Posts Tagged ‘Vendetta’

Liam Neeson, ascesa di un uomo tranquillo ma non tanto all’asciutto…


07 Feb

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Innanzitutto sparatevi questo. A proposito di film sulla vendetta alla Liam…

Negli ultimi mesi, ho scritto una miriade di cose su Liam Neeson. Cercatele, son sparse dappertutto nel net. Lei, donna, pulisca il WC. E legga qualche libro. È ferma all’ABC. Vota la DC? Non esiste più, adesso tutti son politici dietro un pc.

Liam, un uomo bello. Tosto e duro. Duro, durissimo, vero signora?

Quest’uomo sempre più m’impressiona e, ripeto, la sua metamorfosi attoriale ha dello spaventoso stupefacente.

Lui che fu Oscar Schindler ma non vinse l’Oscar e fu assai amato da Uma Thurman. Con lei non fu “miserabile” ma a quanto pare un darkman dall’uccello lupesco, come in The Grey. Sì, Uma ha scopato mezza Hollywood ma un uccello come quello di Liam sostiene che non l’abbia mai più visto Non l’abbia in quanto quello di Liam l’abbacinava e di notte abbaiava, latrava anche nella latrina di orgasmi lerci, ululava, insomma cazzeggiava.

Un uomo davvero Kinsey e infatti, nel succitato capolavoro di Spielberg, lo sa bene Ben Kingsley. Lui fu Gandhi ma Liam non è mai stato ascetico. Diciamo che spesso lo ha asceso. Mica scemo…

Fra americane, africane, ariane, ebree e nere. Non ha pregiudizi razziali. Lui le “salva” tutte nel suo fornificarle in maniera “crematoria”.

Sì, Liam va detto. È sempre stato un maiale. Metaforicamente, in quei femminili for(n)i e non. Basti vedere il suo ruolo ne La ballata di Buster Scruggs. Raramente ho assistito a un porco del genere. Ammazza il povero ragazzo monco, buttandolo giù dal ponte. Non si vede questa scena ma è chiarissimo che lo affogherà. Perché Liam, una vola trovata la gallina dalle uova d’oro, dopo aver spennato tante gallinelle che ovulavano dinanzi al suo marcantonio, non è certamente nella vita privata il Prete di Gangs of New York o Ferreira di Silence. Ma un bucaniere da Gun Shy – Un revolver in analisi. Più che altro uno che le guarda in cagnesco, un Rottweiler in anale…

Lui riesce a farle tutte gridare e tira fuori… la voce anche alle mute e alle lesbiche. Basti pensare a Jodie Foster di Nell.

Liam, a mo’ di Andrea Roncato/Patacchi “capo ufficio pacchi”, dà a ogni donna la “curetta”.

È un uomo che resuscita ogni frigida. E sulla sua porca, no porta, c’è scritto Vendesi miracolo.

Liam non è un uomo, insomma, da Mission ma ama le missionarie e tutte le (im)posizioni. Le donne, inginocchiate, lo benedicono e stanno a pregarglielo in poca santità senza remissione di ogni immissione…

Sì, Liam possiede proprio uno spadone, una luccicante Excalibur. Infrangibile, potentissima. Un ciddone!

A parte le porcate, Liam è davvero un glande, no, un grande.

A eccezion fatta di qualche stronzata, la sua filmografia negli ultimi anni è stata strabiliante.

Quasi esclusivamente confinato a revenge movies alla Io vi troverò ma son variazioni sul tema davvero cazzute.

Una sfilza di fighe, no, figate di genere. Da La preda perfetta a Run All Night, da L’uomo sul treno a questo Un uomo tranquillo. Film osannato dalla Critica americana.

Sì, pare un ottimo rifacimento…

E ricordate, donne e anche uomini: Liam vi fa da capo a piedi e soprattutto, gentil sesso, lui ci dà, se la rifà e nei suoi “remake” spacca…

Peraltro, non ho mai visto un uomo così caldo quanto freddo come Liam.

Era sposato, come saprete, con Natasha Richardson. Donna che a me piaceva molto. Infatti, in Cortesie per gli ospiti di Paul Schrader, nell’albergo veneziano me la sarei fottuta sotto le veneziane. Mica come Rupert Everett. Quello, si sa, è dell’altra sponda. Sì, non sa bagnare le donne.

Dovete sapere che Natasha morì tragicamente. E Liam, sbattendosene… il cazzo, un mese dopo era già sul set di un nuovo film.

Che uomo di merda. Lui non sente proprio niente, non soffre delle disgrazie altrui, morta una se ne ficca un’altra. Come se nulla fosse.

Con enorme tranquillità, senza battere… ciglio.

Liam non elabora nessun lutto, non cade in depressione, bensì pompa con più pressione.

Insomma, diciamocelo, cazzoni.

Se non ci fossi io a farvi ridere, che sen(s)o avrebbe la vita?

Io vi tiro su. Anche quando mi buttate giù.

Sono però come Liam. Al freddo e al gelo, scivolo nella notte in quanto uomo di tante botte.

Soprattutto quelle mi date.

 

di Stefano Falotico

Clint Eastwood è Dio, io sono grande quanto lui, lui è grande quanto me


20 Sep

Gran Torino

Come in Gran Torino, me ne sto appollaiato nell’uscio di casa, sputando sentenze, in memoria del Van Cleef/Sentenza. Borbotto, rimugino come Jep Gambardella de La grande bellezza e sto attento che i teppisti bulli, presto non tanto “belli”, non abusino delle verginità delle culture diverse, ché l’Oriente è “(fu)Cina” di contemplativa estasi e non dovete turbarla col vostro Cinema tamarro di spari, botte, bottarelle, puttane e zoccole di “sorca”. Non “traviate”, troioni, i giapponesini con gli occhi a mandorla, non infangate le lor purezze con le vostre visioni “vincenti” d’arrampicatori occidentali del vostro west d’eccidi indiani, non torchiateli, altrimenti divento un torello. Sì, non fatemi imbufalire, ragazzetti mocciosi con le vostre sciocchine “lecca-lecca” che adorano succhiarvi l’uccellino mentre, oltre allo “sfilatino”, la manina infilano affinché possan esser stantuffate nel già lor lercio buchino. Questo schifo, nei drivein, si protrae “duro” ogni an(n)o. E io lo aborro! Sì, sono il fratello di Palahniuk, cari babb(e)i casa e chiesa delle ipocrisie e della patina dolciastra con cui avete inculato il mondo di balle e poca realistica poesia. L’avete insudiciato di regole manichee e qui, io vi dico, che se la vendetta non appartiene alla vostra cultura è solo perché vostra figlia non è mai stata stuprata, lo sapeva l’Indio, a cui glielo facemmo di Per qualche dollaro in più.

Ad esempio, ieri ho incrociato uno di questi esaltati giovincelli sbarbati che fan tanto i “fighi” quand’invero giocan ancora con le Barbie. Ecco, a costui, ho posto una domanda, e lui, come volevasi dimostrare, m’ha risposto “tosto” in tal mo(n)do:

– Se ti ammazzassero la tua fighella, ti vendicheresti?

– Sarei, sì, molto arrabbiato ma, col tempo, perdonerei perché non credo che la vendetta porti a qualcosa. Nessuna legge del Taglione mi porterebbe, comunque, a risarcire il danno. Accetterei, seppur a fatica, l’ingiustizia e al male patito non aggiungerei la mia ira.

– Ah sì? Tu perdoneresti? Ecco, ti offro un caffè.
Al che, entrammo in un bar “malfamato”, uno di quei posti dove potrete trovare una bagascia al p(r)ezzo d’un bacio “macchiato-caldo” al cappuccino e scontrino fiscale della sua baldracca-matrona.

Questo “intellettuale della minchia” bevve il caffè ma io gliene offrii un altro, cioè ordinai per me un “parimenti” caffè e, bollente, glielo versai in faccia.

Lui, dapprima, si scottò, quindi infuriato si scaldò.

– Ti spacco! Io ti spacco, figlio di una grandissima putaaa…

E io, scoreggiandoli con estrema, indubbia ironia elegante: – Vedi che, se provocato alla temperatura giusta, diventi anche tu Cattivo? Rispetta Eli Wallach e non raccontare stronzate. Tu sei uno di quei “palle-mosce” che si vendicherebbe anche se soltanto avessero “tosato” la tua bambolina. Quindi, cretino, ora ti offro un Cremino. Poi, se non l’avrai digerita/o, ti cago nel cesso.
L’intellettuale “tu mi stufi” mi denunciò ma, mi “dispiace” per lui, deve aspettare almeno tre decadi prima che io venga processato per tal “caso”. Prima, ho altre pratiche per le quali, da questa società fascista, sono condannato.

1) Ho rubato un “pollo” semi-frocio a una gallina frigida della piccola borghesia e, anziché (s)fotterlo, gli ho cucinato un roastbeef. Lui m’ha querelato perché non è stato cotto al punto giusto.

2) Una che fa sempre fitness m’ha “denunziato” perché ho scritto sul suo diario Facebook che la dovrebbe smettere di mostrare i suoi muscoli per attirarsi le simpatie del “mascolino” muscolo “tirato”.

3) Mi son beccato dell’impotente da un leccaculo della casta “ricca”, e gli ho reciso il pisello, cucinandomelo con pasta e lenticchie. Lui adesso non rivuole indietro il pisello ma pretende che gli serva, su un piatto d’argento, il mio cetriolo. Al suo avvocato, ho offerto, per patteggiare, sì, questione di “piatti”, un’insalata con l’acciuga di sua moglie.

 

Gli altri casi non starò a citarveli, sono cos(c)e che si risolveranno con delle sane sberle.

 

(Im)morale della storia: non sputate nel piatto in cui mangiate, perché io sputo prima di te. Infatti, “valgo” uno spu(n)t(in)o.

 

di Stefano Falotico

Kickboxer 3? Un altro film della “saga” vandammiana? No, una mia nuova avventura letteraria alla “Peter Pan”


21 May

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La prenderò larga, larghissima, praticamente (non) brevissima, la sintesi non è un mio don(dol)o, essendo io cullato d’altalenanti (r)umori sibilanti, oscillanti, basculanti, “pericolanti”, estatici ma anche tristemente invernali oltre che sereno-crepuscolari d’autunni (in)certi e incespicanti, cullato dalla ridondanza, dal barocco e un po’ son allocco, cari sciocchi, poi di colpo, non fatemene una… colpa, scatto, scocco, mi “scotto”, sbotto, rimbrotto, borbotto, son repentinamente stolto quanto subitaneo (e)metto nel dotto, Brontolo e nano in “quella” di Cenerentola che lo vuole grossolo, no, scusate, solo “glande” senza il “lo” di troppo ma nella top(p)a d’amplesso al LA, un diapason nella “sua” lilla, sempre lì, lì nel mezzo alla Ligabue, un “lavoro” da medi(an)o, “esagerato”, troppa roba, digressioni alla Sorrentino, pause intermittenti per “annoiare” il lettore, cioè il mittente che vorrebbe mollare la “presa” della lettura e, invece, stranamente affascinato dalla mia scrittura, pigliante in quel posto lo prende. Pigia(ma). Ché apprenda dal mio stile “cari(cat)o” come il peggior Bob De Niro smorfioso eppur carismatico, ché sarà stato questo suo annunciato The Comedian ad avermi reso galvanizzato, vai di retorica, rete, calze, cazzo(tti) e di “fighe” storiche poco apostolico-misurato.

Dunque, non perdiamoci in “stronz(at)e”, dicevamo… di Bob, no, eppur c’entra anche lui, sì, la sua Grace Hightower accetta, nel sen(s)o, di “non li taglia”, due al p(r)ezzo di un(ic)o, poiché De Niro la palpa, noi la pappiamo, e il suo mito non si tocca. Mitica questa!

La questione è tal quesito. Come mai Bob passa…, no…, lasciamo star per un attimo, di “botta”, le passere e (ri)passiamo… (al)la sua figa? No, futura figlia? No, ventura filmografia. Sa di buona filigrana, perché Hands of Stone e Joy sembran gioie, prometton bene, speriamo che la promozione si applichi in quanto film non bocciato è film innanzitutto ben promozionato, altrimenti “pene” e di molte stroncat(ur)e sproporzionato al suo “reale” valore “verranno”, cioè due filmoni “gioielli”. Se no, sai che “du’ palle”.

Ma nel “mezzo” ci sta anche questo Bus 657 di “tal” tal dei ta(g)li, il misconosciuto Stephen Cyrus Sepher, regista e interprete del “corto” gigantesco 4 Minutes, ch’è eppur “dura” di più di suspense “lunga” circa otto cm, no minuti, insomma, “spinge”, dovete “spararvelo” anche voi, donne.

Sepher, da non confondere con Louis Cyphre di deniriana memoria, appunto, miei angel hearts.

Questo Sepher ne sa una più del diavolo e, dopo essersi fatto produrre da Ray Liotta, entrò tutto tutto dentro il cast di Scott Mann. Su Twitter me lo son “fatto” amico, egli hashtagga, io gli chiedo quando uscirà… il trailer e lui (non) lo sa.

Bus 657, il nuovo Speed o un film palloso, appunto, da eiaculazione precoce visiva, ché dopo due minutini sai subito se ti piacerà o farà flop? Un film (non) fallato.

L’ho “pigliata” un po’ a culo, “lo” (am)metto, son ometto e lo faccio senz’elmetto.

Torniamo a Kickboxer. Sto scrivendo un libro di vera vendetta, “interrotto” laddove Eric Sloane fu “slogato” da Po Tong.

Questa è creatività mia da Finding Neverland. Eppur mi son emozionato, nonostante il mio cerebrale (il)leso, quando Amedeo di “Uomini & donne” ha scelto, in codesto dì, la piagnucolosa Alessia, poi (di)venuta “sciolta” al suo “Sì, sì, ti voglio!”.

 

di Stefano Falotico

 

 

Tokarev, recensione: recessione-regressione di Nic ad accensione-ascensione-(re)missione


25 Apr

Tokarev Dvd

 

Tokarev

L’amore incenerisce, l’amore prosciuga, l’affetto “letale” per i figli annienta, accende, propulsivo si fa “acerrima” vendetta, rage e revenge, furi(os)a indomita, cane “slabbrato” nelle emozioni scalfite, divelte, spappolate, (e)rotte, vulcanicamente risorte in (g)rido del viso canagliesco-cane del “neanderthaliano” Nic Cage ad apice di fervore ritorsivo, d’occhi suoi magnetici, glaciali, freddi come una scogliera asciutta in rivoli ribollenti d’una schiumosa forza combattiva nel risorgimento teutonico delle energie virili (dis)seppellite, ascia di guerra formato capigliatura “secca”, nervosa, tensiva del brivido di rabbia “pistolante”, avvolto in giacca “lurida”, “scuoiata”, che lo percote visceralmente, sanguigno e sanguinario, limpidamente violento, feroce come un bmovieinstant classic” da “taggare” subito all’interno e “interiora” della serie “rinomata” delle categorie di film, appunto, da “(re)legare” all’home video d’una Italia Uno e Mediaset smorzata nella prima, quasi seconda, sera(ta) pallida d’iridi nostre ancor incandescenti ad emozionarsi per nostalgici tuffi negli anni 80 in cui, forsennatamente, si produceva a iosa certa “roba(ccia)” ros(s)a.

Mi è piaciuto to die for questo Tokarev, titolo originale “stravolto” nel (com)mut(at)o Rage della versione originale americana, da noi rimasto (in)tatto della stranezza registica anacronistica di Paco Cabezas, direttore senza fronzoli che ha il (co)raggio, in tal “ciarpame d’autore” dei nostri radicalchic an(n)i contemporanei troppo “seriosi”, di confezionare un solido, robustissimo action “ingenuo” e geniale di spropositata “cattiveria”, parimenti proporzionale all’atto “bullistico” osceno commesso, “vomitato” da ragazzacci davvero “belli”, bruttissimi-bad senz’anima ma molto animali.

Succede per “voluttà godibile” di stronzi senza par(t)i, la tragedia e, allora, allo sc(i)occare del vandalismo omicida, scatta irruento il Cage irrefrenabile, iroso, appunto rossissimo, che s’incupisce nel terrore di ciò che abominevolmente è (ac)caduto e si addentra nei meandri del crimine da (ri)vendicare e “addentare”.

Lupo, (s)macchiato dal suo essere un ex egli stes(s)o criminale che sperava d’aver trovato la tranquilla pace domestica. Invece, il cane, “domestico” non è più, non può addomesticarsi ma grugnire, abbaiare, “rabbuiarsi”, “bua” d’un dolore incommensurabile, infoiarsi, lasciarsi scop(pi)are dal sé (ri)generato del suo cuore famelico di giustizia, si lascia travolgere e si “coinvolge”-(s)volge per una storia da mettere a posto di pareggiamento dei “cani”, dei con(t)i tra facce di culo, cuoio di capelli pettinati nel pelo contro pelo, i cattivi vuole impalare perché capire come si deve al mondo devono i poco doviziosi, non sta calmo e non vuole arrestarsi e nemmeno arrestarli, bensì “sbucciarli”, strabuzzato sbranarli, ammazzarli, starnazza, un guercio al s(u)olo stramazza, dilaniato dal Nic in formissima simil-Cuore selvaggio immerso nell’acido della sua affascinante stempiatura carismatica formato “roccia” dissol(u)ta.

Bang, fotti(ti), basta(rdo)! Spu(n)ta il verme, alt(r)o solitario fra i bass(ott)i, Nic avanza distrutto, nel fango, fra i “roiti”, i “rutti”, eruzione! Spara, spacca, furente agguanta, sfida di guanti di faccia di pelle fra i polli, scontro senza sconti di nervi, “innevate” emozioni tenute a bada or (ri)sorgenti d’ira. Irto, sgualcito, rovina(to) per i villain che non avevan, “villanissimi”, calcolato quanto può mordere il wild del suo heart, non demorder e farli, a sangue, morir’ d’urli d’arti attentati, stritolati, un “articolato” come un mulo, a romper il silenzio del muro. Urto, “unto”, “bisonte”, leone, gazzella imprendibile, la polizia non può farci nulla, fatteli, fatevela sotto(sopra).

E il semi-capolavoro, malinconico di quel che non può più (t)esser la tela dei ragni, è servito “cold”, caldissimo. Sono cazzi amari.

 

di Stefano Falotico

Meglio la Gioconda, il giochetto o Vahina Giocante? Grande!


04 Aug

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Musée du Louvre? Meglio a muso duro del ludro senza la Gioconda: quattro film ove il dipinto si vendica di “pennello”

In questa società di buonisti falsi e fascisti, c’è bisogno di rispolverare le armi con del sano Cinema di vendetta: V per Vendetta? No, tre, come la Trinità?
Facciamoli in quattro quei quattr’occhi. L’ultimo si chiama Tong Po, è più stronzo, ma la mia giravolta non è solo vendetta ma Van Damme, da cui il detto “Vattelo a pigliar’ inter… cul’, ecco lo scalpo di calci”.

Vendetta fatale che prima o poi, dopo tanto “suonato” ma riscoccato, paura tremar fa.
Rannicchiati, inviperiti, temono oh sì il “signorino” che a tal signoria sarà principesco.
Come nelle storie dei film indimenticabili, alcuni sottovalutati ché mai dar del “nano” a uno più avanti, ingigantito potrebbe lì punirti anche da folli onanismi tuoi mentali.
Oh mio demente, guarda un po’ che scoppi sorprendenti. Volesti sorprendermi alle (s)palle, come dico io, accoppiare a questa visione lercia e immonda del Mondo.
Invece, son cagnone ché incagnisti sol per accanirlo. Che manipolazione. E la mandibola, di stessa carne lacerata, fremerà per dissanguarti in macelleria.
Oh, uccelin dove pensi di vol(t)are?

4 film che fanno al “caso” nostro. Ove cascò l’asino che volle combinar un casino alla vita altrui, invece accoppato verrà assai presto “sculacciato”.
Eufemismo per dir che, “ardendo”, a testa in giù penzolerà sgolato. Forse, decollandolo o in bocca ingoiato?

Ahi ahia, che brutta storia, che “scottatura”. Di catture fosti, mio impostore, rapitore d’ostaggi da tener “buoni”, ma guarda che boia!

Sbudellato come un bue, qual sei, e spennato da quaglia, mio canterin malandrino e maialone “in tiro”.

Non c’era il complotto? Invece sì. Architettato dal “bell’uomo” Huston Danny, faccia da schiaffi, appunto.
Punito come si deve. Persecuzione, inseguimento, le bugie t’inseguono e non mi “rassegni” neanche con un assegno.
Ecco la freccetta lampeggiante del gioco al “bersaglio facile”. Aggancia le cinture di sicurezza, beccati il gancio a spappolarti la boccuccia, zitto e a cuccia.
Non provar ad aprir bocca, anche perché è sbocciata tutta la verità. Ebetuccio!
Che scoppio! Che omicidio vigliacco!
Ma il padre prima si duole, poi non corrotto ti rompe, pezzente.
Sei un pezzo di merdaccia, ecco la “ricompensa”. Son pesante? Mai quanto il tuo alito!
Anche or che spiri, tu cattivo spione, annuso il tuo fegato sporchissimo!

Quest’avvocato non rispetta il codice penale e gli emendamenti. Raggira la legge a privilegi suoi.
Indifendibile eppur da difendere. Non si nasconde “dietro un dito” l’hide and seek?! Zac, tu chiudi e io ti apro.
Altrimenti, si finisce insaccati, avvocato che fai le vacanze in villa. Guarda che lupo col sacco a pelo!
Spunta di Notte con le scarpe tutte rotte, la tua caccia alle streghe non gli ha dato tregua, allor sarai (s)tremato.
Finirà il “cattivo” affogato, ma meglio un “topo di fogna” dei legulei fetenti.
Ops, occhio al fendente. Ferin è “al dente”. Fra tua moglie bollentissima di Babele e lingua a tua Juliette di turbamenti già precoci nell’ardimento.
Ah, s’inaridirà anche il frutto acerbo, la volpe e l’uva… passa, la fragolina ama già il boschetto della licantropia.
Che Tropico del Cancro, che verginella per il toro giammai affranto. Basta coi parti di figlia unica.
Vogliamo i nostri “gemelli”. Gemi, puttana! “Ingravida” al Max. Lo vuoi “candido”, Cady o coi canditi?
Meglio i canini, mordicchian le tettine e abbrancan il branco. Un Uomo “al minimo?”. No, Max, poco Conte ma da pareggiar i conti.
Grande Cinema di Scorsese, molto “scortese” coi “signori”.

Sono cazzi sceriffo! Il suo caffè è amaro. Ficchiamo dello zucchero e “spariamocelo”.
Secca, senza fronzoli, sintetico, di cuoio e faccia da schiaffi, pugni da orbi. Che sgarbo! Ecco il sigaro da Leone! Arrugginito forse, attento però quand’affonderò, estraendo dalla fondina per fonder il piombo in tuo pancino.
Che casino!
Il son of a bitch spacca la schiena. Violenta le donne e non ha rispetto neanche della sua capigliatura.
Al che Van lo manda a fanculo nel Jean-Claude!
Trama reinventata: da piccolo, leggevo il “Guerin Sportivo”, da spartano m’educarono all’eleganza ellenica, infatti m’innamorai di una tal Tiziana, una mezza impietrita da colonne greche al posto dell’atletico scosciare, accavallai le gambe e m’assonnai.
Al che, m’invaghi de I guerrieri della notte, ma fui svegliato da urlatori che mi calciarono con offese “falcianti”. Gridandomi addosso “Siamo dei furfanti, mentre tu sei in dormiveglia, noi ci droghiam di canne e bombiamo le ragazzine col cannolo!”. Dicesi sveltine. I campioni di razza si vedono alla lunga distanza, cfr. non è da un apparente cazzone che vedi quanto dura di erezione”.

Un idiota volle paralizzarmi, anzi spezzarmi le gambe con violenze psicologiche infamanti, nell’addur suo “geniale” di rovinarmi anche quello in mezzo alle gambe.
Roba da pazzi, insomma. Da promessa del Calcio a botte in culo per sculacciarmi Sì, scherniva il babbeo, appoggiato perfin dal babbuin del babbo e della madre fattucchiera scimmiesca e scema, ché assieme escogitavan mosse “marziali” per rendermi di marzapane senza pene.
Urlarono: “Devi penare, non far il dormiglion pensatore!”.

Al che, furono travolti dall’onda d’urto. Eh sì, roba da urlo.
Compresa la sua faccia da cretino, assai presto frantumata su “Adesso, hai rotto, ecco la di Van Damme spaccata”.

Creperà d’invidia o è già crepato, “scremato” nelle mutandine? Voi che dite? Ne prenderà? Ma tante…

E ricordate: la vendetta è meglio di Antonello Venditti. Quella famiglia di ven(d)uti e mentecatti da me solo che cazzi.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fuori controllo (2010)
  2. Gli spietati (1992)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  4. Kickboxer – Il nuovo guerriero (1989)

Un turbinio accecante di guerra, “spacc(i)ato” negli occhi del folle


20 Nov

Il ringhio

Viviamo in tempi opachi, ove s’obnubilano i reati, camuffandoli dietro leguleie burocrazie a metter “ordine” con perentori ricatti ad abusare di “vantaggi” psicologici spesso accumulati grazie a tangenti, prevaricazioni morali, arrivismi mafiosi, collutazioni “politiche” alle s-palle dei “polli” da raggirare, prima di privilegi acquisiti da padri tradizionalisti nel perpetrare le irragionevoli ragioni “fondatrici” d’una società livellata su appiattimenti stantii, con la “forza” d’economia “encomiabile” della discendenza “nobiliare” e “rispettosa”, poi, “migliorati” di pezzi di carta “bianchissima” profumo puzza (sotto il naso e anche “sotto… b-i-anchetti”) “color” cioccolato “lattiginoso”, a peggiorare chi era partito “male”, a partorire “diagnosi”, perché semplicemente non si vuole che chi partì, appunto, “debole”, possa ribaltare le regole, soverchiandole di “sovversivi” atti giusti, presto liquidati ad etichettarle passibili di “pericolosità”. Il “detersivo” di pulizia “mentale”. Ah, si sa, la reattività, la reazione, la ribellione è da sedare, da “insederare” e da ammainare, ché non “degeneri” dalle “basi” solidissime (sì, infrangibili come sabbia tersa nel Sol marino di tal somari bambini “adultizzati” del “tosto” aspetto-pettoral’ “oral” in fuori… le palle e i “cannoli”) d’equilibri “avvalorati” da non leder con scosse elettriche da spegnere, irrigidendole nella radiografia a “celofanar” l’encefalogramma nei (dia)grammi su(ine) chimiche spicciole da reparto biologico delle cavie da laboratorio. Ove solo i più “indefessi” e conformisti “lavoratori”, ligi al dovere più falso, fascista e meschino, avran il permesso alla gioia del “Godo” e, chi s’eleva, è da “spappolar” per pazzo, “fuori di testa” o addirittura “criminale” perché ha solo avuto il coraggio, immancabile ai suoi geni valorosi, di non prostrarsi e prostituirsi a queste “torte di mele”, a queste creste che ti sbatteran in faccia solo la crostatin’ di marmellata. Allattati alle mammelle della suzione materialista, delle soluzioni d’azione “contraccettiva” a prevenire, minority report, il potenziale elemento “pericolante”. Che potrebbe far proprio crollare e ridurre al macero e in briciole le assolute, assurde convenzioni, oggi assunte per vere e indiscutibili. Ove la carnascialesca frivolezza è stata innalzata a “brillante”, incontrovertibile, unico modello di vita. Ove, chi non se n’attiene, è uno d’“attenuare”, da tener d’occhio, da “tenerezze” ad “addolcir” l’urlo rabbioso degli ululati suoi combattenti. Ah, meglio barricarsi nell’“invincibilità” dell’ottusa “civiltà” piuttosto che prender coscienza e mollar la presa e confessare, che fessi e soprattutto da fossa son loro, i “leoni”, meglio inveire d’altra subdola violenza, meglio tacere prima che deflagri l’averli colti in flagrante.
Ma vocine “dispettose” non ci stanno, perché sventolare bandiera bianca e “affrescarci”, appunto, in questa “fresca” tanto “ironica” presa per il culo?
I coglioni van addormentati, picchiati se “sganceranno” le bombe, abbindolati se non vorranno “abbottonarsi”, accerchiati se l’“oltraggio al pudore” fuoriuscirà dai ranghi della cernita vile, delle cerniere, del maiale col cavial’, che apparecchia la sua cenetta da “buona forchetta”. Ah, chi tira il forcone è da forca in tal nostra, di massa, “fornicazione”. Certo…
Seviziato perché denunciò i viziosi, strizzato perché stava aizzando.
Amputato perché non puttaniere da festini, non festeggiato perché da conciar “a festa” e impagliato da pagliaccetto da “bacetti”, ché non amò la “mondanità” di tali anali nei tavoli (s)quadra(n)ti im-banditi d’argenteria di “lusso”.
Smussati e smidollati nell’osso, ché non son “ossigenati” ma pensatori meno appariscenti della gran “maggior” parte della gente, i dementi.
E dunque io vado avanti, di stessa legalità, visto che i giustizieri “solitari” furon “ammutoliti”, bisogna alzare la voce di stessi pugni massacranti di (a)r(r)ing(a).

Buone le vostre aringhe?

Dopo tante sparatorie di sangue sparso, posso cospargervi di salsina sopra la vostra “salsiccia?”.
Proprio farsi un film, da Oscar.

Proprio a Roma, il 7 Dicembre, quando il mio calunniatore vedrà la faccia in Tv, una lagrima color sono nella merda, colerà dal suo dittatore.

Avvertii che il Principe sarebbe tornato. Per ammazzarlo nel modo più cattivo possibile.

Un grande Uomo, destinato a un Futuro luminoso, fu invidiato a morte da suo fratello.
E scontò una pena crudelissima per la sua scellerata vigliaccheria.

Il Gladiatore torna in sua arena, si cela con una maschera, se la toglie delicatamente e fissa il suo omicida.

Non solo non è morto, morirà qualcun altro. Con la folla a osannarlo.

Questa si chiama vendetta!

Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

    1. Gran Torino (2008)
    2. I duellanti (1977)
    3. Il gladiatore (2000)

Walt Kowalski versione rinvigorita in William Munny “Biondo” contro i morti


26 Jun

 

Lo spietato

La Notte s’incendiò, il “crepuscolo” lentamente si bruciò d’una folgore riscaturita da un’ignota forza poderosamente spaventosa, il ricordo di chi eri, e di una “senilità” che s’era avvizzita in energie “recalcitranti”, in una melanconia precoce e anche troppo “procace” ad anestetizzar il Cuore che un Tempo fu cacciatore, ovattato dal calunnioso odio e da un’invidia insanabilissima, per insabbiare un’anima e “suggellarla”, “surgelarla” in una “linda” asciuttezza dal candor quanto ambiguo quanto mentitore sul “credito” di una persona, i cui “racconti” deliranti d’un povero pazzo ne stavan illividendo la bontà, la passionalità, e anche la savia “animalità” giovanile.

Il tuo “marcato” isolamento, da “marchiare” di bugie infondanti per affossarne la dignità, per circuirla da domatore da circo, vero?

Ma, il suo urlo di terrore, strozzato poi in una calma apparente, si “raggrinzì” nei suoi occhi, quando fissò la vittima, allibito, scioccato da un’imprevista rinascita vendicativa.

Escogitò altre “trappole” per “incastrarla” e rabbuiarne gli ardori, con infide maldicenze perseverò nel perpetrar il suo “abuso”, per spazientire l'”agnello” sacrificale, e immolarlo al suo luculliano ludibrio d’un pasto vampiristico d’osceno cannibalismo, per sbranarne l’intimo sangue e “iniettarlo” di veleno.
Uno sciacallo turpe, un truce mostro che non aveva calcolato le conseguenze del suo “omicidio” molto, molto imperfetto.

Ma dove scappi, “amico?”.
La città è piccola, gli investigatori ti pedinano, le ombre, soprattutto della tua coscienza, spiano il tuo incubo peggiore, la porticina scricchiola e temi che il “Babau”, che credevi d’aver ucciso, possa farti visita quando le luci sono spente, “festeggi” con ilar goliardia ma, dentro di te, tremerai sempre.
Ci crescerai con la paura…

Perché William Munny è tornato, e tu, (p)orco, non hai fatto i conti con l’oste…

– Ma tu cosa vuoi da me?
– Ma niente, pensavo d’ammazzarti, visto che non confessi e non vuoi “crollare”.

Infatti, le cose si metteranno a posto…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Gran Torino (2008)
  2.  Gli spietati (1992)
  3.  Per qualche dollaro in più (1

Tu vuoi vendetta… te lo ricordi?


21 Dec

 

De Niro di Cape Fear, nella sua cadyana rabbia contro la società caudina, aveva tatuato sul braccio la scritta Vengeance is mine.

 

 

 

Firmato il Genius

 

 

 

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