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Frusciante è IL GRANDE LEBOWSKI? Cioè un idolo assoluto?


01 May

lebowski giflebowski arancia meccanicaTutte le boiate e le bazzecole, quisquilie e baggianate oppure genialate di F. Frusciante, il grande Lebowski livornese?

Benvenuti in via Magenta, 85 a Livorno, è il vostro Frusciantone che vi parla dalla sua epica e oramai leggendaria Videodrome. Lui è l’ultimo dei videotecari e adora Michael Mann assieme a L’ultimo dei Mohicani!

Sì, nell’ameno entroterra toscano, nella città che diede i natali ad Alessandro Benvenuti, no, Alessandro nacque a Pelago vicino Firenze, dicevo… nella cittadina capoluogo di provincia e natia di Francesco Nuti, invero pratese… Scusate, Ad ovest di Paperino, c’è Athina Cenci.

Ah, Caruso Pascoski, Charles Bukowski e il suo alter ego Henri Chinaski, The Big Lebowski e forse c’entra perfino Big Whiskey…

No, mi son perso lungo la mia retta via che ho smarrito e chiedo dunque venia, no, informazioni a una donna figlia della regione tanto cara a Francesco Petrarca e a Dante Alighieri.

– Scusi, brava signora, vorrei raggiungere la Videodrome. Mi saprebbe indicare la via? Mi perdoni, non ho Google Maps.

– Guardi, la vada in vetta alla strada, la giri a sinistra e la si ritroverà in capo!

 

Sì, a Livorno che fu la città di nascita del grande Amedeo Minghi, no, di Modigliani detto Salvador Dalí, no, semplicemente Alì con Will Smith, no, Modì, ritratto da Garcia Andy nel suo film da regista intitolato I colori dell’anima, sì, Modigliani che per anni Al Pacino, protagonista di S1m0ne, volle interpretare ma non riuscì a girare neppure il progetto altresì di Andrew Niccol, sfuggitogli di mano, cioè Dali & I: The Surreal Story, durante la scorsa estate mi sentii come Owen Wilson in Midnight in Paris di Allen Woody oppure come Adrien Brody!

Ah, son uomo di mondo e un bizzarro girovago che a nessuno deve rendere conto se io sia o meno un fallito perdigiorno o un genio falotico tendente al malinconico, poi al nevrotico, dunque al gotico. Ah ah.

Al che, peregrinando lungo Livorno a mo’ dell’ingenuo, incapace di autodeterminarsi e sprovvisto di libero arbitrio, Jim Carrey di The Truman Show, mi ritrovai per una selva oscura, no, visitai la famosa e celeberrima, succitata Videodrome. Videoteca storica, forse antiquata, vetusta e obsoleta, probabilmente solo un luogo simile a una splendida cineteca diretta, gestita e supervisionata dal Fruscianton’. Uomo annacquato e non più buono come il vino d’annata oppure uno sbruffone autodefinitosi enciclopedia vivente del Cinema ed esperto di Musica senza pari? Chissà…

Voglio qui rendergli pan per focaccia in seguito al suo essersi comportato da baccalà contro di me? No, lo perdono poiché lui, giammai quaquaraquà, per sua stessa ammissione, non sbaglia mai. Perciò, modestamente, mi ritiro in buon ordine e gli auguro soltanto una vita piena di bei giorni. Sì, buonanotte…

Ragazzo tracagnotto, cicciottello o Cicciobello, pienotto o pieno di sé, è costui? Forse solo umile e al contempo comunista con du’ palle così, parafrasando Mario Brega di Un sacco bello, che deve le sue origini, no, i suoi fasti ai Licaoni. Ovvero un gruppo di ragazzoni affascinati per l’appunto, anni or sono, dal Frusciantone. I quali scoprirono, in maniera ignota e occulta, il nostro… così come dice lo stesso Fruscio nelle sue oramai celebri video-recensioni, nientepopodimeno che il Frusciante stesso. E chi sennò?

Perfido, no, fervido, famelico appassionato di Cinema, Musica e scibile toutcourt, sin dalla sua più tenerissima età, il Fruscio prima o poi doveva fare il grande salto ed enorme, qualitativo balzo in virtù della sua indiscutibile presenza scenica assai corpulenta, no, carismaticamente corposa. Attenzione, però. Non è un ragazzo vanaglorioso, bensì a volte sol accidioso e un po’ troppo focoso. Oserei dire permaloso.

Come riportano oramai tutte le bibbie del Cinema, fra cui Variety, il Fruscio, imponendosi fin dapprincipio come l’idolo delle folle amanti del Pop più schietto e ruspante, le spara grosse o solamente sacrosante, emettendo giudizi lapidari con facilità disarmante?  No, semplicemente o da sempliciotto, sentenziando con severità devastante, cioè senza peli sulla lingua, avendo lui il cosiddetto pelo sullo stomaco da topo, no, da tipico e caratteristico, pittoresco e colorito livornese d.o.c. che di certo non le manda a dire.

Egli infatti, senz’alcuna inibizione e remora, da uomo impavido e verace, anzi vorace di fare la sua porca figura, non so se di merda, s’avventò e ancora si scaglia contro l’intellighenzia da lui reputata superata e stantia. In maniera avveduta o soltanto inconsapevolmente avventata da stoico inesperto senza specchio?

Affrontando con strafottenza irrefrenabile, estremamente lodabile o solo incosciente in maniera bestiale, i giganti dell’istituzionale ed editoriale Critica cinematografica oramai consolidata e da lui invece volgarmente, no, di piglio spontaneo e, per l’appunto, non da marchettaro né da laureato, in quanto il Fruscio dichiara orgogliosamente di essere terzo-mediato e odia Luciano Ligabue e una vita da mediano…

Scusate, mi stavo di nuovo perdendo. Se mi perderò, Videodrome ritroverò? Mah, non lo so.

Il Fruscio è un fannullone, no, non se ne fa nulla del money frusciante e, per via della sua spericolatezza indomabile da indistruttibile, infrangibile, irriducibile uomo duro di Livorno che, da piccolo, fu tra le comparse al palazzetto dello sport della sua città che ospitò le riprese, non solo del match contro Rosco Dunn, in Bomber con Bud Spencer, è già entrato nel mito assoluto. Su questo non si discute. Secondo lo stesso Fruscio, il 90% dei film sono opinabili ma non si può opinare in merito al capolavoro kubrickiano dal Fruscio, appunto, incarnato in modo non plus ultra.

Egli mette in guardia i giovani d’oggi e li pedagogizza, infatti, a mo’ di Barry Lindon. Parimenti a Stanley Kubrick, dice loro di avere Eyes Wide Shut e di guardare con gli occhi aperti la realtà.

A suo avviso, se un giovane ragazzo vuole parlare in merito a Full Metal Jacket ma non conosce Arancia meccanica, merita la cura Ludovico.

Il Fruscio è ed ha Gulliver in mezzo ai lillipuziani della Critica. Il Fruscio è Jeff Bridges del capolavoro immortale dei Coen. Jeff beve il latte o lui allatta e alletta i suoi adepti che pendono incondizionatamente dalle sue labbra? I quali forse, mentre vedono e ascoltano le sue monografie sui registi, stanno stravaccati in qualche discopub identico al Korova Milk Bar in compagnia di qualche moldava.

Sostanzialmente lo idolatrano, in realtà se ne fottono…

Egli odia Joker ma è un folle che incita la folla e sprona la follia dei cinefili più underground, saggi, esaltati e/o anarchici, sganciatisi da un sistema laido e bastardo? La gente fa la ola, gli porge reverenza metaforicamente autoriale e il Fruscio se n’imbroda con far volutamente pagliaccesco da cultore del Cinema più romanticamente legato a una visione passatista e nostalgica che spopola, presso i suoi coetanei un po’ andati, da Milano a Palermo andata e ritorno, da Massa Carrara fino alla più bassa massaia e casalinga di Voghera ubriaca fradicia.

Ripeto, il Fruscio è l’irraggiungibile idolo incontrastato delle masse!

Un giorno, la gente dirà osannante in sua memoria… Lo chiamavano Bulldozer. Film di Michele Lupo sempre con Bud e sempre, neanche a farlo apposta, ambientato a Livorno. Per il Fruscio, io sono uno scugnizzo da prendere a ceffoni a mo’ di Piedone. Lo sbirro o l’africano? D’Egitto o a Hong Kong?

Sono dunque un bolognese d’azione, d’adozione o di forte reazione, un gigione, un Giorgione o semplicemente, tanto per adottare un’espressione partenopea mai passata di moda, nu bello guaglione?

Bud/Carlo Pedersoli fu di Napoli, mentre il Fruscio a volte fa il bullo oppure è uno sempre carico al massimo neanche se avesse bevuto mille Red Bull? Se qualcuno osa dire che Avengers: Endgame è un capolavoro, egli si arrabbia e delira a mo’ di Daniel Day-Lewis de Il petroliere. È un uomo sanguigno, There Will Be Blood! Non osate contraddirlo!

Frusciante è un pazzo a piede libero assai temibile o punibile? No, figuratevi, è uno stimabilissimo pioniere infatti e siffatto della Settima Arte, a suo modo di vedere e vederla indiscutibilmente, da seguire solamente secondo il suo potente e irrinunciabile, inappellabile volere. Il Fruscio non teme, come detto, chicchessia. Essendo uomo da avanti popolo, Lambretta rossa, soventemente s’accanisce anche contro la Chiesa e la catto-borghesia. Egli, con cipiglio irriverente, ammazzerebbe in tre secondi netti chi ama i cinecomic, spiezzandolo in due con furia violenta. Che drugo, che Ivan Drago! Prima di deflagrare, no, di deragliare la mascella a tutti, però sfodera e sfoggia tutta la sua incontenibile e vulcanica verve, la sua saccente prosopopea da uomo colto o solo rude, soltanto rustico e anti-democratico, ostico e invincibilmente suscettibile e/o presuntuoso a morte?

Ricordate: Frusciante detta legge nella sua contea, egli è forse Gene Hackman di Unforgiven?

Bisogna osservare rigidamente le sue comuniste, anti-capitalistiche o fascistiche, dipende dai punti di vista, regole insindacabilmente, altrimenti il Fruscio vi prenderà a pedate, eh sì, bella gente. Scaraventandovi fuori dal suo locale semplicemente perché Revenant acclamaste o avanzaste delle riserve sul Cinema di Sergio Leone.

A lui non interessa se le vostre ragioni esponeste con ottime argomentazioni ragionate o ragionevoli che dir si voglia. Lui non vuole sentire ragioni e presto, se lo farete incazza’, sragionerà.

Mandandovi in men che non si dica a caga’! Lui pure vi menerà! De’, maremma maiala! Se non siete d’accordo con lui, lui vi stroncherà definendovi un troiaio! Il Fruscio, Per qualche dollaro in più, a Netflix prima o poi si darà? No, giammai.

Egli vende cara la sua pellaccia e non lederà mai la sua dignità. Ci tiene a non essere un edonista pieno di soldi e con la pelliccia. Poiché epocale fu la sua opinione su Essi vivono. Disse pressappoco questo: si combatte finché non si hanno un Rolex e una Rolls-Royce.

Grande, idolo, che boomer! Ah ah. Queste sue sicurezze durissime gli torneranno indietro come un boomerang?

Il Frusciante, un uomo non certamente povero di cuore né emozionalmente avaro. A lui piace Vitali Alvaro. Egli non vuole i danari ma chiede 10 Euro affinché possiate commissionargli recensioni di 8mm, no, 2 min. secchi in cui, in quattro e quattr’otto, impapocchia du’ stronzate per sbarcare il lunario, spacciandosi per luminare.

Il Frusciante, un eterno sognatore e ragazzo bonaccione che adora le topone, sì, le donne bone, il Fruscio è un tesoro e un uomo di buon cuore ammalato fin troppo di cinematografica passione pura intrisa del suo pugnace ardore?

Ammalatosene così tanto da sconfinare nell’ottuso intransigente più radicale da malmostoso birichino e mai cresciuto bambino dall’inguaribile e fiero carattere fumantino?

No, il Fruscio è forse il Dr. Fu Manchu o Shrek! Se lui dà pollice giù a un film che non ritiene meritevole, nessuno può di contro dargli un giusto calcio in cul!

Facciamo du’ parole su questo? Insomma, la mini-recensione Patreon dedicata alla monografia auto-agiografica di Frusciante in carne e ossa, decreterà che Frusciante è un flop o un filmaccio alla Michael Bay?

Domanda difficilissima, riflettiamo con calma in merito a tale uomo emerito o valutiamo con ponderatezza la risposta da rifilargli in modo degno con giustezza.

Nel frattempo, guardiamo un film di Zack Snyder? Quindi, andremo a fumare in terrazza.

Eh già, non possiamo vedere e semmai anche ammirare un film di Snyder perché a Frusciante fa caaaaa’!?

Be’, cazzo, se l’ha detto lui… nessuno può contrastarlo tranne Clint Eastwood de Gli spietati? Ah ah.

Ripetiamolo tutti assieme appassionatamente: il Fruscio detta legge incontestabilmente. Il Fruscio è un bravo ragazzo e nessuno lo può negar, nessuno lo può sfancular’.

Cioè, se lui stronca un film per partito preso, a prescindere che il comunismo non esiste più come lui lo concepisce, lui non sta capito, come si suol dire. Lui non capisce o tutto capì? È un testardo o un cap(r)one?

Sì, lui sa tutto e, se voi direte che Joker è un capolavoro, il Fruscio vi riderà in faccia, replicandovi un grandguignolesco, irriverente e borioso macché.

Il Fruscio se la ride di gusto, lui è l’emblema impersonato da lui stesso del Cinema giusto.

Quindi, non protestate né ribellatevi contro i suoi gusti inviolabili.

Il Fruscio detesta Heath Ledger, no, Hitler e Mussolini ma ama da matto, no, da matti fare il leader. Me fa morì. Ah ah.

Alle prossime elezioni del sindaco di Livorno, io voterò per quello di Bologna. Per forza, non posso votare per il Fruscio, non essendo natio, no, nato nella sua città natale. Altrimenti, ugualmente non lo voterei, ah ah.

Se non gli sta bene, non deve preoccuparsi. Livorno, a livello demografico, ha più abitanti dei suoi iscritti.

Basta che chieda una mano a victorlaszlo per aumentare il numero di seguaci, più che altro ruffiani immani e disumani. Così facendo, probabilmente non solo Livorno, bensì tutto il mondo voterà per lui.

Idolo come Rocky Balboa!

A parte gli scherzi, terminerei con una freddura alla Falò.

Oggi per radio ripassò una canzone sempiterna di Nathalie Imbruglia. Imbruglia non so se sia un cognome della Puglia ma Nathalie, la cui città natale è Sydney (con due ipsilon), da non confondere con Poitier Sidney, fu donna manzoniana.

Sì, dietro quel viso da finta suora e da monaca di Monza, sai quante notti di imbruglie e sotterfugi devono esserci state con Chris Martin? Pare infatti che, ai tempi in cui Martin stette con la Imbruglia, stesse anche con Gwyneth Paltrow. Dunque, questo matrimonio non s’ha da fare, no, non si fece. A Chris non fregò un cazzo se Nathalie e Gwyneth lo mandarono a farsi fottere. Lui difatti lasciò fottersi volentieri da Jennifer Lawrence, Dakota Johnson e Dua Lipa.

E, su questa cazzata o genialata, detta altresì faloticata, vi auguro buona vita- Abbiate fede, miei drughi.

P.S.: Essi vivono è un capolavoro. Però, a proposito di Bud Spencer e Michele Lupo, They Live è posteriore a Chissà perché… capitano tutte a me.

È arrivato ben 8 anni dopo. Infine, Gary Guffey, alias H7-25 interpretò Incontri ravvicinati del terzo tipo prima perfino di Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre.

Film del ‘79, mio anno di nascita. Ah, sto delirando, scusate.

Vorrei essere imboccato dal Fruscio.

 

di Stefano Falotico

Dei giovani d’oggi e del Lebowski sul dubbio se sia giovane


12 Nov

lebowskigiovani

Su Facebook, in questa domenica non so se letiziosa, di certo sfiziosa, ho postato una mia massima forse dettata dalla noia, da strana ispirazione “mesmerica”, da una notte insonne, dal fatto che domattina sarà possibile osservare il bacio fra Giove e Venere nella rotta di collisione del mio essere molto alieno rispetto alla massa. Massa per accelerazione di gravità uguale teoria della relatività, sosteneva Einstein, ed è infatti tutto relativo. Quando si parla di massa, si rischia di fare un po’ di confusione, di definire incertamente con questo termine, semmai, semplicemente ciò che non appartiene ai nostri canoni di bellezza rispetto ai nostri sentimenti, rispetto alla nostra cultura, rispetto anche ai nostri insolubili, vivaddio squinternati umori. E si rischia di appiattire tutto in una banale scrematura fra ciò che è personale da ciò che non condividiamo. Massa significa molte cose e niente. Si dice spesso… tu ti elevi dalla massa, dovresti stimarti di più, alla massa piacciono cose sciocche e frivole, mercantilistiche, tu sei di un’altra categoria. Quale sia questa categoria siamo poi sicuri che l’abbiamo individuata? Fatto sta che i giovani d’oggi non se la passano bene e hanno invece qualità superiori alle media.

Sono ammorbati e annichiliti da quest’imperativo pervasivo, minaccioso e ricattatorio: ma, tu, un lavoro ce l’hai? E allora, se non ce l’hai, stai zitto e datti una mossa, vedi di crescere!

Sì, il lavoro scarseggia e manca anche fra quelli che hanno studiato… che dovrebbero dunque svolgere professioni altamente remunerative per via della loro superiore (?) cultura. Insomma, il mondo ha sempre funzionato così. Pessima considerazione per gli operai, pochi “giovamenti” sociali, paghe magre e da fame, e stipendi invece faraonici per medici, avvocati, psicologi, “grandi” docenti. Che, detto per inciso, quasi sempre professano i loro privilegi meschini…

Col tempo, questa distinzione, da netta e ineludibile, s’è fatta più sottile, anzi, la borghesia neppure più esiste, soppiantata dal livellamento socio-economico, il proletariato è estinto per le stesse ragioni, tutti oggi sono borghesi e al contempo tutti sono “operai”. Eppur in molti sono sulla stessa barca. Galleggianti a fatica nella marea di una società impazzita. Ove le persone perdono la brocca perché licenziate, ove chi guadagna molto vuole guadagnare di più, però si accorge che non può più sopraffare il prossimo perché quel presunto sprovveduto e svantaggiato è più culturalmente preparato di lui e quindi lo obbliga a rivedere la sua agiata posizione…

Un mondo ove tutti voglion dir la loro e non vogliono essere contraddetti.

Quella mia frase, buttata lì, all’apparenza una normalissima osservazione estemporanea, viene sommersa dai Mi piace e, se escludiamo un commento fuori luogo, che replica in modo che si crede divertente… sì, bello, ma un discorso che andava bene alla scuola media… tanto per fare dell’umorismo “simpatico”, innesca una discussione quanto mai gagliarda, stimolante, interessante, e sprigiona il lato sanamente ribelle di chi, da questo mondo dannatamente arrivista, che inculca il falso mito della competizione sin dall’asilo nido, si sente onestamente, (s)oggettivamente escluso.

È la società al contrario. Gli eccellenti lavano i piatti e i mediocri dispongono. Sono le caste rivoltate. È materia antica…

– Sono d’accordo. Il conformismo regna mentre chi non segue il gregge è destinato a restare solo.

– Non sempre… la domanda che mi faccio è… tu rinunceresti alla tua libertà individuale per essere come questi stronzi? Con la testa che hai e il seguito che hai?. Manco per il c… o!

– Si rischia sempre di confondere la nobiltà con il potere materiale. Tradizionalmente, le due cose coincidevano- hanno coinciso per un certo tempo. Poi per motivi tanto fisiologici quanto “umani”, hanno smesso di coincidere fino alla sovversione. Ora il volgare detiene il potere materiale e il nobile lo si può trovare, sparuto, tra gli invisibili…

 

E via dicendo…

 

Fra gli interventi da citare anche quelli del solito vecchiume che ridacchia di certe nostre osservazioni e si fa gioco di queste domande nostre “inutili”. Poi, si scopre che è la stessa gente, che non crede a nulla, quindi più deficiente del “nichilismo” che aspramente critica, che va a vedere “filmoni” come l’orrido The Place.

 

La domanda, comunque, è: alla mia età, posso annoverarmi e includere fra i giovani? Sì, perché vecchio non affatto sono, e soprattutto sono più giovane di tanti giovani vecchi, quelli che sembrano tanto “inseriti” solo perché si sono facilmente adattati al pigro andazzo di uno schifo generale. E parlano per facile retorica, senza mai confrontarsi con la durezza della realtà, una realtà che hanno dimenticato o fingono ipocritamente di non vedere…

E concludo con un’altra mia massima: la gente odia ogni santo giorno un mondo che poi non fa niente per cambiare e, tutto sommato, gli sta bene così.

 

di Stefano Falotico

Leo DiCaprio è grande Gatsby? Meglio Lebowski


09 May

Sognatore eccelso in feretri da tetraggini vostre di “santità” che io svelai in modo “sacrale”, udite udite, state zitti e, ammutoliti, ammanettatevi all’immagine (intro)flessa di orrendi riflessi da polpette!


Prefazione “intonata” alla smanceria del “manico” oggi di chi, ammainato, pretese che nascessi e, invece, ne son sue veci e fece, in quanto fui e sono mentre lor son “signori” di “fare” in “affari” ancor fetali e fetidi

L’orco favolistico, nero “pittato”, con sobrietà raffinatissima “tocca” le donne a tutti i “rintocchi”

Che io me ne freghi, è “cosa” ovvia e giusta, e mai m’aggiusterò. Tutte io le gusterò, essendo la mangusta che scarta le cozze e s’inebria in stelle marine dai costumini a me lo “scostumato” per antonomasia.
Perizoma strappato per l’erogena zona.

La mia nomea si “allunga” proporzionalmente al vostro invertirvi di bugie, io lo squalo che trasformo lo squallore del Mondo in friabile e sgranocchiante sapore. Vi mangio e anche le mungo!
Abisso biscione e a Lei che le abbassa.

“Infilo” il mio binocolo fra scroccarmi le (g)nocche e un seno mio d’albicocca, a cui lo appiccico di “(s)cotto”, eh già tutta “toccata”, per via delle frustrazioni femminili con mestruazione incorporata, corporalmente m’entra in groppa. Scivolando, liscia liscia, attizza il tozzo. Che tonno!

Cavalco di gran galoppo e a un’altra lo appioppo, mentre voi, tristarelli e “pudici”, vi nascondete in moralismi fetenti, respingendo anche i feticismi di Quentin Tarantino. Attenti! Uma Thurman non è per voi, Kill Bill sono io.

Con mosse da tarantola, ah, fra cipressi autunnali che io brillo di lucentezza, aggroviglio la Donna al “vagliarla” tutta tutta più ricevuta di “ritorno”. Sì, la attornio e di toro insacco, scappando col malloppo per altre a cui “affibbiare” tutto tutto il mio… accalappiarle. Al cappio le prendo, ancor di “cavallo”. E scorrazzerò per altro lanciar il razzo!

Come me le spupazzo e me le “schiaffano”, poi ritrose mi schifano ma, intanto, ho “dato”.

Mai con le zoccole ma schiocco con i diabolici zoccoli!

Sì, domestica annacquata, repressa da un marito impotente, ingurgitati il dattero ché io, esotico, mi do appunto senz’etica all’“etichettarle”. Smarco l’uomo che mi ripugna e snocciolo altre “prugne” con mia testa dura da cocco e “durissimo” di cioccolato dest(r)o. Ah, fondente si spalma fra le palme e nessuna “impalmate”.
Sbaverete miei “imbavagliati”. Sbagliate, non è colpa vostra, causa che il bersaglio non raddrizza la freccia rossa.

La galleria va percorsa.

Lasciandole, dopo la “scia”, coi palmi di naso ma un ottimo assaggio di bocca che annusa.

Defilato, infilzo e affastello l’arbustello abbrustolito fra giornaliste di mezzobusto e un orgasmo combustibilissimo alla faccia di chi, senza fica, di bile non (s)bollisce.

Con fisico da Roberto Bolle, bollo e ballo in mezzo a ragazzine di ballerine e latine di peperone.

Son il “papero” Gastone  in ano da buco di culo, in senso nati(c)o con la camicia e anche “sbottonatino” da fortunato fra natiche del mio “fanatico” e il tosto “macrobiotico” del “bugiardino”.

Affannatevi! Questa è solo farina della mia sacca…

Ah, che birichino, quanti bei buchini per il mio bruco mentre voi brulicate alcolizzati anonimi e di colite a dar dei nomi. E il dardo non dardeggia in Lei da premere ove “arieggia”.

Non “smadonnate”, sverginatevi alla svelta e poi “rallentate” lo sc(r)oscio.

Son Falotico e non ne risparmio nessuna, offro alla cassiera lo scont(r)ato “incassare” il fiscale scontrino del mio “fisico”, sì, è dolce il caz’ come la cassata! Che cascate! Non son cazzate ma rizzate!

Cascamorti, scamorze, ecco l’Uomo che lo “rafforza”. Ed è allattato!

Spaccatevi le schiene, io nei fondoschiena affonderò con più loro muliebre “spezzarmelo” da pezzi che non sono altro. Fan le “affrante” ma spremo io le “olive” come al frantoio.

Tre che valgono la “candela”:

Valeria Cavalli

Quando la vedo, Lei non lo vede ma lo sente. Senzientissima all’insaziabile del sale…

Ancora accavalla e dammi il tuo posto al Sole.

Virginia Madsen

Sul suo seno non ci son parole da spendere ma pene da impennare!  Lo sa Danny Huston, ex suo marito che, ogni “volta”, ce l’aveva “ustionato” e dannato. Quei capezzoli son sempre d’ottima annata.

Susanna Messaggio

Prima di urlare “Fottiti!”, sai benissimo quanto mi fottesti.

Ora, vacca, sculetta. Allegria!

Pericolo di “crollo”, allarmante sono “amorevole” di fiabe quanto fava a mela di voi smielati.
Chiamatemi Ismaele smidollato, “carne e ossa” a-l-men ti son fantasma, mio da malmenare in un balenar da “bianca

Al mar, vado cantando e pilucco voi, gli allocchi senz’amore.

Idola(tr)o in quanto autentico e non ancor macchiato, macino pugni a vostre facce da “sberle”, ché più bello non belo come voi quando “abbellite” le “belle”, invero da sgraziati su grazie da “bestie”.

Prego, ne vuole un altro o posso inserirglielo di stantuffo così obbligherà° qualcheduno, ma non io, ai sociali “obblighi” per solleticarvi da “solid(al)i?”.

E affrontaste, sfrontati, il genio per “venirne”… macerati, abbattuti, eh sì, schienati, “puledri” miei tanto ostinati!

Sono stronzo più di voi, che v’adorate adornandovi di ruffiani amorucoli, da carrucole e rucola, con tanto di baruffe e occhietti buffi. Stuccate e mummificate anche una col trucco.

Il muratore è amatore!

Sono irriverente in quanto avventato e parsimonioso di sputi se sputtanarmi tu vuoi “amputarmi” in viso.

Sei un invidioso!

Tu e la tua puttana, in brodo di “giuggiole”, di coccole vi “acconciate” ma è soltanto sconcezza ad affronto del mio “frontale” non sciogliermi in tal patetiche ebbrezze. Di patate son bronzeo, talvolta mi sbronzo dopo lo “spruzzo”.

Sarò ebete o beota, perlopiù non abito fra chi è abitudinario ma arbitro delle mie dispute.

Cos’è normalità in tal Mondo di vanità?

Come ti ricordo quando eri “timido”, quasi soffrivi d’atimia ed era un bene non attrarti, tu polo “negativo” ma combattivo al magnete dei lati “positivi” da bicchierino mezzo pieno, anche penoso di “vuoto” pneumatico all’atomo del tuo invero inguaribile ematoma senza sincera empatia.

Dammi “retto”, ficcati Emma e “immettilo”.

Ti sarò (James) franco. Fai schifo. “Crescendo”, come tutti gli altri sei diventato. Millantatore e “rubacuori” con tanto di foto “segnaletiche” del “tuo” sdraiato in “lei” sull’attico.

Ce l’ha abbronzata o pallidamente profumata? Si stende o lo “rassoda” con l’aranciata?

Permettimi “fratello” di diseredarti nel sedere e di congedarti con un plateale assaltarti.

No, non ti salto addosso come la cretina che “cremi”, ma morbido entro pian piano, visto che m’avvistasti per disturbo della “quiete”. Sono raggiante come l’UVA, volpone aviatore per avvitarle.

Al largo, le allago! Allargale! Annegamento e godimenti! Affogare nelle foghe!

Oh, stupratore delle mie volontà, in tutta onestà (mia e non tua), pigliatelo là e buono sta.

Altrimenti più “buona” lei ne vedrà.

Con me, senza dubbio, nel “buio” verrà…!


Consulto psichiatrico

Mi reco di nuovo dallo strizzacervelli, uno nuovo che sa come “ammosciartelo”.
La sua diagnosi sbrigativa, dopo aver parlato che “Sta arrivando la stagione dei bikini e quanto strabuzzerà”, è stata questa, non tanto “estatica”:

accenni da socialfobico derivati da depressione bipolare con momenti di atimico tendenti al serenonegli attimi per cui, su percosse sono Filippo Timi e, dalla raucedine delle sigarette ne(r)vose su caffè amarognolo d’attorialità istrionica da pagliaccio, variabile mi accendo nei tuoni alla Al Pacino più sopra le righe, arrabbiato e poi al monologo dell’applauso da solo senza Sole e senza “rinsaldarlo” alla soldatessa delle “manovre”.

Ce la vogliamo dire?

La psichiatra non sarà mai me stesso.

Ho detto tutto.

Anzi no.

Indovinello: avete Naomi Watts e Nicole Kidman ma ne potete scegliere una terza.
Su chi ricade l’uccellino?

Su nessuna, perché è stato un sogno.

Al risveglio, un panorama “color” foglie morte…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il grande Gatsby 3D (2013)
    Io ho letto tutto Fitzgerald, compreso “Tenera è la notte”.

    Questo film, viene annunciato così: “Io so chi è Lei signor ‘sti cazzi”.

    Come prego?

    No, non ho detto Gatsby, non devi scassar’ la minchia biondino.

    Beccati ‘sta Mulligan e non entrar in guerra col Maguire.

    Se no, so’ guai.

  2. Ender’s Game (2013)
    Han Solo di rughe stellari e testa fra le nuvole della Star che fu.
  3. Captain Phillips (2013)
    Ho sempre preferito i bastoncini del Capitan Findus.

    E il mio “bastone”. “Marinò” ma è ciambella alle “marinare”.

    Questo Tom Hanks contro i pirati somali è credibile come la triglia di non far a poltiglie proprio nessuno.

    Annegatelo!

Per anni “penai”, perché credetti d’esser drago, invece sono Drugo


01 Dec

 

Il grande Lebowski

 

Il bowling d'”asfalti” nitidi nel drugo “rugarla”

Los Angeles, issata nelle sue luci di svenevoli neon intrisi dell’effluvio maestoso dei narratori.
Nell’intimo tepore d’un Uomo, una pigrizia d’esuberanza vivace nel grigiore di vite appassite nel loro passo “felpato” da “benestanti”.

Parassitario cerbiatto addolcito nell’anima, che vaga in un picaresco viaggio nottambulo, tra la sua identità “sovraimpressa” e immersioni nella nichilista dormienza di spettrali surrealismi, madidezza d’un white russian, candor nelle vene che la danzan assopiti in ciglia senz’accidia, su una pista ove si “balla” innalzati nel grembo del “fanciullismo”.
Forse, le memorie incastonate nel terso liquore… ché gorgoglierà sempre armonica per le tue eteree “amniosi”.

Personaggio di creatural levigatezza, immerso in sé, nel sognarla di librate fughe, forse dalla noia o dal Tempo che non “arrochirà” le illusioni, intinto in Lune di luci morbide “abbarbicate” a “scarpette rosse“, per musical “valchiri” ove le ballerine sventolan nella festa d’ormonali occhi allibiti dal loro, floreale, vivido, monroeiano profumo di purissimo cristallo erotico che s’innaffia di “birichina” estasi mai ammansita, senza prigionie di chi la svezzerà dal Sogno, per avvizzirlo nell’esser “adatti” all’avvezzo o ai vezzi che lo corroborino d’una patina amarognola.

Dude, fluttuerà, incantato dalla svagatezza di cui, fugace, s’imprime in un gioco “strabiliante” che pulsi di labbra “ammattite” nella feroce commedia umana, e poi s’arrampicherà ad altre dormienze, nel Cuore intiepidito da una sbornia o da un’altra mossa guardinga da “can tartufo”, dall’olfatto che non abbaia, ma è “abbagliato” dall’essenza della sua fioca, commovente impalpabilità.

A “trasandarla”, curato nello “scucirla” e non oscurarla, anima che balugina senza fremerla, senza spasmi nervici, la carezza a dondolarla fra nostalgie da cullare e melodie intonate al suo inattaccabile, “sfigato” gaudio.

Menestrello dei colori e dell’arcobalenico “balenarla” di bofonchii, d’un altro pallore triste che non lo stingerà, e d’una “infinitezza” a ronzargli il suo ritmo.
Fra lenti stiracchiarla, un tappeto d’una “indagine” senza detection, e una Venere “vaginale”, libera quanto “pruriginosa” come tutte, a concupirlo perché sia seme, anche della sua “scemenza”.

Dell’adorabile, dorata unicità che tanto lo rallegra, e a cui s’affilia con la sua vita defilata, d’effervescente “bollicinarla” di fantasie.

Jeff Bridges, fra sussulti e una barbetta incolta da chi non si scotta né si scote, e un titanico John Goodman, pagliacco come Lui, della serena rabbia “scolpita” nella “pasciuta” mortalità in cui, noi, siamo. E, mai, sfuggiamo. Nel captarla o capitanarla, pacati, e poi non placarci. Irosi o irascibili, con la bile un po’ nel “caffettierarlo”, questo strano, variopinto, “putrido” Mondo.

Serata speciale, quella odierna.
Nel 1998, qui in Italia, uscì in contemporanea assieme a Jackie Brown. Il film di Tarantino, sempre su Iris, passa subito dopo.
Sono entrambi dei capolavori.

Le coincidenze della “programmazione” dei ricordi…

(Stefano Falotico)

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