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JAMIE LEE CURTIS: Leone d’oro alla carriera. In True Lies, lo fu alla cerniera?


01 Jul
A FISH CALLED WANDA, Michael Palin, John Cleese, Jamie Lee Curtis, Kevin Kline, 1988

A FISH CALLED WANDA, Michael Palin, John Cleese, Jamie Lee Curtis, Kevin Kline, 1988

jamieleecurtistrueliesspogliarelloPartiamo con le mie freddure. No, parliamo di qualcosa di caldo e piccante.

Non tutti sanno che Jamie è figlia di Tony Curtis. E non molti sanno che Tony era bisessuale. In True Lies, Arnold Schwarzenegger era uno che raccontava bugie bianche. Pensava che sua moglie, donna sessualmente inappagata per anni, in cerca del rampante Bill Paxton per sciogliere il suo “iceberg” a mo’ di Titanic, fosse la moglie di un agente speciale che, nella vita privata, si comportava da Fantozzi per non insospettirla. Sì, Schwarzy pensava di essere uno tosto, dietro le frottole che le rifilava, ma ricordò di essere invece un duro soltanto quando sua moglie rimase in bikini. Al che si squagliò e crebbe il suo muscolo migliore da ex Mister Universo.

Lei infatti si spogliò davanti a lui e, dopo essere stata denudata della sua dignità e aver fustigato ogni sua femminilità, mostrò un fisico più che Perfect. Classico killer body.

Sì, non solo quel pazzo di Michael Myers di Halloween può essere omicida.

Jamie rischiò di ammazzare d’infarto il povero Arnold. Per questo, Arnold fu operato al cuore. Comunque, dopo mille peripezie, gustò di nuovo con lei Una poltrona per due. Anche un letto matrimoniale? Ah ah.

Dopo averla vista così, le cantò comunque Un cuore matto alla Little Tony.

Come disse Totò in… Lascia o raddoppia, ci sono molti cavalli. Anche quello dei pantaloni. Oltre a quello di Arnold nella scena d’inseguimento, per l’appunto, in True Lies. Dovete sapere una coscia, no, una cosa. Per molto tempo, la gente frustrata come Jamie & Arnold in True Lies, pensava che io fossi Anthony Perkins di Psycho. Pensò che fossi anche Myers e poi Jason di Venerdì 13. Avete mai visto Tutto accadde un venerdì? E il remake con Jamie? Invece, Freaky?

Sapete, i miei detrattori a volte mi sembrano Malcolm McDowell di Arancia meccanica. Di mio, sono talmente versatile che riesco a essere sia Donald Pleasence dell’Halloween originale che Malcolm stesso del rifacimento di Rob Zombie. Sì, ci sono gli zombi. Ne vedo molti in giro. Sono apparentemente brave persone con un lavoro remunerativo, un’alta rispettabilità sociale e sono molto apprezzati dalle loro mogli. Sì, quando dormono. Cioè sempre. Essi vivono… Care zucche vuote, siete proprio delle streghe. Ma veramente voi credete che allo stadio di Wembley possano recarsi migliaia di persone per la finale mondiale degli Europei mentre, per andare al Festival di Venezia, ove sarà presentato in anteprima mondiale, eh già, Halloween Kills di David Gordon Green, bisognerà vaccinarsi? Io non posso crederci. Comunque, dato che siete dei creduloni, tant’è che credeste che fossi scemo, io sono ora adulto e, come si suol dire, vaccinato dinanzi a ogni vostra idiozia. Ieri effettuai la prima dose. Il 4 Agosto, la seconda. Jamie ha la quarta di seno?

L’altra sera, mi telefonò un tizio e mi disse:

– Stefano, ti telefono per dirti che non voglio più parlarti. Mi angoscia parlare con te.

– Perché mai?

– Con gli altri è diverso. Tu sei troppo intelligente. Mi mette ansia parlare con te. Sai troppe verità del mondo. Io voglio rimanere un ignorante felice. E godermela senza troppi… per la testa.

– Ti capisco. Allora, parla con gli idioti. Vedrai che ti fotteranno.

– Perché mai?

– Sai, amico. So di essere insopportabile. Anche però leale e geniale. Tu pensi davvero di avere degli amici sinceri? Contento jamie lee curtis perfecttu.

 

di Stefano Falotico

Una poltrona per due Jamie Lee Curtis

Chi vincerà l’Oscar come BEST ACTOR dell’anno? E se invece lo dessimo a questo… per accendere un bel falò?


15 Dec

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poltrona per dueSì, oramai i cosiddetti addetti ai lavori, gli esperti, per modo di dire, insomma quelli che bazzicano certi ambienti ove le soffiate sono all’o.d.g., i provetti doc, ovvero di origine controllata, vale a dire giornalisti ben sistemati e spesso figli di capiredattori che l’inserirono nel sistema, ah ah, sono oramai sicurissimi.

La lotta per il miglior attore protagonista, ai prossimi Oscar, sarà fra Adam Driver di Storia di un matrimonio e Joaquin Phoenix di Joker. Un testa a testa estremamente agguerrito. Come a Wall Street, le loro azioni salgono e scendono a velocità pazzesca.

Entrambi snobbati però al Festival di Venezia, ove si videro scippare, per colpa del campanilistico volpone Paolo Virzì, la Coppa Volpi, già vinsero molti premi importantissimi. Rivali dunque al massimo, al momento. Chissà se un giorno lontano, quando tutti e due avranno la statuetta, diverranno amici per la pelle come Dan Aykroyd e Eddie Murphy di Una poltrona per due.

Film che, sebbene sia inutile e pleonastico ricordarvelo, programmeranno puntualmente sulle reti Mediaset fra qualche giorno. Forse a Natale, a San Silvestro o il giorno della Befana, cioè l’epifania?

Su questo dubbio che non mi farà dormire nessuna notte con Scarlett Johansson, ah ah, io mi sveglierei invece il 7 Gennaio, giorno nel quale saranno chiuse le votazioni dell’Academy, con la speranza che proprio Eddie Murphy, però di Dolemite Is My Name, possa entrare nella cinquina dei nominati.

Sì, un personaggio simile al sottoscritto quello interpretato da Murphy nella pellicola suddetta. Un uomo che possedette una voce da Tonino Accolla ma si chiuse nel mutismo e fu scambiato per un semi-poveretto, mezzo pazzo e barbone…

Ma proprio dal pauperismo del suo essere preso per Paperino, per sfigato fantozziano imbattibile, dal cilindro del suo Cappellaio Matto, si reinventò genialmente e ora spadroneggia in città come La volpe/Adrian, suonandole a tutti gli allocchi a ritmo di filastrocca anche sciocca mentre, senza dare nell’occhio (non so se nero, ah ha), adocchia un’altra gnocca e dunque si scrocchia le nocche.

Mica noccioline, mica un qualsiasi coglioncino… Un uomo che tiferà per Bob De Niro di The Irishman, escluso dai Golden Globe e dagli Screen Actors Guild Awards, eppur candidato ai Ctitics Choice… Mica pizzi e fighe, no, fichi.

Un uomo, il Falò, che è mutevole nell’aspetto fisico in quanto amante del trasformismo più del camaleontico Christian Bale, un uomo dal carisma alla DiCaprio e dal fascino latino da Antonio Banderas melodrammatico. Un uomo che non si sa mai se “ci è o ci fa”, se qualcuna si fa, se un cazzo fa o si tira solo delle seghe, mentali e non. Un uomo, sì, masturbatorio, onanista del suo essere stato nano e poi equilibrista, resiliente e combattente, con mesi da fetenti e forse ancora una “fetecchia”, però che sa, appunto, il “fallo” suo. È amato dalle racchie con voci da cornacchie, è leccato o forse solo blandito dalle belle che però vanno poi con le bestie e coi banditi, dunque lo fanno incazzare come un bestione che, costretto ad arrendersi dinanzi a tope e tipi violenti, deve buttarla in vacca, per forza, nel recitare la parte del deficiente, gioendo del suo essere saccente ché non sai mai quando s’accende e perciò, in un attimo, è capace di spegnertela…

E quando gira la visiera del cappello, come Stallone di Over the Top, indossando il giubbotto di Ryan Gosling in Drive, la vedo dura un po’ per tutti. Le donne non lo vedono “duro” ma è invece durissimo. Tanto tosto che si spezza con un grissino. Ma fatto sta che il Falò, come dice lui stesso, serpeggia, volteggia, “lupeggia” e inevitabilmente un po’ cazzeggia.

Fuma, si brucia, si martoria, si affligge ma in verità vi dico che nessun ladrone lo crocifigge.

 

di Stefano Falotico

Il Cinema è forse peggiorato perché non abbiamo più grandi anime come Michael Cimino e molti giovani non sanno chi siano Eddie Murphy e Mickey Rourke


21 Nov

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Sì, Eddie Murphy sta con una bionda che potrebbe fare la pornostar. Ma non è da una sciacquetta a fianco che si giudica un uomo.

Dubito infatti che Paige Butcher, attuale compagna di Eddie, quando conobbe Eddie, semmai a una festa, conoscesse tutti i film interpretati, antecedentemente, da Eddie.

Basterebbero tre titoli degli anni ottanta per capire che, a prescindere dal suo straordinario ritorno in Dolemite is My Name, Eddie è uno che ci sa fare…

Vi vorrei servire stasera, per cena, Beverly Hills Cop – Un piedipiatti a Beverly Hills (di cui, peraltro, presto Eddie girerà il tanto sospirato quarto capitolo), 48 ore e ovviamente Una poltrona per due.

Alla soglia dei sessant’anni, Eddie si può permettere di andarsene in giro con una che potrebbe essere sua figlia, che dico, sua nipote e guida la Mercedes come un gagà uguale a Donald Trump.

Lui può, voi no.

Sì, Eddie ha vervesavoir-faire, è un uomo che mette pepe, un uomo brilliant.

Un uomo che fa ridere. Alle donne piacciono gli uomini che le sappiano far ridere.

Pensiamo a Caroline Kava/Connie White dello splendido, irripetibile L’anno del dragone, firmato dal mitico e compianto Cimino Michael.

Stanley/Mickey Rourke la tradisce con Ariane…

Lei è distrutta, Mickey rovinò tutto.

Avete mai visto questo film?

Ora, ditemi voi, in quest’Italia ove gli aspiranti attori, anziché frequentare corsi seri oltreoceano di recitazione, pensano che basti essere Mickey Rourke degli eighties, filmandosi gli showreel col cellulare della Conad, manco della Comet, saprebbero mostrare la stessa intensità di Mickey nella scena del capolavoro ciminiano succitato quando i criminali, capeggiati dal malfattore John Lone, gli ammazzano la moglie sotto i suoi occhi.

Prima, Stanley litiga con la moglie, sconsolato esce di casa, poi cerca di riappacificarsi con lei. Lei piange, dopo di che un manigoldo afferra Stanley da dietro le spalle, a quel punto la moglie avverte il pericolo imminente, in un nanosecondo capisce che suo marito, sì, poiché nonostante il tradimento di lui, è pur sempre suo marito, sta rischiando di morire.

Esplode il suo amore per lui, lui cerca di divincolarsi dalla presa dell’assalitore e, nel frattempo, pur avendo tradito sua moglie, n’è ancora profondamente innamorato o, perlomeno, per lui è qualcosa di estremamente imperdibile.

Capisce che la stanno uccidendo, infatti lei muore. Lui, in preda alla furia scatenata, cerca di rincorrere l’assassino ma lui è già fuggito.

Cioè, in pochi minuti, Michael Cimino, coadiuvato dalle prestazioni di Rourke e di una commovente Kava, è riuscito a realizzare qualcosa che voi, voi comuni italioti, con le vostre pose da teatranti d’avanspettacolo, con le vostre canzonette, con le vostre prese per il culo su Fantozzi e troiate varie, non farete mai.

Come dire che dei beoti dicano al prossimo come si sta al mondo.

 

di Stefano Falotico

Attori bolliti: Eddie Murphy, toccato dalla grazia… trasformava tutto in oro…


12 Jun

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Oggi, è il turno di uno stracotto, iper-cotto, super fritto più di una sogliola, Edward Regan Murphy, nato il 3 Aprile del 1961 a Brooklyn, cinematograficamente conosciuto semplicemente come Eddie Murphy.

Un nero spritosissimo, spuntato dal nulla che subito a inizio anni Ottanta fa un botto clamoroso con due pellicole fenomenali, che diverranno immediatamente dei classici intramontabili, ovvero 48 ore di Walter Hill e Una poltrona per due di John Landis. Film quest’ultimo che, come sappiamo, oramai è un appuntamento fisso e inderogabile della notte di San Silvestro e, almeno qua da noi, è diventato il film per eccellenza che inaugura l’anno nuovo. Come dice Eddie in questo film, con la strepitosa voce del compianto Tonino Accolla e la sua risatina che diverrà un marchio di fabbrica irrinunciabile, bello anno a lei…

Nel 1984, cioè soltanto l’anno dopo, Murphy, che in quel periodo era toccato dalla grazia e trasformava tutto in oro, azzecca un altro film campione d’incassi stratosferico, Beverly Hills Cop di Martin Brest, un film che, se vogliamo giudicarlo col senno di poi, è certamente divertente ma del quale onestamente, ad anni di distanza, non comprendiamo il successo quasi imbarazzante ed esagerato.

Ma Murphy, con questo terzetto, quando ancora non ha, pensate, nemmeno venticinque anni, ottiene tre nomination consecutive ai Golden Globe e s’impone ineludibilmente come uno dei migliori e più brillanti performer del mondo.

Poi, di colpo l’incantesimo svanisce e arrivano subitaneamente i primi flop incredibili, La miglior difesa… è la fuga e Il bambino d’oro.

Ci pensa John Landis ancora una volta a tirarlo su. Girano Il principe cerca moglie, un film che sbanca immensamente, ma del quale personalmente non ho mai capito come abbia potuto suscitare tanto clamore, perché a mio avviso è un film abbastanza noioso e sopravvalutato. Metacritic, in questo, mi dà ragione, e gli assegna un 47% di media recensoria.

Comunque sia Murphy riagguanta il pubblico e lo conquista nuovamente.

Gira Ancora 48 ore, sequel del fortunatissimo suo film d’esordio, e poi tutta un’altra serie di film fallimentari. I distributori italiani affibbiano al film Boomerang il titolo Il principe delle donne, come specchietto per le allodole per attirare il pubblico che aveva amato e idolatrato il succitato film di Landis. Una mossa pubblicitaria comunque irrisoria. Il film è davvero volgarissimo e non fa ridere nessuno.

Poi Murphy esce con uno stranissimo “ibrido” di Wes Craven, Vampiro a Brooklyn, e spiazza tutti, soprattutto il botteghino. Altra pellicola forse incompresa ma micidiale e letale per la sua carriera. Un disastro commerciale e di Critica vertiginoso.

Murphy però sa sempre reinventarsi e l’anno dopo, nel 1996, fa di nuovo sfracelli con Il professore matto, tanto da scatenare dei seguiti. Altra candidatura ai Golden Globe.

E non va malissimo neanche con Il dottor Dolittle. Almeno a livello di pubblico. Ma in verità il film qualitativamente più bello è la geniale commedia Bowfinger del grande Frank Oz, ove duetta meravigliosamente con Steve Martin.

Nel 2002, lui e Robert De Niro credono che basti girare un assurdo film sui reality show e la polizia, un buddy cop movie insomma della Warner Bros, per resuscitare il tema nostalgico della strana coppia da 48 ore, ma il loro Showtime non se lo fila nessuno. Non è poi così disdicevole come si dice, ha ottime scene d’azione e un buon ritmo, ma segna un altro passo falso per Murphy.

Per non parlare di Pluto Nash e Le spie.

Nel 2006 però Murphy stupisce ancora tutti, e ottiene addirittura una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista per Dreamgirls di Bill Condon. Potrebbe essere la volta giusta per rilanciarsi?

Macché!

Arriva nei cinema con Tower Heist assieme a Ben Stiller ma il film non viene affatto amato.

Nel 2016 infine esce con Mr. Church, un film da noi ancora inedito, e per questo suo ruolo riceve numerosissime candidature dalle varie associazioni di critici statunitensi. E il regista Bruce Bersford era uno che un tempo sapeva il fatto suo. Murphy è in forma ma il film non lo guarda nessuno e la Critica lo boccia sonoramente.

Murphy dovrebbe girare, non si sa quando, il seguito de I gemelli con Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito, Triplets, e un biopic su Richard Pryor. Ma al momento è piacevolmente in vacanza e se la spassa con la sua bellissima biondona Paige Butcher.

Ma è pazzesco che uno che a soli ventun anni è stato re del box office, dopo circa quarant’anni (eh sì, siamo nel 2018), non si sia più ripetuto a quei livelli.

Abbastanza sconsolante e triste.

Su, Eddie, non hai neanche sessant’anni… hai ancora, visto che la vita media si è allungata, ancora una trentina d’anni per regalarci altre cazzate immonde.

Sarai prestissimo protagonista di Dolemite Is My Name per Netflix. Forza!attori-bolliti-eddie-murphy-04- attori-bolliti-eddie-murphy-05- attori-bolliti-eddie-murphy-02-

 

di Stefano Falotico

In questa vigilia di Natale, vigilo sui barboni camuffati da ricconi, son anche Virgilio nella veglia e non vigile, la mia cinica misantropia lodo, non lordatemi, non sono un lord


24 Dec

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Ho appena finito di mangiare pasta col pesce, pesce che profuma di verace pesca, come quella di Jim Belushi nell’ultimo film di Woody Allen. Pesce allevato nella marea delle mie apnee esistenziali, da cui son risorto come una sogliola, forse una sola, ma domani non nevicherà, e ci sarà il Sole.

Noi, uomini soli apprezziamo la cucina fatta in casa, i manicaretti delle nostre emozioni che non sono alla mafia ammanicate e che alla borghesia che guarderà Una poltrona per due preferiremo sempre l’onestà della vita, anche triste, che non dà seconde possibilità, ma sa gustarsi un secondo a base del nostro procedere da prim(at)i, nel mondo come gamberi. Ah, avete preso un granchio con me, perché ancora l’uccello sgranchisco e lo scaldo in “forno”. Arrostendolo nel “rosolarlo” con chi ama la mia “ascensione”. Per le mie donne, son cioccolata pasquale. Ah ah. Sì, anziché farmi largo nel mare della vita, cammino all’indietro, elucubrando di nostalgie insanabili e ammirando il ricco fiorir di luci intermittenti del mio cuore acceso-spento. Mentre in radio passa un’altra canzone “ecumenica”, mentre qualcuno in guerra ammazzerà un innocente, mentre a Mezzanotte il parroco darà la benedizione anche ai figli di puttana più maledetti, io mi trastullo ancora nel poltrire, lontano dal porcile e dalle false chiese. Poiché, non chiesastico, son uomo che è nato domani, povero Cristo che il giorno dopo festeggia anche l’onomastico mentre un’altra angoscia adesso mastico, fra aragoste di questo Dicembre freddo, menomale, ché non è Ferragosto, e rimanendo agnostico, a molta società sto sullo stomaco. Ostrica!

Qualcuno, tempo fa, ironizzando sulla mia esistenza, disse che dovrei essere il cavaliere di Roma Nord. Sì, gentaglia che è meglio vada a leccare il culo al suo “direttore” del becero romanticismo retorico di cui, tronfio, s’imbroda, spassandosela con un’oca che, fra qualche anno, ingrassando, diverrà un’orca. E, in questo accomunarsi di esser orchi, lerci e porci stasera celebreranno l’idiozia inguaribile della loro scemenza, a base di balli e canti, del lor far i galli, pensando di esser belli. Invero, son beoti ed è incosciente lor “beatitudine” dell’ebetudine. D’altronde, il Natale gliel’hanno creato apposta. E, dopo aver bevuto del vinello, faran l’amore nel tinello, ridendo alla miseria della loro “ricchezza”.

Di mio, solfeggio con la carta stagnola delle mie emozioni giustamente raggelate, ché fra qualche minuto gusterò un gelato alla fragola, remoto da sciocche limonate e dalla cultura della meccanica arancia. Mi arrangio e, se trovo una donna che mi piace, la registro per onanismi, sì, questo faccio e così me la faccio, mah, onanismi senza moralismi, che rallegrano quell’edonismo puro che mi conserva “erto” come dev’essere l’uomo che ama il dopobarba del suo erotismo discutibile.

Se non vi piaccio, fate di me quello che volete, ma son nato nella mangiatoia e i re magi mi regalano la birra, oltre a incensarmi con dell’orto senza le vostre galline e maiali. Loro lo lascio a Berlusconi e ai vecchietti coi loro giochetti.

 

di Stefano Falotico

Il “blues” dei “brothers” – Falotico e Marzani nelle rispettive vesti di Dan Aykroyd e John Belushi, parte prima


29 Sep

 

Salve, siamo due (e)vasi da “Notte“, meglio degli evasori e della Montessori

Sogno eroticus

Il Mondo è pieno di folli, e Jamie Lee Curtis aveva un seno da “morire”, sì,  l’avrei slinguazzato “potentissimo”, d'”immersione” sin al soffocamento: una poltrona per due? No, true lie. Sono un bugiardo “equino” di razza superiore, e le sue gambe, “attorcigliate” nei collants, limpide come cataclisma apocalittico da “figa” del Mondo, quei suoi spogliaretti “calzati” nelle mie vene “nascoste” al “buio”, rassodano ancora le notti in cui la realtà si “sfaldava” nelle mie mani col “mouse” a cliccare e “zompar'” di zoom sulle sue parti più “inquadrabili” d’ingrandimento per immaginazioni da “galoppar'” e di “zuppa” inondar’. Fermo-“immobile”, con la scrivania che oscillava mentre “tutto” (e)saltava in “padella”, per una brace che voleva cingerla d'”abbracci”.

Sì, da oggi inaugureremo questo ciclo di play coi nostri “occhiali”: Stefano Falotico e Marzani Gianluca nel “nero” da imbiancar contro le miopie dei “benpensanti”, irriverenti sin all’osso dei midolli spinali, dolendosi nel ridondar’ e nell’ondeggiare di fantasie sessuali alla faccia di chi vorrebbe reciderci il mignolo per “sminuircelo”.

Il tramonto è già calato, la scienza è in me infusa, e il fusibile della macchina s’è rotto. Interviene John Belushi a “oliare” il motore e mi trascina al suo vecchio asilo nido, ancora gestito da una suora d’espressione “suina” con “bacchettona” da “reprimende-Alt-rendetemelo!”.

– Aquilotta (nome all’anagrafe della tardona della parrocchietta), sa che a John piace Charlize Theron?
– E chi è costei?
– Una bonazza da “dissanguare”.
– Lurido maialino d’un Gianlucone. Non sei cambiato neppure un po’. Già allora alzavi le sottane di Teresa (la “madre” del convento “Calcutta ama la cicuta, i figli arrivan dalla cicogna ma il prete agogna dallo spioncino, fra i suoi pulcini e un inconfessato confessionale ove gatta ci cova”). Guarda il crocifisso. Ti sta dicendo “Creperai col Diavolo nell’eternità!”.

Al che, per risolvere l'”assalto” agli ormoni vilipesi, intervengo Io:
– Aquilotta, “lo” vedi questo?
– Oddio, che schifo. Rimettilo dentro.
– Ah, non vedo l’ora.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’avvocato del diavolo (1997)
  2. The Blues Brothers (1980)
  3. Perfect (1985)
  4. Un turco napoletano (1953)

     

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)