai più rammaricati anche se, per troppo tempo, ci perdemmo per niente.

Ibernammo i cuori, sì, poiché scoraggiati, addirittura scoreggiati da persone che, reputandoci invise, ci sputarono pure in viso.

Ma è tempo d’estate, di soavi, roventi e morbide atmosfere languide d’occhi conturbanti che, pian piano stuzzicandosi, giocosamente provocandosi, colgono e sempre coglieranno l’unicità dell’immensa vita da un qualche dio donataci, da noi per molto tempo rinnegata, perciò nel buio della depressione oscuratasi, ancora miracolosamente in gloria rielevatisi.

Quando uscirà la nuova stagione di Stranger Things? La considerate una serie infantile?

Ma allora non avete mai capito nulla del miglior Steven Spielberg, non sapete neppure chi sia Joe Dante, non avete mai davvero amato I Goonies e forse non conoscete il sincretismo culturale di Quentin Tarantino. Regista che fingete di adorare ma del quale assai poco sapete. Fidatevi.

Siete dei Gremlins. Siete ancora degli Small Soldiers.

Tarantino, a prescindere da C’era una volta a… Hollywood, ché a me non è tanto garbato, è un genio. E su questa mia affermazione apodittica non si può assolutamente sindacare.

Ehi, guarda quello. Pensa di essere dio e vuole scatenare l’apocalisse. Se fossi in lui, aspetterei il giudizio universale poiché, se in questa vita viene ritenuto un malato di mente con deliri di natura mistica, da dio sarà sbattuto, non in manicomio, bensì all’inferno.

Che poi… è la stessa cosa. Lo so perché lo vissi sulla mia pelle. Ah ah. Che palle!

Molti di voi, invece, al massimo sono dei “cazzari” che, quando vogliono sentirsi geniali, citano a memoria battute di Quentin. Ma, in tutta onestà, credo assai bene che non solo mai cenerete di “stuzzichini” con Uma Thurman di Pulp Fiction, bensì non riusci(s)te nemmeno a commuovervi dirimpetto alla venustà purissima di sua figlia.

Una che, con tutto il rispetto per la sua giovane età in fiore (classe ‘98) è maggiorenne da un pezzo. Al che, io non pecco affatto nel definirla una gran figa eccezionale.

Sarei per questo pazzo?

In verità vi dico che Maya è destinata forse a diventare addirittura più sexy di suo padre, ovvero Ethan Hawke.

Cara Maya, riguarda assieme a tuo padre il capolavoro “retorico” di Peter Weir, L’attimo fuggente.

Non innamorarti di un maiale come David Carradine di Kill Bill. Fattelo dare, no, dire da tua madre.

Scusate, qui c’è stato un calo di tono poetico, diciamo. Ammirando Maya, mi son lasciato prendere la mano… Perdonatemi se sono stato prosaico.

Veniamo al dunque…

Guardate che non sono mica il primo venuto e non sono uno da comunità da canzoni di Mario Venuti.

Ridatemi il benvenuto.

Riprendiamo…

Non cazzeggiamo!

D’altronde, son stato sempre benvoluto, non mi piace tuttora Alessandro Benvenuti e sulle mie sfighe facciamoci una sana risata e una grossa bevuta.

Ma a chi volete darlo, no, darla a bere?

Sì, la mia lei è molto più grande di Maya e un paio d’anni più grande di me.

Ma non è gelosa del sottoscritto. Infatti, da quando la conosco molto intimamente, credo che non riuscirò a guardare Maya nella nuova stagione di Stranger Things. Altrimenti, la mia lei mi ricatterà. Dicendomi che, se io perderò tempo con Maya, lei riguarderà Prima dell’alba…

Mah, vi fu un tempo in cui indossai le ballerine come Miguel Bosé di Suspiria. Per alcuni mesi, ascoltai pure i Backstreet Boys. Sì, mi piacevano anche le Spice Girls. Tranne quando cantavano. Ah ah.

Sono inoltre fanatico di Justin Bieber. Sì, sono davvero un essere falotico. Falotico è sinonimo di bizzarro. Cercate sul vocabolario. Sì, ieri sera con un mio amico, rivedemmo un video dei Metallica. Videoclip storico. Capolavoro!

Sì, in alcuni momenti adoro pure Brett Michaels nel suo famoso sex tape con Pamela Anderson.

Tanti anni fa conobbi un tizio che andava matto per Maya Sansa. Non siamo più amici. Sapete perché?

Gli dissi, scherzando, che l’avrei visto bene non tanto a ballare la salsa con Maya, bensì a preparare dei dolcini e delle salate salse alle racchie. Per questa mia provocazione, volle sbattermi una tartina in faccia.

Infatti, lo considerò una torta, no, un gravissimo torto. Dopo che mi spalmò la faccia con pochi “canditi”, diciamo in modo poco candido ma molto da cane, dandomi pure della merda, lo mandai a cagare seduta stante, aggiungendo che la Sansa è più porca di sua madre. Indossai quindi un vecchio mio giubbottino di jeans e cantai da bel tenebroso vicino a un castello medioevale. Sono un romantico. Che cazzo volete? Sì, ne ho più di uno. C’è solo l’imbarazzo… della scelta. Se volessi, potrei pure essere bisex come Miguel.

Preferisco però fare i cazzi miei. E io e la mia lei preferiamo farci e fottervi.

Non fate gli strafottenti, siete solo dei dementi ed è inequivocabile che non avreste mai dovuto mettervi contro uno più bravo di Quentin.

 

di Stefano Falotico

 

La malattia mentale esiste davvero non soltanto nel Cinema e in True Detective? Oppure è una fandonia creata appositamente dalla psichiatria a mo’ di spauracchio per chi odia i geni che non credono all’eugenetica della mi… a?


28 Jun

van gogh schnabel dafoe

Inizio spiritoso per poi arrivare al finale malato… di metafisica.

Ora, che c’entra True Detective? C’entra eccome.

Nella prima stagione, così come le altre due, scritte da Nic Pizzolatto, Rust Cohle/Matthew McConaughey è malato di mente. La sua non è però una malattia mentale socialmente pericolosa, anzi, tutt’altro. È lui che, grazie al suo fiuto da tartufo, in virtù del suo pessimismo cosmico da Giacomo leopardi ante litteram e, forse, rispetto a lui meno letterato ma probabilmente più lettore dei libri di criminologia non scritti da egregi, noiosissimi dottori, bensì da provetti, privati investigatori alla pari di lui espertissimi di assassini seriali, perfino rispetto a lui più intuitivi e migliori, in maniera prodigiosa riesce a catturare lo psicopatico pedofilo e a smascherare non soltanto il maniaco sessuale, bensì anche le false congreghe di ciarlatani affetti da manie religiose.

Rust non è un fanatico, non è neanche un esaltato. È proprio un gran figlio di puttana nella sua accezione più figa di Michelle Monaghan e di Alexandra Daddario.

Invece, il suo “partner” esclusivamente lavorativo, Marty/Woody Harrelson, non soffre di nessuna patologia mentale, non è uno psichico, tantomeno uno da internare in un centro psichiatrico.

Però, a vederci chiaro, è in effetti malato del seno della Daddario. Mentre Rust sodomizza sua moglie e poi scatta la rissa fra i due amici/nemici che si danno più colpi di quelli rifilati a Rachel McAdams da Ray Velcoro/Colin Farrell nella seconda stagione.

Anche Ray è malato.

Difatti, è tanto certosino e impeccabile nel suo lavoro quanto borderline e facile alle botte da dare non solo a Rachel, bensì a ogni ragazzino bullo, indubbiamente disturbato, che fa lo sbruffone con suo figlio “ritardato”.

Vince Vaughn, invece, è manesco, è un puttaniere conclamato ed è un fesso mai visto.

Sì, sua moglie è una fessa incredibile, nel senso meridionale del termine (fessa infatti, al sud, significa gran pezzo di patonza che, a sua volta, si dice in Toscana, maremma maiala!), eh già, Kelly Reilly.

Oramai specializzata in ruoli da mangiatrice di uomini, “rinomata” nella parte della bagascia di bell’aspetto che può cavalcare sia Kevin Costner, ovvero MrBalla coi lupi, di Yellowstone che un nerone come Denzel Washington di Flight.

Nonostante ciò, Vaughn la tradisce con delle meretrici di bassa sega, no, lega.

In ciò, va detto, assomiglia a Stephen Dorff. Uno che, alla pari di Bret Michaels, riuscì a fottere Pamela Anderson.

Mentre, in Somewhere, Stephen inchiappettò Laura Chiatti. Secondo me, non solo nella finzione.

Con buona pace del cornuto di Marco Bocci.

In True Detective 3, Stephen interpreta la parte, per l’appunto, del tipo piacione un po’ coglione e, nel finale, molto panzone ubriacone.

Stephen, in questa serie, non è malato di mente. Di bionde, nel senso stavolta di birre, sì.

Ha pure la parrucca biondissima!

Mentre Mahershala Ali diviene progressivamente demente e non ricorda più quasi niente.

Vi garantisco, comunque, che Carmen Ejogo è una passerona che non si dimentica facilmente.

Ora, perdonatemi. Non ho più voglia di scherzare e sdrammatizzare.

Avverto un blackout dietro di me, qualcosa di enormemente bergmaniano.

Negli ultimi anni, quasi tutte le persone a me care, purtroppo, sono morte.

E anch’io non mi sento bene.

Più che malinconico, sono nostalgico.

Ma forse qualcosa è rimasto, qualcosa echeggerà eternamente.

La mia anima vivrà per sempre.

Non è un testamento funebre ma una presa di coscienza lapidaria.

Ecco, detto questo, elenchiamo dei film ove i protagonisti sono, in un modo o nell’altro, dei pazzi.

Blown Away – Spazzato via:

Ecco che si riforma la coppia formata da Corey Feldman (identico nell’aspetto a un mio ex amico delle elementari e delle medie, Marco Trasatto) e dal compianto (da chi?) Corey Haim.

La loro patologia consiste in questo: perdono la testa per la stessa donna, cioè Nicole Eggert. In tale thriller erotico girato col culo. Un film, diciamocelo, del cazzo.

Non guardatelo, scaricatevi solo le clip in cui Nicole si mostra più e più volte generosamente ignuda.

Comunque, a Nicole Eggert e a Pamela Anderson, ho sempre preferito Marliece Andrada. Anche lei bagnina bagnatissima di Baywatch e sicuramente una che, come Alexandra Paul, soprattutto di Christine, può trasformare un nerd come Keith Gordon in Flash Gordon.

Proof:

qui, Anthony Hopkins, dopo essere stato il celeberrimo cannibale de Il silenzio degli innocenti, interpreta la parte di un genio matematico impazzito. Il quale non riesce neppure a capire che sua figlia, incarnata da Gwyneth Paltrow, la diede a Brad Pitt.

Dire, cazzo, che Anthony e Brad girarono assieme Vento di passioni. Anche Vi presento Joe Black.

Pare che Pitt e Claire Forlani non abbiano mai avuto alcun tipo di relazione sessuale e/o sentimentale.

Sì, questo lo andranno a dire a quella zoccola di Angelina Jolie.

Andiamo avanti…

Qualcosa è cambiato:

qui, Jack Nicholson interpreta la parte di un misantropo che scrive romanzi d’amore. Ma che significa?

Allora, odia l’umanità o non gliela fa? Lo sa Helen Hunt.

Per riuscire a farcela…, Jack prende le pastiglie, cioè gli psicofarmaci.

Molti di voi, invece, non abbisognano di pasticche come il Viagra.

Non gliela fate manco con questo/e. Ah ah.

Joker:

non so se ne siete stati informati. Questo film è la storia della mia vita.

La mia esistenza è stata plagiata da Todd Phillips e da Scott Silver.

Ho chiesto il risarcimento danni all’Infortunistica Tossani. Ma come? Ho pure vinto l’Oscar come miglior attore protagonista? No, l’ha vinto Phoenix.

Insomma, ‘na tragedia. Ah ah.

Rambo:

qui, Stallone, dopo essere impazzito a causa degli orrori del Vietnam, dà di matto.

Sicuramente meno, comunque, rispetto allo sceriffo e ai suoi scagnozzi fottuti. Non solo nel cervello.

Risvegli:

una malattia chiamata encefalite letargica. Un miracolo inaspettato. Peccato che duri pochissimo. Quasi quanto la corta durata di Stand by Me di Reiner. Una magia e un magnifico ricordo che finiranno solamente nel brevissimo, impercettibile tempo di un’estate bellissima.

A Beautiful Mind:

discreto film, assai retorico. Nemmeno una donna bella come Jennifer Connelly riesce a salvare un genio dalla follia.

Neppure il suo amore riesce a curarlo dai suoi demoni…

E che se ne fa John Nash del Nobel?

Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità:

forse l’arte, la fantasia, l’immaginazione salveranno il mondo da ogni aberrazione e da ogni ipocrisia.

Forse, la forza della grandezza artistica permetterà a Vincent di essere un grande uomo come il Pasolini descritto da Abel Ferrara. Ancora una volta, strepitosamente aderente al viso cristologico del leggendario Willem Dafoe.

di Stefano Falotico

Potrei essere Bruce Campbell de L’armata delle tenebre e l’a(r)matore di ogni tenerezza, volando nella brezza con far da Poe-ta?


19 Apr

Army of Darkness

 

20200419_125703Ah, Franco Battiato.

Nella vita fui associato anche a lui poiché la gente pensò che fossi matto e malato di metafisica.

Di mio, so per certo che giocai a Calcio sino a 18 anni e credo che la mia pubertà, normalmente, iniziò a 12 anni. Durante l’adolescenza vissi attorniato da quasi coetanei che furono, sono e rimarranno bambini.

Sì, liceali damerini, abituati a scansionare il prossimo secondo modelli etici di estetica distorta.

Li vedrei bene assieme ai ragazzini del club dei perdenti di It.

Mi fanno morire. Pensarono e pensano delle cose assurde sul sottoscritto. Per loro fui sempre una sorta di manichino da trattare come clown di Pennywise poiché sono più geniale di Stephen King.

Ah ah, questa è bellissima. Anche quella là. Però è stupida. Quando avrà un figlio, gli mostrerà Stand by Me a otto anni. Poiché, essendo già vecchia, proietterà le sue nostalgie alle nuove generazioni. Che, in verità, dovrebbero invece darsi a Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

Veramente, non se ne può più dei nerd.

Il nerd è colui che, essendo impossibilitato a esser bello per via di una genetica, purtroppo per lui, difficilmente aggiustabile, s’imbelletta nel fare il patetico simpatico, ribaltando il senso dell’esistenza a suo piacimento. E vive di atroci dicerie, insomma, rimarrà a vita nel reparto “giocattoleria”.

Indubbiamente siamo stanchi anche delle zie cattedratiche, ah, nauseanti. Piene di buoni consigli maieutici atti a educare i ragazzi a un falso e fatuo perbenismo ipocrita, gigioneggiano da sapientone. Sono abuliche!

Non vorrei dirlo, invece lo dico. Oltre che cornacchie, so’ proprio racchie.

Sì, invero credo che, essendosi dissanguate troppo presto a livello emozionale e sensuale, abbiano riversato ogni loro frustrazione in quella che chiamano, pedagogicamente, “cultura”. Che non è cultura, è solo in realtà e squallidamente una ripetizione mortificante di nozioni apprese a menadito, recitate a pappardella e servite ai loro studenti per infornarli e indirizzarli a una morigeratezza dolciastra e mortifera.

Donne spente che forse sperarono, tra un Foscolo e un Carducci, di volare a Hollywood. Sì, recitando il ruolo, in parrocchia, di Meryl Streep de Il dubbio.

Oddio, perdonatemi, questa è cattivissima. Sembra Anjelica Huston de La famiglia Addams. Quella là invece è bonissima. Sì, assomiglia a Amy Adams.

Per piacere. Allora, sono pronte le strapazzate uova o devo diventare veramente pazzo?

Ah, queste sognatrici sono solo delle indottrinatici. Sono delle domatrici. Uomini, abbiamo bisogno invece delle dominatrici, così non potranno accusarci di sessismo.

Ah ah, questa fa morire dal ridere. Quella là invece farà morire te. Sei cieco? È più inguardabile di Freddy Krueger.

– La amo. Combatterò con gli artigli per possederla anche da sotto il letto.

– Sì, sei la personificazione del detto Dio li fa e poi li accoppia. Se è contento Dio, è per questo che sono ateo.

 

Siamo stanchi perfino di psichiatri che, in quattro e quattr’otto, cioè assai sbrigativamente, appioppano ai loro pazienti delle diagnosi esecrabili. Trattandoli da Anthony Hopkins di Proof quando invece non s’accorsero d’avere di fronte quello de Il silenzio degli innocenti.

E i divieti aumentano, viviamo nell’era del “proibizionismo”, siamo regrediti a una barbarica, ecumenica società fascista. Pericolosa in quanto castratrice e mentitrice.

Livellata su standardizzate omologazioni di massa atte a rendere il prossimo una persona robotica, una merce di consumo a cui affibbiare un prezzo meritocratico.

Ah, ho ancora molta gente che mi disprezza. Ma, si sa, la gente è ossessionata dal rispetto. Non è che faranno la fine di Bob De Niro del secondo Padrino? Ah ah.

La gente dovrebbe invece essere ossessionata dall’avere dei buoni pettorali, miei polli zenza ali.

Ah, quanti bigotti, quanti gianduiotti. Per farla breve, il mondo sta andando a mignotte.

Invece, in una periferia remota, dapprima per lui agonica, oggi parsimoniosa e non più laconica, staziona un uomo che, con discrezione massima, senza dare nell’occhio, ridacchia beffardamente, in quanto poeta romantico e uomo giammai antico, bensì ammodernato e, va detto, gustosamente mitico. Ah, dovete sfiatare, forza, respirate. State soffocando nelle vostre mentali pareti stagne di cervelli annacquati.

Il Falò, in verità, è un uomo che ne sa una più del diavolo. Egli disserta di Cinema senza prosopopea pur essendo qualche volta prolisso, dunque malato di logorrea.

Siamo stufi dei critici che fanno venire la diarrea, abbiamo bisogno di un personaggio che indossi il mantello e sgusci tra la foll(i)a non rinunciando, talvolta, a fare volontariamente l’idiota per dare spettacolo e intrattenere la gente moscia.

Comunque, adoro la pelle di camoscio.

Durante questa quarantena, allentai la tensione, parlando amabilmente non solo coi cinefili e gli amanti di Rocky, bensì amando misteriosamente anche di notte.

La gente è artefatta e arretrata, non evolve, non sa cambiare non solo le sue opinioni. Nemmeno il loro look.

Poiché non tutti, anzi, quasi nessuno può essere camaleontico come il Falotico.

E questo è tutto.

Speriamo che, quanto prima, Scorsese giri Killers of The Flower Moon e non fatemi la fine del personaggio che interpreterà Bob De Niro, vale a dire William Hale.

Psicopatico duro a differenza dei geni puri.

Comunque, sulla purezza, non vi metterei la mano sul fuoco.

Anzi, metterei oltre alla mano anche qualcos’altro.

Ah, fessacchiotti, per Natale vi regalerò un ciucciotto e un orsacchiotto.

Ah, guardate. Ho dovuto fare pulizia di molte mie conoscenze su Facebook.

Tempo fa, per esempio, divenni pure “amico” del Misischia, regista di quello che è, senz’ombra di dubbio, uno dei peggiori film del mondo, ovvero The End? L’inferno fuori.

Ebbe ragione Francesco Alò a distruggerlo impietosamente poiché il suddetto film, oltre a essere un horror che avrebbe girato meglio mia nonna Rita, grande fan de La notte dei morti viventi e non so ancora per quanto vivente, ecco, è un obbrobrio dei più repellenti. E non mi riferisco, certamente, agli orribili trucchi del sangue finto che fanno ribrezzo pure a uno senza gusto come Michael Myers di Halloween.

Ecco, questo Misischia fa il sapientone. Dice a tutti i giovani che, per diventare grandi attori e registi, non basta la passione e la bellezza. Bisogna farsi il culo.

Costui, comunque, assomiglia a Orson Welles. Sì, la panza da infernale Quinlan c’è tutta.

Quasi pari a quella di Vincent D’Onofrio in Ed Wood.

Eh sì, Misischia, non si arrabbi. Alcuni nascono come Johnny Depp e altri come Tim Burton.

Per questa mia direttiva da sergente istruttore da Full Metal Jacket, mi sparerà come palla di lardo?

Sì, al Misischia preferisco la pornoattrice Brooks Mischa.

Devo esservi sincero, da giovane non avrei mai pensato che sarei diventato uno stronzo come Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Adesso, per fortuna, ne sono convinto.

Comunque, al reparto ferramenta, preferisco una donna di buona carrozzeria per mostrarle tutta l’acciaieria.

Saranno cazzi se mi chiederà però soldi per comprarle l’argenteria.

Le regalerò, al massimo, un film di Argento Dario e continuerò a volare sulle ali dorate.

Statemi bene.

Fate sogni d’oro e non fatevi i film.

Tanto non sapete farvi non solo i film, bensì neanche qualcosa di più corposo e cremoso.

Per quanto concerne Edgar Allan Poe, molta gente lo considera un genio.

Ma, come detto, la gente è formata da ritardati.

Io sono molto più bravo di Edgar. Avete ancora dei dubbi?

Ah ah.

Poi, Poe era veramente brutto.

Di mio, ho una discreta faccia da culo, diciamo.

Insomma, voi siete diventati vecchi, marcescenti, orrendi e scheletrici nel cuore.

Io non sono Brad Pitt ma non voglio neppure esserlo. Sai che palle?

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

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L’emozione non ha voce e Pregherò (Stand by Me) – Vai, Adriano Celentano!


04 Oct

Sono l’erede di Adriano Celentano.

E ho una voce più roca e portentosa perfino del figlio di Giannini.

So imitare addirittura Enrico Maria Salerno che doppiò Clint Eastwood in Per qualche dollaro in più.

Poiché sono amabile anche a Sorrento, mi spengo come il Vesuvio e quindi erutto, in mezzo ai bifolchi che ruttano, come l’Etna.

Che volete farci? Che volete farmi? Sono vulcanico, eruttivo, con le donne erettivo. Sebbene sia selettivo.

Ed è giusto che me la tiri.

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per te, mia donna, con me Il cielo è sempre più blu.

In quanto, con la mia voce celentanoide, sono a te, donna, offerto follemente come il mitico Rino Gaetano.

Diciamocelo, mi si può odiare ma è indubbio che il Falotico abbia un che di diabolico.

Tra le fiamme infernali, gli invidiosi infingardi si bruciano i fegati mentre io con te, donna, ardentemente sfioro quel ch’è, fra le tue gambe, già infiammato.

 

di Stefano Falotico

adriano celentano

Keanu Reeves, il trailer di IT: Chapter 2, proposte lavorative allettanti, sarà un’estate Stand By Me?


10 May

keanu reeves wikipedia reeves fan club

 

 

 

 

 

 

 

Non so cosa stia succedendo e non voglio saperlo.

Sono pervaso da una forza psicofisica imprevista. Io stesso me ne stupisco.

Sono oramai uguale a Michael J. Fox di Voglia di vincere nella versione licantropo.

Dopo anni di bullismi, prese per il culo devastanti, una vita da nerd fuori tempo massimo, fioccano gli apprezzamenti, le ragazze mi cercano, smaniano per me, sono dunque costretto a bloccarne molte per evitare casini, mi state facendo impazzire.

Prima, lo ammetto, fui un pazzo sui generis che aveva la sua dignità. Sì, rannicchiato nel buio asmatico delle mie ansie, trascorsi tutta l’adolescenza afflitto da stati mentali bergmaniani, fra nevrosi di self control asciugata in disturbi ossessivo-compulsivi, notti insonni da After Hours, sogni sbriciolati come neve al sole in albe crepuscolari come il Nosferatu kinskiano di Herzog.

Fui poi accusato di deliri allucinatori di natura uditiva. Insomma, la mia fantasia visionaria fu scambiata per malattia mentale quando, invero, vagheggiavo solo una pornoattrice, e non starò a dirvi chi, praticamente tutte, ah ah, che riscaldasse il freddo della mia anima pietrificatasi nel rigor mortis della mia catatonia espressiva.

Mi diedero dello schizofrenico, del ragazzo perduto nella solitudine della fobia sociale, quindi del misantropo hater che bazzica solo i social e i centri sociali.

Ah ah.

Uno schifo, davvero.

Fui insomma scomunicato ufficialmente dal mondo come Keanu Reeves nel finale di John Wick 2.

Solo come un cane, pensai anche di comprare un cagnone. Ma non avevo i soldi per curarmi i cariati canini.

Mi diedero dunque, ingiustamente, del paranoico solo perché la scomunica, in effetti, ci fu davvero. Fui pigliato per un complottista troppo amante di Amleto.

Del principe perfino macchiavellico e attentarono alla mia purezza, inducendomi ad accoppiarmi bestialmente con la prima venuta.

Sì, nella vita incontrai vari Pennywise. Questi bulli/pedofili come Tim Curry, questi adulti con gli scheletri nell’armadio che spuntavano dai tombini delle loro esistenze tristissime poiché già infognatesi nella perdizione triviale delle loro bassezze più (s)porche.

Scappai, forse anche scopai, può essere e l’ex vicino del mio palazzo, il vecchio Ionata, non prendeva mai con me l’ascensore.

Perché mi riteneva appunto matto? No, perché reputava che fossi troppo timido e lui, nel tragitto dal piano terra al terzo, in cui abitava, aveva bisogno di qualcuno che lo ringalluzzisse. Dicendogli:

– Ah, visto che sole che c’è stamattina?

– Sì, sono vecchio ma questo caldo mi spinge a saltarle addosso.

 

Non vorrei scendere nei dettagli ma lasciamo perdere.

Al che oggi, dopo aver scritto più libri forse di Stephen King, li trovate tutti su IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dopo aver dedicato un intero saggio monografico al re dell’horror John Carpenter, presto anche in versione internazionale, tutti mi vogliono.

Mi bramano. Non so se mi amino o se siano solo leccate di culo.

Cioè, son passato dalle malinconie alla Luigi Tenco al fanatismo idolatrico della gente che m’ha preso per Elvis Presley. Ah ah.

Non scherzo.

I ragazzi m’inviano i loro manoscritti per ricevere consigli, dopo una vita da coniglio, son corteggiato dalle conigliette, il fan club italiano di Keanu Reeves ritwitta un mio articolo e la sua admin mi dice che mi farà conoscere dal vivo, appunto, Keanu. Ma devo andarci piano.

Mentre una signora molto altolocata mi ha fatto la proposta di lavorare per una cineteca molto importante.

Oddio, chiamate l’ambulanza.

Ah ah.

Oppure L’avvocato del diavolo.

Sì, ho molto del Reeves.

Avete visto come recita Keanu? Sembra Marlon Brando a volte.

Non dice una parola, come me, ma ha carisma a pelle.

Diciamocela. Keanu Reeves è un genius.stand by me sutherland

it skarsgardKeanu Reeves

 

di Stefano Falotico

Le memorie ottenebrate scalpitano dalla languidezza del tuo Kickboxer


04 May

kickboxer blu rayVi ricordate la scena in cui Jean-Claude Van Damme rimembra il tempo eterno della terra delle aquile ove quei cavalieri, come dei saraceni pupi siciliani, spadroneggiavano da ronin spadaccini?

Scena meravigliosa che, nella mia classifica cinematografica, fa sì che Kickboxer ascenda a inamovibile cult appunto personale.

Il cult non è un capolavoro. Obiettivamente, Kickboxer è un film puerile e alquanto stupido col super cattivone che non vedi l’ora che venga pestato a sangue, come infatti puntigliosamente, oserei dire chirurgicamente avviene nel finale rombante di calci piroettanti.

Ma, nel Cinema, anche in quello basso e infantile, esistono scene memorabili.

Che tempi erano quelli in cui in tv passò in prima visione questo film con Jean-Claude?

Andavano di moda i cicli delle martial arts. Introdotti dalla sigla iper-visionaria inframmezzata dai corpi taurini dei protagonisti di questo genere di pellicole. Sull’indimenticabile Knockin’ on Heaven’s Door. Di Bob Dylan?

Eh no. Dei Guns N’ Roses.

Una cover che da sola valeva la grinta di quegli anni per noi d’oro.

Ma che tipo di società era?

Lo so io. E, se volete che ve lo/a riferisca, prima offritemi un caffè.

Non c’è niente da fare.

La psichiatria è materica, è fallimentare con uno come me. Praticante dell’occultismo della sua anima tenebrosa, dunque solare come il mattino più ardente.

Uno dei miei film preferiti in assoluto è Il signore del male di Carpenter. Ho detto tutto.

Sì, ci sono i capolavori e ci sono quelle persone irremovibili che adoreranno sempre alla follia i loro nostalgici infantilismi infrangibili.

Perché io, in un certo senso, sono come Stephen King.

Sì, l’unico scrittore vivente, altro che Bambini nel tempo di Ian McEwan, capace di essere grande e grosso ma di ricordarsi uno Stand by Me – Ricordo di un’estate come se fosse oggi.

Il tempo non esiste.

Io con la mia anima e la mia mente pratico il relativismo di ogni teoria da abbattere a monumento del mio sacrale tempio.

Sì, forse stavolta sto davvero morendo. E sto bussando alle porte del paradiso, fuori da ogni epoca, da ogni realtà relativistica, sconfiggendo ogni relatività quantistica.

Buonanotte.

A proposito di Dylan, cosa ne pensate di Hurricane?

Sì, io posso soprattutto dirvi che società oscenamente giovanile era quella degli anni di Tarantino.

Ove idioti andavano matti per riviste come The Games Machine, tripudio di scemenze nerd e si sparavano tutti i peggiori film americani, stronzate come Indipendence DayStargate e idiozie di sorta.


di Stefano Falotico

 

Monica Bellucci, sì, mon(a)co belloccio, no


24 Jan

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Felicemente drop out, sì, forse solo outsider, uno spaventapasseri in mezzo a spaventa-passerine, un passero solitario, oggi un dromedario e domani un lampadario, è tutto un sudario, altre che sussidiari.

Emarginato volontario; chi rifiuta schemi e convenzioni della società, ponendosene ai margini.

Sì, io vivo al confino, nell’interzona.

Anziché inserirmi socialmente, sempre più solitamente lo inserisco solidamente, sì, le donne, sode che rassodano tutto e dunque assai solidali, vanno in brodo giuggiole col mio gingillo, da loro ribattezzato Ciccillo, fra napoletane che mescolano la besciamella del mio ragù caldo e bresciane che tifano per la puttanesca. Fra atalantine e juventine, son fendenti micidiali di parabole balistiche entusiasmanti.

A parte gli scherzi, sì, non sono mai gli altri a escludermi. Sono io che escludo loro. È sempre stato così. Gli altri gradiscono la mia compagnia ma io gradisco invece le loro compagne, ah ah, al che si creano imbarazzanti disagi. Al mio amico sto simpatico, a sua moglie sul culo, in ogni senso. E non è mai conveniente per un’amicizia duratura avere di mezzo la donna svenevole del tuo amico a cui piace molto che io sia duro. Non solo caratterialmente.

No, no, no. Un po’ va bene ma poi mi rendono fiacco, più che altro ti ficcano… nella causa di divorzio e devi fotterti anche il mantenimento dei figli del cornuto.

A parte le cazzate, per cui sono oramai famoso anche presso le formiche dei marciapiedi di Via Bernazza, vicolo cieco ove è piazzata la tua vita da tempo, mi sta piacendo molto questo The Punisher 2.

Superiore perfino alla prima stagione, pura violenza nella sua migliore, estetizzante figata ficcante.

Sì, a volte pare manichea e prevedibile, i personaggi son tagliati con l’accetta e ci sono troppi morti ammazzati e sbudellati. Ma poi si riprende come nello splendido finale dell’episodio 4, Tessuto cicatriziale.

Che pathos, che emozioni. E ora che succederà? Billy Russo ammazzerà la poveretta che continua a sperare in una sua redenzione salvifica o non espierà nessuna colpa e se l’ingropperà, scassinandole la cassaforte?

E da quale chirurgo plastica andrà dopo aver perso la faccia? Dalla visagista delle dive, come dicevano Elio e le storie tese?

Sì, spinge.

Amber Rose Revah, nella parte di Madani, dopo circa venti episodi non ho ancora capito se è gnocca o no. È come Lady Gaga. E l’ex pornostar Rhiannon Bray. Tutte queste tre hanno culi magnifici, soprattutto la Bray. Big white ass. Ma non sai se sono degli uomini o è se proprio la loro ambiguità androgina a renderle arrapanti.

A volte, mentre guardo la Revah, mi diventa di marmo, poi la osservo meglio e mi pare strabica. O forse lo strabico sono io. Sì, ecco. Se non sbaglio, c’era anche quell’altra pornoattrice, Amber Rose. Altro culo superbo. Non deve avere un gran cervello questa Amber ma sicuramente viene bene… per l’uccello.

Tale Madani mi ricorda una certa mia amica delle elementari. M’incuteva paura quella bambina. Soggezione! Di cognome faceva Sapienza. Sì, non sto scherzando. Era una secchiona molto ambiziosa, adesso forse sarà un’avvocatessa o, come Madani, comanderà ai vertici della polizia. Insomma, non è una delle pulizie, è lei che li ripulisce tutti.

Sì, i crismi della futura donna in gamba c’erano già all’epoca. Cazzuta, un mostro, una che prende il tuo “manganello” e se lo suona con tanto di distintivo che fa sesso perverso al top. Alla Blue Steel. Soprattutto abbrustolit’!

Alle scuole elementari, venivo… paragonato al Lukas Haas di Scarlatti.

Fui anche associato fisiognomicamente a Henry Thomas di E.T. Be’, guardate che non era un’offesa. Avendo io avuto dodici anni, era un paragone di tutto rispetto. Son passato dalle orecchie a sventola alle sventole. Anche se talvolta solo bandiera bianca sventolo. Anzi, quasi sempre.

Fu dopo che avvenne il peggio. Sì, mi dissero che ero un alieno buono. Ho detto tutto.

Non era una situazione piacevolissima.

A vent’anni, non guardavo quelle della mia età ma mi eccitava da morire Shannon Tweed che ne aveva il doppio. Sì, la moglie di Gene Simmons. Un pezzo di passerona per cui mi diventava ritto all’istante e i miei ormoni tremavano come il massimo grado della scala Richter. Mia nonna invece era molto religiosa, pudica, è un miracolo che sia nato io da sua figlia. No, quando guardava un uomo non provava alcun movimento tettonico da Scala Mercalli ma comunque sapeva come leccare al mercato per avere le banane gratis.

Comunque, possiedo un dono che altri alla mia età non hanno. Si dice di solito che, una volta diventati grandi, non ci si ricorda più niente di quando si era bambini. Perché si diventa tutti dei porcellini. Le donne poi si fissano solo con le piastrelle di porcellana.

Invece io mi ricordo tutto. Mi ricordo de La storia infinita e di quelli che lo guardavano, ed è per questo che alcuni, leggendo i miei libri, mi paragonano a Stephen King. Anche lui ha questo dono.

È un uomo Stand By Me fatto e strafatto ma scrive di ricordi infantili come se avesse otto anni. Un vero cuore in Atlantide.

Sì, il Falotico non è un King, egli è The Prince. Non il cantante deceduto ma il Will Smith Bel Air.

E dunque è un suo diritto vivere “fuori dal mondo” e dentro quello/e che sapete benissimo. Quando viene troppo… responsabilizzato, cade in acuta depressione. Invece, libero, ragiona e scrive da Dio. E sapete la verità?

Senza cazzi per la testa, il cazzo va che è una meraviglia e sta benissimo in una “zona franca”. Senza schemi, senza stereotipi, senza obblighi formali, nudo e crudo, oggi a guardarsi The Punisher, domani a metterlo ancora in culo.

Fidatevi, io non mento mai. Al massimo, me la tiro.

E passeggio senza passeggini. No, non avrò mai figli. Non so educare me stesso, figurarsi se voglio educare i miei figli alla società di oggi.

E ho detto tutto.

Finalmente, The Punisher. Altro che Salemme e troiate italiane. Una bella serie che spacca.

Vent’anni fa, dei folli volevano sbattermi a Castiglione delle Stiviere assieme ai matti.

Di mio, sono solo un Castiglione. Probabilmente, anche coglione. E mi piace ancora molto quella nata a Città di Castello, sì, Monica Bellucci. Ottimo mignottone.

Non una grande attrice, siamo obiettivi, ma una che può servire eccome il tiramisù.

Sì, con Monica vorrei essere davvero alla frutta. Perché, si sa, dopo la frutta viene il liquore. Ed è buono sorseggiarlo di gran sapore. Anche se poi devi lavare tutto col sapone.

Tutto in bocca. Tutto al bagnoschiuma… con tanto di borotalco!


 

di Stefano Falotico

In flebile attesa de La Torre Nera, qualcuno sostiene che tutti i film tratti da King siano mediocri


06 Aug

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Ora, non mi aspetto molto dall’accoppiata Elba-McConaughey e le negativissime critiche americane mi dan ragione e “stimolano” questo mio pensiero. Ma ho trovato quest’articolo che mi ha turbato come un Pennywise coi suoi palloncini “galleggianti”. Costui sostiene che, eccetto Shining, tutti i film tratti da King siano delle schifezze. Ora, concordo sul tv movie IT, che vale solo per il make up di Tim Curry, ma che bestemmia. C’è da dire che molte trasposizioni in effetti sono inguardabili, ma quanti invece ottimi film tratti dal maestro dell’horror.

di Stefano Faloticozona_morta_11 00048811

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