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LETTER TO YOU: che io mi ricordi, sono sempre stato fan di Bruce Springsteen e di Asbury Park, di City by the Sea e del mio fantasma nella notte


16 Sep

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Ora, non so perché mai, dopo la tragica caduta delle Torri Gemelli, Bruce Springsteen compose l’album The Rising. Per far sì che, assieme appassionatamente, dalle ceneri d’una tragedia senza pari, gli Stati Uniti risorgessero collettivamente, cingendosi in preghiera, a raccoglimento d’un musicale giubileo ove qualsiasi cittadino della Nazione a cinquanta “contee” forse chiese perdono a dio per essere stato un peccatore o, probabilmente, per essersi sentito involontario responsabile di qualcosa di terribilmente nefasto che non poteva comunque essere evitato.

Dinanzi alla morte per mano altrui, rimaniamo infatti pietrificati, scioccati, oserei dire solamente costernati.

Non fu colpa di nessun americano poiché l’attentato terroristico scagliato contro le Twin Towers fu architettato, diciamo, nei minimi dettagli studiato e orchestrato dalla mente diabolica di Osama bin Laden, appoggiato nella sua imperdonabile, esecrabile malefatta aberrante dai suoi adepti radicalizzati.

Ma forse tutto ciò ebbe inizio a causa della coscienza sporca del guerrafondaio Bush. Che, in Medio Oriente, permise che i soldati statunitensi trucidassero innocenti a raffica, propugnando un osceno culto bellico figlio della più mostruosa, oceanica distruzione delle culture non appartenenti all’edonismo reaganiano. Oggi tornato di moda, a livello planetario, con lo spopolare di Instagram ove chiunque esibisce svergognatamente la sua carne in scatola, anzi in scatti selfie e stories che si autodistruggeranno come le vite di chi le crea a mo’ della fuggevole, stolta vanità estemporanea del suo capriccioso implorare 15 minuti, anche meno, di celebrità warholiana, svendendosi nel suo prodotto da macelleria, mercificando la sua anima in cerca d’un patetico, clemente Mi Piace in più. Elemosinando l’autostima più meschina e vile, pusillanime e priva d’una benché minima, personale dignità, nell’inscenare la nudità del suo essersi disumanizzato ed animalizzato in un prosciutto vivente offerto allo sguardo godereccio e porcellesco di chi, consumandolo, ne trarrà godimento cannibalistico dei più parimenti parassitari. Oramai sono radicale anche se non mi stette mai simpatico Marco Pannella e giammai ne voterò il partito omonimo. E, a tutt’oggi, reputo scandalosa e di cattivo gusto la premeditata mendicità di Marco, ritenendo raccapriccianti i suoi sciocchi scioperi della fame. Un modo forse più puttanesco della prostituzione per accattonare voti elettorali in forma ricattatoria delle più capziosamente orride. Postulando la falsità della povertà, sputando nel piatto di chi non poté davvero mangiare.

Detto ciò, per miracolo mi avvicinai a Springsteen. Dopo che, essendo scomparso durante l’adolescenza nella morte della mia anima forse già ultraterrena, forse solo assai tenera, ne ascoltai al massimo due canzoni, ovvero Streets of Philadelphia e The Ghost of Tom Joad

In data 8 Giugno 2003, come già scrissi, mi recai allo stadio Artemio Franchi di Firenze ad assistere a un suo concerto storico. Io, poco amante dei ritrovi canterini, io, cantore solo delle mie malinconie, ecco che fui in tribuna ad ammirare la folla in delirio, una folla più folle di me.

E, già come Joker, incitai la foll(i)a al ritmo del mio essere Nothing Man.

Peraltro, nel 2002 uscì un film che piace solo a me, ovvero City by the Sea.

E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia…

Perché forse, in quel momento, potevo davvero essere salvato come James Franco. Ma, da allora, invece non mi sentii più giovane, gagliardo e veramente romantico come il Boss di The River. Malgrado, di enorme, monumentale resilienza, stia curando l’editing di un libro di 249 pagine esatte per la Kimerik Edizioni, intitolato La leggenda dei lucenti temerari.

In quanto, prima di morire, voglio citarvi un pezzo celebre di Shutter Island: ricordatevi di noi, perché anche noi abbiamo vissuto, amato e riso.

Aggiungo io, ricordatevi di me. Perché io non ho saputo vivere da idiota come quasi tutti, non ho amato tre donne, sì, solo tre, come un maiale qualsiasi, non ho riso come un pagliaccio.

Perché io sono io. Bruce Springsteen è dio ma anche Jim Morrison non scherza poiché è Satana.

E, quando si arrabbia uno così, il re Lucertola, fatevi il segno della croce.

È arrivato l’Anticristo.

Così come non dimenticherò mai il finale di True Detective.

Errol Childress sostiene di essere molto cattivo.

Dinanzi a lui però ha Rust Cohle.

di Stefano Falotico

Due pappagalli presentano il loro listino Warner Bros. Italia senza conoscere il JOKER ed esce il trailer del Pinocchio di Garrone


03 Jul

blinded by the lights poster light of dayO sono due grilli parlanti?

Sì, si stanno tenendo a Riccione le consuete Giornate Professionali di Cinema ove i cosiddetti addetti ai lavori, vale a dire i presidenti delle rispettive case di distribuzione dei film che usciranno sui nostri grandi schermi nella prossima stagione, stanno presentando all’acqua di rose, forse mischiata anche alle alghe di Rimini, i loro listini. In un oceano di castronerie più dolorose delle pungenti, avvelenanti meduse. Sì, vi sarà anche il listino della Medusa.

Di mio, posso dirvi che oggi ho dimenticato di comprare le uova. La mia vita è stata una frittata e avevo bisogno di mangiarla a mezzogiorno. Ho optato per un piatto di maccheroni.

Sì, questi distributori italiani sono maccheronici. Presentano i film per cui campano senza sapere bene di cosa stiano parlando. Sbagliando le pronunce degli attori stranieri

Da cui, appunto, il detto… non sputare nel piatto in cui mangi.

Partiamo con il film di prossima uscita Blinded by the Light. La storia di un ragazzo ancora né carne né pesce che viene folgorato da Bruce Springsteen.

E da allora rivede La luce del giorno.

Sì, il protagonista ovviamente sono io. Anche se ho concesso all’attore Viveik Kaira d’interpretarmi a suo credit.

Sì, dopo un’adolescenza malinconica da album Nebraska, mi appassionai a Springsteen.

Al che, risentii ripulsare nel mio cuore quei perduti ardori vitalistici che, in notti fonde e appunto melanconiche, smarrii profondamente.

Fu una resurrezione, una rinascita mentale-spirituale e romantica come la canzone The Rising

La gente, attorno a me, credette che fossi impazzito. No, mezzo matto lo fui prima. Quando non fui.

La gente, stupita, scioccata, pretese da me delle spiegazioni e quando incontrai una ragazza bionda come nel video del Boss, intitolato I’m On Fire, fui calunniato.

Le persone malevole dissero che ero rimasto sempre imperturbabilmente insonne ma, anziché guardare Warriors di Walter Hill, battagliavo adesso al plenilunio assieme a una calda donna di malaffare.

Mi urlarono che ero ignorante come un meccanico di un’officina scalcagnata e tali untori sporcarono la mia purezza perché a loro apparve molto strano che mi fossi sverginato di punto in bianco…

Successe un casino della madonna. Non mi salvò l’Immacolata ma il mio genio innato, lindissimo.

Fui spedito coattamente all’igiene mentale e, alla fine, fui però smacchiato da ogni accusa peccaminosa.

Partì una War… psicologica che mi costò anni tremendi di semi-castrazione. Ah ah.

Tutto ora è stato risolto. Ora va di nuovo liscio come l’olio.  Sì, la gente cattiva la fece fuori dal vasetto ma ogni notte uso la vasellina.

Sì, Ciampa non poche volte sui nomi inciampò, mentre la Capone non deve avere una grande capa.

Visto che il Joker con Phoenix non è la vera storia del clown di Gotham City. Bensì la mia. Ah ah.

Sì, sono il Benigni di Bologna, un uomo benigno a cui si allunga spesso… il naso. O no? Non è il naso?

Il vero Joker non abbisogna di trucchi cosmetici. Solo di acqua e sapone. Del resto, profuma del suo carisma a pelle.

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di Stefano Falotico

Quel “Nothing Man” del mio Springsteen


04 Jun

 

In un’esibizione pazzesca, qui a Berlino, in un concerto già storico.

 

 

E “qui”, io, Stefano Falotico, il Genius, un Nothing Man…
Sì!

Stefano Falotico, “in Arte” (“me, medesimo, di persona, impersonatissimo, di gran personalità), interpreta, con alcune “sfumature” e varianti sensibilissime, una delle canzoni capolavoro di Bruce Springsteen, la suadentissima e magnificamente ipnotica “Nothing Man”, dall’album “The Rising”.

Applauso! Un uomo che “coniuga” il Verbo della vita vera, dell’anima, con “cadenze” alla Jim Morrison “impastato” in Tom Waits, su geniali, rochi “tintinnii” imprevisti.
Già…

 

I don’t remember how I felt
I never thought I’d live
To read about myself
In my hometown paper
How my brave young life
Was forever changed
In a misty cloud of pink vapor

Darlin’ give me your kiss
Only understand
I am the nothing man

Around here everybody acts the same
Around here everybody acts like nothing’s changed
Friday night club meets at Al’s Barbecue
The sky is still the same unbelievable blue

Darlin’ give me your kiss
Come and take my hand
I am the nothing man

You can call me Joe
Buy me a drink and shake my hand
You want courage
I’ll show you courage you can understand
Pearl and silver
Restin’ on my night table
It’s just me Lord, pray I’m able

Darlin’ with this kiss
Say you understand
I am the nothing man
I am the nothing man

 

 

(Stefano Falotico)

 

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