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Due pappagalli presentano il loro listino Warner Bros. Italia senza conoscere il JOKER ed esce il trailer del Pinocchio di Garrone


03 Jul

blinded by the lights poster light of dayO sono due grilli parlanti?

Sì, si stanno tenendo a Riccione le consuete Giornate Professionali di Cinema ove i cosiddetti addetti ai lavori, vale a dire i presidenti delle rispettive case di distribuzione dei film che usciranno sui nostri grandi schermi nella prossima stagione, stanno presentando all’acqua di rose, forse mischiata anche alle alghe di Rimini, i loro listini. In un oceano di castronerie più dolorose delle pungenti, avvelenanti meduse. Sì, vi sarà anche il listino della Medusa.

Di mio, posso dirvi che oggi ho dimenticato di comprare le uova. La mia vita è stata una frittata e avevo bisogno di mangiarla a mezzogiorno. Ho optato per un piatto di maccheroni.

Sì, questi distributori italiani sono maccheronici. Presentano i film per cui campano senza sapere bene di cosa stiano parlando. Sbagliando le pronunce degli attori stranieri

Da cui, appunto, il detto… non sputare nel piatto in cui mangi.

Partiamo con il film di prossima uscita Blinded by the Light. La storia di un ragazzo ancora né carne né pesce che viene folgorato da Bruce Springsteen.

E da allora rivede La luce del giorno.

Sì, il protagonista ovviamente sono io. Anche se ho concesso all’attore Viveik Kaira d’interpretarmi a suo credit.

Sì, dopo un’adolescenza malinconica da album Nebraska, mi appassionai a Springsteen.

Al che, risentii ripulsare nel mio cuore quei perduti ardori vitalistici che, in notti fonde e appunto melanconiche, smarrii profondamente.

Fu una resurrezione, una rinascita mentale-spirituale e romantica come la canzone The Rising

La gente, attorno a me, credette che fossi impazzito. No, mezzo matto lo fui prima. Quando non fui.

La gente, stupita, scioccata, pretese da me delle spiegazioni e quando incontrai una ragazza bionda come nel video del Boss, intitolato I’m On Fire, fui calunniato.

Le persone malevole dissero che ero rimasto sempre imperturbabilmente insonne ma, anziché guardare Warriors di Walter Hill, battagliavo adesso al plenilunio assieme a una calda donna di malaffare.

Mi urlarono che ero ignorante come un meccanico di un’officina scalcagnata e tali untori sporcarono la mia purezza perché a loro apparve molto strano che mi fossi sverginato di punto in bianco…

Successe un casino della madonna. Non mi salvò l’Immacolata ma il mio genio innato, lindissimo.

Fui spedito coattamente all’igiene mentale e, alla fine, fui però smacchiato da ogni accusa peccaminosa.

Partì una War… psicologica che mi costò anni tremendi di semi-castrazione. Ah ah.

Tutto ora è stato risolto. Ora va di nuovo liscio come l’olio.  Sì, la gente cattiva la fece fuori dal vasetto ma ogni notte uso la vasellina.

Sì, Ciampa non poche volte sui nomi inciampò, mentre la Capone non deve avere una grande capa.

Visto che il Joker con Phoenix non è la vera storia del clown di Gotham City. Bensì la mia. Ah ah.

Sì, sono il Benigni di Bologna, un uomo benigno a cui si allunga spesso… il naso. O no? Non è il naso?

Il vero Joker non abbisogna di trucchi cosmetici. Solo di acqua e sapone. Del resto, profuma del suo carisma a pelle.

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di Stefano Falotico

Il Cinema esiste ancora? Certo, finché esisteranno personaggi come Mickey Rourke e uomini della pioggia


11 Apr

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Sì, potreste definirmi Chesterfied Man. Altro che Marlboro Man. Marlboro era Don Johnson, vero dongiovanni. Rourke era invece Harley Davidson.

Sì, sono arrivato a cinque pacchetti al giorno di sigarette.

Son stato dal cardiologo. Mi ha detto che il cuore va benissimo. Pompa di brutto, come si suol dire. Ma mi ha consigliato una visita dallo pneumologo. O dal pneumologo? Su questo dubbio grammaticale oserei atavico, me ne frego del salutismo e, stasera, mangerò una pizza capricciosa con tanto di olio piccante alla faccia del colesterolo.

State tranquilli. Nonostante la pessima alimentazione e il fumo, non mi piglierà un ictus. Il cervello spinge.

I polmoni molto meno. Ma basta correre e io sono Born To Run…

Le connessioni neuronali sono a posto, malgrado l’ex uso massiccio di psicofarmaci, un bombardamento compressivo di pastiglie della felicità che io ho cestinato. Smaltendo poi i chili di troppo e ripulendomi dall’igiene mentale di questi insozzatori della coscienza.

Che vorrebbero turlupinarti i sentimenti, privandoti della tua personalità e lobotomizzandoti in un falso quieto vivere assurdamente allineato a canoni precettivi figli della Roma più fascista.

Sì, i critici romani, cioè la maggioranza della cosiddetta intellighenzia da bucatini all’amatriciana, dal se famo du’ spaghi e poi applaudiamo l’ultimo film di Nolan, sono insopportabili.

Dei borghesi marci figli di Antonello Venditti. Con le loro recensioni scolastiche come se fossero ancora al Ginnasio. Notte prima degli esami? Macché. Basta.

I loro video ammiccanti in cui, da piacioni quasi cinquantenni, porgono l’occhiolino alla collega con le occhiaie che scrive su Il Messaggero. Perché lei, ammirando il loro eloquio fluido da viveur sinistroidi con la panza piena, potrebbero starci.

Ed ecco che Luisa chiama Marco l telefono e assieme, dopo una cena alla trattoria di “Mario er burino che sa cucinare er burro”, amoreggeranno, rimembrando le loro fanciullezze liceali oramai assoggettate a un sistema editoriale per cui vengono pagati per acclamare tutto il Cinema più becero, loro direbbero “stracult”, elevando in gloria personaggi d’avanspettacolo, soubrette dalle forme giunoniche dalla recitazione che m’invoglia sempre più all’amore platonico.

Sì, in un mondo ove il puttanesimo impera, meglio vagheggiare, vaneggiare. Altro che questi salottieri da divanetti.

E sognare l’amore più puro come Russell “Rusty” James, il grande Matt Dillon di Rumble Fish.

Un altro Travis Bickle. Sì, come De Niro di Taxi Driver con la sua Cybill Shepherd, Matt capisce che Diane Lane è solo una benpensante.

La matta isterica si è arrabbiata soltanto perché in quella festicciola Rusty si è dato alla pazza gioia con un’altra. Andando poi con Cage, anche lui presente all’orgiastica seratina. Ma più furbo perché nipote di Coppola.

Nic ha gli agganci giusti. Può sistemarti e trovarti un lavoretto, Diane.

– Ciao, Diane. Stai con me?

– No, non sei il mio tipo.

– Ah, va bene. Tu sei laureata, no?

– Sì, perché?

– In Scienze delle comunicazioni?

– Sì, perché?

– Stai lavorando, al momento?

– No, mando ogni giorno il mio curriculum vitae ma nessuno mi si… ecco.

– Beì, mi ti… io. Sai conosco quello. Potrebbe darti una scrivania. Così poi diventi ancora più bella di quel che già sei potenzialmente. Sì, scompariranno le preoccupazioni per il futuro con una base economica soda.

E andrai in palestra, cantando da mattina a sera coi Thegiornalisti. Sai quanti followers?

Ok, però solo una botta e via.

– Sì, solo una spintarella…, baby.

Intanto, Tom Waits, il barista saggio e mezzo matto, implora i ragazzi di moderare il linguaggio.

Il disagio sociale aumenta, la crescita demografica diminuisce, i giovani talentuosi si ammazzano o solamente si sviviliscono, disperati. Alcuni vengono tutelati, per modo di dire, da educatori laureati in pedagogia del buonismo ipocrita e provano a raccattare du’ spiccioli su Indeed e Bakeca.it.

Prostituendo i loro cuori pur di sbarcare il lunario.

Tom Waits brinda e sapeva che il maestro Dracula di Bram Stoker sarebbe tornato!

Tom ama Downtownn Train, da non confondere con Downbound Train di Bruce Springsteen, ed è amante della raffinatezza di Mr. Mystery Train, Jim Jarmusch.

Sì, Matt Dillon ma anche Matt Damon de L’uomo della pioggia.

Ove c’è sempre il mitico Rourke.

Matt si affilia all’avvocaticchio “nano” Danny DeVito. Ed entrambi combattono un’ingiustizia mostruosa.

Perché noi, vero, vogliamo che la gente sia come Francis Ford Coppola.

Che per colpa di pazzi come Trump non succedano più orrori da Apocalypse Now.

Nevvero?

Siamo stufi di questa gente che giudica e non combina mai nulla. Sprezzante, cinica, smorfiosa. Vogliamo gente cazzuta che cavalchi la sua moto sulle strade della California.

E siamo proprio stanchi delle umiliazioni di gente che non vediamo neanche.

Quindi, fratelli e sorelle della congrega, qui riuniti nella Dead Poets Society, il maestro ha da darvi una notizia festosa.

A maggio lui e un suo amico gireranno un mediometraggio.

E lo prenderanno tutti ove sapete!damon uomo della pioggia

 

di Stefano Falotico

Annuario di FilmTV e il mio video promozionale su Clint Eastwood


12 Dec

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Un’altra volta, racconto torpido come una primavera tramontata


15 Jul

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Non è un periodo di malinconia, sebbene questo stato d’animo, nelle giornate tenebrose e anche tediose del mio inconscio “cavallerizzo”, mi assalga e mi rende/a irrequieto. Sono attimi che non auguro al mio peggior nemico, che si sa, si cela sotto truffaldine spoglie per dissuadermi dalla felicità. La felicità comunque è un’utopia e chi pensa di averla raggiunta, invero, più di me pena. M’immagino questa persona felice a raccattar notizie in giro per la rete, per darsi un tono da intellettuale, nel plagio che fa ai suoi pseudo amici, che ricatterà sempre a base di “giustezze” presunte sue, più che altro unte. Persone da starci alla larga e navigar invece per lidi invece inquieti. L’inquietudine, se ammaestrata dal buon senso, fa meglio discernere le cose e ci mostra il mondo per il suo orrendo splendore. Sono stanco di disprezzarmi e anche deprezzarmi, valgo quel tanto che basta a un uomo dotato di acume per gioire dei suoi attimi e fregarsene di chi ti vuol imbrigliare, o meglio dire imbrogliare, in etichette squadranti, in stagne paratie dell’esistenza che cercano d’incasellarti e, se non ti attieni a questi falsi schemi, addebitarti i peggiori appellativi. La gente vive, si sa, di maschere e non accetta facilmente chi non le indossa, creando disagi a chi, anche spensierato, che oggi pare una colpa, non si adatta a quest’ammassamento, anzi ammazzamento, di coscienza.

Sono infastidito, ad esempio, da questa massa affamata di “cinema”. Uso in tal caso la lettera minuscola, perché del cinema non apprezza gli stati introspettivi e la sua immensa profondità, bensì ama le facili “grandeur” della spettacolarità più mercantile. E bisogna vederli, ah ah, come si accaniscono in questi piaceri effimeri, cercandone subito altri per soddisfare i lor palati, anzi “appalti”, borghesi. Ritengo che siano persone sempre insoddisfatte, sempre in cerca di equilibri e surroghino la vita con questi “ammennicoli” ameni, rimandando sempre la visione vera, verace, alla prossima (s)volta che non avviene mai. Credo, insomma, che non “vengano” ma di tante cazzate si svenino.

Io la mia inquietudine invece orgogliosamente sventolo, e non mi svendo, svenandomi.00103105

 

di Stefano Falotico

Il guerriero Marco Mengoni è meglio che mi succhi la minchia, preferisco War di Springsteen e i warriors di Hill


28 Nov

Il ritratto di questa nostra Italietta canterina, bonacciona, per le bone, i bo(vi)ni e i bonazzi, fintamente combattiva, finemente orrenda, dunque spaventosamente squal(lid)a, ove imperano ancora le melodie facilone, sbraitanti il solito patetico lamento, in cui si urlano le romanticherie per donne credulone, le cosiddette principessine sempre depresse, lagnose, tanto rivoluzionarie a p(a)role quanto sempre in cerca del maschione protettivo che le consoli, le mantenga, le copra di coccole, che cacche, donne poi in caccia che sostengono di disgustare il Calcio ma son sempre incazzate, sia nel senso di rabbie malinconiche da frust(r)ate sadomasochistiche e sia scalcianti per un ometto che le (s)fotta, prima infatti, di fallo loro e son affari vostri, le fotte e poi non se le caga, inculandosele, facendole (sor)ridere con battutine da battone/i che sono.

(Magni)fiche, splendide quanto un cazzo fritto. Fidatevi, Max Cady/De Niro aveva ragione.

Ascoltassero Bruce Springsteen e si svegliassero da questi Mengoni della minchia. Già la faccia, come il culo, la dovrebbe dir lunga su questo acclamato mieloso-ipocrita che di furba lingua, ripeto, specchiante la filosofia Uomini & Donne di tal vostra, non mia fortunatamente, Italietta di derelitti, di (e)rettili da ritmi frocetti, da fighettine col culo parato ché poi son i primi a frignare, appunto, da me può prenderselo/a in quel posto.

Personalmente, preferisco una musica più allineata alla mia verità, ché è la sola (im)possibile. Ma quali soli(tudini) merdose.

La vita non è un troione come questo Mengoni.

La vita è un guerriero della notte alla Walter Hill.

Il resto è la ruffiana Italia di teste di cazzo.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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