Posts Tagged ‘The Dark Knight Rises’

Stefano Falotico ha pubblicato “Noir Nightmare – L’ombra blu del fantasma”


27 Sep

 

Lo straordinario esistenzialismo di un Uomo leggendario

Ventricoli alla “rinfusa” di fuse accorate a un ventre che s’obnubilò, di boati “lagrimò”, intrecciato a una mistica incendiara d’imbruniti riflessi e arcane libagioni, soffuse nei teneri liquori di “spigliata” oscurità, buio inacchetabile, assetato di Luce nelle profonde maree di Lune oscillanti, pagliaccesche di beffardo Cuore alla Georges Méliès.
Quando un razzo scheggerà anche le vostre anime, illuminandole di magia e lindi ardori nelle iridi che s’appannarono di troppe palpebre assonnate, “appartate” nelle prigioni dei sensi.

Passeggerei nudo per strada, e m’addobbo solo per non incupirmi nello “spogliarello” d’una massa “farfallona” d’impiegatizio incravattar il “sospiro” della gola.
Soffocati dentro, “appariscenti” di soliti rituali per ingraziarsi facili applausi retorici, “telecomandati”, sospettabili di falsità e e mendacissimo buonismo sdolcinato.

“Svenevolezze” e la solita smorfia di smanceria. “Macerati” soltanto, solitari in una foll(i)a che li corteggia e li carezza di lusinghe ipocrite. Ma paion “appaiarsi felici”, e appagarsi di tal “letizie feline”. E tutto (s)corre, maratoneti della superficialissima corrività. Manichei col coltello dalla par(e)te del manico “(s)par(l)ato”.

No, le mie scelte di vita han gioito di notti bislacchissime e adamantine senza prostituirmi mai nello schiavismo da facili lacchè. Quelli che son contenti… “a conti fatti”. Quanta insoddisfazione. Ammettelo, disfatevene. Non sbuffate e non “stufatevi”.

Tanto non cambierete mai. Arrivisti per amarezze ipocondriache, malati immaginari, “saggi” dell’ultima ora della “scatologia” triviale di battutina volgare, appunto, “cotta” di “ricotte” per “stemperare” l’idiozia di fondo che “raschia i barili” della bile soprattutto, della carne in scatola “cranica” di teste appallottolate nel “mito” delle “palle”.

Oh, ma che “attributi”,  io vi tributo sempre un “No” perentorio e ingrato, “sgradito” che scardina e scoordina le vostre certezze aggrappate sempre a manuali di psicologia spicciola(ta) di “cioccolate” e forme fisiche esteticamente “attraenti” quanto repellenti. Pelli, sì, (s)tirate “a lucido”, nel “look” che strizza l’occhio per piacere a uno più brutto di voi. Nel dentro che avete ucciso da tantissimo Tempo.

Lotte intestine, politicanti corrotti, “cerotti”, cerume, già.
E il solito balletto ove si sfoggiano inamidate facce d’emozioni bugiarde.

In questo posto, deputato all’isteria collettiva, dunque deturpato, sommerso in modo “sommesso” nel chiasso, “innalzato” alle tribali maldicenze e al luogo comune delle immonde dicerie, un Uomo è venuto a voi in segno di Pace.

Dilaniando le bugie, da Joker che brinda sotto i ponti.
Egli è favola sua eccelsa e cosmica cometa che vi libererà dal dolore e da ogni trauma.

Lo chiamano “Il più grande di tutti”.
Poiché lo è.
Eternamente…

NOIR

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Taxi Driver (1976)
  2. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  3. Apocalypse Now (1979)
  4. The Master (2012)

Il mistero di Batman è nella sua lampadina, poiché Aladino suona il “campanellin'”


23 Sep

 

L’emento incondivisibile è la “scissione” nella realtà, perdizione totale delle proprie morali e dell’amor che serbi nel “sebo” più androgenetico agli ormoni

Da che ho memoria, sono amnesia, per volontà incoercibile di ammanettarmi a una società che ripudio, in quanto vivo sul podio, lastricata-mente di polluzioni “rosa” su scroscio di applausi che mi porgo in segno di totale menefreghismo.
Mentre i miei coetanei, in quell’epoca adolescenziale di “pompini” e cannette, si “baloccavan” festaioli, saltando di orgia in foglie di “fighe” ipocrite, con i loro genitori a regger le anoressie della loro scheletrica amante nell’armadio, da celar a sguardi “indiscreti” per giudizi che sarebbero stati lapidari e poco “incensanti”, io non cessai un istante d’esser me stesso, viaggiando a tutta velocità spesso stiracchiato a letto col bacio mansueto del mio “cane” immaginario, mentre i pedofili s’accanivan in esegesi “cinefile” sullo zucchero filato di qualche “lupa” mocciosa che potesse rizzar il loro pelo moscio.

Sì, in un Mondo ove le macchine han sostituito i cervelli più coscienziosi, asfaltandoli nell’indole cronenberghiana più incarnatamente malata, ove lo status symbol è sinonimo di telefonino per le “mele” e non solo (BigApple, di mia carta di credito screditerò tutte le vigliaccherie, strozzando come un’anaconda chi, falsamente “giocondo”, se “lo” racconta.

E poi, di montaggi per accordare le scene più “fastidiose”, incenerirò i fotogrammi più “mielosi”, “incattivendoli” per una sana esibizione anche “onanista” del fuori orario “sgradevole”.
(Parola dell’Uomo che sostituì Cristo).

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. The Master (2012)
  3. Iron Man (2008)
  4. Cosmopolis (2012)

Le esigenze di libertà di un Uomo che ha bisogno solo della lama del rasoio al suo mento “spiccato”


21 Sep

 

Guidai la macchina nel tramonto, al che “montai” in sella

No, non credo che muterò, amo le danze in mezzo a chi si pavoneggia, e scuoto la “cresta”, “inchinandola” negli sciacquoni di chi si “scia(la)qua” e poi, esagitato, è un esaltato, in total mio ammiccar di “buffoneria” in segno di stima e “stigmate” in questa società “ingioiellata” di tanto “ghingheri” ma da sgridar’ anche gridandole dietro, perché il loro “fondoschiena” non è pulito, semmai “polluzione” moralista, “semantica” di scemenza senza vero “seme” che nasconde anche il “boxer“, temendo di “eruttare” senza castigarsi nelle patte e poi, di “patate”, brindar di branco fra “abbracci” e un altro “laccio”.

Chi è Batman non si sa.
In mezzo al piattume, Egli è “immondizia” per chi superficialmente lo “scartò” e dono prezioso per una Donna che lo scarta, mentre Lui “la” smarca con un “Me ne frega un cazzo”, di codice d'”onore” e non “donato”.

Filastrocca che vi strucca e un po’ “rutta”.

Telefono a un “roditore” che presta servizio “radioattivo”, e “lui”:
– Basta! Che vuoi? Noi qui non cazzeggiamo!
– Sì, però “puttaneggiate” e, fra un disco e un “liscio”, la “botta” è piena e poi con la moglie vi sposate con lo “spumante” da ubriachi.
Vedi di stare zitto o ti riduco come il “cestino”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. Il grande Lebowski (1998)
  3. Le ali della libertà (1994)
    All’aguzzino “sadico” grido “Pietà!”, in quanto genio di Michelangelo che può trattarlo da ingenuo come una statua.

“Autobiopic autoptico”, spiritoso e spiritato


19 Sep

Chi sono? Chi siamo? Cosa sogniamo? Sonnolenti? Lentezza? Velocità.
Indietro nel Tempo, viaggio, interruzione. Stop, cazzo no. Va “rifatto”, la frittata è (s)fatta.

Titolo della “biografia”…

Come il “pazzo” Batman mandò a monte la follia del tonto Bane

Sottotitolo, sempre in “grassetto”, essendo la mia vita “in corsivo”.

Se un Batman “nottambulando” va, Bane “canterellando” sarà incatenato

Strane bizzarrie accaddero alla vita del Signor Bruce Wayne che, per “masturbazioni” mentali “omicide” altrui, fu scelto per un “saccheggio” che si rivelò “scrotale” alle “erezioni” di chi non aveva previsto l’eruzione, detta anche esplosa bomba.

Diary di Wayne, “vanitoso” come pretende d’esser tensivo in un Mondo che lo allentò per infantilismi “macchiati” d’ipocrisia “adulta” e “adulterina”, al fine che la sua spontaneità da Principe fosse invasa da “dicerie” per rammollirne l’indole libertaria dell’amore sovrano in questi vostri (di)vani “allietati” solo da chiacchiere da “tanta carne al fuoco” di “frigoriferi” con la minestra, perfino, riscaldata.

Sì, ubicato in Via della Ca’ Bianca di perfezione anche nel numero civico, tre come la Trinità “barrato” nella “ripetizione”, 3/3, “sciaguratamente” nato per scambio di culle al Sant’Orsola di Bologna, detto anche “Policlinico” (infatti è un “Pentagono” di dottorini che, fra un parto cesareo e un’infermiera “aurea” di orecchini e minigonnella, estraggon di “prima tosse” ben augurante e un “benvenuto” di altre “botte”), ricorda che la sua infanzia fu “imboccata” di “croci” e religione, tanto che sua nonna scambiava l’Arcangelo Gabriele per Ezechiele Lupo, mentre attorno a lei, parrucchiera di “bigodini”, i “porcellini” della sua epoca fascista “zuzzurellavano” di “tambur battente” al “suono” dell’Inno di “mammelle”. Che “marcia”. Che marchio!
Sì, criticate la società italiana attuale perché il ragazzo “medio” è disoccupato e sgridate Grillo Beppe perché non “spipacchia” di “Politica” vera. Sempre meglio di Fazio Fabio, uno che invitò Bob De Niro alla sua trasmissione per affiancarlo all’immonda-“visione” di Littizzetto Luciana, detta la Sconsolata della Rai, in un “buttarla” in burla e poco “burro”, molta salvia e tante salviette da irrimediabile “depressa cronica” col “dono” della “sdrammatizzazione umoristica”. Sì, quando l’umore, abbattuto da un volto da strega, di rifiuti non viene “fiutata”, ecco che, al posto dell’arte del “cazzo” amatorio, spunta la cazzata armata di “personalità”. Ma, quando una “donna”, brutta come il debito agli strozzini camorristi, “la” getta a ridere, è sempre meglio delle “bottane”.

Sì, mia nonna di cognome fa David, ma io non son Golia, sebbene frequentai la scuola “alimentare” Sassoli D. “D” sta per “Domodossola“, famosa lettera dell’alfabeto di Mike Bongiorno e delle sue ruote della (s)fortuna con Antonella Elia e Miriana Trevisan quando la sua “vecchiaia” era già più scema di come Umberto Eco aveva “predicato”… verbale.
In due non ne fai mezzo.

In questa “squola” conobbi Trasatto Marco, di origini abruzzesi e fratello amante di Madonna. Il suo consanguineo era già un “figo”, oggi chi lo conosce… Michele?
Al che, fra un Bertoli Pierre, mio compagno di merende (avremo modo di ripescare questo “genio” più avanti nella narrazione) e la maestrina Ortelli, approdai alle medie “Salvo D’Acquisto”, carabiniere morto per la “Patria”.
Il mio primo ricordo “indelebile” fu una “nota” che complicò un po’ la “stima” della mia professoressa d’Inglese, tale Fontana. Suo marito aveva la Mercedes e aveva anche le sue cosce. Sì, stava messo “bene”. Era una a cui del lunch fregava niente. Neppure di Lynch, ma del suo occhio concupiscente “linciante” per esser, dal puberale, “slanciata”. Non vedeva l’ora che squillasse la campanella per far comunella coi gemelli “Longo”. “Spiccicati” e omozigoti. Uno era patito di Ken il Guerriero, l’eunuco “muscoloso” di Hokuto, l’altro l’abbiamo perduto.
Sì, all’epoca ero adorato da varie squinzie. Non so se avete visto le mie foto.
Sì, ho conservato il “fascino” di entrambi i “miti” a cui venni paragonato: Jason Priestley e Luke Perry di “Beverly Hills 90210”.
Sinceramente, ce “lo” possiamo dire? Tutte mi volevano ma preferivo “volare” con quelle di “Non è la RAI”, programma “altamente” culturale ideato dal Boncompagni, pedofilo conclamato che “aiutò” Angiolini Ambra a diventare la “glande” attrice ch’è oggi. Sì, Gianni, detto l'”angioletto”. Come “spronava” lui le vergini a far carriera, “lo” sa di “brutto”. Tutte “benedette”.
Sì, mi filava una certa Laffi Tiziana, adesso sposata proprio al Pierre.
Un anno fa, ho rintracciato Pierre tramite Facebook e ho scoperto che ha “infilato”… la fede alla “Titti”.
Mi ha cancellato dalle amicizie solo perché gli ho detto, come un deerhunter, che è un John Cazale che s’è scelto “una” che avevo già scartato a priori e, a “posteriore”, è sfiorita come una “bocca di rosa”.

Molti mi chiedono perché ho la “fissa” per il Premio Oscar di Toro scatenato.

Ecco, chi conosce la storia n’è ben informato.

Il resto è stato un Re per una notte…

In poche parole, uscii con “Ottimo” e ho oggi 5 libri all’attivo.
Nonostante “tutto”, continuo a credere che la “realtà” sia una minchiata, peggio del minchione Bane.
Che, a forza di prendermi per il culo, ha fatto la “fine” della mazza da baseball di James Remar de I guerrieri…

Un mio “confidente”, preoccupato della mia condizione “mentale”, mi suggerì di cambiar rotta: – Sì, comprendo la tua idiosincrasia e anche il tuo odio. Ma ti disprezzo. Perché non stai dando nulla all’umanità.

Risposta secca: – Meglio di te che “lo” dai alla prima passera che passa.

Io sono leggenda.
Tu no.
Perché non hai avuto la mia vita. E ora vendi di non rompere le palle, altrimenti ti sfondo il cranio. Perartro, hai perso tutti i capelli, e sarà più facile “trivellarlo”.

I famosi connotati. I conati… 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. Il cacciatore (1978)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)

Batman – “Look… at me”


16 Sep

 

Dopo la recensione…

Le feroci (scorri)bande dei fuochi “fatui” di Bane, infatuato di Batman, che gli rifilò un patto col suo “Demonio”, sì Faust

Ecco che parli del Diavolo… e spuntano le corna. Sì, ce l’ho in testa, e anche in mezzo alle gambe. Tra fedifraghe, traditori e fraudolenti, Io sono il corvo che ti “gracchia” un “Amen, a me tutto, a te il lutto”

Così, le burle del “bullo” Bane, un “possente” vanitosetto per nuovi codici militareschi d’un trono alquanto sdrucciolevole, si “sciolsero”, “arse” nel pugno allo stomaco, d’un “rinsavito” Batman, “castigato” dall’irruente e troppo frettolosa invidia di costui, che fu, come in tutte le vendette “fredde”, d’un bacetto soffice al suo cranio, “pelato” soprattutto nel cervellino, tanto “strategico” quanto poco accorto a non rendersi conto, d'”autoscontro”, che il “tal”, molto più alto (sì, la levatura morale e istruita del Principe), era già appunto rinato prim’ancor che, momentaneamente, lo “spezzasse” ancora per la famosa “ricaduta” nel precipizio delle nere “depressioni”, quel pozzo oscuro che non avrebbe mai più rivisto la Luce e, invece, scal(d)ando una montagna da Sisifo fra i suoi tifosi, riscattò a riscoccar sfavillante e brillante come un Tempo “dimenticato” delle sue origini poetiche ed epiche.
Per una nuova epopea in questa epoca ove gli illusi e gli impostori pensan di “trionfare” con i “colpi bassi”, le offese, le umiliazioni, le “prigionie” ingiuste e i ruoli ribaltati, ove lo scemo del villaggio ride la sua “allegria” (momentanea e demente, ecco…) non sapendo che, dietro la sua losca “figuraccia”, si “nasconde” proprio colui, l'”intrappolato”, che gli “scodinzola” un dolorosissimo: – Buonasera, mi auguro che la sua Notte sia colma di sogni tranquilli. Il tuo sogno, e questo è il colmo, era rovinarmi nel “macero” e bruciare le mie passioni. Sa(i), sono di nuovo qui, più in forma di quando tentò (e malissimo gliene colse) di rendermi “deforme”. Che dice? Ci battiamo ad armi pari? Che fa? Sta tremando? Permette un ballo mio “bello?”. Non è che imbroglierà anche stavolta con le sue chiacchiere e bugie grosse quanto la sua boria di “petto(rali)?”. Vede, “signorino” Bane, può pigliar per fessa sua madre, quella povera disgraziata che la partorì nel suo incubo peggiore, ma qui si trova un Uomo più grande e robusto, nella Costituzione, di “lei”, e le converrà correr in ritirata se non vorrà riirar presto, ben che le vada, la sua “invalidità”. Poi non le “tirerà” più, eh? Mi dia retta, torni a casa, si costituisca e assuma un forte, “forzuto” tranquillante, così la prossima volta non si sforzerà di architettare un piano “regolatore” alquanto sregolato come la sua pazzia.
– Io mi son sempre guadagnato la pagnotta, mio Wayne. E ora la città è mia.
– Sa, a quest’ora il forno è aperto. Non è che posso offrirle una cioccolata calda? Aiuta l’umore quando i “topi” di nostra “conoscenza” son rumorosi. Si moderi, Bane. La gente sta dormendo. Che sono questi modi? Stia composto. Le sembra giusto urlare quando anche gli uccellini più discoli son ora posati nella sonnolenza su queste belle fronde? Mica le sue frodi. Lei è un baro, un barbaro, un burbero. Sì, dietro questa sua posa da maschione, secondo me, quando si “apparta” nella sua stanzetta, gioca con le “Barbie”. Suvvia, me “lo” dica tutto. Siamo fra uomini, no?
– Io sono il Man!
– Ne siamo sicuri?
– Certo.
– Il doppiaggio italiano la rende un tonto. Mi consiglia la versione “originale?”.
– No, mi va bene Filippo Timi.
– Ecco, guardi. Nella vita “reale” balbetta, come attore non “glielo” discuto. Ma ce “lo” possiamo dire? Le ha “dato” il peggio di sé. Qui, è proprio un idiota.
– Scusi, Batman… non ho capito tutto questo giro di parole. A cosa vuole arrivare? A che gioco sta giocando?
– A questo? Visto? Sentito?
– Oh, cazzo. Questo si chiama botta tremenda.
– Ecco, mi ha(i) costretto.
– Ahiaahi, basta(rdo), no, aiuto!

Per chi non l’avesse letta, adesso può videoascoltarla. Speriamo non la veda Bane, altrimenti si scotterà:

 

Il Cavaliere Oscuro – Recensione


15 Sep

 

Stelle (de)cadenti nell’imbrunita palpitazione di rossa sinergia su turgide, virulente lune, battito alato d’una nitida ma sibilante resurrezione

Diario di bordo, “versetto” di sangue numero uno, Incipit

Nella vulcanica astrazione del mio “horrorificar” l’anima, smaltandola di simbiotico baglior albeggiante, oggi, finalmente riscoccò il Giorno nei fulminanti latrati d’un corpo rinnovato, famelico di nutrizione metafisica, in una serenità scossa, ancora, da fragili equivoci di neuroni contorti, imprigionati di melanconico naufragio nel tenue ma corrosivo inabissarli, dunque appunto intenerirli nella claustrofobia rinascente d’un vivido grido selvaggio inferocito di nitor a Ciel “cereo”, opaco e poi perlaceo, di suoi gracchii furibondi ed euforici. Sguinzagliando le tenebre che castigarono il Cuore in un esserne preda della vita, imponderabile e maestra nel “perquisirmi” per inseguire la romantica dissolvenza della catarsi.

Con tal brillante apatia sconfitta, dopo le lenzuola morbide di cuscini setosi nell’opulenza dei sogni, solerte nel Sol solitario ma evanescente d’immaginazione erotica e intrepida furia, mi “racchiusi” in un cinema sapor “primizia”, a degustare un capolavoro annunciato, la cui visione rimandai per sfoltir la massa troppo rumorosamente adorante di suggestioni e indotto, “acritico” imboccarla.

Dietro la mia poltroncina, addobbata di classe “invisibile”, un gruppetto di ebetucci con le “erbette”, tra frizzi e il “lazzo”-canaglia alle loro cagnoline, “dolci” di bacetto “fumoso”.

Aspettai, (in)ininterrottamente, che tutto si spegnesse per riaccendermi, e la mia anima, (dis)illusa, si sorbì gli “assorbenti” e filmati sconci di macellerie ove il capriccio edonista sfodera quanto sforbicia la coscienza, “invogliandola” a patir l’omologazione anche del più inviolabile nostro segreto, il Sesso.

Numero due, l’inizio del Terzo…

Memorie dal sottosuolo del ricordo di un Uomo “scomparso”, misteriosamente eremita e “asociale”, zoppo, dunque claudicante, scarico e addolorato d’occhi troppo neri e una magrezza ossutissima di muscoli ieratici nel panorama tetro d’una inflaccidita, pigrissima Gotham.

Christian Bale, proveniente da un Pianeta camaleontico di mutazioni corporee dal fisico bronzeo ma carnagione pallida e “malata”.
Antichi amici tentano, (in)delebilmente, di risvegliarlo perché troppo “addomesticato” dal suo carisma “dormiglione” negli allori, nella allure e nelle aurore che (non) furono.

Ove la Notte squittiva nuda indossando un colore mascherato di voce cavernosa nelle grotte che zampillavan da giustiziere…

Prima della sua (ri)comparsa, un mostro titanico di fisico teutonico e “detonante”, Bane, un Tom Hardy di robustezza quasi “obesa”, costole “pentecostali” di un’esistenza soffertissima e lacerata nell’efferato terrorismo, anch’esso “celato” dietro un volto semicoperto, però non “sdoppiato” ma fin troppo esplicito senza fraintendimenti: prenderà d’assedio Gotham per “rigenerarla” nella vendetta purificatrice del fragore atomico.

Pausa erotica, insomnia…

Anni di clandestinità e da cane, anzi d’allupato su un divano “scamosciato” di mie registrazioni notturne “dispettose” nella “suzione” di tutta la mia magniloquenza virile che allisciò le turbolenze adolescenziali, gemendomi dentro nell’apotesi “svergognata” d’una “reclusione” ed “esclusione” di “sfregarmele da menefreghista e (s)freg(i)ato”.
Donne dai culi magnifici in gara di competizione antecedente, dunque di posteriore “sgommato”, con questa Catwoman “aderentissima” d’eccitazioni “pneumatiche”.

Versetto finale del rising

Un urlo a incoraggiare il leone abbattuto dall’oscurantismo “medioevale” di torture all’anima e punizione troppo severa.
Un pozzo che non avresti mai più scalato. Finché i nervi si rinsaldarono al metallo forgiato nella tua forza adamantina, principesca, possente d’ancestrali potenze rifiorite nella Genesi del tuo Tempo.
Allenamenti a rinvigorire le iridi accecate dall’odio e dalle invidie, del tuo dinastico privilegio che non ha mai imparato a “farsi il letto” per esser riverito da maggiordomi e (Notre)dame…

E un balzo sorprendente, issato in gloria di chi ha tifato lì, in fondo ai “tufi”.

Complotti, una Cotillard dal seno che ci rimani secco, in “giuggiole” d’occhiolino invadente per “spolparla” nei succhiotti al nettare.
Ma che si rivelerà una traditrice doppiogiochista di lama tagliente ma, tanto scattante, quanto di lenta scaltrezza.
“Calcolo” a cantar “vittoria” troppo presto che, infatti, rallenta l’imminente, rinviata tragedia per la suspense“prevedibile” ma sempre spettacolare.

Il terrificante cattivo abbattuto, la “puttana” seviziata da un’Hathaway che recita nell'”esagerazione” delle “natiche” della controfigura, gran figa, e un finale “aerospaziale-nautico” con tanto di esplosione…

Della salvezza, dell’applauso, del Robin da colpo di scena furbetto e un inevitabile…

… Michael Caine, il saggio e “venerando”, commosso, lancia un’occhiatina e augura “Buona vita” al “(non) morto”.

Nosferatu ama anche in un bistrot…

(Stefano Falotico)

Lo spettatore “medio” veneziano è un “Pollicino” da dito…, ecco bravi, tanto “buoni”


09 Sep

 

La migliore “Regia” va alla mia “Copp(i)a Volpone”

Scorazzando per Lido, “incappai” fra varie gambe, che “attanagliarono” la mia morsa, “ferendo” nel “non plus ultra… Man“, e con “classe” celeberrima vinsi il “Leone d’Oro”, nello spogliarello della “premiazione” di donne “gentili” che, dopo avermi denudato, “accavallarono” le loro corna, masticando “dolcemente” vari croissant, assai “croccanti” dopo che “le” infornarono” nella “mezzaluna” della “Poteva andare in prostituta, invece siamo intellettuali tristi. Dai, amica mia, dammi un bacetto sulle guanciotte e facciam sbiboccia, cantando l’appassionatamente di chirurgia plastica per tirarla e pasticche per star su, stirandocele”.

Sì, fra i vari ritardati cronici che infestano, “festosi”, la Laguna, senza dubbio mi distinguo, per compostezza “rilassatissima”, tanto che se uno mi provoca, poi non apre, non solo più bocca, ma neanche la patta dei pantaloni.
Incastro ogni “cerniera” senza bisogno di “mozzarglielo”. Perché se ha una faccia da mozzarellone, non è necessario esser cattivi imboccandolo di “formaggini”.

In quest’umanità allo sbando, sì, fisso lo scemo per il suo “occhio sinistro” e mi catapulto nella sua ottica distorta, “rafforzando” le sue vigliaccherie, a tal punto (di sutura dolorante da “cotone idrofilo”, sì, tanto è ovattato tanto è ottuso di contundente da chi gli spacca i dentini per apparato gengivale da “disinfettare” salvo ascessi) che, stremato, non può che tremare e scappare, spaccando tutto per la vergogna ignobile d’avermi affrontato con siffatta prosopopea.
Sì, me “ne” pippo tante, un po’ Goofy come il “cane” della Disney, un po’ nelle “topoline“, fra un paperino che prendo per una giovane marmotta e un’altra che monto(n’) di “panna”.
“Zuccherando” nello “smutandando” anche solo di Sguardo “invadente” ove l’inguine può inguaiare se è spos(t)ata e suo marito è “micidiale”. Sì, un coglionazzon’ che fa l’impiegato e “ficca” (con) Bon Jovi in autoradio, ma con du’ coglioni così nonostante la moglie preferisca le palle degli altri.
Tanto moscio quanto “duro”, l’ossimoro di chi ti rompe le ossa.
Sì, come no…

Molte “ragazze-minchia”, espressione “romana” di come son “puttanesche” d’ingenuo “darle” e pomiciar col Pomì, l’italianissima, “trentennal'” salsa e polpa dei “pomodori“, tentano di darmi del “fallito”. Ma apro l’impermeabile e sconvolte “ammirano” tutto il gioiello del falotico mutar alla Montale.

Sì, corteggio una signora fighissima con quest'”apostrofe” per ogni amante che sa come in culo non se la farà, ma lì lo prenderà: – Ti voglio, lascia stare quel quarantenne, non vale il mio valore qua in mezzo”.
E Lei, molto “cortese”: – Mi lusinga, ma ho quindici anni più di te. Capisci che sono “grande”.
– Sì, ma tu sai però che io ce l’ho più lungo di 20 cm?”.
– Lurido porcello, a cosa alludi? All’uccell’?.
– No, allo spassarmela nella passerin’. Non tarparmi le ali, involiamoci nell'”involtino”.

E così, sbeffeggio tutti. Un tale, un torinese “spietato“, fa le corse dalla Sala Grande al PalaBiennale, scrive come un “dannato” ma sempre più “an(nu)al'” è la sua vita d’accoppiamenti promiscui, di orge miste e minestroni senza peperoncino.
Sì, è là che loda e va in brodo di giuggiole, ma mi chiedo: “Se gli piace il sofisticato, a quando un’esistenza che non sarà… ficcata/nte?”.

Vi lascio su questo dubbio, e auguro agli imbecilli “Buona fortuna” che, a conti (s)fatti, è l’unica “congratulazione” d’una  mai vissuta.

Oh, almeno questo vogliamo pure “concederglielo?”.

Già, una pensionata frigida mi disse “incazzata a morte”: – Basta adesso, vedi di “fartelo”.
E io: – Certamente, sarà “fatta”. Tu vedi di farti quel flaccidon del tuo compagno(n’).
– Ma io ti spacco la faccia.
– “D’accordissimo“, però deve sapere che sono l’unico Uomo che può essere sia Batman sia Bane. All’occorrenza, sotto il “muto” c’è “tutto”, e sotto i muscoli c’è quello ancora più indistruttibile, meno evidente a prima vista ma “a bel vedere”.
– Ah, ma tu allora sei “schizzato” veramente!
– Sì, non canto con Venuti il famoso “ritornello” che “fa” così:
il cielo grida il tuo nome, la primavera mi risveglierà come un fiore…, come un fiore…
Però “vengo” molto più dell’altro “pezzo” a “lei” mancante: riflettono l’essenza, adesso stai fingendo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
      Rino Gaetano canta, di Notte, con Catwoman: “… c’è un mondo diverso e fatto di sesso!”.
    2. The Master (2012) Riflettete:

  1. Rocky V (1990)
    A chi dai del “cocone“, ebete cotonato?
  2. Il cacciatore (1978)

Guida per riconoscere il tuo “Santo” (in Paradiso), cioè il ritorno del Cavaliere oscuro che l’ignoranza oscurò, salvo esserne salvata


26 Aug

Ho sempre incarnato l’eleganza, e ciò è un (di)letto che trangugia il profumo, carezzando le donne con “equivoca” sfacciataggine, “falciante” da equino(zio). Sì, le ragazze che raccolgon la margherita con me rifioriscon in Primavera.

Ode a noi, uomini che imbruniamo nella Notte, fra polli arrosto che se “la” ridono, inconsapevoli della realtà agghiacciante in cui saran spezzati senza (con)doni e senza più Condom, a filo spinato e d’“erba”, sempre più (de)crescente di “Crescina” che smalterà l’alopecia androgenetica di “menopause” mentali sempre più “propedeutiche” per smarrir il pel(vico) che fu(ma), ora spelacchiati come capre che non furon educate al servigio del mio gregge ché, pastore di questa vostra valle di lagrime, consolerò le più belle da bellicoso “montone” e mi sdraierò poi montato dalla “lana” calda d’una sopra all’altra per una “tessitura” con tanto di “stiratura” e sempre più duro, alternando il fiato di trombe “incanalato” nella (corna)musa al “muso” di “pecorine”, con piroettante “cavalluccia” che un po’ ciuccia e un po’ sta a cuccia.

Sì, se Ian McEwan scrisse “Chesil Beach”, storia di due “amori” alle prime “armi”, non vedo perché Io, l’Altissimo Signore, non posso scrivere la sceneggiatura della mia vita, dal titolo “lunghissimo” e furbesco: “Sulla spiaggia astratta c’è il gatto che raccatta i ratti e li getta nel mare delle loro idiozie, ove affogheranno senza fighe ma con foga precipiteranno, da lì, sin nelle fogne, in cui saran poi spurgati dal purgante del mio It da Stephen King, essendo io Stefan’ il Re(galo) alle loro coscienze, che poco gradiranno e non più s’aggraderanno in codici militareschi da chi gradì ribaltar la mia gerarchia quanto, invece, nelle cosce delle loro mogli sarò milizia delle liquirizie”.

Sì, Batman è a voi, prendete carta e penna e leggete la sua biografia. Appurerete, con tanto di “diagnosi”, che Christian Bale è un sedicente mio imitatore, l’unico vigilante mascherato è il Falotico.

Mi scambiaron per Peter Parker, invece il mio “muscolo” avrebbe dovuto metterli in guardia. Perché, “motorizzato”, picchia e “suona” il cattivone, gli ruba il suo “culo” e se lo fotte nella “caverna”, “dandolo” in pasto a un cagnaccio e poi “intrattenendosi” con Catwoman, quella “purissima” e non la Hathaway, ancora troppo “insaponata”.

Sì, parlo della suprema, fottuta Michelle Pfeiffer, attrice “mobile” che, “scodinzolandola”, attizzava il Bat-tito in mezzo alle mie gambe.

Cardiaco, un infarto o qualcosa di non identificato che “schizzò” per Gotham City, ove la mia “vivacità seminale” seminò il panico fra chi sbiancò, stupefatto che ci fosse stato, finalmente, un pipistrellone che “lo” mise lì a tutti.

Sgommando da scarface.

Un fottuto figlio di puttana? No, un puritano che salva Iris dalla strada, e poi s’“angelica” nella biondona…

 

Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Batman. Il ritorno (1992)
  3. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  4. Scarface (1983)

“The Dark Knight Rises”, i pareri della redazione di “Best Movie”


22 Aug

Ieri, c’è stata l’anteprima italiana, a cui dedicheremo un ampio “servizio”.

Oggi, impazzano infatti le opinioni, fra (s)contenti, delusi ed entusiasti.

L’oramai celebre rivista “Best Movie” consulta i suoi redattori che “scribacchiano” così tra favorevoli, contrari e “astenuti”.

Il parere di DEMIS BISCARO
Dopo il caos etico di Batman Begins e quello esistenziale de Il cavaliere oscuro, è il caos sociale il fulcro di un film sui massimi sistemi, possente nella struttura ma fragile nelle minuterie, che rilegge la crisi economica attuale con un portato di ambiguità e smarrimento che lascia senza fiato.
Bane è il Pifferaio Magico del Nulla, gli ultimi lo seguono ma sarà un ricco (sul lastrico?) a salvarli.
Chiunque può essere Batman ma pochi hanno la fortuna di essere Wayne.
Batman vince l’ultima battaglia ma perde la guerra: le regole sono catene.
Ra’s al Ghul, Joker e Bane sorridono nell’ombra.

Il parere di FRANCESCA CREMONESI
Ci siamo seduti sulla poltrona del cinema un po’ titubanti, non sapendo se alla fine anche questa volta Christopher Nolan ci avrebbe lasciato andare via dalla sala emozionati ed estasiati o se il finale che tutti stavamo aspettando si sarebbe rivelato non all’altezza dei due film precedenti. Certo, non è Il cavaliere oscuro, la costruzione narrativa non è esente da imperfezioni e sbavature, ma questo ultimo atto è stato capace comunque di emozionare, grazie anche a una stupenda interpretazione di Christian Bale. Bane non è Joker, non ha il suo carisma, ma si rivela comunque un cattivo degno di nota.  Unica grande pecca, il doppiaggio italiano, che soprattutto per il personaggio di Bane, non riesce a conferire all’interpretazione di Tom Hardy tutto quello che si meritava.

Il parere di GABRIELE FERRARI
Gran bel film, in cui le cose buone fanno dimenticare i (molti) difetti. Concentrati soprattutto in un primo tempo un po’ pasticciato e troppo frammentario, nel quale si rischia di perdersi se non si ha ben presente ogni dettaglio dei due film precedenti. Poi il villain scopre le carte e il film si lancia in un climax lunghissimo e mozzafiato. Villain che, pur non essendo indimenticabile come Joker, ruba comunque la scena a gran parte degli altri personaggi, buoni e cattivi; a parte forse la straordinaria Selina Kyle di Anne Hathaway, probabilmente la vera sorpresa del film.

Il parere di FABIO GUAGLIONE
Io ho creduto in Christopher Nolan. Non è facile riassumere la complessità di questo film e di questa saga Nolaniana.
Ultimi 5 minuti PERFETTI, che costituiscono un degno epilogo della trilogia per quanto riguarda il personaggio di Bruce Wayne. Ma il problema sta proprio lì, la prima emozione/sensazione di coinvolgimento l’ho provata a 5 minuti dalla fine. Il film non mi ha mai preso, vuoi per un’eccessiva architettura sovraccaricata (ed eccessivamente esposta nella sue ingenuità), vuoi perchè non c’è niente (né un’immagine iconica, né la costruzione di una scena, né un singolo dialogo) che rimanga mai impresso, vuoi perché il gioco di Nolan il Prestigiatore riuscito benissimo in Dark Knight (che sulla carta soffriva di difetti analoghi, anche se il bello è che se ne sono accorti in pochi) qui non è riuscito, vuoi perché la mia sospensione dell’incredulità è stata minata troppe, troppe volte. Troppe piccole cazzate e forzature narrative che mi facevano uscire dal racconto ogni dieci minuti (ce ne sono a DECINE), troppi punti importanti buttati lì velocemente e alla rinfusa, e anche qualche grande sciocchezza su cui la mia mente non è riuscita a soprassedere: ovvero il doppio piano del cattivo. Che è (SPOILER): “prima facciamo una rivoluzione a gotham e diamo un nuovo ordine ai cittadini e poi facciamo esplodere UNA BOMBA ATOMICA” (FINE SPOILER)… Ma perché? Che senso ha? Diciamocelo, nessuno. Ma veramente nessuno. Insomma, troppe cose buttate sul tavolo, ma nessuna che va a fondo. Anche il tema di “occupy wall street”, della crisi finanziaria, della rivolta delle classi povere è veramente sfiorato. Di conseguenza, Bane, che poteva davvero essere un fottuto Anti-eroe, uno dei personaggi più belli e controversi del cinema contemporaneo, è un personaggino abbastanza bidimensionale, che dà veramente poco al film. E più il film vuole prendersi sul serio, più espone il fianco a queste critiche.
Ulteriore punto debole: Batman in sé e per sé non mi ha mai colpito. È come se non ci fosse, anche quando c’è. E questo per me è l’ultimo passo di un’escalation iniziata in Dark Knight, dove il Joker e Due Facce sono MOLTO più interessanti di un Batman che compare a intermittenza, lontano dalle epiche gesta del primo film.
In Dark Knight Rises non ci sono trovate di regia (pessimi come sempre i modi in cui sono gestiti i combattimenti corpo a corpo, difetto mai migliorato da Nolan neanche con una seconda unità di regia dedita ai combattimenti) che ho anche trovato piena di sbavature, così come il montaggio (siamo lontani dalla qualità sinfonica di Batman Begins e Dark Knight). Musiche ripetitive e anonime, soprattutto se paragonate agli altri due capitoli della saga (e sono profondamente convinto che James Newton Howard era il vero genietto che è stato sbattuto fuori a favore della predominanza di Zimmer, altrimenti certi lampi compositivi ed emozionali del primo Batman non si spiegano, in confronto ai pessimi Synth ripetitivi e cori campionati male di questo TDR).
Insomma, ringrazio Nolan per Batman Begins, un vero capolavoro in quanto approccio al genere ed esecuzione, mix tra necessità di studio hollywoodiano e film d’autore. Dark Knight è un film con dei difetti molto profondi ma con delle vette talmente alte da fartele dimenticare. Questo ultimo per me è un film normale, normalissimo, a tratti esplicitamente goffo, con un finale clamoroso che chiude nel migliore dei modi un viaggio iniziato anni fa. Ovvio che tutti noi stiamo sottovalutando la difficoltà di creare un terzo capitolo, ma quando diventiamo spettatori, automaticamente siamo esigenti punto e basta senza porci troppi problemi, spietati. Possiamo permetterci di esserlo, perché alla fine “sono solo film”. Io ho amato i film di Nolan. Ha mostrato un nuovo modo di creare lo storytelling, un nuovo approccio stilistico. Ha raccontato alcune storie meravigliose. Ma mi piace essere sincero, senza osannare per partito preso. Questo film poteva essere meglio? Decisamente sì. Ma non me la sento di condannare nessuno. Comunque è un prodotto importante e, a modo suo, interessante, come tutto ciò che è prodotto da Nolan. Sono stato solo così severo perché Memento, Batman Begins e The Prestige sono per me dei prodotti talmente alti da far esigere al pubblico una certa continuità. Quando questa non arriva, le aspettative vengono tradite. Ma questo tradimento non mi ha fatto così male, non lo so perché. Forse perché alla fine sono contento della nuova vita di Padron Bruce.

Il parere di EMILIA IULIANO
Epico e immenso (forse anche troppo), con qualche caduta di stile che si perdona grazie alla maestosa e spettacolare messa in scena, narrativamente complessa, visivamente potente eppure molto calibrata (anche nel giusto dosaggio di effetti speciali). Ma soprattutto dall’obiettivo numero uno portato a termine: mettere a nudo il supereroe, mostrarci la sua caduta, la sua faticosa rinascita, la sua umanità e il suo smarrimento… attraverso la perdita degli affetti, della fiducia, dei sogni. Attraverso la paura della morte. Facendo del supereroe, l’eroe classico.
L’immaginifica visione di Nolan, che chiude degnamente la sua trilogia dark di Batman, ci catapulta quindi in una Gotham City dalla forte impronta newyorkese, intimamente connessa alle tensioni dell’attuale crisi economica e alla decadenza morale del mondo odierno, che allo stesso tempo si fa simbolo archetipico dell’eterna lotta tra bene e il male, della sete di vendetta e della ribellione degli oppressi, affondando le sue radici nella tragedia greca e shakespeariana.
Tutti i personaggi hanno un preciso peso specifico. Per ognuno di loro il futuro, anche quello cinematografico, è già delineato. Il pupillo del regista, Joseph Gordon-Levitt, nei panni del poliziotto-sognatore-senza macchia Blake riesce addirittura a rubare la scena al mentore Batman di Christian Bale. Peccato, invece, per l’affascinante Selina di Anne Hathaway: la sua ladra funziona meglio da sola che in coppia con il Cavaliere Oscuro e la relazione tra i due è sviscerata in maniera troppo superficiale per risultare credibile.
Il capolavoro atteso e sperato purtroppo, però, non si compie.
L’aspirazione scivola in grossolani – seppur marginali – errori e/o ingenuità di script e cede – in questo caso, imperdonabilmente – il fianco a scambi di battute “alla Vendicatori” estranee all’atmosfera ricercata. In questi passaggi il pathos si sgretola, spiazza lo spettatore, che fatica a trattenere dentro di sé quel mood drammatico che avrebbe potuto rendere davvero eterna la trilogia.

Il parere di SILVIA URBAN

Batman è morto. Batman è vivo. Batman è soprattutto alla resa dei conti, così come lo è Christopher Nolan. E il “peso” di questa responsabilità si sente tutto. «Non devi più niente a queste persone, hai già dato tutto» dice Catwoman al Cavaliere oscuro. Ed è come se quelle parole fossero rivolte anche all’artefice di questa trilogia, che con i primi due capitoli ha saputo creare un universo unico, lontano dai soliti cinecomic. L’ambizione è la stessa anche nel terzo e ultimo episodio, naturalmente, ma laddove Nolan si prende troppo sul serio finisce per inciampare e cadere.
Intendiamoci, Il cavaliere oscuro – Il ritorno tutto sommato funziona e scorre via bene (nonostante le abbondanti due ore e mezza), la messa in scena è sontuosa, le sequenze d’azione serratissime, alcune battute geniali e taglienti. Ma è impossibile non riconoscerne i difetti, non rimanere interdetti davanti alle incongruenze della sceneggiatura (va bene la sospensione dell’incredulità, ma c’è sempre un limite), agli improvvisi cambi di registro, alla repentina evoluzione delle relazioni tra i protagonisti o al senso di alcuni personaggi, all’eccessivo sottotesto.
Nolan ha cercato di puntare alla stessa levatura dei due precedenti capitoli, ponendo ancora una distanza tra il suo film e gli altri cinecomic. Ma al contempo ha contaminato il Cavaliere oscuro – Il ritorno di quell’ironia che è proprio tipica dei cinecomic. Cortocircuiti che forse solo una seconda visione potrà chiarire, o anche solo aiutare ad accettare. Io tornerò a vederlo una seconda volta. Voi, comunque, almeno una volta andate. È pur sempre Batman. È pur sempre Christopher Nolan.

Batman debutta in Italia, e di Notte aspetto l’alba


22 Aug

 

In memoria dei posteri e degli impostori, incorniciate tale frase quando i vostri figli vi chiederanno i soldi per le “siringhe”: “Sia resa grazia al Salvatore perché pastura col bastone”

Sì, ieri sera, dinanzi al multiplex con tanto di poltroncine “Permaflex”, ove la ragazza acqua e “sapone” sa esser “flessuosa”, si era radunata una folle gremita, anzi “al cremino”.
Dicesi “cremino” la gente incosciente di come è già stata scremata e spera nelle missioni salvifiche di Batman per rimediar la figa che “gatta” non è più. Forse oggi, dopo anni di “duro” lavoro con tanto di pause-shopping e caffè bollenti più della “sua” Notte poco “zuccherata”, è donna “dotata” solo d’un portamento “brillante”, sì quanto le stelle sull’albero di Natale della famiglia “Se mangiamo solo spinaci per colpa del filo spinato, noi ameremo comunque le rose e non le spine”. Sì, infatti abitano a Spinaceto, “famosa” frazioncina periferica della Capitale ove alloggiano quelli senza i capitali ma comandati dai caporali.

Applauso!

Al che, m’astenni e, come al solito, non (per)venni.
Rimandando la visione dark a quando mi si saran schiarite le idee dopo un’opportuna scorpacciata di altri capolavori di gusto “marmellata” in quel di Venezia, si spera anche addolciti ancor più dalla “panna montata”, famosa “guarnizione” con cui il Sesso è più sciolto nelle lubrificazioni.

Scusate. Sono guarito, no? E dunque perché non dovrei guarnire?
Dico, siamo uomini o “falegnami” della nostra Croce?

Leggo i pro e i contro verso l’attesa opera “monumentale” di Nolan, fra una Ciotta (già citata… per “danni”) e varie redazioni a lottare per l’opinione più stronza ma, si sa, più “originale”.
Sì, questa pellicola è un’occasione unica al fine che giovani “talenti” (che io vedrei bene alla fattoria “Qui si munge e di latte si sugge, in sen-s-o anche mamma-rio del “termine”… sì, son già finiti ancor prima di nascere, eppur “bamboccian” di sbi-bocce) s’accapiglino per “sfoderare” la classica “frase a effetto”, per una recensione “memorabile” quanto la macchia di sugo vicino alla cerniera quando una che hai corteggiato per tutta la vita è lì lì per il “pompin” che ti “sfoga”.
Sì, mi han già “rovinato” il film prima di “succhiarlo”.

Ogni Nolan va, infatti, coccolato affinché si “raddrizzi” nell’apparato gengivale del metabolismo a noi più goduto.
Ah, ma questi son solo delle puttane p(r)estate alla carta stampata. Peggio di quella “igienica”, che almeno usa il fazzoletto per asciugar quando t'”imbroda”.

“Sappiatelo”. C’è solo un “cavaliere” che “fuma” nella Luna.
Codesto egregio Signore, di barba (in)colta, prende i “cattivi” bavosi per il bavero e “bofonchia” nelle farneticazioni generali di cazzate buttate qua e là (vero, quaquaraqua?) per “assoldarsi”.

Egli, come potete constatare, non “tastatemelo” però, lusso permesso solo alle lussuriose, è un licantropo che ama il suo “pipistrello“.

Sì, Bruce Wayne è il mio maggiordomo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Excalibur (1981)
  2. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  3. Fuori orario (1985)

 

 

 

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