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WONDERFUL LIFE – I miracoli esistono? Anche la forza dell’amore, della poesia, dello Sturm und Drang: fate della vostra vita un masterpiece! Evviva i pazzi come Hamlet!


24 Jul

amleto gibson

Vado in giro con fare a volte da tonto, spesso semplicemente sono iracondo. Meditabondo nel mio cogito ergo sum, poche volte invero godo nel/del coito del mio ego soffocato e sofferto che, soffrendo di disistima, non quaglia molto in termini di f… a e, per l’appunto, divengo cogitabondo ma voglio regalare ai comuni mortali un po’ di tenerezza, di godibile lietezza, riempiendo la mia donna di succosa prelibatezza.

Sono un uomo caldo che ama le freddure e qui ve le elargirò con saporita squisitezza del mio prendere la vita con filosofia, con stimabile savoirfaire encomiabile, folle e, al contempo, savio di fenomenale destrezza funambolica.

Il giusto abbigliamento crea nell’occhio altrui un attraente abbagliamento. Cioè, sì, ciò è innegabile e l’abito fa il monaco se uno appare come un monco. Molta gente comunque è bigotta e miope, non usa neanche il monocolo. Insomma, è mongola.

Dopo tanti miei auto-abbattimenti e inutili lamenti, giunse il tempo del fottuto godimento. E, dopo tanti miei patetici, esistenziali tormenti, dopo che più che altro fui dai bulli tormentato, risplendetti come il Sole a mezzogiorno anche se oggi, a Bologna, impazza una fortissima tormenta. E la gente, per proteggersi dalla pioggia scrosciante, è segregata in casa, vivendo da sola la loro (non) vivente sola e forse mangiando una sogliola.

Quando voglio sono un portento ma sinceramente, ecco, debbo esservi onesto, sono soventemente solo… parecchio scontento.

Di che rallegrarsi, difatti, v’è poco e quindi non merito la patente di porco. La vita mi fu parca e, in quegli anni miei di durissima depressione da Cinema bergmaniano, non mi svagai neppure nel parco.

Non mi concessi nessuna vacanza ma la mia anima non fu mai però davvero vacante. La coltivai e di sogni arricchii, volando sulle ali della fantasia per non ammettere a me stesso di soffrire soltanto di gravissima, pressoché incurabile melanconia.

Ma la vita mia non volò del tutto via, la riafferrai al volo malgrado avessi ricevuto molti pugni in faccia, sì, in volto. Ho scritto in volto, non in volo! Hai capito? Altrimenti, a te voleranno! Ti perdono. Sarà per la prossima volta.

Dopo tantissime batoste, dopo essere stato inviso, schiaffeggiato in viso solo perché proposi generosamente il mio “bel”, pulito faccino, dopo aver ricevuto millefoglie, no, mille torte in faccia, so ancora ammirare un roseo tramonto. In quanto sono romantico e non mi arrendo al primo colpo. Al millesimo, però, sì. Grazie al c… o, ti hanno spaccato pure il setto nasale e non riesci/o più a respirare.

Strozzato dagli aguzzini, non mi darò al pugilato per guadagnare du’ lire. Non m’indebiterò con gli strozzini e non mi lascerò mai più asfissiare nel cuore dagli uomini poveri d’animo. Ché fanno tanto, per l’appunto, gli estetisti e i moralizzatori etici delle vite altrui ma andrebbero, in modo poco amorevole, bensì amorale, sol che ripuliti e puniti come dei “bravi” bambini.

Combatterò come un dannato al fine di non mollare. Anche se, come tutti, a causa del fegato amaro, qualche volta verrò afflitto da flatulenza e, reagendo male dinanzi agli attacchi più volgari della gente pusillanime e sfrontata, sarò nuovamente aggressivo e a tutti ne mollerò tante. In quanto sono un lottatore anche se in passato mi diedero solamente la patente di sfigato. Non solo addirittura di iellato, eh già, bensì pure di iettatore. Che disdetta. Che disfida di Barletta! Mangiamoci una barretta!

Ma io gusto il mio caffè bollente e macchiato caldo in un tranquillo baretto, standomene isolato. Macché! Sono adesso ben accompagnato. Giammai barai ma la mia lei è più bella di ogni sexy barista. Lei adora la schiuma del cappuccino. Amò un uomo di Bari?

Sì, meglio i cappuccini ai finti monaci e alle foche mon(a)che.

Come una saetta fui dalla beltà più suprema ancora folgorato. E, innatamente illuminato e innamorato, ora ho ancora acciuffato la venustà dolce del tempo mio perduto che, nei baci cremosi e zuccherati dati con parsimonia alla mia lei stupenda e per voi inarrivabile, rende ogni mia giornata veramente deliziosa, sfarzosa e profumata.

Lei è adorabile ed adora che io non usi nessun profumo. Affinché, nudo e crudo, le emani il mio naturale odore anche se non sempre gradisce i miei disgustosi, repentini cambiamenti d’umore. Ma è il mio intoccabile, inviolabile amore!

Come fui io da iddio creato e da madre natura partorito, in verità da mia madre e basta, rimango un uomo puro che, nonostante tempo addietro fu(i) fanatico dell’onanismo ché credetti sarebbe stato per me imperituro, cioè fui un idolatra quasi “laringoiatra” degli atti impuri, penso/ai pure al mio sopravvenente, difficile futuro anche se non sempre cammino/i con aria sicura.

Sì, il cammino sarà ancora lungo ma intanto buttiamo della legna nel camino poiché stanotte desidero che io e la mia lei verremo… scaldati alla faccia di cazzo di tutte le fighe di legno. Il mio è di marmo.

Proteggerò il mio amore con la scure e non più cadrò nell’antro, oh sì, miei bei tenebrosi, della tristezza più oscura.

Sì, spesso la vita si rivela una fregatura. Cosicché non risulta sempre gustosa come un’ottima confettura.

La vince chi la dura anche se Umberto Bossi pensò che a vincere sarebbero stati i leghisti… ché ce l’hanno duro! Salvini invece perderà le prossime erezioni, no, elezioni. Allora, per lui bisognerà comprare solo molte salviette.

Silvia ama i tortelloni con burro e salvia mentre Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi amò soltanto il burro con la Schneider Maria. Giacomo Leopardi amò Silvia ma Silvia forse andò con uno co’ più soldi, cioè il Berlusconi Silvio di turno, sì, di quell’epoca tanto decantata quanto, come voi tutti, andata/i a puttane.

Scusate, ho scritto male. Volevo dire… come quasi tutte. Eh sì, ci sono anche le lesbiche e sono la maggioranza. Ah ah. Fidatevi, uomini di spirito. Ah ah.

Qui è tutta una ruffianata, tutta una leccata di culo per arrivare… non solo in quelle zone basse. Su questo statene sicuri. Avete sfondato! Siete dei mafiosi siculi! Andate con le lupe, usate anche la lupara!

Sì, perché tutti vogliono arrivare in alto e allora si prostituiscono, delinquono, non conoscono neppure l’italiana Lingua ma se ne sbattono… delle più sporche bassezze. Che schifezza! Insomma, diciamocela! Zucchero è un grande.

E io invece? Io sono quel che sono. Spesso non sono. In quanto Amleto e, se non la finisci di rompere i co… i, te meno! Carmelo Bene girò, non so se benissimo, Un Amleto di meno, io invece girerò la nuova versione dell’Amleto di Franco Zeffirelli. La mia lei mi ama in maniera disinteressata e gratuita. Vorrei darglielo, no, darle di più. Ma non ho i soldi per comprarle uno zaffiro. A voi ne darò quante ne vorrete. Botte a tutt’andare.

Ohibò, borbotto e do di matto! In quanto sono Mad Max come Mel Gibson, vera Arma letale di testa dura.

Morale: è uscito in Blu-ray il bellissimo Dragged Across Concrete. Acquistatelo e non rompete le palle!

Infine, ricordate: in questa vita siamo tutti impazziti. Nella prossima, non succederà. Anche perché di vita ce n’è una sola. Chi crede a dio è un povero idiota!

Dunque, godetevela fin in gola!

 

di Stefano Falotico

Cambia il Cinema, cambiano le mode, cambiano i sex symbol, siamo passati da John Lennon a Norman Reedus, gli altri cambiano le ragazze, loro li cambiano, cioè li effeminano, io purtroppo non sono cambiato, presto morirò o forse mangerò una brioche


20 Nov
Non cercate sul vocabolario la parola troione poiché, in italiano corretto, non esiste. Guardate questo qui e avete già capito tutto.

Non cercate sul vocabolario la parola troione poiché, in italiano corretto, non esiste. Guardate questo qui e avete già capito tutto.

Che io mi ricordi, sono sempre stato un diverso. Un menefreghista assoluto del sesso reale.

A tredici anni, le ragazzine sceme, a scuola con me, andavano matte per gentaglia come Luke Perry e Jason Priestley di Beverly Hills 90210. Di lì a poco, sarebbe iniziata l’altra mega-puttanata di un’altra serie per pubescenti frustrati, corredata di cinquemila puntate, ovvero Melrose Place, epigono pure peggiore del capostipite e campionario di bellocci da mettere sul comodino e spolverare come Elisabeth Shue, la sorella di Andrew, uno dei protagonisti dell’appena menzionata, semi-adolescenziale cagata sesquipedale.

Sì, con la Shue serve un panno con l’alcol per disinfettarla dall’animalità che scatena, sì, è una gatta che fa le fusa e sa rendere gli uomini confusi. Sì, gli uomini sono dei cani, abbaiano. Infatti, vedendola, si allupano e sporcano di acari dopo aver insudiciato il fazzoletto, ululando.

Al fratello di Elisabeth, invece, come dicono a Bologna, servirebbe solo una ripassatina su quella testolina.

Sì, so che siete scioccati da quello che dico. Mica tanto. Chiedetelo a uno di Facebook che non avrebbe mai sospettato che un tipo apparentemente timido come, eh già, una settimana fa in piena notte lo fece sobbalzare quando in chat lo aggredii con una potenza vocale da orco. Sembrai il cantante Mario Biondi. Credo che, assalito in questo modo, il giorno dopo comunque, il malcapitato se ne sia fregato, mangiando nuovamente il Buondì.

Credo sia ancora traumatizzato ma guadagna parecchio col suo lavoro, quindi finché la sua panza andrà, non vi saranno psichiatri a incularlo a dovere.

È quello che si andò a cercare. Io sono uno che vuole vivere appartato, oramai lontano da tutti. Anzi, esco e incontro gente solo per sentirmi uno zombi come gli altri. Fa ridere? Sì, è un’umanità di morti viventi. Anzi, di scimmie. Parlano solo di chi s’inchiappetterà chi e dell’abito migliore da indossare per far sì che l’ingroppata sia dissimulata con più eleganza dietro un vestito di Armani.

E arriviamo dunque a Norman Reedus, divenuto famoso con The Walking Dead.

Norman Reedus è il classico esemplare di debosciato che, dopo aver lavorato con Carpenter per Cigarette Burns, è poi divenuto più scemo di quello che sospettai dopo averlo visto in The Boondock Saints.

A dire il vero, già in Dark Harbor (film che vidi solo per masturbarmi su Polly Walker quando mostra tutto il suo ambaradan nella scena in cui è sdraiata a letto con Alan Rickman), la sua voglia… di fare il Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi c’era già tutta.

Sì, come Marlon nel film di Bertolucci, il suo personaggio non ha nome ma è belloccio. E lui se la tira da ragazzo perso con pose da maudit. Più che altro da drogato e basta. Comunque, sempre meglio del marito di Laura Chiatti, Marco Bocci. Uno che mi fa girare le palle e va quanto prima bocciato prima che c’ammorbi con altre sue incursioni cinematografiche.

Pensasse piuttosto a dar da mangiare a Laura, ultimamente la vedo sciupata.

Dopo il suo cortometraggio improponibile, Incline al benessere: forse perde la salute cercandola, già orripilante a partire dal titolo, infatti, dopo salute ci voleva la virgola, fra pochi giorni il Bocci uscirà con la sua prima regia nel lungometraggio. Cioè col film A tor bella monaca non piove mai.

Ho detto tutto. Oggi, Marco fu ospite in tutte le radio nazionali. Ove, per l’appunto, pubblicizzò questo suo film coming soon. Aggiungendo:

– Mia moglie è figa ma, quando vado in giro, essendo pure io figo, le donne che incontro per strada mi chiedono di metterle incinte.

 

Secondo voi è presentabile uno spermatozoo del genere?

Mah, tornando invece a Norman, io a questo qui non darei nemmeno da recitare la parte di Franco, interpretata da Franchi Franco, in Ultimo tango a Zagarol.

Sì, in tale succitato film, Franchi riesce a emanare persino un fascino da Alain Delon nonostante sia uno zotico mai visto.

Reedus, invece, che adesso sta spopolando col videogioco Death Stranding, più che ad Alain Delon, assomiglia all’icona del beota finto-maledetto che piace tanto, per l’appunto, alle donne di ogni età.

Sì, se uno piace a molte donne, non è bello. La maggior parte delle donne sono ritardate.

Reedus piace alle meridionali da cognomi come Sorrentino, Bertacci, Berarda, Bernalda, a nordiste con cognomi come Messaggino, Massaggiata, sì, non conoscete Susanna Massaggiata, famosa personal trainer che tutti li assaggia grazie all’edonismo palestrato del suo culo sempre a novanta che ama, col movimento basculante delle natiche, servirvi la frittata?

Sapete che i piedi di Norman puzzano? Che forse puzzano più di quelli di John Lennon? Un altro che fece impazzire migliaia di donne negli anni sessanta, cantando canzoni più mielose di quelle del Coro dell’Antoniano.

No, non ebbi e non ho nulla a che spartire con l’umanità.

Pensate che a me fa pure schifo Diane Kruger. Cioè la moglie di Reedus. Voi dite che è bona.

Che cazzo volete dire con bona? Ma smettetela. Bona è la marmellata, una donna al massimo può fare le torte di mele…

Queste, sì, che fanno leccare i baffi. La Kruger, secondo me, dovrebbe mettersi assieme a Freddy Krueger.

Un uomo che saprebbe bene come servirle lo strudel.

Io sono un tipo da Clint Eastwood. Con la differenza che Eastwood scopava molto, io dopo le prime volte, capii che la mia scelta d’isolarmi, già a tredici anni, fu quella giusta.

La ragazza che mi fotté pure la follia che sempre mi contraddistinse, cazzo, ci rimase malissimo dopo che le sparai nel grilletto il mio Ispettore Callaghan.

Poi, qualcuno mi disse che impazzii dopo aver fatto sesso perché lei non era adatta a me. E mi persuase a trovarne un’altra.

Sì, di pazzia in pazze e vai di foll(i)a.

La trovai.

Abbiamo visto i risultati.

Ricoveri psichiatrici, sedazioni, psicofarmaci, cinquemila libri da me partoriti e la freddezza che ho oggi.

Pari, appunto, a quella di Clint, specialista delle freddure. Lui le spara di brutto.

Sì, una donna viene da me e, peraltro, vorrebbe venire con me:

– Sai, sei bello.

– No, non lo so e non lo sono. Tu, comunque, non avrai il mio pisello. Vai adesso a cucinare pasta e piselli.

– Sei un fallito e un coglione!

– Sì, ora però vai anche a preparare la besciamella.

 

Al che, se uno solo mi fa una smorfia, divento Bob De Niro di The Irishman.

Sento dire che Joker sia un film puerile. Puerile sarà quella zoccoletta di vostra sorella.

Joker è un capolavoro. Se lo considerate puerile è perché vi piace la fighella e venirle bene nel buco come una cremosa ciambella. Sì, è così. Non è altrimenti spiegabile. Sì, la figa o il cazzo, se siete donne, appartengono alla stimolazione dello stimolo vitale. Quindi, in teoria, anche se non ne disponete, v’illudete che potrete avere in futuro dei carnali godimenti poiché in voi c’è l’Eros. Ovvero lo slancio e la passionalità che spinge…

Io amo il Thanatos. Come Fleck, ho solo pensieri negativi. Infatti, mi piace dire la verità alle persone. Uno, per esempio, mi contatta e mi dice:

– Sono felice, ho trovato l’altra mia metà.

E io:

– Sì, mi fa piacere. Sì, sono sincero. Pensa però che lei potrebbe morire di Cancro e la tua felicità finirà per sempre.

– Perché dici questo?

– Potrebbe accadere. Oppure, lui o lei farete un incidente mortale e rimarrete invalid(ati) a vita. Tu l’ameresti anche sulla sedia a rotelle? Lei ti amerebbe se non avessi più il tuo faccino da culo?

– Sei un mostro.

– No, sono realista.

 

In verità, Arthur Fleck altri non è che Tom Stall di A History of Violence.

Buono e caro finché non lo aggrediscono. Poi, dall’inconscio (prima lezione di psichiatria), ritorna la furia sedata dall’ipocrisia. Perché Tom Stall è cattivo, lo è sempre stato, anzi, è qualcosa di disumano e terrificante.

Adesso, per piacere, voglio gustare un cornetto alla crema.

Quello che gustò, fra l’altro, in maniera fragrante, tua moglie ieri sera ma non con te…

Nemmeno con me.

Ve l’ho detto. Alle dolcezze, preferisco le scemenze.

Qui sotto, potete ammirare Marilyn Manson col bambagione di cui v’ho parlato nelle righe precedenti.

Il mondo è cambiato.

Un tempo, questi due sarebbero stati internati a Shutter Island, adesso se lo danno pure a vicenda.

Non so se anche a Vicenza.

Questo mio scritto è disgustoso?

Ah sì?

Vi accontento, subito, ora regredisco al vostro livello, ecco una poesia migliore di quelle di Ugo Foscolo:

i fiori sbocciarono nel mattino ove la rugiada si rifletté nei tuoi occhi di giada e tu, quando calerà il tramonto, sognerai speranzosa come Rossella O’Hara ma ricorderai che tuo marito, ieri notte, scopò Yara e dunque, via col vento, stanotte per te, oh, dolce amata cornificata e dunque resa nell’anima amara, prevedo un’altra insonnia pesante, eh sì, mia cara. Ti alzerai dal letto in maniera leggiadra, ti recherai in cucina ove leccherai tutta la cioccolata e canterai sottovoce, sin a luce del giorno inoltrata, Albachiara.

 

Sì, diciamocela. Che cazzo campo a fare?

Rispetto a me, siete dei poeti. Sì, della minchia e dello sticchio.

 

di Stefano Falotico

Norman+Reedus+Tribeca+Talks+Tribeca+Games+AjKpHPeUtN6l

marilyn manson norman reedus

I migliori film sull’istituzione scolastica – I soliti (ig)noti


22 Jun

prima notte di quiete delon

Il film Arrivederci professore di Wayne Roberts con Johnny Depp non è un grande film ma non è neppure così disdicevole e da buttar via.

Trattasi di operetta sorretta dal carisma di Johnny Depp.

E sul Depp vorrei finalmente chiarire un punto importantissimo che spesso ai più sfugge.

Stiamo parlando di un attore vero che non ha frequentato però nessun Actor’s Studio. È un talento istintivo immediatamente scoperto per fortuite circostanze e per la sua naturale, incontaminata intraprendenza assai coraggiosa. Sottolineata inoltre dalla sua iniziale carriera all’insegna di ruoli sdruciti come i jeans di un novello James Dean (Dean forse in vita sua mai lesse una novella), ruoli smaccatamente iscritti alla sua genetica fisiognomica da eterno adolescente, un po’ efebico e molto dionisiaco, simbolizzazione della rabbia tormentata del giovane, appunto, leggermente sbandato ma dall’anima intattamente romantica.

Fu istradato, come scrissi qualche giorno fa, alla carriera cinematografica nientepopodimeno che da Nicolas Cage. Sì. E se, da Nightmare alla particina incisiva in Platoon, da Kusturica a Tim Burton, il passo fu brevissimo più di un fulminante lampo, il Depp è uno dei pochissimi attori nella storia, oserei dire, che a soli trentatré anni, l’età in cui Cristo morì, ascese consacrato ad avere il nome del personaggio da lui interpretato, ovvero Donnie Brasco, nella bellissima pellicola omonima di Mike Newell, sceneggiata da un Paul Attanasio in stato di grazia. Uno dei pochissimi a cui fu dato il permesso di recitare con mr. Corleone e Scarface/Carlito in persona, Al Pacino.

Vorreste correggermi? Donnie Brasco è uscito nel ‘97 e dunque, essendo Depp nato nel 1963, aveva 34 anni all’epoca.

Sì, ma le riprese iniziarono molto prima e Depp, per questo film, per tale ruolo suddetto e sudato, sicuramente il copione l’avrà ricevuto, almeno, l’anno prima.

Quindi ho ragione io. Erano 33 come gli anni di Cristo. Tu invece hai ottant’anni e manco hai mai visto Donnie Brasco.

Fra l’altro, non vorrei infamarti, vecchiaccio della malora, ma secondo me non hai mai visto in vita tua neanche una Winona Ryder nuda. Nemmeno nei film con lei protagonista.

Su questo non posso obiettare. E dove potevi vedere Winona nuda? È l’attrice più pudica del mondo.

La massima scena di sesso che s’è concessa, in mezzo déshabillé castigatissimo, è stata in The Iceman.

Ma si rivestì subito perché Michael Shannon le fu appunto freddissimo. Eh già, come fredda lui Uomini e donne da De Filippi, cioè merde mai viste, nemmeno un cecchino.

Poi Winona, con estrema parsimonia, elargì qualche reggiseno di qua e di là ma Gary Oldman, ne il Dracula di Bram Stoker, in versione mostro-licantropo s’ingroppò l’amichetta ignuda.

Ma siamo sicuri che il Dracula di Coppola sia uno dei film d’amore più puri della storia? Forse sì, il Nosferatu di Oldman ci dà senza badare a fedeltà coniugali, spinge in forma, diciamo, maledetta.

Roba che Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi è un mon(a)co.

Peraltro, prima di sbarcare a Londra, se ne stette nel castello dei lupi da Frankestein Juniorlupo ululi lupo ululà con tre pezzi dell’Ubalda fra cui Monica Bellucci, una sempre andata forte a tette.

Sì, praticamente Hugh Hefner.

Detto ciò, Arrivederci professore vale il prezzo del biglietto anche per Rosemarie DeWitt. Donna spesso racchia ma che, in questo film, coi suoi tailleur finissimi in più di un’occasione me l’ha fatto diventare ritt’.

Dunque, arriviamo a Scent of a Woman, film iper-retorico che, a differenza di quello che potrebbe sembrare dal titolo, non è incentrato tanto sul profumo femminile, bensì sulla castrazione psicologica di un ragazzo buonissimo, lo studente in erba di una scuola prestigiosa mentre gli altri coetanei del suo paese stanno solo a cazzeggiare in cortile, fra porchette e parchetti in eterne pause molto cretine più che ricreative, fumando l’erbetta con le sciocchine.

Al che, ad Al Pacino girano i coglioni e fa piazza pulita di tutti gli imbroglioni. Ecco, davvero vogliamo che i Philip Seymour Hoffman della situazione, questi futuri panzoni pieni, oltre che di carne di maiale nel cervello come in Onora il padre e la madre, nel fegato marcio, si arroghino il diritto, un domani, di essere dei porcellini in parlamento?

Questi qua sono delle serpi. Sono quelli che oggi, sotto profili anonimi, si scatenano sotto i video sexy di YouTube a scrivere oscenità triviali e pazzesche alle donne scosciate più sensualmente allucinanti, eppure fra solo un paio d’anni saranno rettori di una cattedra universitaria.

Ho detto tutto.

Ci vorrebbe Sean Connery di Scoprendo Forrester… Sean, il protagonista de Il nome della rosa.

Da cui, ragionando di semantica da Umberto Eco, il parallelismo con la celeberrima poesia di Walt Whitman, Carpe Diem, recitata sino allo sfinimento da Robin Williams de L’attimo fuggente:

Cogli la rosa quando è il momento ché il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà.
Infatti, Robin Williams vinse l’Oscar per Will Hunting ma poi cadde in depressione.

Anziché fare la fine del suo personaggio ne La leggenda del re pescatore, si rifiutò di seguire le cure farmacologiche, a base di neurolettici immondi, prescrittigli dai nuovi lager nazisti, ovvero i pedagogici, come no, centri di salute mentale.

Fece benissimo, quando una vita è distrutta, le compressioni e i buonismi consolatori non servono a nulla. Se non a renderti più rimbambito del demente che la vita, con le sue botte tremende, ti rese. Meglio la resa alla resistenza, fidatevi.

Peraltro, io non ho capito l’incoerenza del personaggio di Depp, Richard, in Arrivederci professore.

Prima va nel pub con pubescenti che, se non realizzeranno i loro sogni, diverranno materia di studio per un film di Todd Solondz, beve birra in loro compagnia, fa l’occhiolino alla barista sfigata e dopo un minuto se la fotte in maniera screanzata e villana nel bagnetto.

Dunque, gli vengono i sensi di colpa moralistici e, prima di morire di cancro, recita l’ultimo predicozzo ai suoi allievi.

Dicendo loro che la vita è tutta un porcile, una puttanata.

Infatti, non essendo questi ragazzi figli di giornalisti affermati o figli d’arte, cazzo, saranno fottuti.

Questa è la verità.

Il resto è retorica.

Prendete ad esempio Paul Giamatti de La versione di Barney. Diventa Innamorato pazzo come Adriano Celentano per la sua Rosamund Pike. Lei però lo tradisce con tutti, pure col miglior amico.

E Giamatti, dopo mille poesie leopardiane, dopo aver ammirato la sua Rosamund leopardata, perde ogni grinta leonina, nessuna pecorina con lei fa più ma viene messo a pecora dall’inculata bestiale.

E da Giamatti diviene matto e basta. Bastonato!

Che poi… anche se non sei esteticamente fantozziano come Giamatti ma un figone come Ben Affleck, la Pike ti combina lo stesso casini della madonna.

Basti vedere L’amore bugiardo – Gone Girl.

Mah, a me non convincono neanche quei maschi critici di Cinema che si dichiarano, oltre che ben pagati, felicemente sposati e appagati. Non sono mai soddisfatti, diciamocela.

Sì, nelle loro recensioni inseriscono sempre battute piccanti sulle Edwige Fenech di turno.

Dunque, non sono credibili in merito alla loro esegesi non solo cinematografica, bensì rispetto a quella… riguardante il loro sguardo oggettivo della vita.

Detta come va detta, sono uomini che hanno fatto flop.

Quindi, se il critico della minchia sostiene che Kubrick sia universalmente, imperituramente superiore a Cronenberg, lo ficchiamo subito all’Overlook Hotel e poi mi dirà…

Sì, Cronenberg è un genio, Kubrick era solo un misantropo.

Di mio, che posso dirvi?

Sto antipatico a tutti, soprattutto a me stesso.

Io non mento mai, nemmeno se fossi Alain Delon.

Ah che guaio se un giorno lo diventassi.

Avrei l’anima spaccata in due. Allora davvero non ci capirei un cazzo.

Sapete la verità?

Questa disgrazia è successa e sarà La prima notte di quiete…

Parola di Michael Douglas di Wonder Boys.

Che poi… anche quel brutto detto italiota… ah, se non studi, farai il camionista.

Non c’è mica niente di male a fare il camionista.

Prendiamo Stallone di Over the Top. Un filmetto e in questo filmetto Stallone, indubbiamente, non interpreta la parte di uno laureato alla Bocconi. Ove peraltro i professori imboccano le studentesse più ingenue.

Però, uno come Stallone, uno con la faccia da zotico camionista, come dicono i grandi acculturati del cazzo, non si sarebbe mai sognato di commettere e perpetrare bassezze oscene, a differenza di quello che nonnetti radicalchic sono invece capacissimi di combinare. Speriamo non più, eh eh.

Ah, il nonnismo!

E mi pare giusto che Lincoln Hawk, il falco… della notte, abbia a codesti impostori dato una lezione di vita da spezzare loro il braccio e anche qualcos’altro.

Sì, siamo stanchi di questi tromboni che vanno a dire in giro che sei un ignorantone come Stallone, da costoro reputato un uomo e un attore di merda, gli stessi che esaltano la “folle” classe recitativa di Jack Nicholson ma hanno sempre avuto un piccole problema di comprendonio.

Loro nella vita non sono stati né Stallone né Nicholson. Capisc’?

Semplicemente non sono stati nulla. E la finissero pure di esaltare I soliti ignoti. Sì, grande film ma poi questi nella vita vogliono essere notissimi, danno al prossimo perennemente delle note, giocano di super-cazzole da Amici miei pericolosissimi.

Che tristezza di gente, ragazzi.

 

di Stefano Falotico

Preferirò sempre Clint Eastwood a Bertolucci. Ce la vogliamo dire? Bernardo non era un granché


29 Nov

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Sì, ecco che la sparo grossissima.

Bernardo Bertolucci è stato sopravvalutato.

Un uomo di Parma, ove mangiava già il prosciutto crudo e, tra un affettato e l’altro, aveva sviluppato un carattere affettatissimo, con tanto di r moscia da commendatore. Quindi, approdò a Roma, ove si esibì come poeta e scrisse per Sergio Leone, tra una matriciana e l’altra, una matrona e una fontana di Trevi, la sceneggiatura di C’era una volta il West, alleggerendo la rustica poetica leoniana nel magnificare liricamente le forme di Claudia Cardinale con una penna deliziosamente delicata.

Mah, questo Bernardo, in più di cinquant’anni di carriera, non è che poi abbia diretto tantissimi film, eh.

Alcuni dei quali sono sovrastimati in maniera pazzesca.

Sì, visto che erano periodi in cui fermentava l’anticonformismo, ovviamente un film come Il conformista poteva essere molto amato.

Quindi, Ultimo tango… film sul maledettismo, con molti cliché un po’ vecchiotti. Con quest’innominato Marlon semipelato che la pela alla Schneider, ottima patata per i canoni dell’epoca.

Sì, mio padre sostiene che a quei tempi tutti i maschi andarono a vederlo perché non potevano usufruire, a differenza di quel che avviene e “viene” oggi, del porno catodico-internettiano. E solo qualche an(n)o dopo sarebbe andata di moda e di monta Edwige Fenech.

Erano tempi di repressione sessuale immane. Tempi nei quali si aspettava che Laura Antonelli salisse sulla scala per far salire qualcos’altro di malizia…

Capirai che roba…

Sì, gli uomini di quell’era ipocritissima avrebbero poi tutti vissuto tragedie da uomini ridicoli. Strozzati e castrati dal matrimonio e poi negli anni novanta a idolatrare, col linguino di fuori, le vallette di Berlusconi, in un’apoteosi farisea di peccati carnali mai confessati ma solo televisivamente, fantozzianamente sognati. Sogni mostruosamente proibiti…

L’ultimo imperatore è un polpettone interminabile dieci volte peggio di Kundun e Silence.

Sì, appena giravi un colossal “epico”, ti davano l’Oscar. Un film che fa venire due palle enormi, altro film filocomunista abbastanza didascalico, più di Novecento, film della durata di cinque ore e diciassette minuti che, se resisti alla sua visione integrale, ti fanno piccolo Buddha.

Ne vogliamo parlare poi di Io ballo da sola? Con Liv Tyler, la figlia del cantante degli Aerosmith.

Sì, se una ragazza, al pari di Liv, soffriva di strabismo di Venere, l’ottica Avanzi le regalava in omaggio, dopo che costei pagava gli occhiali per allineare la convergenza-divergenza dei bulbi oculari, il film Un corpo da reato. Film nel quale davvero Liv Tyler è bona forte e rese tutti gli uomini ciechi… sì, l’ottica Avanzi è come se, con questo dono, avesse detto alla ragazza a cui fu elargito: non saranno un paio di lenti a renderti bollente come Liv, stai in occhio quando i ragazzi ti schiveranno perché induci loro a farti i malocchi.

Sì, anche John Malkovich è strabico ma ci vide molto bene quando Debra Winger, ne il Tè nel deserto, le offrì la sua “bevanda calda” molto liquida…

John strabuzzò la vista e, arrapato al massimo, adottò una strategia del ragno.

No, Bernardo non era un regista di ampie prospettive visive. Era solo ossessionato dal pavoneggiarsi come contestatore pur avendo più soldi di Benetton.

Molto meglio Clint Eastwood, un texano dagli occhi di ghiaccio.

Sì, lassù Bernardo, assieme a Marlon Brando, leggerà questa mia stronzata. Lui e Marlon si guarderanno in faccia e penseranno: questo Falotico è proprio uno spasso. Ah ah.

 

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di Stefano Falotico

The Score: i vostri patetici omaggi e attacchi a Bertolucci, sono Marlon Brando/Kurtz


27 Nov

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Credo che, ieri, dopo la morte di Bertolucci, abbiate toccato davvero il fondo.

Innanzitutto, partiamo da quelli che si atteggiano a intellettuali. Penosi, ridicoli. Cosa vuoi che ne sappiamo questi babbei, laureatisi al DAMS, ove si sono esibiti davanti al professorino, recitando pappardelle a memoria, apprese su Bignami del Cinema per neonati.

Ecco allora che abbiamo il critico in erba, che si crede rinomato, che riempie e infarcisce la sua bacheca di Facebook con tutti gli omaggi di altrettanti critici, più vecchi di lui ma che sono rimbambiti, rispetto a questo giovinastro già rincoglionito, almeno per colpa di aver vissuto davvero le “rivoluzioni”.

Dunque, il suddetto omuncolo, copia-incolla le parole di Emanuela Martini. Sì, un’eterna strega di Benevento dai capelli vermigli che ha leccato il culo a chiunque nella sua carriera “giornalistica”, osannando a destra e a manca. Il cui regista preferito è Scorsese, il quale però non la chiamerebbe neppure nei panni di Vera Farmiga, una rossa di fuoco, fra cinquant’anni. Sì, se Scorsese dovesse campare ancora, oppure dall’alto dei cieli volesse filmare assieme a Dio un altro film arrabbiato e intendesse realizzare il sequel del suo film più brutto, ahinoi, oscarizzato, quello di The Departed con la Farmiga oramai imputridita da una senile apparenza mostruosa, sì, forse potrebbe scegliere Emanuela Martini. Dandole il contentino di apparizione terrificante. Con Mark Wahlberg però che, dopo cinque minuti dall’inizio di questo sequel “paradisiaco”, ammazzerebbe la Martini, silenziando ogni altra sua ruffianeria omicida.

Queste le sue testuali parole, direttamente dal Torino Film Festival:

un visionario, un intellettuale, soprattutto un sognatore. Bernardo Bertolucci, dopo la rivoluzione, ha fatto il cinema come non immaginavamo più di farlo: più grande della vita, e per questo capace di restituirci tutta la vita, e la Storia, e la memoria, e il futuro, nella loro profondità.

 

Sì, la caccia alle streghe nel Medioevo è stata un’atrocità quasi quanto i lager nazisti, ma con la Martini io sono un inquisitore che l’arderebbe al rogo. Hai stufato! Ecco, or ti ficco nella stufa!

Sì, la Martini, colei che, anziché scrivere critiche, fa apologie elegiache su tutti i “grandi”. Per una retorica peggiore di Vincenzo Mollica.

Alla Martini, si accoda quell’altro demente di Roberto Benigni. Uno che ha esordito col fratello di Bernardo, Giuseppe. Berlinguer ti voglio bene. Un “mostro” che ha evitato il manicomio perché la RAI lo pagava per fare il clown da circo. Un altro che si è sempre professato di Sinistra e per un’ospitata, appunto, in tv ove recita Dante Alighieri, mischiandolo a battutine da Littizzetto, si cucca 5 milioni di Euro al minuto. Per dati Auditel di un’Italietta che applaude. Perché in Italia tutti pensano che Berlusconi sia un maiale come Liam Neeson de La ballata di Buster Scruggs, ma in fin dei conti sperano di farsi pubblicare dalla Mondadori. Vedi Daria Bignardi…

Che invasioni barbariche! Ma sono uomini e donne da Risorse umane. Infatti, qua da noi va forte un altro cazzaro, Paolo Virzì. Uno il quale afferma che chi oggi vota 5 Stelle è uno che fa così per rivalersi di esser stato un asino a scuola. E intanto piazza quell’analfabeta di sua moglie, Micaela Ramazzotti, in tutti i film perché Micaela mica è stata scema. Ha trovato il fesso a cui piace la sua gnocchina per diventare ricotta, no, ricca.

Come se non bastasse, addirittura abbiamo il delirio vaginale e uterino di una super frustrata, tale Ilaria Dondi, una che su un giornale femminista da MeToo si permette di scrivere una porcata immonda di tal livello:

 

nessuna parola può togliere nulla alla caratura artistica e all’arte di Bernardo Bertolucci, però, per favore, spendiamone una per dare valore alle priorità o usiamo la coerenza di non parlare più, indignati, di violenza contro le donne. (Già, di per sé, una frase che grammaticamente e sintatticamente sta in piedi a stento).

 

Perché nessuna pretesa artistica e nessun mostro sacro possono giustificare una scena di violenza reale su una donna. Perché la vittima non è – come è accaduto anche in questo caso, tanto per cambiare – solo un effetto collaterale.

Qualcuno spenda una parola per Maria Schneider, perché negare, nonostante le parole dell’attrice, che ci sia una responsabilità precisa nelle nevrosi, nelle crisi psichiatriche, nelle scelte autodistruttive di questa donna – peraltro in seguito licenziata da un altro set perché si rifiutò di girare scene di nudo -, significa ancora una volta sminuire la vittima o, peggio, non crederle o ritenere la sua la reazione esagerata di un donna in preda all’isteria.

Se oggi qualcuno ha Ultimo tango a Parigi da acclamare e da guardarsi non è grazie al genio artistico di un regista e di un attore. La realtà è che abbiamo il nostro capolavoro perturbatore e sovversivo perché è stato girato sulla pelle di una donna, che oggi in molti tendono a dimenticare.

 

Ecco, il povero Bernardo, in poche righe, si è preso la patente di stupratore, pervertito, misogino e “sciupafemmine”.

Ma andate a dar via, appunto, il culo, e usate anche il burro. I problemi psicologi della compianta Maria non credo proprio siano addebitabili a Bertolucci e Brando.

In fondo, non sono tante, anzi nessuna, le donne che potevano vantarsi di averla data pubblicamente all’uomo più desiderato del mondo, ovvero Marlon.

Se fossi stata in lei, altro che crisi depressive. Mi sarei sentita la donna più figa di tutti i tempi.

Quindi, smettetela!

Ilaria Dondi. Una che si presenta così, secondo voi, è credibile come donna? Scrivere delle storie degli altri è un modo per raccontarsi restando nascosti.

 

Innanzitutto, prima del gerundio ci vuole sempre la virgola. Regola basica dell’Italiano. In molti articoli e libri non compare, ma sbagliano. Tanto in Italia ce ne si fotte della “lingua”. Siete tutti “intellettuali”, sì, con la parlata da Christian De Sica fra una porchetta e l’altra.

Poi, cos’è questa: una guardona? Storie degli altri… per raccontarsi, restando nascosti.

Ora, mi segno la stronzata.

Perciò, la smettesse, costei… di farsi i cazzi altrui.

Sì, questa qui è invero Debra Winger, Una donna pericolosa.

Ah ah, ora vi racconto una delle mie.

Quando avevo quattordici e, in piena fase post-puberale, mi tirava come un cavallo, essendo forse l’anno 1993, registrai la prima visione televisiva de Il tè nel deserto.

E me lo sparai. Anzi, me ne sparai tante. Debra Winger, in questo film, è una donna enorme. Un culo stratosferico. Delle gambe magnifiche. E John Malkovich, in mezzo alla sabbia, che fa tanto orgasmo ruvido, gliele palpa in maniera deliziosa. Tanto che quella scena mi spappolò le palle negli an(n)i a “venire”… in modo sfizioso.

Grande passerona, la Winger. Una da mille e una notte, anzi, da Novecento… posizioni. Altro che quella scema di Liv Tyler in Io ballo da sola. E quelle ragazzine eccitate che pendevano dalle labbra di Vasco Rossi nella sua “parodia erotica” del succitato, succinto, ah ah, video di Rewind.

Sì, voi della mia vita non avete mai saputo un cazzo. Quindi, finitela di emanare giudizi moralistici così come, ieri, vi lanciaste in disamine ignorantissime su Bernardo.

Un tempo, allora, in cui ero minorenne e non potevo noleggiare un porno. Internet non esisteva. Le uniche maniere per tirarsi un segone erano due: o corrompevi l’edicolante affinché, “illegalmente”, ti elargisse una rivista con qualche scosciata stimolante, semmai pagandola… il doppio, oppure ti registravi i film con le scene “proibite”.

Che figa divina, la Winger.

E comunque, voi, sessantottini e anche sessantenni finto-trasgressivi avete creato un mondo peggiore di quello che volevate combattere.

Avete per anni, solo manifestando come dei pappagalli, esecrato la borghesia perché da voi, giustamente, demonizzata, in quanto nemica di ogni libertà, soprattutto giovanile.

E i giovani d’oggi sono tutti “malati di mente”.

Ma meglio di voi. Grassi, lardosi, porci e troioni. Unti e bisunti, rancorosi, lendinosi, forse solo lebbrosi.

 

Comunque, voglio buttarla a ridere.

di Stefano Falotico

Il fumo causa ictus e disabilità? I film dolciastri provocano il Cancro al cervello e anche a qualcos’altro, è morto Bertolucci!


26 Nov

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È morto Bernardo, uno a cui piaceva la “Bernarda”. Eh sì, Maria Schneider lui denudò e Marlon Brando col burro bellamente nel cul la ficcò, senza moralismi di “sorca”, quindi Bernardo, anche se perdendo già le rotelle, e forse votando come sindaco di Roma l’allora piacione Rutelli, spogliò quella passerona di Eva Green, regalandoci uno dei seni più immensi delle nostre fantasie erotiche da Dreamers.

E, in Novecento, Stefania Casini tirò proprio gli uccellini di Bob De Niro e Depardieu. Due amici per la pelle, ah, più pelle di così, due con le palle che però vengono da ambienti diversi. Diversi non nel senso… di omosessuali ma di estrazione sociale. E si perderanno per strada perché uno, diventato grande dopo tutto quel pimpante glande, voterà Salvini e invece l’altro Di Maio.

Sì, l’Italia è sempre stata un casino! Un luogo catto-borghese insopportabile. Ove tutti si professano professori ma hanno solo comprato i pezzi di carta, ominicchi sani e santi ma in realtà io vi dico che sono dei puttanieri tremendi. E Bernardo, uomo troppo elevato per stare in mezzo ai campagnoli bugiardi e alle zoccolone da Berlusconi, girò L’ultimo imperatore.

Tutto quel sesso trasgressivo gli diede alla testa e ai testicoli, e dunque ascese al buddismo con Il piccolo Buddha.

Uno dei suoi grandi sogni era realizzare un film intitolato Paradiso e Inferno ma forse, Bernardo, dantescamente, finirà in Purgatorio. Fra gli scomunicati perché morì in contumacia della Chiesa cristiana. Responsabile, con patti lateranensi traditi a piacimento, di aver censurato Ultimo tango a Parigi.

Eh sì, Bernardo aveva du’ coglioni così. Diceva la verità su questo mondo ipocrita e sessuofobo.

Spingeva!

E anche io dico la mia.

Io fumo tre pacchetti di sigarette al giorno. Anche di più. E me ne frego dei vostri salutismi del cazzo.

Non sopporto i film smancerosi e i luoghi comuni. Chi ascolta Zucchero non ha il diabete alle orecchie e, vi posso garantire, che se uno ama Bryan Adams non significa che sia un ricchione.

Non amo, insomma, le romanticherie e le falsità, poiché come Bernardo io sono un grande romantico.

E, come Marlon, incontro una donna. Lei, per far colpo su di me, mi dice di avere tre lauree e di chiamarsi Laura.

Io le rispondo che non voglio sapere nulla della sua “aura”, delle sue credenziali e dei suoi attestati. Non è da un titolo di studio che si giudica una donna.

Una donna la si giudica in maniera “innominabile”. Se è generosa e appetitosa e non rompe i marroni con moralismi morbosi.

Forza, succhia.

 

 

di Stefano Falotico

Com’è cambiata la società – “Evoluzione”, da James Dean a James Deen, il pornoattore


13 Oct

Eh sì, inutile fare delle “dietrologie”, il Mondo “progredisce”, abominevolmente indietro, in una corsa all'”oro” (spermatico) che disgusta, di seme virtuale “sente” ed è sempre meno senziente. Gli scemi…
Dal “bruciato“, vividissimo James Dean, “icona” innanzitutto dei pugnaci valori puri giovanili, a tutti i scardinati “tabù” di un “Net” al WC

Oramai siamo “sovrappopolati” d’immagini davvero “soffici”, di “cum” e videocamerine piazzate nelle zone “proibite”, poi “mandate in onda” nella diretta del web.

Impazza, come dico io, la follia, e ti “sbattono” in faccia un’immondizia di carne “macellata”, nell’esibizionismo ove anche il più primitivo omuncolo può vantare il suo spazio di “celebrità”, Perché “accontentarsi” di 15 minutes alla Andy Warhol, quando può “dilatarli” e “soddisfarla” a “30” in versione hard?

Come siamo arrivati a tutto ciò?
Grazie al conformismo dell’idiozia di massa.
A un certo punto, (c’)inventano questo “bel” strumento e la “connessione” del “Tube” catodico e scatologico.

Così, da “semplice” mezzo informativo, il “sistema” si propaga “capillarmente” di capillari “venosi”, di pene eretto, di donne denudate… che basta un “click” su “Enter” per confermare che hai la maggiore età, senza neppure “accedere” con la credit card. Quindi, “puoi guardare ma (non) toccare” (versione avvocato del diavolo di monologo pacinesco da “diabolico” delirio “onanista”) quel “croccante”. La patata di Siffredi va “salata”. Perché le sue “donne” sono “modelle” da “insalate”.
Sì, oltre il “piccante”, oltre i limiti dell'”umanità”. Anche Rocco ha la sua età, e ha ancor più “gatte da pelare”…
Fino a una ventina d’an(n)i fa, questo c’appariva improponibile, tanto che le pellicole “normali” venivano censurate solo perché mostravano un ardito “semiculo” nel “semi(nar)duro”.

Bertolucci fu “ritirato” solo per il “burro”, nell’ipocrisia terribile di un’Italia tremenda, che “arse” i suoi ultimi tanghi.

Che “fango” sulla pelle. Che “ritocco” a ringiovanire…, che vecchiume!

Oggi, c’è davvero di che ridere.

Killer Joe viene al solito sforbiciato per un “pompino” effettuato col “pollo”, quando poi tutti han il “permesso” di “sbizzarrirlo” nell’youporn e più porky’s.
In quest’Italietta ove tutti van ad “amare” e ad “acclamare” il “capolavoro”, così da me “nominato” (“ispirandomi ai “glandi fratelli delle “sorelle” alla Marcuzzi di “orgasmi” alla “Moto Guzzi”), L’Innominato benedì Lucia col “martelletto (opera imprescindibile d’ogni moralista cristiano), in quelle poltroncine il “poltrone” mangia il suo “sandwich” con le “salsine”, detto “famoso” (underhot dog, “paninaro” farcito con quella “crauta” della sua cruda “fidanzata”, tamarra alla “maionese” nei suoi fast food di “sveltine” con un altro durante la “pausa pubblicitaria” fra un Tempo e “chi più ne ha, più ne metta!”.

Così, senza neppure accorgercene, siam “arrivati” dal grande James Dean “venendo” a Deen James, magrolino d’occhio strabico e strabuzzato, sempre “accompagnato” da Escort che “caldeggiano” la sua “gioventù” bella che “fottuta”. Bellissima, una “gnocca della Madonna”.
Praticamente una “segretaria” che va con l’avvocato degli appalti edili, ove l’avvocato “ribalterà” l'”appartamento” con “lei” di “lento”, mentre l’operaio da tarantella “stuccherà” d'”imbiancatura” coi “pennelli”, uno a “dipingere” e l’altro a (s)tingere.
Dai la “cera” e togli la cer(nier)a…

In edicola, ripropongono Gran Torino a soli 9 Euro.
Compratelo!

E non “scass(in)ate” la minchia!

Ché Vito Catozzo, al secolo Faletti Giorgio, sapeva già tutto di Harvey Keitel e del suo cattivo tenente…

Ho detto tutto…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Gioventù bruciata (1955)
  2. La meglio gioventù (2003)
  3. Redacted (2007)
  4. Porky College: un duro per amico (2002)
  5. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Visto che “sparata?“.
    “Tale e quale” all’eiaculazione dei mignottoni!

7 attori che volevano scoparmi – Sì, non solo le attrici mi volevano, anche i maschi si davano “da fare”, ottenendo un netto non “annettermeli”


04 Oct

 

Mickey Rourke, in balia del suo “oblio” mentale, “sconvolto”, urlò: “Che fusto il Falotico!”

Al che, devastato più dei suoi incontri di pugilato “truccati” (tanto che ora nessun truccatore si azzarda a “toccarlo” neppure con un guanto, col “fango” sì però…), mi “rialzai in piedi”, riconoscendo ove “caddi”: “Fui un frustrato, non mi frustate. L’afflizione è già durata parecchio”.

Ma m'”indurirono” perché non “crescesse” ancora, ancora e ancora, perché io da quella sera non ho fatto più l’amore senza te.

E, soprattutto, non me ne (s)frega niente. A “lavar” le asine si perde solo “sapone”.
Fidatevi. Per tali “ragioni”, fui spedito a Shutter Island in veste d’indagatore del “freudismo” ascetico di Ben Kingsley.
Ma Egli mi rispose di tutto tono e “in tonaca“: “A te che cazzo frega se son un Gandhi? Se tu sei piccante, non piluccare nel piatto ove non mangio…”.

Diario di un “gigolò” amante del “fai da te”…

Chi fa per sé, tutte se le fa, altro che tre come nei “porno” più sconci di queste “orgione” coi tamarroni.
Di fantasia vado “lì” e poi “vengo” nel “lilla”.

Qualcuna incontro, ma spesso son scontri.
Queste voglion solo il mio conto in banca.
Altroché. Se ne stanno nell’ufficio e poi si “grattano” aspettando che qualcuno “rimpingui” il “portafoglio” di “dollaro” frusciante…
Sì, queste “donne” sono come i salvadanai. Più “infili” e più son delle maialone.
Si spaccian per la Madonna. Sì, Veronica Ciccone…

Comunque, non si sparga la voce in giro, curo i miei addominali, li appiattisco a tal punto “(erogeno…) che “sparisce” della sua “interezza”. Poi, corro in bagno, mi tirò giù le brache nello specchio che mi “monologa” un “Non vali un cazzo” e mi spoglio in vasca per giocar di”paperelle”.
Con tutta la schiuma “bollente”.

Una, una qualsiasi, mica di quelle “pescivendole” che “la” svendono a Hollywood, mi contatta già per “tastare”:

– Sei uno sportivo. L’Uomo atletico è una garanzia.
– Come fai a “saperlo?”.
– Lo so.
– Ah, questo lo sappiamo.
– No, non potete.
– Hanno già “potuto”.
– E come hanno fatto?
– Sei “sfatta” figlia mia. Vai a mietere, dai dai. Sei proprio “eterea”. Ove la terragna nasce, di terriccio “coltiva”.
Hai raccolto tanti frutti dell’amore che puoi metter su una piantagione di zucchero.

Quindi, mi telefona un’alt(r)a a tarda Notte:

– Che vuoi?
– Il “tuo”.
– Oh, Cristo Santo, non “mettermelo in croce”.
A proposito, hai avuto molti ragazzi?
– Chissà.
– Su, sbottonati, “dimmela”.
– Volevi dire “dammela?”.
– No, non farmi del danno.
– Ma io voglio farti del bene.
– No, solo il pene. E chi di pene ferisce, di “pentola il testa” patisce.
– Vaffanculo!
– Ci penso da me.

Applauso!

Questa play è una “puttanata?”. Sì, come le puntate di Beautiful, per “dirla” alla Nino Frassica.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Homeboy. Ragazzo di famiglia (1988)
    Qui, il Rourke è traumatizzato.
    Prima è già giù di corda. E non riesci a lenirsi nonostante si alleni.
    Chris Walken, un bastardone, cerca di fotterlo.

    Mickey torna al “bucolico”.
    Sì, dopo il suo Bukowski, una gnocca da “puro”.

  2. Stone (2010)
    Dopo che fui sverginato con la “forza” all’urlo “Addà trombà!“, ne beccai una che mi stava sbattendo.
    Sì, in carcere per troppo senso del pudore.
  3. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    – Allora, signor Falotico. Lei non mi sembra affatto “cieco”.
    – Sciagurato, no? Un “salame?”.
    – No, solo davanti agli occhi.
    “In mezzo”, c’è…
  4. L’uomo senza ombra (2000)
    Poco prima di riprendere il mio corpo, un mio amico, il Romano (che ha bazzicato anche dalle nostre “zone”), mi guardò nelle “palle”… degli occhi, e mi chiese, “gustando” (di secondo nome “fa” Gustavo):

    – Stefano. Ma tu come ti vedi?
    Non hai una percezione di grande autostima, sai?
    – Di stigmate sì.

    Infatti, entrambi amiamo Dostoevskij.

  5. Ultimo tango a Zagarol (1973)
    Peccato che non ci fu neppure il primo.

    Nonostante questo, “la prima voltà” è stata da Marlon Brando.
    Cioè, siamo “franco franchi“, ero già “finito”.

  6. Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991)
    Quando andavo alle medie, a tutte le ragazze piaceva Edward Furlong, perché pensavano che ce l’avesse “lungo”.

    La sua carriera, invece, ha incontrato presto un “armadio” grande e grosso che gli ha “sparato” un “Sei terminato!“.

  7. Ronin (1998)
    Alti… là!. Che combinate nel parcheggio? Siamo gli sbirri”.
    – Piacere, mi chiamo De Niro. Non posso baciare Natasha?
    – Ah, ci scusi. Abbiam preso una cantonata. Lei è un due volte premio Oscar. “Faccia” con comodo.

    Poi, “confabulando” da carabinieri di “barzellette sporche“…

    – Abbiam preso un granchio.
    – Eh già. Non è un delinquente.
    – Diamoci alle linguette.

Genius-Pop

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