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“The Great Gatsby”, Leo DiCaprio son moi!


17 May

Ma quale Festival di Canne(s), quale Gatsby! Alla maschera “caprina” di Batman dovrete volare se il pipistrello è nymphomaniac!
Prefazione come i cavoli a merenda dei cazzi, non solo nella testa, delle giornaliste in Croisette.
Di mio, faccio una corsetta, infilo qualche “crocetta” e bagno le polpette nel sugo, ammirando Azzurra, “donna” dalla carnagione mozzarella nel “bagnasciuga”, prosciugatissimo, “a mollo” in Costa da denti da Diavolo?
No, “avorio”, lavoratori!

Batman titanico nella sfida divina contro Superman: un “alieno” della Notte guerriera vs un robot predatore del suo stesso superomismo

Nella mia caverna, sfondo le pareti degli ultrasuoni e ne son voracemente asfittico in mantello metallico a spaventare la “nobiltà” bieca” del tonto Clark Kent, a irriderlo quando, in frangenti di vanitoso “bofonchiare” ribellioni “virili”- impiegatizie da troppo supplicar la segretaria, “a cui” si china nel “riempire” la fotocopiatrice, “ulula” mansuetudine dura… nte (ah, Dante e Beatrice…), tradendosi nella voglia di strappare la “S” da sotto il doppiopetto per infilarglielo “svolazzante” del soppiatto-“fantasma del palcoscenico” e cambiamento iracondo, erotico da figlio di puttana.

Infatti, il padre Jor-El, presto attuò le pratiche di divorzio, per inconciliabili differenza fra il suo “bullo Marlon Brando e la pupa troppo “unidimensionale” d’orgasmi non fantasy di “fumettismo” a raggi gamma.

Ah, solo una donnetta-gatta raccattò fra le stregacce di Krypton, fra un pagarne una di dazio, una al sol-lazzo e un’altra a (di)letto direttamente proporzionale alla sua mascolinità sesquipedale.

Dopo pochi giorni dal matrimonio, Marlon/Jor-El non gioì tanto, poiché lei non glielo attizzava manco a “tirargliela” fra una stoviglia e l’altra bagascia nell’altra stanza. Sì, Rene Russo di Thor.

Marlon ne risentì, la sua fame da “dominatore” dell’Universo patì la crocerossina della moglie, mai “rossa” in quella zona poco supereroistica, colpa della morale cattolica-cristiana che si propagò “apostolica” anche su quel Pianeta, causa la spedizione della NASA a monopolio d’altra cultura retrograda da sparger su suo capitalismo da “puritani” nasoni.

Ah, si sa, Obama risanò la sanità pubblica ma non fu molto pubico, oltreché sempre pudico, con la sua “signora”.

Infatti, da quando è “salito” al “potere”, lei è sempre più negra e “saliva”. Tutto merito dell’amico Clinton, uno che “sbiancò” ogni clitoride mettendo le corna al marito(zzo). Ma lasciandola in mutande. Cioè, si castro da solo oral-mente.

Sì, Obama cazzeggia con Steven Spielberg, spacc(i)andosi per Lincoln, senza usar il cazzo da Mozilla, le dimensioni che hanno emancipato i nigger dall’Amistad, “risollevando” un po’ lo schiavismo nel “ribaltarle” d’effusioni “atomiche” con tanto di “missile” sparato a “razzi”.

Ma intanto l’America piange lo scempio di Bush che spedì in guerra i migliori Christopher Walken de Il cacciatore, rovinando tutto il potenziale delle purezze bianche alla base della “democrazia” a stelle e strisce.

Oggi, la droga impazza, “strisciano” le “coche” fra un paninaro e un pornoattore britannico “esportato” in USA, dal nome Danny D., detto il “deltaplano” a “impiantarlo” in volo “libero” per la salvezza della Patria o delle patte-minigonna della frustrata “repubblicana” in crisi d’astinenza da troppi reduci letterati di cui senton la “mancanza” nonostante le lettere d’amore spedite dal fronteDel porto? Stanno con un porco, e ammazzano il fidanzato prima che muoia-trucidato. A crepapelle, un infarto per eutanasia-morfina, in lui che immagina le smorfie di un altro che la bombarda.

Ci pensa Danny a “consolarle”, a condire tutte, “egli” le prende in sella senza romanticherie inutili, va dritto al sodo e “lo” assalgono, fra un suo leccargliela e lecchini in Parlamento sul reggere quello di Berlusconi, per evitare altri scandali da “evirazione”.

Il Mondo è in eruzione, i disoccupati stan armeggiando per la rivolta, nessuno crede al Cinema, non bastano due ore rilassanti se poi “tutto” è ammosciato e viene dopo 3 secondi. Neanche netti!

Un Tempo, Superman salvava le “baraccopoli”, moltiplicando il suo “pesce” viscido, marcio, per donarlo alle vedove delle “riserve” indiane con la penna marchiante della S appunto da succinto per (non) lasciarle in cinta. Non perdonava nessuna. Accalappiava e scappava, scopando di scalpi(ti).

Ma hanno sterminato anche le poche selvagge in calore.

Dinanzi a questo ghiaccio spettrale, c’è solo un Uomo in grado d’aggradarle, Batman, filibustiere senza regole che sa quando la Luna chiede dello zucchero a mo’ d’eccitante-“plenilunio” per “illuminare” ciò che ha il suo perché, a meno che le pere stonino con le mele. Il frutto amorevole, conservato in frigo, potrebbe non sciogliersi granuloso.

Come accende Bruce Wayne il “buio”, neanche colui che spelacchia nei boschetti di Cappuccetto Rosso.

Egli, nel suo emanare fascino colore nerezza, appunto da doppiogiochista, è un’arma “contundente” per abbrustolir ogni Donna che soffre e sfiata per l’incandescente brusio. “Ardendola”, Batman se la fa “in cagnesco”, modulando la sua “cucitura” di pelle grezza su spalmata, peregrina “asciuttezza” da fisico portentoso del Christian Bale affinché, a pecora, “beli”. Un grizzly! Che bella scopatona! Che bello ce l’ha il “bestioncino”.

Altre se le be(l)ve in un sol boccone il nostro lupone. Come il luppolo, le “sbrana” e ingurgita da birre tedesche (meglio delle rumene coi romani!), fottendosi pure le naziste al ritmo d’alcolizzato di Sesso “anomalo”. Poi, in anonimia, dopo averle “menomate”, va via e “ama” anche tua mamma. Gliadiatorio da for(n)o!

Sì, dopo essersi sfogato, è ancor più scalmanato e maschio, dà filo da torcere a Superman, mettendolo sotto tor(chi)o e “oliandogli” il capo perché, per lo meno, prima di menarsela da figo abbia il galateo di sistemarsi il “nodo” alla cravatta. Fighetto!

Batman veste elegante, “ a festa”, e a lucido le “lucida”, mutando poi in Michael Keaton Beetlejuice.

Sì, Batman è uno spiritello porcello. Solo le bamboline di porcellana alla Amy Adams si “affannano”, azzuffandosi con altre scialbe, per succhiarlo a Superman.

Batman, “diciamocelo”, possiede il carisma del privilegiato che guarda gli altri spaccarsi il culo, ridendo di “gusto”, in quanto, pure servito dal maggiordomo, doma proprio le dame coi culi del ben di Dio.

Che cenoni magniloquenti. Che magnone! Ma sa essere “dolcissimo”.

Batman è una merda profumo “cioccolata calda”.

Ed è per questo che è un grande, la “glassa” che copre il “velo”.

Superman, al massimo, lo vedo bene come ciabattino degli amari quartieri spagnoli.

Ma sì, fra quelle partenopee zotiche, il nostro esaltato bifolco, “spingerà” di “spagnole”. Spegnendosi come lacrime nella pioggia. Ah ah!

Batman, invece, non pre… tende (ah, maledetti pretacci!) solo la ciliegina ma tutta la torta. Non va alle messe, ma lo mette anche a tua sorella, una cretina ma bona “pen” messa(lina).

E ci “spruzza” sopra con la sua “candelona” a infarcire di panna montata e da “piluccare”.

Batman sono io. Lo stronzo per antonomasia.

Tua madre si è separata da Jor-El.

Cannes non vale l’impagabile coppia Bombolo-Cannavale!

Questo Festival è una merda già dalla recensione di Paolo Mereghetti riguardo Luhrmann, “pienamente” stroncato di stelletta e mezza, non di più. La nuova immagine di von Trier ritrae l’unica “coscia” godibile dell’intero “scandalo” annunciato: Uma Thurman versione per Lino Banfi. Sì, sembra Edwige Fenech bionda, cioè Gloria Guida ad ammiccarti un “Sempre in gamba, eh?”. Presa per i fondelli. Ci sta?! Nadia Cassini non varrà mai un casino.

In più, Willem Dafoe, caricaturale, sta “nel mezzo” della schifezza con la Gainsbourg, a destra, “posizionata” in pollastrelle aperte. La madre era peggio, la figlia è una depressa che te lo comprime. Ma datele delle compresse. Quali urlettini! Si sedasse, si segga! Se la sudi come tutte che affiggono manifesti per festeggiarla almeno una volta al mese di magra.

Insomma, un film degno della “Palma”. Sì, von Trier anziché fare il regista dovrebbe noleggiarsi una barchetta e navigar fin all’isola perduta del suo cervello al “Cocco bello”.

Quali genialate! Meglio il gelataio cinese delle sue fritte cervella!

Questo prende una videocamera, filma tre idioti nullatenenti ma a tenerlo che se le trastullano, le quattro vacche scadute come attrici, e poi riempie il corpus di sottotesti.

La sua testa è da sotterrare. E, mi raccomando, non vi permettete di riesumare questo somaro!
Solo Sodoma!

Almeno, dal fronte francese, giungono notizie davvero “cazzute”: Stallone promette il ritorno di Mickey Rourke per la terza “puntata”, parafrasando Nino Frassica, la “megaputtanata”, de I mercenari.

Sbarca Michael Douglas che, dopo essere ingrigito, anche di pelo, leggi Cancro alla “gola” profonda del suo perverso sessappiglio rauco da Coma profondo, s’è ora tinto il bulbo con tocchi “lessi” d’occhio rovinato e catalessi del parrucchino immobile sul seno ancor “mantenuto” di Catherine.

Esce il trailer di Last Vegas e, nel promo, leggiamo che la leggendarietà troverà “sede(ri)” il 1 Novembre.

Ne siamo sicuri? Io ho “ravvisato” un De Niro smorfioso, un Freeman scoglionato e un Kline un po’ calvo.
Lo vedrò perché sarà una sega, come quella che ti spari dinanzi alla ballerina di prima della città del vizio.
Non sposeresti questa neanche a “pagarla” ma almeno aziona il “movimento”. E non costa sacrifici, cambiali, mutui e debiti, figli, contraccambi, cause legali, tradimenti vari.

Un’inculata che lasci il “segno” al suo “costume” per “abbronzartelo” senza neanche dar nell’occhio.

Più sei oscura e più lei vorrà “chiarirtelo”, aprendo le “oscurità” per il tuo Batman “mobile”.

Immersione, “levitazione”, arma micidiale salvo “salve” sperma da non creare mostri a immagine della “fondina” paterna.

Vincerà Refn, anche se Ryan Gosling m’è sempre sembrato peggio del De Niro appena “andato a puttane”…

Scusatemi, ora ho da “fare”.
Gosling non sarà mai De Niro. Andasse a venderlo sui viali. Sono io il God che non forgives.

Scusatemi, ora ho da “fare”. Ripeto.

Sapete perché? Devo godere. Il dovere è obbligo. Infatti, meglio un bombolone alla crema e un babà napoletano a queste stronzate festivaliere. Un troiaio, diciamocela!

Se questa play vi è parsa una cagata, meglio di voi che siete dei cessi.

Firmato il Genius, inappuntabile e impuntato Stefano Falotico.
Vi sputtano.

  1. Il grande Lebowski (1998)
  2. Il grande Gatsby 3D (2013)
  3. Last Vegas (2013)
  4. Vieni avanti cretino (1982)
  5. Cornetti alla crema (1981)
  6. Strafumati (2008)
  7. Cannibal Holocaust (1980)

Leo DiCaprio è grande Gatsby? Meglio Lebowski


09 May

Sognatore eccelso in feretri da tetraggini vostre di “santità” che io svelai in modo “sacrale”, udite udite, state zitti e, ammutoliti, ammanettatevi all’immagine (intro)flessa di orrendi riflessi da polpette!


Prefazione “intonata” alla smanceria del “manico” oggi di chi, ammainato, pretese che nascessi e, invece, ne son sue veci e fece, in quanto fui e sono mentre lor son “signori” di “fare” in “affari” ancor fetali e fetidi

L’orco favolistico, nero “pittato”, con sobrietà raffinatissima “tocca” le donne a tutti i “rintocchi”

Che io me ne freghi, è “cosa” ovvia e giusta, e mai m’aggiusterò. Tutte io le gusterò, essendo la mangusta che scarta le cozze e s’inebria in stelle marine dai costumini a me lo “scostumato” per antonomasia.
Perizoma strappato per l’erogena zona.

La mia nomea si “allunga” proporzionalmente al vostro invertirvi di bugie, io lo squalo che trasformo lo squallore del Mondo in friabile e sgranocchiante sapore. Vi mangio e anche le mungo!
Abisso biscione e a Lei che le abbassa.

“Infilo” il mio binocolo fra scroccarmi le (g)nocche e un seno mio d’albicocca, a cui lo appiccico di “(s)cotto”, eh già tutta “toccata”, per via delle frustrazioni femminili con mestruazione incorporata, corporalmente m’entra in groppa. Scivolando, liscia liscia, attizza il tozzo. Che tonno!

Cavalco di gran galoppo e a un’altra lo appioppo, mentre voi, tristarelli e “pudici”, vi nascondete in moralismi fetenti, respingendo anche i feticismi di Quentin Tarantino. Attenti! Uma Thurman non è per voi, Kill Bill sono io.

Con mosse da tarantola, ah, fra cipressi autunnali che io brillo di lucentezza, aggroviglio la Donna al “vagliarla” tutta tutta più ricevuta di “ritorno”. Sì, la attornio e di toro insacco, scappando col malloppo per altre a cui “affibbiare” tutto tutto il mio… accalappiarle. Al cappio le prendo, ancor di “cavallo”. E scorrazzerò per altro lanciar il razzo!

Come me le spupazzo e me le “schiaffano”, poi ritrose mi schifano ma, intanto, ho “dato”.

Mai con le zoccole ma schiocco con i diabolici zoccoli!

Sì, domestica annacquata, repressa da un marito impotente, ingurgitati il dattero ché io, esotico, mi do appunto senz’etica all’“etichettarle”. Smarco l’uomo che mi ripugna e snocciolo altre “prugne” con mia testa dura da cocco e “durissimo” di cioccolato dest(r)o. Ah, fondente si spalma fra le palme e nessuna “impalmate”.
Sbaverete miei “imbavagliati”. Sbagliate, non è colpa vostra, causa che il bersaglio non raddrizza la freccia rossa.

La galleria va percorsa.

Lasciandole, dopo la “scia”, coi palmi di naso ma un ottimo assaggio di bocca che annusa.

Defilato, infilzo e affastello l’arbustello abbrustolito fra giornaliste di mezzobusto e un orgasmo combustibilissimo alla faccia di chi, senza fica, di bile non (s)bollisce.

Con fisico da Roberto Bolle, bollo e ballo in mezzo a ragazzine di ballerine e latine di peperone.

Son il “papero” Gastone  in ano da buco di culo, in senso nati(c)o con la camicia e anche “sbottonatino” da fortunato fra natiche del mio “fanatico” e il tosto “macrobiotico” del “bugiardino”.

Affannatevi! Questa è solo farina della mia sacca…

Ah, che birichino, quanti bei buchini per il mio bruco mentre voi brulicate alcolizzati anonimi e di colite a dar dei nomi. E il dardo non dardeggia in Lei da premere ove “arieggia”.

Non “smadonnate”, sverginatevi alla svelta e poi “rallentate” lo sc(r)oscio.

Son Falotico e non ne risparmio nessuna, offro alla cassiera lo scont(r)ato “incassare” il fiscale scontrino del mio “fisico”, sì, è dolce il caz’ come la cassata! Che cascate! Non son cazzate ma rizzate!

Cascamorti, scamorze, ecco l’Uomo che lo “rafforza”. Ed è allattato!

Spaccatevi le schiene, io nei fondoschiena affonderò con più loro muliebre “spezzarmelo” da pezzi che non sono altro. Fan le “affrante” ma spremo io le “olive” come al frantoio.

Tre che valgono la “candela”:

Valeria Cavalli

Quando la vedo, Lei non lo vede ma lo sente. Senzientissima all’insaziabile del sale…

Ancora accavalla e dammi il tuo posto al Sole.

Virginia Madsen

Sul suo seno non ci son parole da spendere ma pene da impennare!  Lo sa Danny Huston, ex suo marito che, ogni “volta”, ce l’aveva “ustionato” e dannato. Quei capezzoli son sempre d’ottima annata.

Susanna Messaggio

Prima di urlare “Fottiti!”, sai benissimo quanto mi fottesti.

Ora, vacca, sculetta. Allegria!

Pericolo di “crollo”, allarmante sono “amorevole” di fiabe quanto fava a mela di voi smielati.
Chiamatemi Ismaele smidollato, “carne e ossa” a-l-men ti son fantasma, mio da malmenare in un balenar da “bianca

Al mar, vado cantando e pilucco voi, gli allocchi senz’amore.

Idola(tr)o in quanto autentico e non ancor macchiato, macino pugni a vostre facce da “sberle”, ché più bello non belo come voi quando “abbellite” le “belle”, invero da sgraziati su grazie da “bestie”.

Prego, ne vuole un altro o posso inserirglielo di stantuffo così obbligherà° qualcheduno, ma non io, ai sociali “obblighi” per solleticarvi da “solid(al)i?”.

E affrontaste, sfrontati, il genio per “venirne”… macerati, abbattuti, eh sì, schienati, “puledri” miei tanto ostinati!

Sono stronzo più di voi, che v’adorate adornandovi di ruffiani amorucoli, da carrucole e rucola, con tanto di baruffe e occhietti buffi. Stuccate e mummificate anche una col trucco.

Il muratore è amatore!

Sono irriverente in quanto avventato e parsimonioso di sputi se sputtanarmi tu vuoi “amputarmi” in viso.

Sei un invidioso!

Tu e la tua puttana, in brodo di “giuggiole”, di coccole vi “acconciate” ma è soltanto sconcezza ad affronto del mio “frontale” non sciogliermi in tal patetiche ebbrezze. Di patate son bronzeo, talvolta mi sbronzo dopo lo “spruzzo”.

Sarò ebete o beota, perlopiù non abito fra chi è abitudinario ma arbitro delle mie dispute.

Cos’è normalità in tal Mondo di vanità?

Come ti ricordo quando eri “timido”, quasi soffrivi d’atimia ed era un bene non attrarti, tu polo “negativo” ma combattivo al magnete dei lati “positivi” da bicchierino mezzo pieno, anche penoso di “vuoto” pneumatico all’atomo del tuo invero inguaribile ematoma senza sincera empatia.

Dammi “retto”, ficcati Emma e “immettilo”.

Ti sarò (James) franco. Fai schifo. “Crescendo”, come tutti gli altri sei diventato. Millantatore e “rubacuori” con tanto di foto “segnaletiche” del “tuo” sdraiato in “lei” sull’attico.

Ce l’ha abbronzata o pallidamente profumata? Si stende o lo “rassoda” con l’aranciata?

Permettimi “fratello” di diseredarti nel sedere e di congedarti con un plateale assaltarti.

No, non ti salto addosso come la cretina che “cremi”, ma morbido entro pian piano, visto che m’avvistasti per disturbo della “quiete”. Sono raggiante come l’UVA, volpone aviatore per avvitarle.

Al largo, le allago! Allargale! Annegamento e godimenti! Affogare nelle foghe!

Oh, stupratore delle mie volontà, in tutta onestà (mia e non tua), pigliatelo là e buono sta.

Altrimenti più “buona” lei ne vedrà.

Con me, senza dubbio, nel “buio” verrà…!


Consulto psichiatrico

Mi reco di nuovo dallo strizzacervelli, uno nuovo che sa come “ammosciartelo”.
La sua diagnosi sbrigativa, dopo aver parlato che “Sta arrivando la stagione dei bikini e quanto strabuzzerà”, è stata questa, non tanto “estatica”:

accenni da socialfobico derivati da depressione bipolare con momenti di atimico tendenti al serenonegli attimi per cui, su percosse sono Filippo Timi e, dalla raucedine delle sigarette ne(r)vose su caffè amarognolo d’attorialità istrionica da pagliaccio, variabile mi accendo nei tuoni alla Al Pacino più sopra le righe, arrabbiato e poi al monologo dell’applauso da solo senza Sole e senza “rinsaldarlo” alla soldatessa delle “manovre”.

Ce la vogliamo dire?

La psichiatra non sarà mai me stesso.

Ho detto tutto.

Anzi no.

Indovinello: avete Naomi Watts e Nicole Kidman ma ne potete scegliere una terza.
Su chi ricade l’uccellino?

Su nessuna, perché è stato un sogno.

Al risveglio, un panorama “color” foglie morte…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il grande Gatsby 3D (2013)
    Io ho letto tutto Fitzgerald, compreso “Tenera è la notte”.

    Questo film, viene annunciato così: “Io so chi è Lei signor ‘sti cazzi”.

    Come prego?

    No, non ho detto Gatsby, non devi scassar’ la minchia biondino.

    Beccati ‘sta Mulligan e non entrar in guerra col Maguire.

    Se no, so’ guai.

  2. Ender’s Game (2013)
    Han Solo di rughe stellari e testa fra le nuvole della Star che fu.
  3. Captain Phillips (2013)
    Ho sempre preferito i bastoncini del Capitan Findus.

    E il mio “bastone”. “Marinò” ma è ciambella alle “marinare”.

    Questo Tom Hanks contro i pirati somali è credibile come la triglia di non far a poltiglie proprio nessuno.

    Annegatelo!

“Il Grande Gatsby”, Trailer ufficiale italiano


14 Jun

 

 

 

(Stefano Falotico)

“The Great Gatsby”, il Trailer


23 May

 

Warnerbrosizzato, totalmente iconico e americanissimo, come l’opera storica di Fitzgerald, arriva, in “tutta magna”, il primo, fenomenale, stordentissimo trailer di The Great Gatsby, nuova fantasmagorissima di Baz Luhrmann, con un DiCaprio “matto” e mattatore della scena, assoluto dominatore del suo bislacchissimo, “defenestrato” destino.

Oscar (non) assicurato.

Un mito che torna, un grande attore che diventa tale.

From the uniquely imaginative mind of writer/producer/director Baz Luhrmann comes the new big screen adaptation of F. Scott Fitzgerald’s novel, The Great Gatsby. The filmmaker will create his own distinctive visual interpretation of the classic story, bringing the period to life in a way that has never been seen before, in a film starring Leonardo DiCaprio in the title role. “The Great Gatsby” follows Fitzgerald-like, would-be writer Nick Carraway as he leaves the Midwest and comes to New York City in the spring of 1922, an era of loosening morals, glittering jazz and bootleg kings. Chasing his own American Dream, Nick lands next door to a mysterious, party-giving millionaire, Jay Gatsby, and across the bay from his cousin, Daisy, and her philandering, blue-blooded husband, Tom Buchanan. It is thus that Nick is drawn into the captivating world of the super-rich, their illusions, loves and deceits. As Nick bears witness, within and without the world he inhabits, he pens a tale of impossible love, incorruptible dreams and high-octane tragedy, and holds a mirror to our own modern times and struggles.

 

 

 

(Stefano Falotico)

 

Genius-Pop

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