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Kickboxer 3? Un altro film della “saga” vandammiana? No, una mia nuova avventura letteraria alla “Peter Pan”


21 May

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La prenderò larga, larghissima, praticamente (non) brevissima, la sintesi non è un mio don(dol)o, essendo io cullato d’altalenanti (r)umori sibilanti, oscillanti, basculanti, “pericolanti”, estatici ma anche tristemente invernali oltre che sereno-crepuscolari d’autunni (in)certi e incespicanti, cullato dalla ridondanza, dal barocco e un po’ son allocco, cari sciocchi, poi di colpo, non fatemene una… colpa, scatto, scocco, mi “scotto”, sbotto, rimbrotto, borbotto, son repentinamente stolto quanto subitaneo (e)metto nel dotto, Brontolo e nano in “quella” di Cenerentola che lo vuole grossolo, no, scusate, solo “glande” senza il “lo” di troppo ma nella top(p)a d’amplesso al LA, un diapason nella “sua” lilla, sempre lì, lì nel mezzo alla Ligabue, un “lavoro” da medi(an)o, “esagerato”, troppa roba, digressioni alla Sorrentino, pause intermittenti per “annoiare” il lettore, cioè il mittente che vorrebbe mollare la “presa” della lettura e, invece, stranamente affascinato dalla mia scrittura, pigliante in quel posto lo prende. Pigia(ma). Ché apprenda dal mio stile “cari(cat)o” come il peggior Bob De Niro smorfioso eppur carismatico, ché sarà stato questo suo annunciato The Comedian ad avermi reso galvanizzato, vai di retorica, rete, calze, cazzo(tti) e di “fighe” storiche poco apostolico-misurato.

Dunque, non perdiamoci in “stronz(at)e”, dicevamo… di Bob, no, eppur c’entra anche lui, sì, la sua Grace Hightower accetta, nel sen(s)o, di “non li taglia”, due al p(r)ezzo di un(ic)o, poiché De Niro la palpa, noi la pappiamo, e il suo mito non si tocca. Mitica questa!

La questione è tal quesito. Come mai Bob passa…, no…, lasciamo star per un attimo, di “botta”, le passere e (ri)passiamo… (al)la sua figa? No, futura figlia? No, ventura filmografia. Sa di buona filigrana, perché Hands of Stone e Joy sembran gioie, prometton bene, speriamo che la promozione si applichi in quanto film non bocciato è film innanzitutto ben promozionato, altrimenti “pene” e di molte stroncat(ur)e sproporzionato al suo “reale” valore “verranno”, cioè due filmoni “gioielli”. Se no, sai che “du’ palle”.

Ma nel “mezzo” ci sta anche questo Bus 657 di “tal” tal dei ta(g)li, il misconosciuto Stephen Cyrus Sepher, regista e interprete del “corto” gigantesco 4 Minutes, ch’è eppur “dura” di più di suspense “lunga” circa otto cm, no minuti, insomma, “spinge”, dovete “spararvelo” anche voi, donne.

Sepher, da non confondere con Louis Cyphre di deniriana memoria, appunto, miei angel hearts.

Questo Sepher ne sa una più del diavolo e, dopo essersi fatto produrre da Ray Liotta, entrò tutto tutto dentro il cast di Scott Mann. Su Twitter me lo son “fatto” amico, egli hashtagga, io gli chiedo quando uscirà… il trailer e lui (non) lo sa.

Bus 657, il nuovo Speed o un film palloso, appunto, da eiaculazione precoce visiva, ché dopo due minutini sai subito se ti piacerà o farà flop? Un film (non) fallato.

L’ho “pigliata” un po’ a culo, “lo” (am)metto, son ometto e lo faccio senz’elmetto.

Torniamo a Kickboxer. Sto scrivendo un libro di vera vendetta, “interrotto” laddove Eric Sloane fu “slogato” da Po Tong.

Questa è creatività mia da Finding Neverland. Eppur mi son emozionato, nonostante il mio cerebrale (il)leso, quando Amedeo di “Uomini & donne” ha scelto, in codesto dì, la piagnucolosa Alessia, poi (di)venuta “sciolta” al suo “Sì, sì, ti voglio!”.

 

di Stefano Falotico

 

 

Perché sono un fan dei muscles from Bruxelles?


26 May

E dunque di Camille François Van Varenberg, in arte Jean-Claude Van Damme? 

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I motivi sono questi: faccio la spaccata di “balletto coreografico” nelle fighe altrui

Su una chat thailandese d’incontri “clandestini”, lotto con la mia Scott Thomas, vengo spellato da pollo come un “freddo” Ryan Gosling scottato m’arrossito da una che non perdona e non (dà) botte. Dio, oh my Goddess!
Mi sbatte al tappeto, poi indosso uno smoking e calco il tappetino rosso del mio pelo.

Ciao, voglio esser dileggiato anche perché tu, lo intuisco, dietro lo schermo immagini una proiezione virtuale del proibito soffrire. Oh, soffri a pari grado della tua intelligenza e chissà qual riflesso di sembianti, fascinosi e anche “inquietanti”, affibbi alla mia figura “folle”. Astratta o così “incisa” dalla severità di quella poseur prosopopea del tuo intuitivo scibile.

Sì, in alcuni “tratti” di mio sangue, hai azzeccato il bersaglio. Orgoglioso, “malato” di superbia o di facile vulnerabilità? Se ti narrassi la mia storia, tanto incredibile t’apparirebbe da scambiarmi davvero per un pazzo con manie di grandezza insostenibili. E del mio egocentrismo intaccheresti ogni mia “smania”, avvilendola in lapidario giudizio, di freddura-frittura di pesce secca (sei  sciupato) e da teschio sgretolato nelle tue mani neuronali.
A plagio d’un verdetto “sincero”, la franchezza del tuo sguardo.

Mi credi un esaltato? Lo so. Un ambizioso bel ragazzo tanto corteggiato e anche tanto a lustrarmi d’apparenza “forte”. Indistruttibile…certo, come no.

Questo vedi, vero? No, non vedi affatto niente di tutto ciò. Lo vuoi, però.

Ma, secondo te, io davvero pretendo il tuo seno per attorcigliarmi nel calore, oh non sai quanto provocante ne sei sospiri infiammanti allusivi, ammicchi “immobile” nella dolce e maliziosa maturità sacrilega e desiderata allo stremo, per ambire a notti d’alcove furenti?

Hai 47 anni, e l’esperienza tua macellerebbe anche un singhiozzo mio erotico ad ardirti per tanto avvolgermene?! Perché mentire? Possiedo gli anni di Cristo e, come il Gesù di Scorsese, permettimi di bramarti all’ultima tentazione d’una Maddalena da scopare. Chi se ne frega delle diocesi. La cristianità è solo un’inculata.

Ti turbo? Questo induci, lo sai e vuoi giocare. Baciami pure sulla fronte. Ormai, mi son abituato alla diversità profonda che tu hai colto. Questo hai visto. Un diverso quale sono.
Il mio visino, pagliaccesco e poi serio, malinconico è già tua indagine aderente e addentrata negli occhi che mi stan mangiando.

Sì, te lo racconto perché mi va. Ho conosciuto la mia prima ragazza qui. Anni or sono. E tu pensi che sia un tombeur? Eh eh, il mio madornale errore d’acerbo “volerlo” rinascere alla Tom Berenger di Platoon.
Ed eclissarmi, sepolto, nella tomba. Meglio l’urna al diurno, come dico io. Meglio il notturno che sciacquar i panni in Arno. Prediligo il mystic river alla Eastwood. La Notte del “lupetto” che, una volta riaperti gli “occhiolini”, sbranato dai “giochi d’adulti”, spacc(i)ato, vien anche assassinato dal miglior compare, uno che ora tira… a campare e ha dimenticato l’alto mar dell’adolescenza vitale. Sì, più ti sommergi e più nuoti, una volta che galleggi, ecco…  lo “alzi” da gallo, e son cazzi miei. Comunque la giri, la Donna me lo strappa. Soprattutto se è un omosessuale, il quale crede io sia invidioso della “sua”. A me non pare una gran vita da puttaniere quella di “quello”. Mah. Vai là.

Quale immane scempio commisi a voler assomigliare appunto a un cazzone uguale come gli altri. Di tutti.
Effettivamente, me lo tagliarono. Sottilmente, lo “temperarono”.

Ci conoscemmo e Lei era morbosamente ipnotizzata da un ragazzo vergine alla “suonata” età di 24 anni. Verissimo, roba da rotocalco omonimo, anche da “borotalco”. Meglio il tabacco. Fumando, tappi il buco del “bocchino”. Una ragazza, comunque, aizzante. Tanto da concupirmi perché era questo che la eccitava da morire: l’uccello non tanto in volo da innalzare nel “Concorde” della sua testa fra le nuvole. Così, mi te(r)se un tranello (secondo me, se mi sbatteva sul tinello, avrei almeno sfogliato un pasticcino) e mi ha fottuto in una città termale dal “parcheggio” porchettina. Illusa che, “svezzato”, sarei cambiato. Dopo qualche mese, la mia apatia metafisica, di carne risvegliata in un “falò” onanista arso, mi seppellì di nuovo nel buio della “malattia oscura”.

Sai perché mi lascia? Non sono un lascivo. Una sera, come sempre, si spoglia, inizia a strofinarsi su di me, ma mi alzo stizzito e le urlo che preferisco masturbarmi.

I verbi. Passato remoto, participio, imperfetto e (non) presente. Sempre nella figa assente, anche se “trascorre”.

Orale? Meglio gli scritti.
Sono un diverso. Ogni tentativo ero-t-ico m’ha reso ancor più rafforzato e altrove.

In quale luogo non so. Ma ho scoperto che i becchini mi dan da mangiare del becchime.

Già, quando cala il Sole, ballano sul mio loculo.

Vedi? Il “cuculo”, i culatoni, “Ti faccio il culetto”, tre etti di pastasciutta ed è all’asciutto di olio piccante.
Mettiti in “forma”. No, non lo “inforno”. Sulle lasagne manca la besciamella.

Fidati, la mia “cottura”, più che a 90 gradi, è da condimento mio bollito.
E sappi che la patata bollente non sarà mai un “tiramisù” semi-Algida, marca del “pollo fritto” agrodolce come il gelatino del “mandorlato”.

Diciamocela. Sei una gran figa.

Adesso, vedi di usare con “candela” il Condom. Al microonde.

L’Italia è sempre stata un paese di piccoli borghesi e ragionierini con lo “Sky” di Fiorello. Almeno, prima era simpatico

Gli anni ’90 son stati “tormentati” dal tormentone di Rosario con  le sue “Spiagge” tamarre e abbronzato nella pineta aspra.

Secondo me, detta come va detta, andassero a prenderlo tutti quanti.

E, se tua madre provoca, lo prenderà pure lei.

Poi, la butteremo fra gli squali.

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