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La critica moderna, guidata dagli youtubers Joker Marino, Federico Frusciante, victorlaszlo88, Lorenzo Signore, Mr. Marra vs la Critica accademica


17 Jun

james-deanOra, saltate questo lungo preambolo se non amate l’autoironia, la Critica sui generis e passate al capitolo 2 che verte sulla questione enunciatavi nel titolo…

Comunque sia…

Lo spettatore amatoriale che critica i critici veterani è triste quasi quanto Paul Schrader che girò un film con James Deen e più moscio di Richard Gere de Il primo cavaliere?

Sì, ho scritto James Deen, non James Dean.

James Deen è la nemesi di James Dean. Tanto Jimmy fu la simbolizzazione, per quanto mitizzata volgarmente, romanzata, empiamente stilizzata della gioventù bruciata piena di palpiti romantici, d’eterna inquietudine combattiva, d’incandescente purezza sentimentalmente travolgente, ovvero l’incarnazione della rabbia giovane quasi appunto malickiana, oscenamente mistificata però dai cultori e fautori bassamente giornalistico-giovanilistici, appunto, cioè adulti rincoglioniti idolatri e nostalgici delle giovinezze lor perdute nella panza e nella corruzione da riempire e infangare di triti luoghi comuni insopportabili ché, a loro squallido ardire, è bello ardere e identificare in modo pressapochista nella distorsiva nomea iconica d’una idealizzata, forte, eterna sindrome da Peter Pan e nella stupida magnificazione bambinescamente cazzuta de Il selvaggio, quindi a erezione, no, elevazione di nostalgie ed elegie brandiane e coppoliane, Rumble Fish docet, santificanti e dunque limitanti, al solo scopo… mercantilistico e superficiale, agiografico e banale, semplicistico e oserei dire scandaloso, scostumato, vergognoso di alzar in auge quella… che è invero l’emotiva complessità di un periodo importantissimo della vita di noi tutti, cazzo, dicevo… mi son perso fra anacoluti dal costrutto sintattico più articolato di un infinito rutto brutto… in parole povere, James Deen, il pornoattore osceno, è un misogino edonista mostruoso e marcio, un sodomita violento e ai limiti della legalità delle donne comunque più vicine alla femminilità animale, quindi di Dean ha solo il nome.

Deen è uno sgorbio e ha storpiato pure il fantastico cognome del protagonista della Valle dell’Eden.

E The Canyons è un film impresentabile non perché io sia un moralista che fatica/chi a digerire l’idea che lo sceneggiatore de L’ultima tentazione di Cristo abbia ficcato… Dean nella sua porcata per rendere Autofocus la sua bischerata, no, capisco benissimo che dietro questa sua scelta di casting via sia un’idea meta-cinematografica pari quasi alla metafisica di Taxi Driver, comprendo appieno che, così facendo, Schrader abbia voluto eccentricamente omaggiare appunto sé stesso, essendo lui un calvo cineasta solipsista e calvinista, ossessionato dalla carne, da temi come il peccato, l’irredenta natura ambigua del sesso e dell’amore in una società andata a puttane più delle clienti di Woody Harrelson di The Walker o del super figo Richard Gere di American Gigolo, no, non è questo il punto. Nemmeno G.

Il grande Cinema è splendida finzione. American Gigolo è un bellissimo film proprio perché non c’era John Holmes a interpretarlo. Non so se mi stiate seguendo. Bensì appunto v’era Gere.

Forza, sveglia, non dormite da ghiri!

Un sex symbol, certo. Che peraltro sarebbe divenuto totalmente tale soltanto dopo questo film. Richard Gere, un celeberrimo donnaiolo incallito che è stato sposato a Cindy Crawford, l’unico stronzo di classe che poteva permettersi la lussuria, no, il lusso di essere il protagonista della pellicola All’ultimo respiro, remake neanche tanto malvagio, a darla tutta, no, a dirla tutta, di Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, recitando spesso semi-ignudo in piscina assieme a quell’ex Femme Publique immane e stra-gnocca di Valérie Kaprisky, donna impudica e pubica, senza far rimpiangere del tutto l’originale puro.

Evviva le guerre puniche!

Ma Gere è un attore coi contro-coglioni, non schizziamo, poveri idioti schizofrenici, e soprattutto… non scherziamo.

Guardatelo ne L’incredibile vita di Norman oppure ne Gli invisibili. E capirete che, oltre al sempiterno fascino virile da piacione, v’è sempre stato molto di più, miei cazzoni.

Richard Gere è uno che ha sempre saputo eccome il fallo, no, fatto suo. Un attore con due palle così.

E qui ci vorrebbe, a gridarvelo in faccia, Mario Brega di Un sacco bello, così come urla infatti al figlio scemino che Don Alfio è uno di Chiesa che la sa lunga.

James Deen è il peggio del maschio, roba che Bobby Peru di Cuore selvaggio, cioè Willem Dafoe, vale a dire uno degli attori preferiti di Paul Schrader, neanche a farlo apposta, se lo tromba più velocemente di un’eiaculazione precocissima senza neppure cagarlo di striscio.

Paul Schrader, che film merdoso che è il tuo The Canyons. Per fortuna, ti sei rifatto con First Reformed. Sennò ti avrei spedito a fumarti un cannone…

Sì, un tempo, ai due giorni di leva, chiedevano ai ragazzi se amavano i fiorellini. A me chiesero come mai mi piacevano i tortellini ma non gradivo molto le bolognesi.

Se qualcuno rispondeva sì ma, alla domanda se gli fosse piaciuto fare il fioraio, rispondeva che, altresì, amava la natura colorata e bella eppure al contempo non si sarebbe mai sognato di fare il giardiniere contento o di vendere rose rosse alle donne innamorate non solo di Richard Gere per una vita apparentemente felice, ecco, a questo qualcuno prescrivevano la visita dallo psichiatra.

Io sono il Joker, anche Matthew Modine di Full Metal Jacket.

Se costui si opponeva a questa sorta di castrazione psicologica assurda, lo riformavano. Ma non rilasciandogli la patente di uomo troppo dolce ed educato, dalle buone maniere sensibili non pronto a un mondo guerrafondaio manieristico di fascisti-filonazisti, bensì lo rispedivano al mittente con la patente discriminatoria di frocio assai prossimo alla demenza.

Sulla lettera, diciamo, di dimissione non v’era scritto esattamente frocio bensì eufemisticamente lo si mandava a cubiste, no, a cubitali lettere, a quel paese poiché non ritenuto macho abbastanza e dunque adatto, oddio sto morendo, a una vita da duro che tutti incula.

È questo che ci ha insegnato la nostra Italia. Complimenti, valori di “sana e robusta Costituzione”.

No, non ho nulla da dissentire in merito. Come no? Infatti io ho svolto il servizio di obiettore di cosce, no, di coscienza.

Detto ciò, non traviate le mie parole, non travisatemi.

Tutto quest’ambaradan, questo pen(s)oso panegirico per arrivare a una questione che mi sta sinceramente più a cuore.

Sì, tutti questi damerini, questi (ig)nobili figli di papà di vent’anni che non se lo sono mai fatto a dovere, mi stanno sul culo.

Se avessi detto che mi stanno in un posto simmetricamente perpendicolare allo sfintere, mi avrebbero pure tolto la possibilità di obiettare e dire la mia. Vi pare normale?

A noi, critici e figli della generazione X, forse con una Lancia Ypsilon, uomini “Smart” insomma, chi spezzerà delle lance in nostro favore? Ah, non ci disprezzerete e dunque l’anima non ci spezzerete.

Vi faremo a pazzi, no, a pezzetti, a pezz(ent)i. Paz e devi avere Pazienza, anche Andrea…

Dobbiamo mettere i puntini sulle i e anche forse su quelle greche, non siamo probabilmente dei latinisti e amanti dei peplum ma forse adoriamo i piedi femminili, siamo feticisti di e come Tarantino?

Siamo misogini come James Deen o come Stuntman Mike di A prova di morte?

Odiamo gli attori cani, dunque non siamo dei cinofili, bensì solo dei cinefili?

La domanda sarebbe da porre al mitico Ignazio La Russa. Vi ricordate?

Incorre in un frequente lapsus il candidato di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa mentre si rivolge a Luca Miniero, regista del film Sono tornato che ha come protagonista il Duce: “Un film troppo commerciale…”.

Alcuni sostengono che io meriti molto più successo E che i miei circa 370 iscritti al mio canale YouTube Joker Marino siano davvero pochi. E sul modello 730 abbia poco da recensire…

Ora, noi siamo bravissimi, in effetti. Spesso, lo dico orgogliosamente, siamo più intuitivi, colti e preparati di gente che scrive, dietro fior di quattrini, per quotidiani nazionali.

E mi riferisco naturalmente, oltre che a me stesso, ai succitati Frusciante, Victor, Signore, forse anche a Willy Signori e vengo da lontano.

C’è chi ha mille iscritti al suo canale e chi invece 100 mila. Chi invece ne ha tre, ovvero sé stesso e i suoi genitori. Io non sono invidioso di chi ha più di me. Chi fa da sé…

Dunque, lunga vita a Fede, nostri fedelissimi.

È meglio insomma Falotico, detto Falò delle vanità, oppure Francesco Alò?

È meglio Mereghetti o le sorelle Laura e Luisa, figlie di Morandini?

Chi è nato prima? L’uovo o la gallina?

E Falotico è una gallina dalle uova d’oro? Cioè, quasi (a) gratis, continua a fare le video-recensioni di film altissimi ma, se fosse andato, ogni santo giorno, al semaforo di Via Prati di Caprara, per elemosinare du’ lire, forse oggi avrebbe più soldi?

È un critico amatore pur non essendo un armatore, è un amante della più elegante Ars Amandi e un adoratore del Cinema bello, non bellico, quanto i migliori film di Elia Kazan? Oppure era meglio se fosse nato davvero come Antonella Elia?

O è invece un cazzaro, un casinaro, un coglione, per farla breve e sveltina?

Siamo tutti pirla in questo mondo?

E perché mai sfruttarono la virilità grandiosa del magnifico Richard Gere a uso e consumo delle donnette che hanno sempre utopisticamente sognato di vederlo nei panni di Lancillotto?

Tornando a La Russa, stamattina uno in radio, un lavoratore stacanovista e bravissima persona, a tale domanda fattagli, ecco, ha risposto così:

– Che cosa faceva nella vita jean-Jacques Rousseau?

– Russò.

 

Invero, non fu una domanda ma una barzelletta raccontata dallo stesso radioascoltatore che, finito di spararla, volle puntualizzare che lui, oltre che lavoratore duro, è un grande musicista.

Ci siamo capiti. Ho detto tutto. Noi siamo più bravi dei cosiddetti critici da cui tutti pendono dalle labbra ma forse ha fatto bene James Deen a buttarla in vacca.

Se proprio ci andrà grosso, no, grassa, potremmo pure campare con un mezzo stipendio ottenuto dalle visualizzazioni, ma non potremmo mai permetterci di avere la villa a Mulholland Drive.

Noi continueremo però, resilienza e Resistenza permettendo, ad amare alla follia Lynch, vedendo Naomi Watts e Laura Harring col binocolo e invece il Pinocchio Deen vedrà gnocche a tutt’andare, sgranocchiandosele, le gambe sgranchendosi, scrocchiandosi le nocche, pieno di balocchi, no, baiocchi.

Chi ha occhio, no, orecchie per intendere, intenda. Altrimenti, se non volete starci a sentire, c’è sempre la RAI.

Evviva noi, youtubers a cazzo loro, gli altri sono tutti troioni.

Perciò, arriviamo al punto cruciale, alla morale della fav(ol)a:

se James Dean interpretò Il gigante, se James Deen è un cane e La Russa un cinofilo, perché Falotico non può essere un cinefilo normale?

Dio can’!

 

di Stefano Falotico

01 Jan 1955 --- James Dean --- Image by © Sunset Boulevard/Corbis

01 Jan 1955 — James Dean — Image by © Sunset Boulevard/Corbis

Joe o Paul Schrader?


31 Aug

Ecco svelato l’arcano della rivalità fra due apparentemente agli antipodi

Se ciò che mi narri coincide con la realtà, rabbrividisco atterrito perché mai prima d’ora ho udito una storia dell’orrore di proporzioni così spaventose!

La memoria mi redarguisce, le guarnizioni dalla ferita si laceran in grido straziante. Avvolgo il mio “smunto” teschio in una preghiera delle più mistiche e ascetiche al mio inconscio. Lo penetro, l’affliggo per rinvenire l’odore dello smalto “corrucciato”, corrugato, d’apparenza levigato in sorriso ancor fanciullesco. Digrigno i denti, furibondo il mio viso si contorce in una raccapricciante smorfia d’adirati nervi allo spasmo.
Un’acquiescenza “torva” che mi scuote, sì, come una scossa. E rammento le tenebre dell’attimo rifulgente più cataclismatico a una miracolosa, luccicante resurrezione. Un tremito di lancinante “ribrezzo” che, a ebbrezza del me sbronzo dalle crudeltà inflitte, patite, sofferte a sdrucito “cuoio” dell’anima in raschiante morso al lupo che incarno nel noi tutti siamo animaleschi se feriti nell’intimo, rabbiosissimo divelle il sereno. E straccia, squarciante ossa a “car(tilagi)ne” di mia “adunca” nostalgia ischeletrita dalla viltà più ingiusta.
Fremito, odore di “cancrena” a rimbalzo termodinamico dai vulcanici polsi del mio Cuore reciso.
Evocazione del mio spettro… ove sparì e nella Notte espiò l’innocenza della cristallina adolescenza scheggiata, schernita, d’odio e insulti smorente alle baldorie del lor facile, superficiale “eloquio” di “cortesi” lodi?
Lordato, sì, piansi a tempesta del mio sonno o forse sol “dormiveglia” dolentissimo, oh dolenze segre(ga)te in nascosti sogni, desideri e propulsiva voglia romantica frenata, rapimento e incauto castigarla ché, casta, mi (in)castrò in un fantasma!
Ma il fantasma si rierse e allora io, l’ectoplasma, sentii i nemici-finti amici, che sin ad allora mi blandirono, urlare in allucinato grido di paura.
Fulminato… dai ricordi assopiti a scandirli cautamente in riesumata voce “muta” per innalzarla melodica a potenza ancor più (sof)ferente. A me, “masochista” dei carnali godimenti, e a loro punitrice di sottile, parimenti perfido sventramento.  Che svenimenti…
Loro… i “viventi” canterini, frivoli a balda “gioventù”. Ché già arsi esperiron sol già l’incendio delle tristi, mortifere abbuffate!
Brucia(n)tissima vendetta. Revenge “sregolata”, definitela voi “fini” così…
Che cos’accadde di così “orrendo” da stupire e tanto “ammattire?”. Che l’agnello, mangiato vivo nei suoi anni migliori, spalancò l’urlo degli assalitori. “Finemente”, d’inganni sbranarono ché m’arroventassi in melanconie stagne.
E ben loro sta eterno che il fulmine a ciel sereno, come un’aquila “ladra”, rubò per sempre il lor “bianchissimo” sorrisino smorfioso.
Così, questi peccatori moriranno dal tormento. E, uccisi lentamente dal ricordo della loro inaudita oscenità, durante una cena “festiva” rinverranno… domani l’Uomo che non (s’)aspetta(va)no.
Neppur mi mossi, camminai da Principe quella sera. E li vidi paralizzati in occhi trafitti.
Poi si scatenò il putiferio ma questa è un’altra storia…
Storia di “stupri”, violenze psicologiche, banditismi di teppistelli mocciosi che attentarono col terrorismo e videro undead man walking “bussare” fuori dall’uscio della lor mostruosa abitazione.
Così, mi recai loro solo per “intimorirli”, dopo tanto minarmi e intimarmi al suicidio, e loro affilaron le armi più cattive. Appiccarono il fuoco.
Una Gran Torino… reduce dal first blood.
Morto… lo sapevo in quale guaio di lupi, in quale tana-“gattabuia” mi sarei andato a caccia(to)re.
Ma non ascoltai nessuno perché proprio a nessuno posso permettere un orrore di tal “diabolica” architettura. Né allora né mai.
Il loro pian(t)o… pian pianino crollò. “Perfetta” elaborazione di quel che è ora l’impagabile, irrisarcibile lutto. Ritorsione ché non possono ripristinarsi.
Questa è stata la mia vendetta. A costo di pagar(n)e ogni sacrosanta “ribellione”.

Nicolas Cage

Scusatemi tanto se v’ho annoiato con l’annotarvi ancora il “breve” resoconto della mia resa dei conti.
Quando credettero che mi sarei arreso, furono presi in trappola. E il “topo” mangiò “a gattoni” i “felpati” cagnacci!
Gnam gnam…
Leggo di recensioni entusiastiche in merito a Joe. In modo particolare, viene concentrata l’attenzione sulla “sorprendente” di Nic interpretazione. Piovon applausi meritati? E qualcuno lo paragona a Clint Eastwood/Kowalski.
Avevate forse dei dubbi che Nic non sia un grande?
Lo so, talvolta l’ho preso in giro. Talora esagera di eccessi, e altre volte invece ha occhi da fesso. Ma non è pesce lesso. Bollito affatto…
Nei suoi occhi, infatti, son sempre scorse le “vene” schraderiane del viscerarsi dostoevskijano.
Vi ricordate il suo Frank “Don Chisciotte” di Al di là della vita?
Oh già… non è Travis Bickle. Non possiamo paragonarlo a quel De Niro. Eppure io ravvisai un ottimo Nic, nonostante tutto e qualche suo “sbandare” da paramedico sovreccitato nella “Pietà” con qualche “caricarlo” di troppa “effervescenza”. E poco moderare in alcuni istanti quell’istantaneo spingersi sull’acceleratore che neppure Scorsese poté “ammortizzare”.
Nic Cage è un cazzone ma, quando vuole, sfodera performance da lasciarti secco. E che puoi fargli?
Ucciderlo? Ah ah.

Paul Schrader e The Canyons

Tanti fischi, altri invece rimangono meravigliati, dichiarandolo l’apice, la silloge, il “canto del cigno” di Paul Schrader.
Perché v’ha turbato? Perché siamo in Italia, paesaccio di moralisti e “credenti”.
E il “porno” d’autore fa gridare!
Ma Taxi Driver cos’è se non la sceneggiatura… pornografica delle anime più “straniere?”.
Il resto è evoluzione… epigoni.
Quanta ignoranza!
Per voi, o meglio per molti di voi, la volgarità “ripugnante” consiste in un James… che sia Dean e non “storpiato” in Deen. Altrimenti ridete.
Che senso strano del ridicolo voi avete!
Vi dico io cos’è volgare in questo Mondo. Cosa mi fa ridere amaro.
Cosa mi provoca turbamento.
Io non vedo “orrore” nella pornografia. La pornografia ha un solo “obiettivo”. “Concretizzare” seppur “virtualmente” (ma cosa non è virtuale oggi giorno…?) le fantasie onanistiche. E quindi? Questa è cosa buona e giusta? Altrimenti, se non ce l’hai che fai? Te lo attacchi? Non te lo “stacca”.
… Ritraendo molto più “realmente” il sesso di quanto potreste immaginare… La volgarità è negli occhi di chi guarda e del come si guarda l’altro. Questo è volgare!
Prendiamo ad esempio una bella donna. Ben co(n)sc(i)a di essere appetibile. E allora fa la puttana ma la dà a un riccone con tre neuroni e però molti soldini…
Nel frattempo, spedisce le foto del suo culo ai suoi studenti. Sì, è un’“insegnante” della “buona” borghesia.
Sotto mentite “spoglie”. E sa che, negli spogliatoi dei maschietti con la bavetta, le sue foto passeranno di mano in mano… una passerona, leggermente più vecchia ma molto formativa. Molto formosa, più che altro.
Poi, uno degli studenti suoi più “fighi”, quando il riccone è in vacanza, lei seduce in casina… e glielo scassina. Incasinandolo come leggerete.
Gli alza… la media e lo “promuove”. Di tutta “interrogazione”. Un’orale da “maturità”.
Con la clausola che lo studente non faccia… voce d’esser stato, “in fede”, nelle “veci” del corpo… professorale.
Al che, lo studente però s’innamora. E la “perseguita” di letterine. Non è lei laureata in “Lettere” alla Bocconi? Una bocchinara di tal oratoria, eh… ha anche il “Master”. Aula Magna…
Lei lo denuncia addirittura per stalking… insomma lo fotte due volte. La prima “godibile” e alla seconda lo sgoleranno in carcere.
Questo è “elegante?”.
Eh sì, è una donna galante. Tutta sgocciolante…, truccante, scosciante e “croccantina”.
Come diceva Totòma mi faccia il piacere…!
“Quella” non ha né la faccia e diciamocela… neppure è fica!
Permettetemi di congedarmi nel ricordarvi appunto che la feccia vera è ove le cosc(i)e(nze) sembrano pulite e senza “neo”.
Ho detto tutto…
Questo è inquietante? Ti ha infastidito, piccolo borghese ritardato di merda?! Volevi da un “insegnamento?”.
Ma quale “segnalazione”. Non ci stai…?
Ah sì? E allora prenditi altre “botte”.
Ora, fratelli della congrega, tornerei alla parabola d’inizio “predica”.
Il Principe passeggiò tranquillissimo mentre l’idiota urlò.
Al che, il Principe a uno dei “nemici” si avvicinò proprio vicino al b(r)ancone. Vicini vicini da buoni amici…
– Ora, vi ammazzo tutti! – pronunciò il Principe.
– Non sei il tipo… – replicò il “prete”.

Il prete ascoltò, prima della tragedia, la “confessione” di “Una passeggiata perfettta”…
E già comprese…
Infatti, non sono il tipo. Segnai l’idiota in maniera terrificante. Quello è solo da fogna, da forca.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato. Ora scambiatevi un segno di “pace”. Buona Notte.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.

A noi intenditori… poche parole a vostro porcile.

Eh già… il “fucile”.

Agli altri, i tendoni da circo. Ora, scopate placidi nelle tende.

P.S.: andate a circuire vostra madre che v’ha messo “in tenerezza”.

Certo…

Ciao…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Point Break. Punto di rottura (1991)
  2. Gran Torino (2008)
  3. Joe (2013)
  4. The Canyons (2013)
    Di mio, credo che la Lohan sia peggio di Lina.
    Ho detto tutto.

Genius-Pop

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