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La società Crash di oggi, e le donne mangiano i cracker, fracassando noi grissini “deboli”


30 Mar
CRASH, Rosanna Arquette, Holly Hunter, James Spader, 1996, (c)Fine Line Features

CRASH, Rosanna Arquette, Holly Hunter, James Spader, 1996, (c)Fine Line Features

Sì, il film di Cronenberg è stato rivelatorio. In tempi in cui non c’era Internet o il suo avvento a livello così diffuso e ramificato non era così scontato, ma soltanto una premonizione quasi avveniristica, Crash anticipava ciò che sarebbe successo. In realtà, studiosi del costume e fini, profetizzanti sociologi avevano già “diagnosticato” il nostro futuro qui presente, eppur virtuale, telematico e trasognato, matrixiano, e non mi riferisco a Craxi e al mondo “libertino” di Berlusconi, ma al mondo attuale abbastanza avvilente.

Non si tratta di moralismo né punto il dito contro le scostumatezze. Ben vengano le libertà sessuali quando se ne fruisce e gioisce con far consenziente, armonico, vitale. È proprio questa finta allegria imposta, non si sa quale padrone delle nostre emozioni, carnali e non che siano, ad assumere tratti grotteschi e spaventosi.

Non ce ne siamo neppure accorti ma viviamo di fantasie, di proibite trasfigurazioni persino nella pornografia che un tempo era apertamente disdegnata, e adesso viene vissuta come comune, assoluta normalità.

Al che, la gente si collega ai profili Instagram per vedere se Nicole Aniston, oramai ridotta a un colabrodo, con la pelle del viso tenuta su da un “trapezista” del suo “orgasmizzarsi”, ha inserito una foto eloquente del suo culo tonico in bella vista, mentre altri coglioni in maniera “elettromagnetica” si lanciano à la Videodrome in fotoni della loro immaginazione sconsideratamente poco fotogenica a ogni umana genetica. Sì, siamo invasi da gremlins che “limonano” e fan le boccacce sui social, sperando in un like in più salvifico, non tanto salubre, che allieti i loro dolori intestinali oserei dire inestirpabili. Che brutta stirpe.

Sì, il sesso oggi è stratificato, fatto e sfatto di prognosi riservate, ove tutti ancora ammirano Titanic, per far finta di essere romantici e poter dire che credono all’amore puro, e a cui servirebbero invece trasfusioni di antitetanica. Smottamenti tettonici dei desideri, giovani vecchi con quella e solo quella nella testa, ma non nei testicoli perché li hanno da mo’ refrigerati nelle pastiglie castratrici. Psicofarmaci! Ora, son tranquilli. Ah, per forza, non sentono un cazzo. Ma proprio un cazzo. Sedazioni e non più quelle sane erezioni issanti ai piaceri veri della vita. Questi son solo subissati.

Sì, nuove biochimiche imperano. Al che, il giovane depresso da quest’inconsolabile libido impazzita, da web molto smile e faccine, svilito nelle sue emoticon psichiche più antropiche, in questa società di manichini, si è adattato all’andazzo robotico di una sessualità macrobiotica. Nessuna etica, solo sfrenate frustrazioni dirompenti su schermi HD della scarsa tridimensionalità dei loro uccelli reali. Sì, un tempo gli uccelli, nell’alto dei cieli migravano alla ricerca di zone calde e svolazzavano felici, posandosi poi su pascoli di agnelli sereni. E copulavano amorevolmente con le loro passerotte. Invece, ecco che il tamarro sfodera l’anellone e anela sempre a una che fa Angela solo di nome, l’agnellina che dice di amara la poesia “marginale” scopriamo essere una ninfomane sadomasochista che fa la lupa “al galoppo”. E guai ad azzardarti a dire che sei un uomo moralmente retto, perché ti ricordano la favola di Esopo, quella della volpe e l’uva, come a farti credere che se non “fai” come tutti gli altri è perché hai dei limiti. E in quest’esodo di anime corrotte, lerce, marcissime, tutti marciano paradossalmente verso il buonismo di facciata. In una monumentale ipocrisia che ha dello storico, sono davvero “stoici” della falsità e della più oscena trivialità spacciata per dolce sanità. Siamo assillati da pedagoghi, da educatori, da psicologi e “curatori” dell’anima. Vanno fortissime le massime di Osho, se ti senti triste ecco la pillolina per lo “scompenso”, una banalità sesquipedale pronunciata dal “luminare” del pensiero pacifico orientale. Le donne vanno in palestra 23 ore su 24 e nell’ora libera forse dormono sognando un addome più piatto del loro cervello, ma dicono di amare l’uomo intelligente che adora Charles Dickens. Mah.

Al che, credo che Caro diario sia ancora il film più maturo di Moretti. Se poi dici che tutto ciò è vomitevole, ti mettono in cuffia il ritornello del Vasco, le regole sono così, è la vita! ed è ora che cresci! Devi prenderla così… Sì! Stupendo…

Uno zotico che non sai usare i congiuntivi. Ed è ora che CRESCA! Semmai.

Adesso, scusate, vado a mangiare una crescentina.

Dio ha fatto molti sbagli, il più grosso errore suo universale è stato non farmi nascere scemo.
Se fossi un buco nero come tutti, non sognerei la Luna ma solo, appunto, buchi neri.

 

– Amico, che c’è che non va?

– Sai, avevano scambiato uno con la mia mente per uno schizofrenico delirante. C’è tutto che non va, direi, non credi?

– No, va tutto bene. Io adesso ti saluto. Vado ad acquistare il film La supergang in Lisa usa un certo slang.

– Appunto. Questa vita è stata una gag, diciamocelo.

Manglehorn

 

di Stefano Falotico

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