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Big Wedding, Trailer italiano


06 Jun

Robert De Niro 2013-2014, qualcosa di buono, qualcosa per nulla!


21 Jul

l Cinema del prossimo anno si prospetta quasi pessimo, già visto, meglio dei personaggi televisivi! Panoram(ic)a sulle pellicole con Bob De Niro

Osservo e scruto nella filmografia di Robert De Niro, mio attore preferito per antonomasia nel confronto rivaleggiante, eterno col grande Al Pacino.
E gemo, perché ci son solo pochi Bob interessanti. Di Pacino neanche l’ombra…

Di Being Flynn, vedremo il Dvd italiano anche di “straight”. No, manco di striscio. Film troppo “barbone” per piacere al pubblico d’oggi che si fa distrarre da Gabriel Garko con la r moscia. Da cui il detto: “Guarda com’è bono Gabriel ma donna ricordati che sei figlia di Maria, non toccarti troppo altrimenti l’Arcangelo ti sarà sgarbo”. Già, Vittorio Sgarbi urla “Capra” e intanto va a Capri.
Eh sì, accendo la Tv e vedo la semi-scosciata Daria Bignardi di tacchi basculanti nell’oscillar su microfono “virilizzato” all’intervistato di turno, per patetici “Scambiando quattro chiacchiere, io donna con le gonne lunghe, tu ospite di questa trasmissione noiosa, ma pigliamola al balletto, è bella così”. Secondo me, rimane una racchia, nonostante il taglio di capelli che vorrebbe accennare al tuo ciuffo al gel di Tutti pazzi per Mary. Sì, sì, se fosse la mia donna, mi romperebbe coi suoi quiz per risalire alla mia erezione anomala quando ammiro Bob De Niro. Mi consiglierebbe Jude Law, perché ama gli attori radicalchic con stempiature da maschi acculturati, quindi spremendosi il cervello han perso qualche capello. E tutto ciò fa gnocco. Mah.
A uno come Jude Law, darei solo la parte del mio calcio nel culo raffinatissimo. Premiandolo di fermoimmagine ai suoi quadricipiti prima che gli si rompano i testicoli. Deve ringraziarmi, è grasso che cola, come il sebo delle alopecie androgenetiche.

Spingo “tutto”… il telecomando su Sky, alla ricerca di qualche classic sul canale che dovrebbe proporcelo.
“Scelgo” di “mano morta” il film La videocamera Sony, sonnolenta, per l’ultimo flash innamorato di una Nikon. “Capolavoro” pulito in riprese sessuali sghembe, “guardone”, tendenti al virtual sex sgranato nel “digitale” e tanto dizoom vedo-non vedo perché hai scattato l’orgasmo mentre ho coperto l’inquadratura col mignolo sinistro, causa la fretta d’immortalare l’attimo. I protagonisti sono un “uomo” figlio di Tsukamoto, “robotizzatosi” nel “vivere” il suo uccello misogino, figlio della generazione dei cellulari touch…
L’antagonista è una “chiavetta” USB che ficca spesso un Macintosh rovinato dall’usura degli strozzini, a stampante di soldi estortigli con tanto di scanner alla Cronenberg.
Il film finisce coi due androidi ridotti come roditori.

Sfilo Bob De Niro, ma il suo neo è appannato.

Durante le riprese di C’era una volta in America, si disse che ebbe una “tresca” con Moana Pozzi.

Adesso, sta andando a puttane completamente una carriera da “Leone”. Poco serioso e per niente alla Sergio.
Da toro ex scatenato molto seduto, con ravvisabili macchie senili su capello nei capezzoli brizzolati della moglie nera con parrucca e tinture vicendevoli, durante le folate sumanti vicino al Lago di Como, ove passa le estati con George Clooney e si scambiano i “mutui” delle vill(an)e.
Tanto ne hanno da potersele regalare a vicenda. Una anche a Vicenza.
Elisabetta Canalis al Festival di Venezia, oramai sempre attricetta dopo la separazione dal Giorgino, con tanto di inculatina e forse anche lo scolo.
Sì, George non usa mai il profilattico, perché in verità è gay passivo.

Passiamo oltre. Sono cazzi suoi.

Ma Vincenzo non ha neppure un ponte sotto cui dormire. Da cui  il detto: “Paraponziponzipò, ogni tre passi in avanti finisci in un film di Pasquale Pozzessere con Antonella Ponziani, mentre Renato Pozzetto aveva la panzè e ora è panzon’”.

Non mi sento bene, noleggio Hi, Mom, lo studio attentamente. Domani un palazz(inar)o in meno.
Guardo la locandina di questo De Palma, con la manina del Bob strafottente a risaltar di primo piano che mi fa occhiolino.

Mi riconosco ancora in Lui, nonostante tutto. Sembra che ti dica “Salutam a sorrata”.

Comunque, trascurate le inculate e le esplosioni varie, del Cinema d’un Tempo è rimasta solo la litografia di molte fighe di legno e di qualche pezza al paraculo. I giovani pseudo registi di oggi son dei pezzenti.
Anche solo per girare uno spot del tappetino-mouse, venderebbero la loro madre ad Andrea Diprè.

Spezzaron i sogni, che di merda pezzi. Da me, solo che pugni.

Ma concentriamoci sul Bob.

Killing Season:

qualcuno l’ha già caricato full addirittura su “YouTube”. Me lo voglio gustare però in alta definizione Blu-ray quando ad Agosto riceverò la copia personale.
La curiosità è stata comunque troppo irresistibile. E ho “spizzicato” qualche scena.

Ora, il film ha una sceneggiatura “black list”. I cinefili san meglio di me che stavolta “lista nera” significa esattamente il contrario.
Si tratta di quel mucchio di sceneggiature strepitose che vengono “scartate” da Hollywood proprio perché, il colmo eh, troppo difficili per il grande pubblico.
Quindi, quasi nessun produttore si sente di spenderci dei soldi, anche se il materiale scotta, come si suol dire.

Inzialmente, a dirigerlo doveva essere John McTiernan. Anzi, doveva segnare esattamente il ritorno d’un maestro dell’action, schiacciato da quel flop colossale ch’è stato Rollerball.
Be’, PredatorTrappola di cristallo e Caccia a Ottobre Rosso vi dicono nulla? Cazzo, parliamo di un mezzo genio.
Secondo me, dopo questi tre film, può anche aver girato Last Action Hero ed essere benedetto lo stesso nell’osanna dei cieli.
Anche se questo eroe è last but not least, con tanto di citazione di Scharzenegger shakespariano, essere o non essere recitato, eh già, da Arnold. Ce ne rendiamo conto che stronzata meravigliosa è codesta?
Ora, John ha simpatizzato con Travolta Don Giovanni dopo Basic, fra l’altro il suo ultimo film a tutt’oggi.
Gli propone la sceneggiatura e John: “Cazzo, buona questa roba, molto buona cazzo”, detto simil Pulp Fiction. Forse, assieme a Face/Off e … Bobby Long un John coi controcazzi.
Per il resto, vedo molte porcate. Ma cagate secche, non si scherza mica, eh eh, robaccia tipo Swordfish,Phenomenon Michael. Insomma, roba da cazzone Travolta appaiato al Bruckheimer Jerry con West Simon pocomercenario ma assai marchettaro.
John vuole tornare a lavorare con “Quello a cui dà gusto mangiare la patata”, il troione Castor Troy, cioè quel puttaniere, attorialmente e non, di Nicolas Cage.
Per un altro scontro bifront(al)e.

Ma il produttore dice “No” e lo dice a bestia. Il film, così come lo vuol girare McTiernan, potrebbe sì rivelarsi un capolavoro ma incasserà quanto un negro al semaforo d’una periferia di Lecce.

Spunta Avi Lerner, il volpone della Millennium, casa produttrice che, ogni cinquemila film sotto la sua “egida”, ne azzecca uno prima ch’eleggano un altro Papa.

Avi è amico di Bob De Niro. Il Bob con Avi può “vantar” film che hanno dato davvero “lustro” alla sua carriera.
Righteous Kill è un fottuto film, molto poco stimato. Vale già per le tette di Carla Gugino.
Il resto è una minchiata ma Al “deperito” e Bob bolsissimo fan la loro “porca” figura. Bob si fa appunto quel figone di Carla in una relazione “impresentabile” e assai “verosimile”, Al tenta di farsela per tutto il film, ma non vuole tradire il suo amico.
Tanto che lo chiama, dopo un piatto di spaghetti all’italiana (o forse erano dei maccheroni?.. sì, delle penne…) ma, non essendo sazio, deve ancora scazzarsi.
Al bar, Al riferisce a Bob che ha trovato il modo per curare il suo male di vivere.
Annota sul taccuino tutte le pollastrelle coi tacchi che gli spaccan le palle. E ne soffre, non riuscendo a “entrare” nella loro “forma”… mentis femminista.
Insomma, quel taccuino è come il fazzoletto di un onanista. Lì raccoglie il “seme” della sfiga. Così, si “sfoga” e si svuota.
Adesso, rivelo lo spoiler. Bob lo tranquillizza senza prescrivergli i farmaci psichiatrici, ma il serial killer è proprio Al.
Su quel taccuino, ci son per filo, per segno e per “spago” tutte le “terapie”. Cioè, il numero delle persone che ha ucciso.
Bob lo scopre, vuole arrestarlo con la condizionale della sua amicizia ma Al gli grida: “Che poliziotto sei? Uno come me come me va ucciso. Sparami, dai, ribaltiamo il finale di Heat”.
Bob De Niro finirà solo come un cane, perché Carla Gugino intanto s’è messa (a novanta, eh sì, è la segretaria…) con John Leguizamo.
Mah. Secondo me l’assassino era una Carlito’s Way.

Torniamo a Killing. Ci sono tre “gatti” in tutto il film. Non è un modo di dire ma compaiono solo John Travolta e Robert De Niro con l’apparizione di Milo Ventimiglia che si sente senza padre alla Rocky Balboa.
Per il resto, una stupenda fotografia, un’ottima colonna sonora, qualche idiozia che dura due ore, la durata del film, e i Monti Appalachi con i cervi de Il cacciatore.
Voto: a prima vista 10, ripensandoci 8, mi tormenta e gli do uno zero assoluto.

Grudge Match: secondo voi è credibile un raging bull, che il 17 Agosto compierà 70 anni, nella parte del pugile  che si fotte Kim Basinger?
Secondo lo sceneggiatore sì.

Last Vegas: nel trailer compare anche la pornoattrice Kortney Kane. Per chi non la conoscesse, una delle più grandi super-zoccole della Storia.

Ecco, se Kortney avesse girato un hard con questi quattro mostri sacri, il video della Belena sarebbe finito “massacrato” in ultimissima “position”. Invece, Sara Tommasi ne girerà ancora, mentre Valentina Nappi esige Siffredi Rocco e Rocco dichiara che arrivare dove vogliono “tutte” è stata dura… Mah, può darsi che la prima puttana fosse meno tenera di Selvaggia Lucarelli…

The Family, Luc Besson da Festival di Venezia? Le aspettative, a giudicare dal filmato, ci stanno. Peccato che aprirà il solito Clooney col suo “figo” e martoriante 2001.
Già, c’ha distrutto Solaris…, non c’è due senza tre e il terzo sarà il remake di tutta la “sega” di Star Trek con lui nella parte dello spocchioso personal trainer di Spock.

American Hustle, il migliore dell’orgetta. Scusate, volevo dire della deniriana offerta.

Al che, afflitto dal mio Dio che m’ha abbandonato… mi pitto il neo, recito una mia poesia che fa…

Settebellezze Pasqualino va a Natale in tutte le lucine, Lucignolo lecca il mandorlato Balocchi, ti caverò un occhio, e abbasso chi picchia i finocchi.

Poi, mi chiedo che differenza c’è fra me e Robert De Niro. Nessuna.

Soltanto che Lui ha incontrato Martin Scorsese.

Diciamocela: la vita è una questione di nei. Se hai quello di Bob, a parte una filmografia con molte e recenti macchioline, sei un untouchable, se sei me, ti dicono che il tuo curriculum vitae presenta la pecora nera del suo neo e del suonato.

Ho detto tutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Re per una notte (1983)
  2. The Big Wedding (2013)
  3. Mission (1986)

“The Big Wedding”, review from Comingsoon.net


01 May

Eccola

Reviewed by: Joshua Starnes
 Rating: 7.5 out of 10

Review:
Don (Robert De Niro) and Ellie (Diane Keaton) have lived your typical upper middle class life and had your typical upper middle class family. They had their two kids (Katherine Heigl and Topher Grace), raised them to be respectable lawyers and doctors, divorced, and went their separate ways. And of course they adopted a young boy from Colombia (Ben Barnes). And now that he’s graduated Harvard and preparing to marry his middle school sweetheart (Amanda Seyfried), like any good upper middle class couple, Don and Ellie are going to pretend to be married to avoid offending Alejandro’s biological mother (Patricia Rae) so that she won’t make a scene and ruin “The Big Wedding.”

Phew. That’s a lot of people and a lot going on, seemingly straight from an episode of “Three’s Company” or some other 70’s sitcom desperately searching for comedic misunderstanding every week. “Big Wedding” is similarly disparate as writer-director Justin Zackham (“The Bucket List”) mixes and matches errors and comedies as fast as possible to keep things going for a relatively brief 90 minutes which is, when you step back from it, almost entirely lacking of a real narrative drive.

It’s a wonder then that it works as well as it does.

But work it does, and mostly due to a game cast and some more intelligent than not dialogue, which gives most of the actors are little more to do than stand in front of the camera for mechanical set up and volley.

De Niro leads the ensemble with just the right mix of charm and roguishness, making you like the urbane Don while also realizing why his children don’t so much. Though frequently pushed into the silliest of circumstances (not quite as often as Grace, but close) he rolls through it all with a sly glance and a wink and you let him get away with it.

Which actually holds true for most of the cast. Sure, most of them have been cast to type – Keaton is again playing Keaton, the forever Annie Hall neurotic – but these types work together and you can believe they know and care about each other.

For the most part, in fact, the characters are better drawn than the caricatures they play at being, with most of them having surprising layers of humanity and a tendency towards sincerity of feeling that forgoes sentimentality, something movies usually avoid like the plague.

Much of which does come down to Zackham’s script, which is zippy enough that you forget you’re spending most of the plot in the same house–the old family house–and just smart enough, often enough, that you won’t blow your brains out from boredom.

If it had a real plot and real jeopardy, instead of play jeopardy hidden by ridiculous gags ( ‘classics’ like Alejandro’s mother’s inability to understand English or anyone else to understand her) there could be a real movie in here. As it is, it’s a wonder the movie is as good as it is.

Which is good enough this time around. “The Big Wedding” is not a classic, or even really memorable, by any means, but considering the pit it starts at, it gets off light. And that’s better than usual.

De Niro, all’ultimo pugno


13 Apr

Ah, ripasso in rassegna i film del Robert che mi sparerò, essendone the fan più di Renard.
Ed è uno spasso scorrer la lista di IMDb e trovar un gran bel po’ di roba, già pronta, allestita, alcune sesquipedali “schifezze” e nobile “tacche” invece d’annotare sul taccuino, ché la Notte non è del tacchino ma, mia Donna, il tuo “tacco” me lo stacca!

Che stacco di coscione! Sarò il tuo cosciotto solo se me lo prenderai pazzo da Don Chisciotte!

Sì, nottambulo me ne “pasticcerò”, amandoli e disgustandoli con una birra su trancio di pizza sin a Mezzogiorno “s’è fatto tira-tardi”. Capricciosa è quella del Sud, mai te la dà, quindi va mandata là. Quella del Nord, invece, è Algida, come il gelato omonimo. Nomen omen? Alla faccia! Per avere della figa poi dicono che dobbiamo fare i vegetariani. Sì, meglio un fico indiano che mettersi in fila alla cassa.

Vi citerò solo quelli che sto aspettando di più, mi paion di buon aspetto per il mio cinefilo appetito.

Allora, scartiamo questi ma vivisezioniamoli tutti, elencandoli poi “intitolati” da play che si rispetti.
Non spettiniamoli a casaccio. Ma a casuccia, se al cinema non volete sborsare, di stream basta attendere un paio di settimane… Anche se l’attesa si fa s-tremante, ché al neo nerissimo del De Niro non si comanda. Ed Egli illumina anche all’alba di 70 primavere, che festeggerà in Estate, due giorni dopo Ferragosto, il 17, non so se un Venerdì “Sfigatto” o in ricordo di Amendola Ferruccio che lo “doppiava” a Roma con delle fettuccine e una fettina del figlio da diseredare, nel sedere, quel rozzo del Claudio. Che invidio solo perché amò Monica Bellucci versione Deborah con l’ “Ah” di Colpo gobbo a Milano, da marpione della cotoletta nel Coloss(e)o giovanile. “Mitico”, un po’ come lo zotico Ricky Memphis di questa vanzinata, “valida” solo per mezzo seno della Monicona nazionale, più “monaca” del solito prima dei calendari e di Cassel a denudarla su alimentarla oggi bulimica.

Guarderò la novella di Nick Flynn versione Paul Weitz, a prescindere… un autore, buonista o dolceamaro, quel che importa è l’emozione. Non “importò” molto al botteghino e, per tale “ragione”, han deciso di non farlo uscire da noi sullo schermo. Speriamo nel Dvd. Il Dvd salva sempre capre e cavoli, toglie le castagne dal fuoco. Puoi leccare un piatto di maccheroni, senza lecchini. E tu donna che vuoi? La leccatina? Ma vedi di andare ove sai. Il Cinema non è per te, nemmeno il mio.

Poi, De Niro con gli arzilli hangover Douglas Mike, Freeman Morgan e Kline Kevin.

Un film Last vegas, un po’ alla “Las sfigas” di Jerry Calà. Sempre De Sica e un “regista” italico da far vergogna.
Ecco, Carlo s’è fatto tanti soldoni, vota Berlusconi e si fa pure tutte le mignotte dei suoi film che, per “aderire alla parte”, aderiscono… calzanti alle calze dei suoi “cazzoni”.

Il piatto forte è il Besson. Solo due capolavori all’attivo. Indovinate quali. Uno con la Parillaud e l’altro con Reno. Due più due fa quattro? No, sono 2 e basta. Reno è comparso in un’altra manciata di duetti, però, dilettevoli. Accoppiata storica.
Il film ricorda Ronin ma Jean non è della partita, stavolta.

Sì, meglio le BMW delle Renault. Meglio le forme della Pfeiffer, sebbene adesso sia spompata, del volto pneumatico francesino. Un francesismo. No. Un Luc-ky.
Ficcatelo in? Fa rima? Quasi.

Trascuriamo Mark Steven Johnson… questo Travolta “travolto dalle nevi” degli Appalachi, ci par solo da “palate”. Ucciderà bene il Bob a sparargli nelle palle. Non doveva “scassare” il caz’.
Valanga rabbiosa!

E poi? Ah, che godere. Stallone infila i guantoni e si piglian a ceffoni. Non è che sarà un film da Giffoni Film Festival? Sì, la bambinata ci sta.

Se non ci piacerà, ci “piaceremo”, sbatteremo un culo su Facebook, per “menarcele”… di brut(t)o. Anche di burro se il fondoschiena sarà reale di “botta”.

De Niro e Cusack, accoppiata storica mai avvenuta. Un po’ come quella col Travolta.
Di nuovo boss, cameo o valigetta? Chissà? La pulp fictionata mi sembra un’imitazione dei cavoli a merenda. Potrebbe essere una figata? Non credo. Sparatorie, after hours reminiscenti Scorsese, una miscela di parolacce “dure”, ladri, piedipiatti, figli di puttana e molte puttanone. Insomma, una puttanata.

Puntiamo già il pollice giù.

Il resto mi sembra una stronzata.

Comunque! La Comunione è un De Niro che lascia a bocca aperta!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Being Flynn (2012)
  2. Killing Season (2013)
  3. Last Vegas (2013)
  4. Motel (2013)
  5. Malavita (2013)
  6. All’ultimo pugno (2013)
  7. The Big Wedding (2013)
    E questo? Mah.La Heigl sa che il Bob, finita la telefonatina, la sculaccerà.

Robert De Niro è Don Griffin


11 Mar

ROBERT DE NIRO

as Don
launched his prolific motion picture career in Brian De Palma’s The Wedding Party in 1969. By 1974 he had won the New York Film Critics Award for Best Supporting Actor in recognition of his critically acclaimed performance in Bang the Drum Slowly and from the National Society of Film Critic for Martin Scorsese’s Mean Streets.

In 1974 De Niro won the Academy Award® for Best Supporting Actor for his portrayal of the young ‘Vito Corleone’ in The Godfather: Part II. In 1980 he won his second Oscar®, as Best Actor, for his extraordinary portrayal of ‘Jake La Motta’ in Scorsese’s Raging Bull.

De Niro has earned Academy Award® nominations for his work in five additional films: as ‘Travis Bickle’ in Scorsese’s acclaimed Taxi Driver; as a Vietnam vet in Michael Cimino’s The Deer Hunter; as a catatonic patient brought to life in Penny Marshall’s Awakenings; in 1992 as ‘Max Cady,’ an ex-con looking for revenge, in Scorsese’s remake of the 1962 classic Cape Fear; and as a father to a bi-polar son in David O. Russell’s Silver Linings Playbook.

In 2009, De Niro received the coveted Kennedy Center Honor for his distinguished acting. He also received the Hollywood Actor Award from the Hollywood Film Festival, which he won again in 2012, and the Stanley Kubrick Award from the BAFTA Britannia Awards. In addition, AARP The Magazine gave De Niro the 2010 Movies for Grownups Lifetime Achievement Award.

De Niro was honored with the Cecil B. DeMille Award at the 2011 Golden Globe® Award. He also served as the jury president of the 64th Cannes Film Festival.

De Niro currently stars The Weinstein Co.’s Silver Linings Playbook and will be seen in CBS Films’ Last Vegas, Relativity Media’s Malavita and Warner Bros.’ Grudge Match.

De Niro recently starred in Focus Features’ Being Flynn, Grindstone Entertainment’s Freelancers, Millennium’s The Killing Season and Red Lights, New Line Cinema’s New Year’s Eve, Relativity Media’s thriller Limitless, Little Fockers, the third installment of the highly successful Tribeca Productions’ Meet the Parents launched his prolific motion picture career in Brian De Palma’s The Wedding Party in 1969. By 1974 he had won the New York Film Critics Award for Best Supporting Actor in recognition of his critically acclaimed performance in Bang the Drum Slowly and from the National Society of Film Critic for Martin Scorsese’s Mean Streets.

In 1974 De Niro won the Academy Award® for Best Supporting Actor for his portrayal of the young ‘Vito Corleone’ in The Godfather: Part II. In 1980 he won his second Oscar®, as Best Actor, for his extraordinary portrayal of ‘Jake La Motta’ in Scorsese’s Raging Bull.

De Niro has earned Academy Award® nominations for his work in five additional films: as ‘Travis Bickle’ in Scorsese’s acclaimed Taxi Driver; as a Vietnam vet in Michael Cimino’s The Deer Hunter; as a catatonic patient brought to life in Penny Marshall’s Awakenings; in 1992 as ‘Max Cady,’ an ex-con looking for revenge, in Scorsese’s remake of the 1962 classic Cape Fear; and as a father to a bi-polar son in David O. Russell’s Silver Linings Playbook.

In 2009, De Niro received the coveted Kennedy Center Honor for his distinguished acting. He also received the Hollywood Actor Award from the Hollywood Film Festival, which he won again in 2012, and the Stanley Kubrick Award from the BAFTA Britannia Awards. In addition, AARP The Magazine gave De Niro the 2010 Movies for Grownups Lifetime Achievement Award.

De Niro was honored with the Cecil B. DeMille Award at the 2011 Golden Globe® Award. He also served as the jury president of the 64th Cannes Film Festival.

De Niro currently stars The Weinstein Co.’s Silver Linings Playbook and will be seen in CBS Films’ Last Vegas, Relativity Media’s Malavita and Warner Bros.’ Grudge Match.

De Niro recently starred in Focus Features’ Being Flynn, Grindstone Entertainment’s Freelancers, Millennium’s The Killing Season and Red Lights, New Line Cinema’s New Year’s Eve, Relativity Media’s thriller Limitless, Little Fockers, the third installment of the highly successful Tribeca Productions’ Meet the Parents franchise, Filmauro’s Italian romantic comedy Manuale d’amore 3, Nu Image Films’ psychological thriller Stone, and 20th Century Fox’s Machete.

His distinguished body of work also includes performances in Elia Kazan’s The Last Tycoon; Bernardo Bertolucci’s 1900; Ulu Grosbard’s True Confessions and Falling in Love; Sergio Leone’s Once Upon a Time in America; Scorsese’s King of Comedy, New York, New York, Goodfellas, and Casino; Terry Gilliam’s Brazil; Roland Joffe’s The Mission; Brian De Palma’s The Untouchables; Alan Parker’s Angel Heart; Martin Brest’s Midnight Run; David Jones’ Jacknife; Martin Ritt’s Stanley and Iris; Neil Jordan’s We’re No Angels; Penny Marshall’s Awakenings; Ron Howard’s Backdraft; Michael Caton-Jones’ This Boy’s Life; John McNaughton’s Mad Dog and Glory; Kenneth Branagh’s Mary Shelley’s Frankenstein; Michael Mann’s Heat; Barry Levinson’s Sleepers and Wag the Dog; Jerry Zaks’ Marvin’s Room; Tony Scott’s The Fan; James Mangold’s Copland; Alfonso Cuarón’s Great Expectations; Quentin Tarantino’s Jackie Brown; John Frankenheimer’s Ronin; Harold Ramis’ Analyze This and Analyze That; Joel Schumacher’s Flawless; Des McNuff’s The Adventures of Rocky and Bullwinkle; George Tillman’s Men of Honor; John Herzfeld’s Fifteen Minutes; Frank Oz’s The Score; Tom Dey’s Showtime; Michael Caton-Jones’ City By The Sea; Nick Hamm’s, Godsend; John Polson’s Hide and Seek; Mary McGuckian’s The Bridge of San Luis Rey; DreamWorks’s Shark Tale Jay Roach’s Meet The Parents, and Meet the Fockers, Barry Levinson’s What Just Happened, Jon Avnet’s Righteous Kill and Kirk Jones’ Everybody’s Fine.

 

Alla sforbiciata d’Ibrahimovic, preferisco la rovesciata ad accasciare-scosciante di Philippe Mèxes, detto l’Asterix della sua cresta da cedrata di “limone” al portiere “salame”


21 Nov

Avete visto la partita?

Ah sì? Due goal d’un duo durissimo dal taglio capelluto molto “arrapante” per la tamarra “plateale”, El Shaarawy, l’oriundo venuto dal nulla, anzi dal “vivaio” di Allegri che lo sta spronando, e Mèxes, quello della canzoncina di Giuliano Palma.

Vari idioti hanno “sbrodolato” per quella checca d’Ibrahimovic, un fallito sia come emulo di Van Damme, sia come “calciatore” per le sue mule, ora “francesine” in quel di Paris…

Ah, questo Philippe stasera ha inventato un capolavoro, stop di petto, finta invisibile da difensore prestato all’attacco nello spiazzare, sulla sua “spazzola”, il terzino spazzato via che lo marcava, volo libero in aria a coglier la sfera “fragrante” e pallonetto sotto l’incrocio dei pali a piazzarlo anche ai suoi compagni di squadra, i quali non avrebbero mai creduto che, colui che fu preso a pugni dal pupon’ Totti Francesco, fosse in grado di tal prodezza.

Al rallentatore, ne ho ammirato la vellutata traiettoria, infilata di classe “anomala” su pubblico pagante molto più che appagato.

Quindi, ho pensato a quali potrebbero essere i grandi film inaspettati nel rovesciare tutte le aspettative.
Film a cui non date, momentaneamente, credito, ma che movimenteranno l’applauso!

Fidatevi! Continuate a guardare le tribune elettorali.
Elevatevi invece da eletti, e “riempirete” nel lettone…
Ah, che tette!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Killing Season (2013)
    Secondo quale presupposto dovrebbe essere “cattivo?”.
    Perché è di Mark Steven Johnson?
    E allora? Ogni regista, anche il più pessimo, può evolvere e “violentare” la vostra ottusità.Comunque, sarà una stronzata.
  2. Malavita (2013)
    Michelle Pfeiffer sarà “malavitosa”. Speriamo che “la” spari nuda.
  3. The Big Wedding (2012)
    Gli attori sono dei bugiardi conclamati come il naso pinocchiesco del Bob, che s'”allunga”…Ho inserito un’immagine esempli-fica-tiva sopra.De Niro interpreta il padre di Katherine Heigl.
    Con tenerezza, gli porge la mano in segno d’affetto paternalista, appunto.

    Ah, che “finzione interpretativa”. Ingrandite la foto, noterete che, solo toccando una biondona così, gli è diventato grossissimo.

“IMDb” board: 2013 is De Niro’s year? Aprite le orecchie “profeti(ci)” e troll fessacchiotti perché…


01 Nov

… ogni anno, dai suoi esordi “sessantottini” in poi, dagli inizi depalmiani alle autoparodie odierne (sublimi), è segnato dall'”ombra” deniriana. Potrete stroncarlo, togliergli il neo e appiccicarvelo sul mento da dementi che siete, ma anche nel “bisestile” Lui è la sestina vincente. Che vi piaccia o no, questo è Simon Silver.

Chi non conosce l’enciclopedia online “IMDb” merita solo Paolo Mereghetti, a cui regalerò il pandoro Melegatti, con una “gatta” sotto l’albero di Natale a fargli gli auguri d’una vita che non ha ca(r)pito. Egli, il Paolo… mangiò sempre i canditi, “infarcendo” recensioncine scolastiche da chi guarda il film macchiandosi la patta dei pantaloni per colpa del caffè “bollente”, “versatogli” addosso da un'”emerita” collega “raffinata” a stimolar la diuresi delle sue stronzate.

Nel suo “dizionario”, egli il protervo, il cerbiatto, dilapida il De Niro degli ultimi vent’anni, abbondando di stellette misere.
Perché Paolo del Bob ha capito solo la malinconia peggiore da borghese col tè.
E non merita altro che un Paul Vitti che gli fa le smorfie, puntandogli il dito e sussurrandogli un “Lei non è bravodottore di ‘sta minchia!”.

Come codesto suo parente “alla lontana”. Sì, li avran s(e)parati alla nascita, mescendo le culle e cullandoli di latte coi biscotti della balia più (de)cadente di grembo “materno” da Edipo.

Uno che, non avendo un cazzo da fare, se non cazzeggiare appunto, stila le sue previsioni “meteorologiche” dei prossimi film col De Niro.

Leggiamo la sesquipedale “azzeccata” da “Nostradamus”:

Most of them will not succeed I think.

The Big Wedding – Bad director and doesn’t look to good from the trailer
Motel – First time director, so you never know.
Killing Season – Bad director and the movie is said to be pretty terrible.
Malavita – Besson’s last movies weren’t pretty good, but I think this is one of De Niro’s more promising projects.
Last Vegas – Bad director, so at best it will be a mediocre movie.
Hands of Stone – Pretty unknown director, but this project doesn’t sound to bad to me.
Grudge Match – Mediocre director and a horrible idea, will be a complete mess I think.

So as of now I think we will get to see a lot of bad stuff from De Niro next year, maybe except for Malavita and Hands of Stone. I really hope that he will do The Comedian with Sean Penn and The Irishman with Scorsese, those are truely promising projects.

Secondo tale “critico affermato”, richiesto dai “Cahiers du Cinéma” di mezzo Mondo (ecco, mezzo è meglio…), i seguenti “a venire” non riscuoteran successo.

Secondo me, assieme al Paolo potremo sbatterlo nella prigione: “Senz’arte né parte, di palate e non patate, tante ne riceverete. Guardando le stelline fuori dalla cella dei vostri gelidi giudizietti tanto giudiziosi e pregiudiziali”.

Per quanto mi concerne, in questo Ognissanti mi sbarberò e laverò a terra, gettando nella spazzatura gli “scopatori”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Big Wedding (2012)
    Non è mai troppo tardi per il “matrimonio con sorpresa”.
    E, dalla torta nuziale, spuntò il Falotico versione “ultimo bacio” di Muccino Gabriele. Urlandogli: “Tu e Stefano Accorsi, dovete imparare lezioni d’amore. Ecco, la candelina, cioè il candelotto!”.
  2. Killing Season (2013)
    Travolta contro il Bob, scontro epico fra gli Appalachi. Che non fa sconto, che gioca d’autoscontri, di corridoi fra le montagne, di gatto col topo, di Mark Steven Johnson che non capì niente fra le pallottole.
  3. Malavita (2013)
    Ronin più Besson.
    Scorsese alla francese.
    Tommy Lee Jones nella “pechinese” della Pfeiffer.
    E Parigi che spara!

“The Big Wedding”, il Trailer


07 Aug

 

Dopo dieci anni, Elle (Diane Keaton) torna nella sua casa in Connecticut per la prima volta da quando si è separata dal marito Don (Robert De Niro), colpevole di averla tradita con la sua miglior amica Bebe (Susan Sarandon). L’occasione per il rientro è data dal matrimonio di Alejandro (Ben Barnes), il figlio che lei e Don avevano adottato, che si terrà nella casa costruita dai due ex coniugi e dove Don continua a vivere felice con Bebe. Le complicazioni nascono quando Alejandro comunica di aver invitato alle nozze anche Madonna Soto (Patricia Rae), la madre biologica che a causa delle forti convinzioni religiose non ha mai saputo che Elle e Don si sono separati. Per farle credere di essere ancora una tipica famiglia, Don e Ellie sono costretti a mettere da parte il loro risentimento e fingersi ancora sposati, costringendo Bebe a scomparire per il fine settimana della cerimonia. 

 

Ammiriamo un De Niro “restaurato”, mi pare quasi al top(o), e allora “sposiamoci” al galoppo!

 

Complimenti comunque, solo nel trailer De Niro si piglia tre punch devastanti!

 

(Stefano Falotico)

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